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Autore: Astrea_    27/12/2013    1 recensioni
[Dal primo capitolo]
Sapevano che erano esattamente come tante piccole mine vaganti, senza passato né futuro, anime che si affannavano per sopravvivere, che si sbracciavano per rimanere a galla nell’oceano increspato della vita. Si sforzavano di cercare contatti, di trovare stabilità, amore ed affetto. Fingevano di comprendersi, di esserci l’uno per l’altro, di essere uniti, ma in realtà sapevano di essere terribilmente soli. Non erano un gruppo, ma solo l’unione di individualità problematiche, di adolescenti troppo presi ad affrontare le difficoltà del piccolo mondo nel quale si rinchiudevano. Erano fragili, talmente tanto che sarebbe bastata una sola folata di vento per raderli al suolo, ridurli a brandelli. Erano forti, tanto forti da mascherare le loro più grandi paure, l’incolmabile vuoto che sentivano nei loro petti e nelle loro menti.
STORIA ISPIRATA ALLA SERIE TELEVISIVA "SKINS".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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BRIANNE

“Il verde ti sta d'incanto, ma anche il lilla é sublime.”, commentò Bree osservando l'ennesimo vestito provato da Margaret.
Audrey era appoggiata alla parete del camerino, aveva le braccia incrociate al petto ed un'espressione infastidita. Era quasi un'ora che quella patetica scena si ripeteva sotto i suoi occhi. Al contrario, Charlotte si limitava a smorfie riluttanti e commenti non troppo entusiasti legati per la maggior parte alla superficialità femminile nell'agghindarsi solo per un semplice appuntamento.
“Potresti anche provare qualcosa che non dica soltanto saltami addosso dove e quando preferisci?”, bofonchiò all'indirizzo dell'amica che ancora fissava la sua immagine riflessa dallo specchio.
“Ma Harry é talmente gentile che non lo penserebbe comunque.”, replicò Margaret con un sorriso soddisfatto disegnato sulle labbra.
Audrey rimase colpita da quelle parole, tanto da decidersi a prestare attenzione a quella serie di scontati convenevoli che procedeva ad oltranza da chissà quanto tempo ormai.
“Quel suo faccino é davvero dolcissimo.”, si lasciò sfuggire Bree, concordando con l'altra.
“Andiamo, parliamo dello stesso ragazzo che segue alla lettera ogni parola di Liam?”, le provocò Charlie, puntando il suo sguardo indagatore su entrambe.
Audrey le osservava, immobile nella sua posizione e con gli occhi e le orecchie vigili. Non sapeva perché quel discorso la incuriosisse tanto o perché fosse interessata a conoscere quanti più dettagli le fosse dato sapere.
“In effetti é decisamente meglio quando é solo.”, spiegò Margaret, tirando la tendina del camerino per potersi cambiare.
Audrey sospirò, fantasticando su come Harry potesse essere in momenti di maggiore intimità come quelli che aveva vissuto con Margaret. Lo aveva conosciuto come il ragazzo impacciato, un po' insicuro e per nulla orgoglioso e trovava difficile immaginarlo in contesti che richiedessero iniziativa e sicurezza.
Il suono del cellulare di Bree costrinse le ragazze ad interrompere quella breve conversazione appena intrapresa. La rossa estrasse frettolosamente il cellulare dalla borsa e accettò la chiamata, non nutrendo alcun dubbio sull'identità di chi la stesse cercando.
“Ciao mamma.”, esordì uscendo dal negozio alla ricerca di un luogo più appartato.
“Sì può sapere dove diavolo sei finita?”, la voce stridula ed alterata della donna costrinse Bree ad allontanare il telefono dall'orecchio per qualche istante.
“Sono la centro commerciale con delle amiche.”, la informò con tono calmo e pacato, rifugiandosi nel largo ma corto corridoio che dava accesso ai bagni.
“Ti ho detto mille volte che devi avvisarmi!”, la sgridò sua madre.
Bree poteva distintamente vedere i suoi occhi adirati, i capelli tirati indietro, i lineamenti tesi del volto della donna e l'indice che usualmente in occasioni del genere puntava contro di lei.
“Ma io te l'ho detto, mamma.”, si giustificò la ragazza con un sussurro, per evitare che la donna all'altro capo del telefono si innervosisse ulteriormente.
“Non giocare con me, signorina. Sono abbastanza giovane da ricordare ancora tutto alla perfezione.”, controbatté lei.
Bree era sicura di ciò che diceva, ricordava perfettamente il breve dialogo che avevano avuto appena era rincasata da scuola, ma ricordava perfettamente anche il piccolo contenitore giallastro che la madre stringeva in una mano e nel quale erano conservate circa una dozzina di pillole.
“Torna immediatamente qui.”, ordinò alla figlia con tono autoritario.
“No.”, fu la secca risposta di Bree.
“Mi hai sentita? Ti ho detto torna immediatamente qui.”, ripeté lei.
“No.”, fu l'unica e decisa sillaba che uscì dalla bocca della rossa.
“Ragazzina, io sono tua madre e...”, iniziò ad urlare, indispettita dal comportamento insolente dimostrato dalla figlia.
Bree non ci pensò due volte prima di riattaccarle il telefono in faccia e spegnerlo un attimo dopo per non essere nuovamente disturbata. Voleva solo una vita normale, delle amiche con cui uscire e divertirsi ed una madre che non la costringesse a continui incontri con l'analista.
Bree percepiva il suo cuore battere forte nel petto, tanto che te mette di perderne il controllo. Le tempie pulsavano e la testa pareva voler scoppiare da un momento all'altro. Sapeva che sarebbero stati sufficienti pochi altri secondi prima che fosse travolta da una nuova crisi, ma Bree non voleva, non in quel momento. C'erano le sue amiche ad aspettarla in quel negozio e c'era un pomeriggio fantastico che si prospettava proprio davanti a lei e non voleva assolutamente rinunciare a tutto ciò. Con foga cercò nella borsa la piccola scatoletta d'acciaio che portava sempre con sé per occasioni come quella. La osservò minuziosamente rigirandola tra le sottili dita. Stava esitando e ciò metteva ancora più a rischio la sua condizione. Così si decise e con un veloce gesto prese un'unica piccola pillola e la porto alle bocca, poi la ingoiò. Una sensazione di calma inondò il suo corpo, facendo distendere le sue labbra in un ampio sorriso stralunato. I suoi occhi erano vacui, tanto da conferire alla sua espressione un'aria assente e pressoché inquietante.
Quando tornò nel negozio dove aveva lasciato le sue amiche, le trovò in coda alla cassa. Margaret teneva tra le mani uno dei vestiti che aveva provato poco prima, sorrideva raggiante. Charlie e Audrey erano accanto a lei, con delle espressioni meno entusiaste della prima, ansiose di uscire da lì.
“Allora, alla fine hai scelto quello blu?”, iniziò richiamando l'attenzione delle ragazze.
Audrey accennò ad un lieve sorriso in direzione dell’amica, rassicurata dal suo ritorno, mentre Margaret la guardava con aria soddisfatta dell’acquisto che si accingeva a fare. L’avrebbe indossato per la serata con Harry e l’avrebbe stupito con quell’abito che aderiva perfettamente al suo corpo, conferendole un aspetto più sexy e maturo. Ancora nutriva dei forti dubbi sul suo eventuale ed effettivo interesse per Harry. Margaret trovava quella situazione particolarmente intricante e divertente, forse era per quel motivo che aveva prontamente accettato l’invito che Harry le aveva fatto per mezzo di Liam. Tuttavia, in un certo senso sapeva che tra lei e quel ragazzo non sarebbe mai potuto nascere nulla di serio e duraturo. Erano troppo diversi, troppo distanti per comprendersi con un solo sguardo. Aveva stabilito che la sera stessa dell’appuntamento avrebbe preso una decisione riguardo alla sua relazione con Harry, determinando in maniera chiara e precisa la loro situazione, al momento ancora troppo confusa ed ambigua.
Così, quando finalmente la grande serata giunse, Margaret aveva già un accurato piano per valutare quanto e in che misura fosse coinvolta da Harry.
“Ciao.”, salutò lui non appena Margaret salì sull’auto che il padre di Harry gli aveva prestato per la speciale occasione.
“Ciao.”, ricambiò lei, posandogli un leggero bacio sulla guancia. “Hai già pensato a dove andare?”, chiese Margaret, mentre il ragazzo metteva in moto.
“A dir il vero pensavo al cinema, ma se non ti va possiamo sempre cambiare.”, affermò cercando di camuffare quel velo di imbarazzo che ancora gli increspava la voce.
In realtà anche quello era stato un acuto suggerimento di Liam, ottimale sia per contrastare il disagio dovuto alla mancanza di interesse che per favorire la vicinanza nel caso contrario. Il film avrebbe riempito eventuali silenzi imbarazzanti, mentre il buio avrebbe favorito contatti ravvicinati.
“Perfetto.”, commentò Margaret, annotando già mentalmente quanto quella scelta fosse per lei sbagliata.
Insomma, nessuna ragazza avrebbe mai desiderato un luogo scuro ed affollato, in cui sarebbe stato difficile conversare proprio per il primo appuntamento. Margaret ricevette un’ulteriore conferma quando insieme scelsero il film. Nessun horror o storia d’amore drammatica, ma una commedia esilarante e davvero poco romantica. Sorrise quando Harry la prese sotto braccio per condurla all’interno della sala. Il riccio per tutta la durata del film non fece altro che ridere e commentare le battute squallide dei personaggi che si stagliavano dal grande schermo, coinvolgendo anche Margaret nel vortice della sua allegria. La ragazza sorrise nel vederlo finalmente se stesso. Quella volta, ne era certa, non c’era margine della presenza di Liam nel comportamento di Harry. Lui gli avrebbe detto di circondarle le spalle con un braccio, di sussurrarle qualcosa di carino all’orecchio, di prendere i popcorn per entrambi e si far casualmente sfiorare le loro ginocchia. Invece Harry era lì, con il suo sorriso e le due fossette scavate sulle guance che faceva saettare lo sguardo dallo schermo al viso di Margaret, non curandosi di come potesse apparire ai suoi occhi. Era bello, con quei ricci sfatti, quella camicia e quei jeans stretti a cui non era abituato. I suoi occhi verdi splendevano nel buio della sala e Margaret fu completamente travolta dalla inondante luce che emettevano. Trovava piacevole trascorrere del tempo con lui, a commentare tanto scioccamente le scene di quell’assurdo film che si susseguivano una dopo l’altra, tanto che accettò di buon grado la proposta di Harry di fare una passeggiata all’uscita dal cinema.
“Mi sono divertita.”, gli disse, avvolgendosi meglio nel cappotto nero che indossava quella sera.
Harry sorrise a quelle parole, cercando di camuffare la tensione che cresceva dentro di lui.
Sapeva quale doveva essere il suo obiettivo al termine della serata, ma all’improvviso si trovò a rimuginare su quanto realmente volesse quel bacio.
“Anche io, davvero.”, replicò Harry rallentando per accostare poco distante dalla staccionata che delimitava il prato di un parco.
“Che c’è?”, domandò Margaret, fermandosi accanto a lui.
Corrugò la fronte, mentre con gli occhi studiava l’espressione tormentata di Harry, che con il capo chino continuava a picchiettare a terra con il piede destro.
“Io…”, iniziò, ma non riuscì a terminare quella frase.
Doveva baciarla, doveva solo baciarla e Margaret molto probabilmente sarebbe diventata la sua ragazza. Eppure qualcosa lo induceva ad esitare, a temporeggiare. Harry si chiese se senza l’intervento di Liam, lui avesse provato comunque dell’interesse nei confronti di quella ragazza tanto carina e simpatica. La risposta era sicuramente affermativa, Margaret era davvero splendida, forse persino troppo per Harry, ma non riusciva a farle mancare il fiato. Il riccio si sentiva terribilmente infantile e schifosamente romantico nel soffermarsi su quelle piccolezze. Liam gli avrebbe detto che l’amore non era necessario a quell’età, che sarebbe venuto con il tempo e che avrebbe dovuto approfittare di un’occasione irripetibile come quella, ma Harry non era Liam. Harry aveva baciato Margaret, aveva fatto sesso con lei e gli era piaciuto da morire, ma non aveva percepito le farfalle allo stomaco.
“Dillo Harry, dì qualsiasi cosa.”, lo incoraggiò Margaret, sfiorando con la mano il braccio teso del ragazzo.
“Mi dispiace.”, si scusò lui, facendo scivolare i suoi occhi verdi in quelli di Margaret.
Lei non era arrabbiata o delusa, al contrario gli sorrideva rassicurante e comprensiva, tanto che proprio da quel viso Harry riuscì a trovare la forza di cui necessitava per continuare quel discorso.
“Mi dispiace perché tu sei la ragazza più incredibile con la quale io sia mai uscito, a dir il vero sei anche l’unica e questo ti rende ancora più incredibile.”, riprese estraendo le mani dalle tasche per muoverle freneticamente a mezz’aria.
Margaret lo guardava gesticolare, con il viso contratto in un’espressione concentrata e la voce ancora insicura, e non riusciva a vedere in lui nessuno di quei difetti che Harry stesso pensava di nascondere grazie ai consigli di Liam.
“Mi dispiace perché sei solare, allegra, vivace, ridi persino alle mie battute senza senso e non mi giudichi per quanto male mi vesta o per quanto i miei capelli siano disordinati.”, continuò passando istintivamente una mano tra i ricci per dargli una veloce sistemata.
“Mi dispiace perché sei davvero fantastica, sul serio, e perché potrei tranquillamente uscire ancora con te, ma purtroppo io....”, s’interruppe d’un tratto.
Aveva la bocca socchiusa e gli occhi sgranati puntati in quelli della ragazza.
“Purtroppo non è scattato, non è scattato quel qualcosa, non so perché, ma ti giuro che se esistesse un metodo per farlo, lo farei all’istante.”, terminò, mentre la sua voce si spegneva in un sussurro.
“Lo so, Harry. Lo so.”, confessò Margaret in un sussurro. “Se fosse possibile, anche io farei di tutto per riuscire ad amare una persona come te.”, ammise con un triste sorriso appena accennato sulle labbra sottili ancora coperte di rossetto.
“Sceglierei sempre e comunque te, se potessi scegliere di chi innamorarmi.”, ricambiò Harry, avvicinandosi a Margaret fino ad avvolgerla tra le sue braccia.
“Ma non si può scegliere, sfortunatamente.”, mormorò lei contro il petto di Harry, stringendo le braccia intorno al busto del ragazzo.
“Mi dispiace.”, ripeté Harry, sfiorando con la guancia i capelli biondi di Margaret.
“Anche a me.”, concluse lei, perdendosi nel calore di quell’abbraccio che lasciò ad entrambi l’amaro in bocca.
Quando la mattina successiva Harry raggiunse il
Kensington & Chelsea College, trovò ad attenderlo all’ingresso Liam che gli sorrideva con sguardo complice.
“Buongiorno bello!”, esordì Liam, dando una leggera pacca sulla spalla di Harry.
Il riccio si costrinse a forzare le labbra in un sorriso, sperando di riuscire a sorvolare l’interrogatorio che di certo l’amico aveva preparato per lui.
“Dov’è la tua ragazza, grande uomo?”, chiese cercando Margaret con lo sguardo, senza tuttavia trovarla.
Harry deglutì, preparandosi ad affrontare quella situazione. Si chiedeva ancora come fosse riuscito a ficcarsi in una situazione del genere. Sarebbe semplicemente bastato dire che lui non era interessato a Margaret e che avrebbe provveduto autonomamente alla sua fallimentare vita sentimentale. Tuttavia, quando si trattava di Liam, Harry non era mai abbastanza bravo nel far emergere la sua opinione. Lo aveva visto e continuava a vederlo come un punto di riferimento per lui troppo importante per poter essere ignorato, ma che spesso finiva per oscurarlo completamente.
“Non stiamo insieme.”, disse tutto d’un fiato.
Non voleva deludere il suo amico, ma non voleva neppure mentirgli. Harry era sincero in fin dei conti, forse persino troppo per essere circondato da persone che, invece, non facevano altro che mentire anche a se stessi.
“Come?”, gli chiese Liam sgranando gli occhi per la sorpresa. “Ti ha detto forse di no? Ora vado a parlare.”, riprese con foga, avviandosi già verso il corridoio delle aule del primo piano.
Harry lo raggiunse in poche falcate e lo bloccò afferrando il braccio di Liam.
“No, non mi ha detto di no.”, spiegò allora, per evitare chissà quale prossima mossa del castano.
Liam corrucciò la fronte, come se quelle parole gli risultassero particolarmente difficili da comprendere.
“Non gliel’ho chiesto, Liam.”, ammise infine.
Il castano sgranò gli occhi, sorpreso da quella piccola confessione. Non aveva agito per cattiveria o con secondi fini quando aveva pianificato quella che doveva essere la prima grande storia d’amore di Harry, ma aveva completamente ignorato il suo parere a riguardo. Aveva pensato che lui avrebbe fatto i salti di gioia e che avrebbe goduto di questa sua prima esperienza senza troppe complicazioni.
“Io e Margaret vogliamo solo essere amici.”, spiegò scrollando le spalle, sperando in una reazione positiva del suo amico.
Era la prima volta che Harry non si lasciava abbindolare da una delle magnifiche soluzioni proposte da Liam, era la prima volta che rifiutava il suo intervento nella sua vita privata e non aveva la benché minima idea di come lui potesse prendere quella sua opposizione.
“Capito.”, bofonchiò riluttante.
Non era ferito, era soltanto sorpreso. Ma ad Harry quel suo tentennare parve molto più grave di quanto in realtà fosse.
“Ne parliamo meglio dopo, va bene? Ora devo scappare in classe.”, si liquidò frettolosamente Liam.
Aveva bisogno di riflettere, di comprendere cosa non avesse funzionato nel suo schema. Aveva calcolato ogni margine di errore, ma non quello. Non era infastidito dal comportamento di Harry, non ne avrebbe avuto alcun motivo per esserlo. Liam doveva comprendere quali fattori non aveva preso in considerazione, cosa fosse sfuggito al suo occhio vigile. Si allontanò, continuando ad interrogarsi sui mille dubbi che affollavano la sua astuta mente, e solo quando varcò la soglia della classe la persona che avrebbe potuto aiutarlo gli si parò letteralmente davanti.
“Ciao Niall.”, salutò prendendo posto accanto al ragazzo.
“Ciao.”, rispose l’altro, palesemente spiazzato dalla presenza del castano proprio al suo fianco.
“Devo chiederti un favore.”, sentenziò Liam, sistemandosi meglio nel banco.
Il biondo storse il labbro, ancor più sorpreso da quella richiesta. Dopo quello che era successo tra lui e Millie, di cui ovviamente Liam non era a conoscenza, conversare amabilmente con lui era davvero una delle cose che Niall si augurava di non dover mai fare. Aiutarlo, inoltre, non era affatto tra le sue priorità, ma rifiutare a prescindere avrebbe infastidito Liam, magari a tal punto da continuare ad importunarlo anche solo con la sua presenza fisica, fino a farlo cedere ed ottenere comunque ciò che desiderava. Liam otteneva sempre ciò che voleva ed era disposto anche ad aspettare il tempo necessario per la realizzazione dei suoi piani, mentre Niall voleva soltanto assicurarsi che il castano mantenesse le distanze da lui. Prima o poi, ne era certo, avrebbe finito per urlargli in faccia quanto la sua ragazza fosse brava a letto e a quel punto sicuramente ne sarebbe venuta fuori una discreta rissa. Se continuava a trattenersi, evitando di sbattere in faccia a Liam la cruda e nuda verità, era solo per Millie e per il bene che dopotutto ancora nutriva per lei.
“Dimmi.”, borbottò mentre la lezione iniziava.
“Cosa si prova ad essere innamorati?”, chiese Liam di getto, lasciando sconcertato il biondo al suo fianco. “Insomma, so che sei innamorato di Millie, voglio solo capire cosa c’è di diverso dal semplice farsi piacere una persona.”, spiegò con una calma che rese Niall ancora più nervoso.
“Ero.”, lo corresse stringendo forte la mano sinistra in un pungo. “Ero innamorato di lei.”, specificò evitando accuratamente di pronunciare quel nome.
Liam scrollò il capo, come se quei dettagli non avessero alcun peso per lui. Il suo obiettivo, ora, era capire come una persona potesse innamorarsi di un’altra, come potesse amarla profondamente.
“È un qualcosa di totalizzante, travolgente.”, provò a dire Niall, trovando estrema difficoltà nel rispondere a quel quesito.
“Cioè?”, lo incalzò Liam, per nulla soddisfatto di quelle poche parole.
“Cioè lo percepisci, lo senti. Sai che non potresti fare a meno di lei e che faresti di tutto solo per vederla sorridere.”, aggiunse con lo sguardo vacuo, ricordando quando quel vuoto che ora regnava nella sua mente veniva riempito dal viso di Millie.
“Sembra brutto.”, commentò Liam, soffermandosi a riflettere sulle informazioni che Niall gli aveva appena fornito.
“Invece è la cosa più bella del mondo.”, controbatté l’altro in un sussurro.
Louis e Zayn erano seduti in uno dei banchi in ultima fila. Accovacciati sulla superficie di legno cercavano di non farsi notare mentre ignoravano bellamente la lezione che la professoressa stava tenendo in classe. Avrebbero volentieri fatto a meno di uno dei tanti corsi che erano costretti a frequentare, ma purtroppo erano consapevoli della necessità di terminare quell’ultimo anno di college.
“Zayn, il cellulare continua a vibrarti nell’astuccio.”, lo informò per l’ennesima volta Louis, lanciando un fugace sguardo al telefonino il cui schermo era illuminato.
“Prima o poi smetterà.”, sentenziò l’altro, poggiando meglio la testa sul braccio che teneva piegato sul banco.
“Dovresti rispondere.”, borbottò Louis, in palese disaccordo con il comportamento dell’amico.
Zayn socchiuse gli occhi, cercando di ignorare la vocina odiosa di quello che riteneva essere un suo amico.
“Saranno circa le cinque da lui, magari è successo qualcosa.”, continuò il ragazzo dagli occhi azzurri, nel tentativo di convincere Zayn a seguire il suo consiglio.
“Che se li risolvesse da solo i suoi nuovi problemi, io ho già quelli vecchi a cui dover pensare.”, sbottò irritato.
Era Jamal a chiamarlo. Ormai lo faceva sempre più spesso e ai più svariati orari, come se davvero volesse contattare il suo piccolo ed adorato fratello di cui non aveva notizie da troppo tempo.
Ma Zayn non avrebbe mai più voluto sentire la sua voce, né le sue false scuse.

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 Angolo Autrice
Salve a tutti!:D Come procedono le adorate vacanze? Come vanno i festeggiamenti?
Io sto mangiando talmente tanto che credo che per la befana diventerò una palla completa!xD
Comunque, nel capitolo si parte con Bree! D iciamo che le parti fondamentali sono proprio quella su di lei, all'inizio, e quella su Harry...
Anche se Liam non è del tutto da sottovalutare, ma non aspettavevi grandi cose da lui.
Liam rimane un tipo piuttosto razionale, ma crescerà anche lui, anche se non so ancora in che misura.:D
Okay, per ora ci fermiamo con Zayn che proprio non vuole saperne di rispondere al cellulare,
Audrey che presta attenzione alla discussione e Margaret ed Harry che decidono di rimanere amici.
Bene, vi chiedo, se vi va, di lasciare qualche commento... Insomma, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Anche se si tratta di critiche, almeno saprò come potermi migliorare!
Okay, ringrazio chi legge, segue, ricorda, preferisce!*.*
Alla prossima!:*
                                                            Astrea_








  
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