Le
sfide sono sempre
pericolose. Si lanciano senza pensare alle reali conseguenze che si
trascineranno dietro. Se poi i protagonisti di questa fanno parte delle
due
Case antagoniste allora bisogna iniziare a pregare che tutto vada per
il
meglio, o almeno che le conseguenze non siano tanto tragiche. Ma se poi
si
pensa anche a chi sono i due soggetti sfidanti allora è
meglio non provare
nemmeno a pregare. Scappare a gambe levate forse sarebbe stata la sola
soluzione. La bomba era stata innescata e solo un miracolo avrebbe
evitato
l´esplosione.
-Buon
giorno Blaise…- il
moro richiuse la porta senza nemmeno rispondere e si piazzò
davanti al
proprietario della stanza frapponendosi fra lui e lo specchio nel quale
si
stava specchiando per sistemarsi la cravatta verde argento.
-Che
è successo?-
semplice e diretto. Blaise era sempre stato così. Bastava
uno sguardo e il suo
cervello si metteva in moto.
-Si
anche io ho dormito
bene Blaise, grazie…- il moro sbuffò e
alzò gli occhi al cielo.
-Draco
è inutile che
cerchi di sviare…cos´è successo?-
-Veramente
non stavo
sviando nulla amico mio. Sai un discorso inizialmente inizia con un
saluto, o
almeno a me hanno insegnato così…-
-Per
favore risparmiami
la lezione sulla tua finta cortesia che utilizzi solo per arrivare ai
tuoi
subdoli scopi. Avanti.. riconosco quel tuo sguardo e quella fottuta
lucina
perversa, che non promette nulla di buono, non c´era ieri
sera. Pansy ti ha
fatto divertire? No, no.. lei non riesce a far uscire quel lato di
te…- il
biondo intanto si era spostato andandosi a sedere comodamente sulla
poltrona di
pelle nera vicino al camino ormai spento. Si accese una sigaretta e
fissò
l´amico con un ghigno divertito. Lo divertiva vederlo mentre
cercava di capire
cosa avesse combinato o cosa fosse successo. Il tutto cercava di farlo
scrutandolo, come in quel momento appoggiato ad un mobile in mogano
scuro con
raffinate rifiniture.
-Tesoro
se mi fissi così
mi metti in imbarazzo lo sai…- una risata. Semplice e senza
cattiveria perché
lui fra i due era ancora in grado di farla.
-Mi
dispiace Draco ma
non sei proprio il mio tipo… allora?- finalmente il biondino
decise che era
venuto il momento di rendere partecipe il suo caro amico di
ciò che lo rendeva
così perversamente felice.
-Sai
Blaise, stanotte ho
avuto un interessante incontro sulla Torre di Astronomia…-
ok. Era risaputo che
quell´idiota di Malfoy passava il suo tempo o fra le lenzuola
in dolce
compagnia di qualche ragazzina stupida o fuori su quella cavolo di
torre a
scrutare chissà che cosa. Magari aveva deciso di provare il
brivido di farlo
sul cornicione e se era così avrebbe dovuto scambiare
quattro parole con
l´essere che albergava nel suo cervello.
-Con
chi?- un altro tiro
alla sua sigaretta. Più lungo, più dolce e acre
insieme. Il fumo uscì da quelle
labbra di veleno accarezzandole amorevolmente.
-Con
la cara sorellina
della Donnola…- quale persona dopo il Trio Miracoli riusciva
a far brillare di
perfidia il suo caro amico? Semplice Ginevra Weasley.
-L´hai
buttata giù dalla
Torre per caso?-
-No
Blaise anche se la
piccola babbanofila ha rischiato grosso. Devo dire che è
molto cambiata e c´è
bisogno di qualcuno che la rimetta al suo posto tra i pezzenti e i
mezzosangue
suoi amici-
-E tu
saresti il
paladino dei purosangue che si fa carico di quest´onere?
Avanti è solo una
bambinetta. Cosa ti ha fatto? Ti ha sfiorato il mantello o guardato
negli occhi
per più di un secondo?-
-Peggio…
mi ha sfidato…-
Ok adesso era veramente senza parole. Aveva notato anche lui che
qualcosa in
quella piccoletta era cambiato, soprattutto dal duello con Armell, ma
non
avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata al livello di Potter, del
fratello e
della Granger. Per loro era una sorta di abitudine insultarsi o passare
alle
mani.
-Aspetta
fammi capire…tu
sei così eccitato perché
-Non
mi sto preoccupando
Draco. Sai che non me ne frega un cazzo dei grifoni ma sappi che
scatenerai
delle reazioni a catena. In quella maledetta torre sono tutti amiconi e
solidali tra loro-
-Ma tu
mi aiuterai amico
mio. Non conta quanti sono e poi devo ricordarti cosa sono diventato?-
un
gemito sarcastico seguì quelle parole.
-No
grazie. Dai
muoviamoci, ci aspetta una giornata d´inferno-
-Una
delle tante amico
mio- il corridoio che portava alle camere e la sala comune presentavano
ancora
i resti di ciò che doveva essere stato un festino notturno,
uno di quelli
inutili e senza senso che organizzavano i serpeverde del quarto e del
quinto
anno cercando di sbattersi le matricole.
-Dimmi
Blaise…- iniziò
il biondo spostando le bottiglie, i mozziconi e i posacenere dal suo
passaggio
con la telecinesi – perché permettiamo ancora
tutto questo?- l´amico alzò le
spalle in risposta.
-Non
lo so Dray. È una
libertà che si sono presi loro ma li tolleriamo
probabilmente perché significa
avere fumo e alcool quasi tutte le sere-
-Capisco,
se è per
questo allora posso tollerarlo. Non ho voglia di sporcarmi le mani con
i
dementi della mia Casa. Theodore dov´è?-
-Prima
di venire da te
l´ho visto andare nella camerata delle ragazze.
Sarà andato da Millicent- ormai
erano giunti in prossimità del ritratto del Barone
Sanguinario e stavano per
uscire quando vennero fermati da una voce
-Buon
giorno Draco. Ciao
Blaise- calma, fredda, calcolatrice. La sua degna compagna. O almeno
questo
avrebbero detto tutti. La figura di Pansy Parkinson, Regina degli
Slytherin, si
stagliava davanti a loro. I capelli lunghi e lisci tenuti indietro da
un
cerchietto verde e un viso che avrebbe fatto invidia a chiunque per i
suoi
lineamenti e i suoi occhi scuri come il petrolio.
-Buon
giorno Pansy…- il
biondo le porse un braccio che lei prese. –Ciao Pansy, tutto
bene?-
-Sì
Blaise grazie. Gli
altri ci raggiungeranno in Sala Grande-
-Allora
andiamo- si
c´era da dire che quei due insieme facevano la loro regale
figura. Tutti si
spostavano al loro passaggio e nessuno si azzardava anche solo a
guardarli.
Anche perché sarebbero incappati nel diavolo in persona.
***
Il
sano allenamento fa
sempre bene allo spirito e al corpo. Mantiene in linea, tonifica e
potenzia i
muscoli. Da un senso di pace e leggerezza alla fine di tutto.
Però non era
questo che pensava Ginevra Weasley, dopo un´ora massacrante
di corsa ed altri
esercizi, distesa sull´erba del parco di Hogwarts. Era stata
proprio una
pessima idea rimanere sveglia fino a quell´ora infame della
notte per poi avere
la sveglia all´alba grazie al suo caro lupacchiotto che
gentilmente era entrato
nel suo mondo onirico per buttarla giù dal letto. Era
stanchissima e non era
riuscita a dare nemmeno il 50% delle sue possibilità. Una
leggera folata di
vento mista a un profumo che ormai conosceva a memoria le fece capire
che il
suo caro lupacchiotto si era disteso accanto a lei.
-Ti
odio lo sai vero?-
-Sì
ormai mi sono arreso
a questa evidenza…- una risata calda e serena lo fece
sorridere. Solo lei
riusciva a farlo sorridere così. Si girò a pancia
in giù e avvicinò il viso a
quello della giovane ragazza. Aveva gli occhi chiusi e il respiro
ancora un po’
affannato. La canotta nera che indossava era leggermente bagnata e i
pantaloncini del medesimo colore facevano risaltare le sue gambe
longilinee.
-Sei
stanca?- un alito
caldo accarezzò la sua pelle. Aprì gli occhi e si
ritrovò due iridi viola che
la fissavano.
-Abbastanza,
ma credo di
poter sostenere questa giornata tranquillamente. Ho sopportato di
peggio…-
-Con
tuo fratello che
hai intenzione di fare?- un gemito di disperazione uscì
dalle labbra della
ragazza.
-Ecco
ora non sono più
sicura di poter sostenere questa giornata tranquillamente…-
-Dai
non può essere così
grave…- venne interrotto da un´occhiata stupita.
-Tu
dopo tre mesi ti sei
reso conto del mio carattere giusto? Ok ora moltiplicalo per tre volte
e
associalo al un uomo made Weasley. Una combinazione atomica e
insopportabile. È
geloso, possessivo, impulsivo.. insomma gli voglio un mondo di bene ed
è una
delle persone più importanti per me, ma..quando esagera
esagera. Avessi detto
chissà che cosa poi! Harry ed Hermione non mi sembra
l´abbiano presa così male.
Sembra che debba diventare una mangiamorte da un momento
all´altro o il
flagello del male insieme a Voldemort- finì con uno sbuffo
che la rese ancora
più bambina e Dan dovette sforzarsi di non scoppiarle a
ridere in faccia. Era
riuscita a farla sfogare e di questo era soddisfatto. Con i
polpastrelli
incominciò ad accarezzarle i contorni del viso. La fronte,
gli zigomi, le linee
del naso, i contorni delle labbra color ciliegia. Occhi negli occhi non
si
perdevano mai di vista.
-Sei
più rilassata adesso?-
come risposta ricevette solo un suono simile alle fusa di una tenera
gattina.
Restarono così ancora per qualche minuto, fino a quando i
raggi del sole non si
fecero più prepotenti indicando loro che un nuovo giorno era
arrivato.
-È
ora di andare Ginevra…-
ancora uno sbuffo, ancora quel viso imbronciato. Sempre più
bella ed
irresistibile.
-Non
voglio..sto bene
qui..-
-Non
è saggio stare qui
lo sai..- riaprì gli occhi trafiggendolo con un sguardo
curioso.
-Sai
sono un ragazzo…-
ad ogni parola si avvicinava a lei - …e tu sei una
ragazza…-
-Dan
mi spaventi quando
parli così-
-Dai
scema sto
scherzando..!- ora mancavano pochi millimetri e le bocche si sarebbero
toccate.
Gli occhi che non si staccavano mai.
-Ma
devi darmi ragione
sul fatto che la nostra posizione è alquanto equivoca e mi
manca pochissimo per
assaggiare le tue labbra- Ginevra capendo dove sarebbero potuti andare
a finire
sogghignò malignamente.
-In
effetti ti do
ragione ma sai Dan dovresti saperlo…- sempre più
vicini, i loro aliti si mischiavano
-…con me non devi mai abbassare la guardia…-
così dicendo un´onda leggera fece
volare il ragazzo poco lontano lei che si era già alzata e
ridendo correva
veloce verso il castello.
-Brutta…-
Dan si rialzò
quasi subito e si mise a rincorrerla. Era un loro gioco. Avvicinarsi e
poi
scappare. Si volevano troppo bene per rovinare tutto. Cosi felici e
spensierati
correvano verso un nuovo giorno.
***
Se
Ginevra Weasley aveva
sperato anche solo minimamente di poter chiarire con
suo fratello quella mattina..beh le sue
speranze erano andate a farsi benedire da qualche parte. A quanto pare
il caro
Ronald era in grado si sparire e stranamente il suo caro migliore amico
non
sapeva dove fosse. In quei casi odiava profondamente Harry e il suo
senso di
fedeltà nei confronti di quel cretino pieno di lentiggini e
dai capelli rossi.
Dopo essere tornata in dormitorio non l´aveva visto e a
colazione idem. Durante
i cambi dell´ora, nonostante avesse aguzzato la vista, non
l´aveva scorto. Ma
se solo pensava di poterle sfuggire era un illuso.
Arrivò
in Sala Grande e
scaraventò la borsa per terra sedendosi accanto a una dei
due migliori amici
del fratello.
La
grifoncina nemmeno
alzò gli occhi da uno dei suoi tanti tomi.
-Non
l´hai trovato?- la
rossa sbuffò.
-No
Herm…ma giuro che se
mi capita sotto le mani…io…-
-Avanti
Ginny sai che
testa calda sia Ron. Gli passerà nel giro di qualche giorno-
-O gli
passa da solo
oppure vedrà cosa vuol dire veramente conoscere la magia
nera!-
-Ciao
bellezze!- le due
si girarono per vedere il bambino sopravvissuto sedersi davanti a loro
tutto
tranquillo e sorridente.
-Ciao
Harry…-
-Oh
guarda Giuda…come
stai Harry?Tutto bene?- perché quel tono e quello sguardo
non gli sembravano
per nulla amichevoli?
-B-bene
Gin grazie..tu?-
-Avanti
Harry sputa il rospo!Dove
si nasconde quel codardo?-
-Gin
l´ho visto solo a
lezione e poi è sparito. Davvero non so dove sia…-
-Questa
me la paghi
Harry!- riprese a mangiare uccidendo quasi il suo pasticcio di carne.
Un
bell´inizio non c´è che dire.
-Ragazziiiiiiiiii!-
una
furia dai capelli mossi e scuri si precipitò dal gruppo
seguita a ruota da
altre ragazze.
-Lavanda
finalmente
-No
Seamus. Dimmi ti
metti di impegno per far uscire dal tuo cervellino queste battute
dall´umorismo
inglese o ti vengono così?-
-Dai
Lav siediti e dicci
cosa è successo-
-Sono
troppo
elettrizzata. Ma non avete letto in bacheca stamattina?
Vabbè vi aggiorno io!
Il Comitato studentesco ha deciso di organizzare una festa di inizio
anno e i professori
hanno dato il loro consenso autorizzando gli organizzatori a chiedere
l´aiuto
dei caposcuola! Sarà fra una settimana esatta. Allora? Non
è fantastico?- ci
sarebbe proprio voluta una foto per immortalare tre sguardi che erano
tutto
fuorché felici. Hermione Granger aveva lasciato il suo
prezioso libro per
incenerire quella specie di ragazza, Harry Potter aveva fatto cadere la
forchetta e stava seriamente pensando di tralasciare il problema
Voldemort per
salvare l´umanità da quei quattro cervelli bacati
che avevano ideato tutto e
Gin aveva le fiamme anziché le pupille verdi. Avevano scelto
la giornata
sbagliata per dargli quella notizia.
-Ragazzi
cosa sono
quelle brutte facce?- si dovettero contenere solo per il fatto che
sarebbero
finiti ad Azkaban altrimenti a quest´ora Lavanda Brown
avrebbe terminato la sua
breve esistenza.
-Gin
voglio che mi
insegni alcuni incantesimi. Mi sa che mi ritorneranno utili in questi
giorni-
-Fidati
Herm, un
bell´Avada basta e avanza-
-Però
concedetemi
l´onore signore…-
-E
lasciare tutto il
divertimento a te Potter? Scordatelo. Piuttosto ce li dividiamo- una
voce alle
spalle fece voltare tutti.
-Un
Dalton che rinnega
le feste? Non può essere vero..- Edward Dalton, Ravenclaw e
Caposcuola, si
ergeva in tutta la sua bellezza. Capelli castani chiari, quasi biondi e
occhi
azzurro cielo. Un nobile dal sangue blu con la sua solita aria
trasandata.
-Finningan
mollami.
Allora Brown cos`è questa cazzata?-
-Dalton
non è un
cazzata! È un modo per festeggiare e stare insieme-
-Oh si
Lav non sai
quanto mi siano mancati i serpeverde durante l´estate!-
-Harry
per favore!
Dobbiamo cercare di essere uniti e di andare d´accordo!-
-Questa
si è fumata una
canna di troppo gente. Mi tengo fuori da questa cosa, che provino pure
a venire
a chiedermi aiuto e una bella fattura non gliela toglie nessuno-
-Edward
purtroppo
dobbiamo, è un nostro compito- il ragazzo si
abbassò sulla grifona.
-Herm,
tesoro, me ne
frego. Io sono per le feste private dove girano alcool e fumo. Dove ci
sono
delle belle ragazze e dove si intavola una sana partita di poker. Non
per
queste stronzate dove già da domani i ragazzi saranno
braccati da stormi di
ragazzine assatanate e non si sentiranno argomenti al di fuori di
trucco e
vestiti-
-Purtroppo
siamo tutti
sulla stessa barca gente. Harry gli allenamenti quando iniziano?-
-Domani
pomeriggio-
-Perfetto.
Ora se volete
scusarmi vado a prendere un po’ d´aria. Per oggi ho
sentito abbastanza
cavolate- salutò Harry ed Hermione con un bacio e si diresse
verso l´uscita.
Presto tutti seguirono il suo esempio fino a quando non rimasero solo
loro due.
-Allora
dove si è
nascosto questa volta?- il ragazzo sbuffò.
-Herm
non si è nascosto
da nessuna parte. Si è semplicemente barricato in camera e
non vuole sentire
nessuno. Ho provato a parlarci ma è come se avesse dei tappi
nelle orecchie. È
già tanto se non mi ha urlato addosso-
-Idiota…-
-È
rimasto scioccato
come noi. Si beh forse un po’ di più ma penso che
gli passerà. Insomma è…- ma
la ragazza non lo stava più ascoltando. Ancora quella
fastidiosa sensazione,
come se qualcuno la stesse osservando. Si guardò intorno
nella speranza di
trovare la fonte di quel turbamento ma venne distolta dal suo intento.
-Herm
ma mi ascolti?- la
ragazza sbuffò e chiuse malamente il libro che si era
rimessa a leggere. Prese
la sua roba e si alzò.
-Si
Harry scusa ma ora
devo andare. Ho un sacco di cose da fare. Ci vediamo più
tardi ok?- il ragazzo
la osservava attentamente e lei sapeva che niente sfuggiva a quegli
occhi color
verde speranza.
-Tutto
bene?-
-Sì
tranquillo- gli
diede un bacio a fior di labbra e salutandolo con un incerto sorriso se
ne andò
non accorgendosi ancora di due occhi che non avevano fatto altro che
fissarla.
Si
stava succedendo
qualcosa o semplicemente quell´anno era destinato allo sclero
totale. Ginny che
torna dicendo di padroneggiare la magia nera e stende una ragazzo
più grande di
lei. Ron che butta via il tempo per una cazzata che potrebbe risolversi
subito.
Hermione che sembrava essere da un´altra parte e sfuggente da
che era iniziata
la scuola. E lui? Beh lui non ci stava capendo un benemerito cavolo.
Bell´inizio.
Chi
quel pomeriggio si
fosse recato al terzo piano non avrebbe udito ne visto
alcunché. Ormai era
un´ala del castello abbandonata ma in una di quelle tante
stanze c´era
qualcuno.
La
luce era soffusa
dalle pesanti tende che impedivano al sole di trasmettere la sua
brillantezza.
Nessun rumore che potesse infrangere quel sacro silenzio. Sarebbe
sembrata
vuota se al centro esatto della sala non vi fosse stata una figura.
Capelli
lunghi e sciolti, occhi chiusi.
-
Evoco
Aer…-
parole antiche pronunciate da una voce flautata.
Il vento richiamato si fece spazio fra quelle pareti divenendo via via
un
vortice più violento.
-
Io
evoco Aer in nomina mea…- la
figura venne avvolta
completamente. I capelli componevano un ventaglio come fossero animati.
I
leggeri vestiti lasciavano scoperti lembi di delicata pelle.
-
Evoco
Aqua…- al
vento ora si unì anche l´acqua. Ma non bagnava,
non toccava nulla. Era
sottomessa a colei che l´aveva evocata.
-
Io
evoco Aqua…tu es mea…- il
cervello si svuotò. I pensieri svanirono
facendo posto ai sensi tesi e pronti a percepire ogni movimento. E
ciò che
percepirono fu l´apertura della porta e l´entrata
di un´altra persona.
Immediatamente il vortice sparì e le tende si spalancarono
permettendo di
vedere chiaramente le due persone all´interno della sala.
-
Cosa
ci fai tu qui?-
ancora quella lingua straniera. Stesso tono di
voce carico d´astio. Una risata, sempre la stessa, che
l´aveva tormentata per
tutti e tre i mesi.
-
Cara
la mia piccola Ginevra…osservo- la ragazza al
centro della stanza si girò.
-
Vai
da un´altra parte allora perché non penso che
riuscirò a contenermi come
stamattina-
-
Già…-
la
voce dell´altra persona era come un sibilo cupo e profondo
– questa volta non
c´è il tuo caro compagno a
tenerti-
-
Vattene
o è la volta buona che ti spedisco all´inferno
dove anche il Diavolo ha
rifiutato la tua anima!-
Fu
questione di un
battito di ciglia e la ragazza si ritrovò con una mano
stretta alla gola.
-
Non
tirare troppo la corda perché anche la mia pazienza ha un
limite e tu e
quell´altro stupido l´avete quasi superato. Bada a
quello che fai o ti renderò
la vita un vero inferno-
un´altra risata che non sarebbe
mai dovuta uscire da quelle candide labbra. Con un semplice
scattò le posizioni
si ribaltarono e alla gola dell´altra persona era puntata una
spada comparsa
dal nulla.
-
Solea
puoi ingannare tutti ma non ingannerai mai
me. Guardati le spalle in questi mesi. Questo è il mio
avvertimento. Ora
evapora-
-
Come
ti permetti mocciosa! Expulso- ma
l´incantesimo non sortì l´aspetto
desiderato dalla donna.
Una barriera si erigeva attorno alla ragazza e nessun incantesimo, se
non di
grande potenza, poteva abbatterla.
-
Te lo
ripeto Solea, vai via. Devo già sopportare la
tua presenza a lezione- la donna sogghignò.
-
Molto
bene Weasley. Considerati in punizione da
stasera stessa. Ti farò avere i termini di ciò
che dovrai fare stasera a cena.
Buona giornata- uscì
dalla sala senza
degnarla di uno sguardo. Appena la porta si richiuse la ragazza venne
avvolta
dalla fiamme. Rabbia e disprezzo. Questi sentimenti nutriva Ginevra.
Poco dopo
l´intera sala fu immersa dal fuoco che bruciò e
annientò tutto. Ruppe i vetri
ed incenerì i tendoni e gli arazzi. Le armi divennero
incandescenti e alcune si
sciolsero anche a causa dell´alta temperatura.
La
porta si riaprì di
nuovo e una voce imprecò.
-
Ma
porca puttana! Gin! Cristo Santo abbassa queste
fiamme!- la ragazza però non udì nulla. Non
sentiva nulla a causa della sua
furia. L´insegnate glielo aveva sempre detto che doveva
imparare a controllare
i suoi sentimenti altrimenti sarebbe stata troppo vulnerabile. Ma
questa era
stata sempre la sua pecca. D´altronde era una Weasley e buon
sangue non mente. La odio. Perché
non mi lascia stare, perché
non smette di darmi il tormento.
-
Ok qui
bisogna passare alle maniere forti. Dannata
ragazzina ha messo anche un barriera mentale. Dannata lei e il
Legiliments!
GLACIALUS!- dalla bacchetta del ragazzo scaturì
l´incantesimo che ghiacciò
tutto e finalmente attirò l´attenzione della
ragazza. Girandosi i loro occhi si
incrociarono ma ciò che vi lesse il ragazzo dentro quegli
occhi verdi non fece
altro che fargli montare la rabbia. Non ebbe tempo nemmeno di muoversi
che la
ragazza sparì. Sì decisamente non era stata una
buona giornata.