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Autore: De33y    27/12/2013    1 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Molti dei personaggi e delle ambientazioni presentate in questa storia non sono di mia proprietà e sono tratte dalla serie TV Hawaii Five-0. Il racconto è scritto per l'intrattenimento dell'autore e dei lettori e senza alcun scopo di lucro. La storia sarà cancellata qualora i detentori dei diritti ne faranno richiesta. Sono di mia proprietà i i personaggi di Brandon e Janet e la trama di questa storia.

 

A.N.: Eccomi di ritorno! Come è andato il Natale? Qualcuno era finito sulla lista dei cattivi di Babbo Natale?

Io, ho ricevuto il regalo, ma con la minaccia che se non aggiornavo la storia entro la fine dell'anno sarebbe tornato a riprenderselo, quindi eccoci qui un altro capitolo, un altro pezzettino in più.

Tanto lo sappiamo il regalo più bello siete voi che leggete queste storie e dedicate loro un po' del vostro tempo, ma nessuno lo dica a Babbo Natale perché è permaloso e ci potrebbe rimanere male ;).

Buona lettura!

P.S.:Speravo in un po' più di partecipazione nel gioco :(, per fortuna Chin e Kono l'hanno risolto da soli!

 

«Aiuto! Con questo caldo il giardino sta diventando un deserto e i ragazzi non hanno più un posto dove giocare, se penso a quanto ha piovuto quest'invero... stavo pensando di aggiungere una cisterna, e di lasciare che si riempia goccia a goccia. 5000 litri direi che potrebbero bastare per far passare l'estate a circa 25 alberelli. Poi ci metto un piccolo sistema di irrigazione semi-automatico. Cosa ne pensa la mia Bottondoro?- Chin rilesse tutto il messaggio e lo decifrò automaticamente-È un ordine per 50000 semi-automatiche di piccolo calibro.»

«Sì, uno scambio da 25000 dollari.» precisò Kono.

«Perché pensi che sia il nostro uomo?» chiese Chin.

«Forse è un po' forzato, ma Bottondoro è la protagonista del film 'La storia fantastica' e, indovina un po', nella storia c'è uno spadaccino di nome Inigo Montoya.»

«Non sapevo che guardassi questo genere di film.» disse il cugino

«Non li guardavo,-iniziò a spiegare la poliziotta sulla difensiva, - era la mia amica Amy che li guardava e poi passava le giornate a raccontarmeli. Questo è uno dei pochi che abbiamo visto insieme ed era meno peggio degli altri...almeno era divertente.»

«Sì, uno dei pochi...» commentò ridendo Chin guadagnandosi un'occhiataccia, poi tornò seriamente a parlare del caso: «Comunque no, non è affatto forzato. Anche la richiesta corrisponde con il tipo di affari di Montoya un grande carico da ridistribuire nelle strade.»

«Avvertiamo Steve.» rispose entusiasta Kono.

«No! Aspettiamo stasera. Finché Steve non lo sa, non può dirlo alla banda Disney e non ci possono essere ritorsioni.» rispose Chin pratico.

Kono, posò il telefono colta di sorpresa a quella spiegazione, poi abbassò gli occhi sulla mano ancora fasciata del cugino : «D'accordo.». Chiunque fosse quella gente non scherzava e tutti si rendevano conto che quello che era successo a Chin sarebbe stato soltanto l'inizio, se non avessero trovato in fretta un modo per liberarsi di loro.

«Ha accettato?» domandò il poliziotto cercando di cambiare argomento. Kono lesse ad alta voce il messaggio di risposta.

«Sì, penso che tu abbia proprio bisogno di una mano. Il tuo problema mi sta molto a cuore, che ne dici se ne discutiamo in un clima pacifico, dopotutto non c'è posto migliore che in mezzo al mare per parlare di acqua. C'è un posto che rimpiango dal cinquanta, che ne dici se ci incontriamo li? Ci sentiamo quando arrivi nella capitale.»

«Un po' più criptico degli altri, ma ci sono tutti gli indizi per pensare che stia parlando delle Hawaii. In mezzo al mare, clima pacifico per riferirsi all'oceano, il cinquanta per il cinquantesimo stato degli U.S.A.» commentò Chin.

«C'è anche un'altra risposta dello spadaccino spagnolo, risale proprio al giorno in cui Montoya è sbarcato sull'isola.»

Chin iniziò a leggere ad alta voce:

«Sono nella capitale, capisco perché la rimpiangi da così tanto tempo, ho trovato un museo fantastico, da lì si arriva sopra tutta la città, penso che andrò a pranzo in quel palazzo tutta la settimana. Spero di incontrarti.»

«Museo sopra tutta la città?» Chin elaborò per un po' le nuove informazioni, poi mise insieme i pezzi: «Il First Hawaiian Center è l'edificio più alto della città e c'è un distaccamento del Museum of Art of Honolulu....» disse Kono.

Chin alzò gli occhi all'orologio era quasi l'ora di pranzo:

«Andiamo!»

«Tu in quelle condizioni non vai da nessuna parte.» obiettò la cugina.

«E tu non vai da sola.» replicò Chin.

«Bene, allora tu distrai Janet e io vado con Danny.» Il poliziotto lo ritenne un compromesso valido.

Come previsto il detective e la federale rientrarono circa dieci minuti dopo e Kono non aspettò un secondo prima portare il collega fuori con una scusa.

 

«Ok, si può sapere dove stiamo andando? Hai trovato qualcosa su Janet?» chiese Danny appena furono sull'auto di Kono.

La poliziotta spiegò che non aveva ancora trovato nulla sull'agente Shelley, ma che aveva sospeso l'indagine per concentrarsi sul forum e gli spiegò tutto quello che avevano scoperto.

Danny era d'accordo con lei e Chin sull'interpretazione dei messaggi lasciati dallo Spadaccino Spagnolo e dalla Rondine. Con grande sorpresa di Kono, Danny fu completamente d'accordo con i due cugini anche sul tenere all'oscuro Steve.
«Ci sto pensando molto in questi giorni. Credo che dovremmo estrometterlo dall'indagine.» commentò il detective.

«Non puoi pensarlo seriamente, è Steve non lo accetterebbe mai. Se gli dici che è fuori dall'indagine, finirebbe con l'indagare per i fatti propri e cacciarsi in qualche guaio.» rispose Kono.

«Lo so ed è per questo che non gli ho detto nulla, ma guardiamo in faccia la realtà: è compromesso, Kono. Se lui viene a sapere qualcosa di importante sull'indagine e lo dice alla banda Disney mandiamo a puttane l'indagine e Montoya se ne andrà libero; se non lo dice noi dovremo passare metà del tempo a guardarci le spalle e non riusciremo a stare concentrati sull'indagine.» L'analisi di Danny era fredda e lucida, le stesse conclusioni a cui erano giunti tutti, ma il tono con cui la esprimeva era tutt'altro che freddo. Kono azzardò uno sguardo nella sua direzione, rughe di espressione profonde gli solcavano la fronte.

«Hai ragione, ma credo che restare uniti sia la soluzione migliore. Ogni volta che qualcuno di noi è andato per la sua strada, non è mai finita bene. Aspettiamo stasera e quando saremo tutti insieme, gli spiegheremo del forum e di quello che troviamo ora al museo e decidiamo cosa è meglio fare, così poi discuteremo anche del falso Brandon e di Janet, anche se non sono riuscita a trovare niente su di lei, a questo punto non mi fido.» Disse la ragazza.

 

 

L'atmosfera del museo era chiassosa con molte scolaresche in visita e flash che lampeggiavano in continuazione, anche dove non ce n'era alcun bisogno; infatti l'ingresso del museo era estremamente luminoso grazie soprattutto al pavimento in marmo bianco e i colori chiari delle pareti e delle rifiniture. Pannelli di legno color miele, disposti a intervalli regolari, formavano corsie leggermente ombreggiate per evitare danni alle opere dovuti all'esposizione troppo diretta alla luce.

Danny e Kono si fermarono alla reception a prendere una brochure con la mappa e i punti salienti dell'esposizione in corso, non sapevano bene cosa cercare, né cosa aspettarsi da quella visita, ma il museo rimaneva l'unico indizio concreto in loro possesso.

I due agenti si guardarono in giro cercando di non dare troppo nell'occhio, la Rondine poteva aver usato uno dei suoi molteplici travestimenti, mentre dal lato Montoya non sapevano se il trafficante di armi si sarebbe presentato personalmente, avrebbe mandato qualche suo noto associato o addirittura qualche nuova recluta assunta apposta per quell'occasione. Senza considerare che per quanto ne sapevano, lo scambio poteva essere già avvenuto.

Dopo aver esplorato la parte del museo situata nella lobby della First Hawaiian Bank salirono al piano superiore attraverso una scalinata in cemento, la scena si ripeteva uguale con grandi pannelli e tantissime persone, troppe perché potessero controllarle tutte. Ripeterono il giro più e più volte per vedere se qualcuno si stesse fermando più del previsto o se avesse qualche comportamento insolito, ma tra studenti di arte intenti a riprodurre le opere, turisti con una smodata passione per le fotografie e bambini urlanti era un impresa impossibile. A metà pomeriggio avevano individuato quattro cinque volti familiari che avevano incrociato più volte e con la scusa di fotografare quadri e sculture, avevano catturato un'immagine di ognuno da confrontare con i loro database.

Proprio quando stavano per venire via, videro scendere dall'ascensore Esteban Montoya, il figlio del trafficante di armi di cui avevano perso le tracce il giorno stesso che era arrivato.

Era accompagnato da due guardie del corpo, che a giudicare dall'auricolare avevano diversi colleghi appostati fuori dall'edificio. Montoya ci teneva alla sicurezza del figlio. Seguirono il ragazzo a distanza, fino a una limousine a noleggio. Kono provò a seguirli per un po', ma i colori sgargianti della sua auto non passarono inosservati, la limousine fece un giro completo attorno ad un'isolato e Kono a metà del giro fu costretta a lasciarli andare, per non farsi scoprire del tutto.

  
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