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Autore: HisRose    27/12/2013    1 recensioni
Ciao! In questa fanfiction riscriverò la 3 stagione di Doctor Who inserendo anche Rose. Tra i vari episodi ci saranno anche delle avventure inventate da me. (So che questa introduzione fa davvero schifo, perdonatemi). Spero vi piaccia :)
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Martha Jones, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Be’ affranti e dispiaciuti non erano sicuramente le parole che qualcuno avrebbe usato per descrivere la scena che accolse Rose, il Dottore e Donna. Nessuno stava piangendo o stava fissando tristemente il cibo e le decorazioni.  Il DJ stava suonando, le luci erano accese, lo staff aveva portato del cibo che era già stato “assalito” dagli ospiti. Tutti ballavano, ridevano, scherzavano.
Una parola più appropriata per descrivere la scena sarebbe stata… festiva, oppure felice.
Donna lì guardò incredula. Uno a uno, tutti gli ospiti si accorsero di chi fosse arrivato al ricevimento e si fermarono. La musica di bloccò bruscamente.
“Avete fatto il ricevimento senza di me?”, chiese Donna.
Rose fece una smorfia e iniziò a mordicchiarsi il pollice.
“Tesoro, che cosa ti è successo?”, chiese un uomo nero vestito elegantemente.
“Hai fatto il ricevimento senza di me?”. Un silenzio imbarazzante cadde fra gli invitati, che fu interrotto dal Signore del Tempo.
“Salve, io sono il Dottore e lei è Rose”.
“Ciao” salutò la biondina facendo seguire la parola da un gesto di saluto con la mano.
Donna si girò verso di loro come se si fosse ricordata in quel momento della loro presenza. “Loro hanno avuto il ricevimento senza di me!”.
“Sì, l’ho intuito” rispose lui.
“Be’ era tutto pagato”, disse una donna bionda vestita di blu, “perché no?”.
“Grazie Nerys”, sibilò la rossa.
Una donna si distaccò dal gruppo e si avvicinò a Donna. “Che avremmo dovuto fare?”, dopo un po’ tutti iniziarono a seguirla facendo dei passi avanti, accusatori, verso la sposa. “Ho ricevuto il tuo stupido messaggio alla fine. Sono sulla Terra. Molto divertente, ma che diavolo è successo?”.
Tutti iniziarono  a fare domande su come era riuscita a farlo, sul perché lo aveva fatto e su chi fossero quei due dietro di lei. Donna guardò la folla disperata, poi si girò verso Rose e il Dottore in cerca d’aiuto, ma nessuno dei due sapeva che fare. Pensando alla svelta, Donna si girò di nuovo verso gli invitati e produsse un rumoroso singhiozzo al che tutti gli invitati smisero di assalirla e produssero un coro di “awwww”.
Donna si rifugiò nell’abbraccia di Lance. Il Dottore e Rose si guardarono. Tutti, tranne Nerys, iniziarono ad applaudire, contenti del ritorno della sposa. Donna si girò verso i due viaggiatori e fece l’occhiolino. Rose roteò gli occhi per poi rivolgersi sorridendo al Signore del Tempo. Doveva ammettere che Donna ci sapeva proprio fare.
La rossa fu portata via dal fidanzato e dai relativi più stretti per essere consolata. Dopo qualche minuto di confusione e incertezza fra gli ospiti, il DJ riprese a suonare e tutti ricominciarono a ballare e a festeggiare. Rose toccò il Dottore con la sua spalla . “Ti va di ballare?”. Lui fece una smorfia. “Non saprei…”.
“Oh andiamo. Per favore”, gli sorrise, occhi spalancati. Fece l’espressione più adorabile che era in grado di fare, sapendo che quella funzionava sempre con il Dottore, appoggiando il mento sulla spalla di lui. il Signore del Tempo avrebbe resistito per altri cinque minuti, poi avrebbe sbuffato e si sarebbe arreso, come se gli dispiacesse darle vinta, anche se non era affatto così.
“Ma Rose, dobbiamo capire come ha fatto Donna ad entrare nel Tardis, e ho bisogno di fare un po’ di ricerche sulla HC Clements, e… e…”.
Lei piegò la testa di lato e sospirò pesantemente, guardando dritta davanti a sé, come se fosse stata ferita dal suo rifiuto.
Il Dottore la guardò mordendosi il labbro inferiore. “Va bene, un ballo solo. Però devo fare prima una cosa. Mi dai un attimo il tuo cellulare?”. Rose cercò nelle sue tasche e glielo porse.
Si ritirarono in un angolo e lui tirò fuori il cacciavite sonico. Rose usò il suo corpo per bloccare lui dalla visione degli ospiti. Sentì il ronzio che produceva il cacciavite sonico, udibile solo da lei e dal Signore del Tempo, mentre era coperto dalla musica quindi non arrivava agli altri. Il Dottore la chiamò con molta calma. O almeno, calma è la parola che qualcuno che non conosceva il Dottore avrebbe usato per descrivere il suo tono, ma Rose lo conosceva troppo bene per scorgere quel filo di tensione, che fu confermato dalla mascella serrata e le spalle tese che Rose notò quando si girò a guardarlo. Il Dottore indicò lo schermo del cellulare.
 
H.C. CLEMENTS .
 
Sole Prop.
Torchwood
 
Rose inspirò profondamente attraverso il naso e si guardò intorno, quasi aspettandosi che i soldati  di Torchwood attaccassero all’improvviso. Se era stato tutto programmato? Se Donna era un’esca? Erano tutti dipendenti Torchwood con le armi nascoste nel loro reggiseni e sotto la giacca? Era passato un sacco di tempo dall’invasione, abbastanza affinché Torchwood fosse di nuovo funzionante. Ma Rose non aveva paura, era pronta a combattere. Torchwood non le avrebbe più strappato via le persone che amava, lei non avrebbe lasciato niente e nessuno portarle via l’unica cosa che le era rimasta. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare il Dottore.
“Calmati”, il Dottore mormorò, mettendole le mani sulle spalle. “Torchwood non sarebbe mai riuscito a materializzare Donna nel Tardis. Richiede una tecnologia più potente di quella che possiedono”, il Dottore si guardò intorno circospetto, “ ma il fatto che lei lavora per una società appartenente a Torchwood non è da trascurare. Anche se sono sicuro che per adesso siamo al sicuro”.
Lei annuì e espirò lentamente. Il Dottore le restituì il cellulare.
Non gli piaceva vederla in quella maniera. Tutta cupa e preoccupata, lui la voleva vedere sorridere. Quel sorriso per cui il Dottore era disposto a far di tutto pur di vederlo, era come una droga.
“Dame Rose, vuoi ballare?”.
“Sì, sir Dottore, mi piacerebbe molto”, gli rispose sorridendo, con la lingua fra i denti.
Fece scivolare il braccio sotto a quello di lui e insieme si avviarono verso la pista da ballo. Non aveva ancora ballato con questa rigenerazione, era curiosa di sapere se anche lui aveva le mosse. Inoltre, anche se solo per un po’, avrebbe potuto fare finta che quella fosse una giornata come tutte le altre. Una di quelle giornate in cui il Dottore – o lei stessa –  decideva che i pianeti e l’Universo potevano aspettare di essere salvati. Una di quelle giornate dedicate solo a loro due all’insegna del relax e divertimento. Una di quelle dove il Dottore l’avrebbe portata su una spiaggia, o in un parco giochi, o in un mercato dove avrebbe comprato un souvenir per sua madre, poi sarebbero andati a trovare quest’ultima e le avrebbero raccontato tutte le loro avventure. Jackie avrebbe preparato una tazza di thè e il Dottore – che da quando si era rigenerato, a differenza di Nove, era più propenso al domestico e quindi ogni volta che visitavano Jackie rimaneva anche lui – si sarebbe seduto sul divano e Rose si sarebbe rannicchiata al suo fianco. Il Signore del Tempo avrebbe fatto scivolare inconsapevolmente, come se fosse il gesto più naturale del mondo, il braccio intorno le spalle della sua compagna stringendola ancora più stretta a sé. Rose avrebbe appoggiato la testa sul petto di lui, e dopo un po’ si sarebbe addormentata, cullata dal battito dei suoi due cuori. Jackie li avrebbe guardanti e avrebbe sorriso all’amore evidente che i due provavano l’uno per l’altro.  
Il Dottore la fece girare e poi riposizionò le mani sui fianchi di lei, avevano gli occhi solo l’uno per l’altro. Dopo un po’ Rose si accorse che il Dottore conosceva la canzone e che stava cantando il coro. Anche se lo stava praticamente quasi sussurrando, Rose riusciva comunque a sentire la sua bellissima voce e a distinguere le parole.
 
So, reel me in, my precious girl,
Come on, take me home.
‘Cause my body’s tired of travelling
And my heart don’t wish to roam.
 
Ascoltandola più attentamente Rose si accorse di conoscerla e iniziò a canticchiarla anche lei.
 
Well, you took me in, you stole my heart
I cannot roam no more.
Because love, it stays within you,
It does not wash up on a shore.
 
“Ascolti Neil Hannon?”, le chiese il Dottore sorpreso.
“Non io, mamma”, rispose lei senza pensarci, poi quello che aveva detto la colpì e il suo umore stava per affievolirsi di nuovo e il Dottore se ne accorse, così la fece girare due volte e poi le fece fare un casque.
“Qui e ora è tutto quello che conta”, le sussurrò all’orecchio.
“È il primo natale che non passo con lei”.
“No, non è vero. 2005, ricordi?”.
“Be’ quello è stato colpa tua e della tua incapacità a guidare il Tardis”.
“Touché”, le rispose inclinando leggermente la testa. Rose gli sorrise, lingua tra i denti. “Almeno questa volta lei non sta appendendo volantini per la sua figlia scomparsa. Sa che sei viva. Inoltre, lei ha Pete, non è sola. E non lo sei nemmeno tu Rose”, le disse guardandola dritta negli occhi, cercando di trasmetterle attraverso lo sguardo tutte le parole non dette, quelle che non avrebbe mai potuto dire, ma che avrebbe voluto così tanto.
“Lo so, è solo che… è mia mamma”, disse semplicemente lei. Il Dottore annuì, stava per dire qualcosa di divertente, qualcosa che avrebbe tirato su di morale la sua Rose, quando qualcosa che vide con la coda dell’occhio attirò la sua attenzione. Un ragazzo stava registrando la reception, ciò voleva dire che aveva registrato anche il matrimonio e quindi in quei video c’era la spiegazione a tutto!
Il Dottore afferrò la mano di Rose e la trascinò con sé dal ragazzo.
“Ciao!”, disse il Signore del tempo, al ché il giovane alzò gli occhi per guardarlo. “Sono il Dottore e lei è Rose. Hai registrato tutto giusto? Anche la cerimonia?”.
“Sì tutto”, confermò lui.
“Possiamo vederlo?”.
Il ragazzo mise la giusta videocassetta e schiacciò il tasto play.
“Gli hanno dato tutti un’occhiata. Mi hanno detto di venderlo a Telenews, ma io ho risposto che è meglio video shock”.
Il Dottore e Rose si strinsero in modo che potessero entrambi guardare lo schermo.
Donna, raggiante, camminava verso l’altare quando all’improvviso emise un urlò straziante mentre veniva inghiottita da quella che sembrava… polvere d’oro?
O forse non era polvere, forse era Donna… come se… come se si stesse disintegrando, pensò Rose.
Non riusciva a non pensare che qualunque cosa fosse le era familiare. Ma dove? Dove lo aveva già visto?
“Non può essere”, mormorò il Dottore, “mandalo di nuovo”.
“È grandioso. Bel trucco, lo riconosco. Io ho applaudito”, disse il ragazzo.
Il Dottore avvicinò il viso allo schermo, per assicurarsi che avesse visto bene.
“Quelle sembrano… particelle Huon”, disse incredulo.
“Cosa sono?”, chiese Rose ma il Dottore ignorò la sua domanda, troppo concentrato a pensare alle conseguenze.
“È impossibile sono antiche. Antiche. L’energia Huon non esiste più da migliaia di anni”, il Dottore scosse la testa, confuso. “È talmente antica che..”, la frase rimase in sospeso, il Dottore si girò verso Donna. Uno sguardo di orrore gli attraversò il volto.
“Dottore, cosa c’è che non va?”, chiese Rose preoccupata.
“… uno bio-eliminatore non può nasconderla”, gridò e iniziò a correre. Rose lo seguì e insieme raggiunsero la finestre dove videro i robot babbo natale.
I due corsero verso la sposa. “Donna, Donna ti hanno trovato”, urlò il Dottore e alcuni degli ospiti lo guardarono come se fosse pazzo.
“Avevi detto che ero al sicuro”, protestò Donna.
“Il bio-eliminatore non funziona. Portiamo tutti fuori”.
“Uh mamma, è tutta la mia famiglia!”.
“Fuori dalla porta posteriore”, disse il Signore del Tempo afferrando la mano di Rose.
Donna dovette afferrare la gonna e alzarsela un po’ per tenere il passo con loro due. Il Dottore aprì le porte e tre si fermarono bruscamente. Due robot che indossano identici costumi di Babbo Natale avanzavano verso di loro, i loro strumenti musicali erano in realtà armi. Il Dottore chiuse le porte e le bloccò. Cercarono un’altra via d’uscita, ma anche quella era bloccata da due babbo natale, uno teneva in pugno un’arma, l’altro un telecomando.
“Siamo in trappola”, realizzò Donna.
“Dottore gli alberi”, disse all’improvviso Rose, ricordandosi cosa successe lo scorso anno.
“Oh no”, sussurrò, “ce ne sono tre”.
“Cosa fanno?”, chiese Donna confusa.
“Uccidono”, ringhiò il Dottore e corse ad avvertire tutti di allontanarsi. Le due donne lo imitarono, facendo da scudo alle persone con i loro corpi e allontanandoli indietro, il più lontano possibile.
 “Ma che dice? L’uomo è un’idiota”, la signora Noble protestò con voce stridula. “Un albero di natale che potrebbe mai ... oh !” aggiunse, sorridendo di gioia .
Rose si voltò, aspettandosi di vedere gli alberi accendersi iniziando a intonare un canto natalizio inquietante e iniziare a ruotare su se stessi. Ma quella che partì fu una canzone festosa e le palle che decoravano l’albero iniziarono a galleggiare nell’aria.
Bombe, pensò facendo qualche passo indietro, mentre tutti gli altri, pensando fosse uno spettacolo, rimasero lì a fissare l’albero con un’espressione di stupore stampata in faccia. All’improvviso Rose si ritrovò il Dottore al suo fianco. Lo sentì urlare: “Tutti giù”, poi la trascinò in basso insieme a lui, facendole scudo con il suo corpo. La prima bomba esplose e il caos iniziò. La gente iniziò a correre da una parte all’altra, urlando. Il Dottore afferrò il viso di Rose fra le mani.
“Vatti a nascondere”, le disse, per poi sparire in mezzo alla folla.
Lei si nascose sotto un tavolo, ma una bomba le scoppiò abbastanza vicino da farla volare qualche metro più in là e facendola sbattere per terra rumorosamente. Il dolore e la stanchezza, non le permsero di muoversi per cercare un riparo, così rimase lì immobile, confidando nel Dottore.
“Hey, Babbo Natale”, Rose sentì urlare il Signore del Tempo, “ti do un consiglio. Se attacchi un uomo con un cacciavite sonico…”, la sua voce fu amplificata da un microfono. “Non farlo avvicinare all’impianto stereo”.
Un rumore assordante cominciò a riecheggiare nell’aria e tutti si coprirono le orecchie. Rose non aveva la forza di farlo, così strinse la mascella, sperando che tutto sarebbe finito presto. Una lacrima le scese lungo la guancia. Dopo un po’ i suoni e tremori si fermarono. Sentiva gemiti e urla di paura e riusciva a vedere dei feriti, ma non aveva la forza di alzarsi neanche per aiutarli.
“Rose! Rose, dove sei?”, urlò il Dottore preoccupato. Se lei non gli avesse risposto lo avrebbe fatto entrare nel panico, ma non aveva voce, non aveva energie, non aveva più niente mentre l’oscurità si impossessava di lei.

 
 
  
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