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Autore: Heya Naya Rivera    26/12/2013    1 recensioni
Long Brittana... Ambientata sette anni dopo il diploma di San e Quinn.. tornate al Mckinley per aiutare i Glee..
Dal Prologo:
-Brittany Susan Pierce hai esattamente 2, e dico 2 minuti per alzarti vestirti e farti trovare nella mia macchina- disse la mora rialzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel, Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di soprassalto. Guardai la sveglia e spalancai gli occhi, ero in pieno ritardo. La mia puntualità era durata fin troppi giorni. Aprii l’armadio cercando la divisa da Cheerios ma non c’era, così corsi in bagno per vedere se l’avevo lasciata li, ma niente. Ne c’era da nessuna parte. Alzai gli occhi al cielo.

“Inizia proprio bene questa giornata” pensai.

-Mammaaaaaa- urlai dalle scale ma non ebbi nessuna risposta.  Scesi ma non trovai nessuno. Mi stava venendo da piangere, era impossibile che fossero già andati a lavoro.

Scesi le scale e mi guardai intorno: niente. Mi buttai sul divano esasperata.

-Britt- sentii poi una voce che mi chiamava piano dal piano di sopra

Alzai piano la testa credendo che fosse la mia immaginazione.

-Britt- la sentii di nuovo. Mi alzai e mi affacciai in fondo alle scale.

Vidi la testolina di mia sorella spuntare dalla sua porta

-Aschley?-  dissi confusa. Che ci faceva ancora a letto? Mi chiesi

Salii le scale e andai da mia sorella che aveva ancora tutta la faccia assonnata mentre la mia doveva essere totalmente stravolta.

-Britt che ci fai già sveglia? E perché stavi urlando?- mi chiese teneramente

La guardai confusa. Perché se ne stava così tranquilla li?!

Lei dovette capire il mio pensiero e semplicemente disse

-Solo io ho una sorella così fuori di testa- sospirò –è Sabato- disse chiudendosi la porta dietro le spalle.

Rimasi imbambolata li davanti alla sua porta per una decina di minuti. Non credevo possibile che mi facessi prendere in giro così da una bambina di dieci anni, e per quanto mi faccia male ammetterlo aveva pienamente ragione. ero totalmente una fuori di testa. Finalmente mi decisi a muovermi da quella posizione e a tornare in camera mia.

Mi buttai sul letto e presi il telefono. Volevo chiamare Rachel ma sapevo che a quest’ora sarebbe stata a fare i suoi esercizi vocali. Solitamente gli fa prima di venire a scuola ma oggi essendo sabato ritarderà il tutto.

Sospirai. Non avevo voglia di dormire ormai mi ero svegliata fin troppo bene. Ripensai al discorso che avevo avuto un paio di sere prima con Rachel. Avevo capito che aveva cambiato umore da quando avevo nominato Quinn ma ancora non riesco a capire come mai. Le avevo pensate di tutte ma nessuna che avesse avuto un minimo di senso. Mi misi le mani sulla faccia in segno di resa

“Perché non sono più intelligente?!” mi domandai. Forse dovrei semplicemente chiederglielo. Ma so già che non mi direbbe nulla. La conosco fin troppo bene e finché non è pronta lei a dirti le cose stai pure certa che non ne ricaverai nulla.”Perché stavo parlando da sola” mi chiesi di nuovo.

Sbuffai e mi alzai. Presi le prime cose che trovai nell’armadio, scesi facendo più piano possibile, scrissi un biglietto a mia madre per avvertire che ero fuori e uscii.

Respirai a pieni polmoni. L’aria era ghiaccia però in compenso era una bella giornata. Presi a camminare verso la periferia per evitare il casino delle macchine. Avevo bisogno di un po’ di pace e tranquillità, quindi decisi di dirigermi verso il parco dove ero solita andare.

Arrivai dopo una ventina di minuti di camminata. Entrai e mi andai a sedere sulla “mia” panchina, quella più vicino al laghetto dove c’erano le papere. Mi piacevano tanto, e mi piaceva dargli da mangiare.

Rimasi li a fissarle per non so quanto tempo. Non mi accorgevo del tempo che passava quando stavo li, entravo in una specie di trance.

-Brittany?-

Feci uno scatto, mi ero presa paura.

Sentii una risata ormai familiare

-Scusami non volevo spaventarti- disse

Mi voltai verso di lei sorridendo

-Figurati. Dai accomodati- le dissi indicando la panchina

Quinn si sedette accanto a me. La sentii prendere un respiro profondo

-Allora che ci fai qui di prima mattina?-

-Ecco diciamo che mi sono svegliata credendo che fosse venerdì- abbassai gli occhi imbarazzata

- invece quando mi sono resa conto che era sabato  ho deciso di venire a fare una passeggiata- le dissi arrossendo un po’ per la vergogna

Lei scoppiò a ridere

-Sei proprio una persona ingenua- mi disse sorridendomi. Avevo capito che me lo aveva detto come un complimento. Non rideva di me ma con me e questo mi rendeva felice

Rimanemmo a fissarci per qualche secondo sempre con il sorriso stampato sulla faccia. Poi mi riscossi e chiesi

-Te invece? Come mai da queste parti?-

Quinn guardò davanti a sé appoggiandosi allo schienale della panchina

-Sai quando stavo qui io e la persona di cui ero innamorata venivamo spesso qui, proprio su questa panchina. Passavano delle ore qui seduti a parlare. Anche quando si litigava, ci ritrovavamo sempre qui e si faceva pace- disse fissando il lago con gli occhi quasi lucidi. Si deve essere emozionata

-Deduco che questa persona sia ancora molto importante per te-  lo sussurrai senza accorge mene

La vidi irrigidirsi un po’

-Scusa non volevo essere invadente, mi è sfuggito- la guardai con una faccia triste, e quasi colpevole

Lei mi guardò di nuovo e per la seconda volta mi sorrise. Mi veniva sempre una strana sensazione quando lo faceva e arrossii

-Tranquilla. In realtà hai ragione. è sempre con me, e pur avendo rotto abbiamo mantenuto degli ottimi rapporti di amicizia. Anzi penso proprio che sia l’amicizia più profonda che ho-

-Si vede da come ne parli-

Lei mi guardò con una faccia interrogativa

-Si insomma… ti si illuminano gli occhi al solo pensiero- le dissi in imbarazzo. Mi sentivo veramente a mio agio con lei

-Capito-  questa fu la risposta che mi diede

Mi sembrava ferita ma non capivo se era per qualcosa che avevo detto o per altro

-Stai bene?- mi feci coraggio e glielo domandai

Lei mi guardò sorpresa

-Si scusa. È che mi perdo nei ricordi e mi rattristo. Invece non dovrei perché non si vive nel passato ma è più forte di me-

-Sai lo faccio anche io avvolte. Anche io venivo spesso qui con la mia ragazza. Siamo state insieme 2 anni e mezzo. Anche se il primo anno non lo sapeva nessuno. Avvolte ci penso ancora e sento che mi manca tanto ma che alla fine forse lasciarsi è stata la cosa migliore per entrambe- presi fiato, con la coda dell’occhio vidi Quinn che mi fissava interessata, forse ero riuscita a distrarla, quindi continuai

-Sai, lei voleva diventare una cantante, e era ed è brava e ci è riuscita. A luglio le hanno offerto un contratto con una casa discografica ed ha accettato. Ero molto contenta per lei davvero, le avrei sempre augurato il meglio, e per quanto giovani e forse inesperte eravamo, sapevo cos’era l’amore e per lei provavo un sentimento indescrivibile. Quindi ho deciso di lasciarla andare per farle seguire il suo sogno. L’ultima volta che ci siamo parlate e viste era proprio qui- finii con una lacrima che mi scivolava sul volto

Sentii la mano di Quinn che mi accarezzò il viso e che mi asciugò il volto

-Sai credo che sei davvero matura per quanto riguarda la vita- mi disse sinceramente. Io le sorrisi imbarazzata. Nessuno mi aveva mai detto di essere matura. Solitamente ero la ragazzina stupida e fuori dal mondo. E soprattutto non mi aveva chiesto niente riguardo la mia omosessualità. Magari lo sapeva di già.

-Penso che sia giunta l’ora di andare- mi disse guardando l’orologio

Era più di due ore che eravamo li. E non mi ero accorta del tempo che era passato

Guardai il telefono. Avevo 7 chiamate perse

-Mi sa che hai ragione-

Quinn si alzò e mi porse la mano. L’afferrai e mi ritrovai di fronte a lei a pochi centimetri.

-Grazie di tutto- mi disse dandomi poi un bacio sula guancia

-Grazie a te- risposi imbambolata

-Sai mi fa piacere passare del tempo con te- mi disse guardandomi negli occhi. Erano di un verde bellissimo

-Anche a me- le risposi

Poi la vidi sorridere e salutandomi un ultima volta allontanarsi dalla parte opposta rispetto a quella in cui dovevo andare io.

Poi mi incamminai anche io verso casa. Ripresi il telefono e mandai un messaggio a mia madre dicendole dov’ero e che stavo tornando a casa. E poi chiamai Rachel

Al terzo squillo sentii la voce squillante della mia amica

-Brittt-

Allontanai di qualche centripeto il telefono dall’orecchio prima di diventare sorda

-Rachel non urlare per favore- le dissi

-Ti sembra normale che sparisci così per ore senza dirmi niente. Sono passata da te prima e tua madre mi ha detto del biglietto, quindi sono venuta a cercarti ma non ti ho trovata e –

-Rach spengi il disco. Sono viva sto tornando a casa. Te dove sei?-

-Sono vicino a casa tua. Stavo tornando indietro- aveva un tono dispiaciuto

- ok. Allora aspettami a casa ci vediamo tra poco- le dissi prima di chiudere la chiamata

Sospirai, non potevo sentire la mia amica così. a volte mi sentivo in colpa nello sparire così senza dirle niente. Ma non le volevo rivelare il mio posto, per quanto fosse poco nascosto e per quanto le volessi bene. Ma era l’unico luogo dove nessuno mi avrebbe cercato. E dove potevo staccare da tutto e da tutti.

Accelerai il passo e cercai di arrivare il prima possibile a casa.

 

*****************

 

-Sapevo che saresti stata qui- le dissi. La vidi fare un salto e girarsi incredula verso di me

Mi guardava con una faccia mista tra lo stupito e la paura. Si era bloccata davanti all’ingresso con gli occhi fissi su di me. Quegli stessi occhi che mi avevano fatto innamorare di lei e che avevano fatto innamorare molte altre persone. Le sorrisi per cercare di farla rilassare e in parte penso che ci riuscii. Si avvicinò a me con un passo lento

-Che ci fai qui?- mi chiese infine

-Facevo due passi- fu la mia risposta

Lei mi guardò storto. Sapeva che non era vero

-Stamani quando mi sono svegliata non c’eri. Quindi ho fatto due più due e mi sono recata qui. Ma ho visto che eri in buona compagnia quindi mi sono fatta da parte- le dissi sinceramente

Lei sembrò preoccupata

-Da quanto sei qui?-

-Non da molto. Un’oretta massimo. E tranquilla non ho sentito nulla di quello che vi siete dette- le disse facendole un occhiolino. Ero contenta se finalmente si apriva con un’altra persona che non fossi io

In tutti questi anni c’eravamo state sempre e solo io e lei.

Io parlavo con Puck anche mentre lei non più. Non avevo ben chiaro il motivo per cui quei due non si parlavano più. Nessuno dei due mi aveva voluto dire niente e dopo un po’ me ne ero fatta una ragione.

La vidi rilassarsi un altro po’.

-Sai credo che sia veramente una bella persona- disse poi all’improvviso

-Però non penso che sia fatta per me. Non mi attira in quel senso, ma mi fa stare bene, tutte le volte che parlo con lei non ho difficoltà a rivelare i miei sentimenti- mi guardò sicura, e forse anche un po’ imbarazzata

Io le sorrisi di cuore, ero davvero felice per lei

-Sai credo di capire. Ha un qualcosa che riesce sempre a metterti a tuo agio- dissi pensando a quei 3 giorni passati con lei a farle ripetizioni.

Alla fine stavo ringraziando mentalmente Quinn e Mr. Schue per avermi costretto a farle da tutor. Mi rilassava tantissimo la sua compagnia e mi faceva dimenticare tutto il resto. In quel momento c’eravamo solo io e lei, e tutte le sue difficoltà a capire qualsiasi cosa. Ma alla fine non lo faceva perché non ci metteva impegno, anzi era proprio quello che mi colpiva. La sua forza di volontà, in tutto.

-Andiamo?- mi riscossi dai miei pensieri sentendo la voce di Quinn

Mi voltai verso di lei e annuii. Camminammo fianco a fianco in silenzio fino a casa.

Dopo pranzo ci eravamo messe sul divano a vedere una serie televisiva, quando suonò il telefono di casa

-Quinn…- sbiascicai. Non avevo la forza di alzarmi. Ero tutta rannicchiata sotto una copertina

Lei mi guardò sbuffando. Si alzò imprecando un pochino.

Dopo più di 5 minuti abbondanti era tornata in salotto.

-Chi era?- domandai guardandola

-Era Kurt..- mi disse

-Kurt?!- le dissi confusa.

-Si.. siamo state invitate a cena stasera con loro da Breadsticks-  riprese la sua posizione sul divano

-E te?- le chiesi speranzosa che non avesse accettato

-Ho detto si- mi disse con aria colpevole

Io sbuffai guardandola storto. Non avevo per niente voglia di andare a cena con dei liceali.

Lei mi guardò supplichevole

-Eddai San… non sarà poi così male. Poi guarda come ci siamo ridotte sembriamo donne di 70 anni. Godiamoci questa piccola vacanza che ci siamo prese dalla nostra vita da adulti-

Aveva uno sguardo sempre più da cucciolo bastonato

-Ok..ok.. però non mi guardare così- le disse facendo un gesto di resa con le mani.

Lei mi saltò sopra

-Grazie. Così potrai far strage di cuori tornando la vecchia Santana Lopez, la regina di Lima heights- mi disse

-Certo- le risposi tirando fuori una delle mie espressioni da stronza migliori.

Nel resto del pomeriggio mi addormentai sul divano.

Quando riaprii gli occhi vidi che Quinn non c’era più. Mi stiracchiai la schiena allungando le braccia indietro. Chiusi e aprii gli occhi un paio di volte, e poi finalmente decisi di alzarmi. Una volta in piedi un brivido di freddo mi percorse la schiena e mi fece tremare.

Salii le scale per andare in camera mia per prendermi una felpa. Stavo veramente gelando. Salii le scale veramente piano, assaporando ad ogni scalino il ricordo di una vita passata tra quelle mura. Mi mancava tantissimo vivere nella mia piccola città, dove tutti sanno chi sei, dove la gente è accogliente e non c’è mai troppa confusione.

Sospirai. Odiavo avere quel pensiero, sapevo che sarebbe stato impossibile tornare a vivere qui, sarebbe stato un continuo via vai da qui a New York.

Entrai in camera, e presi la prima felpa che trovai nell’armadio. Sbuffai guardando l’orologio. Erano le 6pm passate, quindi mi rispogliai e andai a preparare un bel bagno caldo. Avevo voglia di rilassarmi e un bel bagno ci sarebbe sicuramente riuscito. Non credevo che una stupida cena con degli adolescenti mi avrebbe agitato così tanto.

Dopo un po’ che ero li dentro sentii la porta di casa aprirsi e richiudersi. Doveva essere tornata Quinn. Sentii salire le scale ad un passo veloce

“3…2….1” pensai prima che la mia porta del bagno si spalancasse.

Mi ritrovai una Quinn tutta sudata davanti a me che cercava in vano di riprendere fiato

-Fabray se magari avessi un naso vero e non di plastica riusciresti a respirare meglio-

Lei mi guardò storto

Poi finalmente la sentii ricominciare ad avere un respiro normale

-Dove sei stata?- le chiesi uscendo dalla vasca, e mettendomi intorno un asciugamano.

-Quando mi sono svegliata, te dormivi sempre. Mi era preso un certo languorino e così sono andata in cucina, ho aperto il frigorifero ed indovina…..- mi guardò accigliata

-Era vuoto?!- intervenni io. L’avevo messo a domanda ma sapevo benissimo che era vuoto. Oggi avevo cucinato io le poche cose che erano rimaste.

-Fai finta di non saperlo, ma lo sai benissimo. Quindi sono andata a fare la spesa, e 2 ore dopo sono finalmente tornata a casa, sudata, nervosa e pure in ritardo- mi disse

Io la guardai ridendo. Era veramente sfatta.

-Se vuoi ti preparo un bagno anche a te- lei mi guardò

-Hai visto che ore sono?!- mi chiese ironica. Io feci un gesto di negazione con la testa

Poi alzai la testa e vidi che erano le 7 .40 pm e strabuzzai gli occhi

-Cazzooooo- urlai.

Quinn sospirò

-Vado a lavarmi velocemente, ti voglio pronta tra mezz’ora massimo. Già siamo in ritardo- disse correndo nella sua stanza

Entrai nel panico. Avevo davvero troppo poco tempo, non avevo idea di che mettermi.

Decisi prima di asciugarmi e darmi una sistematina con un po’ di trucco e nel mentre pensare.

Lo feci il più velocemente possibile. Poi aprii l’armadio e li mi fermai

 

*******************************

-Sono pure in ritardo- disse Rachel sbuffando

-Dai Rach vedrai che arriveranno a momenti- intervenne Kurt. Lui era quello che aveva avuto questa idea, e nessuno aveva saputo o capito il motivo del loro invito. Io non mi feci molte domande. Ero solo contenta di poter rivedere Quinn e magari di scambiarci altre due chiacchiere.

-Dai intanto entriamo e mettiamoci a sedere- propose Mercedes e tutti seguirono la sua idea.

Ci posizionammo al nostro tavolo solito, che ormai ci riservavano per tutte le serate che facevamo li.

-Kurt ci spieghi perché hai invitato pure loro?- chiese ad un certo punto Tina

Era la domanda che ci facevamo tutti

-In realtà ho semplicemente pensato che potesse essere carino conoscerle in altre circostanze visto che dovranno stare con noi per il resto dell’anno- disse il ragazzo

Tutti lo guardammo basiti. Non era certo la risposta che ci saremmo aspettati, soprattutto non da lui, aveva sempre un secondo fine.

-Che c’è?- chiese vedendo le espressioni sul nostro volto

Ma nessuno fece in tempo a rispondere, perché le porte si aprirono ed erano li. Entrambe. Si girarono verso di noi si avvicinarono. Io non riuscivo a parlare, erano semplicemente… wow. Nessuna descrizione, nessuna parola avrebbe potuto esprimere la loro bellezza

-Scusate il ritardo- sentii la voce di Quinn

-Fa niente- disse Kurt alzandosi e andando a salutarle. Poi le fece accomodare una da una parte e l’altra dall’altra.

Ovviamente io accanto avevo Santana e dall’altra parte Sugar. mentre Rachel mi rimaneva di fronte con Blaine da un lato e Sam dall’altro.

Mentre Quinn era accanto a Kurt e Finn. Davanti a lei c’era  Rory con accanto Joe e Kitty. Poi dall’altre parte di Santana c’erano Mike e Tina mentre vicino a Finn, Jake e Ryder e a capo tavola Arti.

Prendemmo le ordinazione e poi Kurt interruppe il silenzio tartassando di domande le due ospiti

Chiese tutto sulle loro famiglie, come mai avevano deciso di andare via da Lima, passando a domande inutile, facendosi raccontare come erano entrate a far parte del Glee

-Mi ricordo benissimo. Fummo costrette ad unirci al Glee per punizione. Avevamo avuto una rissa..-

-Una rissa?- chiese come per conferma Kurt

- Si proprio una rissa.. non è vero San- intervenne Quinn

-Sapete io e Quinn ci odiavamo molto i primi due anni, e non era una novità che ci prendevamo e che avvolte si andava oltre le parole- Santana rise mentre raccontava quella storia che stava rapendo e lasciando tutti scioccati. Insomma nessuno si sarebbe mai aspettato che due come loro facevano a botte.

-Insomma dopo la rissa interrotta da Mr Schuester, ci aveva portato dal preside Figgins che giustamente voleva sospenderci, ma  Quinn come capo cheerleader e la mia fondamentale presenza in quella squadra la Sylvester non l’avrebbe mai permesso, quindi il Professore propose di farci entrare nel suo club, e fummo costrette ad accettare, se non volevamo la sospensione e la punizione della Sylvester- finì di raccontare la latina.

-Wow- fu il coro che si creò da parte di tutti

-complimenti. Non vi facevo per niente due tipe così aggressive- disse Kurt

-Si vede che non hai mai letto nulla su di loro- intervenne Kitty

-Sai non tutti siamo degli stolker come te- la ghiacciò il ragazzo

Kitty spalancò la bocca un paio di volte poi tornò zitta al suo posto.

-Però devo ammettere che non ho mai ringraziato tanto Quinn per quella stupida rissa- ammise alla fine la mora

Cominciammo tutti a ridere. Dovevo ammettere che quella serata stava prendendo il verso giusto.

-Invece raccontateci un po’ di voi- chiese Quinn dopo che la risata si spense.

Noi ci guardammo e il primo a parlare fu Kurt

-Sono uno dei membri originali del Glee, affascinato dalla moda e dal senso del buon gusto, e per quanto Rachel ne abbia poco la posso considerare la mia migliore amica insieme a Mercedes- Quinn rise così come noi

-e per finire sono fidanzato con questo ragazzo qui accanto a me.. L’ex usignolo Blaine- disse abbracciando il ragazzo accanto a lui

-Volevo solo dire che io non ho il gusto dell’orrido come sostenete voi altri. Sono semplicemente diversa dalla moda- si difese Rachel

-Rachel Barbra Berry… - intervenni io- ossessionata dalla cantante Barbra, sogna di entrare alla NYADA e di sfondare a Broadway-

-Ex fidanzata del qui presente Finn Hudson- si intromise Mercedes indicando il ragazzone che era diventato rosso

-Mercedes Jones cantante fantastica, diva numero uno del Glee… sogno: diventare una cantante famosa- ripresi a parlare io e interrotta subito dopo da Cedes

-Brittany Susan Pierce… ballerina fantastica, sogna di entrare alla Julliard....-

-divoratrice di uomini- intervenne Sam

-Per poi accorgersi che non erano loro ad interessarle bensì le fanciulle- concluse Kurt

Io divenni paonazza.

la serata continuò con le nostre “presentazioni” per un bel po’ di tempo. Tutti dicevamo gli interessi di tutti soffermandoci ovviamente sulle questioni private.

Fino a che non chiesi

-E voi?- tutti si girarono verso le ragazze interessate e le fissavamo pronti a sentire le loro storie

Le due ragazze si guardarono e poi Santana iniziò a parlare

-Diciamo che eravamo due ragazze opposte in questo senso. Quinn era a capo delle regine della castità, mentre io non lo ero affatto- disse sorridendo

-Esatto. Diciamo che lei si è girata tutta la scuola, ma aveva una preferenza per questo ragazzo, Noah Puckerman- continuò Quinn

-Si e Puck era fidanzato con Quinn- tutti le guardammo incredule

-Quindi passammo due anni a litigarcelo, lui andò a letto con entrambe e..-

-e sfortunatamente io rimasi in cinta- concluse Quinn

Noi eravamo sempre più incuriositi e anche sbalorditi da quei racconti

-Io a quel punto avevo campo libero con Puck e così ci fu un periodo che uscivo solo con lui-  riprese la latina

-Però nei nove mesi successivi e dopo la nascita di Beth, mi accorsi che non era Noah che volevo-

-Che mesi infernali- commentò Quinn ad alta voce

-E chi è che volevi?- chiese curioso Sam

Santana prese un respiro profondo e guardò Quinn. Che le sorrideva

-Quinn- disse poi Kurt interrompendo il silenzio

-Esatto- confermò la bionda.

-Sapete nessuna delle due voleva ammettere i sentimenti per l’altra. Poi un giorno grazie all’aiuto di una nostra supplente San ha cantato una canzone per me ammettendo i suoi sentimenti davanti a tutti-

-Penso che sia stato il gesto più romantico che mi abbia mai fatto- concluse la bionda

Mi girai verso Rachel che mi guardava incredula.

Ripensai a quello che mi aveva detto la mattina al parco. Quella persona tanto speciale doveva essere Santana. E io come facevo a competere con lei?!

-Che storia commovente- disse Kurt che aveva una lacrima.

-Ma la bambina?- chiese ad un tratto Blaine mentre consolava il fidanzato

-L’ho data in adozione- disse semplicemente la bionda

-Era la scelta più difficile che ho fatto, ma lo ho fatto per il suo bene. I miei mi avevano cacciato di casa, non avevo un posto dove stare, ne dei soldi, e soprattutto la responsabilità di badare ad una bambina-

Mi si strinse il cuore ad ascoltare un racconto del genere. Non riuscivo nemmeno ad immaginare il dolore che aveva potuto provare in quel periodo.

-Vabbè basta parlare di cose tristi- continuò poi Quinn

Noi tutti annuimmo però nessuno propose un argomento nuovo.

-Visto che abbiamo finito di mangiare che ne dite se andiamo a prenderci qualcosa da bere in quel bel posto dove hanno anche il karaoke?- propose Rachel.

Tutti alzammo gli occhi al cielo perché sapevamo che avremmo dovuto ascoltare la cantante anche quella sera, però accordammo con lei che andava bene.

 

Dopo svariati drink e svariate canzoni cantate da Rachel, Kurt e Mercedes ci eravamo trovati a supplicare Quinn e Santana che cantassero qualcosa loro.

-Dai suuuu- disse Kurt

-Non fatevi pregare ancora- dissi io, alquanto alticcia mentre tiravo la mano sinistra di Quinn e quella destra di Santana.

Le due ragazze avevano rifiutato di cantare da quando avevamo messo piede nel locale

Eravamo seduti al tavolo più vicino al karaoke. Finn, Tina, Kitty, Jake e Ryder e anche Arti erano andati via da una ventina di minuti.

-Forse non sono poi in gamba come ci voleva far credere Mr Schue- disse infine Rachel a Mercedes che annuiva mentre le guardava

In quel momento Santana si alzò, prese Quinn per mano e la trascinò sul palco, lanciando un’occhiata glaciale a Rach.

-Finalmente- sussurrai io. Ero emozionata nel sentirle finalmente cantare.

Ci accomodammo tutti ai nostri posti e iniziammo a urlare e a fargli il tifo.

La base partì.. riconobbi subito la canzone, era “take my breath away” la colonna sonora del film Top Gun.

Watching every motion in my foolish lover´s game 
On this endless ocean finally lovers know no shame
 
La voce di Quinn riempì la sala, aveva una tonalità tutta sua, dolce e calma.

Turning and returning to some secret place inside 
Watching in slow motion as you turn arount and say 
Santana poi cambiò la sua voce con quella di Quinn. Aveva un timbre davvero particolare, roco ma stupendo, non avevo mai sentito una voce così
Take my breath away 
Take my breath away 
si unirono insieme, e li fu un vero brivido si emozioni, suonavano così bene le loro voci insieme, sembravano fatte per stare insieme

Mi voltai verso Rachel mentre la canzone continuava a suonare, aveva una faccia meravigliata, così come tutti gli altri. Sapevano catturarti e farti provare emozioni forti, trasmettevano tutto quando cantavano, ti portavano con loro, ti coinvolgevano come se stavi vivendo i loro stessi pensieri.

Il mio cuore sussultò. Ero estasiata.

La canzone finì negli applausi e nei fischi di tutti. Avevano un talento impressionante. Era l’unica cosa che riuscivo a pensare. Le fissai per un momento mentre erano ancora sul palco. Le guardai sorridere e arrossii. Erano ancora più belle. Entrambe. Per la prima volta mi ero accorta di quanto anche Santana mi colpisse. Scacciai subito quel pensiero dalla mia mente, non era il momento di pensare certe cose.

Tornarono tra di noi e le riempimmo di complimenti.

-Va bene, va bene. Vi insegneremo a farlo, anche se in parte lo fate già da soli- disse infine Santana dopo le varie richieste d’aiuto che aveva ricevuto da tutti.

La serata finì poco dopo e se ne tornarono tutti a casa. Io e Rachel avevamo deciso di tornare a casa a piedi, poiché eravamo dalla parte opposta di dove dovevano andare tutti.

Ci incamminammo e subito dopo una macchina si accostò vicino a noi. Il finestrino si abbassò e apparve Quinn che sorridendo ci disse

-Venite, vi diamo uno strappo noi-

Io e Rachel ci guardammo per un secondo e poi montammo in macchina.

-Grazie- disse subito la mia amica non appena la macchina ripartì

-Figurati- rispose Santana

Io ero imbarazzata da quella situazione, e non ne sapevo nemmeno il motivo.

Il viaggio trascorse in silenzio. Gli unici rumori erano la radio e Rachel che ogni tanto dava indicazioni su come arrivare a casa sua.

Finalmente la macchina si fermò.

-Wow- disse Quinn –è davvero una bella casa-

-Grazie- disse la mora imbarazzata –sai i miei papà ci tengono tanto all’ordine e che tutto sembri perfetto-

-Capito- rispose la bionda sorridente.

Rachel aprì lo sportello e ringraziando un’altra volta scese dalla macchina e io subito dopo di lei

-Grazie di nuovo- ripetei io infine

-Grazie a voi della serata- mi rispose Santana

Il mio cuore perse un battito. Che mi sta succedendo?!  Pensai prima di vedere la macchina partire

 

Finito anche questo capitolo.

Ringrazio tutti quelli che leggono questa storia.

Non so ancora in che modo si svilupperà quindi staremo a vedere un po’

  
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