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Autore: luna nueva 96    27/12/2013    2 recensioni
"Quando mi hai baciato per la prima volta, è stato quello il momento in cui ho capito che ti avrei amata per tutta la vita. Te l’ho mai detto che ti amo, Sakura? Non ricordo, forse no. Eppure te lo meriti, dannazione! Sono solo un’idiota tormentato dal passato che non è alla tua altezza, perdonami. Ti dimostro sempre troppo poco, quando siamo insieme, ma in amore mi sento davvero un inetto.Anche adesso per esempio. Cosa ti dirò quando sarai di fronte a me? Il Dobe, per quanto dobe sia, lui sì che saprebbe cosa fare, pare che riesca a dire sempre la frase giusta al momento giusto. Perché hai scelto me e non lui? "
Non scrivo da tantissimo tempo in questo fandom e poi, da un momento all'altro, l'ispirazione è tornata così *puff*
SasuSaku di felicissimo ritorno
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Dal tetto di villa Uchiha posso vedere tutta Konoha. Solo ora mi chiedo come ho fatto a privarmi di questo meraviglioso spettacolo che crea la mia città illuminata dalla luce della luna.
La guardo dall’alto e mi sembra tutta mia, mi sento il re mondo. No, no, basta manie di grandezza, il tempo mi ha insegnato che la forza non è necessaria se non si è animati da propositi costruttivi.
Sasuke Uchiha, temibilissimo nukenin, perdonato solo grazie all’intervento miracoloso del nuovo Hokage, Naruto Uzumaki, ora costretto ad una residenza forzata dentro le mura della città, sta, per di più, per perdere l’amore della sua vita. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe finita così!
Da quassù posso addirittura vederla, la casa di Sakura. La finestra della sua camera, quella più in alto di tutti, è illuminata. Sei ancora sveglia, Sakura.

Mi pare che sia passato un solo attimo da quando ero sul tetto, e invece ho attraversato mezzo Villaggio per raggiungere casa tua.
E adesso? L’istinto mi ha portato da te, Sakura, come sempre, ma ora non so più cosa fare.
Spero che in qualche modo tu possa avvertire la mia presenza qua fuori, anche se sono così silenzioso da non sentire neanche il mio respiro. Naturalmente questa cosa non può accadere. Ancora una volta devo mettere da parte il mio orgoglio per te, ma non ne sono scontento.
Potrei suonare il campanello come al solito, ma almeno per una volta voglio fare qualcosa di più romantico. Raccolgo un sassolino da terra, me lo rigiro tra le mani, poi lo lancio. Da bravo ninja colpisco la tua finestra al primo tentativo.

Pochi attimi dopo vedo la tua testa rosa sporgersi dal davanzale. Mi noti e il tuo sguardo si fa strano, incomprensibile. Forse sai già perché sono qui. Sparisci attraverso il vetro, stai vedendo da me.

Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Il mio più grande rimpianto- e ne ho davvero molti- è quello di non averti amata fin da subito, di non aver accettato quell’affetto puro e genuino che si rispecchiava nei tuoi occhi limpidi e si manifestava nelle tue guance rosse, e che mi tendeva la mano per farmi uscire dal quel burrone nero. Quella mano me l’hai offerta dieci, cento, mille volte, con un ardore quotidiano ma sempre nuovo.
Ma io, chiuso nel mio regno di dolorosa illusione, ho preferito cadere. Una voragine cupa, infinita. Più speravo di toccare finalmente il fondo e più mi si apriva la terra sotto ai piedi, e io diventavo sempre più vittima dell’oscurità e di me stesso. E quando ormai credevo che fosse tutto perduto, che niente avesse più senso, che il destino fosse segnato, ecco che quella mano era tesa verso di me un’altra volta ancora, come un tempo, anzi più forte e sicura.
Eri maturata, Sakura, e insieme a te anche il tuo amore verso di me era cresciuto; così forte da risollevarmi in volo lentamente, ogni giorno di più.

Quando mi hai baciato per la prima volta, è stato quello il momento in cui ho capito che ti avrei amata per tutta la vita.
Te l’ho mai detto che ti amo, Sakura? Non ricordo, forse no. Eppure te lo meriti, dannazione!
Sono solo un’idiota tormentato dal  passato che non è alla tua altezza, perdonami. Ti dimostro sempre troppo poco, quando siamo insieme, ma in amore mi sento davvero un inetto. Anche adesso per esempio. Cosa ti dirò quando sarai di fronte a me?
Il Dobe, per quanto dobe sia, lui sì che saprebbe cosa fare, pare che riesca a dire sempre la frase giusta al momento giusto. Perché hai scelto me e non lui? Perché hai preferito continuare a vivere nell’ombra piuttosto che alla luce? Io non porto a niente di buono, mai.

Me lo chiedo troppo spesso, se riuscirò a darti quello che vuoi, se avremo una famiglia, una vita appagata come la sogni tu-come la sogno anch’io- e la risposta rimane sempre avvolta dalla nebbia. La gente al Villaggio ti guarda già di cattivo occhio per la tua vicinanza ad un nukenin di grado superiore. Tu non badi troppo a loro, non ti è mai importato dell’opinione altrui, ma sta per sbocciare la tua carriera lavorativa e io ho fatto del male a tante, troppe persone. Se subissi delle ingiustizie a causa del mio passato, non so cosa farei. In effetti non ho alcuna certezza, se non una: in questo momento, mentre guardo la tua porta, ti voglio da morire.

Ora sei difronte a me, con vestiti un po’improvvisati, un asciugamano a tamponare i lunghi capelli rosa, cerchi di darti alla meglio una sistemata. Non ti rendi conto di essere bella comunque.
Decine di uomini farebbero pazzie per strapparti i vestiti di dosso e tra questi ci sono anch’io.
Non avevo vizi prima, ora tu sei il mio vizio. Anche mezzo moribondo ti vorrei, anche senza una gamba o un braccio farei  l’amore con te.
Ti darei sempre tutto me stesso, come tu fai con me.

Mi sorridi come al solito, come solo tu sai fare.

-Non ti aspettavo- dici- Vieni dentro-
Ma io faccio due passi indietro, facendoti capire che per quello che dobbiamo fare non è il caso entrare in casa. Sei perplessa e consapevole, ma mi segui.
-Come vanno i preparativi per il viaggio?- è la cosa più intelligente che riesco a dire. Che idiota.
-Oh… bene! Insomma, la valigia la preparerò domani  ma per il resto è tutto sistemato-

Te ne vuoi andare Sakura. Come ho detto la tua carriera ha appena preso il volo e ti hanno offerto forse l’incarico più importante che avresti mai potuto avere. Il Kazekage Gaara ha chiesto aiuto alla Foglia per rimettere a posto il settore sanitario di Suna, che già non era mai eccelso , e che dopo la Grande Guerra aveva subìto il colpo decisivo. Tsunade ha immediatamente pensato a te.
Giustamente, direi.
Chi meglio di te può prendere le redini di un ospedale e portarlo alle vette dell’efficienza?  Sei riuscita a recuperare un vecchio macigno come me, dopotutto.
Mi hai parlato di questo incarico con entusiasmo e timore e, nonostante la mia ritrosia a lasciarti andare, ti ho spinto ad accettare.
Con il mio consenso sei diventata immediatamente più sicura di te.
Mi hai detto che non vedevi l’ora di iniziare questo nuovo percorso lavorativo, ma allo stesso tempo eri frenata perché ti sarei mancato. Se non fossi confinato qui a Konoha ti seguirei in capo al mondo per permetterti di realizzare i tuoi sogni tranquillamente, Sakura, ma la vita ci ha messo di fronte a questo ennesimo ostacolo.

Le relazioni a distanza esistono.
Temari e Shikamaru sono nelle nostra stessa situazioni eppure stanno insieme da anni. Naruto e Shion, lui Hokage di Konoha e lei Sacerdotessa del Paese dei Demoni; entrambi impossibilitati a muoversi dalle loro postazioni se non per pochi giorni. Eppure la loro relazione funziona a gonfie vele, e hanno anche un figlio in comune.

Ma io non sono Naruto, Sakura. Non posso bearmi solo del tuo ricordo e della certezza del tuo amore per me. Non mi basti quando siamo vicini, figurati quando saremo lontani giorni di cammino. Sono tremendamente egoista mentre lo penso e te lo dico, ma se sarai ancora mia e non potrò averti come e quando voglio, impazzirò. Ho bisogno di viverti davvero giorno dopo giorno, non mi accontento di una relazione a distanza, anche se sei l’amore della mia vita. Per questo è meglio finirla qui.

Il tuo corpo, abbracciato stretto al mio, trema scosso dai singhiozzi. Stai piangendo, Sakura, e io mi odio. Perché quando ci siamo messi insieme mi ero ripromesso che non ti avrei mai fatto soffrire e che ti avrei ripagato di tuti questi anni di dolore. Perdonami, ho fallito ancora una volta.

-E così è finita- mi dici
Ti bacio la fronte perché se ti baciassi le labbra, sono certo, non riuscirei mai più a staccarmi.  Una cosa, però, prima che la sabbia di Suna ti avvolga completamente, devo farla. Come ho già detto, te lo devo.
-Ti amo, ricordatelo quando sarai laggiù-

E chissà se quando tornerai  in questo posto dove la luna sembra più luminosa, sarai ancora mia. Di sicuro, il tuo profumo sarà ancora forte sulla mia pelle.
 
  
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