Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Ambros    26/12/2013    5 recensioni
Blaine è un normale adolescente, finché due misteriose figure incappucciate non tenteranno di ucciderlo, svelandogli una parte di sé che non conosceva e cambiandogli irrimediabilmente la vita.
Dal I capitolo:
-Solo in quel momento Blaine alzò gli occhi sul ragazzo che l’aveva salvato, e poté osservarlo meglio: [...] c’era qualcosa di strano.
Erano le orecchie, che terminavano con una punta appena accennata, ma ben visibile. E i canini, che si intravedevano tra le labbra dischiuse, anche quelli leggermente a punta. E infine, c’erano gli occhi: verdi attorno alla pupilla e color ghiaccio nella parte più esterna dell’iride, ma per quanto fossero straordinari, era ancora qualcos’altro che fece rabbrividire Blaine: le pupille; erano sottili e verticali, proprio come quelle dei gatti.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Santana/Sebastian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buone feste a tutti!

Non so davvero come ringraziarvi per la costanza e l'entusiasmo con cui mi seguite **
Vorrei abbracciarvi tutti!
Questo capitolo è per Lockedche mi fa aggiornare anche oggi ^^ 

Canzone consigliata per il capitolo (sì, ci sto prendendo gusto): 
http://www.youtube.com/watch?v=zMBTvuUlm98

 

Being a Half.
21. Letting go


 

“Non potete dire sul serio.” Rachel aveva gli occhi spalancati per l’incredulità “Kurt non può aver fatto una cosa simile. Non se ne andrebbe così …” Ma la voce le morì in gola, perché lo sapevano tutti che l’avrebbe fatto. Per proteggerli, e soprattutto per proteggere Blaine.
Sebastian, Nick, Santana e Neal abbassarono lo sguardo, mortificati.
“Non l’avevo capito” sussurrò Smythe “Credevo che avrebbe aspettato davvero …” Gli si spezzò la voce e strinse le mani a pugno, maledicendosi: come aveva fatto a non accorgersene?
“Non è colpa tua” sussurrò Nick, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla.
“Avreste dovuto dircelo” intervenne Puck con durezza, premendosi il ghiaccio sul naso ormai violaceo “Avremmo potuto evitare tutto questo.”
“Non è il momento, okay?” Finn strinse gli occhi mentre Rachel gli avvolgeva la ferita, fortunatamente superficiale, con una benda “Adesso dobbiamo solo pensare a come riportarlo indietro.”
“Giusto” annuì Neal, ansioso di fare qualcosa, qualsiasi cosa, accarezzandosi distrattamente le bende che erano state prontamente avvolte attorno alla ferita sul fianco.
“Forse dovremmo aspettare che tornino Jeff, Quinn e Shuester, non abbiamo nemmeno un piano …” Obiettò Nick con voce incerta.
“Chi se ne importa” gracchiò una voce dal materasso, terribilmente rauca.
Si voltarono tutti di scatto verso il letto: Blaine si stava alzando a fatica facendo leva sui gomiti, ed era pallidissimo; Puck gli si avvicinò prontamente e lo aiutò a mettersi seduto.
“Non guardatemi tutti così” borbottò il riccio, in risposta alle occhiate sorprese e timorose che gli rivolsero i presenti “So cos’è successo. Ho un vuoto di almeno mezz’ora, quindi lo posso immaginare. E mi dispiace per qualsiasi cosa io abbia fatto. Ma vi prego, per favore, dobbiamo andare a prendere Kurt” la voce gli si era venata di disperazione, e gli occhi gli si erano fatti lucidi “Non abbiamo tempo da perdere. Potrebbero fargli del male e …” non riuscì a finire a causa del groppo che gli si era formato in gola.
I ragazzi si scambiarono delle occhiate incerte.
“Blaine” iniziò Rachel lentamente, comprensiva “Se anche noi andassimo … Tu non potresti venire. Non sappiamo cosa scatena le tue crisi e … La situazione potrebbe scatenarne un’altra …”
Sebastian, Santana e Nick si guardarono per un attimo, a disagio, ma al riccio non sfuggì “Cosa?” Chiese immediatamente “Cosa sapete?”
I tre rimasero in silenzio, indecisi su cosa dire.
“Non mentitemi” la voce di Blaine si era fatta improvvisamente cupa “Non tenetemi all’oscuro. L’avete già fatto. Avete lasciato che Kurt andasse via. Ora, qualsiasi cosa sia, se riguarda me, ho il diritto di saperlo.”
Sebastian sospirò: aveva ragione. “Quando siamo stati alla corte di Eridian” parlava con lentezza, come se così avesse potuto alleggerire  il peso della verità; gli occhi di tutti erano puntati su di lui, sorpresi e impazienti “Ci ha detto una cosa, su di te.” Prese un respiro profondo “Ci ha detto che … Che tua madre era un’Elfa e tuo padre un uomo. Probabilmente le tue crisi sono collegate a questo, infatti il tuo aspetto cambia e sembri …” Non terminò la frase, facendo un cenno vago con la mano.
Blaine aveva gli occhi spalancati, il respiro affannato e i pugni così stretti da fare male.
“Mentiva” mormorò “I miei genitori sono …” Ma si interruppe, perché nemmeno lui sapeva cosa avrebbe voluto dire.
I suoi genitori.
I suoi genitori erano sempre stati lontani, non si erano mai realmente curati di lui. Non si erano mai comportati da veri genitori. Non si erano nemmeno preoccupati di non averlo trovato a casa, quando erano tornati e lui si trovava al Castello. Aveva sempre pensato che fosse perché era gay.
Ma non poteva essere vero. Questo avrebbe voluto dire che la maggior parte della sua vita era stata solo una bugia.
Si prese la testa tra le mani, senza curarsi delle occhiate preoccupate che gli stavano lanciando i ragazzi attorno a lui.
Iniziò a respirare lentamente, imponendosi di calmarsi.
Kurt.
Doveva pensare a Kurt. Kurt era in pericolo. Era andato dagli Elfi da solo. Eridian lo voleva per sé, per uno sciocco capriccio.

Ti prego, perdonami. Lo faccio per te. Non cercarmi.
Ti amo. Ti amerò sempre.


Non l’avrebbe mai lasciato andare così.
Doveva salvarlo.
Del resto si sarebbe curato in un altro momento.
Prese un ultimo, profondo, tremante respiro prima di sollevare il capo e incrociare gli sguardi preoccupati e comprensivi attorno a lui.
Rachel aprì la bocca per parlare, ma Blaine non glielo permise “Dobbiamo andare a cercarlo.” Ribadì, con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Santana e Sebastian si scambiarono un’occhiata d’intesa. “Sì.” Concordò lui, con uno sguardo deciso “Dobbiamo andare a cercarlo.”

                                                                                    ****

“Neal, tu rimani qui.” Sebastian parlava velocemente, conciso e diretto, mentre si dirigeva a passo svelto verso la macchina “Jeff, Quinn e Shuester arriveranno tra un’ora. Ci raggiungerete non appena potrete. Potete prendere la macchina di Finn.”
Neal annuì, serio, fermandosi accanto alla portiera aperta “State attenti.” Disse solo, stringendogli brevemente la spalla.
Sebastian fece un breve cenno d’assenso col capo prima di salire al posto del guidatore.
Blaine, già seduto di fianco a lui, strinse nervosamente l’elsa del pugnale con la pietra d’ambra, l’arco scomodamente appoggiato sulle ginocchia.
Smythe gli lanciò un’occhiata decisa “Lo salveremo. Fosse l’ultima cosa che faccio.”
Il riccio annuì brevemente, evidentemente teso.
Sebastian fece un cenno con la mano fuori dal finestrino, e Santana, dalla macchina dietro la sua, assentì col capo in risposta.
Entrambe le auto si misero in moto, e partirono velocemente.
Kurt doveva essere quasi arrivato.
 
                                                                                                  ****

Non sapeva come avesse fatto ad arrivare fin lì.
Non sapeva come avesse trovato la forza di scendere dalla macchina.
Si era come svegliato da un sogno nel momento in cui era arrivato davanti al lago, e le scale gli si erano rivelate, scintillanti nell’alba, esattamente come il giorno prima.
Sembrava che fosse passata una vita.
Non aveva pianto. Aveva solo guidato, ed era arrivato in meno di due ore e mezzo.
Ma ora si trovava lì, e non aveva il coraggio di muovere quei passi.
Si limitava a stringersi le braccia attorno al petto, e si sforzava di non pensare che poche ore prima qualcun altro l’aveva abbracciato allo stesso modo; in quella stretta si era sentito al sicuro. Completo. Per la prima volta nella sua vita aveva sentito di potersi affidare completamente a qualcuno. E forse era stata anche l’ultima.
Scosse la testa.
Ormai era troppo tardi. Non poteva più tornare indietro. E anche se avesse potuto non l’avrebbe fatto: doveva salvarlo.
Pensò solo ai suoi occhi, muovendo qualche passo in avanti quasi alla cieca.
Percorse i corridoi trasparenti con passo svelto, e arrivò nell’ampia sala del trono troppo presto.
Il respiro gli incespicò dolorosamente nella gola, e dovette chiudere gli occhi per non crollare.
La sala era vuota. C’era solo una figura mollemente adagiata sul trono.
“Kurt” la voce di Eridian era melliflua, compiaciuta. “Sapevo che saresti venuto.”
Il castano non rispose; non era sicuro di come sarebbe suonata la propria voce, e non voleva mostrarsi debole di fronte a lui.
Il Re si alzò dal trono e si avvicinò al ragazzo con un ghigno vittorioso sulle labbra “Devo dire che mi hai sorpreso, però. Pensavo che ci avresti messo di più a convincere il tuo Blaine.” Quel nome lasciò le sue labbra quasi come se fosse stato un insulto.
Ma Kurt non poteva pensarci. Non poteva pensare ai suoi occhi e al suo sorriso. Deglutì, e maledisse i propri occhi che si erano fatti improvvisamente lucidi.
“Ah, capisco” la soddisfazione e il compiacimento di Eridian erano palpabili “Non gliel’hai detto, non è vero?”
Il tono di voce carezzevole che aveva usato lo costrinse a sforzarsi per impedire alla propria testa di girare.
Eridian cominciò a girare attorno a lui, lentamente, sfiorandolo accuratamente con lo sguardo; Kurt dovette trattenersi per non voltarsi con lui ed evitare di sentirsi così vulnerabile sotto i suoi occhi.
Quello era solo l’inizio.
“No, non gliel’hai detto.” Mormorò Eridian con una dolcezza simulata che fece rabbrividire Kurt. “Meglio così, giusto?” un ghigno increspò le labbra del Re “Non vogliamo che venga a disturbarci.”
Kurt era sicuro di avere il volto contratto in un’espressione di disgusto, e dovette reprimere dei brividi di terrore che minacciavano di corrergli prepotentemente lungo la schiena.
“Questo tuo mutismo, però, non ci porterà troppo lontano” Eridian finse un piccolo broncio, gli occhi grigi scintillanti “Non lo sai che il dialogo è la base stabile di ogni rapporto?”
Kurt non poté trattenere una risata amara priva di qualsiasi allegria “Il gatto mi ha mangiato la lingua.” Ribatté sarcasticamente, con la voce carica di acidità.
Eridian gettò la testa indietro, ridendo sguaiatamente “Capisco, non sei in vena di chiacchiere” annuì fra sé e sé. “Quindi” continuò battendo le mani, eccitato “ho un’ultima domanda; se risponderai, sarai libero di andare nella tua cella!”
Kurt aspettò, in silenzio.
“Dimmi … Come mai non gliel’hai detto?” Gliel’aveva chiesto con finto garbo e una malcelata curiosità, inclinando il capo su una spalla “Forse non eravate così innamorati come credevi?”
Dalle labbra del castano fuggì un sibilo ben distinto “Io amo Blaine, e lui ama me” ringhiò, con le mani che quasi tremavano “Tu non sai niente di noi, io l’ho visto, non osare---
“Oh, ma certo” ridacchiò Eridian interrompendolo, per nulla turbato “Tu l’hai visto” lo scimmiottò “nella magica Sfera di Nythrian.” Il sarcasmo nella sua voce era evidente. “Uno sciocco artefatto creato da un’Elfa dalla mente troppo ottusa e contorta” alzò gli occhi al cielo, riabbassandoli in tempo per cogliere l’espressione interrogativa del ragazzo di fronte a lui “Giusto! Dimenticavo che voi Halfbeings credete che quella sfera sveli il volto della propria anima gemella.” Il tono era chiaramente disgustato ed irrisorio.
“È quello che fa.” Mormorò Kurt, improvvisamente spiazzato; voleva solo andarsene da lì, non aveva più la forza di resistere.
“Sbagliato, ragazzino.
“Menti” lo interruppe il castano, prima che potesse continuare “Non fai altro che mentire, e sono stufo. I patti non erano questi.” La voce gli tremava.
“Oh, ti sbagli, Kurt” Eridian aveva sul volto un sorriso angelico che lo rendeva persino più terribile “Io non mento. Mai. Dimmi, quando hai guardato nella Sfera, cosa hai visto di preciso?”
“Blaine.” Pronunciare quel nome gli procurò un indicibile dolore al petto.
Il Re scosse la testa, con un sorriso “Sbagliato. Pensaci bene.”
Kurt aprì la bocca per parlare, ma un pensiero lo costrinse a tacere, sbigottendolo.
“Esatto” Le labbra di Eridian erano curvate in un sorriso vittorioso e consapevole “Non hai visto Blaine.”
Gli occhi azzurri erano spalancati, increduli. Terrorizzati.
“Ti voglio rivelare un segreto, Kurt” le labbra del Re si avvicinarono pericolosamente al suo orecchio, facendolo rabbrividire e inchiodandolo sul posto “Nella Sfera non hai visto niente.”
Il respiro del ragazzo si fece affannoso, ma Kurt si sforzò di mantenere la calma, di ragionare; lo realizzò pienamente in quel momento.
Lui amava Blaine. Indipendentemente dalla Sfera, indipendentemente da qualsiasi altra cosa.
Lo amava con tutto se stesso, e non gli importava cosa avrebbe potuto dire Eridian.
Questa certezza gli diede la forza di guardare dritto negli occhi terribilmente grigi, ostentando indifferenza e sicurezza.
Negli occhi del Re passò uno scintillio divertito “La Sfera si limita a risvegliare la parte di voi animaletti che sente uno sciocco bisogno di amare. Il vostro istinto vi spinge a cercare febbrilmente qualcuno che possa essere giusto. Quando lo trovate, vi convincete di aver visto il suo volto nella Sfera. Pura suggestione” fece spallucce “Per questo funziona solo con chi non è innamorato. Se uno di voi la toccasse e fosse già innamorato, il suo istinto lo spingerebbe verso colui di cui è già innamorato.” Un ghigno divertito accompagnò quelle ultime parole.
Il volto di Kurt era una maschera di indifferenza, e un piccolo sorriso consapevole gli incurvava le labbra “Niente di quello che dici mi interessa” scrollò le spalle “Io lo amo” concluse con sicurezza, guardandolo dritto negli occhi “Indipendentemente da qualsiasi altra cosa.”
Il colpo secco risuonò nella sala.
La testa di Kurt scattò di lato, e non poté trattenere un gemito più di sorpresa che di dolore; la mano di Eridian era stata così veloce che nemmeno l’aveva vista. La guancia iniziò a bruciargli qualche secondo dopo, ma non ci fece caso.
“Sarai anche carino, ragazzino.” Sibilò il Re, furioso; il sorriso sardonico di poco prima aveva abbandonato le sue labbra “Ma non sei nessuno. Potrei farti uccidere in qualsiasi istante, quindi tieni a freno la lingua.”
Kurt gli lanciò uno sguardo di puro odio, le pupille improvvisamente sottili, e non poté trattenere un ringhio basso che gli fece vibrare il petto.
Nemmeno stavolta riuscì a vedere il pugno del Re, che lo raggiunse allo stomaco con violenza, costringendolo a piegarsi con un gemito furioso.
Si raddrizzò immediatamente, cercando di non badare al dolore, e lo fronteggiò di nuovo, orgoglioso, senza togliersi il sorriso dalle labbra.
“Oh, capisco” mormorò Eridian, con un ghigno inquietante sul volto “Qualcuno ha bisogno di una lezione di buone maniere.”
Quando il colpo successivo lo raggiunse ad una gamba, Kurt strinse i denti e non gli diede la soddisfazione nemmeno di una smorfia di dolore.
Aveva uno sguardo dorato bene in mente, e un sorriso mozzafiato davanti agli occhi.
E li amava.

*********


Note:
Mi dispiace prima di tutto che sia abbastanza corto, e poi che anche questo sia abbastanza triste.
Solo un piccolo appunto sulla questione della Sfera (che finalmente si leva dalle scatole); io spero vivamente che si capisca, comunque, eventualmente, chiedete pure senza problemi! Io l'ho immaginata come un artefatto che risveglia un istinto (non so se mi spiego), così non c'è nessun tipo di "obbligo" o "costrizione", e gioca un ruolo fondamentale anche la suggestione, come dice Eridian.
Poi, Eridian, il Simpaticone. Capite ora cosa intendo per pazzo nel senso letterale del termine?
Scusami Kurt, giuro che non volevo :(

Coming next:
-
“Siete stati voi ad accettare l’accordo, o sbaglio? Il nostro adorabile Kurt è venuto qui di sua spontanea volontà.” Accompagnò quelle parole ad un gesto elegante nella direzione del ragazzo.
Blaine tremava. Tremava, e sentiva di star perdendo il controllo.
“Non ci interessa” sbottò Puck “Sei un pazzo maniaco dalla sessualità confusa. Quindi Kurt torna a casa con noi.”

Puck che inquadra il personaggio di Eridian in una frase <3
Insomma, non odiatemi troppo, continuate a mangiare (come sono andati i regali? No, perché Natale è il momento migliore per i parenti per dimostrare quanto poco ci conoscano, io lo so °-°), e a Sabato! (O a domani, se seguite anche la Klaine natalizia!)
Bacioni! *-*

 
















 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Ambros