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Autore: Eylis    19/05/2008    2 recensioni
“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.”
[...]

Questa è una raccolta di brevi racconti che più che narrare una storia vogliono descrivere una situazione, un’impressione, un’emozione. Ogni capitolo, ogni storia ha quindi l’intento di precipitare chi legge in un mondo a parte trasmettendo le sensazioni e le emozioni vissute dai personaggi. Leggete ogni racconto lasciandovi trasportare dalle parole, dai suoni, dalle immagini. Il genere principale è quello romantico, ma ogni storia ha una diversa sfumatura.
1. Cantar di grilli ed erba cipollina, 2. La farfalla nera vola in sogno, 3. Sillogismi e deduzioni, 4. Filastrocca, 5. In missione, 6. Indicibile farsa, 7. Bisogni primari vs importanti novità, 8. Al centro dell'universo, 9. Aria, 10. Profumo di pesco, 11. Stoffa, 12. Luna riflessa, 13. Patto col diavolo, 14. Grigio di dea, 15. Cantar di grilli ed erba cipollina - II
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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12. Luna riflessa

Appoggiata al grande specchio che ricopre l’intera parete ti osservo. Sei radiosa, così elegante e raffinata in ogni minimo movimento… Sei il mio sole, ed io non sono altro che la luna che splende grazie alla tua luce. Mi siedo ed inizio a riscaldarmi, presto toccherà a me. So che è solo grazie a te che porterò questo balletto allo spettacolo, altrimenti nessuno mi avrebbe mai dato una parte solista. Anche se non lo dici, in fondo a volte usi il potere che ti dà l’essere la figlia della direttrice della compagnia. Ed io ho paura che un giorno ti stancherai di me e della mia mediocrità.

Mi alzo, mi sposto al centro della sala e mi metto in posizione. Inizia la musica, un brano lento, malinconico. Rispecchia bene i miei sentimenti. So che ti devo molto, quindi mi impegno quanto più mi è possibile per farlo bene. Non so quanto conterà per te, ma è unicamente a te che dedico questa mia danza. Tu, seduta nel medesimo punto in cui ero io prima, mi osservi. Lo sento, anche durante le pirouettes, il tuo sguardo non si allontana mai dalle mie linee. A cosa pensi? Concludo con un’arabesque in punta, alzando la gamba quanto più mi è possibile e trattenendo il fiato per due secondi interi. E finalmente mi inchino alla classe, a te. La lezione è finita, è tempo di andare.
“Sara!” Mi giro, mi stai rincorrendo. “Aspettami!” Ogni volta mi stupisco di quanto tu sia bella.
“Cosa c’è?”
“Vieni da me a cena?”
“Io… sei sicura che non disturbo?”
“Ehi, ma che domande fai! Che ti succede, oggi, sei così pensierosa…”
“Niente, è solo che… niente.”
“Mmmh… quando dici che non c’è niente vuol dire che hai ricominciato con le tue idee strampalate. Ne parliamo dopo, d’accordo?”
“D’accordo…” Mi prendi sottobraccio, mi baci velocemente una guancia nel corridoio deserto. E subito la malinconia passa, ti basta così poco per rendermi felice!

Dopo aver ringraziato i tuoi genitori per la cena ci alziamo da tavola e saliamo le scale fino ad arrivare nella tua camera. Dopo aver acceso lo stereo così che le note di Giselle si diffondano nell’aria ti siedi sul letto poggiandoti al muro e mi fai cenno di raggiungerti. Mi sdraio e tu prendi la mia testa in grembo, carezzandomi i capelli.
“Allora Saretta, cosa frulla in questa tua bella testolina?” Rimango qualche istante in silenzio prima di poter rispondere.
“A volte penso… a volte penso che un giorno ti stancherai di me, che di fronte a te non sono nulla, ed io perderò ciò che ho di più prezioso al mondo.” Mi guardi, un poco rattristata.
“Saretta, lo sai, io non posso prevedere il futuro per dirti cosa ci succederà, ma posso dirti quello che voglio: e quello che voglio è poter rimanere sempre con te. Non è forse questa la cosa più importante?” Le tue parole sono così dolci…
“Io ti amo, Lisa…” Mi stringo di più vicina a te.
“Anch’io, dolce cucciola mia. E ti prego, non dire mai che non vali nulla, non dopo quello che hai fatto oggi. Quando ballavi, a lezione, non riuscivo a smettere di guardarti, mi hai riempito l’anima. Eri così incredibile…”
“È solo perché ballavo per te… Se mi vedi splendere è solo perché vedi la tua luce riflessa su di me, come se fossi il tuo specchio, la tua luna.” Mi guardi, questa volta costernata. Poi mi fai alzare in ginocchio, mi attiri a te, mi baci e fai scorrere le mie mani sul tuo corpo. Le fermi sul tuo petto, e sento i battiti del tuo cuore.
“Lo senti? Non ha mai battuto così forte, e sai di chi è il merito? Tuo, solo tuo. Sara, amore mio, è solo merito tuo se io ora sono così felice. La danza certo è per me importante, ma solo da quando tu sei entrata nella mia vita io mi sento completa. E Sara, sei stata tu a farti avanti! Quindi non dire che è tutto merito mio, ti fai un grande torto.”
“Davvero?”
“Davvero. Sara, promettimi che non mi lascerai mai…”
“E come potrei…”
“Vieni qui, stringimi.” Ti obbedisco ben volentieri, circondando il tuo corpo magro con le mie braccia. Ti bacio, poi tu mi fai girare e mi vedo riflessa nello specchio appeso alla parete di fronte a noi.
“Guardaci, vedi ancora un pallido chiarore lì dentro?” Scuoto il capo, finalmente sollevata da ogni pensiero. No, nello specchio vedo solo una grande luce, la nostra.

  
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