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Autore: brenelavis    27/12/2013    0 recensioni
[Body grows ströng when heart has a mission. GDR ∞]
- Lily.. ce l’hai ancora la collanina che ti ho regalato vero? -
mi chiese Allison come se nemmeno avesse ascoltato le mie parole precedenti. [...]
- Certo che ce l’ho.. perché me lo chiedi? Stavamo parlando di Thomas.. -
le risposi lasciando ricadere la collanina sul mio petto
- Non toglierla mai.. ti sta una favola -
****
[...] In quel momento sarei voluta restare lì per sempre, fra le braccia della mia mamma con l’assurda convinzione che tutto sarebbe andato per il verso giusto.. non sapendo che in realtà quello era solo l’inizio.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Evangeline

 

Lakeside 2013.

 

Lakeside è una piccola cittadina della California che vanta poche centinaia di abitanti. Apparentemente è una città come tutte le altre, con i suoi momenti di massimo splendore come ad esempio la grande festa di carnevale che viene organizzata ogni anno dal sindaco della città e che raccoglie attorno a sé un gran numero di persone. Il termine sul quale bisogna però focalizzare l’attenzione è “apparentemente”, già.. perché a Lakeside di normale non è rimasto quasi più nulla. Già nel 1800, anche se allora al posto della città di Lakeside esisteva solo un piccolo e antico villaggio, esistevano e vivevano più o meno pacificamente, diverse creature alle quali al giorno d’oggi mai e poi mai crederemmo. Streghe, vampiri, licantropi.. tutte creature che col passare degli anni impararono a vivere secondo gli usi ed i costumi degli umani, mescolandosi tra di loro e vivendo una vita più o meno normale. Fino ad oggi.

 

*******

 

“Evangeline, alza quelle chiappe dal letto e datti una mossa. Questa è la sveglia delle sette e quaranta e sai cosa vuol dire?! Che sei in ritardo!” il mio cellulare aveva iniziato a vibrare sul comodino e la voce di Allison, la mia migliore amica, si era fatta sentire per tutta la stanza. Ricordavo perfettamente il pomeriggio in cui decise di personalizzare le mie cento sveglie con la sua magnifica voce al posto del suono dell’oceano che aveva accompagnato il mio risveglio per anni.
Mugugnai qualcosa di indefinito sfregando il palmo della mano destra sugli occhi e sbadigliando rumorosamente, poi presi la decisione più difficile della giornata.. quella di alzarmi. Appoggiai i piedi nudi sul freddo pavimento della mia camera, mia madre si era nuovamente scordata di accendere i termosifoni prima di andare a lavoro. Feci una corsetta fino al bagno, perché indossare un bel paio di ciabatte sarebbe stato troppo faticoso, specialmente a quell’ora del mattino e in super ritardo. Sciacquai il viso con l’acqua fredda e fissai per qualche secondo il mio riflesso allo specchio che mostrava un volto riposato e rilassato. Adoravo dormire e difficilmente accadeva qualcosa che riuscisse a farmi perdere il sonno.
Quando tornai in camera aprii l’armadio e afferrai i soliti jeans chiari e una delle mie tanto amate felpe, quelle felpe larghe e calde che amavo indossare per gran parte dell’anno. Ai piedi un paio di converse nere e sulle spalle una borsa marrone di pelle che la mia migliore amica mi aveva regalato qualche giorno prima.
Una volta scesa al piano di sotto, attaccato sul frigorifero, c’era un post-it giallo fluorescente da parte di mia madre che mi informava che, come al solito, sarebbe rimasta in ospedale fino a sera per qualche turno extra. Mia madre diceva sempre che passava così tanto tempo a lavoro non solo perché amava fare l’infermiera, ma anche perché dal momento che papà non c’era avevamo bisogno di soldi per poter continuare a vivere nella nostra casa. Da parte mia sapevo bene che la sua era solo una scusa.. mia madre faceva turni extra da quando io ero ancora troppo piccola per potermene ricordare... e lo faceva per tenersi occupata, per non tornare in una casa che considerava quasi vuota data l’assenza forzata di mio padre. Ma, nonostante fosse una madre assente fra le mura domestiche, non potevo avercela con lei perché si era sempre data da fare per non farmi mancare nulla, anche quando, tempo prima, trascorreva dodici ore in ospedale lasciandomi con i nonni. Sapevo che papà era stato il grande amore della sua vita, tutte le foto che i nonni mi avevano mostrato ne erano la prova tangibile.. e sapevo anche che la sua morte l’aveva distrutta e aveva spento in lei la voglia di vivere una vita felice. Da quello che i nonni mi avevano raccontato, mio padre era uno degli uomini più stimati della città, non solo perché lui era il sindaco, ma anche perché aveva sempre dimostrato fedeltà verso i suoi concittadini e aveva avuto sempre un occhio di riguardo per i meno fortunati. Mio padre morì la mattina in cui io venni al mondo. Mia nonna l’aveva chiamato al telefono quando i dolori di mia madre avevano iniziato a farsi più forti e mio padre aveva lasciato il suo ufficio per precipitarsi in ospedale. Già, precipitarsi.. Era la mattina di Natale, i marciapiedi erano ricoperti da un fitto strato di neve e le strade erano ricoperte dal ghiaccio.. eppure mio padre decise di salire in macchina e di guidare. Quella mattina ci fu un incidente.. l’auto del sindaco aveva perso aderenza sull’asfalto ed era precipitata dal ponte di Lakeside, famoso per la triste fine di tutti coloro che decidevano di lasciare questo mondo di loro spontanea volontà. Forse il fatto di non averlo mai conosciuto, di non avere nessun ricordo di lui.. mi aveva aiutata a soffrire di meno.

 

- Buongiorno pollastrella -
la voce squillante di Allison mi accolse nel grande giardino della scuola.
- Buongiorno a te migliore amica -
le dissi passando un braccio attorno al suo collo mentre ci avviammo insieme verso l’ingresso della scuola. Io e Allison eravamo amiche da una vita, ci conoscevamo ancora prima di venire al mondo. Sua madre era cresciuta a sua volta insieme alla mia ed erano ottime amiche ancora oggi.
Quando entrammo nella scuola ci fermammo davanti all’armadietto di Thomas Moore, un ragazzo del terzo anno che era scomparso da quasi cinque giorni.
- Non l’hanno ancora trovato? -
chiesi sospirando. Conoscevo Thomas solamente di vista, ogni tanto era venuto a dare una mano al comitato per evitare di ricevere una sospensione dopo essere stato beccato a fumare nei bagni della scuola.
- No, non ancora -
fu la risposta secca di Allison. Non sapevo come faceva a non farsi trasportare dalle emozioni.. io mi sentivo terribilmente in colpa per la sparizione di quel ragazzo, nonostante non c’entrassi praticamente nulla. Ma lei era sempre fredda e distaccata quando in città succedevano cose del genere.. e ultimamente ne erano successe parecchie. Thomas non era l’unico ragazzo ad essere scomparso, prima di lui anche altri abitanti di Lakeside erano spariti e poi erano stati ritrovati morti nel bosco.
- Non capisco perché non chiamino qualcuno ad uccidere quei lupi nel bosco.. non è possibile che continuino ad uccidere le persone e nessuno faccia nulla per impedirlo -
mi lamentai.. lo sceriffo aveva detto che tutte le vittime erano state uccise da alcuni animali nel bosco, lupi probabilmente.. anche se in California di lupi non se ne vedevano poi tanti.
- Lily.. ce l’hai ancora la collanina che ti ho regalato vero? -
mi chiese Allison come se nemmeno avesse ascoltato le mie parole precedenti. Annuii distrattamente alle sue parole afferrando la collanina che portavo sempre al collo e mostrandole il ciondolo a forma di spada che mi aveva regalato per Natale.
- Certo che ce l’ho.. perché me lo chiedi? Stavamo parlando di Thomas.. -
le risposi lasciando ricadere la collanina sul mio petto
- Non toglierla mai.. ti sta una favola -
aveva detto riprendendo poi a camminare a passo svelto verso l’aula di biologia avanzata. Io mi ero limitata a sussurrare un “okay..” poco convinto, ma sapevo che Allison a volte era strana.. non era la prima volta che aveva sbalzi di umore di quel tipo.
- Ci vediamo più tardi al comitato, a dopo Lily -
mi aveva salutata così con un bacio sulla guancia prima di sparire dietro la porta della sua classe. Scossi la testa divertita ripensando a quanto dovesse sembrare poco normale la mia migliore amica, ma dopo tanto tempo ormai io mi ero abituata al suo carattere.

 

 

- Okay gente! Il tema del prossimo ballo studentesco, quello che si terrà esattamente fra tre settimane è.. Grease. -
annunciai sorridente dopo aver estratto l’ultimo fogliettino della votazione. Non tutti erano entusiasti del tema che aveva vinto ma infondo avevamo usato il metodo più democratico che conoscevamo e chi aveva perso doveva adeguarsi alla decisione della maggioranza.
Essere la presidentessa del comitato studentesco era quello che maggiormente preferivo di tutta la mia vita scolastica.. mi piaceva avere tutto sotto controllo, prendere le decisioni più importanti insieme al resto del gruppo. Inoltre, il mio impegno sarebbe stato sicuramente valutato positivamente da qualunque università e questo era un punto decisamente a mio favore.
- Ci vediamo venerdì per iniziare a discutere dei dettagli. Andate in pace -
aveva detto Allison ridacchiando. Anche lei faceva parte del comitato studentesco, non per passione ma per seguire la sua migliore amica che l’aveva implorata di darle una mano quando il comitato era ancora ritenuto una “cosa da sfigati” e gli unici membri eravamo io, Allison e il bidello che ogni tanto veniva a farci compagnia prima di cacciarci per pulire l’aula. Per nostra fortuna, dopo qualche mese, il comitato iniziò a diventare più popolare e diversi ragazzi avevano chiesto di unirsi al nostro gruppo e non avevo potuto che accettarli felice della loro decisione. Così, quello che si era formato era un gruppo meraviglioso che consideravo come una specie di seconda famiglia.
Quando tutti se ne furono andati, anche Allison, sistemai un paio di quaderni nell’armadietto e mi affrettai a raccogliere le mie cose, gettandole nella borsa prima di chiudere a chiave la porta dell’aula alle mie spalle.
Infilai le chiavi nella tasca posteriore del jeans e iniziai a camminare fra i corridoi deserti della scuola.. tutto era silenzioso, si sentivano solo i miei passi riecheggiare nell’aria.. persino la squadra di Lacrosse aveva già finito gli allenamenti. Accentuai la stretta sulla borsa e mi fermai solamente per lasciare le chiavi dell’aula del comitato sul bancone della segretaria, poi mi diressi nuovamente a passo svelto verso l’uscita della scuola.
Avrei anche raggiunto la grande porta d’uscita, se qualcuno non mi fosse finito addosso come succede nei film. Andai a sbattere contro il suo petto, dal momento che il ragazzo in questione era più alto di me di diversi centimetri, e mi massaggiai la testa per qualche secondo prima di associare a quel corpo anche una faccia.
- Magari la prossima volta stai più attenta eh.. -
aveva detto prima di fare un passo alla sua sinistra e superarmi continuando a camminare come se niente fosse. Scossi la testa contrariata.. Tyler Howard era così, lo era sempre stato. Un metro e molti centimetri di superiorità, senza dubbio modestia,presunzione e arroganza. Non mi stupiva che gran parte dei ragazzi del liceo a stento lo sopportassero.
Lo insultai mentalmente per qualche minuto prima di decidere che era meglio ignorarlo e tornarmene a casa il prima possibile, il cielo iniziava a diventare grigio e non prometteva nulla di buono.




Angolo autrice.

Ciao a tutti! Che dire.. chi fa parte di un gdr sa quanto sia meraviglioso scrivere, è una delle tante cose belle del far parte di una "grande famiglia".
Questa fanfiction nasce un po' per caso.. quando ho iniziato la mia avventura nello "Strong" non avrei mai pensato di provare a scrivere una storia raccontata
interamente dal punto di vista del mio personaggio, eppure.. eccomi qua.
La storia si basa principalmente su diverse role che ho già svolto all'interno del gdr, infatti TUTTI i personaggi, tranne Allison e la madre di Lily, fanno parte del gdr..
Ovviamente nel gdr ci sono moltissimi altri personaggi di cui però non parlerò per il semplice fatto che la mia Lily non li ha mai incontrati e questa fondamentalmente è la sua
storia, non la mia. Quindi gran parte della storia è già avvenuta nelle role, ovviamente non ho riportato tutto per filo e per segno.. alcune cose sono state modificate e adattate alla storia,
nonostante io abbia deciso, come mi sembrava giusto che fosse, di lasciare il carattere di tutti i personaggi, tale e quale a quello che hanno nel gdr.
La mia Lily ha il volto di Vanessa Hudgens, e potete vederlo nella gif che ho messo qui sopra :) Se la storia dovesse piacervi e se siete curiosi di scoprire i volti di tutti i personaggi citati in questa
storia, chiedete pure e vi dirò che volto hanno!

 

  
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