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Autore: TheBlackEyedSister    25/12/2013    1 recensioni
Guarda il soffitto scuro della stanza illuminata da un flebile raggio di luna piena mentre richiude gli occhi per la seconda volta senza, però, accorgersi di essere osservata da qualcuno dalla finestra di camera sua.
"non stai mantenendo la parola data, Heather...".
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| STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA | Revisione in corso |
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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"Kiss"

 

 

 

 

 

Il paesaggio era deserto oltre che ricoperto da un velo bianco e all’apparenza morbido.

Il silenzio regnava sovrano all’esterno, come all’interno del locale.

Alejandro stava lì, seduto ad un tavolo rivolto verso l’enorme finestra che dava sulla strada.

 

“sei tu…”.

Heather sussurra debolmente sotto lo sguardo stupito di lui mentre la terza lacrima scende questa volta fermata in tempo, prima che avesse potuto raggiungere il pavimento, dalla sua mano.

Le afferra il polso avvicinandosela.

“perché?” le chiede.

Lei scuote la testa.

“PERCHÉ?”.

“basta! Smettila!” urla infine Heather.

Ansimanti si guardano per un istante prima di iniziare il contatto.

Un bacio passionale che contiene tutti i sentimenti mai detti prima e che saranno destinati ad essere reclusi e mai espressi…

La maglia di Heather finisce a terra per poi lasciarsi cadere all’indietro fra le morbide lenzuola del letto mentre guarda Alejandro togliersi la camicia.

La sovrasta con facilità per poi unire violentemente le loro labbra.

Non sarebbe mai servito a far rimanere Heather ma almeno, Alejandro, avrebbe potuto guardarla in faccia senza più nasconderle la verità…

 

“come pensi di lasciarla andare se la pensi ancora?”.

Una mano rosea si poggia sulla spalla coperta dal maglione rosso di Alejandro.

“fatti i cazzi tuoi!” gli risponde.

“il mio era un consiglio Al…”.

L’uomo si siede dall’altro capo del tavolo per poi giocherellare col cellulare come fosse a casa sua.

“… lo sai quanto è pericoloso frequentarla.” Una strana luce nei suoi occhi azzurri e freddi compare mentre sogghigna lasciando intendere il messaggio subliminale delle sue parole.

“non si ricorda nulla! Non può essere pericoloso!” esclama Alejandro.

“ed è proprio per questo che non soffrirà come in passato…”.

“credevo che questa storia fosse terminata…” sospira l’uomo dagli occhi smeraldini.

“è solo per colpa tua… avresti dovuto sopportare.”.

“quanto tempo ho?” chiede Alejandro.

“un mese circa e non combinare guai... non ho voglia di tornare a farti visita.”.

L’uomo si alza lasciando il locale sbattendo la porta per poi scontrarsi con il gelo dell’inverno fuori dell’edificio.

Alejandro era rimasto ad ammirare il panorama gelato fuori dalla finestra; come avrebbe fatto a lasciarla, di nuovo.

Anni fa non era stato lui a lasciare lei, era stato piuttosto facile anche se aveva sospettato l’intervento di qualcuno che conosceva bene. Se solo avessi avuto il buon senso di non provocarlo.

 

°°°

 

“Heather!” urla un uomo.

La porta sbatte aprendosi come sbatte nel momento in cui si chiude.

L’uomo si fionda in salotto guardando il volto spaventato e sorpreso della donna nel vederlo piombare in casa sua in quel modo.

L’uomo riprende il controllo del suo respiro affannato tranquillizzandosi alla vista della donna.

“perché non hai risposto alla mia chiamata?!”.

La domanda di Alejandro era intrisa di rabbia riuscendo a mascherare perfettamente quel velo di preoccupazione nei confronti di Heather. Era preoccupato per lei nonostante non riuscisse ad ammetterlo nemmeno a stesso: se non l’amassi sarebbe tutto più facile. Ma che sto dicendo?!

In quel momento preferirebbe organizzare un monologo interiore decidendo alla fine quali fossero i suoi sentimenti, alla fine avrebbe vinto la voce che negava l’amore ovviamente. Ovviamente.

Lo sguardo truce di Heather lo riporta alla realtà.

“che hai?” le domanda sorpreso dalla sua reazione senza nemmeno pensare che, forse, entrare sbattendo la porta senza preavviso non sia una cosa da tutti… glielo avrei detto se mi avesse risposto!

“sentiamo… hai delle giustificazioni per questo?” gli chiede le paziente –evidentemente trattenendosi nel cominciare una scenata per la sua porta rovinata dal botto precedente-, cafone!

Di tutta risposta passa una mano dietro al collo in un’espressione alquanto colpevole.

“ti dovevo parlare…”.

“che giustificazione…” pensa ironicamente Alejandro.

“lasciamo stare…” scuote la testa esasperata –e quasi sicuramente sull’orlo di una crisi di nervi- “…di che cosa mi dovevi parlare?” conclude infine sospirando e sperando la fine di quel discorso incominciato sicuramente non nel migliore dei modi.

Alejandro si ritrova in una situazione mai –e quando si dice mai non sarà in grado di cavarsela- provata prima; la bocca semiaperta in un’espressione impassibile mentre la guarda nel occhi cercando all’interno delle sue conoscenze come e in che modo dirglielo.

“Heather… non possiamo più essere amici dimenticami” no… troppo schietto e suona male… “dimenticami, Addio!” nemmeno questa…

Un altro monologo con la sua voce nella testa sta avvenendo mentre una Heather alquanto alterata per la situazione sta cominciando a pensare che, forse, cacciarlo a calci non fosse una cattiva idea.

Lo stress e la collera negli occhi di Heather era un chiaro segno che o avesse parlato o si sarebbe trovato zoppicante e dolorante per le strade di Toronto con la neve, non che ne fosse spaventato certo che no!

“che ne dici di uscire?”.

Le parole gli escono spontanee dalla bocca ancora prima che se ne renda conto.

L’espressione di Heather ormai indecifrabile mentre inarca un sopracciglio.

Cosa cavolo ho detto?!

Senza nemmeno accorgersi raccoglie le mani in pugno saldo e in pochi secondi le nocche si sbiancano dalla forza.

“ok…” insicura e riluttante ad accettare l’invito spontaneo mentre lui si rilassa senza far notare il fatto che si fosse rilassato di conseguenza mai preoccupato.

Lei si alza lentamente.

Ma che cavolo me lo fa fare?

Raccoglie il cappotto per poi indossarlo.

Sono ancora in tempo per rifiutare.

Esce da casa sua seguita da Alejandro per poi chiudere la porta a chiave.

Ormai è fatta…

“dopotutto non è poi così rovinata la porta…” pensa infine dando una rapida occhiata alla porta.

Il paesaggio è congelato e ricoperto da una coperta immacolata.

Il silenzio che c’è tra i due è chiaramente un segnale di come sarebbe stata la passeggiata natalizia improvvisata e mentre sono chiaramente l’uno e l’altra immersi nei propri pensieri ,vengono distratti da un gruppetto di ragazzi che si augurano “Buon Natale!”.

Nei pensieri dei due si insinua una paura quasi mortale di essersi dimenticati che oggi, 25 dicembre, fosse esattamente Natale.

Si fermano quasi contemporaneamente per poi scambiarsi uno sguardo che potesse dire loro che oggi non fosse quella festa troppo zuccherosa del quale odiavano entrambi la ricorrenza anche perché, se così fosse, non avrebbero uno straccio di regalo da dare all’altro, non che la cosa fosse di vitale importanza per i due.

“di che cosa mi dovevi parlare?” domanda Heather per nascondere il vero motivo per il quale si era fermata impulsivamente.

“dobbiamo proprio parlarne ora?” cerca di rimandare lui nervoso e arrabbiato con sé stesso per non riuscire a trovare un modo per dirglielo.

“e quando se no?”.

Rimasto senza parole la lascia lì mentre comincia a camminare in avanti pensando che non sarebbe stato in grado di nasconderle la verità di amarla ancora e di doverla lasciare per il suo bene…

È meglio per tutti Alejandro.

…Negando anche a sé stesso la verità.

La sente correre per poi costringerlo a girarsi verso di lei; un calore improvviso invade la sua guancia mentre lei si massaggia la mano per togliere la sensazione di formicolio che sente alla mano dopo aver dato lo schiaffo.

“come ti sei permesso di lasciarmi là!” esclama infuriata.

Il silenzio era più che una risposta per lei e dettato da qualcosa nel suo cervello stava per quasi –ma proprio quasi- mettersi a piangere senza un motivo preciso.

“perché mi hai mentito?” domanda lei in tono calmo dopo essersi ripresa dalla sfuriata di prima.

“perché avrei dovuto farlo?” chiede lui di risposta spaesato dalla domanda.

“mi avevi detto che eravamo solo buoni amici…” riprende con un filo di voce.

“ed è così!”

“non mi risulta nei miei ricordi…”.

La sicurezza di Alejandro svanisce per l’ennesima volta decidendo di lasciar stare quello che voleva dirle per poi ricordarsi a che cosa si stava riferendo Heather: il ricordo di questa mattina.

“è stata solo una notte… l’ultima prima che tu partissi”.

Lei stacca lo sguardo dagli occhi smeraldini di lui per poi guardare il cielo. Un fiocco di neve si posa dolcemente tra i suoi capelli mentre si accorge del rametto di vischio appeso.

Il mondo si ferma un istante mentre lo sguardo argenteo di lei si incatena allo sguardo smeraldino di lui.

La avvicina a se, le sistema una ciocca ribelle dietro alle orecchie per poi accarezzare la guancia della ragazza.

Fiocco dopo fiocco la neve scende morbida e bianca accompagnata dal silenzio apparente del mondo.

Un dolce e morbido contatto arriva quasi subito.

Il bacio più dolce ricevuto fino ad ora... forse perchè è l'unico di cui ho ricordo.

Lo stacca con prepotenza.

"perchè?" sospira Alejandro.

Lei si limita a scuotere la testa e ad indietreggiare lentamente per poi voltarsi definitivamente e scomparire.

Che bel modo di trascorrere il Natale...

Come se gliene fosse importato qualcosa del Natale.

Lo squillo del suo cellulare lo riporta alla realtà.

"cosa c'è?" domanda lui che con grande sorpresa aveva appena letto il nome della donna che fino a pochi istanti fa era scomparsa oltre l'angolo dell'edificio.

"niente, mi ero dimenticata di dirti una cosa... e non montarti la testa!" risponde lei minacciosa.

"ok...".

Si sente chiaramente un respiro profondo e poi una frase, composta da due semplici parole, lenta e quasi sussurrata.

“Buon Natale…” dice, infine, timorosa e quasi pentita di averlo chiamato per augurargli un felice natale.

Lui sorride incoscientemente per poi rispondere con le stesse medesime parole della ragazza: “Buon Natale".

Un'ombra alle spalle di Alejandro scuoteva lentamente la testa in segno di disaccordo.

"non è quello che ti avevo detto di fare Al...".







 

   
 
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