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Autore: pensamiancora    27/12/2013    1 recensioni
Sono passati anni, ma io ricordo ancora quel giorno.
Era buio ed eravamo soli. Nessun rumore: solo le nostre voci e i nostri respiri.
Tu parlavi a bassa voce e nel frattempo ti guardavo come estasiata. Osservavo attentamente il tuo profilo, i tuoi occhi, la tua barbetta, il modo in cui parlavi e ti muovevi.
Cercavo di memorizzare i tuoi lineamenti, senza sapere che li conoscevo già.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Io sono solo un'ombra e tu il sole *

1. Quel giorno


Sono passati anni, ma io ricordo ancora quel giorno.
Era buio ed eravamo soli. Nessun rumore: solo le nostre voci e i nostri respiri.
Tu parlavi a bassa voce e nel frattempo ti guardavo come estasiata. Osservavo attentamente il tuo profilo, i tuoi occhi, la tua barbetta, il modo in cui parlavi e ti muovevi. Cercavo di memorizzare i tuoi lineamenti, senza sapere che li conoscevo già. Ti interrompevi un attimo per accenderti la sigaretta, poi la fumavi (e mi facevi impazzire) e continuavi a parlare. Mi parlavi di te, di com'eri, di quello che eri stato e di quello che eri diventato. Dei tuoi sentimenti, di ciò che sentivi, di quello in cui credevi. Delle tue illusioni e delle tue delusioni. Mi parlavi pensando che i tuoi ragionamenti fossero troppo strani, incomprensibili; invece io li capivo benissimo. Ogni tanto mi sorridevi ed io mi perdevo, anche se nemmeno lo sapevo, allora. Perdevo la calma e la razionalità. Poi mi chiedevi di parlare ed io lo facevo, anche se non sapevo veramente cosa dire. Le parole uscivano da sole, perché il tuo sguardo sapeva come fare per sbloccarmi. Parlavo senza paura che i miei pensieri fossero troppo strani, troppo immaturi, troppo stupidi. Parlavo con una calma che non era decisamente da me, con una sicurezza che non avevo mai avuto prima d'allora.
Non so quanto parlammo, ma ricordo che a un certo punto tu ti alzasti ed io sentii un senso di vuoto che allora non riuscivo a comprendere, ma che ora saprei riconoscere benissimo. Una volta in piedi tu mi guardasti. Uno sguardo che parla, dritto negli occhi; ma non feci in tempo a rispondere che tu avevi già scosso la testa. Mi porgesti la mano, io la presi, ci trovammo uno di fronte all'altra, tu così alto, io con la testa abbassata. Con una mano mi alzasti il mento e mi trovai i tuoi occhi a una distanza quasi inesistente. Il respiro mi mancò e ti giuro che non m'era mai successo. Mi dicesti qualcosa a bassa voce, così bassa che quasi non riuscii a sentirti. Ma, non so come, capii. Ti fissai ancora un po' negli occhi - anche se stavo già vacillando - e ti lasciai una carezza sulla guancia prima di andarmene.

Non so per quanto tempo mi rigirai nel letto quella notte, davvero non me lo ricordo. Ma mi addormentai con il cuore che batteva a mille, con un'inquietudine che non riuscii a spiegarmi. Prima di chiudere gli occhi, però, pensai di aver passato la serata più bella della mia vita.
Ancora non ho cambiato idea.



* Il titolo è preso da una canzone di Guccini, con qualche piccola modifica.


 
  
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