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Autore: NightmareInsomnia    27/12/2013    1 recensioni
Quello sotto il vischio è in assoluto uno dei momenti più romantici di sempre.
Cinque storie ispirate a questo tema conduttore che ci terranno compagnia in questo periodo Natalizio.
Gli amori più belli non sono mai quelli più semplici e Harry, Niall, Liam, Zayn e Louis lo sanno bene.
Ogni storia avrà una trama diversa, dei personaggi diversi e significati diversi.
Spero vi piacciano.
Buon Natale.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Niall… c’è il vischio.
 
Era una giornata d’inverno. Per meglio precisare la vigilia di Natale.
Grace aveva insistito così tanto per uscire e alla fine il biondo aveva ceduto.
 
-Bene, e allora?- chiese strafottente lui.
 
-Beh, baciarsi sotto il vischio porta bene. Non conosci la leggenda?
 
-So che porta bene, ma è una grande cazzata.- fece spallucce Niall.
 
-Ah.- si limitò la ragazza abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
 
Il biondo sbuffò impercettibilmente per poi passarsi una mano fra i capelli e tirare le labbra in un leggerissimo sorriso.
 
-Però se ti va, puoi raccontarmela. - aggiunse in modo dolce.
 
La mora alzò la testa di scatto piantando i suoi occhi scuri in quelli limpidi di Niall.
 
-Davvero?- chiese con uno strano luccichio e una voce da bambina.
 
Il biondo sorrise intenerito alla faccia della ragazza e in risposta annuì con la testa.
I due si accomodarono a un tavolino all’interno del locale, mentre la ragazza riportava spesso lo sguardo al vischio attaccato sopra la porta. Quanto avrebbe voluto che lui l’avesse baciata.
 
-Allora? Mi racconti questa storia.
 
Gli occhi cioccolata di lei tornarono velocemente su di lui e le sue labbra si aprirono in un sorriso sincero, dolce, ingenuo.
Assomigliava così tanto a una bambina, per questo Niall l’aveva notata.
 
-Beh, da dove iniziare… La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder e Loki. Il secondo, cattivo e invidioso, voleva uccidere il primo, buono e amato da tutti.- disse giocherellando col tovagliolo tenendo lo sguardo su di esso.- Venuta a conoscenza di ciò Freya cercò di proteggere Balder e chiese a Fuoco, Acqua, Terra, Aria e a tutti gli animali e le piante di giurare la loro protezione per l'incolumità del figlio, e così fecero. Loki però scoprì che la madre non si era rivolta a una pianta, che non viveva né sopra né sotto terra: il vischio. Intrecciando i rami di questa pianta fece così un dardo appuntito, lo diede al dio cieco dell'inverno, che lo tirò dal suo arco e colpì, uccidendolo, Balder.- alzò lo sguardo per notare che Niall la stava guardando incantato sorreggendo il viso con una mano.
 
-E finisce così?- chiese lui appena si accorse che la mora aveva finito di parlare.

-Ehi, fammi finire.- lo riprese lei.-Tutti gli elementi della Terra e del Cielo si rattristarono per la morte dell'amato Balder e per tre giorni e tre notti cercano con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non riuscirono. Freya, rassegnata e disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio. Magicamente, le lacrime sincere della madre, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche perlate della pianta e Balder riprese vita. Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l'albero su cui cresceva il vischio con un bacio. E questo è tutto.- concluse sorridente.
 
-E perché bisognerebbe baciarsi sotto il vischio?- chiese il biondo, più che per curiosità, per vedere le labbra della ragazza muoversi.
 
-Beh, da lì in poi la dea vuole che chi sta sotto il vischio si baci, per avere la sua protezione eterna, simbolo della vita e dell'amore che sconfigge anche la morte.- spiegò lei con gli occhi luccicanti mentre fissava il bel ragazzo davanti a lei.
 
-Bella storia. Ma sai che non sono un grande amante di queste cazzate.- disse facendo spallucce il biondo.
 
-Già…- disse tristemente la mora per poi abbassare lo sguardo.
 
Grace era una di quelle bambine dolci e gentili.
Sembrava una piccola e bella principessina. Forse per quello i suoi gli avevano dato quel nome.
“Grace, cosa vuoi essere da grande?” le chiese un giorno Kelly, la sua sorella maggiore di un anno.
“Non so cosa voglio essere, ma so chi vorrò. Voglio un principe.” rispose annuendo convinta delle sue stesse parole la piccola dalle treccine.
“Un principe?” chiese ingenuamente la sorella.
“Sì. Un bellissimo principe che mi salvi dai mostri e dalle persone cattive. Però non deve essere come il ragazzo di Natalie” disse pensando al fidanzato della cugina “lui è troppo neutro.”
“Neutro?”
“Sì, io voglio un principe che mi dia tante attenzioni, che mi baci, che mi dica tante cose romantiche.”
 
Invece Grace era riuscita a far entrare nella sua vita il ragazzo più diverso dal principe azzurro che potesse esistere.
 
“Ehi Josh… chi è quella tipa?” chiese Niall all’amico mentre prendeva i libri dall’armadietto indicando con la testa una mora che se ne stava seduta tutta sola col capo chino a leggere.
“Chi? La Stonem? Lascia perdere amico.” gli rispose tornando a guardare invece il gruppo di cheerleader che stavano chiacchierando come al loro solito lì vicino.
“Perché?” chiese semplicemente il biondo. Era dispiaciuto della risposta dell’amico. Quella ragazza sembrava carina nonostante non scorgesse il viso. Non gli sarebbe dispiaciuto uscirci una volta. Si era un po’ stancato delle biondine ossigenate con cui passava la notte.
“E’ tutta pazza.” si limitò Josh senza neanche degnarlo di uno sguardo.
 
Niall non aveva certamente seguito il consiglio dell’amico. Lui la voleva. Ora era una questione di onore.
 
“Posso?” chiese gentilmente.
La ragazza alzò velocemente lo sguardo per guardare chi avesse pronunciato quella semplice parola che da più di un anno nessuno osava più rivolgerle. Annuì per poi riabbassare lo sguardo.
“Come ti chiami?”
Non poteva star parlando veramente con lei.
“Allora?” insistette.
“Grace.”
 
Quel ragazzo era entrato nella sua vita con l’unico scopo di farla sua ed essere premiato dagli altri ragazzi per essere andato anche con quella bellissima squilibrata.
Perché sì, lei era bellissima.
Niall non era un bravo ragazzo. Niall non era un principe azzurro.
Niall era l’opposto.
 
“Uhm, dai Daisy…” ansimò il biondo sul collo della bionda.
“Vieni, andiamo in bagno.” gli prese la mano lei trascinandolo via dal corridoio della scuola.
Niall pensava di essere passato inosservato, ma in realtà una mora lo stava guardando con la bocca spalancata.
Era solo una stupida. Non aveva idea del perché il biondo ultimamente passasse molto tempo con lei ma la sua speranza di potergli interessare era completamente sparita.
 
Sì, Niall non era esattamente quel ragazzo che da piccola sognava, ma con lei sembrava diverso.
 
“E’ semplice Niall.” concluse il suo discorso la mora.
“Wow, mi hai insegnato più te in tre ore che il mio prof in cinque anni di scuola.
Grace sorrise imbarazzata e abbassò la testa.
“Ehi piccola… Perché sei arrossita?” le chiese Niall avvicinandosi e mettendole una mano sulla schiena.
Quel tono dolce non l’aveva utilizzato neanche quando si era presentato.
Le guance già spruzzate di rosa erano diventate rosso fuoco e il cuore della piccola principessa sembrava voler uscire dal petto per quanto battesse forte contro il petto.
Era sicura di non essersi mai sentita così.
 
Grace provava uno strano sentimento per quel ragazzo così dolce e gentile ma allo stesso tempo così menefreghista e violento.
 
“Cosa stai facendo Niall?!” urlò disperata la bionda vedendo il biondo sferrare un pugno a Josh.
Il ragazzo non le diede ascolto e continuò a picchiarlo.
Tremava, riusciva solamente a tremare.
Non seppe perché lo fece ma si mise davanti all’amico dell’irlandese. Lei odiava Josh ma amava Niall anche se in un modo tutto suo. Le faceva male vederlo così.
Il biondo non fece in tempo ad accorgersene e sferrò un pugno nello stomaco di Grace che dopo essere stata scaraventata contro il muro d’entrata della scuola, cadde a terra.
I polmoni svuotati e l’affanno nel suo respiro.
Ci mise qualche secondo Niall a capire che fosse successo e si precipitò al fianco della mora in ginocchio.
“No cazzo. No. Non volevo devi credermi. Oddio, no.” si spaventò lui notando la mano di lei all’altezza del cuore, lo sguardo fisso sulla parete e gli occhi sbarrati.
“No, no, ti prego.” le sussurrò il ragazzo a bassa voce mentre ragazzi curiosi furono attirati dalla scena che si stava presentando ai loro occhi.
Poggiò una mano sulla sua schiena e costatò stesse tremendo.
“Andatevene, sparite!” urlò alla discreta folla che li circondava prendendo in braccio la piccola Grace a mo’ di sposa mentre lei con un braccio gli circondava il collo.
Niall si odiava per quello.
Si odiava per averle fatto del male fisico, ma anche mentale, perché lui la conosceva, lui sapeva che il motivo del suo sguardo perso erano i mostri che nella sua testa le stavano parlando, le stavano urlando, la stavano picchiando, la stavano torturando, la stavano uccidendo.
 
 
Niall sapeva di quanto la piccola mora fosse fragile.
La creatura più innocente, dolce e gentile che esistesse era quella bellissima diciottenne entrata per scherzo nella sua vita e a cui si era affezionata in modo particolare, per lui sconosciuto.
 
“Scusami, ti prego scusami” singhiozzò Niall accarezzandole i capelli.
“Ehi piccolo, va tutto bene, va tutto bene…” gli sussurrò lei all’orecchio mentre con la mano gli sfregava il braccio.
Erano entrambi sdraiati sul letto della casa di Grace dopo che il biondo l’ebbe portata via da scuola nel tentativo di calmarla cosa in cui riuscì.
“Grace io… io ti ho picchiata. Ti ho messo le mani addosso… Sono un mostro” pianse l’irlandese contro il suo petto.
Agli occhi della principessa era un piccolo e indifeso bambino. Non l’aveva mai visto così e mai avrebbe immaginato neanche di farlo.
Il biondo alzò lo sguardo per far scontrare i suoi occhi oceano con quelli nocciola di lei.
Alla vista di quelle pozze d’acqua arrossate la mora sentì una strana morsa al petto.
Non voleva vederlo così
 
Un bad-boy e una pazza. Chi se lo sarebbe immaginato?
 
“Niall… cosa hai fatto?” chiese spaventata la mora mentre si precipitava a sorreggere il ragazzo per portarlo dentro casa.
“Niente? Cazzo dici? Sei pieno di lividi e ti esce sangue dal naso! Tu questo lo chiami niente?” urlò quasi isterica la piccola principessa.
Velocemente lo accompagnò nella sua camera ringraziando il cielo che ne sua madre ne Kelly erano a casa. Da quando avevano scoperto che le sue frequenti uscite erano a causa di quel biondo con la fama di cattivo ragazzo le avevano severamente proibito di frequentarlo.
Come se fosse una bambina sprovveduta.
Beh… in realtà lo era.
“Niall stai fermo qua, prendo la valigetta del pronto soccorso.” disse velocemente adagiando il biondo sul letto.
Quando ritornò, lo sommerse di domande a cui però lui non rispose.
“Niall… perché mi tratti così?” chiese lei sull’orlo del pianto.
“Così come?” chiese il biondo non capendo.
“Ti avvicini quando nessuno mi vuole, diventi il mio unico amico, mi ignori quando ci sono i tuoi amici e alcune volte mi tratti male davanti a loro, ti prendi cura di me quando sto male, picchi Josh per difendermi, stai palesemente male e non mi dici il perché, mi fai innamorare di te ma poi pretendi che io lasci correre le tue cazzate…”
“Che hai detto?” le chiese Niall sorpreso interrompendola.
“Che pretendi che io lasci correre le tue cazzate.” Rispose lei ovvia.
“No, prima.”
“Che sono innamorata di te…” sussurrò la principessa abbassando lo sguardo.
“Io… cioè… tu…” cercò di dire il moro confuso dalle parole della ragazza che quando lo sentì balbettare alzò lo sguardo sorridendo tristemente.
“Non preoccuparti. Lo so che non provi lo stesso. Però la verità è questa. Io ti amo. E per piacere, non credere a quella cazzate del doverci dividere per non ferire entrambi. Faresti solo del male a me e in un certo modo spero anche a te. L’unica cosa che pretendo da te è averti vicino.”
 
Grace lo amava. Lei ne era sicura. Spesso si chiedeva come facesse a saperlo, lei che con i sentimenti non era brava, ma tutte le volte che il corpo del biondo la copriva proteggendola dagli altri sapeva che quello che sentiva, quegli occhi lucidi, quel battito del cuore troppo accelerato non erano solo dovuti alla riconoscenza.
Ed era strano. Era strano perché lei desiderava lui. Desiderava potergli prendere la mano pubblico, desiderava abbracciarlo tutte le volte che gli passasse nella testa, desiderava far combaciare almeno una volta le sue labbra con quelle di lui, voleva possedere il suo cuore ma semplicemente non poteva. Era Niall a decidere.
Era così meschina questa cosa.
Da una persona esterna potrebbe sembrare così. Lui che poteva averla quando voleva ma lei che non poteva fare altro che accondiscendere senza mai poter prendere il controllo.
Ma non era così. Neanche Niall poteva scegliere cosa fare. Era come se il suo corpo e le sue azioni fossero scollegate dal suo cervello.
 
“Uhm…”
“Che stai facendo?” chiese il biondo divertito osservando il viso corrugato della mora.
“Non riesco a risolvere questo problema!” sbottò infastidita lei sfilandosi la matita morsicata dalla bocca.
Lo sguardo di Niall si posò immediatamente sulle labbra piene di lei.
Sembravano così… soffici.
Non ci pensò nemmeno una volta prima di chinarsi su di lei e poggiare le sue labbra su quelle di Grace che spalancò gli occhi stupefatta, gli stessi occhi che dopo aver scollegato il cervello si chiusero permettendole di lasciarsi andare.
Fu la cosa più brutta e allo stesso tempo più bella che Grace potesse fare.
Brutta perché per lei quel bacio era d’amore puro, sincero, mentre probabilmente per Niall era un modo per scherzare con lei e sapeva che una volta staccata da lui si sarebbe sentita male, ma bello perché quelle labbra che per tanto tempo aveva bramato erano, anche se per poco sue, solamente sue.
Cioccolato. Questo era il sapore si lui.
Menta. Il sapore di lei.
Sapori così diversi che però insieme formavano un mix di passione, bellezza, tenerezza e amore. Un mix magico. Un mix che entrambi avrebbero provato altre infinite volte.
 
Loro erano così: diversi. Diversi da qualunque altra coppia.
 
“Oh, la povera psicopatica piange.” La derise Josh mentre osservava compiaciuto il corpo inerme della ragazza a cui aveva appena rifilato un pugno rannicchiato a terra scosso dai singhiozzi.
“Che cazzo hai fatto?” urlò il suo amico appena arrivato.
“Che c’è, ti da fastidio che picchi la pazza della tua ragazza? Ti sei rammollito a tal punto?” gli chiese deridendolo.
Niall si scagliò su di lui pestandolo e si fermò soltanto quando sentì la voce di Grace richiamarlo impaurita.
“Non permetterti mai più di sfiorarla nemmeno con un dito, anzi, non permetterti neanche di pensarla, lei è troppo per occupare il tuo cervello.”
 
Grace si sentiva normale con Niall al suo fianco. Ma non normale nel senso di annoiata, anzi i sentimenti che sentiva erano tutt’altro che comuni, erano forti. Semplicemente quando il biondo la guardava, sentiva che i suoi occhi erano uguali a quelli che usavano le persone qualche anno prima.
 
“Tesoro…” sospirò la donna accarezzando la testa della figlia senza motivo.
Grace guardò arrabbiata la madre. Perché lo stava facendo? Perché la stava trattando come se fosse un caso perso?
“Che ho fatto mamma? Perché sei così?” chiese con la voce più alta del solito la mora.
“Amore…” disse tristemente.
“Mamma, la vuoi finire? Ti comporti come se io fossi morta!” sbottò lei.
“Non puoi capire.” Si limitò la madre abbassando la testa.
“Kelly?” chiese la ragazza vedendo la sorella affiancare la donna.
“Sì?”
“P-Perché mi guardi in quel modo?” chiese spaventata la piccola principessa.
“In che modo ti sto guardando?” le chiese fin troppo dolcemente.
“Sei malinconica… triste… mi guardi come se fossi pazza?!” le disse piantando i suoi occhi marroni in quelli verdi di lei “E… hai un tono di voce… strano.” concluse poi.
La sorella non rispose. Si limitò di sorridere ancora più tristemente. Pensava realmente che lei fosse pazza.
 
Dopo quell’incidente, appena ripresasi e dimessa dall’ospedale i suoi genitori l’avevano obbligata ad andare da un “dottore”.
Grace odiava quell’uomo che insisteva a dirle che l’avrebbe aiutata.
Tutte le volte lo vedeva parlare all’orecchio con sua madre a cui scivolava sempre una lacrima dagli occhi verdi.
Una volta l’aveva fatto arrabbiare e allora aveva iniziato a urlarle contro che lei era pazza, che quelle voci, quei mostri erano solo frutto della sua mente malata e alla fine l’aveva picchiata.
Grace non capiva. Perché tutti erano così con lei?
Prima di trasferirsi in Irlanda, quando ancora abitava a Londra, era una ragazza popolare, tutti volevano essere suoi amici, mentre dopo l’incidente tutti la evitavano come se fosse malata.
 
-Uhm, io vado in bagno…- sussurrò lei appoggiando la sua cioccolata sul tavolo.

-Okay, ti aspetto.- le sorrise Niall.
 
Quella ragazza lo faceva impazzire.
Tutte le volte che la baciava il suo cuore sembrava voler uscire dal petto e un formicolio gli percorreva l’intero corpo e tutte le volta dopo essersi staccato dalle sue labbra che sapevano di menta voleva sempre di più. Ormai era una droga.
Adorava stringerla a se, accarezzarla e sussurrarle cose dolci all’orecchio, non poteva farne a meno, anche se quando era in pubblico non lo faceva mai e si sentiva un codardo per quello.
Si chiedeva come quella piccola principessa potesse amarlo nonostante tutto.
Nonostante non sapesse trattarla come una ragazza meritava dal proprio ragazzo.
Nonostante lui fosse sempre aggressivo.
Nonostante dietro a quel viso d’angelo si nascondesse un mostro.
Nonostante non le aveva mai detto di amarla.
Nonostante lui non fosse il principe che lei desiderava.
Si ricordava ancora quando le aveva chiesto di essere la sua ragazza e si vergognava per quello.
Sì, si vergognava, perché lo aveva fatto facendo credere ai suoi “amici” che in realtà non lo avesse fatto perché provava dei sentimenti verso di lei ma perché provava pena.
E lui, anche se in un modo tutto suo, quasi platonico, la amava. La amava per davvero.
 
-Oh… guarda chi si vede!

Grace sentì un brivido percorrerle la schiena. Sapeva perfettamente chi era.

-Josh…- salutò sprezzante.

-Ehi puttanella, porta rispetto.- La riprese Josh passando una sua mano sul braccio coperto solo da un leggero cardigan blu di lei.

-Non mi toccare!- sibilò tra i denti lei scostandosi.

-Ahi, ahi… Non ti conviene comportarti così con me.- Le sussurrò all’orecchio per poi morderle il lobo e imprigionare i polsi con le sue mani.

-Lasciami! Lasciami!- urlò Grace.

-Ehi amore, sei tu?- chiese dolcemente una voce da dietro la porta del bagno.

-Amore? Sei veramente messo così male Niall?- ghignò Josh.

Il biondo sentì il sangue congelarglisi nelle vene e la rabbia iniziare a impossessarsi di lui.
Lui era lì.
Lui era lì e stava toccando la sua Grace.
Aprì la porta con un pugno e afferrò l’amico per il colletto.
Da quel momento in poi il cervello del biondo si scollegò del tutto.
Si risvegliò solo quando una manina tremolante gli si poggiò sulla spalla.
Alzò lo sguardo e si accorse di essere seduto a terra contro il muro, con il corpo malmenato dell’amico al fianco e la sua bellissima ragazza davanti a lui inginocchiato.
La osservò nei minimi dettagli e il risultato per lui fu sconvolgente. Lei aveva paura. Paura di lui.

-Amore, che è successo?- chiese a bassa voce.

-Tu… tu hai… picchiato Josh… e loro erano qui.- Disse con le lacrime agli occhi la ragazza.

-E io che ho fatto?- chiese purtroppo già intuendo la risposta.

-Hai… hai continuato a picchiarlo.- disse abbassando la testa.

-E tu…?

-Niente, ho provato a mandarli via ma non l’hanno fatto.

-E quando se ne sono andati?

-Quando hai smesso di picchiarlo.

E Niall ebbe la sua odiata conferma. Era lui che aveva fatto ritornare i mostri che negli ultimi due mesi sembravano aver abbandonato per sempre la sua testa.
 
I due lasciarono velocemente il locale abbandonando il corpo di Josh a se stesso, diretti verso la loro casa. Loro perché ormai Grace viveva con lui.
 
“Oh no mia cara! Devi smetterla.” Disse la madre riferendosi alle uscite con Niall. Nonostante le era stato proibito, infatti, la mora non perdeva occasione di scappare da casa e alcune volte le capitava di stare via interi giorni senza neanche tornare per la notte.
“Smettere cosa? Di essere felice? Perché con Niall sono felice!” urlò la bionda per poi preparare i bagagli e andare via. Per sempre.
Si ritrovò un paio di ore dopo a citofonare a uno dei tanti appartamenti di quell’edificio mal ridotto della puzzolente periferia di Londra.
Si ritrovò davanti ad un Niall stanco, dalle occhiaie marchiate, i vestiti blandi che appena vide il borsone capì e abbracciò la sua ragazza assicurandole di poter rimanere.
 
Definirla casa era un po’ troppo. Era una sola stanza con un letto matrimoniale, un armadio, degli scaffali in metallo un angolo cucina, un piccolo bagno adiacente e tanto, tanto disordine.
Grace si divertiva a tentare di fare la donna di casa ma era negata sia nel pulire sia nel cucinare e alla fine era Niall che intervenendo ai suoi casini si occupava della casa.
 
Dopo che la ragazza gli pulì le ferite, si sdraiò nel letto e accortasi dello sguardo colpevole di Niall al suo fianco, lo baciò.

-Ehi, non preoccuparti- gli disse con ancora le mani sul suo viso -ti amo.- concluse anche se sapeva che non avrebbe ricevuto risposta.

Si accoccolò fra le braccia del suo ragazzo fin che il suo respiro non divenne più che regolare e il biondo pensò che si fosse addormentata e si decise a pronunciare quelle parole che gli riempivano il petto. Quelle due parole che diceva soltanto quando lei non poteva sentirle.

-Ti amo anch’io.- le sussurrò Niall.

Ma Grace non dormiva affatto.













Under the mistletoe:
Sera gente. 
Meno male che dovevo aggiornare tutti i giorni!
A parte l'ironia, scusate. Il Natale mi fa sentire male. Sapete com'è: Alberi addobbati di ipocrisia, tavole ricche di cibo e povere di allegria, regali costosi di sorrisi da quattro soldi, strade piene di persone vuote. Ho la nausea.
Che merda!
Questa storia... non doveva essere così. Nella mia testa era completamente diversa, ma okay.
Mi sento tanto Grace, con le uniche differenze che lei è bellissima e al suo fianco Niall. Mi dispiace sminuirla così, visto che Grace esiste già da un anno e occupa duecento pagine di word. Magari un giorno potrei pubblicare qui la sua storia anche se stavo pensando di pubblicare la mia. Chissà quanta gente su questo sito che ha letto le mie altre storie o è in contatto con me tramite recensioni rimarebbe stupita. Sì, sarebbe divertente.
Per ora credo che penserò a cosa poter fare stanotte visto che da un po' di dormire non se ne parla neanche. Potrei scrivere un'altra One-Shot.

Credo che questa sarà piena di errori visto che non l'ho riletta. Probabilmente domani lo farò e la correggerò. E scusate anche anche per il banner schifoso. Foto_Flexer e Java hanno deciso di prendermi in giro.
Wow.
Devo dire che ci sono rimasta un po' male vedendo una sola recensione eppure tante visite :( 
Vi prego, recensite. Che sia una recensionec positiva, neutra o critica non mi interessa. Anzi, amo le recensioni costruttive!
Spero a domani.
Ah, e lo vedete quel fighissimo banner?
Tutto merito di 
ale3103.
E' fanyastico!
Grazie mille :)


Sally_
 
 
   
 
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