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Autore: mymultifandomfics    27/12/2013    1 recensioni
**SPOILERS**
Dopo la caduta degli angeli tutto è cambiato.
Il piano dei Winchester sarebbe quello di aspettare che Sam si riprenda del tutto dopo le prove e trovare un modo per rispedire gli angeli in Paradiso.
Castiel ora vive nel bunker con i Winchester e lotta contro i sensi di colpa: l’unica cosa che lo spinge ad andare avanti è l’amore per Meg. Pensa a lei in continuazione e l’importante per lui è riuscire a tirarla fuori dagli inferi per poterla riavere con sè.
Intanto, Crowley è stato cacciato dall’inferno e costretto alla macchia: ora la regina è Abaddon e non sarà facile detronizzarla.
Ma i piani di tutti quanti verranno presto sconvolti…
Cosa succede se due fratelli cacciatori, un ex-angelo e un demone degli incroci fanno squadra contro uno dei cavalieri dell’inferno?
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Inghilterra, marzo 1486

Il rumore degli zoccoli dei cavalli faceva da sfondo al chiacchiericcio della gente per strada. L’umidità della notte prima era ancora nell’aria, le ruote dei carretti incappavano nelle pozzanghere fangose e schizzavano i passanti. La fontanella in fondo alla piazzola sgorgava acqua limpida che una donna con lo sguardo assente raccoglieva in un secchio di legno. Le case, grigie per la fuliggine e la polvere delle strade, erano testimoni silenziosi di ciò che accadeva davanti a loro. Alcune persone parevano davvero indaffarate: funzionari pubblici che camminavano tutti impettiti lontano dal volgo, presi dalle loro mille responsabilità, donne che lavoravano la lana sedute ai lati della strada, bambini che si rincorrevano nella piazza, ragazze che si intrecciavano i lunghi capelli con fiori di campo. Il tutto accadeva in un piccolo centro abitato sotto il grigiore opaco del cielo inglese. Accanto a queste scene romantiche, una figura slanciata si muoveva nell’ombra, nascondendosi allo sguardo di tutti gli altri. Camminava discreta e rapida, avvolta da un pesante mantello scuro, diretta alla periferia della città. Oltrepassate le mura, la misteriosa figura sembrò rallentare il passo e, una volta arrivata in aperta campagna, si tolse il cappuccio: era un uomo, giovane ma terribilmente segnato dalla fatica e dalle sofferenze, le cui tracce gli si leggevano chiaramente sul volto. Gli occhi verdi, i capelli neri e scapigliati e lo sguardo di chi è determinato a vincere la paura folle che ha dentro. Continuò con passo spedito fino ad un incrocio, poi si bloccò. Estrasse dal mantello una scatolina, la aprì per controllare il suo contenuto, dopodiché la seppellì al centro esatto dell’incrocio.
Apparve una donna, i capelli lunghi e scuri, l’abito coperto da un mantello il cui cappuccio le nascondeva gli occhi. Quando, avvicinandosi all’uomo, li mostrò, erano rossi. Fece un giro attorno all’uomo che l’aveva evocata, squadrandolo senza mai togliergli gli occhi di dosso. Poi con un sorriso beffardo: “Allora, che cosa vuoi?”.
L’altro, cercando di nascondere il terrore che aveva dentro, rispose: “Sono qui per fare un patto.”
“Ovvio che sei qui per fare un patto, mi hai evocata e io non torno indietro a mani vuote – esclamò con un ghigno – Non ho tutto il tempo del mondo, perciò sbrigati dolcezza”.
“Mia sorella minore si è ammalata gravemente… Sono pronto a fare qualsiasi cosa, ma lei deve vivere…”, disse con voce tremante, cercando di evitare lo sguardo insidioso del demone.
“Qual è il tuo nome?”
“Belfagor”
“Beh, Belfagor, tua sorella sopravvivrà”, disse con voce suadente.
“Grazie! Grazie, davvero, non so come ripagarti!”, esclamò pieno di gioia, prendendo le mani della donna e inginocchiandosi davanti a lei in segno di profonda – e ingenua - riconoscenza.
“Ovviamente con la tua vita”, rispose sorridendo e accarezzando i capelli della sua vittima, la quale alzò il capo lentamente e attonita. Per la prima volta gli occhi dei due si incontrarono e la paura in quelli di lui si fece ancora più manifesta.
“Avrai dieci anni per dirle addio, dopodiché ti verrò a prendere”, concluse il demone. Dopo il bacio per suggellare il patto, la donna scomparve, lasciando l’uomo solo, in mezzo alla campagna, pietrificato dal terrore.



Bunker, presente

“Sam! Sam, da’ un’occhiata! Che dici? Sarà dritto?”, urlò Dean dalla cima di una scaletta rivolgendosi al fratello.
“Mmm… Secondo me devi spostarla un po’ più a sinistra – rispose, socchiudendo gli occhi per vedere meglio in che posizione era la ghirlanda che Dean stava appendendo allo stipite della porta – ecco, così va bene”.
Il bunker si stava animando di spirito natalizio, un’aria di festa riempiva ogni angolo: i ragazzi avevano deciso di festeggiare il Natale – finalmente dopo anni. Questo soprattutto perché Castiel non lo aveva mai celebrato quando era un angelo, ma sapeva che gli uomini sentivano molto questo periodo dell’anno ed era riuscito a convincere i Winchester – un po’ meno Crowley – a festeggiare tutti insieme e a seguire le tradizioni degli umani, perché “È il mio primo Natale da mortale e non voglio perdermi nulla!”, aveva sentenziato, tutto felice. I due fratelli avevano accettato volentieri la proposta dell’ex-angelo, anche perché nemmeno loro l’avevano mai festeggiato a dovere. Così, alla vigilia della nascita di Cristo, erano riusciti a recuperare dallo scantinato del bunker alcuni addobbi – evidentemente anche i Letterati erano soliti decorare il loro quartier generale ai tempi – ed ora stavano facendo il possibile per rendere il loro primo Natale speciale. Tutti stavano collaborando ad agghindare la batcaverna, persino Crowley – a modo suo. Sam si dava da fare a sistemare alla meglio un piccolo abete, Cas sceglieva le palline da appendervi con Crowley – che immancabilmente lo disturbava e cercava in ogni modo di confondergli le idee sul reale utilizzo di alcune decorazioni natalizie – e come sottofondo, si sentiva Dean che, a bassa voce, non riusciva a trattenersi dal canticchiare Jingle Bells mentre fissava i festoni.
“Pfff… Non capisco proprio perché dovete fare tutti questi addobbi, tanto non credo proprio che avrete ospiti per Natale. A meno che non crediate in Babbo Natale…”, disse Crowley in un ghigno provocatorio lanciando un’occhiata a Dean.
“Ma sta’ zitto”, esclamò Cas sorridendo e piazzando un bel cappello rosso natalizio sulla testa del demone, il quale rimase immobile e rispose all’angelo solamente con una marcata espressione di disappunto.
Il bunker aveva tutto un altro aspetto dopo un pomeriggio passato a decorarlo e, anche se probabilmente non era riuscito come Cas se l’era immaginato, andava bene lo stesso perché avrebbe passato il Natale con i suoi amici.
“Ora capisco perché gli umani amano tanto il Natale”, pensava tra sé e sé, sorridendo mentre osservava gli altri che finivano di addobbare.
Sam si rivolse all’ex-angelo e non poté trattenere una risata: “Cas, togliti quella pallina dall’orecchio, non va messa lì! Quelle servono solo appese all’albero! E tu, Crowley, piantala di confonderlo!”, esclamò lanciando un’occhiataccia al demone.
“Beh, ora c’è soltanto una cosa che manca - disse Cas mentre guardava soddisfatto il bunker decorato – dobbiamo preparare la cena!”
“Scordatevi pure che vi aiuti a cucinare, ho già fatto anche troppo oggi”, dichiarò l’ex-re degli Inferi, poi si alzò dal divano e si diresse in camera sua con l’intenzione di farsi gli affari suoi fino a quando l’odore dell’arrosto non avesse raggiunto il suo letto.
Sam aprì il frigorifero e assunse un’espressione rassegnata da avrei dovuto aspettarmelo: “Ragazzi, sarà meglio comprare qualcosa però… Altrimenti possiamo cenare con un tubetto di maionese, tre pomodori e la scorta di hamburger di Dea-“
“Non provate nemmeno a toccare i miei hamburger!”, sentenziò perentorio, puntando un dito minaccioso contro il fratello.
Sam prese le chiavi dell’impala ed indossò la giacca: “Cas, vieni con me?”
“D’accordo”, rispose, infilandosi il suo trench.


***


Il minimarket era praticamente vuoto, fatta eccezione per il cassiere mezzo addormentato intento a giocare a Fruit Ninja.
Comprarono poca roba e uscirono in fretta dal negozio per entrare nel buio gelido della notte della vigilia. Il silenzio della strada si mescolava alla condensa del loro respiro e al rumore dei loro passi. Si avvertiva una strana atmosfera…
Entrarono nel vicolo dove avevano parcheggiato la macchina. Da lontano, una strana figura gli veniva incontro, I capelli neri scapigliati e lo sguardo basso. Quando fu a pochi metri da loro, alzò gli occhi e un verde brillante si trasformò in un nero, rilucente nell’oscurità.
Fu questione di secondi, forse anche meno, le borse della spesa caddero a terra e la lotta iniziò. Il demone era particolarmente violento e si scagliava ad una velocità sorprendente sui ragazzi, i quali, pur essendo in due, a fatica gli tenevano testa.
“Chi sei?”, urlò Sam, una volta riuscito a bloccare la figura, il coltello anti-demone puntato alla gola del loro aggressore.
“La cosa non vi riguarda. Sappiate solo che avete fatto arrabbiare parecchio la mia regina. Gli regalerò la testa di questo bell’angioletto per Natale”, rispose in un ghigno.
Sam strinse la presa sul demone e Castiel lo ferì con la lama degli angeli: “Raccontaci: dov’è stata spostata l’entrata dell’Inferno?”
La creatura lanciò un urlo, ma poi tornò a ridere: “Mi fate a malapena il solletico. Non vi dirò nulla, è inutile che vi sforziate”
Sam stava per colpirlo di nuovo, ma il demone riuscì a liberarsi dalla sua stretta e assalì Castiel.
“Non sei più tanto forte ora che hai perso le tue ali, vero Castiel?”
Sam aveva battuto la testa a terra dopo essere stato spinto via dal demone ed era rimasto momentaneamente privo di sensi.
Cas stava per essere sopraffatto dalla stretta del demone, quando realizzò: “…Belfagor?”
Spalancò i suoi meravigliosi occhi blu e si ricordò: quel demone, noto per la sua impetuosità, potente e molto vicino ad Abaddon, Castiel lo conosceva.
“Beccato”, disse ghignando, il suo sguardo folle fisso negli occhi dell’ex-angelo. “Mi stavo chiedendo quando mi avresti riconosciuto”
“Credevo che Gabriele ti avesse ucciso”, replicò confuso Castiel, ancora imprigionato nella stretta demoniaca.
“Mmm… Evidentemente no, tu che dici? Quando Abaddon mi ha ordinato di venire ad ucciderti ero così felice”
“…mi dispiace tanto per non essere riuscito a salvarti”
“Hai mai pensato che forse non ho mai voluto essere salvato?”
Nel frattempo, Sam riprese conoscenza e recuperò con prudenza il suo coltello. Belfagor era concentrato unicamente su Castiel e lo teneva ancora in pugno, così il minore dei Winchester cercò di approfittarne per attaccare il demone alle spalle. Si avvicinò con cautela, ma Cas, ingenuamente, rivolse il suo sguardo verso di lui e per questo Belfagor notò Sam dietro di lui. Il demone si scagliò subito sul Winchester, ma Cas fu più veloce: afferrò la sua lama angelica e gliela conficcò nella schiena.



Inghilterra, marzo 1496

“No…no…ti prego, lasciatemi andare!”
La porta chiusa a chiave tremava sotto la spinta di quelle creature e i loro latrati infernali risuonavano nelle orecchie di Belfagor.
“Vi prego…”
Sapeva che questo momento, prima o poi, sarebbe arrivato: dal giorno del patto non aveva fatto altro che vivere nel terrore, ma non si era mai pentito di aver salvato sua sorella.
La porta stava per cedere, quando improvvisamente una luce accecante entrò nella stanza e tutte le pareti e i suoi occhi furono pervasi da un senso di serenità e grazia. In altre situazioni avrebbe chiuso gli occhi, sarebbe stato terrorizzato, ma una voce gli parlò, profonda e rassicurante gli disse di non aver paura.
“Sono Castiel, un angelo del Signore. Sono venuto a salvarti”
I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia e gratitudine, allungò la mano, quasi per toccare quello splendido bagliore pieno di grazia…
Poi d’un tratto la luce si spense, come lacerata da una forza oscura e misteriosa. Un fumo nero irruppe nella stanza e annebbiò tutto quanto, mentre i cani infernali giocavano con le sue membra.



Bunker, presente

Quando Sam e Cas entrarono nella batcaverna erano coperti di sangue. Appoggiarono le borse della spesa lacerate e quanto rimaneva di ciò che avevano comprato sul tavolo all’ingresso.
“Che vi è successo?! - chiese Dean preoccupato, dirigendosi in fretta verso di loro – Sammy stai bene? Cas?”
I due raccontarono al maggiore dei Winchester che cosa era accaduto loro, mentre si pulivano le ferite, poi Crowley fece capolino dalla sua camera: “Belfagor avete detto?”
Sam e Castiel annuirono.
“Lo sapete che ora siamo nei casini, soprattutto tu Castiel, vero?”
L’ex-angelo gli rivolse una delle sue tipiche espressioni confuse.
“Belfagor era la bambolina i Abaddon! Adesso che hai appena fatto fuori il suo demone preferito, come pensi che la prenderà?”
“Aspetta aspetta, stai dicendo che Abaddon e questo tizio stavano insieme?”, chiese Dean, tra il disgustato e il confuso.
“So che certe volte proprio non ci arrivi, quindi te lo spiegherò meglio, scoiattolo: dato che i demoni non provano sentimenti di questo genere, non si può dire che quei due fossero innamorati, diciamo piuttosto che Abaddon ha sempre avuto un debole per Belfagor e lui ha sempre sottostato a qualsiasi desiderio di lei”
Calò il silenzio nella stanza. Sam e Dean si scambiarono uno sguardo piuttosto sorpreso, poi il minore disse: “Se Abaddon teneva tanto a Belfagor come dici, perché l’ha mandato da solo ad ucciderci?”
“Perché quella puttanella ci sottovaluta terribilmente! È convinta che voi due siate degli stupidi, che Castiel sia debole e indifeso da quando è caduto e che io non sia abbastanza forte per governare l’Inferno… Così ha pensato che il suo demone migliore sarebbe bastato a sopraffarci, non ha ancora capito che insieme noi formiamo una squ-“. Si bloccò. Perché lo stava dicendo? Che gli era preso? Si era lasciato trasportare dal suo discorso, dalle emozioni… Ma quali emozioni? Lo aveva appena affermato lui stesso, i demoni non sono così… Dean più di tutti lo stava fissando esterrefatto.
Riprese il controllo di sé: “Sta’ di fatto che, se prima la nostra reginetta preferita aveva sguinzagliato il suo migliore scagnozzo per eliminarci, ora che la nostra mascotte l’ha tolto di mezzo sarà ancora più infuriata”
“Ho avuto l’impressione che l’obiettivo principale di Belfagor fosse Cas…”, rifletté Sam.
“Beh, forse è il suo bersaglio primario perché è stato lui a pensare ai Rifugi per gli Angeli Caduti, diciamo che non gli sta proprio facilitando le cose, alce”
“Credo che ci sia anche un altro motivo… - esordì Cas – quello di questa sera non è stato il mio primo incontro con Belfagor. Io avrei dovuto salvarlo…”, disse, portandosi le mani alla testa, i gomiti appoggiati alle ginocchia.
“Ci fu un periodo, secoli fa, in cui i patti demoniaci sulla Terra aumentarono in maniera considerevole. Troppe anime erano dannate, così ad alcuni angeli fu ordinato di salvare coloro che meritavano una seconda possibilità e Belfagor era fra quelli. Fui io ad essere incaricato di salvarlo: era terrorizzato e stava per essere assalito dai segugi infernali. Entrai in casa sua, mostrandomi nella mia forma angelica, senza un tramite, e lui riuscì a vedermi e a sentirmi senza rimanere folgorato. Doveva essere un umano speciale. Stavo per uccidere le creature demoniache che erano venute a prenderlo, ma all’improvviso fui sopraffatto da un demone talmente potente che dovetti scappare da quel luogo… Successe tutto tanto in fretta che non fui nemmeno in grado di riconoscere con certezza quel demone”, raccontò, con lo sguardo fisso sul pavimento.
“Chi credi che fosse?”, gli chiese Sam.
“Abaddon. Ma, ai tempi, ero ancora convinto che lei fosse stata uccisa insieme a tutti gli altri cavalieri dell’Inferno, così pensai di essermi sbagliato. Ora, però, ne sono certo: era lei. Doveva aver visto in lui qualcosa già allora. Ed io non sono riuscito a salvarlo”
I Winchester rassicurarono l’ex-angelo, poi, arrivati alla conclusione che ora la caccia di Abaddon agli angeli caduti sarebbe stata più massiccia, decisero che avrebbero messo a punto un nuovo piano d’azione il prima possibile.
“Mancano meno di due ore a mezzanotte…”, disse Dean, rivolgendo uno sguardo ottimista agli altri. Non voleva che Cas avesse un brutto ricordo del suo primo Natale da umano, così si mise ai fornelli e cucinò ciò che rimaneva della spesa.
Certo, in un primo momento l’atmosfera di festa sembrava irrimediabilmente rovinata dopo l’attacco di Belfagor, ma poi ritornò quel clima di gioia che solo il Natale può regalare: un vero e proprio miracolo.
Dopo aver cucinato, cenarono tutti insieme. La tavola decorata e imbandita, i sorrisi: tutto pareva essere avvolto in un canto di Natale.
Al termine della serata, Castiel ritornò in camera sua sereno: il Natale gli piaceva e sperò di poterne passare altri nella sua vita come quello appena trascorso. Solo nella sua stanza, prima di andare a dormire, si inginocchiò ai piedi del letto e ringraziò il Dio in cui credeva di aver perso la fede per avergli donato una famiglia.









NOTA D’AUTRICE:

Salve lettori!
Vi chiedo nuovamente scusa per avervi fatto aspettare tanto! La scuola a dicembre ha assorbito tutto il mio tempo, così appena ho avuto un attimo libero ho scritto questo capitolo – e mi è venuto anche abbastanza lungo, dato che mi sentivo ispirata. Non sto ricevendo molto feedback, comunque spero con tutto il cuore che la mia fanfiction vi stia piacendo!
Significherebbe molto per me ricevere qualche recensione – positiva o negativa che sia – perciò, se avete tempo e voglia mi piacerebbe davvero tanto sentire qualche parere su questo ultimo capitolo :)
Vi auguro buon Natale (anche se un po’ in ritardo) e un felice anno nuovo!
Al prossimo capitolo :)
  
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