Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RedMarauder    27/12/2013    22 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 19
Vischio e Felpato
 
 
 
 
 
 
 
Al numero dodici di Grimmauld Place la vita quotidiana subì un drastico cambiamento. Hermione ricordava molto bene l’estate passata a pulire la casa e disinfestarla. Ricordava fin troppo bene le pareti oscure, le ragnatele e i lamenti di Kreacher. Ricordava il raspare degli artigli di Fierobecco dall’alto della sua stanza. Ricordava l’odore di muffa e il borbottio sommesso dei membri dell’Ordine. Perciò fu tanto difficile, per lei, realizzare quel cambiamento.
Grimmauld Place era sempre un po’ logora e un po’ macabra. Ma era piena di vita. Era un luogo festoso, accogliente. Sirius e la signora Weasley avevano riempito i corridoi e le stanze di ghirlande, vischi e nastri rossi. In salotto e in cucina due enormi alberi di Natale svettavano quasi fino al soffitto, pieni di decorazioni. Fred e George avevano acceso alcuni dei loro Fuochi Forsennati, stupendo tutti con l’ultimo modello: scie luminose che sfrecciavano da una stanza all’altra e che si esaurivano solo dopo tre giorni. In cucina c’era sempre odore di cibo, soprattutto di dolci. La signora Weasley preparava torte, pranzi e cene e si offendeva ogni volta che un qualsiasi membro dell’Ordine, Mundungus compreso, rifiutava l’invito a tavola. Ogni maniglia di ogni porta era stata lucidata e Tonks le aveva decorate con dei piccoli gnomi penzolanti. Non erano veri, era solo un incantesimo. Teoricamente, erano stati stregati per cantare carole di Natale, ma Tonks doveva aver sbagliato incantesimo, perché gli gnomi non facevano altro che strillare, scuotere i pugni e lanciare battute di dubbio gusto ai passanti. Sirius ne aveva zittiti un paio, dopo che si erano permessi di prenderlo in giro per i suoi capelli. Quando non era impegnato a imbavagliare gli gnomi sulle maniglie delle porte, Sirius vagava per i corridoi cantando canzoni di Natale, correva da Fierobecco a nutrirlo più del necessario, giustificandosi con la scusa delle feste natalizie che portavano più cibo per tutti, e saltava fuori all’improvviso dagli angoli, obbligando i malcapitati a indossare buffe orecchie da renna o cappelli da Babbo Natale. Le orecchie da renna erano state stregate per muoversi avanti e indietro e i capelli, anch’essi forniti di incantesimi, rimanevano appiccicati alla testa e non si riusciva a toglierli per giorni. Era stata Tonks a sbagliare incantesimo!
Tutti erano felici, l’umore era decisamente migliorato rispetto all’ultima volta che avevano messo piede in quel posto. Harry e Sirius passavano tutto il tempo che potevano insieme e Molly si comportava in modo così dolce con Sirius che Hermione pensò di poter cominciare a credere ai miracoli di Natale.
Lupin passava spesso al numero dodici e cercava di parlare con Harry il più possibile. Fece un sacco di domande a tutti i ragazzi sulle condizioni di vita a Hogwarts e sulla Umbridge, ma cercò anche di distrarli e di mostrarsi ottimista. Hermione notò quanto fosse stanco e trasandato, e provò un moto inarrestabile di pena e rabbia, perché il mondo stava mandando a rotoli una delle poche persone degne di stima rimaste a lottare.
Mundungus riuscì comunque a mandare Molly su tutte le furie, trasportando in casa una scatola di quelle che dovevano essere polveri altamente pericolose. Ma a parte quell’episodio, l’atmosfera nuova e festante di Grimmauld Place permise anche a loro di abbassare i toni.
Bill passò molto tempo nella casa e aiutò persino nelle pulizie. Hermione lo sentì parlare un po’ troppo spesso di Fleur. Forse qualcuno stava apprezzando un tantino il fascino francese..
Decorata a dovere, la casa non sembrò poi così tanto macabra. Le teste degli Elfi erano state decorate con dei cappelli e tutte quelle scintille, il vischio e i nastri rossi davano un tocco di luce alle ombre delle pareti e delle stanze. Hermione capì che il numero dodici non sarebbe stato lo stesso posto di quell’estate di prigionia. Era una casa vera. Erano una famiglia.  Era un bel posto in cui stare.
Il tutto, però, non li sottrasse ai loro doveri. La signora Weasley ordinò ai ragazzi di pulire e sistemare la casa, continuando il lavoro cominciato d’estate. Il clima natalizio rese le pulizie e le disinfestazioni migliori rispetto a quelle estive.
Il giorno in cui disinfestarono il salotto piccolo del terzo piano, fu uno dei migliori dell’intera vacanza.
La signora Weasley li svegliò tutti molto presto, diede loro una scodella di porridge e del succo di zucca e poi li spedì al terzo piano. Fred e George lottarono fino all’ultimo per sottrarsi agli ordini della madre, ma la signora Weasley sfoderò il suo sguardo omicida e nessuno dei due osò proferire parola. Si smaterializzarono e non appena furono spariti, la signora Weasley si voltò verso Hermione e Ginny.
- Se non sono al terzo piano – disse, - Venite a chiamarmi. Ho giusto un paio di idee su come punirli!-
Sorridendo, Hermione e Ginny seguirono Harry e Ron al terzo piano. Fred e George erano seduti sul pavimento e stavano rigirando la bacchetta fra le mani.
- Avete intenzione di usare la magia?- chiese Ron, accasciandosi su un divano per poi saltare in piedi urlando. Un ragno muoveva tranquillo le zampe sul bracciolo.
Fred agitò la bacchetta e fece scomparire il ragno. – Sì!- rispose.
- La mamma vi ucciderà!- li avvisò Ginny.
- Se riesce a prenderci!- ribatté George.
Persero ancora del tempo in chiacchiere, ma l’urlo della signora Weasley dal piano disotto pose fine alla conversazione. Iniziarono a dividersi i ruoli. Ginny e Hermione si sarebbero occupate della libreria, Harry e Ron delle cassettiere e Fred e George avrebbero pulito tende, tappeti e divani. Furono i primi a finire, ovviamente. Si sedettero sul divano appena ripulito e cominciarono a impartire ordini, mandando gli altri su tutte le furie.
Ron tentava di afferrare una scatola da quasi cinque minuti. Più lui allungava le mani, più la scatola si ritirava, sfuggendo alla sua presa. Non si accorse che era tutta colpa di Fred. George tratteneva a stento le lacrime. Dopo un po’, Hermione afferrò un libro e lo scagliò con forza contro il braccio di Fred. Non poteva usare la magia, ma far volare gli oggetti era un gioco da ragazzi anche per i Babbani! Il colpo gli fece cadere la bacchetta di mano. George decise di non trattenere più lacrime e risate.
- E’ un’aperta dichiarazione di guerra, Granger?- la provocò Fred.
Hermione lo squadrò furente. – Potreste rendervi utili e aiutarci!- sbottò.
George scosse le spalle. – Non sembrate in difficoltà!-
- Ve la cavate benissimo, continuate così!- rincarò Fred.
Fu il turno di Ginny di afferrare una scatola di fiammiferi e tirarli. George afferrò un cuscino e lo lanciò alla sorella. E la guerra si scatenò. La rabbia cedette il posto alla spensieratezza e i ragazzi cominciarono a lanciare oggetti e a scappare ridendo. Ron fu colpito alla schiena da una sciarpa che decise di legarsi alla sua vita e di sollevarlo in aria, legandolo al lampadario. Nel tentativo di tirarlo giù, Harry inciampò sul tappeto risvoltato e finì a gambe all’aria, abbattendo Ginny, che stava tentando di issarsi su una sedia per aiutare il fratello. Erano tutti così impegnati a tentare di aiutare Ron, che nessuno si accorse di Fred. Arrivò alle spalle di Hermione, spaventandola. Ma non la colpì. Appoggiò semplicemente le mani sulla sua vita e spostò i capelli con il naso. Trovò la pelle del suo collo e la baciò maliziosamente. Poi sparì. Fu talmente veloce che Hermione pensò di esserselo immaginato, ma fu sufficiente a farla arrossire. Un improvviso calore salì lungo la sua gola. Tossì, ricordandosi di respirare e si voltò verso Fred, che stava aiutando Ginny a rimettersi in piedi. Lui alzò lo sguardo e le fece un occhiolino. Hermione cercò di trattenersi. Non poteva usare la magia. Il Ministero l’avrebbe rinchiusa ad Azkaban se avesse ammazzato Fred Weasley nel salotto di Grimmauld Place. Cosa peggiore, avrebbe rivelato loro Grimmauld Place. Per il bene del mondo magico, e della sua stessa salute mentale, Fred Weasley sarebbe rimasto vivo.
Con un incantesimo George riportò Ron a terra e riuscì a sottrarlo dalla presa della sciarpa stregata. Ron, deciso a vendicarsi, scattò in piedi e afferrò una decorazione a forma di stella dalla scatola che la signora Weasley aveva portato di sopra, incaricandoli così anche degli addobbi. Lanciò la stella contro George, che si spostò rapido. La decorazione finì addosso a Hermione che ridendo la rilanciò a Ron. Il ragazzo non si aspettava quel lancio e ricevette la stella in piena fronte. Ginny scoppiò a ridere e si lasciò cadere sul divano, tenendosi la pancia. Ron crollò ridendo sul pavimento e Harry, nel tentativo scadente di aiutarlo, finì in ginocchio al suo fianco. Hermione si sedette accanto a Ginny e posò la testa sulle sue gambe, unendosi a quella risata liberatoria che stava coinvolgendo tutti. Fred e George crollarono sul pavimento, battendo le mani.
- E’ bello fare le pulizie con voi!- mormorò George fra le risate.
- Educativo!- aggiunse Fred.
- Divertente!-
- Affatto noioso!-
- Quasi idilliaco!-
- Ok, ora non esagerate!- esclamò Ginny.
In quel momento, Sirius aprì la porta e notò i ragazzi stesi su pavimento e divano, intenti a ridere e fingere di colpirsi con le decorazioni. Alzò un sopracciglio, in attesa di spiegazioni.
- Stavamo pulendo!- intervenne Hermione, sfoderando il suo cipiglio sbrigativo, ma senza riuscire a trattenere un sorriso.
Sirius si guardò intorno e vide gli oggetti sparsi per tutta la stanza e il suo sguardo cadde sul lampadario storto.
- Oh sì, lo vedo!- commentò, sorridendo.
- Vuoi unirti a noi?- chiese Ron.
- Non saprei..- borbottò, svogliato. Avanzò lentamente nella stanza e sfoderò la bacchetta, assieme a un sorriso. – Mi è permesso usare questa?-
Passarono quasi tre ore a guardare Sirius, Fred e George lanciarsi ogni tipo di incantesimo. Nessun disarmo, né attacco. Erano incantesimi inutili, stupidi e ridicoli. Qualunque cosa gli venisse in mente, Sirius la eseguiva e cercava di insegnarla ai gemelli, che ricambiarono con alcuni incantesimi di cui Hermione ignorava totalmente l’esistenza. Forse perché non erano esattamente il tipo di incantesimi a cui lei solitamente si dedicava. Ma scoprì che erano divertenti.
Finirono solo quando la signora Weasley irruppe nella stanza e cacciò via Sirius e i gemelli, colpendoli con il mestolo dello stufato. Poi ordinò agli altri quattro di rimettersi al lavoro. Fu in quel momento che tutti rimpiansero la mattinata di divertenti lotte e risate: toccava a loro ripulire i danni. Senza magia.
All’ora di pranzo erano così stanchi che Ginny si addormentò con la testa sul tavolo e Ron rovesciò la scodella di stufato, perché aveva le braccia indolenzite. La signora Weasley concesse loro un pomeriggio di riposo. Tentarono di spiare l’Ordine e di origliare le riunioni del pomeriggio, ma i loro tentativi si rivelarono vani fin da subito: la porta era stata imperturbata e la signora Weasley sorvegliava ogni spostamento dei membri, raccomandandosi di non parlare fuori dalla stanza. Dopo qualche ora di inutili rappresaglie, Fred e George tornarono nella loro stanza dopo un sonoro crac  e gli altri quattro si sistemarono nella stanza di Harry e Ron, a parlare. Ipotizzarono i piani dell’Ordine, parlarono di Voldemort e del Ministero, ma erano talmente a corto di informazioni che, ben presto, cominciarono a ripetere le stesse cose. Andarono avanti per metà pomeriggio, ma poi si stancarono. Calò un silenzio carico di stanchezza. Ginny si era rannicchiata contro Hermione e giocherellava con le pagine de Il Quidditch attraverso i Secoli. Ron era seduto sul suo letto assieme a Harry e stavano giocando a scacchi. Hermione colse l’occasione per mettersi a studiare. Con le esclamazioni dei due ragazzi in sottofondo, Hermione aprì il libro di Trasfigurazione e cominciò a leggere. Le ore sembravano non passare mai. Finalmente, la signora Weasley li chiamò per la cena. A tavola, Tonks divertì tutti con le sue trasformazioni, risollevando l’umore generale. Passarono la serata in cucina. Sirius e Lupin raccontarono parecchie storie dei tempi della scuola, soprattutto riguardanti Piton. Molly tentò di porre fine all’argomento, ma ormai il danno era fatto. Il signor Weasley riuscì, pian piano, a spostare la conversazione su acque più sicure, ma tutti andarono a dormire con nuove informazioni che avrebbero reso le lezioni di Pozioni un pochino migliori.
Hermione crollò a letto e si addormentò quasi subito. Il lavoro, la lotta e lo studio l’avevano distrutta. Poche ore e sarebbe stata ufficialmente la Vigilia di Natale. Erano lì solo da pochi giorni, eppure le sembrava di essere arrivata da mesi. Sorrise, accoccolandosi fra le coperte. Mancava ancora tanto al rientro a scuola. Aveva ancora del tempo da passare in quella casa allegra e piena di persone a cui voleva bene.
 
 
 
 
 
 
 
La Vigilia di Natale portò buone notizie: niente pulizie. La signora Weasley decise di concedere una tregua a tutti. La cucina era piuttosto spoglia di decorazioni, a parte l’albero, così Hermione e Ginny si offrirono volontarie per addobbarla. La signora Weasley gironzolò spesso dalle loro parti, cercando di cogliere stralci di conversazione, ma le ragazze furono abbastanza furbe da cambiare tempestivamente argomento. Questo, però, non impediva loro di ritornare all’argomento principale appena il naso della signora Weasley svaniva e sentivano il rumore dei suoi passi sulle scale che portavano al piano superiore.
Parlarono soprattutto di Harry..e di Fred. Nelle due settimane precedenti alle vacanze, le cose non erano cambiate poi molto, ma fra impegni, studio e tutto il resto, Ginny e Hermione non avevano mai avuto un momento tutto per loro. Ginny pretese dettagli che Hermione si rifiutò di condividere. Straordinariamente, riuscì a zittirla, ma solo per pochi istanti. Quando Ginny tornò alla carica, Hermione cedette e passarono una delle mattinate più divertenti della loro amicizia. Se qualcuno avesse colto anche solo uno stralcio della loro conversazione, probabilmente avrebbe desiderato di essere obliviato o non le avrebbe più volute guardare negli occhi. O non avrebbe più voluto guardare negli occhi Fred e Harry..
Finiti gli addobbi, Hermione e Ginny tornarono nella loro stanza, continuando a ridere e scherzare, ma abbandonando discorsi potenzialmente pericolosi da affrontare nei corridoi.
Arrivarono davanti alla loro stanza. Ginny stava raccontando una storia piuttosto buffa su Delmezia, ma fu bruscamente interrotta da Fred, che si materializzò a pochi centimetri da lei, mandandola quasi al tappeto.
- Scusa Ginny!- esclamò lui, mentre la sorella apriva bocca per protestare, un’espressione omicida dipinta in volto.
Senza degnarla di uno sguardo, Fred si girò verso Hermione , la afferrò per la vita sorridendo e la baciò. Hermione si paralizzò. Era così immobile da sembrare una statua. La stava baciando. Nel bel mezzo di un corridoio, dove chiunque poteva vederli. Era impazzito del tutto?
Qualcosa la riscosse. La lingua di Fred si insinuò fra le sue labbra ancora rigide per la sorpresa e, reagendo ad un unico impulso, tutto il suo corpo cedette. Le sue spalle si rilassarono, le sue gambe barcollarono e le braccia salirono ad aggrapparsi alle sue spalle. Hermione rispose al bacio, senza doverci nemmeno pensare troppo. Dimenticò il corridoio, dimenticò che potessero scoprirli. Dimenticò tutto. Compresa Ginny.
La ragazza tossì. Quella tosse sciocca simile alla Umbridge non fu molto utile, Hermione la sentì a malapena.
Ma colse fin troppo bene il borbottio dell’amica.
- Fate pure con comodo..-
Ignorò il borbottio. Il sapore della bocca di Fred le solleticò la lingua. Era fresco, come la neve che stava lentamente ricoprendo il mondo fuori da Grimmauld Place. L’odore di cannella la invase. Le sue labbra si muovevano decise, dolci e perfette. Era incredibile quanto potesse travolgerla con un bacio. Il mondo intero poteva scomparire. Niente poteva distrarla da lui.
O forse no..
- Ciao mamma!- esclamò Ginny.
Furono così veloci a separarsi che a Hermione girò la testa. Erano a quasi mezzo metro di distanza, pallidi e ansanti. Si guardarono, poi guardarono Ginny e il corridoio vuoto alle sue spalle. La ragazza sorrise con malvagità.
- Ops..- borbottò, con una smorfia.
Fred le puntò un dito contro. – Ti detesto!-
- Ti piacerebbe!- cinguettò lei, prima di girarsi ed entrare nella sua stanza.
Il cuore di Hermione cominciò a rallentare. Si era spaventata talmente tanto da dimenticarsi di respirare normalmente. Senza dire una parola, Fred la prese per mano e la condusse lungo le scale che portavano ai piani superiori. Raggiunsero una stanza piuttosto isolata. Fred richiuse la porta alle loro spalle e ricominciò a baciarla. Sorridendo, Hermione tornò a stringersi a lui. La stanza era completamente buia. Non sapeva dove fossero né cosa ci fosse attorno a loro. Vagarono alla cieca, senza staccarsi. Le gambe di Hermione cozzarono contro qualcosa che doveva essere un tavolo. Sentì le braccia di Fred avvolgerla e sollevarla. Si ritrovò seduta sul legno duro. Allungò una mano dietro la sua schiena, tastando la superficie piena di schegge. Era un tavolo molto piccolo, la mano di Hermione trovò il vuoto poco dopo. Tornò a posare la mano sul suo petto e rispose al suo bacio con intensità. Le mani di Fred scesero sotto la sua maglia, accarezzandole i fianchi. Un brivido percorse la sua spina dorsale. Erano giorni che bramava quei baci e quella carezze. Erano giorni che desiderava rimanere sola con lui.
- Questa casa è un po’ troppo affollata!- mormorò Fred sulle sue labbra.
Sorridendo Hermione rispose: - Strano ma vero, Weasley, ma concordo con te!-
Ridendo, Fred le morse un labbro e salì lungo la sua schiena con le mani.
- Ti sono mancato?- le chiese, scendendo con la lingua sul suo collo.
Hermione chiuse gli occhi e trattenne un sospiro, cercando di ignorare i brividi che le attraversavano la pelle. – Solo un po’..- mormorò.
- Bugiarda!- sussurrò al suo orecchio.
Hermione tremò e lui rise, tornando a baciarla. La stava prendendo in giro, come sempre. Ma Hermione aveva imparato a contrattaccare. Era diventata piuttosto brava.
Fece scivolare le mani sotto la sua maglia e risalì lungo la sua schiena. Allontanò le labbra dalle sue e strinse fra i denti il suo labbro inferiore. Lo sentì trattenere il respiro. Hermione sorrise vittoriosa.
- Allora è proprio vero!- sussurrò.
- Cosa?- mormorò Fred.
- Non riesci a resistermi..-
Fred sorrise. – No, Granger! Quello è un problema solo tuo!-
- Bugiardo!- mormorò lei, poi lo baciò. Sollevò il bacino, avvicinando il suo corpo a quello di lui. Sfilò le mani da sotto la sua maglia e corse ad aggrapparsi ai suoi capelli. Lo baciò con una passione che travolse anche lei.
Fred rispose con la stessa intensità, stringendola a sé e baciandola con una passione bruciante che rischiò di incendiare la stanza. La prigionia aveva ritorto gli stessi effetti su entrambi. Il desiderio implorava di essere ascoltato. E c’era quella sottile, intrigante sensazione di complicità. Erano chiusi in una stanza isolata, in una casa piena di amici, familiari e membri dell’Ordine. Erano nascosti, celati agli occhi di tutti. Era intrigante. Dannatamente intrigante. Fermarsi sarebbe stato impossibile. Avevano atteso quel momento per troppo tempo.
In quella stanza, nel buio più completo, Hermione riscoprì le sue labbra morbide, i suoi baci ardenti e le sue mani decise e audaci. Scoprì quanto le fosse mancato il contatto con il suo corpo in quei primi giorni di vacanza. Aveva bisogno di lui. Come sempre.
Abbandonata fra le sue braccia, in balia di quel bacio travolgente, Hermione non captò il pericolo. Era così estraniata dal resto del mondo, che non sentì i passi avvicinarsi nel corridoio deserto. E quando Sirius spalancò la porta, allontanarsi bruscamente fu del tutto inutile.
Calò un silenzio così carico di stupore e imbarazzo che Hermione avrebbe considerato la scena molto buffa, se non fosse stato per il fatto che riguardasse anche lei. L’espressione che prese il sopravvento sul viso di Sirius fu piuttosto memorabile. Hermione spese qualche secondo del suo tempo a sorridere mentalmente, divertita da quell’espressione a metà fra stupore e crudele consapevolezza. Ciò che la terrorizzò, fu capire quanto poco avesse impiegato Sirius a realizzare, accettare e comprendere la situazione. O meglio, quello che aveva appena visto. E il sorriso malandrino che sfoderò, mandò Hermione fuori di testa.
- Vi stavo cercando per avvisarvi che Molly ha detto che il pranzo è pronto..- cominciò Sirius, sventolando la mano con noncuranza. - ..ma a quanto pare non avete fame..-
Hermione arrossì. Sirius aveva calcato un po’ troppo quell’ultima parola, accompagnandola a un sorriso così malizioso che Hermione ne comprese subito il senso. Avevano fame, ma non di cibo. E Sirius lo aveva appena sottolineato.
A Harry dispiacerebbe se trasformassi Sirius in una teiera?
Con sommo stupore, Hermione si rese conto che anche Fred era totalmente a corto di parole. E non sorrideva. Guardava Sirius con un’espressione indecifrabile. Hermione si chiese cosa stesse pensando Fred, ma la voce di Sirius richiamò la sua attenzione.
- Interessante, comunque!- esclamò, il sorriso malandrino di nuovo al suo posto. – Ora si spiegano tante cose!- concluse, indicandoli entrambi.
Nonostante il terrore e l’imbarazzo, la curiosità sorse nei pensieri di Hermione. Riuscì a farsi spazio fra tutte le altre scomode sensazioni e prese il sopravvento.
- Che intendi?- chiese Hermione, aggrottando la fronte.
Sirius arricciò le labbra. – Penso che le uniche persone in questa casa che non si siano accorte della vostra profonda e innocente amicizia siano Ron e Molly!- ironizzò Sirius e Hermione si concesse il lusso di arrossire di nuovo. – Persino Remus mi ha chiesto se andasse tutto bene, quando vi ha visti bisticciare a cena, l’altro giorno!- aggiunse, sorridendo.
Hermione ricordava quel momento. Erano tutti seduti a tavola e stavano riempiendo i piatti con delle grosse fette di torta alla melassa, la preferita di Harry. Remus e Sirius erano seduti di fronte a loro e stavano parlando con Harry di Caramell. La signora Weasley stava tagliando la torta, Ron le passava i piatti e Ginny li distribuiva. A Hermione era capitata una fetta più grossa di quella di Fred. Lui, per tutto il tempo, aveva attentato con la forchetta alla sua fetta di torta. Ne aveva quasi mangiata metà. Hermione aveva tentato di contrastare i suoi attacchi, respingendolo la sua forchetta, ma senza successo. A un certo punto, stanca di quegli attentati alla sua torta, era passata al contrattacco e aveva rubato un boccone enorme dalla fetta di Fred. Ne era conseguita una guerra e alla fine Fred aveva mangiato la fetta di Hermione e Hermione aveva mangiato quella di Fred. Il tutto sotto gli sguardi allibiti di tutti, tranne che di Ron e della signora Weasley. Quest’ultima aveva solo tirato addosso a Fred un cucchiaio di legno, rimproverandolo per la sua deficienza.
Effettivamente, Hermione si sarebbe dovuta accorgere del sorriso malizioso di Sirius e dello sguardo confuso e stranito di Lupin.
- Per non parlare di Bill!- esclamò Sirius, riportando Hermione bruscamente al presente.
Fu Fred, questa volta, ad accigliarsi. – Bill?-
Sirius annuì. – Anche lui ha fiutato qualcosa! Penso si sia accorto dello sguardo da Vermicolo che sfoderi ogni volta che lei ride!- concluse, indicando Hermione.
Lei si prese il disturbo di arrossire e tossicchiare. Fred, ovviamente, sorrise, annuendo tranquillo come se quella fosse la conversazione più normale del mondo. Aveva ceduto alla fine, tornando a essere il Fred Weasley spensierato e allegro di sempre. Hermione si chiese perché avesse impiegato così tanto tempo a tornare se stesso.
- Attenzione, quindi! Molly è una sveglia, prima o poi capirà qualcosa. Tu evita di fare il Vermicolo e tu, - disse indicando Hermione. – so che Fred è un bel ragazzo, ma evita di contemplarlo e mangiartelo con gli occhi ogni volta che ti sorride!-
Hermione rimase a bocca aperta. Non ebbe nemmeno la decenza di arrossire. Pensò di cambiare il suo piano iniziale. La teiera era troppo poco. Forse una lumaca sudicia e bavosa sarebbe andata meglio!
Fred scoppiò in una piccola risata e Hermione colpì il suo stomaco con un pugno, mozzandogli il respiro e facendolo tossire.
- Voglio molto bene a Ron, ma diciamocelo!- esclamò Sirius, allargando le braccia con eloquenza. – E’ un po’ distratto a volte e..be’, si accorgerebbe di voi solo se aprisse per sbaglio una porta mentre voi siete impegnati a..-
- Abbiamo capito!- sbottò Hermione imbarazzata.
Sirius le sorrise e le rivolse un occhiolino. – A proposito, questa è la stanza dove teniamo vestiti e scorte per i membri dell’Ordine, perciò vi sconsiglio di rintanarvi qui: è molto trafficata!- disse con un sincero tono preoccupato. – Se volete, c’è una deliziosa stanza accanto a quella di Fierobecco. La porta è alle spalle di quell’Ippogrifo adorabile. Inchinatevi, prima di passare. Non vorrei che vi staccasse un braccio..o di peggio!- aggiunse malizioso, facendo ridere Fred. I due si guardarono con aria complice, come se stessero parlando del campionato di Quidditch.
Ma sì dai! Mettiamoci pure a scherzare con il padrino di Harry..più in basso di così non posso cadere!
- A proposito, siete ancora avvinghiati in modo compromettente!- commentò Sirius.
Rettifico!
Hermione si accorse che era vero. Erano ancora abbracciati, le mani di Fred erano ancora sotto la sua maglia e le mani di lei erano ancora sulle sue spalle. Istintivamente, Hermione ritrasse le mani e Fred si allontanò da lei. Liberi dal suo abbraccio, i suoi fianchi tornarono improvvisamente freddi e sulla pelle sentì una fastidiosa sensazione di vuoto. Non le piaceva per niente.
- Molto meglio!- commentò Sirius con un occhiolino. Poi batté le mani e sorrise. – Io vado a mangiare. Ehm..fate pure con comodo!-
E senza aggiungere altro si richiuse la porta alle spalle. Hermione si girò verso Fred, e il suo sorriso, invece di tranquillizzarla, la mandò in paranoia. Fred aprì bocca per dire qualcosa, ma la porta si riaprì.
La testa di Sirius sbucò nella stanza e li guardò sorridendo. – Ho un’ultima domanda! Sei vittima di in un incantesimo?- chiese a Hermione.
Lei tossicchiò. – Non che io sappia!-
Sirius sorrise. – Splendido! In quanto adulto responsabile della tua incolumità dovevo chiederlo-
Poi sparì. Hermione guardò la porta con aria scettica e perplessa, ma decise di non esternare a Fred i suoi dubbi: Sirius la considerava quasi come una sorella per Harry, dunque come un’altra componente della sua famiglia di cui prendersi cura, ma “adulto” e “responsabile” erano aggettivi che difficilmente avrebbe associato a Felpato! Ridendo della sua espressione, Fred la aiutò a scendere dal tavolo.
- Sarà meglio presentarsi a pranzo, o ci verranno a cercare. Non vorrei fosse Ron, questa volta!-
Hermione rabbrividì. – Buona idea!-
Lei posò una mano sulla maniglia, ma Fred la afferrò improvvisamente, schiacciandola contro la parete accanto alla porta. La guardò, piegando la testa di lato e sorridendo con malizia.
- E così mi contempli quando sorrido?- sussurrò.
- Piantala, Weasley!- sbottò lei, arrossendo.
- E mi mangi con gli occhi?-
- Smettila!- ribadì cercando di risultare autoritaria, ma le sfuggì un sorriso. – E poi sei tu quello con l’espressione da Vermicolo!-
Fred scosse la testa sorridendo e la baciò.
- Non siamo molto bravi a mantenere un segreto!- disse Fred.
Hermione lo guardò con espressione avvilita. – Spero che Sirius si riveli migliore di noi!-
- Qualcosa mi dice che siamo finiti in un bel casino, Granger!-
Hermione deglutì. – Ho la stessa orribile sensazione!-
Ridendo, Fred la baciò un’ultima volta e poi la lasciò libera. Si richiusero la porta del deposito alle spalle e cominciarono a scendere le scale, Hermione avvilita e terrorizzata, Fred tranquillo e spavaldo.
In cucina, erano già tutti seduti a tavola. Sirius rivolse l’oro un’occhiata, ma passò del tutto inosservato. Fred prese posto accanto a George e Hermione fra Ginny e Tonks. La signora Weasley riempì i loro piatti e li obbligò a mangiare senza perdersi in chiacchiere. Cucinare per le feste la rendeva sempre un po’ troppo sbrigativa e nervosa. Per tutto il pranzo, Hermione fissò il suo piatto. Se non poteva evitare di spogliare Fred con lo sguardo, allora poteva limitarsi a evitarlo e basta. Parlò soprattutto con Ginny e Tonks, evitando accuratamente di spostare lo sguardo verso l’altra metà del tavolo, dove Fred, George e Sirius stavano parlando di passaggi segreti, cercando di non farsi sentire dalla signora Weasley. Harry e Ron erano impegnati in una conversazione con Lupin sullo Statuto Internazionale di Segretezza, conversazione così matura e seria che Hermione tentò di capire più volte se avesse sentito male.
Quando arrivò il dolce, Molly si alzò da tavola per cominciare a preparare la carne per la cena di Natale di quella sera. Fu in quel momento che Sirius decise di sconvolgere un po’ le tranquille chiacchiere da pranzo. Hermione sapeva che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi.
- Allora, novità?- chiese Sirius, abbracciando tutti con lo sguardo.
Quel giorno, a parte la famiglia Weasley, Hermione e Harry, solo Tonks e Lupin erano rimasti a Grimmauld Place per il pranzo. Il signor Weasley stava aiutando Molly con la carne, perciò non era a portata d’orecchi.
- Novità?- ripeté Ron, perplesso.
- Insomma, non ditemi che Ginny e Harry sono l’unica novità succulenta di quest’anno!- esclamò Sirius, incoraggiando chiunque a parlare.
Harry arrossì e lanciò uno sguardo preoccupato ai signori Weasley. Non aveva nulla da nascondere, perché entrambi ne erano a conoscenza e avevano accolto la notizia con un brindisi e una torta deliziosa in onore di quella unione. Ma le parole di Sirius spaventarono comunque l’impavido Harry.
George scoppiò a ridere. – In realtà, ci sarebbe un’altra coppia degna di nota!- esclamò.
Hermione strinse la forchetta fra le dita, indecisa se provare a centrare la testa di George o se fingere di farla cadere e scivolare sotto il tavolo per nascondersi.
- Ah sì?- chiese Sirius, e il tono di interesse innocente non ingannò Hermione nemmeno per un istante.
- Ronnie ha qualcosa da raccontarci!- intervenne Fred, sviando improvvisamente l’attenzione sul fratello minore.
George, Hermione notò con orrore, rivolse un occhiolino a Sirius, che ammiccò in direzione di Hermione. Lupin passò lo sguardo da George, Sirius e Hermione, mentre il suo viso stanco e sofferente si apriva in un’espressione di pura perplessità.
Ron arrossì fino alla punta delle orecchie e cercò di nascondersi, affondando lo sguardo nel piatto di dolce. Peccato che non sfuggì comunque all’attenzione di tutti.
- Davvero?- chiese Tonks, sorridendo radiosa. – Oh, ma è fantastico! Hogwarts colpisce ancora!-
Sirius irruppe in una risata simile a un latrato. – Hogwarts è magica, l’ho sempre detto!-
- In che senso?- chiese Harry.
Bill rivolse uno sguardo comprensivo ai più piccoli. – Be’, Hogwarts è sempre stato un teatro di complotti! Ma anche di amori e relazioni segrete!-
Relazioni segrete? Oh no..
Hermione cercò di sfoderare un’espressione confusa e interessata al tempo stesso, augurandosi che il risultato non fosse ridicolo.
Fu Tonks a spiegare. – Be’ gli anni di Hogwarts sono i migliori. Si è giovani, spensierati, si desidera l’avventura e il cuore comincia a farsi sentire per la prima volta!-
- Così è stato per i tuoi genitori, Harry! E per tanti altri!- intervenne Lupin.
- Loro sono stati fortunati!- commentò Tonks. – Insomma, hanno vinto al primo tentativo. Hogwarts è magica in ogni caso: tutti, prima o poi, ci cascano!-
- E a volte, - intervenne Sirius. – Spuntano fuori le coppie più impensabili!-
Non fu lei a deciderlo. Successe e basta. Lo sguardo di Hermione cercò quello di Fred e lo trovò. Rimasero sospesi, occhi negli occhi, a realizzare il significato di quelle parole.
Lupin sorrise a Harry. – Appunto, come i tuoi genitori!-
- Anche due persone completamente diverse possono condividere qualcosa di speciale!- commentò Tonks, con occhi sognanti.
Sirius sorrise a Hermione, che lo ignorò. Lei continuava a guardare Fred, incapace di distogliere lo sguardo. Sapeva che qualcuno se ne sarebbe potuto accorgere, ma non le importava. Ormai non aveva più molte carte da scoprire.
- L’amore!- esclamò Sirius. – Silente ha ragione, quando dice che è la magia più potente al mondo!-
Quelle parole distrassero Hermione. Si voltò a guardare Sirius, che le rivolse un occhiolino. Tonks stava raccontando un episodio piuttosto buffo avvenuto durante i suoi anni a Hogwarts. Hermione non ascoltava. Guardava Sirius e ragionava sulle sue parole. Fu la voce di George a riportarla alla realtà.
- Avanti, Ronnie! Condividi con noi il tuo segreto!- esclamò.
Ron alzò lo sguardo, ostentando una sicurezza che non aveva. – Oh no, George, perché non cominci tu!-
L’espressione di George fece esplodere l’intero tavolo in una potente risata. Ron aveva messo George con le spalle al muro. Ron aveva vinto su George. Un Unicorno Rosa, pensò Hermione, ridendo. Quella sì che era una svolta!
Sirius batté le mani. – Vedo che girano parecchi segreti in questo tavolo!-
- Il mio non è un segreto!- protestò George, sorridendo spavaldo. – Lo sa tutta la scuola!-
- Non hai tutti i torti!- commentò Sirius.
- Però ci sono comunque un sacco di segreti a Hogwarts!- continuò George.
- Per esempio, nessuno sa che Lee ha una relazione con Katie!- intervenne Fred, sviando un’altra volta l’attenzione dei presenti.
Ginny sbuffò. – Si intuiva!-
- Parliamo di Dean e Alicia. Secondo voi che succede fra loro?- chiese Ron.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Sei peggio di Calì, Ronald!-
- A proposito di Calì! Ma è vero che sta con Seamus?- chiese Fred.
- Sì!- risposero Ginny e Hermione all’unisono.
Tonks scoppiò a ridere. – Quante coppie, quest’anno!-
- E non è tutto!- esclamò Ginny. – Ci sono anche Neville e Luna!-
- E Ron e Lavanda!- aggiunse George, evitando per un pelo la forchetta che Ron gli lanciò.
- Malfoy e quel carlino della Parkinson!- aggiunse Harry.
- Angelina e George!- intervenne Ron.
- Con il Capitano della squadra? Bella mossa, Weasley!- esclamò Sirius.
- Ma Angelina non stava con Fred?- sussurrò perplessa Tonks all’orecchio di Hermione.
Lei deglutì e rispose: - Sì, ma è una storia complicata!-
- Secondo me Ernie ha una tresca con la Abbott!- esclamò Ginny.
- Dici?- chiese Harry.
- Probabile! Comunque ci sono un sacco di storie interessanti fra i corridoi!-
- Compresa la tua!- commentò George.
- E la tua!- ribatté lei.
- E Fred e Hermione?- chiese Sirius.
Calò un silenzio così pesante che il mondo parve fermarsi. La Terra smise di girare. Hermione provò una sensazione opprimente alla bocca dello stomaco e il suo cuore fu serrato da una presa soffocante. Non poteva averlo detto davvero..
Vide Fred guardare Sirius con un’espressione innocente e spavalda, sfidandolo a continuare. Ginny si schiarì la voce e Ron, con sommo orrore di Hermione, passò lo sguardo da lei a Fred, gli occhi azzurri pervasi dalla confusione.
- Cosa?- chiese Harry, nascondendo il tremolio della voce.
Sirius scosse le spalle. – Nessuno ha ancora nominato loro due! Che combinano la studentessa più brillante della scuola e il re degli scherzi? Non hanno storie segrete?-
La tensione parve sciogliersi. Hermione si ripromise di uccidere Sirius alla prima occasione.
- Alla Granger piacciono tanto i giocatori di Quidditch!- intervenne George.
Hermione sorrise. – I giocatori di Quidditch molto bravi!- sottolineò.
Fred sollevò le sopracciglia, ma nascose immediatamente l’espressione scettica dietro a un sorriso spavaldo.
- Due ragazze del terzo anno hanno tentato di rifilarmi un filtro d’amore!- disse Fred, scrollando le spalle. – Una era carina!-
Fu il turno di Hermione di sollevare le sopracciglia.
Lupin sorrise. – Potrebbe essere uno spunto per un’interessante conversazione, durante il primo appuntamento!-
Sirius scoppiò a ridere. – Non distogliere mai lo sguardo dal tuo bicchiere però!-
- Vigilanza costante!- abbaiò Tonks, imitando Malocchio.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Hermione, che si limitò a ghignare.
- Sareste davvero una bella coppia!- commentò, rivolgendo a Fred un sorriso beffardo.
- Davvero?- chiese Fred, interessato.
- Certo. Avete tante cose in comune: bellezza, scarsa intelligenza..- buttò lì, fingendosi annoiata e contando sulle dita.
Tutti scoppiarono a ridere e Ginny allungò una mano sotto il tavolo per stringerle con forza una gamba, un segno della sua approvazione.
- Granger, ripetilo!- la provocò Fred.
- Cosa?- chiese lei, sbuffando.
- Scarsa intelligenza e..?-
Hermione alzò gli occhi al cielo, mentre Tonks sorrideva. Sirius rivolse a Hermione un occhiolino.
- Voi due sareste davvero una bella coppia!- esclamò Tonks e un silenzio carico di tensione tornò a invadere la stanza.
Fu la signora Weasley a salvarli. Hermione pensò a un modo abbastanza degno di ringraziarla. Un Ordine di Merlino Prima Classe?
- Tutti fuori dalla cucina, dobbiamo preparare la cena per stasera! Bill tu rimani, ho bisogno di una mano a lavare i piatti!- ordinò la signora Weasley.
Rapidamente, Hermione e Ginny sgattaiolarono al piano di sopra. Raggiunsero la loro stanza e si sdraiarono sul letto. Hermione aveva il fiatone. E non per la corsa. Fortunatamente, la battuta di Tonks era rimasta sospesa nell’aria e forse nessuno avrebbe avuto il tempo di realizzarne veramente il significato. Rettificando, Ron non avrebbe avuto il tempo necessario per comprenderne il vero significato.
Ginny guardò Hermione e scoppiò a ridere.
- Non c’è niente di divertente!- borbottò Hermione.
Ginny corse da lei e la abbracciò. – Sirius è un tantino audace in questi giorni!- commentò.
- E per un buon motivo!- esclamò Hermione.
Raccontò a Ginny del deposito e l’amica rimase a bocca aperta. Poi scoppiò a ridere e si lanciò in possibili teorie su cosa sarebbe successo se fosse arrivato anche solo dieci minuti dopo.
- Ti immagini la sua faccia?- chiese Ginny, asciugandosi le lacrime.
Hermione sbuffò. – Non ci voglio nemmeno pensare!-
Passarono il pomeriggio a finire i compiti della vacanze. Quando fu quasi ora di cena, raggiunsero la cucina.
Hermione rimase a bocca aperta. Sembrava un altro posto!
La signora Weasley aveva spostato il lungo tavolo a ridosso del muro, sistemando i piatti come in un buffet. Le decorazioni erano raddoppiate. Dal soffitto piovevano stelle d’argento, rami di vischio e nastri rossi intrecciati. L’albero occupava quasi tutta l’estremità della stanza. Scintille di luce schizzavano nell’aria, illuminando le ghirlande e le decorazioni. La lugubre cucina sembrava solo un lontano ricordo.
Quella sera, in occasione della Vigilia di Natale, si erano uniti a loro anche Malocchio e Mundungus. Presto la cucina si riempì con il resto degli ospiti e la signora Weasley propose un brindisi, augurando a tutti una felice Vigilia. Hermione e Ginny presero un po’ di cibo e si ritirarono in un angolo con Tonks, a chiacchierare. Tutti sembravano aver abbandonato il discorso affrontato a pranzo e questo sollevò il morale di Hermione. Riuscì a godersi la serata, ridendo e scherzando con i suoi amici e mangiando dell’ottimo cibo. La signora Weasley, un segugio nel rispetto delle tradizioni, obbligava chiunque capitasse sotto il vischio a baciarsi. Lei stessa capitò due volte con suo marito sotto un ramo e lo baciò entrambe le volte, sollevando sonori applausi e grida di approvazione. Lupin fu costretto a farsi baciare da Tonks. Harry e Ginny si baciarono a metà serata. Harry fece per ritirarsi in fretta, ma Ginny lo afferrò e lo baciò più intensamente. Alla signora Weasley scese una lacrima. Hermione si tenne alla larga dal vischio. L’ultima cosa che voleva era ritrovarsi a baciare Fred. O George. O, peggio ancora, Ron!
Stava chiacchierando con Lupin, quando Ginny le chiese di prenderle dell’altra torta alla crema, in virtù della bontà e dell’altruismo del periodo natalizio. Sospirando, Hermione si girò e cercò di raggiungere il tavolo. Evitò il vischio sospeso sopra Sirius e Harry e per poco non inciampò su una borsa di tela che Mundungus aveva appoggiato a terra.
- Oh scusa Hermione!- esclamò lui, aiutandola a reggersi in piedi.
- Non fa niente!- disse lei, camminando all’indietro.
Pessima idea.
Andò a sbattere contro la schiena di Fred. Si voltarono contemporaneamente e si guardarono. Hermione era riuscita a evitarlo tutta la sera, e lo aveva fatto per un semplice motivo. Le poche volte che i loro sguardi si erano incontrati, Hermione si era sentita spogliata dai suoi occhi vispi. La ragione l’aveva abbandonata e un calore inteso e inopportuno aveva cominciato a risvegliare il suo sangue gelato e addormentato. Lo desiderava. Per quanto l’avesse preoccupata l’interruzione di Sirius di quella mattina, era stata pur sempre un’interruzione. Voleva che il gioco riprendesse, voleva le sue mani sulla sua pelle, voleva la sua bocca..voleva..
No. Non poteva permettersi di essere beccata a guardarlo in quel modo.
Perciò aveva smesso. Aveva evitato per tutta la sera di cercarlo.
E ore ce l’aveva davanti. Erano vicini, fin troppo vicini. Hermione sentì il tessuto della sua maglia sfiorarle il polso in cui stringeva ancora il piatto vuoto di Ginny. Erano vicini e lui la guardava. Era irresistibile. Era impossibile distogliere lo sguardo. Ma doveva farlo. Doveva scappare dalla prigione di quello sguardo.
L’incubo, però, non era finito.
- Ma guarda un po’!- esclamò Sirius. – Una nuova coppia di malcapitati sotto il vischio!-
Hermione chiuse gli occhi, sperando che stesse scherzando. Poi alzò coraggiosamente lo sguardo e li aprì. Un rametto di vischio pendeva a pochi centimetri dalle loro testa, con nastri rossi e palline dorate intrecciati fra le foglie.
Santo Merlino..
- La tradizione è la tradizione!- esclamò la signora Weasley, come aveva fatto ogni volta che qualcuno era capitato sotto il vischio.
Sorridendo, Fred si chinò su di lei. Sfiorò le sue labbra in un bacio delicato e Hermione dovette stringere le mani attorno ai bordi del piatto per trattenersi. Sentì il metallo raschiarle la mano e questo la aiutò. Doveva resistere. Voleva avvicinare le labbra e lasciarsi trascinare dalla passione che implorava di essere ascoltata. Ma non poteva. Non lì. Non davanti a tutti.
Rapide come erano arrivate, le sue labbra sparirono. Ma non fu così per quella sensazione di calore intenso. Quella rimase a lambire il suo corpo e tormentarla. Hermione guardò i suoi occhi e si schiarì la voce, sfoderando un sorriso tranquillo. Nessuno prestava più attenzione a loro, ormai. Hermione raggiunse il tavolo e prese una fetta di dolce per Ginny. Tornò dall’amica, quasi senza rendersi conto della strada che percorreva. Era stordita, completamente in balia di quell’ondata di calore che l’aveva travolta. Il desiderio cresceva di più, ogni volta che Fred posava lo sguardo su di lei. Hermione tentava in tutti i modi di evitarlo, ma non era possibile. Perché era attratta da lui in un modo quasi inverosimile. Non riusciva a pensare, non riusciva a parlare con Ginny, che tentava in tutti i modi di far passare inosservato il suo strano comportamento, e non riusciva a concentrarsi su niente che non fosse lui. Il resto della stanza era un mondo dai contorni sfuocati. Esisteva solo lui. Poteva vedere chiaramente solo lui.
La cena sembrò durare un’eternità. Quando la signora Weasley invitò tutti i più piccoli ad andare a dormire, Hermione accolse quella notizia con un sorriso fin troppo raggiante. Lo mascherò con uno sbadiglio e seguì gli altri per le scale. Fred e George, stranamente, non si smaterializzarono. Hermione intuì il perché. Quando arrivarono davanti alla stanza delle ragazze Fred e gli altri ragazzi augurarono la buonanotte, ma Hermione si soffermò sullo sguardo che Fred le rivolse. Finse di andare a dormire, ma rimase tutto il tempo sveglia e vigile. Sapeva cosa voleva dirle Fred con quello sguardo. Lo sapeva benissimo. Sorrise, premendo il viso sul cuscino. Attese fino a mezzanotte, poi sgusciò fuori dalle coperte.
- Pensi che sia stupida?- mormorò Ginny, spaventandola.
- Mi hai fatto venire un infarto!- sbottò Hermione, tenendo la voce bassa.
Ginny alzò la testa e le sorrise. – Vedi di non svegliare nessuno!-
- Davvero simpatica!-
- Lo so! Buon Natale, a proposito!-
Hermione sorrise e corse a darle un bacio sulla guancia. – Buon Natale anche a te Ginny!-
- Vai!- la incitò lei, ridendo.
Hermione uscì nel corridoio buio. Decise di non accendere la bacchetta e percorse il corridoio, appoggiandosi alla parete. Raggiunse le scale e salì fino alla sommità della casa. La soffitta di Fierobecco era silenziosa. L’Ippogrifo stava dormendo. Hermione strisciò contro il muro e raggiunse la porta indicata da Sirius. Non sapeva esattamente se fosse quello il posto, ma non le era venuto in mente altro. Entrò nella stanza. Era piccola, fredda e vuota. Sirius, probabilmente, non l’aveva mai usata. C’era solo un grosso tappeto logoro, una coperta che ricopriva quasi tutto il tappeto e i resti di una lampada ad olio. Una finestra aperta sul mondo esterno regalava la vista della città sommersa dalla neve. Enormi fiocchi bianchi cadevano dal cielo. Hermione li osservò posarsi silenziosamente a terra. Evocò delle fiamme con la bacchetta e la luce azzurrina invase la stanza. Appoggiò i gomiti sul davanzale e rimase immobile a guardare la neve. Poco dopo, Hermione sentì la porta cigolare e si voltò.
Fred entrò silenziosamente, richiudendosi la porta alle spalle. Le sorrise e lei ricambiò.
- A volte penso che tu mi legga nel pensiero!- commentò Fred, avvicinandosi.
Hermione si staccò dal davanzale. – A volte penso che sia tu a farlo con me!-
- Forse le nostre menti sono connesse!-
- Spero esista una cura!-commentò lei, beccandosi un’occhiataccia.
- Carino lo scherzetto del vischio!- disse lui, accarezzandole la guancia.
Hermione assunse un cipiglio perplesso. – Scherzetto?-
Fred annuì. – L’ha fatto apparire Sirius. Non c’era sopra di noi!-
Hermione rimase a bocca aperta. – E tu come lo sai?-
- Me lo ha detto Sirius!-
- Giuro che lo uccido!-
Ridendo Fred arrotolò una ciocca di capelli attorno alle sue dita. Hermione lo guardò per un istante, poi si avvicinò. Sfiorò le sue labbra. Fred scese sul suo collo. Hermione alzò la testa, permettendogli di baciarla e il suo sguardo cadde sul soffitto. Sorrise e posò le dita sul viso di Fred. Lui sollevò la testa e seguì il punto che lei stava indicando.
- Vischio!- esclamò Fred, sorridendo.
Un rametto pendeva dalle travi del soffitto. Hermione sospettò che fosse un’idea di Sirius.
- La tradizione è la tradizione!- mormorò Hermione.
Fred sorrise e la baciò e questa volta fu un bacio vero. Un bacio che un rametto di vischio, probabilmente, non avrebbe più rivisto. Perché era intenso, dolce e vero. Nasceva da un sentimento forte quanto inspiegabile. Hermione lasciò che lui la trascinasse a terra, sulla coperta spessa e fredda.
L’attesa era finita. Erano soli. Lo sarebbero stati veramente. Grimmauld Place era addormentata. Nessuno avrebbe invaso il loro spazio. Nessuno avrebbe interrotto il loro momento. La neve cadeva silenziosa, nemmeno lei voleva disturbarli. Era la notte di Natale. Hermione era sempre stata abituata a pensare che quella notte fosse speciale e dovesse essere passata con le persone che amava. Era vero. Era sempre stato così. Perciò fu facile capire che non voleva essere con nessun’altro. Quella notte doveva passarla con lui. Il perché lo sapeva. E lo sapeva anche Fred. Dovevano solo imparare a dirlo a voce alta. Ma non era quello il momento. Non c’era spazio per le parole. C’era spazio solo per loro. Per i loro corpi, che si erano cercati spesso in quei giorni, senza mai potersi trovare veramente. Le loro mani volevano solo trovare e donare calore. C’era spazio e tempo solo per questo.
Hermione sfilò il maglione di Fred e lui fece lo stesso con lei. I loro corpi si sfiorarono e un brivido le percorse la schiena. La sua pelle era calda e morbida. A contatto con la sua divenne una nuova fonte di desiderio. Hermione non era mai stata molto brava a resistere all’attrazione che la spingeva verso Fred, ma quella sera lo fu ancora meno. Rallentare non sarebbe servito a niente. Avevano bisogno di ritrovarsi. Avevano bisogno di unirsi. Aspettavano quel momento da giorni. E quella notte era tutta per loro. Era la notte di Natale, la notte in cui la magia sembrava più potente che mai. Valeva lo stesso per loro.
Finirono di spogliarsi, lentamente, ma sempre più incapaci di aspettare oltre. Hermione percorse lentamente i suoi fianchi con le dita e risalì lungo la schiena. Adorava sentirlo contro di sé, adorava il suo corpo a contatto con il suo. Se avesse potuto, avrebbe imprigionato quei momenti per tenerli con sé per sempre. Fred le baciò il collo e risalì fino alla sua bocca. Le strinse un fianco e scivolò dentro di lei, strappando un gemito a entrambi che si perse nel loro bacio. E fu l’oblio più completo. Fu come perdersi in un’oscurità tempestata di stelle. Avrebbero potuto sciogliere la neve in tutta la città con le fiamme della loro passione, eppure nulla attorno a loro prese fuoco. A parte la sua mente. Hermione fu invasa da quelle fiamme che tanto adorava. Erano oblio, erano luce ed erano oscurità al tempo stesso. Non la spaventavano più. Erano le stessi emozioni che aveva provato quella notte davanti al fuoco. Erano le stesse emozione che aveva provato la prima volta. Eppure sembravano intensificate, diventavano più intense ogni volta. Cambiavano insieme a loro. Crescevano insieme ai sentimenti che provavano.
Hermione strinse le mani, aggrappandosi alla sua schiena. Non voleva lasciarlo andare. Non l’avrebbe mai lasciato andare, specialmente quella notte.
Perché era la notte di Natale e loro dovevano essere lì. Insieme.
 
 
 
 
 
Hermione disegnava cerchi invisibili sul fianco di Fred. Aveva la testa appoggiata sul suo petto. Fred aveva evocato una coperta che li stava proteggendo dal freddo. La neve continuava a cadere. Il vischio sopra le loro teste ondeggiava tranquillo.
- Sirius aveva ragione!- disse Fred. – Questo posto è perfetto. Isolato, silenzioso e con Fierobecco fuori dalla porta pronto a fare a pezzi chiunque osi disturbarci!-
- Oh sì, Fierobecco è un’ottima guardia!- commentò Hermione con sarcasmo. – Infatti stava solo fingendo di dormire, quando siamo entrati!-
- Granger, sei sempre troppo esigente!-
Hermione sorrise. – Desidero il meglio!-
- Ecco perché hai me!-
Hermione alzò gli occhi al cielo e sollevò la testa. – Non sempre ottengo ciò che voglio!-
Fred assottigliò lo sguardo. Hermione rise della sua espressione corrucciata e si sollevò per baciarlo.
- L’abbiamo scampata per un pelo, oggi!- commentò Hermione.
Fred sorrise. – Sirius ha molte virtù, ma tenere i segreti non è il suo forte!-
- Pensi che minacciarlo serva a qualcosa?- scherzò Hermione.
- Non lo so, ma lascerò a te questo ingrato compito!- rispose Fred.
Sorridendo, Hermione riabbassò la testa, posandola sul suo petto. Il suo sguardo salì alla finestra. Dal punto in cui erano abbracciati, Hermione poteva vedere solo una fetta di cielo. La neve continuava a scendere, sempre più intensamente. Fiocchi bianchi cadevano dal cielo, simili a scintille di luce nella notte. Adorava la neve.
- Possiamo rimanere qui?- mormorò Hermione.
- Certo che possiamo..- rispose Fred, l’ombra di un sorriso nella voce.
La strinse fra le sue braccia e Hermione si rilassò completamente contro il suo corpo. Aveva così tanto sonno. Non riusciva più a tenere gli occhi aperti.
- E se ci beccano?- scherzò Fred, accarezzandole un fianco.
Hermione chiuse gli occhi, la mente sempre più avvolta dalle spire del sonno.
- Non mi importa..- mormorò.
Per un momento, le parve di sentire il corpo di Fred irrigidirsi. Ma poi tutto svanì. I suoi muscoli si rilassarono e lei sentì l’ombra di un sorriso sulle sue labbra, mentre le sfioravano la fronte.
- Buon Natale Hermione..- le sussurrò.
- Buon Natale Fred..-
Poi tutto divenne buio. Scivolò in un sonno privo di sogni. Non aveva bisogno di sognare. Aveva tutto quello che desiderava.
La notte di Natale.
La neve che scendeva dal cielo.
Fred addormentato fra le sue braccia...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per gli abitanti di Grimmauld Place la neve era solo un sogno lontano. Non potevano uscire, come a Hogwarts, e non potevano godersi quello spesso strato di bianca neve fredda. Ma potevano comunque osservare il mondo dalla finestra. E invidiare i ragazzini che giocavano nel piccolo prato davanti alla casa dei Black.
Il pranzo di Natale fu così abbondante che Hermione pensò di esplodere da un momento all’altro. Ricevette un maglione dalla signora Weasley, un libro da Harry, un album di foto da Ginny, pieno di ricordi delle due ragazze, e una nuova piuma da Ron. Aprire i regali con la famiglia Weasley e i membri dell’Ordine fu meraviglioso. Erano tutti radunati davanti al camino della cucina, a bere tazze enormi di zabaione caldo e a cantare canzoni di Natale intonate da Sirius. Fu una giornata bellissima.
Dopo il pranzo, tutti si ritirarono per andare a riposare. La casa cadde in un silenzio quasi spettrale. Harry e Ron avevano provato a iniziare una partita a scacchi, ma si erano addormentati entrambi con la testa sul tavolo. Prima di raggiungere la sua stanza, Bill posò un cuscino sotto le loro teste. George e Fred erano già saliti nella loro stanza, sbadigliando. La signora Weasley stava finendo di sistemare le stoviglie con il marito. Lupin, Tonks e Malocchio erano usciti per riprendere il loro lavoro per l’Ordine. Sirius si era addormentato su una poltrona, con la bocca aperta.
Ginny si era addormentata sul divano della cucina, perciò Hermione raggiunse da sola la sua stanza. A metà del corridoio, Fred sbucò dal nulla, materializzandosi a pochi centimetri da lei. L’impatto contro il suo corpo le fece perdere l’equilibrio, e Hermione finì dolorosamente sul pavimento.
- Ops, scusa Granger!- esclamò lui con un sorriso malandrino, allungando la mano per aiutarla.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. – Magari potresti cominciare ad usare le scale!- sbottò.
Ridendo, Fred la afferrò e la sollevò senza alcuno sforzo.
- Ti stavo cercando!- le disse.
- Ma non mi dire..- borbottò lei.
- Smetti di brontolare, è Natale! Non si brontola a Natale!- puntualizzò, fingendosi serio.
Hermione alzò gli occhi al cielo. Stava per ribattere, ma Fred la afferrò per un polso e la trascinò via.
- Dove stiamo andando?- chiese lei, curiosa.
- Avevi programmi particolari per oggi pomeriggio?- le chiese, evitando la sua domanda.
Hermione scosse le spalle. – Pensavo di rintanarmi in camera mia, lontano da persone fastidiose come te, e magari di farmi un bagno più tardi. Perché?-
- Programma annullato!- esclamò Fred, sorridendole. – Ma se vuoi, il bagno lo possiamo fare comunque!- aggiunse serio.
Hermione sollevò un sopracciglio con un sorriso. – Insieme?-
Fred sfoderò un sorriso innocente. – Non vorrai lasciarmi fuori!- rispose lui.
Hermione scrollò le spalle. – Non saprei Weasley, a volte parli davvero troppo! È difficile rilassarsi, con te che parli così tanto!-
- Starò zitto, promesso!-
- Che ne dici di cominciare da ora?- lo provocò lei.
Per tutta risposta, Fred passò due dita sulle labbra, fingendo di chiuderle.
- Tu sai che riuscirai a resistere a malapena per qualche minuto, vero?- ironizzò lei.
Fred scosse la testa, agitando la mano, come a voler dire che avrebbe resistito più a lungo.
- Benissimo, come vuoi tu. Dove mi stavi portando?- chiese lei.
Era una situazione piuttosto buffa, Hermione dovette ammetterlo. Fred sorrise e indicò le scale, poi puntò un indice sul soffitto. Voleva portarla nella stanza accanto alla soffitta di Fierobecco. Era piuttosto intuibile!
Un pensiero attraversò rapido la mente di Hermione. Lo seguì senza preoccuparsene. Le era venuta un’idea. Era un po’ azzardata, ma era pur sempre una buona idea. Era Natale, qualcuno l’avrebbe graziata per la sua intraprendenza.
Senza dire una parola, prese Fred per le mani e lo condusse al piano di sopra. Salirono altre tre rampe di scale e arrivarono al penultimo piano, quello sotto la soffitta di Fierobecco. Era un piano del tutto inutilizzato, perché c’era la stanza da letto di Regulus e Sirius non sopportava quel posto. Era un corridoio lungo e c’erano solo tre stanze. La camera da letto del fratello di Sirius, uno sgabuzzino e un bagno. Hermione odiava le vasche di quella casa, perché le zampe su cui poggiavano le ricordavano una bestia inquietante che aveva invaso alcuni dei suoi incubi peggiori, ma l’uso che ne avrebbe fatto quel giorno, forse, avrebbe scacciato i brutti pensieri!
- Resta lì!- ordinò Hermione.
Fred alzò le mani in segno di resa e si appoggiò alla porta della stanza di Regulus. Hermione indietreggiò, seguita dal suo sguardo incuriosito e allegro al tempo stesso. Incredibile ma vero, Fred non aveva ancora detto una parola!
Se questo è il mio nuovo talento segreto, allora mi dispiace solo non averlo scoperto prima!
Hermione raggiunse il bagno del piano. Era identico a tutti gli altri. Lanciò un’occhiataccia alle zampe della vasca e poi decise di ignorarle. Aprì il rubinetto e, come sempre, la vasca si riempì quasi del tutto dopo pochi secondi. Il vapore salì dall’acqua calda e appesantì il suo respiro. Per un momento pensò di spogliarsi e gettarsi nella vasca, lasciando Fred da solo nel corridoio, ma la sua malvagità non aveva ancora raggiunto quei livelli. Chiuse il rubinetto e uscì dal bagno, lasciando la porta semiaperta. Tornò da Fred e gli sorrise.
- Ancora in silenzio?- chiese.
Fred annuì, sorridendo come un bambino compiaciuto di  se stesso per aver preso un bel voto a scuola. O meglio, nel suo caso, per aver vinto una partita di Quidditch.
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma rivolse a Fred un sorriso carico di malizia. Senza distogliere gli occhi dai suoi, Hermione slacciò il primo bottone della camicia. Fred sorrise, ma la sua bocca rimase serrata.
- Continuerai a stare zitto?- mormorò Hermione.
Fred annuì.
- Me lo prometti?-
Di nuovo un cenno d’assenso.
Hermione indietreggiò di un passo, slacciando un altro bottone. Fred raddrizzò la schiena e avanzò di un passo. Hermione continuò a camminare. Ad ogni passo, slacciava un bottone. Poco dopo, la camicia scivolò dalle sue spalle e finì sul pavimento. Le sue mani salirono a sciogliere la coda. I suoi capelli ricaddero sulle spalle. Hermione scosse la testa, liberando i ricci. Si fermò, aspettando che lui la raggiungesse. Era giunto il momento di giocare con lui.
Le dita di Hermione sciolsero l’ultimo bottone della camicia di Fred e poi risalirono verso l’alto. Mentre sfilava i bottoni dalle asole, continuò a guardarlo, senza mai lasciare i suoi occhi. Slacciato l’ultimo bottone, Hermione accarezzò le sue spalle, e fece scivolare la camicia dal suo corpo. Cadde silenziosamente a terra.
- Sei più bravo di quanto mi aspettassi!- lo provocò.
Fred sorrise e le fece un occhiolino.
- Ma ora hai un problema!- aggiunse Hermione, fingendo un tono preoccupato.
Fred sollevò un sopracciglio, Hermione non seppe dire se fosse sinceramente spaventato o solo intrigato da quella piccola svolta.
Hermione indicò il bagno alle sue spalle. – L’acqua è già calda. Peccato che siamo ancora vestiti. Certo, potrei continuare a spogliarmi, ma..-
Le dita di Hermione scesero lungo il suo petto e i suoi addominali. Accarezzarono il bottone dei jeans, ma non lo slacciarono. Forse a pranzo aveva bevuto troppo Idromele. Ma non si prese il disturbo di arrossire, né di stupirsi di se stessa. L’allieva avrebbe dovuto superare il maestro, prima o poi!
Avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò. - ..posso continuare solo se me lo chiedi..che dilemma! Dimostrarmi che puoi mantenere una promessa o cedere a una provocazione?- lo prese in giro. Passò la lingua sul collo e poi morse il lobo del suo orecchio. Sentì Fred rabbrividire e provò un innato senso di piacere nel basso ventre.
Poi Hermione sentì le mani di Fred afferrarle i fianchi e accarezzarli. La spinse verso la porta del bagno ancora distante e le sorrise. Sollevò un indice e si toccò la tempia destra, con espressione convinta. Hermione si chiese cosa intendesse e lo scoprì quasi subito. Le dita di Fred scesero sulla sua vita e arrivarono al bottone dei jeans. Il tempo di un respiro e glieli aveva tolti. Hermione calciò via scarpe e jeans rapidamente e sorrise.
Non era poi così stupido! C’era una scappatoia nel dilemma di Hermione e lui l’aveva appena trovata. Non che fosse difficile, ma Hermione aveva comunque temuto che non ci arrivasse. Se non poteva parlare, allora poteva spogliarla. Era facile. Ma era tutto nei suoi piani. Sorridendo, come per convincerlo di aver trovato la risposta giusta, slacciò il bottone dei suoi jeans e glieli sfilò. A volte Fred era così prevedibile..
Camminò all’indietro, la pelle a contatto con la sua, e raggiunse la porta del baglio.
- Bella mossa, Weasley!- si congratulò.
Fred sorrise con espressione ovvia, come se lei non avesse nemmeno dovuto dubitarne. Hermione si avvicinò e posò le mani sul suo petto. Si sollevò sulle punte e sfiorò le sue labbra con un bacio delicato. Prima che lui potesse abbracciarla, separò le labbra dalla sue e sorrise.
- Fammi sapere come sta Fierobecco!- esclamò Hermione.
Poi scivolò dentro al bagno e chiuse la porta con un tonfo. Sorrise trionfante. Ovviamente, una porta chiusa a chiave non avrebbe fatto la differenza, ma il suo obiettivo era raggiunto: vedere la sua espressione allibita valeva più di una Pietra Filosofale.
Sorridendo raggiante, si voltò per raggiungere la vasca. Ci fu un piccolo crac e Hermione si ritrovò fra le braccia di Fred, che aveva abbandonato l’espressione sorpresa, per una maledettamente maliziosa.
- Complimenti, Granger!- commentò, afferrandola per la vita e sollevandola.
Hermione si aggrappò rapida alle sue spalle e lasciò che lui la appoggiasse sul ripiano del lavandino.
- Oh no..- si lamentò lei, esagerando il tono di voce. – Hai ricominciato a parlare!-
Sorridendo, Fred le accarezzò una coscia e si avvicinò a lei. Erano praticamente quasi senza vestiti, perciò Hermione dovette impedirsi di gemere con tutte le sue forze, quando la sfiorò.
- Adori la mia voce..- mormorò lui, accarezzandole il collo con la lingua.
Hermione sospirò e chiuse gli occhi. – Penso che ti chiuderò la bocca di nuovo..-
- Questa volta non ci casco! Non ti sono rimasti molti vestiti con cui ingannarmi!- la provocò lui.
Per tutta risposta, Hermione strinse le gambe attorno ai suoi fianchi e i loro bacini si incontrarono. Fu un contatto così travolgente che Hermione ci mise un po’ a tornare con i piedi per terra. Sentì Fred trattenere il respiro e sorrise.
Avvicinò la bocca al suo orecchio e mormorò:  – In effetti, l’assenza di vestiti fa proprio al caso mio!-
- Ogni tanto mi spaventi, Granger!- ammise lui, accarezzandole una gamba e stringendola a sé.
Hermione non si prese la briga di ribattere. Avvicinò la bocca alla sua e lo baciò. Fu un bacio così travolgente e carico di desiderio, che le girò la testa. Le sembrò di sentire il ripiano di marmo oscillare sotto di sé. Le sembrava di essere intrappolata in quel vortice in cui si scivolava usando una Passaporta. Ma senza spiacevoli sensazioni allo stomaco. Sentì la stanza girare e oscillare, ma invece di confonderla, quella sensazione la rapì e la travolse, accrescendo il suo desiderio, la voglia che aveva di lui. Fred separò le labbra dalle due e sorrise.
- Ma io posso fare di peggio..- mormorò.
- Ma non sei davvero in grado di tenere quella bocca chiusa!- sbottò lei, sorridendo.
Ridendo, le mani di Fred scesero lungo la sua vita. In pochi secondi caddero gli ultimi vestiti rimasti. Hermione si strinse a lui, soffocando una nuova ondata di piacere nella sua bocca. La abbracciò, stringendola a sé e appoggiando le mani sulla sua schiena. Hermione salì a circondargli il collo con le braccia e strinse fra le dita i suoi capelli. Quando entrò in lei, la testa smise di girarle. Ci fu un momento, solo un istante, in cui tutto il suo corpo si concentrò sul piacere intenso e su quel senso di appartenenza che provava ogni volta che si univa a lui. La sua mente scivolò di nuovo nell’oblio quando lui cominciò a muoversi e la testa riprese a girarle. I contorni della stanza sfumarono. Chiuse gli occhi, appoggiando la fronte alla sua e cercando la sua bocca, soffocando in quel bacio gemiti e sospiri, incapace di frenare l’onda di fuoco che l’aveva travolta. Poteva esistere di meglio? Fra le sue braccia si sentiva al sicuro, si sentiva protetta. Si sentiva completa. Era unita a lui, non solo fisicamente. Era come se potessero essere veramente un’unica persona, un’unica anima. Era una sensazione così incredibile, che Hermione pensò di non potersi mai abituare. Non poteva. Era sempre travolgente, era nuova ogni volta. Era come se la vivesse per la prima volta. Fare l’amore con Fred era un’esperienza unica. Non aveva bisogno di nessun’altro, non voleva nessun’altro. Voleva solo lui. Perché un altro non sarebbe andato bene. Nessuno poteva colmarla come faceva lui. Le mani di un altro non l’avrebbe accarezzata in quel modo. La bocca di un altro non le avrebbe mai potuto regalare tutto questo.
Era lui. C’era solo lui. Doveva ammetterlo. Avrebbe dovuto dirlo a voce alta, ma a cosa sarebbe servito. Fred lo sapeva. L’aveva sempre saputo. E per quanto l’insicurezza minacciasse ogni volta di impossessarsi dei lei, Hermione sapeva che per lui era lo stesso. Lo sentiva quando la stringeva, avvicinandola a sé, come se non potesse farne a meno, come se volesse allontanarla da tutto il resto, tenendola solo per se stesso. Lo vedeva nei suoi sguardi, quando la cercava e nel modo in cui sorrideva quando i suoi occhi la trovavano. Si appartenevano. E non aveva importanza sapere perché o chi dei due lo avesse capito per primo. Sarebbe arrivato il momento di dirlo a voce alta. Ma le parole potevano aspettare.
 
 
 
 
 
Hermione si chiese quanto tempo fosse passato. Forse ore intere. Forse qualcuno sarebbe venuto a cercarli. O forse no. Non le importava più di tanto. L’acqua calda cullava il suo corpo. La schiena appoggiata al corpo di Fred, le sue mani che le accarezzavano la pelle nuda e il suo respiro a sfiorarle i capelli completavano l’opera.
Prima di immergersi nella vasca, Fred era uscito a recuperare i vestiti. Sarebbe stato curioso spiegare la presenza dei loro vestiti in un corridoio, se qualcuno li avesse notati. Con un incantesimo, Fred aveva scaldato l’acqua ormai fredda e aveva fatto apparire una morbida e candida schiuma che a Hermione ricordava la neve all’esterno. Con la rincuorante differenza che era calda!
Fred sfiorò con le labbra la sua tempia e Hermione sorrise.
- Dobbiamo tornare disotto, vero?- mormorò Fred, lamentandosi come un bambino.
Hermione sollevò il viso e sfiorò le sue labbra con un bacio. – No, restiamo qui!-
Fred sgranò gli occhi. – Granger sei matta? Vuoi farmi venire un colpo?-
Hermione sollevò gli occhi al cielo. – Piantala!-
Lui sorrise. – E se ci vengono a cercare? Non sei preoccupata?-
Hermione scosse le spalle. – Potresti obliviarli!-
- Spero tocchi a Ron!- commentò, con un ghigno diabolico.
- Perché?-
- Perché sarà meraviglioso divertirsi con i suoi ricordi!-
- Fred!-
- Stavo scherzando..forse!-
Hermione scosse la testa e la rilassò contro il suo collo. Non voleva andarsene da quella vasca. Non voleva tornare da tutti gli altri in Grimmauld Place. Be’, tecnicamente anche loro erano ancora in quella casa, ma a Hermione sembrava di essere molto più lontana.
- Forse dovremmo scendere..- borbottò lei, senza nessuna intenzione reale di alzarsi.
Fred capì al volo il suo tono di voce e sorrise. – Oppure possiamo restare!-
- E se Ron ci scopre?-  azzardò lei, un po’ veramente preoccupata.
- Potrebbe essere un interessante spunto per raccontargli la verità!- rispose lui, tranquillo.
Hermione sollevò la schiena e si girò. – Fred, non mi sembra un inizio promettente!-
Lui sorrise. – Dici che è per la vasca?-
- La vasca non è esattamente la prima cosa a cui ho pensato!- sbottò lei, indicando entrambi con l’indice. Un leggero rossore comparve sulle sue guance, senza che potesse impedirlo.
Il sorriso malandrino di Fred peggiorò la situazione delle sue guance.
- E’ incredibile, Granger! Ho ancora il potere di farti arrossire!-
- E di farmi desiderare la tua prematura scomparsa!- ribatté lei, con un sorriso acido.
- Consolati: a quello potrebbe pensarci Ron!- rispose lui.
Hermione lo squadrò per un istante, poi scoppiò a ridere, seguita subito da Fred. Si rannicchiò contro il suo petto e Fred le avvolse le braccia attorno al corpo. Continuarono a ridere per un po’, poi rimasero in silenzio. Hermione rilassò la guancia contro il suo petto e sentì il cuore di Fred pulsare direttamente sotto il suo orecchio.
- Glielo diresti veramente?- chiese Hermione, prima di potersene pentire.
- Di uccidermi?- chiese Fred allibito.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – No idiota! Parlavo di..- ma si bloccò, incapace di proseguire.
- Di noi?- completò Fred, con un sorriso.
- S-sì..- mormorò Hermione, arrossendo.
Perché diavolo stava arrossendo?
Fred sollevò una spalla. – Prima o poi dovrà saperlo..-
- Davvero?- chiese Hermione incerta.
- Granger le relazioni segrete sono affascinanti, ma non possono rimanere segrete per sempre!- le disse sorridendo.
Per sempre..oh santo Merlino!
Hermione si raddrizzò di scatto, il suo ardente coraggio di Grifondoro uscito vittorioso dalla dura lotta contro l’imbarazzo e la codardia. Fred continuò a guardarla sorridendo.
- Che c’è?- le chiese.
- Che intendi dire con “relazione”?- chiese, parlando lentamente.
- Mi stai chiedendo la definizione della parola?- chiese confuso.
Hermione si trattenne dal sospirare. - No, ti sto chiedendo perché l’hai usata per riferirti a noi!- puntualizzò.
Fred sgranò gli occhi. – Che domanda è? Tu come definiresti quello che c’è tra noi? Un’amicizia un po’ troppo audace?-
Hermione arrossì, l’imbarazzo lottò per riemergere ma fu soffocato dal ruggito della leonessa coraggiosa che viveva in lei. – N-no..cioè...-
Fred sorrise tranquillo. – Lo pensavi veramente?- chiese, sorpreso.
Hermione sospirò, prendendosi un minuto di pausa. Doveva spiegare quello che aveva in testa e non era per niente facile.
- E’ difficile da spiegare..- borbottò.
- Provaci!- la invitò lui.
Hermione cercò di pensare a un modo intelligente di spiegarsi, ma si rese conto che stavano affrontando quel discorso in una vasca da bagno e che, in qualunque momento, qualcuno avrebbe potuto interromperli. Quel pensiero scatenò il panico fra i suoi pensieri già burrascosi.
- Ecco io..- iniziò, poi abbassò le spalle avvilita e decise di usare le prime parole che le venissero in mente. – Sono un po’ confusa. Anzi sei tu che mi confondi!- puntualizzò. Fred sorrise ma non disse niente, e Hermione lo prese come un invito a proseguire. – Insomma, non sono abituata a non capire. E tu mi hai trascinata in questa..-
- Relazione?- suggerì lui, con un ghigno beffardo.
- Piantala Fred!-
- Ok scusa! Continua!- disse lui, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.
- Vorrei solo capire perché. Come posso spiegarmi cosa sta succedendo, se tu non mi aiuti?- concluse Hermione, sollevando il mento come sfidandolo a contraddirla.
- Hai ragione, a volte ho evitato di rispondere alle tue domande..-
- No, tu non hai mai risposto alle mie domande!- precisò lei, sollevando le sopracciglia.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Va bene, non ho mai risposto. Ma ciò non toglie che non avresti dovuto dubitare di me!-
Hermione spalancò la bocca. – Come scusa?-
- Pensavi che ti avrei usata e gettata via, così?- chiese, schioccando le dita.
Hermione rispose senza riflettere. – No, non l’ho mai pensato..- mormorò.
Era vero. Non l’aveva mai pensato, ma se ne era resa conto solo in quel momento, quando quelle parole avevano lasciato la sua bocca. Non aveva mai dubitato di lui. E lo aveva fatto senza sapere la verità. Senza avere delle risposte.
- Mi sono fidata di te..- sussurrò, guardandolo negli occhi.
Fred le sorrise. Hermione pensò che lui sapesse perfettamente dove stesse andando a parare quella conversazione e il suo sospetto divenne realtà quando lui chiese: - E perché?-
Per la seconda volta, Hermione parlò senza pensare, scoprendo qualcosa di se stessa, qualcosa di loro, che non aveva idea di conoscere.
- Perché tu me lo hai chiesto! Mi hai chiesto di fidarmi di te! - mormorò.
Fred annuì. – Esatto. E tu ti sei fidati. Hai coraggio da vendere, ammettiamolo!- scherzò con un sorriso. – Ti sei fidata di me. E non sto dicendo che hai fatto la cosa sbagliata. È solo lodevole che tu l’abbia fatto senza sapere..be’, senza sapere!-
Hermione assottigliò lo sguardo. – Mi stai nascondendo qualcosa?-
- Forse..-
- E non me lo dirai!-
Non era una domanda. Non aveva bisogno di chiederlo.
Fred le sorrise e le accarezzò una guancia. – Hai bisogno davvero di saperlo per fidarti di me?-
- No, ma vorrei che fosse così..- borbottò, un po’ infastidita un po’ divertita.
Fred rise piano e la baciò. Hermione si lasciò cullare da quel bacio particolarmente dolce e lento e capì che aveva fatto bene a fidarsi di lui. Anche senza conoscere la verità.
- Me lo dirai, un giorno?- chiese, staccandosi da lui.
Fred sorrise. – Sai che non so resisterti! Prima o poi cederò!-
Hermione alzò gli occhi al cielo e ricominciò a baciarlo. Questa volta, fu lui a interrompere il bacio.
- Quindi lo diciamo a Ron?- chiese. Hermione rabbrividì e Fred scoppiò a ridere. – Granger non ti facevo così fifona! Dov’è finita l’audace leonessa?-
Hermione lo colpì con un pugno sulla spalla e lui continuò a ridere.
- Magari aspettiamo la fine della vacanze..per adesso mi basta Sirius!- borbottò lei.
Fred soppesò le sue parole e annuì. – Concordo! Forza, usciamo da qui o i nostri piani andranno in fumo fin troppo presto!-
Uscire da quella vasca, dal bagno e dal corridoio fu un’impresa lunga e complicata. Nonostante le buone intenzioni, Fred continuò a baciarla, accarezzarla e spogliarla. Hermione non perse tempo a minacciarlo e invece di opporsi lasciò che lui la attirasse di nuovo sul pavimento, o contro la porta del bagno, o contro quella della stanza di Regulus. Raggiungere le scale fu difficile, ma sancì la fine di quella piccola battaglia.
Scoprirono che erano quasi le quattro. Fred raggiunse George in camera, e Hermione scese da sola in cucina. Harry e Ron erano svegli e stavano giocando a scacchi. Svegliò Ginny, che dormiva con Grattastinchi in braccio. La trascinò in camera con una scusa e alle parole “Devo raccontarti una cosa” Ginny si svegliò completamente. Quando furono al sicuro nella loro stanza, Hermione cominciò a raccontare. Ginny passò parecchie espressioni facciali, prima di stendersi sul pavimento con la testa fra le mani, mormorando parole incomprensibili.
- Se non fosse mio fratello mi innamorerei di lui!-disse a un certo punto, sollevando la schiena dal pavimento.
Hermione la guardò come se fosse pazza e Ginny alzò gli occhi al cielo. – Ho specificato: se non fosse mio fratello!- sottolineò.
Hermione sorrise e si sistemò sul pavimento davanti a lei.
- Pensi che ne uscirò intera?- le chiese.
Ginny appoggiò i gomiti sulle ginocchia. – Non lo so, ma una cosa è certa!-
- Cosa?-
- Tiene a te molto più di quanto pensi!- rispose, con un sorriso.
- Devo dirlo a Ron?-
- Se vuoi lo faccio io!-
Hermione arricciò le labbra. – Magari succederà per caso..magari ci becca come Sirius o Lee..iniziare a dirglielo con un discorso vero e proprio mi manda in paranoia! Ginny mi stai ascoltando?- chiese confusa.
Ginny non la stava assolutamente ascoltando. Guardava Hermione con occhi sgranati e bocca spalancata, un’espressione tanto stupida che Hermione pensò di aver perso la sua amica per sempre.
- Ginny?- la chiamò, scuotendola per una spalla.
- Ho un piano!- scattò lei, spaventando Hermione.
- Un piano?-
- Sì, un piano. Un piano davvero geniale!- rispose, con sguardo folle.
Hermione sollevò le sopracciglia. – E sarebbe?-
- Hai ragione tu: perché dirlo a Ron, quando può semplicemente scoprirlo da solo?-
- Continuo a non capire!-
- Capirai a tempo debito! Dobbiamo aspettare di tornare a Hogwarts!- disse, parlando più con se stessa. Posò lo sguardo sul pavimento, si morse un labbro e sollevò un indice, poi cominciò a mormorare. – Dobbiamo tornare a scuola, sarà più facile. Ma non so se..no questo dettaglio meglio lasciarlo a George. O a Lee..no meglio George!..-
- Cosa centrano George e Lee?- chiese Hermione perplessa. Ginny stava impazzendo..
- Shh, sto pensando!-
- No, stai delirando!-
- Devo andare!- esclamò scattando in piedi.
Hermione si girò a guardarla, del tutto sconvolta. – Ma dove vai?-
- Devo parlare con George!- disse, con un piede già fuori dalla porta. Uscì e chiuse la porta con un tonfo, lasciando Hermione sola sul pavimento.
Era completamente uscita di testa. Ancora confusa, Hermione si sollevò dal pavimento e scese di nuovo in cucina, dove la signora Weasley stava sgombrando il tavolo per una cena rapida fatta con gli avanzi del pranzo. Lupin, Tonks e Malocchio non sarebbero tornati quella sera. Hermione aiutò ad apparecchiare e dovette subirsi le battutine di Sirius.
- Che cosa hai fatto per tutto il pomeriggio?- le chiese, passandole un piatto.
- Ho studiato!- rispose lei, senza battere ciglio.
- Che cosa?-
- Trasfigurazione..- borbottò lei.
Sirius le passò un calice. – Fierobecco come sta?-
- Non lo so, non l’ho visto!- rispose lei, ed era la verità, per cui fu facile sorridere.
- Ah, pensavo fossi passata da lui..- mormorò Sirius, con indifferenza.
- No ho preferito concedermi un bagno caldo!- ribatté lei, sfidandolo con lo sguardo.
Sirius sorrise ammirato per la sua spavalderia e le passò un piatto. – Il piacere di un bagno caldo non conosce paragoni!-
- Puoi dirlo forte!- commentò lei.
- Sirius, passami quelle forchette!- esclamò Ron.
Felpato le allungò senza staccare gli occhi da Hermione.
- Hai visto Fred?-le chiese.
Hermione scosse le spalle. – Penso sia con George!-
- No sono qui!- esclamò Fred alla sue spalle.
Hermione trasalì e il bicchiere le sfuggì di mano, cadendo a terra con un suono metallico. Fred si chinò alle sue spalle per raccoglierlo, e accarezzò la sua gamba con la mano mentre risaliva.
- Tieni..- mormorò al suo orecchio, passandole il calice da dietro la schiena.
Hermione tossì e lo prese. – Grazie..- rispose meccanicamente.
- E tu Fred? Cosa hai fatto oggi?- chiese Sirius, con un sorriso malandrino.
Fred allungò un braccio per prendere un piatto, attento a sfiorare con decisione il corpo di Hermione e premere con il torace sulla sua schiena.
- Un rilassante bagno caldo!- rispose lui tranquillo.
- Ma pensa un po’!- commentò Sirius.
Harry, che stava distribuendo i tovaglioli, alzò lo sguardo, incuriosito da quella strana conversazione.
Sirius tergiversò. – E tu Harry?-
- Ho giocato a scacchi!- rispose il Prescelto, sollevando un sopracciglio.
- Interessante..- commentò Sirius.
Hermione strinse con forza la presa su un piatto. Fred, che si era sistemato al suo fianco, si voltò verso di lei con un sorriso.
- Mi passeresti un piatto?- le chiese, dolcemente.
Hermione assottigliò lo sguardo e ficcò con forza il piatto fra le sue mani.
- Grazie..- mormorò lui, con un ghigno.
Hermione strinse i denti e si voltò a prendere un altro piatto. Ma il suo braccio scattò con troppa energia e il piatto colpì una pila di calici che caddero sul tavolo con un gran fracasso.
- Hermione ti vedo un po’ nervosa stasera!- commentò Sirius, sistemando ogni calice al proprio posto con un colpo di bacchetta, risparmiando agli altri la fatica di continuare ad apparecchiare. – Magari hai bisogno di un altro bagno?-
- Magari ho solo bisogno di avere diciassette anni e di poter compiere magie fuori dalla scuola!- sbottò lei, fra i denti.
Fred si avvicinò a lei con la scusa di prendere un coltello e le mormorò all’orecchio. – Se ti accontenti del bagno fammi sapere!-
Hermione sospirò, ma una parte di sé lottò a lungo per accettare quella proposta. Hermione seppellì quei tentativi e sfoderò un sorriso di sfida.
- Ti farò sapere Weasley, anche se penso che lo chiederò a George!-
- George è impegnato!- ribatté lui, scrollando le spalle.
- C’è sempre Bill!- esclamò lei con un sorriso.
Sirius trattenne una risata. – Dieci punti alla Granger!-
- Che peccato non aver potuto festeggiare il Natale alla Tana! Avremmo invitato molte più persone!- disse Fred. – Sarebbe stato bello riabbracciare Fleur!-
- Rettifico, dieci punti a Weasley!- commentò Sirius.
- Piantatela!- sbottò Hermione.
Ron arrivò in quel momento alle loro spalle e i due malandrini smisero di ridere. La signora Weasley raggiunse il tavolo e con un colpo di bacchetta fece arrivare al centro il calderone con lo stufato.
- Fred, dov’è George?- chiese, girandosi verso il figlio.
- Non lo so, Ginny l’ha rapito ore fa e l’ha portato in soffitta. Forse non ha ancora finito di ripulire le ossa!-
La signora Weasley alzò gli occhi al cielo e lo colpì con il mestolo. – Non sei divertente!-
- Tu scherzi mamma, ma secondo me non ha lasciato nemmeno un braccio o una gamba!- rincarò lui.
Sirius scoppiò a ridere e in quel momento George e Ginny entrarono in cucina, sorridendosi con aria complice. Parlottarono ancora un po’, ma si interruppero prima di raggiungere il tavolo.
- Si mangia, finalmente!- esclamò Ginny, allungando il naso verso il calderone.
Hermione la guardò con un sopracciglio alzato e lei scosse le spalle, tranquilla.
- Mi devi una spiegazione!- sussurrò Hermione.
- Non è ancora il momento. Prima devo rifinire i dettagli del mio piano!- le rispose.
- Sedetevi, ragazze!- ordinò la signora Weasley.
Per tutta la cena, non tornarono sull’argomento. Sirius smise di fare battute, fortunatamente. Una volta che furono sole in camera, Hermione partì alla carica, ma Ginny fu incorruttibile. Prima di addormentarsi, Ginny le rivolse un sorriso dal suo letto.
- Andrà tutto bene, fidati di me!- le disse.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Vi piace proprio questa trappola, a voi Weasley!-
Ginny scoppiò a ridere e le augurò la buonanotte. Hermione si addormentò poco dopo e scivolò in un sonno tranquillo. Sognò di volare sulla schiena di Fierobecco, ma non aveva paura. Delle braccia la avvolsero, e il freddo di una notte nevosa scomparve. Poteva fidarsi di quella presa salda. Non l’avrebbe lasciata scivolare nel buio. L’avrebbe salvata..
Si svegliò si soprassalto, quando si rese conto che le braccia non erano un sogno. Qualcuno la stringeva, sotto le coperte.
- Shh, o sveglierai Ginny..- sussurrò Fred.
Hermione si rilassò. – Che ci fai qui?-
- Mi mancavi..-
Hermione sgranò gli occhi.
Cosa?
- Davvero?-
- Sì..-
Sorridendo, Hermione si voltò e appoggiò la testa nell’incavo del suo collo. Fred le baciò la fronte.
- Dormi..- le sussurrò.
- Stavo sognando di volare..- mormorò lei.
Fred sorrise. – Era un brutto sogno, allora!-
- No, volavo con Fierobecco..-
- E non avevi paura?-
- No, perché c’eri tu a tenermi..- confessò Hermione, arrossendo un po’.
Lo sentì ridere piano. – Ti fidavi di me?-
- Sapevo che non mi avresti lasciata cadere!-
Con due dita, Fred le sollevò il mento e la baciò. Fu un bacio lungo, lento e intenso. Quando finì, si staccò da lei e le sorrise. Hermione ricambiò il sorriso e tornò a posare la testa sotto il suo collo, chiudendo gli occhi.
- Non ti lascerei mai cadere..- sussurrò Fred.
Hermione sorrise. – Lo so..-
- E’ una promessa!- le disse.
Hermione si strinse fra le sue braccia e rispose: - Lo so, mi fido di te..-
Fred sorrise e la strinse a sé. Hermione sentì il sonno tornare nei suoi pensieri. Si addormentò, consapevole che quelle parole erano la promessa di cui aveva sempre avuto bisogno. Non l’avrebbe mai lasciata cadere e lei lo sapeva. Era una promessa e valeva molto più di qualsiasi altra parola.
Perché era una promessa sincera. Perché sapeva che lui non l’avrebbe mai abbandonata.
Poteva lanciarsi nel vuoto, poteva volare, poteva scivolare nella notte tempestata di fiocchi di neve.
Fred l’avrebbe protetta. Le sue braccia l’avrebbero sempre salvata.
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice l’autrice:
 
 
‘Seeeera! [quasi cit. George]
Tanto per cominciare: tantissimi auguri di Buone Feste!! Avevo promesso che avrei aggiornato entro e non oltre il 26 e invece non ce l’ho fatta. Perciò chiedo profondamente scusa! Purtroppo fra cene, parenti, coma profondi da abbuffata e uscite varie non sono riuscita a finire il capitolo in tempo! Perciò eccomi qua, ad aggiornare con un giorno di ritardo! Spero abbiate passato un buon Natale :)
Piccola nota: ho deciso di risparmiare al signor Weasley le pene inflitte da quella serpe di Nagini! A parte questo, penso di non avere altro da dire!
Capitolo un po’ lungo, ma penso che ad alcune di voi non dispiacerà :D che dire? Grazie infinite per il vostro sostegno, per i complimenti, per le recensioni e per tutto! Non so come farei senza di voi, e non lo dico tanto per dire! Il vostro sostegno mi incoraggia e siete la fonte della mia fantasia! Grazie davvero!
Piccola info: domenica partirò per andare a Roma dai miei parenti e tornerò il 2! Non avrò la possibilità di aggiornare da là, perciò il prossimo capitolo verrà postato il 3! Spero di riuscire comunque a rispondere alle recensione e ai messaggi! In teoria non dovrei avere problemi!
Ora vi lascio! Grazie di cuore ancora! Buone Feste e buon Anno nuovo a tutti:)
Un bacio enorme!
Amy
 
  
Leggi le 22 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RedMarauder