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Autore: Misaki Ayuzawa    26/12/2013    3 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 22: La dolcezza della notte

Quando infine arrivò la Mezzanotte, e la lettura di Will fu completata, Tessa e Will abbandonarono la biblioteca per ritirarsi nelle rispettive stanze.
Arrivati al ballatoio dove le loro strade si separavano i due si salutarono stringendosi la mano.
Si girarono verso le direzioni che dovevano prendere. Tessa non si incamminò subito, non voleva andarsene perché non voleva concludere quella serata. D’altro canto non sentì neanche i passi di Will allontanarsi … Si girò verso il ragazzo, che, a tradimento, la stava guardando. I suoi occhi brillavano divertiti del blu più profondo e puro. Fu tutto in un secondo e nemmeno uno spettatore esterno potrebbe dire con certezza chi mosse il primo passo, perché i due scattarono l’uno verso l’altro e si abbandonarono ad un ultimo bacio. Una volta staccatisi Will poggiò la sua fronte contro quella di Tessa, non sganciando il suo sguardo da quello della ragazza.
C’era un’empatia tra loro che forse nemmeno il più abile tra gli scrittori sarebbe stato in grado di definire, né Dickens con il suo Sidney Carton, né Jane Austen con Darcy o Knightly, . Will decisamente non somigliava a nessuno dei tre.
Tessa e Will si lasciarono andare lentamente, Will facendo scorrere per l’ultima volta le sue dita da pianista dalle ciocche di Tessa, e Tessa assaporando per l’ultima volta il contatto tra la propria mano e il collo di Will.
Un ultimo fugace sorriso e presero ognuno una direzione diversa.

Charlotte era ancora sveglia, accucciata sul letto, accanto ad Henry. Dormiva come un bambino.
Henry era un bambino, solamente troppo cresciuto. Persino nella sua genialità meccanica era un bambino, con quelle sue idee bislacche che non si sapeva mai se le avesse sognate o avesse preso ispirazione da qualcosa.
Charlotte non aveva mai visto Henry dormire. Aveva un’aria talmente tranquilla, che la calma automaticamente si diffondeva anche nel corpo solitamente rigido di Charlotte.
Charlotte non aveva neanche mai tenuto le sue mani per tutto quel tempo. Era circa un’ora che le osservava, esaminandone e studiandone le venature, i calli venutisi a creare dall’uso della matita e degli altri attrezzi, e i piccoli tagli che, sbadato come era, doveva essersi procurato con le forbici e la carta.
Mai una notte per Charlotte era stata più dolce di quella, passata guardare con amore l’unico uomo di cui le importasse davvero. L’unico uomo a cui, se fosse capitato qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.

Tessa girò la chiave nella toppa della sua stanza. Era esausta ed elettrizzata allo stesso tempo. Sentiva ancora le mani di Will, e le sue labbra … non era una sensazione di cui si sarebbe liberata facilmente, e comunque, non avrebbe voluto liberarsene mai. C’era un che di triste in tutto quello che era accaduto … Will le aveva detto che il giorno dopo tutto sarebbe tornato normale, e lei aveva risposto che non le importava perché avrebbe perseverato ma … cosa poteva fare per Will se non sapeva quali dubbi insediassero la sua mente? Era stata avventata, lo sapeva, se ne rendeva conto, ma cosa avrebbe potuto fare? Non si trattava di una semplice cotta, di una sbandata, lei sentiva un fuoco dentro di sé, anche solo nell’udire la sua voce. Quando il primo giorno lo aveva visto, i suoi colori e i suoi lineamenti l’avevano colpita certo, ma i suoi modi di fare bruschi e indubbiamente antipatici l’avevano frenata anche solo dal farsi film mentali ma … ora qualcosa era cambiato. Dai libri un filo rosso era uscito e li aveva legati. Sapeva che anche Will doveva provare qualcosa di simile perché in caso contrario non avrebbe fatto quello che aveva fatto ma, soprattutto, non avrebbe detto quello che avrebbe detto.
Tessa indossò il pigiama, una volta liberatasi del vestito elegante e delle ballerine, ma l’angelo meccanico lo aveva tenuto. La faceva sentire protetta ed era come se suo fratello fosse sempre con lei. Liberando la mente dai pensieri su Will, si infilò sotto le coperte e spense la luce. Magari, come a Don Abbondio, la notte le avrebbe portato consiglio. Anche se sperava in un consiglio migliore di quello che aveva rifilato al curato: non aveva intenzione di starsene settimane e settimane chiusa nella sua stanza!

La sveglia trillò. Sophie aprì un occhio, poi aprì l’altro accorgendosi che l’aggeggio maledetto suonava da quindici minuti.
In pochissimo tempo si lavò, si vestì e, passando per le cucine, fece una velocissima colazione.
Erano le otto e doveva sistemare la camera per il nuovo insegnante e dare una ripulita al piano terra, dove si era tenuta la festa la sera precedente.
Per quanto riguardava i pavimenti degli altri piani, ci avrebbe pensato il pomeriggio.
Non conoscendo nemmeno il nome del nuovo arrivato, ma supponendo che fosse un atleta, scelse una camera un po’ più ampia delle altre, che si trovava a due stanze di distanza da quella di Charlotte e di fronte quella di Henry. Si chiese se Charlotte fosse ancora lì, vicino Henry. I suoi pensieri non erano da fraintendere. Sophie non era una romantica, almeno non più dopo che il suo vecchio datore di lavoro l’aveva sfregiata a seguito di un rifiuto … Dall’epoca a quella parte non aveva più guardato gli uomini allo stesso modo. Solo con Henry e il professor Enoch, che nel suo mutismo era un simpatico anziano, si permetteva dei rapporti. Anche quando girava per le strade di Londra, per rilassarsi o fare delle commissioni, camminava veloce se si trovava di fronte a gruppi di uomini o ancora quando si accorgeva che qualche ragazzo la fissava.
Perché Sophie, nonostante lo sfregio, era una bella ragazza e solo uno stupido o un cultore della perfezione, avrebbe potuto non affermarlo.
Sophie spolverò i mobili e passò la cera d’api su questi ultimi e sul legno del parquet, sistemò gli asciugamani negli armadietti e sugli appositi ganci del bagno, e preparò il letto con delle lenzuola bianche e un copriletto a scacchi rossi e verdi e mise i ricambi di tale biancheria nell’armadio dietro la porta di ingresso.
Ad opera completata, quando ebbe anche tirato a lucido il bagno e gli infissi della finestra, uscì soddisfatta dalla camera, chiudendola a chiave e recandosi in presidenza per posare le chiavi nell’apposito spazio, in attesa si darle al futuro proprietario.

Charlotte si svegliò sdraiata sul letto di Henry, in una posizione con la quale quasi volesse occupare il minor spazio possibile. Alzando gli occhi notò che Henry, pur avendo cambiato decisamente posizione, chissà come i piedi erano sul cuscino e la testa vicino alla schiena di Charlotte, dormiva ancora. La donna si alzò in piedi e si diede allo stiracchiamento mattutino, tirandosi le braccia, una alla volta, dietro la schiena fino a far distendere completamente i muscoli e facendo lo stesso con le gambe.
Il suo orologio da polso segnava le nove e ritenne opportuno, pur non essendoci lezione, svegliare anche Henry. Lo scosse leggermente, prendendolo dalle spalle.
Henry per tutta risposta si girò dall’altra parte mormorando qualcosa di confuso a proposito della legge di Ohm. Charlotte, risoluta, persistette nella sua impresa fino a quando Henry, finalmente, aprì gli occhi e, non prendendosi neanche il disturbo di alzarsi, con l’espressione, e la posizione, simile a quella di un cucciolo, esclamò colpito “Charlotte?”
“Si, che c’è?”
“Allora … è successo davvero?”
Charlotte annuì, con gli occhi socchiusi e gli angoli della bocca tesi verso l’alto.
Henry scattò a sedere, passandosi le dita di entrambe le mani tra i capelli scompigliati.
Il suo volto fu attraversati da molteplici espressioni: sorpresa, dubbio e infine esultanza.
Si, esultanza, perché finalmente da quella sua bocca non erano uscite solo parole scientifiche, discorsi per gli studenti e frasi che parevano pronunciate da chissà quale alieno, ma sentimenti che si era tenuto dentro per molto, moltissimo tempo.
“Charlotte” ridisse infine, questa volta però quel nome era stato pronunciato come una conferma. Charlotte era lì ed era a portata di mano.
La abbracciò stretta e iniziò a farla dondolare avanti e indietro.
“Henry, sono contenta che tu sia contento però …”
“Si?”
“Dovresti farti una doccia” continuò sussurrando sorridente Charlotte.
Henry si fece rosso rosso e, inspirando, si rese conto che effettivamente quella del brandy non era la fragranza adatta a lui.
“Si subito. Poi andiamo fuori però. Non so tu, ma ieri la Vigilia non l’ho vissuta bene per nulla … Buon Natale!” Detto questo andò a chiudersi in bagno.
Charlotte sospirò e decise che anche lei aveva bisogno di darsi una ripulita.

Il libro scivolò dalla presa di Will per cadere a terra, di fianco al letto. Dannazione, non aveva chiuso occhio per tutta la notte e ora che era mattina e che avrebbe dovuto darsi una mossa il sonno giungeva … chi l’avrebbe mai detto che Stephen King potesse conciliare tanto bene il sonno? Di certo Will non avrebbe voluto che un pagliaccio assassino gli cantasse la ninna nanna …
Rimase ancora un po’ disteso sul suo letto, a godere del tepore del suo pigiama e del piumone, purtroppo il suo quieto vivere, o meglio, vegetare, fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta. “Entra Jem! E’ aperto …” Non aveva dubbi che si trattasse del suo amico e infatti, mezzo secondo dopo, la sua zazzera argentata fece capolino, incorniciando il suo volto tranquillo.
“Quante volte ti devo dire che di notte soprattutto devi chiuderti a chiave?”
“Hai ragione mamma, sono proprio un bimbo disubbidiente.
“Tutto questo humour già di prima mattina?” Jem si accomodò sulla sedia della scrivania e stese le lunghe gambe davanti a sé.
Will fece un gesto con la mano come a voler cambiare discorso.
“Ci dovrebbe essere qualcosa per te là sopra” e indicò la mensola sopra la scrivania.
Jem individuò un sottile rettangolo incartato e con delicatezza liberò il contenuto.
Esaminò a fondo il libro di spartiti di musiche tipiche e tradizionali cinesi, dentro al quali trovò la ricevuta della revisione del violino che Will aveva pagato anticipatamente.
“Grazie, William. Il tuo ti aspetta in biblioteca”
“Vuoi tendermi un agguato?” chiese Will falsamente cinico.
“Si, ci saranno orde e orde di anatre”
“Allora puoi star certo che rinuncerò alla biblioteca anche per sempre”
“Ma come? Io pensavo che così avresti potuto fare un po’ di sano esercizio fisico!”
“William Herondale contro le bestie fameliche vs Don Chichotte contro i mulini a vento! Una gara che verrà tramandata nella storia per secoli e secolo!”
“Ti vedo di buon umore. E’ successo qualcosa che non so?” chissà perché Jem aveva l’aria di chi la sa lunga …
“In effetti è successo qualcosa …” cominciò Will, serio “qualcuno ha chiamato le spogliarelliste! Solo che poi Charlotte, Sophie e Agatha le hanno buttate fuori … che peccato, probabilmente le avevano anche già pagate”.
Jem roteò gli occhi, annuendo. In Will stava succedendo qualcosa, se ne accorgeva. Il problema era capire cosa …

Angolino dell'autrice: Salve! Ecco qua il capitolo, scritto praticamente di getto in un paio di orette ^^ Per me è un record perchè di solito ci devo pensare un sacco XD Mi auguro che vi sia piaciuto. Per quanto mi riguarda, mi trovo abbastanza soddisfatta e non vedo l'ora di scrivere il prossimo capitolo *.* Come sono andati questi due giorni? Qualche regalo interessante? Per quanto mi riguarda io ho ricevuto due libri stupendi e un block notes con dei consigli sulla scrittura e degli esercizi di scrittura creativi *.* Quindi se inizierò a scrivere decentemente (se se come no, sogna Misaki ...) sarà per quello ;) 
Ciao ciao :)

  
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