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Autore: Codivilla    26/12/2013    4 recensioni
Chicago, Dicembre del 1988. Non è il solito inverno, e lo si percepisce nella strana temperatura mite che permea l'aria. Non è il solito Natale, nonostante le luci, gli addobbi e l'odore speziato del pudding per le strade. Questo Scott lo sente, per la prima volta nella vita, lo avverte nel gelido vuoto che gli opprime l'anima. Elizabeth, invece, lo sa per certo: lei che al Natale scialbo e privo di calore ci ha fatto l'abitudine, fin da quando era piccola. Ma non s'arrende. Perché quando provi una scintilla di vero amore, alla fine, non riesci più a farne a meno.
• Dal primo capitolo:
«Ogni suo desiderio doveva giacere silenzioso sotto una coltre di neve. Avrebbe congelato il suo cuore al momento del battito più intenso, quel battito così impetuoso da far male nel petto, e così l’avrebbe reso insensibile a nuovi ardori, immobile e votato per sempre a quell’unico tesoro che si era volontariamente strappato via dalle mani».
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(Bonus Track)
Have yourself a merry little Christmas



 

December 26th, 1988
The Day after Christmas Day
7.00 a.m.

 
Scott chiuse con un colpo secco il portabagagli della Mustang, facendolo scricchiolare pericolosamente. Pezzi di ghiaccio e di neve caddero staccandosi dalle vecchie lamiere della carrozzeria, unendosi a terra alla neve impiastricciata che si scioglieva sotto le scarpe, trasformandosi in fanghiglia scivolosa. Si fregò le mani intirizzite, soffiandovi sopra, raggiungendo a passo svelto la portiera dell’abitacolo e sedendosi al posto di guida. Elizabeth, che lo attendeva seduta al posto del passeggero, lo guardò trepidante, senza riuscire a trattenere il sorriso sulle labbra. Si strinse al petto quella che sembrava essere una busta da lettere, chinando il capo e chiudendo gli occhi. Era un sogno. Un bellissimo sogno da cui si sarebbe bruscamente svegliata per ripiombare nella sua grigia vita di sempre. Se non fosse stato per il lieve bacio che Scott le lasciò sulla guancia, pungendola leggermente con l’accenno di barba che gli ricopriva il viso, ne sarebbe stata totalmente convinta. Sollevò lo sguardo e trovò quello del giovane che la fissava col sorriso sulle labbra.
«Me la leggi un’altra volta?», le chiese, sporgendosi verso di lei e cingendole le spalle col proprio braccio destro.
Lei annuì silenziosamente. Aprì la busta, facendo frusciare la carta fra le dita, ed iniziò a leggere con le mani che tremavano dal’emozione.
 
Bambina mia,
spero che l’arrivo di James alla porta di Scott non ti abbia spaventata. Era l’unico a cui ero certo di poter affidare questa lettera, mentre ero impegnato a trattenere l’ira di tua madre. Già, sapevo perfettamente che era lui a farti da complice quando sgusciavi via da casa, confidavo che conoscesse l’indirizzo del tuo giovane innamorato e che tu fossi lì.
L’hai fatta davvero grossa, stavolta, ma non ti biasimo, figlia mia. Fin troppo presto hai dovuto capire quanto la vita possa essere difficile, ed in gran parte riverso su me stesso l’ignavia di averne la colpa. Troppo spesso ti sono stato distante con la mia persona, ma credimi, col cuore ero sempre lì vicino a te; e non sai la tristezza che mi portavo dietro nella consapevolezza che la persona che più doveva amarti al mondo in realtà non faceva altro che renderti giorno dopo giorno più infelice.
Forse ho preso il mio coraggio in mano troppo tardi, mia Elizabeth: per troppo tempo ho lasciato che tua madre facesse il bello e il cattivo tempo nella mia casa. Sei una donna adulta, adesso, bambina mia, e se l’amore di questo giovane è quello che davvero desideri, sappi che hai ogni mia benedizione. Scappa, scappa lontano quanto più puoi, vivi quella vita che per così tanti anni hai solo potuto desiderare. Ama con tutto il cuore, sogna con tutta l’anima, combatti con ogni forza.
Non temere più che lei possa impedirtelo. Se la vostra paura era che vi mancassero i mezzi per sopravvivere, adesso potete star tranquilli. In fondo, non mi hai dato il tempo di farti il regalo di Natale, dovevo rimediare.
Ho soltanto una cosa da chiederti: torna a casa ogni tanto, bambina, per salutare il tuo vecchio papà. Tua madre sceglierà se farti conoscere o meno il suo nuovo indirizzo: ho chiesto la separazione mentre lei ancora strepitava sbraitando che sarebbe venuta a riacchiapparti fino in capo al mondo. Gliel’ho annunciato davanti a tutta la schiera dei parenti. Avresti dovuto vedere la faccia di zio Alfred.
Ti auguro che ogni giorno possa essere felice come questo Natale, figlia mia. Fatevi forza l’un con l’altro e nessun problema sarà irrisolvibile.
Ti voglio tutto il bene di questo mondo, e anche di più.
Papà.
 
La ragazza si rigirò fra le mani un pezzo di carta lungo e stretto, che aveva trovato nella busta insieme alla lettera. Un assegno di centomila dollari intestato a lei, il suo regalo di Natale. Anche se per lei il dono più bello era quella libertà tanto sognata e che adesso li avvolgeva entrambi, svincolati dalla preoccupazione di non avere i mezzi per sopravvivere.
Scott affondò il viso nell’incavo del collo di Elizabeth, respirando forte e facendole un lieve solletico. Si accorse della lacrima che le solcava la guancia, ma quando lei si voltò a guardarlo, lesse nei suoi occhi chiari soltanto gioia, un felicità indescrivibile che andava oltre ogni confine. Asciugò quella piccola stilla col pollice e poi le accarezzò amorosamente la fronte, pensando che era bella come non mai. Si sporse per darle un bacio sulle labbra e poi sulla punta del piccolo naso. Lei gli sfiorò il viso dolcemente, accarezzandolo e lasciando che quell’accenno di barba sottile le solleticasse le dita.
«Dove andremo, Scott?»
Le labbra del ragazzo si incurvarono in un sorriso furbetto.
«Per ora, fino al prossimo distributore di benzina. Sono quasi a secco».
«Perché non ne sono affatto stupita?»
Risero, e lei gli si accoccolò addosso, mentre la Mustang partiva timidamente singhiozzando, nel riverbero della neve bianca e splendente sotto i raggi tiepidi del sole di primo mattino. A nessuno dei due importava sapere cosa ci fosse in serbo fuori da Chicago, in effetti. L’unica cosa che davvero contava era viaggiare insieme, portandosi sempre nel cuore una piccola scia del calore di quel Natale appena trascorso, e che avrebbero ricordato per sempre come il più felice dei loro giorni.
Scott accese l’autoradio, che sibilò in un ronzio rumoroso prima di sintonizzarsi stabilmente su una stazione. Le note lievi e dolci di una vecchia canzone di Natale riempirono l’abitacolo, suggellando l’abbraccio sincero di quei due giovani innamorati.
 
Have yourself a merry little Christmas,
let your heart be light,
from now on
our troubles will be out of sight.
Have yourself a merry little Christmas,
make the Yule-Tide gay,
from now on
all troubles will be miles away.

 

 
ANGOLO AUTRICE:
Ed eccoci alla fine di questa piccola storia natalizia.
Grazie a tutti quelli che l'hanno letta silenziosamente,
a quelli che l'hanno commentata,
a quelli che avrebbero voluto leggerla ma non ne hanno avuto il tempo
magari lo faranno un po' più in là.
Grazie a Scott e a Elizabeth che hanno riempito d'amore 
questi miei giorni di vacanza e di festa.
Spero che siano riusciti a far innamorare anche voi.

Vi lascio recapiti vari per contatti/insulti/complimenti (?)/rotture di scatole:
Pagina Facebook: Codivilla Vicariosessantanove Efp
Gruppo Facebook: La Canonica del Vicario
Ask: Chiedi e (forse) ti sarà detto

Alla prossima e grazie a chiunque passi di qui.


 

            


 
   
 
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