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Autore: wilgiappone33    27/12/2013    2 recensioni
E' stata una sereta totalmente normale, l'ultima notte di vacanza prima dell'inizio dell'inizio del liceo, non è successo nulla di strano...ma allora perché quando il giorno dopo ti svegli senti di essere cambiata? Quella riflessa nello specchio sei sempre tu, eppure in te c'é qualcosa di estraneo e anche il comportamento delle altre persone nei tuoi confronti è cambiato. Non capisci cosa possa essere successo, finché ti chiedi se l'incontro con quel ragazzo così misterioso, quella sera, sia stato del tutto casuale, o se invece sia successo qualcosa che ti rifiuti anche solo di immaginare. Ma è inutile, non puoi scappare da quello che sei diventata, né da tutto ciò che sta per accaderti, perché in fondo questo è solo l'inizio...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le nove erano passate da dieci minuti quando Erika e Daniele arrivarono in una tranquilla piazzetta nel centro storico della città. La ragazza si guardò intorno: le panchine disposte in cerchio, i lampioni che diffondevano ovunque una luce giallastra, il brusio proveniente dal dehor del ristorante di fronte a loro, l'edera che ricopriva in parte la facciata di un palazzo e...un vicoletto buio che sviava sulla destra. Perfetto. Erika lo indicò:
-Andiamo di lì!
Daniele non sembrava troppo convito, ma accettò comunque, mandando un'occhiata confusa verso la ragazza. Una volta percorsa la stradina abbastanza a lungo da non sentire più il vociare delle persone nella piazza, Erika alzò un braccio e schioccò le dita.
-Ma cosa stai facendo?- chiese il ragazzo.
-Scusa- I loro occhi si incrociarono per un attimo, quelli di lui velati da un lampo di terrore e quelli di lei tristi ma decisi, prima che un secondo ragazzo piombasse giù e si mettesse fra di loro. Ren. Prima ancora che Daniele potesse aprir bocca per urlare il vampiro mosse delicatamente un braccio e lo colpì con precisione al collo, afferrandolo, poi, prima che cadesse a terra svenuto. Erika posò gli occhi verdi su Ren con aria spaurita, ma lui rispose con calma:
-Non fare quella faccia, non vedevi l'ora vero?
E infatti era vero, la vampira aveva fatto uno sforzo immenso per non farsi scoprire dal suo accompagnatore, quella sera, ma d'ora in poi non sarebbe stato più così. Senza dire una parola sfilò una siringa dall'elegante borsetta blu, leccò l'ago come le aveva detto Ren e gliela porse.
-Fallo tu, io non ci riesco.
-Come vuoi- Le dita pallide e affusolate del ragazzo si strinsero attorno al manico della siringa e con un gesto rapido conficcò l'ago dove poco prima aveva colpito Daniele. Erika portò le mani davanti alla bocca, aperta in un urlo silenzioso, mentre vedeva il sangue del suo amico affluire nella siringa. La vampira si accorse di quanto le tremavano le mani solo quando provò a piantare l'ago nella vena del suo polso. Fra l'agitazione, la paura che qualcosa andasse storto e l'odore acuto del sangue che teneva in mani i suoi occhi diventarono scarlatti e...vuoti, sembrava caduta in trance. La voce di Ren la risvegliò da quello stato:
-Ehi...ehi! Dai, abbiamo poco tempo, sbrigati.
Erika riprese il controllo di se' e focalizzò il punto dove avrebbe dovuto inserire l'ago, impugnò con più decisione la siringa, la abbassò finché non le penetrò nella pelle ed infine spinse fino in fondo lo stantuffo e rimosse l'ago soffocando un gemito. Ci fu un attimo di calma, dopodiché fu investita da un'ondata di nausea e cadde a terra in preda alle convulsioni. Ren, mollato Daniele, e si accucciò di fianco alla ragazza, prendendola per le spalle e scuotendola.
-ERIKA, ERIKA! CHE HAI? ERIKA!
Vide i suoi occhi brillare di rosso e le punte delle zanne spuntarle dalle labbra, poi tornò normale e riprese di colpo i sensi, boccheggiando come chi ritorna in superficie dopo essere stato troppo sott'acqua.
-S-Stai bene?
-Io...credo di sì...
Si tirò lentamente su, con la schiena appoggiata al muro dietro di lei e guardò con aria grava Daniele, ancora steso a terra.
-Sta per riprendersi, vero?
-Sì, non manca molto, devo andare.
Le rivolse un sorriso incoraggiante e, raccolta la siringa, come era arrivato sparì, inghiottito dal buio. Erika strinse le spalle nella giacca scura e si accucciò accanto al ragazzo, gli prese la testa e se la appoggiò delicatamente sulle ginocchia. Per un attimo si stupì di non provare nulla, niente voglia accesa di sangue, niente battito accelerato, niente di niente. Sospirò sollevata: ce l'avevano fatta, ora mancava solo la “recita” finale.
Un paio di minuti dopo Daniele aprì gli occhi, confuso e disorientato.
-Erika...ma...cos'è successo?
-Daniele, finalmente! Che colpo mi hai fatto prendere!! Stai bene?
-S-sì, sto bene, ma cose ci faccio per terra?
-Sei svenuto, non te lo ricordi? Stavamo camminando quando ti sei bloccato e ti sei lentamente accasciato al suolo...mi hai terrorizzata! Ho urlato ma non mi ha sentita nessuno, ero così spaventata e...
-Ok, ok, calma, sto bene...ma sei sicura che le cose siano andate così? Io ricordo te che schioccavi le dita e ti scusavi, ma non so perché...e poi è arrivato qualcun altro...come un'ombra snella e scura...
-Lo avrai sognato...non c'era nessuno qui...magari ci fosse stato, avrebbe potuto aiutarti! E comunque l'unica cosa che ho detto prima che svenissi è il tuo nome, non “scusa” o roba simile...
-E così mi sarei sognato tutto? Beh, forse è possibile...sono stato svenuto a lungo?
-Dieci minuti circa...ma ora andiamocene, questo posto comincia a darmi i brividi.
Prese per mano il ragazzo, che non obiettò, e lo condusse indietro fino alla piazza. Erika insistette per essere lei ad accompagnare lui a casa, per assicurarsi che non avesse un altro mancamento. Quando arrivarono davanti al portone di casa sua Daniele aveva ripreso colore ed Erika sperò con tutta se stessa che non notasse il minuscolo foro dell'ago sula pelle chiara del collo. Lanciò un'occhiata al suo polso: no, nessuno avrebbe potuto vederlo se non avesse saputo che c'era. Dopo essersi salutati il ragazzo non entrò subito nel palazzo, ma le rivolse un'ultima domanda:
-Mi dici perché hai voluto andare in quel vicoletto, stasera?
Erika fu presa alla sprovvista, ma non lo diede a vedere.
-Beh...perché...ecco, in realtà avevo paura di incontrare qualche nostro compagno di classe, non vorrei che si spargesse subito la voce...
-Quale voce?
Erika cacciò giù la timidezza insieme alla saliva e rispose con voce decisa:
-La voce che siamo una coppia.
Stavolta fu il ragazzo a stupirsi:
-Noi...siamo una coppia?
-Certo!- rispose lei -Se vuoi, ovviamente- aggiunse con aria maliziosa.
-S-Sicuro che voglio!- Daniele fece un sorriso a 32 denti e si infilò oltre al portone, gridandole con voce entusiasta ma non troppo decisa “Buona notte, tesoro! A domani!”. Erika rimase lì con un'espressione molto “Ma che...?!”: se lo faceva un ragazzo più spigliato con l'altro sesso, e invece...bah, ma che importava? Ora erano una coppia, no?













 

 

Sciaaaau belli! Come va? Sopravvissuti al Natale? ;)
Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Ditemelo con una recensione!

Prometto che il prossimo arriverà entro l'inizio della scuola! ^^
Ci sentiamo presto, buone feste e buon anno nuovo a tutti!!

 

   
 
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