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Autore: JulieFF    28/12/2013    1 recensioni
ATTENZIONE: LA STORIA NON È MIA, MA È UNA TRADUZIONE DELL'ORIGINALE
Luke Hemmings ha tutto ciò che desidera, soprattutto le ragazze. Il suo modo di vedere la vita era semplice: tutto ciò che è bello, è il meglio che si possa desiderare.
Ma quando Hadley Miller entra a far parte della sua vita, Luke è semplicemente impreparato.
Così, dopo una scommessa fatta a notte fonda con la sorellastra, Luke è determinato ad impegnarsi al massimo per conquistare Hadley e rubare la sua innocenza. Cosa che non esiterà a fare.
Una storia di bugie, scommesse e il trovare qualcosa che non ti saresti mai aspettato di volere.
Finirà con un nuovo amore o... con un cuore spezzato?
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 3
 
"Oh I'm gonna buy this place and start a fire
Stand here until I fill all your hearts desires
Because I'm gonna buy this place and see it burn
And do back the things it did to you in return."
Coldplay - Rush of Blood to the Head
 
- Cosa ne pensi della ragazza? – domandò Margaret, mentre rigirava con la forchetta il cibo nel piatto ancora pieno.
Aveva mangiata un pezzo di carota e qualche broccolo, ma oltre a quello il suo cibo era rimasto intatto.
Margaret alzò lo sguardo per osservare Luke che, con sguardo annoiato, masticava meticolosamente il suo pollo e sorseggiava lo champagne appoggiato sul tavolo.
Il ragazzo non rispose, continuando a mangiare, dimostrando alla sorellastra che, semplicemente, non gli interessava l’argomento. Perché avrebbe anche solo dovuto sforzarsi a rispondere?
- Io penso che sembra innocente. – disse Margaret, rispondendo alla sua stessa domanda.
- Il termine “prudente” la descriverebbe meglio. – rispose Luke alla fine.
Ricordava vagamente la ragazza che se ne andava in giro in posti dove non sarebbe dovuta esserci, ma poteva tranquillamente confermare che aveva un’aria innocente. Le si leggeva in faccia che lo era, visto il modo in cui muoveva nervosamente le dita mentre parlava con lui, o il modo in cui spezzava il contatto visivo ogni volta che Luke la guardava di sfuggita. Anche il suo balbettio facevano capire al ragazzo quanto lei fosse intimidita da lui. Lo divertiva, però, come la ragazza si dimenava in sua presenza, chiaramente allarmata e impaurita dal suo atteggiamento. Anche solo pensarci faceva crescere l’ego e l’orgoglio di Luke a dismisura, come se non fossero abbastanza grandi.
Margaret sorrise, contenta di essere riuscita a coinvolgere Luke in una conversazione. Ora tutto quello che doveva fare e attirare realmente la sua attenzione.
- Non avrei potuto descriverla meglio. – disse Margaret, prendendo un altro sorso di champagne e osservando le bollicine che risalivano in superficie una volta rimesso il bicchiere sul tavolo. - È vergine, sai? – continuò, facendo scorrere il dito sul bordo del bicchiere.
Luke catturò lo sguardo di Margaret mentre lei si sedeva un po’ più vicina a lui, con un sorriso malizioso sul viso. Era decisamente interessato a quello che Margaret aveva in mente di fare. Non sapeva perché Margaret continuasse ad interessarsi a quella dannata ragazza. Era sola una normalissima cittadina e la loro domestica,  perché si sarebbe dovuto interessare alla sua vita sessuale… o meglio, alla sua mancanza di vita sessuale?
- Che cosa vuoi, Margaret? – disse Luke, andando dritto al punto.
Non era dell’umore adatto per fare il gioco degli indovinelli con Margaret.
- Voglio fare una scommessa. – rispose Margaret e le sue labbra si arricciarono vagamente quando Morris entrò nella stanza per prendere i loro piatti sporchi, per riportarli in cucina.
Mentre i piatti di Luke erano completamente ripuliti, quelli di Margaret erano ancora pieni di cibo. Quel genere di cose, comunque, accadevano spesso; Morris sapeva che la ragazza avrebbe finito di mangiare molto prima che lui entrasse nella stanza per raccogliere le stoviglie sporche.
- Che tipo di scommessa? – disse Luke, appoggiando i gomiti sul tavolo ed inchinandosi leggermente in avanti.
- Non preoccuparti, ti piacerà. –
- D’accordo, sono tutto orecchie. – disse, cercando di nascondere l’accenno d’entusiasmo nel suo tono.
- Scommetto che non riuscirai a scopartela prima della fine dell’estate. – disse Margaret, sottolineando con enfasi la parola “scopare”, spingendo leggermente in fuori le labbra color rubino.
Luke si appoggiò allo schienale della sedia, con le mani incrociate dietro alla testa, chiedendosi se quella scommessa fosse una buona idea. Amava le sfide, ma aveva davvero intenzione di sprecare quei mesi estivi passando il suo tempo con una plebea? La ragazza non era niente di speciale, una nullità. Non avrebbe mai affrontato quella sfida se non ci fosse stato qualcosa da guadagnare anche per lui.
- Cosa ci guadagno? –
Margaret aveva pensato proprio a tutto, inclusi i compromessi, quindi non ci mise nemmeno un secondo a ribattere.
- Semplice. Avrai il piano superiore tutto per te, io mi trasferirò a quello inferiore. – replicò lei, ben consapevole che lui non vedeva l’ora che lei si trasferisse, così da evitare tutti i suoi gemiti e piagnistei.
Soprattutto da quando lei aveva preso la brutta abitudine di entrare in camera di Luke di nascosto e frugare tra le sue cose.
- E se perdo? – disse Luke, ponendo quella domanda inevitabile.
Ci doveva essere un fregatura, per forza. Margaret non avrebbe fatto ciò che lui voleva di più da lei senza avere nulla in cambio.
Le labbra di Margaret d’incurvarono.
- Mi regali la Jaguar. –
- Assolutamente no. – disse Luke severamente.
- Hai paura di perdere? Avrei dovuto immaginare che non avresti avuto il coraggio di affrontare questa sfida. – lo sfidò Margaret, chiaramente usando contro Luke il suo stesso orgoglio.
Margaret sapeva che Luke non si rendeva conto del modo in cui lei lo manipolava. Il suo ego era la più grande debolezza del ragazzo.
Luke strinse le labbra in una linea sottile, cercando di trattenere la rabbia mentre la sua irritante sorellastra cercava di spingerlo ad agire e pensare in modo avventato. Doveva ammettere, però, che stava funzionando. Non aveva intenzione di dirle di no e fare si che pensasse che non fosse in grado di farlo, perché lui era certo di poterlo fare.
- Ci sto. –
Margaret tornò a sedersi al suo posto con un sorriso soddisfatto, bevendo il resto del suo champagne senza distogliere il suo sguardo da quello di Luke.
- Se fossi in te, inizierei a raccogliere le tue cose. –
Luke non aveva mai perso e non aveva nessuna intenzione di lasciare che quella scommessa insensata rovinasse il suo record. Era sicuro si sé per tutte le ragioni sbagliate. Pensava che Hadley si sarebbe innamorata del suo bell’aspetto e sarebbe stata intimorita dal suo conto in banca, come la maggior parte delle ragazze. Ma aveva sbagliato tutto. Nessuna di quelle cose avrebbe fatto cadere Hadley ai suoi piedi: ci volevano amore e pazienza per far si che una come lei abbassasse  le sue difese per lui.
Luke non si rendeva conto di quanto difficile fosse la sfida appena accettata e di come questa avrebbe cambiato tutto.
* * *
- Allora, com’è andata? – chiese Calum ad Hadley, mentre sedevano nella sua stanza da letto.
Era una camera decisamente disordinata e appariva parecchio angusta a causa dei poster di varie band che ricoprivano le pareti della stanza. Era una delle cose che più infastidiva Hadley, che si rendeva conto, però, di quanto fossero importanti per il suo amico. Così aveva imparato ad amare quel suo piccolo capriccio.
- Orribilmente. – disse Hadley con un sospiro, sdraiandosi sul letto di Calum mentre il ragazzo strimpellava il suo basso seduto su un enorme cuscino in un angolo della stanza.
- Non può essere così male. – cercò di rassicurarla Calum, dopo che la sua migliore amica si era presentata a casa sua.
Lei gli rispose lanciandogli un’occhiataccia.
Hadley gli aveva raccontato dei suoi nuovi, snob, datori di lavoro e di come le parlavano. L’avevano fatta sentire disgustosa, come se fosse un enorme insetto che se ne andava in giro per la loro casa. Avrebbe voluto scappare e nascondersi non appena aveva visto Margaret, ma Luke la faceva direttamente morire di paura. Odiava come la sua voce si fosse affievolita mentre gli parlava e odiava il modo in cui lui l’aveva spinta sulle scale per poi comunicarle che la sua stanza era off limits. Per non parlare delle domande personali che Margaret le aveva fatto.
- Calum, mi è stato chiesto tutto sulla mia vita sessuale. – disse Hadley, ancora incredula. Calum ridacchiò, consapevole del fatto che la vita sessuale della sua amica era inesistente. – Non è divertente! –
Hadley si coprì il volto con le mani per l’imbarazzo. Quando capì che la risata di Calum non si sarebbe fermata, prese un cuscino e glielo tirò in piena faccia.
- Hey, non sono io quello che ti fa domande imbarazzanti! – la stuzzicò Calum, sorridendo. Il suo sorriso era contagioso ed Hadley si ritrovò a sorridere insieme a lui. – Cosa ti hanno chiesto, comunque? –
- Non loro. Lei. – lo corresse Hadley, informandolo del fatto che era stata Margaret a cercare di estorcerle informazioni personali. – Ed è stato così strano! Un momento mi stava chiedendo del mio anello e quello dopo è corsa verso di me continuando a farmi domande. Sei vergine? Hai mai avuto esperienze sessuali? Faresti mai sesso? Sei attratta da mio fratello? È stato a dir poco imbarazzante, Cal. –
Hadley finì di raccontare la sua storia e Calum l’ascoltò attentamente. È quello che fanno i migliori amici, dopo tutto.
- Cos’hai risposto? Tipo alla domanda su suo fratello. –
- Ho detto di no. – lo derise, come se non riuscisse a credere al fatto che Calum le avesse sul serio fatto quella domanda.
Lui sapeva quanto lei fosse esigente in fatto di ragazzi. Come lei sembrava non avvicinarsi mai a nessuno, ad eccezione di Calum. Era semplicemente troppo faticoso e francamente, Hadley era terrorizzata dall’idea che, una volta essersi aperta a qualcuno, l’avrebbe semplicemente lasciata come facevano tutti. Non aveva nessuna intenzione di deludere se stessa lasciando che quella cosa accadesse, così si limitava a mantenere le sue difese ben alzate. Così nessuno avrebbe potuto spezzarle il cuore.
La loro amicizia era cominciata con un litigio riguardante un compito scolastico. Alla fine Hadley si scoprì che Hadley aveva ragione e lei non esitò nemmeno un istante a rinfacciarlo a Calum, ma in qualche modo quel loro battibeccare si trasformò in una grande amicizia. Calum iniziò a chiedere aiuto con lo studio ad Hadley ogni qualvolta si trovasse in difficoltà e quando lei disse che l’avrebbe aiutato, lui quasi non riusciva a crederci. Di tutte le persone al mondo, lui non avrebbe mai pensato che sarebbe finito a chiedere aiuto alla secchiona della scuola, Hadley Miller. Ma era così contento di averlo fatto. Lei aveva contribuito a far aumentare i suoi voti studiando insieme a lui, mentre Calum, in cambio, le aveva fatto scoprire tanta nuova, buona musica. Da qualche parte tra quelle sessioni di studio a tarda notte, cd presi in prestito e molti altri litigi, Calum non riusciva a ricordare come fosse la sua vita prima che quella ragazza testarda iniziasse a farne parte. Era così felice di poterla definire la sua migliore amica, nonostante fossero completamente diversi.
- Mi chiedo perché fosse così interessata, è strano. – disse Hadley dopo qualche minuto passato ad ascoltare il suono del basso di Calum.
- Tu sai quanto sono ricchi. – rispose lui, strimpellando un paio di accordi solo per infastidire Hadley. – Non hanno nulla di meglio da fare con le loro vite, così vivono attraverso di quelle degli altri. –
Solitamente le riposte di Calum erano totalmente sbagliate, ma quella volta Hadley si ritrovò d’accordo con lui.
Hadley non conosceva Luke o Margaret, ma aveva visto la loro casa e non aveva niente a che vedere con la sua o quella di Calum. Le foto di famiglia erano rare in casa Hemmings. Infatti, lei non ricordava di averne vista alcuna. Solo qualche dipinto che sembrava risalire al medioevo e quasi certamente costava una fortuna.
La loro casa era fredda, vuota. Era troppo grande per quei due ragazzi e per i loro due maggiordomi. Per non parlare del numero di stante inabitate da anni, lasciati lì ad accumulare la polvere. Non era una casa, era un museo pieno di costosissimi tesori utili a mettersi in mostra. Hadley se ne rendeva conto, non era stupida. E lei non poteva fare a meno di provare pietà per quei due ragazzi, nonostante fossero due completi idioti.
Un bussare alla porta mise a tacere i suoi pensieri e anche lo strimpellare di Calum.
- Qualcuno vuole cenare? – chiese la signora Hood, infilando la testa nella stanza e sorridendo calorosa ad Hadley.
- Mamma, - gemette Calum. – In teoria dovresti aspettare che io ti dia il permesso di entrare, altrimenti è inutile bussare! –
Hadley e la madre di Calum scoppiarono entrambe a ridere, prima di dirigersi verso la cucina per vedere il pasto preparato dalla signora Hood. L’aroma del cibo riempiva il corridoio e la cucina, riempita di cibo.
- Sarà meglio che vada. – disse Hadley dopo un po’, piena del cibo appena mangiato. – Il cibo era delizioso, ma mia mamma si starà preoccupando. –
- Oh, va bene tesoro. Cal, perché non la accompagni fuori? – disse la signora Hood, più come una richiesta che come una domanda.
Calum si alzò, dopo aver rivolto gli occhi al cielo per essere stato costretto da sua madre.
Quello era il luogo in cui Hadley si sentiva più al sicuro, a casa Hood. Erano la cosa più simile ad una famiglia che lei avesse e senza di loro sarebbe persa. La signora Hood era sempre presente quando il figlio aveva bisogno di aiuto, mentre sua madre era sempre impegnata a fare qualche strano lavoro per tenere il passo delle bollette. Calum era il fratello che non aveva mai avuto e la spalla su cui piangere quando le cose si facevano difficili. Cosa che accadeva spesso, nel mondo di Hadley.
- Va bene, va bene! – disse Calum, afferrando la mano di Hadley per poi trascinarla attraverso il corridoio, fino alla porta.
Le porse la borsa che era corso a recuperare nella sua stanza.
- Grazie per la cena, Calum. – disse Hadley sorridendo. – Senti, posso… -
Ma Calum la interruppe prima che lei potesse dire un’altra parola. Face scivolare la sua mano nella borsa della ragazza, recuperando una custodia che sembrava relativamente nuova. Dato che era il suo migliore amico, Calum conosceva tutto ciò che piaceva ad Hadley e come era solita gestire le cose. Viste che le sue manie perfezioniste erano fastidiose, sapeva quanto lei desiderasse il nuovo album dei The 1975. Così, con quel poco denaro che era riuscito a mettere da parte, era andato al negozio di musica a comprare la prima copia dell’album. Sapeva che Hadley sarebbe finita per rubare la sua copia del cd se non ne avesse avuta una sua, cosa che Calum era sicuro stesse per chiedergli.
- Ti ho messo l’album in borsa quando non stavi guardando. – disse Calum, facendole l’occhiolino.
Gli occhi di Hadley si illuminarono. Iniziò a saltellare su e giù, per poi avvolgere le sue braccia intorno al collo di Calum e stamparli un bacio leggero sulla guancia.
- Sei il migliore! Dico sul serio! Come lo sapevi? – chiese lei, sinceramente stupita dal suo gesto.
- Stai scherzando? Ne hai parlato per tutta la settimana! – la prese in giro il ragazzo. Ma poi l’espressione sul suo viso cambiò, da felice a leggermente preoccupata. – So che stai passando dei momenti difficili a casa, così volevo fare qualcosa di bello, per farti capire che io ci sarò sempre per te. –
Mentre parlava, il cuore di Hadley infuriava nel suo petto. Non voleva piangere, non in quel momento, almeno. Così lo ringraziò in fretta, così da uscire da quella casa prima che la situazione degenerasse.
- Grazie, davvero. – disse Hadley con gli occhi lucidi.
- Si, si. Ora vattene prima che me lo riprenda. – disse Calum, consapevole del fatto che Hadley era poco più di una sconosciuta quando era entrata a far parte della sua vita e della sua famiglia.
A Calum non piaceva forzare Hadley, ma a volte aveva semplicemente bisogno di farle capire che per lui era importante. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci conforti, una volta tanto.  Anche se Hadley lo negava, anche lei ne aveva bisogno.
Un abbraccio e qualche saluto più tardi, Hadley era fuori dalla porta e si stava dirigendo verso casa. O, come era solita dire, l’inferno.
Prima ancora che entrasse nel piccolo appartamento, Hadley sentì le grida che echeggiavano per tutto il corridoio della palazzina. Fece tintinnare le chiavi, prima di inserirle nella serratura e spingere il pesante portone.
Caos. Questo era quello che la circondava una volta entrata nell’appartamento. Schegge di vetro proveniente dalla lampada all’angolo erano sparse per il salotto, insieme alle solite bottiglie di birra. Ma c’era qualcos’altro tra il casino, quella volta: whiskey.
- Merda! – disse Hadley, metà sussurrando, metà urlando, non appena vide la bottiglia mezza vuota.
- Sei una buona a nulla, puttana! –
Hadley sentì Chuck gridare dall’altra stanza, seguito poi da uno schiaffo e da dei gemiti.
I piedi di Hadley la portarono automaticamente verso le urla provenienti dalla camera di sua madre. Chuck stava tenendo sua madre per il collo, premendo il suo fragile corpo contro al muro e comprimendo la sua trachea. Tutto quello che sua madre poteva fare era fissare sua figlia, vedendo il terrore nei suoi occhi mentre guardava verso di lei.
- Smettila! – gridò ripetutamente Hadley fino a quando Chuck non notò la sua presenza nella stanza.
La confusione attraversò il suo volto a causa di tutto l’alcol consumato quella notte. La sua vista era confusa e gli sembrava che la stanza stesse girando in torno, riusciva a malapena a distinguere la ragazza che lo fissava.
- Che cazzo stai facendo? – domandò, lasciando stare la madre di Hadley che si accasciò al suolo, il collo pieno di striature rosse la dove si erano posate le mani unte dell’uomo.
Chuck fece un passo e poi un altro, prima di fermarsi di fronte a Hadley e stringere i suoi piccoli polsi nella sua morsa. Faceva male, molto. Ma Hadley non si lasciò sfuggire un solo gemito mentre fissava gli occhi annebbiati di Chuck.
- Sto allontanando mia mamma da feccia come te. –
Chuck le lanciò uno sguardo talmente buoi che centinaia di brividi si propagarono per la schiena di Hadley.
- Stupida bambina. – farfugliò l’uomo.
Poi la colpì.
La stanza divenne improvvisamente silenziosa mentre la testa di Hadley si piegava di lato. Sentiva la fitta di dolore propagarsi sulla guancia e i suoi occhi si riempirono di lacrime, ma lei si rifiutò di versarne. Stava superando non solo i suoi limiti, ma anche quelli di Chuck.
- Chuck, tesoro, non farlo. Torna da me, ti prego. – lo pregò sua madre dal pavimento dove ancora era seduta, cercando di recuperare le forze.
Hadley non sapeva cosa facesse più male, se la sberla ricevuta da Chuck o il tradimento di sua madre. Era una delusione. Aveva fatto male a sua figlia, fisicamente, ma lei continuava a stare al suo fianco, sperando in un cambiamento. Sperando di cambiare, in qualche modo, quel mostro del suo fidanzato.
- Sei patetica. Entrambi lo siete. – sibilò Hadley, fissando la madre intensamente.
Le lacrime stavano per cadere, minacciando di sfuggire dagli occhi di Hadley, mentre si girava furiosa. Corse lungo il corridoio, verso la sua camera da letto. Dopo essersi assicurata di essersi chiusa dentro, cadde a pezzi. Pezzo per pezzo. Si morse il labbro cercando di fermare i singhiozzi che cercavano di sfuggirle dalle labbra, come animali in gabbia.
Il un attimo il sorriso che aveva stampato in faccia dopo aver passato la giornata da Calum era sparito, a causa degli avvenimenti successi nella sua stessa casa. Ogni giorno era sempre peggio. Ogni maledetto giorno. La sua vita non dovrebbe essere solo all’inizio? Non si dovrebbe preoccupare solo delle stesse cose che preoccupano ogni altro diciassettenne? Tipo cosa avrebbe preparato sua madre a colazione? O perché questo e quello dovevano essere così stronzi?
No, Hadley passava il suo tempo a raccogliere sua mamma e a rimetterne insieme i pezzi.
Ma ora sua mamma non era l’unica distrutta. Anche lei lo era. 


HEY THERE(:
Ecco un altro capitolo!
Questa volta conosciamo Calum <3 non so voi, ma io amo il suo personaggio ahahah
Cosa ne pensate? Credete che la loro amicizia potrebbe diventare qualcosa di più?
Prima di salutarvi, volevo chiedervi se vi andava di leggere la mia storia "Live While We're Alive"(: è un cross-over tra One Direction e Hunger Games! Questo è il link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1508758&i=1 
Mi piacerebbe conoscere il vostro parere per questo capitolo e magari anche per la mia storia ;) 
Byeeee xx

-Julie(:

 
  
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