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Autore: Loreena McKenzie    26/12/2013    1 recensioni
Il Capitano Spencer, dopo aver bombardato Kilmore Cove, leva l'ancora e lascia il paese. Il piano di Jason di utilizzare le Sirene di Peter e dei suoi vecchi amici fallisce e Julia rimane prigioniera nella Mary Grey.
Le scimmie, richiamate dal loro capo, si gettano in mare.
JohnDoo rimane imbavagliato nel paese.
I corpi di Oblivia e Black vengono gettati in mare.
Ma Julia no, lei rimane lì sulla nave, prigioniera di un malvagio pirata dalla vita interminabile e con un amaro desiderio di vendetta.
Passano due anni, la vita dell'ormai quindicenne cambia, ma non il contesto in cui si muovono i personaggi.
Riusciranno Ulysses More, Jason, Anita, Tommaso e il povero Rick a ritrovarla? E lei, riuscirà a far breccia nel cuore del capitano Spencer portandolo a provare emozioni che un duro pirata come lui non aveva mai provato? La ragazza non solo si troverà ad affrontare un migliaio di nuove avventure, ma si troverà presto a dover prendere delle scelte che mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte.
(Ciò che succede dopo un "finale alternativo" del dodicesimo capitolo, Il Club dei Viaggiatori Immaginari)
Buona lettura.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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2
 
Esco fuori dalla mia stanza di corsa.
-Dove stiamo andando?!- urlo a una delle sguattere della Mary Grey, Viana.
-Il capitano sta attaccando.- risponde cupa quella.
-Cosa?!- esclamo, sperando di non aver capito bene.
-Sono ordini. Ti consiglio di andare sottocoperta.- borbotta, e poi se ne va. Io mi precipito sulla poppa in cerca di Spencer.
Non è possibile. Abbiamo attaccato più navi nell’ultimo mese che nei due anni del mio soggiorno qui.
-Spencer!- urlo, quando lo intravedo a capo del timone mentre urla ordini ai suoi scagnozzi. Lui non mi sente.
-SPENCER!!- urlo più forte.
Lui, tutto preso dal comando della situazione, si volta distratto verso di me. Quando mi vede, sgrana gli occhi ed esclama:- Julia?!
-Che cosa diavolo stai facendo?!- faccio avvicinandomi.
-Cosa stai facendo tu, piuttosto! Perché sei qui? Ti avevo detto di rimanere chiusa nella tua cabina!- borbotta inferocito lui.
-Io pensavo che me lo avessi ordinato per un altro tuo scatto d’ira, non credevo volessi saccheggiare un’altra nave!-
-Dannazione Julia! Vattene via, muoviti!-
-No! Non me ne vado fino a quando tu non la smetterai di comportarti da mostro e non ordinerai di dirottare questa dannata nave al Porto Oscuro!-
-Ma cosa diavolo dici?! Io sono un pirata, dannazione! Vivo per saccheggiare!-
Il forte vento del Mare Chiuso ci assale e mi spettina i capelli. Vedo con la coda dell’occhio gli scagnozzi di Spencer spegnere tutte le luci ed andare da una parte all’altra per preparare l’assalto. Pian piano, la Mary Grey si avvicina ad un veliero che, ignaro di ciò che gli sta per accadere, oscilla tranquillo sulle acque leggermente agitate del Mare. Si sente una musica, allegre risa e canti provenire dall’imbarcazione.
-Saccheggiare! Saccheggiare! Spencer, ti prego, piantala di comportarti in questo modo! Non ha senso questo comportamento da tiranno! Non… Non… Ehi! Lasciami! Mollami, Spencer!-
Il pirata mi afferra con entrambe le mani per le spalle e mi spinge con forza all’interno della nave.
-Questo non è il tuo posto, ragazzina! Va’ via!- borbotta.
-No! Lasciami! Ti prego, non attaccare un’altra nave innocente! Non farlo!- lo supplico, mentre vengo trascinata con forza sottocoperta.
-Alec! Portala dentro!- ordina a uno dei suoi uomini.
Alec mi afferra con le sue mani viscide e la sua puzza di alcol e mi porta con forza verso la mia stanza-cella.
-Ti odio, Spencer! Ti odio! Sei un mostro!!- gli urlo, mentre lui torna al comando dell’attacco.
 
Mi rinchiudo in quel buco di cabina e affondo la testa nel cuscino, scoppiando in lacrime.
“Lo detesto, lo detesto…”
Perché deve comportarsi da tiranno con tutti? Perché?! Perché deve sottomettere chiunque incontri? Perché non lascia spazio anche agli altri? Perché?!
“Ma che l’hai un cuore, Spencer?”
Sento urla e grida provenire dall’esterno. Si sente tutto un viavai. Donne che piangono, urla inferocite, suppliche, e gli ordini del capitano Spencer che comandano di assalire. Tutt’un tratto lo sento imprecare a gran voce, seguito subito da numerosi rumori di passi sulla Mary Grey. Rumori di spade, corde che si spezzano, frasi dalla pronuncia strana. Intuisco cosa potrebbe essere successo e non so se sia un bene o un male.
Socchiudo la porta della mia stanza di appena un paio di centimetri e vedo la seconda sguattera del veliero, Hanna, che mi fa segno di chiudermi dentro, per poi zoppicare velocemente via.
Io seguo il suo consiglio e mi chiudo immediatamente dentro, comprendendo all’istante ciò che è successo. In fondo, anche la fortezza di Spencer e dei suoi ha i propri punti deboli.
Mi affaccio alla minuscola finestra circolare e vedo i nemici saltare dal loro veliero direttamente a bordo della nostra nave.
Benché riconosca il fatto che un fallimento faccia bene all’animo di un tiranno come il pirata che mi tiene prigioniera qui, devo ammettere che ci troviamo in un pericolo non sottovalutabile.
L’assalto sta fallendo, ma cosa ci faranno i nemici se riusciranno a farci prigionieri?
Mi avvicino alla porta, cercando un modo per bloccarla. Mi guardo intorno e, dopo aver afferrato il comodino, uno dei pochi oggetti della stanza, ce lo posiziono davanti. Mi allontano di un passo e lo fisso.
“Dannazione, chiunque potrebbe spazzarlo via!”
Comincio ad andare nel panico. I pochissimi oggetti nella stanza non avrebbero mai bloccato la porta. Se i nemici fossero arrivati fino a qua, sarei stata una preda facile e sarei sicuramente diventata prigioniera per la seconda volta.
Mi guardo intorno. Spengo la luce e, nel buio più totale, scivolo sotto il letto. Sento grumi di polvere che mi si appiccicano addosso.
Col cuore alla gola, resto ferma immobile cercando di captare un qualsiasi minimo suono o movimento esterno. Il Mare Chiuso è privo di luna e di conseguenza non c’è nulla che possa rischiarare minimamente l’ambiente. Fisso il buio totale di fonte a me e, appiccicata al pavimento, sento dei passi scendere le scale della Mary Grey e camminare lentamente lungo il corridoio.
Sento il cuore martellarmi nel petto. Delle goccioline di sudore mi scivolano dalla fronte. I passi si avvicinano lentamente alla mia cabina. Sembra che ognuno duri ore. Poi si bloccano, proprio di fronte alla mia porta. Mi appiccico al pavimento più che posso. Sudo freddo e il cuore per poco non mi salta dal petto. Le mie vene pulsano ferocemente sul collo e sulla fronte.
Poi sento uno scatto improvviso. La porta della stanza si spalanca e una luce proveniente da fuori mi acceca.
 
   
 
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