Jamie non stava sognando. No. Stava veramente flirtando con la ragazza dei suoi sogni.Erano lì, sdraiati come al solito sul letto di lei, e ormai si scambiavano battutine pungenti cariche di doppi sensi da un po'... e il duello sembrava volgere decisamente a suo favore! Anche se, riflettendoci, non sapeva se ciò fosse dovuto al suo ricco passato di corteggiatore o semplicemente al fatto che lei gliela stava sottilmente dando vinta.

Il giorno prima aveva temuto che il loro rapporto sarebbe cambiato in peggio, quando lei era scoppiata a piangere scusandosi per gli orrori commessi dai genitori e tremante gli aveva chiesto perdono di non essere riuscita ad affrontare prima l'argomento. Lui, sollevandole il mento e guardandola negli occhi le aveva detto che non la credeva responsabile delle azioni commesse da altri, sebbene questi altri avessero lo stesso sangue nelle vene.

"Allora, dicevi che presto sarà pronto l'appartamento?"

"Si, ma tutto questo solo grazie ad Harry..."

"Bene, voglio essere la prima a vederlo!"

"L'appartamento?"

"Beh...si..."

"Ma come, solo quello??" Jamie assunse un'aria esageratamente stupita che la fece scoppiare a ridere. Dopo qualche secondo, lei lo stupì immensamente, e positivamente, avvicinandosi e circondandogli il collo con le braccia. "Se tu vorrai, non solo quello..." Un sorriso malizioso e divertito le colorò le labbra, e questa volta fu lui a ridere.

La ragazza,allora, da seduto lo fece passare alla posizione supina, e, saledogli con enorme grazia di sopra, fece sì che i loro visi si trovassero a meno di pochi centimetri di distanza.

"Beatrice, io..."

Ma prima che potesse finire, lei gli premette un dito sulle labbra, mormorando "Taci, chiacchierone..." e quindi sostituendo la pressione dell'indice con quella della sua bocca e, pochissimo dopo, permise alla sua lingua di oltrepassare il labile confine delle labbra per andare ad unirsi con quella di lui, contro il quale intraprese un vivace dibattito non verbale.

Il primo pensiero di Jamie fu che la ragazza sembrava non pesare, nel senso che era leggerissima.

Il secondo fu che era tutto enormemente impossibile, che doveva essere uno dei suoi sogni.

E il terzo fu che, se quello era un sogno, avrebbe voluto dormire in eterno.

Quando, placata la passione di quel primo e travolgente bacio, si staccarono per respirare, decisamente imbarazzata, cosa particolarmente visibile nel rossore delle guance, lei mormorò "Tu...tu non sei come gli altri ragazzi, tu sei diverso... Ogni volta che provavo a parlare con qualcuno di quei bellimbusti senza cervello, loro rovinavano tutto buttando qualsiasi cosa sul volgare, o peggio saltandomi addosso... Con te tutto è diverso, tutto è più bello..."

"Su piccola, così mi inorgoglisci troppo!"Scherzò lui, ma si vedeva quanto fosse compiaciuto.

Stettero abbracciati senza più parlare per un po',ma il silenzio fu rotto da un sospiro triste di Beatrice. "Sai, ieri mi è arrivata una lettera da mia madre... Vuole che torni a casa..."

"No!"

"E invece si...Se non lo facessi, probabilmente se la prenderebbe con Dra, e io non voglio che lui rischi a causa mia... Ma tornerò. E poi, dopotutto, sono pur sempre sua figlia, non mi farà del male, ne sono sicura..."



Beatrice partì subito dopo il grande pranzo di Natale, che rese il Malfoy Manor degno di essere comparato a Grimmauld Place per la confusione che si sviluppò al suo interno.

Il più triste per la sua partenza era come presumibile Jamie, che credeva che il destino gli avesse giocato un gran bel brutto tiro. In quegli ultimi giorni, per non sprecare un solo minuto della compagnia della ragazza era stato anche a dormire al castello, dove certamente non mancavano posti letto. E adesso, se la vedeva portare via da quella maledettissima Bellatrix...pareva che quella donna, a differenza della figlia, dovesse rovinargli la vita per forza...

Già il giorno dopo si ritrovò con un foglio bianco davanti e una penna in mano, volendo scriverle, non riuscendo a sopportare il non sapere che facesse. Eppure, alla sua lettera non arrivò risposta.

E così i giorni passavano, lenti, troppo, accrescendo l'ansia sua e di Draco che di lei non sapevano più niente.

E forse fu proprio questa attesa che rese il disastro possibile.

Perchè Jamie, che si sentiva svuotato ancor di più adesso che mancava l'unica persona che sembrava rallegrargli quell'inferno, adesso si sentiva scivolare in un baratro sempre più profondo e nero. Così, quando, una sera sul tardi, una gelida sera di gennaio, un piccolo gufo bussò con il becco al vetro della finestra del salottino in cui si era rinchiuso per non incontrare la tipica confusione del Quartier Generale, più che con stupore si avviò ad aprire all'animaletto con rassegnazione.

I suoi sentimenti cambiarono improvvisamente quando gli scivolò fra le mani un foglietto di pergamena accuratamente stilato con una grafia piccola e svollazzante,a tratti tremante.


<< Jamie!Aiutami ti prego... Non è come pensavo, a mia madre non importa nulla di farmi del male!! Mi uccideranno se non divento una di loro! Ti ho scritto appena ho potuto ma penso soltanto a te, sei l'unico che possa salvarmi... aiutami ti prego... Ho paura... >>



Finito anche questo!!!Scusatemi tutti per i ritardi degli ultimi periodi, ma veramente non sto facendo altro che studiare!!Mi raccomando, aspetto commenti!! xPatty: si sono al classico!!Perchè??^__^Baci, cara!





La storia non andrà più avanti. Mi scuso per lasciarla incompleta. Grazie a chiunque l'ha seguita sin qui, vi invito a provare qualcuna di quelle più recenti, in cui credo di essere riuscita meglio di questa :) Grazie ancora, Silver