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Autore: Andy Black    25/12/2013    6 recensioni
Il giovane Zack, dopo un lungo viaggio per la regione, si ritrova davanti alla sfida più grande: la sfida alla Lega Pokémon.
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
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Il Campione


Ok. L’ultima porta era stata chiusa. Ora l’unica cosa da fare era calmarsi un attimo e rilassarsi.
Quella giornata aveva regalato fin troppe emozioni.
Una piccola anticamera buia, poco illuminata, precedeva un lungo corridoio, che si concludeva con un’enorme porta dorata.
Zack decise di tirar fuori tutti i suoi Pokémon.
Gyarados, Torterra, Lucario, Braviary ed Absol. E Growlithe, naturalmente.
Tutti lì, tutti fermi, tutti in  ansia, tutti in attesa che qualcosa fosse accaduto. Aspettavano che le parole uscissero dalla bocca di Zack, perché sapevano che quelle parole sarebbero uscite; provavano la stessa sensazione che si prova ascoltando un rubinetto che perde. Ad un certo punto ci si abitua al rumore di quella goccia che cade, che poco a poco ti sfonda i timpani.
Il punto, però, non è questo. Il punto era che caduta una goccia, ti aspetti che cada l’altra.
Sistematico.
Zack sospirò, mentre l’ansia si introduceva dentro di lui, martoriava quel poco che era rimasto della sua autostima, e poi si annidava dietro i suoi occhi, stravolgendo tutto ciò che vedeva.
Troppo alto, troppo difficile, troppo veloce, troppo forte. Non è così. È solo la vista, che è annebbiata.
Il giovane allenatore si levò per un attimo la bandana, stringendola tra le mani, quindi si lasciò cadere per terra, stremato dalle lotte. I suoi Pokèmon si trovavano nella stessa e identica situazione, quindi stettero fermi, ricaricando le batterie psicofisiche necessarie all’ultimo scontro.
Quello decisivo.
Il campione era oltre quella porta dorata.
E niente poteva ostacolare il loro cammino.
“Gente...complimenti. Questi quattro allenatori sono considerati tra i più forti di Adamanta. Possiedono abilità, intelligenza, tecnica e quella dose di fortuna necessaria a far sì che siano dei grandi allenatori. Ed io, assieme a voi, sono riuscito a batterli. Ora, però, vi chiedo un ultimo grande sforzo. Sconfiggiamo anche il Campione. Sconfiggiamo questo Signor Sconosciuto e facciamo parlare di noi. Siamo noi i più forti, perché nonostante tutte le difficoltà siamo ancora qui. Perché ci vogliamo bene, e come voi credete in me, io credo in voi, e vi giuro che sarà sempre così. Ora vorrei solo dirvi che andrà tutto bene, che sarà semplice, e che alla fine ci faremo una gran bella risata, ma so che non è così. Sarà più difficile di qualunque battaglia abbiamo mai combattuto, e sarà bello perché io mi impegnerò per vincere”
Era così.
Una volta tanto, Zack voleva salire sul tetto del mondo, e guardare dall’alto verso il basso qualcuno.
Si levò lo zaino dalle spalle, spostandosi un ciuffo dal viso, che senza bandana non riusciva più a trovare la via di casa, e lo mise tra le gambe. Rimase circa un minuto a cercare, quindi trovò pozioni e simili, per rimettere in sesto la sua squadra.
Somministrò Iperpozioni a tutti quanti, ad alcuni anche più di una, tanto per essere sicuri, quindi Rimise lo zaino in spalla. La bandana ancora stropicciata tra le mani.
“E se...e se perdessimo?” si chiese lui, con gli occhi aperti come fanali ad illuminare l’orizzonte sul mare di notte.
Non era semplice quello che stavano per fare. Una sconfitta era da mettere in considerazione.
A quelle parole Growlithe abbaiò. Zack rinsavì, e sorrise, lasciando cadere tra le gambe la bandana e carezzando il cane. Absol si avvicinò, cercando una carezza, e la stessa cosa fece Braviary. Torterra non era il tipo da richiedere attenzioni, ed anche Lucario se ne stava sulle sue. Gyarados, invece, se ne stava semplicemente immobile, per paura di provocare danni.
“Io credo in voi, ragazzi. Ed anche se non andrà bene, io crederò sempre in voi”
Growlithe abbaiò ancora, quindi prese a ringhiare.
“Che c’è?!”
Poi capì. Negli occhi di Growlithe c’era il fiume delle emozioni che fluiva. Passava lì, dallo sguardo, ed aveva inviato con gli occhi un messaggio a Zack.
“Noi vinceremo!” era la missiva.
E vincere era la missione.
Un altro risultato non doveva essere annoverato.
I pensieri di Zack stavano lentamente scemando, come un lavandino che si svuota dall’acqua dopo aver levato il tappo. Aveva finalmente levato il tappo alla mente, e fatto uscire le cose brutte fuori.
“Hai ragione Growlithe! Noi vinceremo!”
Growlithe abbaiò ancora, scodinzolando.
“Andiamo!”
 
Zack arrivò a spalancare la pesante porta dorata. Era in legno massiccio, ma sembrava fatta di metallo. Credeva fosse oro vero, ma poi ritrattò, analizzando la quantità d’oro che sarebbe dovuta essere stata utilizzata per crearla.
Lasciava il buio alle spalle, mentre la luce inondava forte il suo volto. Dopodichè il rumore fece altrettanto per le sue orecchie.
Non appena i suoi occhi si abituarono alla forte luminosità dei riflettori, capì ciò che stava succedendo.
Era in un’arena.
La gente attorno strideva e urlava, inneggiava al Campione, alla sua vittoria, alla sua dipartita, ad un grande spettacolo, al sangue e alla bellezza delle lotte dei Pokémon.
Zack dapprima avanzò lentamente, spaventato dalla gente, quindi ritrattò nella sua testa, pensando che non doveva deconcentrarsi.
Non avrebbe dovuto lasciare cadere la sua attenzione, non avrebbe dovuto permettere che si frantumasse come un pezzo i cristallo caduto per terra.
Sospirò, riacquistò le virtù mentali e decise di andare avanti.
Davanti aveva solo una grande scalinata di metallo.
Ovviamente la salì. E passo dopo passo stava creando attorno a sé un’armatura degna del miglior cavaliere.
Arrivò all’ultimo scalino. Ora riusciva a vedere tutto.
I riflettori, puntati tutti sull’arena, erano più di cento. Anche se davano leggermente fastidio alla vista, riusciva a guardare oltre le pareti di luce, e a rendersi conto del numero spropositato di persone presenti lì. Sembrava la finale di Champions League, ogni posto occupato, tutti gli spalti pieni, l’arena gremita di persone.
Il campo di battaglia non sembrava essere molto particolare, rispetto a quelli su cui aveva sconfitto i Superquattro.
Una semplice arena di terra battuta. Le linee dipinte per terra, bianche come un campo da calcio. O da tennis.
Al centro c’era una piscina. Probabilmente per battaglie acquatiche. Di fronte aveva una piattaforma con scale di metallo, proprio come quella in cui si trovava sopra.
E lì...
Lì non vi era nessuno.
Soffiò fuori l’ansia, che ancora attanagliava il suo spirito, quando sentì all’improvviso la folla perdere i sensi a furia di urlare.
Lentamente, dalla piattaforma, cominciava ad apparire la figura di qualcuno.
Era il Campione.
Dei Magneton si avvicinavano a lui, portando delle telecamere. Non se n’era accorto, Zack, ma due grandi schermi erano ai lati dell’arena.
Si concentrò su di quelli. Le riprese dei Magneton apparivano lì sopra, e doveva sforzare di meno la vista per capire contro chi avrebbe dovuto lottare.
E poi lo vide.
Era un ragazzo, non molto più grande di lui. Anzi, pareva avessero la stessa età.
Era vestito in modo trasandato. Non che lo fosse, ma aveva vestiti troppo larghi per il suo fisico asciutto.
Davvero troppo asciutto.
La telecamera inquadrò il suo volto. Aveva gli occhi neri, come due olive. Totalmente inespressivi.
Il viso era, come del resto il fisico, pallido e smagrito, mentre un ciuffo di capelli neri fuoriuscivano dal berretto nero, stretto al limite del possibile, quasi il sangue chiedesse il permesso per arrivare al cervello.
L’allenatore misterioso si girò, e finalmente Zack poté dipingergli un volto. Occhi neri, inespressivi, viso smagrito, pallido, capelli neri, molto corti, e naso grande.
Indossava una felpa nera e dei jeans, ma anche sotto alla felpa voluminosa sembrava fosse molto magro.
Il cappuccio alzato sulla testa malcelava il suo volto ossuto.
Era proprio brutto.
E guardava la folla sorridente. Più che sorridere ghignava, rideva solo con mezza bocca, come se l’altra metà fosse paralizzata.
“Ciao!” urlò alle telecamere, e la folla esplose. Fu incredibile. Zack non aveva mai visto nessuno sembrare così pieno di sé.
Gli altoparlanti fischiarono, prima che una musichetta epica cominciasse a diffondersi.
Zack si era appena reso conto che la Lega Pokémon era quella grande cosa, strumentalizzata dalle televisioni, in cui la gente pagava per vedere degli scontri. Un po’ come il calcio...o come i giochi degli antichi romani, nel Colosseo.
Un telecronista, appostato da qualche parte, prese ad urlare.
“Beeeeeeeenvenutiiiii alla giornata Pokémoooon!”
Zack sobbalzò, provocando il riso in qualcuno. Si riprese, avendo capito quello che succedeva, e tese ancora l’orecchio.
“Salve a tutti! Oggi una nuova sfida! Alla destra...” e poi si sentì il rumore di una campanella, come quelle della boxe. “...abbiamo il Campione! Hugh Patterson, l’imbattuto! Con i suoi Pokémon è pronto a rimandare a casa l’offensiva portata daaaaa...” altra campanella “...angolo sinistro! Lo sfidante! Zackary Recket!”
Intanto in diffusione venivano date le immagini delle sue lotte contro i Superquattro. Si sentì un boato quando in diretta fu data la “pugnalata” a Yanmega da parte di Lucario.
“Assassino!” urlò qualcuno sugli spalti in modo concitato.
Zack toccò la ball di Lucario come per accarezzargli la testa, per tranquillizzarlo.
Il telecronista riprese a parlare.
“Vediamo alcune scene delle sue lotte precedenti! Un allenatore valoroso! Ma ora veniamo alla lotta vera e propria! Hugh sarà il primo a mettere in campo! Le regole sono semplici. Chi lascia il campo di gioco non può più rientrarvi. Quindi se un Pokémon viene sostituito viene contato come fosse stato messo fuori combattimento”
Hugh sorrise e mise mano alla cintura.
“Vai!” urlò, e lanciò la Pokéball in aria.
Questa si aprì all’improvviso, con il suo solito bagliore, che anticipava la sorpresa di vedere quale fosse il Pokémon avversario.
“Ottimo! Hugh ha iniziato con Crawdaunt! Vediamo la risposta di Zackary!”
Crawdaunt era decisamente un Pokémon che aveva sempre desiderato avere nel suo roaster.
Di dimensioni non particolarmente rilevanti, possedeva due enormi tenaglie. Ed una stella marina giusto al centro della fronte. Batteva il pavimento con la coda.
Dal canto suo, Zack trovava quel campo il più difficile. Sì, perché era a più di dieci metri dal campo di combattimento, e lui era abituato a starvi dentro, con i suoi Pokémon.
“Crawdant...combinazione tra tipi...”. L’esperienza gli aveva insegnato che i Pokémon d’acqua avevano sempre una mossa di ghiaccio. E quindi non conveniva mettere Torterra. Dal canto suo, però non aveva nemmeno un Pokèmon di tipo elettrico. Avrebbe dovuto allenare il suo Shinx in maniera migliore, assolutamente, e invece nisba. Con un Luxray tutto sarebbe stato più facile.
Ma si doveva accontentare di quello che aveva.
“Torterra!” urlò, facendolo uscire fuori.
“E così la contromossa dello sfidante è un Torterra! Vediamo come andrà a finire!”
L’enorme tartaruga si dispose come sempre lenta e placida al centro del campo. Riusciva a percepire la voce del suo allenatore nonostante la distanza ed il gran vociare.
“Cominciamo!” urlò il telecronista, e subito Zack si avvicinò alle ringhiere di protezione della sua piattaforma.
“Torterra, cominciamo con un sobrio e semplice Foglielama!”
“Non sarà così semplice” rispose Hugh. “Usa Protezione ed avvicinati!”
“Incredibile!” urlava invece il telecronista. “Mentre Torterra lancia centinaia, ma che dico centinaia, MIGLIAIA, di foglie affilate come rasoi, Crawdaunt usa Protezione, e si avvicina all’obiettivo”
La patina azzurra che ricopriva il Pokémon avversario era scintillante.
“Teniamolo lontano! Mazzuolegno, Torterra!”
“Lo sta attaccando di nuovo! Stavolta usa Mazzuolegno! E Crawdaunt cerca di proteggersi utilizzando le enormi tenaglie”
“Usa ancora Protezione!” urlò Hugh, vedendolo in difficoltà.
La difficoltà di usare una mossa come Protezione è che a lungo andare non è più infallibile.
“Mazzuolegno batte ancora sullo scudo azzurro! Ma Crawdaunt sembra non curante, e continua la sua manovra di avvicinamento verso l’avversario!”
Zack sapeva che lasciar avvicinare un avversario del genere significava subire attacchi potenti, come Martellata o peggio ancora Ghigliottina. E non poteva accadere una cosa del genere.
“Torterra! Vai con Terremoto!”
Gli occhi di Torterra si illuminarono, ed un suo forte ruggito provocò tutto. La terra prese a tremare, ma nessuno degli spettatori sembrava preoccuparsene.
“Attacchi come Terremoto e Magnitudo non preoccupano il pubblico del nostro stadio! Eggià! Perché l’arena è stata costruita con l’ausilio delle tecnologie dell’Omega Group, che cerca di creare strumenti per vivere meglio!” urlò il telecronista, noncurante del fatto che si fossero aperti vari squarci nell’arena, una di cui assai profonda davanti Crawdaunt. Quello perse l’equilibrio e cadde, ma aiutandosi con la coda si rimise all’in piedi.
“Crawdaunt, tutto bene?”
Quello alzò una chela. “Ottimo! Direi che è il momento di utilizzare l’attacco Presa! Salta ed afferralo!”
“Crawdaunt si è dato un forte slancio con le zampe inferiori, per poi saltare oltre la crepa nel pavimento! Ora si trova davanti a Torterra!”
“No! Torterra, preso Ritirata!” urlò lo sfidante, afferrando le sbarre delle barriere che aveva davanti e scuotendole, quasi per romperle.
Torterra recepì il messaggio.
“Incredibile! Proprio mentre le forti tenaglie stavano per afferrare una zampa di Torterra, quello è rientrato nel guscio!”
“Crawdaunt! Usa l’attacco Martellata a ripetizione!” urlò poi Hugh.
“Torterra!”
Il Pokèmon era passato da attivo a passivo, ed ora subiva i colpi dell’avversario.
“Che incontro straordinario! Pare strano come pochi secondi fa fosse Torterra in vantaggio! Ora Crawdaunt sta scagliando forti colpi con le chele ossute e coriacee! Torterra se ne sta rintanato nel suo guscio, invece...chissà Zackary come riuscirà ad uscirne!”
E quasi gli suonava come una sfida. Torterra era lì, e subiva, colpo su colpo.
Doveva cambiare l’ordine.
“Vai con l’attacco Frustata!”
“Protezione!” urlò Hugh.
“Sembra allarmato, il nostro Campione. Di sicuro il fatto di scegliere per primo non è stato molto produttivo per la sua battaglia, mentre sembra che Zackary non riesca a mettere fine a questo incontro”
“Odio questa dannata mossa! Torterra, vai con Sintesi, mentre si protegge!”
“Mossa astuta!” urlò il telecronista.
“Ora usa ancora Martellata!”
“No! Improvviso cambio di direzione! Crawdaunt passa al contrattacco, schiva le liane, e mentre Torterra cerca di riprendere qualche energia, lui ne approfitta”
Il forte attacco del crostaceo si frantumò sul capo di Torterra, ma non sembrò essere molto efficace.
“Torterra! No! Ancora Frustata!”
“Protezione!”
“Non stavolta! Più veloce!”
La folla rimase incredula e a bocca aperta.
“Le liane lo hanno afferrato! Ora Torterra lo stringe con veemenza e...e lo sta alzando da terra!”
Torterra lo sollevò davvero. Poi lo lasciò cadere, prendendo a frustate, ripetutamente.
“Un attimo! Crawdaunt si alza con la coda! E sferra nuovamente un attacco Presa, ma stavolta...stavolta funziona!”
La zampa stavolta era nelle sue tenaglie.
“No! Torterra, liberati! Cerca di entrare nel guscio con Ritirata!”
Ma tutto riusciva a fare tranne liberare la zampa dalla morsa della chela di Crawdaunt.
“Ottimo Crawdaunt! Stringilo sempre di più...e vai ora!”
Parve incredibile ma...
“...ma ora...Crawdaunt ha alzato Torterra!”
Il crostaceo aveva davvero sollevato il tartarugone e lo aveva scaraventato ad un paio di metri di distanza. Danni consistenti.
E la chela pinzava ancora la zampa.
“Liberati! Sgranocchio!” urlò Zack.
“Amici, stiamo assistendo ad un incontro spettacolare! Si! Torterra si è liberato mordendo la tenaglia di Crawdaunt!”
“Ed ora chiudiamola! Energipalla!”
Torterra caricò mentre Crawdaunt si muoveva in modo casuale.
“Colpiscilo! Vai!”
La sfera verde colpì in pieno il nemico, che ruzzolò per terra, fuori combattimento.
La folla era in delirio.
Il primo dei cinque Pokémon era esausto.
“Incredibile! Abbiamo il nostro primo vincitore! Torterra!”
“Crawdaunt, dannazione!” urlava rabbioso Hugh.
“Si! Ora prendiamo coscienza del fatto che il secondo sfidante possa essere un tipo fuoco!” urlò a Torterra.
“Probabilmente Hugh userà Houndoom” fece il telecronista.
Houndoom. Beh, pensò Zack, con un simile Pokémon posso cavarmela. Conosciamo della mosse di terra.
Pochi secondi dopo, e Zack rimase spiazzato. Un Drifblim prese a svolazzare nell’aria.
“Ha scelto Drifblim! Probabilmente attuerà delle mosse di tipo volante!”
Ma anche per quello Zack era preparato. Forse non sarebbe durato molto, pensava. Gli attacchi di tipo roccia, come ad esempio Frana, Torterra li sapeva utilizzare davvero molto bene.
Intanto quella mongolfiera di tipo Spettro e Volante fluttuava lenta fino a stabilizzarsi in un punto indefinito, lì nel cielo dell’arena.
“Drifblim, usa Volo!”
“Benissimo! Frana!”
Drifblim fece per planare in picchiata, quando delle rocce lo investirono velocemente.
“Ottimo! Forza!” urlò Zack.
Il vociare era come una coperta sulle loro teste, mentre il ronzio fastidioso degli altoparlanti la faceva da padrone.
“Drifblim è stato colpito dalle rocce! Frana è andato a segno”
La mongolfiera precipitava, ormai sgonfia, fino a che con un tonfo sordo non si adagiò per terra.
Fuori combattimento.
“Una mossa sola! Incredibile! Torterra vince un altro incontro!”
“Grandissimo Torterra!” saltò Zack, stringendo sempre le sbarre davanti.
Hugh friggeva nella sua stessa rabbia. “Dannazione! Ci vuole più velocità! Houndoom!”
E fu così che il Campione mise in campo un cane con le corna.
“Houndoom! Ora la vedo dura! E la vedo dura per entrambi! Torterra con le sue mosse di terra è molto avvantaggiato, ma su di lui pende il tipo erba, che il fuoco di Houndoom può abbattere facilmente”
Zack strinse i denti. Doveva continuare. Poteva davvero vincere, il tipo terra gli dava un piccolo slancio per tornare alla pari con Houndoom.
“Houndoom, avviciniamoci! Veloce!”
Houndoom recepì, e scattò velocemente, spostandosi verso il lato dell’arena e cercando di evitare le crepe pericolanti.
“Houndoom è veloce, Torterra! Vai con Terremoto!”
Torterra ruggì ancora, di nuovo i suoi occhi rossi, e la terra tremò ancora.
“Houndoom, devi saltare! Assaliamolo!”
Zack spalancò gli occhi, spingendosi contro le barriere che aveva davanti sempre di più, fino a comprimersi il petto contro l’acciaio.
“Houndoom è saltato! L’attacco Terremoto ha fallito! Ed Houndoom lo sta attaccando! Ha fatto un salto enorme! Più di sette metri tra i due, ma lo slancio è stato...è stato incredibile!”
Houndoom planava in aria, fino ad atterrare sul guscio di Torterra.
“No! Torterra!”
Houndoom afferrò con le zampe la superficie del guscio di Torterra, quindi un ghigno apparve sul volto di Hugh.
“Vai con Fuocobomba!”
“No! Torterra! Ritorna!”
E proprio mentre una palla di fuoco si stava per abbattere sul suo Pokémon, Zack decise che aveva fatto abbastanza già. Fuori combattimento.
“Braviary! Scelgo te!”
L’aquila spiegò le ali, regale come sempre, e lanciò un grido.
“Zack cerca di riportarsi in vantaggio, spostando il baricentro della lotta. Per Houndoom sarà più difficile colpire un avversario in volo”
Hugh attendeva. Braviary anche. Zack guardava Hugh.
E Hugh sorrideva, sornione.
“Attesa. I due si studiano” fece la fastidiosa e metallica voce del telecronista.
Braviary prese a volare in cerchio attorno all’avversario.
“Houndoom, Lanciafiamme!”
Svelto come Braviary non si aspettava, una massa incandescente si avvicinava a velocità supersonica. Braviary virò verso sinistra, ma non potè evitare che alcune delle sue piume venissero bruciate dall’alto calore.
Quello lanciò un urlo.
“Braviary! Dannazione queste sbarre!” Zack si voltò velocemente, e corse giù alle scale di metallo su cui era salito in precedenza.
“Ma...cosa sta succedendo?! Sembra che lo sfidante stia lasciando il campo!”
“No! Non sto lasciando il campo, brutta cornacchia!”
Saltò infine le barriere, ed entrò in campo.
“Non ce la faccio a stare così lontano dai miei Pokémon!”
La folla era in delirio, mentre i Magneton puntavano la sua faccia con le telecamere, che apparivano sugli schermi ai lati dell’arena.
“Basta con queste stronzate! Vai con Lanciafiamme di nuovo! Dobbiamo prenderlo!”
Ancora.
“Houndoom attacca a ripetizione con lunghe lingue di fuoco!” urlò il telecronista.
“Braviary, devi evitarle! Usa l’attacco raffica per alzare un po’ di polvere!”
“Attento, Houndoom!”
E mentre le fiamme si levavano verso il cielo, e Braviary le schivava, la folla si esaltava in strilli ed urla.
Un vero e proprio spettacolo.
“Vediamo Braviary! Schiva l’ennesima lingua di fuoco! E poi...e poi attacca con Raffica! Un forte vento si è alzato!”
Dalle macerie del terremoto di Torterra, si alzò una grande quantità di polvere.
Le telecamere e gli schermi non riuscivano a trasmettere altro che polvere marrone.
“Continua ad attaccare, Houndoom! Attacca alla rinfusa!”
Questo poteva essere un po’ pericoloso.
“Subito, Braviary, scendi con Baldeali!”
“Attento Houndoom! Attento!”
La polvere ostacolava la visuale, ma il silenzio era sceso a coprire tutti come un padre amorevole fa col figlio che dorme. E fu un guaito quello che si sentì.
“È il caso di attivare le ventole” annunciò il commentatore.
Quattro ventole cominciarono a soffiare via la polvere. Houndoom era in piedi, ferito al capo e ad una zampa, mentre mordeva un’ala di Braviary.
“Bravo Houndoom! Usa Tossina!”
“No!”
“Lo sta avvelenando, gente!”
“No Braviary! Alacciaio!”
E d’improvviso le ali di Braviary divennero più dure del diamante. Ma ciò non bastò, perché Braviary era già stato avvelenato. I denti di Houndoom avevano lasciato dei solchi profondi nell’ala dell’aquila, da cui sgorgava un mix di sangue e veleno.
“No! Cazzo, no!” urlava Zack.
Hugh sorrideva ed intanto la folla lo incitava.
Partire come Underdog non è mai stato semplice, ma mai difficile come stavolta. Si sentiva tutti contro.
Solo i suoi Pokémon erano con lui.
“Zackary a questo punto dovrà curare il suo Braviary. O tra pochi turni sarà K.O.”
E Zack strinse i denti. Guardò Hugh, alzando la testa perché era nell’arena, e lo vide sorridere sornione.
Il problema che tanto temeva era sorto.
Non aveva strumenti.
“Braviary! Tranquillo! Attacca con Lacerazione!”
Si alzò presto in volo, almeno di un metro e cinquanta da terra.
“Sbatte le ali velocemente, gente, e alza ancora polvere! E poi ecco che attacca, con gli artigli delle zampe!”
Il volto di Houndoom fu ancora colpito. Stavolta in maniera meno massiva, ma il sangue continuava a sgorgare da tre grossi squarci sul viso.
“Houndoom! Continua! Usa Lanciafiamme!”
“No! Braviary usa Volo!”
Le ali dell’aquila lasciarono dietro di loro qualche piuma bruciacchiata e superflua prima di liberare il campo. L’attacco di Houndoom non andò a segno stavolta, ma intanto il cane ebbe tempo di riprendersi dagli attacchi dell’avversario.
“Perché non applaudiamo i due sfidanti che ci stanno offrendo una grande lotta?”
Zack fissava negli occhi spavaldi Hugh.
Odio puro. Aveva avvelenato il suo Pokémon, e si vedeva. I movimenti non erano più fluidi, anzi, erano un tantino meccanici.
Stava per abbandonare il campo di combattimento.
“Braviary...” disse lui, dispiaciuto.
“Usa Lanciafiamme!”
“No! Braviary!”
L’attacco partì. E colpì.
“Houndoom ha colto nel segno! Il suo Lanciafiamme ha colpito in pieno Braviary, che sembra vacillare, ed ora sta cadendo esanime!”
Zack lo guardava, affranto. Aveva pensato di poter vincere davvero.
Del resto Houndoom non aveva ancora molte energie, non ci sarebbero volute tante altre mosse per sconfiggerlo.
Braviary alla fine crollò, e si schiantò, alzando meno polvere di quello che si credeva.
La folla silenziosa, e Hugh che festeggiava. Houndoom che si accucciava e Zack a capo chino.
Ma qualcosa gli intimò di alzare la testa.
“Santo...santo cielo...” il telecronista pareva stupito.
Tutto il pubblico pure.
Ed anche gli allenatori.
L’arena stava crollando.
Ed Houndoom cercava di salvarsi dalla fine. Alla fine quella frana lo colpì in maniera massiva.
E lui si ritrovò fuori combattimento, sotto un cumulo di terreno.
“...il...il pavimento è crollato. Probabilmente gli effetti del Terremoto di Torterra non si erano del tutto verificati nella loro totalità” fece il telecronista, stavolta serio.
Braviary giaceva ancora con gli occhi chiusi.
“Hai fatto più di quello che dovevi...sei grande” sorrise Zack, facendolo rientrare nella sua sfera.
La gente adesso si era infuocata di nuovo.
“Che turno incredibile!”
Il campo presentava quindi una grossa depressione in un punto, un grande fosso.
“Vai, Exeggutor!”
“Absol, è il tuo turno!”
Ancora silenzio, momento di studio.
“Anche stavolta la combinazione tra tipi da ragione a Zackary. Come andrà a finire?!”
Exeggutor, vai con Mazzuolegno!”
“Absol, schivalo!”
Niente da fare, però. Absol, fu colpito da mazzate sul volto e sulle zampe anteriori. Ruzzolò poco lontano, ma si rialzò in fretta.
“Absol, usa Doppioteam!”
“Ora Absol ha creato tante copie di sé stesso. Come andrà a finire?”
“Exeggutor...usa Verdebufera per colpirlo!”
Ed in effetti fu una mossa intelligente. Verdebufera colpiva tutti gli avversari in campo.
Ed anche stavolta Absol si trovò a dover fronteggiare l’attacco dell’avversario.
“Testa bassa! Usa Fossa!”
“Exeggutor! Attento!”
Absol sparì, mentre una bufera di foglie e terreno imperversava sul campo.
“Ora!” urlò Zack.
“Absol! Eccolo! È appena sbucato alle sue spalle!”
“Usa Ventagliente!”
La lama che aveva accanto alla testa si illuminò d’azzurrò, e dei fendenti d’aria colpirono la schiena dell’avversario. Alcune sue foglie si tagliarono e caddero.
“Exeggutor, usa Pestone!”
Absol vide quell’enorme palma arrivare verso di lui minacciosa, quindi, mentre il suo avversario calava il colpo, lui rotolò sulla destra, rimanendo basso.
“Bottintesta!” urlò Zack.
“Absol lo ha colpito ancora! Exeggutor è a terra!”
“Ottimo Absol! Terminiamolo con Sgranocchio!”
Absol si mosse velocemente, per finire quella lotta.
“Ora! Uovobomba!” urlò Hugh.
“Absol si sta avventando su di Exeggutor, con le fauci spalancate, pronto per azzannarlo...e...e...un momento! Exeggutor ha attaccato con Uovobomba! Absol è stato colpito in pieno volto!”
E parve quasi eroico il gesto del Pokémon buio di rialzarsi, cercando di rimettersi in piedi per fronteggiare ancora il suo avversario.
Ma poi la realtà dei fatti lo schiacciò con tutta la sua brutalità. Le energie non c’erano più.
Ed Exeggutor aveva vinto.
Absol giaceva esanime per terra.
“Bravo Absol, ritorna...vai Growlithe!”
Il cane apparve sul campo, e Zack vide Hugh avere l’accenno di una risata.
“C’è...c’è un Growlithe adesso, per Zackary Recket...” fece un po’ disorientato il telecronista.
Nessuno si aspettava un Pokémon che non avesse raggiunto la sua evoluzione finale, la sua massima forza.
E invece lo sfidante aveva messo in campo un Growlithe.
“Bene! Exeggutor, vai con l’Attacco Pioggia!” urlò Hugh.
Tante piccole uova presero a piovere dal cielo, e Growlithe, dapprima spaesato, ebbe la fortuna di vedere cosa succedeva quando queste colpivano qualcosa.
Esplodevano.
Quello fu quasi un campanello di allarme nella sua testa, e prese a correre all’impazzata.
“Growlithe, calmati e schiva le bombe!”
E quasi fosse uno slalom, Growlithe, correva dapprima in diagonale e poi in orizzontale.
“Growlithe, vai con Fossa!”
“Anche lui?!” chiese sgomento Hugh.
“Ecco che anche Growlithe scava una fossa e ci entra dentro! Incredibile!”
In realtà non era così incredibile.
“Exeggutor, attenzione! Sbucherà alle tue spalle!”
Zack sorrise, e mise le mani in tasca. Tra lui e Growlithe c’era come una connessione astrale. Non c’era bisogno di comunicare per percepire ciò che l’altro voleva esprimere.
“Growlithe è sbucato nell’enorme fossato creatosi prima per via del terremoto di Torterra! Ha scavato un tunnel fino a lì!”
Exeggutor, poi, all’improvviso, si sentì mancare la terra sotto i piedi, e crollò.
“Il tunnel! Exeggutor è caduto nel tunnel che ha scavato Growlithe!”
“Vai ora con Lanciafiamme!” urlò Zack.
Il cane prese a soffiare fuoco nel tunnel che aveva scavato, e che vedeva al suo interno anche un confuso Exeggutor.
Un Exeggutor che, investito dalle fiamme aveva costretto Hugh a cambiare Pokémon.
“Vai Growlithe! Ottimo!”
“Fantastico! La strategia di Growlithe è stata incredibile! Hanno sfruttato l’intelligenza, e molto spesso non serve evolversi per avere più intelligenza degli altri”
Una delle poche cose esatte dette da quel telecronista quel giorno, pensò Zack.
“Dannazione! Latios, vai!”
“Latios?!” esclamò Zack. Era incredulo. Era un Pokémon rarissimo, che non si trovava così comunemente. Quando era stato ad Hoenn, con Emily non aveva avuto la fortuna di incontrarlo.
“Effettivamente ora l’incontro è parecchio squilibrato...” disse il telecronista.
“Latios, parti!”
Quello scattò, come un jet, seguito da un rumore assordante. Le ali si tesero lunghe.
“Plana velocemente verso Growlithe!” urlò il commentatore.
“Growlithe, vai con Fossa! Stiamogli lontani!”
Zack strinse i denti, ragionando. Quante possibilità aveva di sconfiggere un Pokémon dalla forza incredibile come Latios? Era troppo complicato.
Doveva ragionare.
“Latios, usa Psichico!” urlò Hugh.
Zack rimase spiazzato. D’improvviso il terreno battuto cominciò a sfaldarsi e si aprirono dei varchi, quasi fossero delle linee di faglia, non molto doppi né profondi, tanto che Growlithe si ritrovò di nuovo alla luce del sole.
“Growlithe, usa Lanciafiamme!”
“Usa Abbagliante, Latios!”
Una luce incredibile si espanse prima che Growlithe potesse rilasciare le fiamme dalla sua bocca, e dei colpi lo fecero ruzzolare per terra. Lui si rialzò, con le zampe tese e la testa bassa, quindi ringhiò, con gli occhi ancora appannati dalla luce.
“Growlithe! Vai con...”
“Dragopulsar!”
Ancora luce, ma stavolta durò poco. Una forte energia si sprigionò dal corpo fluttuante di Latios, e si espanse come un’onda, colpendo Growlithe.
“Lo ha messo K.O.!”
Zack spalancò occhi e bocca, e corse in campo, verso il suo amico.
“Growlithe! Growlithe come stai?!”
Quello sorrise leggermente, prima di accasciarsi, esausto. Zack lo fece rientrare nella sfera.
Era in mezzo al campo, ed era praticamente a meno di tre metri da Latios.
“Zackary Recket deve uscire dal campo di combattimento” disse il cronista. Hugh lo derise con lo sguardo.
E questo caricò ancora di più Zack.
“Vai Gyarados!”
L’enorme drago azzurro si presentò in campo, iracondo come sempre, ruggente come sempre.
Enorme come sempre.
“Gyarados! Dobbiamo farlo fuori! Dobbiamo farlo fuori!” urlava Zack.
“Latios, veloce! Dragodanza!”
“Vediamo che il Pokémon Eone, così come definito dal Pokédex, prende a danzare e a volteggiare velocemente. Aumenterà le sue statistiche in questo modo!”
“Gyarados, usa l’attacco Ira!”
In effetti era una mossa intelligente. La grande velocità di Latios gli consentiva di attaccare spesso e con facilità nel colpire il bersaglio. Ira avrebbe permesso a Gyarados di aumentare il proprio attacco.
“Gyarados urla, ruggisce atrocemente contro il suo avversario e colpisce Latios con un colpo della coda. Non sembra essere molto efficace”
“Latios! Usa Cozzata Zen!”
Latios si alzò in volo, dove gli attacchi fisici di Gyarados non avrebbero potuto colpirlo, e si illuminò, mentre incanalava l’energia presente nel suo corpo fino alla testa.
“Si è caricato! E poi è partito alla massima velocità fino ad arrivare contro Gyarados, e colpendolo con il capo, sprigionando una grande energia!”
Gyarados cadde per terra, alzando miliardi di minuscolo pulviscolo. E nonostante questa coprisse la visuale, tutti riuscivano a sentire il ruggito di Gyarados.
La sua ira aumentava.
“Vai Gyarados!” urlò Zack, e dalla polvere uscì all’improvviso il drago d’acqua, pronto a colpire ancora, lanciato e furioso.
“Lo ha colpito in contropiede! Stavolta l’attacco è più consistente!”
Latios indietreggiò di un metro, sempre in volo.
“Non demordiamo, Latios! Usa Subito Psichico!”
“Gyarados!”
L’attacco ebbe l’effetto di mille mani che costringevano il corpo di Gyarados in tutti i punti. Ma un Pokémon così forte poteva tranquillamente spezzare mille mani.
I ruggiti aumentavano, anche la sua ira, e le nuvole si erano formate al di sopra delle loro teste.
Nuvole nere, colme di rabbia.
“Attacca!” urlò Zack.
Gyarados ruggì e si gettò a capofitto su Latios, stavolta abbattendolo. Dopo un primo colpo, assai forte, Gyarados gli ruggì in volto, quindi cominciò a piovere.
“Gyarados! Terminiamolo! Usa Colpo!”
La pioggia batteva radente sul campo, e la polvere pareva volesse scappare ad ogni goccia che cadeva. Hugh era protetto, mentre Zack si stava bagnando, ma a lui non importava.
Gli interessava soltanto che Gyarados polverizzasse Latios, che era un cliente particolarmente scomodo.
Gyarados si gettava a capofitto sull’avversario, mordendolo, colpendolo, attaccandolo, si sollevava e poi si gettava ancora su di lui.
“Ottimo Gyarados!”
Quello si rialzò, un po’ confuso. Ma non ci fu bisogno di preoccuparsi di Latios.
Latios era fuori combattimento.
“Si! Ottimo Gyarados!” urlò Zack, correndo vicino a lui, e stringendolo, mentre la pioggia continuava a cadere.
“Zackary Recket è di nuovo pregato di uscire dal campo di combattimento”
“Evvai, Gyarados! Ottimo!”
La folla era praticamente in delirio.
“Latios...ritorna...sei l’ultimo. Vediamo di non fare una figura di merda contro un pivello. Vai Hydreigon!”
I riflettori si accesero, mentre la pioggia cadeva come proiettili sull’asfalto.
“No...basta...Gyarados, ritorna”
Un urlo di sgomento si levò dagli spalti.
“Sembra che Zackary abbia deciso che per il suo Gyarados fosse abbastanza. Ma ciò non gli permetterà di raggiungere facilmente la vetta del monte che sta scalando”
In effetti non sembrava tanto furba come cosa. Avrebbe benissimo potuto indebolire Hydreigon con Gyarados. Possedeva qualche mossa di tipo Drago, avrebbe potuto anche metterlo fuori combattimento.
Ed invece no.
Aveva deciso che Gyarados doveva uscire.
E questo perché lui parlava con i suoi compagni, e leggeva le sofferenze che erano disposti a subire ogni volta che a lui veniva saltava il capriccio di farli combattere.
In effetti tenere rinchiuso in una Pokéball un Pokémon alto quanto Gyarados era da persone maligne. Anche Sapphire la pensava così, il suo Walo, un Wailord enorme, girava per Hoenn libero e tranquillo negli oceani attorno alla regione.
Sensibilità di allenatore. Di amico, chiamiamola anche così.
Gyarados stava soffrendo, e chi, vedendo una persona cara sofferente, non avrebbe fatto di tutto per alleviarne le pene?
Gyarados doveva, poteva riposarsi, aveva già fatto tanto.
“Ora tocca a Lucario” disse Zack, calmo.
Lo sciacallo entrò in campo, con la pioggia che gli sfondava il cranio tanto era forte e la visione di un enorme Hydreigon davanti, che gli ruggiva e cercava di intimorirlo.
Gli occhi di Lucario si chiusero un momento.
Ragionava Zack. Il suo tipo era in vantaggio.
“Hydreigon! Vai con Dragofuria!”. La voce di Hugh suonava rabbiosa, quasi in maniera esagerata nei confronti del Pokémon avversario.
Avesse potuto ammazzarlo lo avrebbe fatto.
“Hydreigon si è spostato con enorme velocità! Sta schiantando le zampe su di lui!”
Lucario era immobile, gli occhi appena aperti e qualche gocciolina d’acqua che ragionevolmente, per via della pioggia, gli cadeva dal naso allungato.
Non appena le due zampe encefaliche si stavano per avventare su di lui, quello spiccò un grosso saltò.
“Lucario! Forzasfera!”
Dai palmi delle mani dello sciacallo una luce intensa azzurra nasceva, come la scintilla che appicca l’incendio.
L’aura si concentrava lì, lentamente, e quasi bruciava le zampe di Lucario, che intanto continuava a sollevarsi in volo.
Sarebbe stata epica, questa scena al rallentatore: Lucario che saltava, Hydreigon che schiantava i polsi\colli tra di loro, mancando il bersaglio, mentre l’avversario preparava il contrattacco.
“Dobbiamo farcela! Ora!”
“No!”
“Lo sta facendo, signore e signori!”
La sfera di energia lasciò i palmi di Lucario, e si abbatterono facendo un rumore tremendo su di Hydreigon.
Mossa più che efficace, di una potenza inaudita.
Lucario aveva vinto.
Zack aveva vinto, e la visione di quell’Hydreigon che stramazzava per terra non poteva far altro che farlo sorridere.
Ma non gioiva troppo.
Si guardò attorno. Come se la scena fosse rimasta al rallentatore ponderava ogni cosa sulla quale il suo sguardo si appoggiava. Vedeva la folla urlante, festante, rabbiosa, annoiata ed entusiasta come sfondo, mentre Lucario scendeva lentamente, per toccare ancora il terreno. Hydreigon cadeva sul suolo polveroso, in cui le chiazze d’acqua stavano prendendo il controllo, mentre la pioggia scintillava durante la discesa.
Hugh incredulo, con quegli occhi spanati e incavati aperti al massimo, e la bocca semischiusa.
Il terrore sul suo volto.
 
E poi tutto tornò a velocità normale.
Le urla e la musica si unirono in un trionfante coro di benvenuto lì, nell’olimpo dei Campioni.
“Zackary Recket ha vinto! È lui il nuovo Campione!” urlava il telecronista.
Un Magneton si avvicinava a lui, con quella fastidiosa telecamera, ed un microfono.
Zack lo staccò dalle calamitiche appendici.
La pioggia non accennava a calmarsi, ed il ragazzo temeva che il microfono non funzionasse proprio per via dell’acqua.
Invece funzionava, il suo respiro pesante si diffuse in lungo ed in largo nell’arena, e zittì tutti i presenti come la sirena antitornado.
Tutti pendevano dalle sue labbra.
Il ragazzo allora sorrise, facendo rientrare Lucario nella sfera e baciandola. Lo schiocco delle labbra si sentì forte, trasmesso dagli altoparlanti.
“Grazie Lucario...ho vinto. Ho vinto e sono qui, in veste di Campione. Ora probabilmente mi aspetta una premiazione, o cose così. Cose pompose, cose che magari mi meriterei anche. Ma la verità è che stiamo perdendo tempo. Stiamo perdendo tempo in cose frivole, che non ci danno null’altro che un piacere temporaneo e neanche tanto esaltante. Quando ho aperto quella porta...” disse lui, voltandosi per un attimo, tutto bagnato, “...mi aspettavo di trovare una sola persona. Invece siete migliaia, in quest’arena, ed ho dovuto combattere contro dei Pokémon che, allenati da un bravo allenatore, mi avrebbero sicuramente sconfitto. Hugh” disse ancora, voltandosi verso l’avversario sconfitto, che sostava inerme sulla sua balconata.
“Hugh, tu sei un pessimo allenatore. Puoi avere i Pokémon più forti dell’universo, ma non li ascolti, non li capisci. La forza non è l’unica cosa che conta. Delle volte il saper ascoltare, il saper interpretare è più forte di qualsiasi mossa d’attacco. Dovresti liberare i tuoi Pokémon. Lasciarli godere la loro esistenza, perché tu li ammazzeresti. Per quanto riguarda tutto l’aspetto scenografico...bello. Ma inutile. Un Campione non deve essere oggetto per i mass-media. Il Campione deve essere d’esempio a chiunque voglia intraprendere la strada di allenatore, deve mediare tra l’associazione Pokémon ed i capipalestra. E deve aiutare le persone. E per quanto mi riguarda, questo sarà l’ultimo match trasmesso in televisione, costi quel che costi”
Zack lanciò il microfono per terra, si voltò ed uscì dalla porta attraverso cui era entrato.
La folla fu ammutolita dalle sue parole.
Da quelle parole di sagacia e verità.

 

 
   
 
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