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Autore: Sere86    20/05/2008    2 recensioni
"Avendo lei purgato tutta la sua pena é mio dovere riconsegnarle le chavi del maniero. Ricorda che potrà essere sottomesso a ispezioni qual’ora il ministero ne senta il bisogno. Secondo il codice 744 della legge contro i crimini di guerra, le si può sospendere o addirittura togliere il diritto di praticare la magia al primo sospetto di uso illecito di questa. Detto ciò, buona...buona fortuna signor Malfoy." Malfoy esce di prigione e scopre che non tutte le cose sono come sembrano, molti segreti verranno alla luce. Tutte le famiglie non sono poi così perfette.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ff

A/n: ATTENZIONE! Per chi non l’avesse ancora fatto, consiglio di leggere prima le due One-shot “E se puoi... salva anche me” e “Sveglia che è tardi” per una miglior comprensione in quanto prequels.

 

Buona lettura

 

 

 

CAPITOLO V

 

 

888888

"Se non ricordiamo non possiamo comprendere."

 Edward Morgan Forster

888888

 

 

Era tornato tutti i giorni, dileguandosi tra anonimi corridoi e turni di guardia previsti e scontati.

 

Era tornato tutti i giorni. E tutti i giorni, per un momento, poteva credere - sperare - d’aver fatto solo un brutto sogno, un incubo terribile e che ora girando quella maniglia avrebbe sentito la sua voce.

 

Era un attimo di speranza che pagava sempre con una fredda delusione.

 

Il sole fresco di mattino entrava soffuso attraverso le tende. Le scostò come di consueto per sentire la luce calda sulla pelle scivolare come un’antica carezza. Draco sapeva che aveva a disposizione poco più di un’ora, la mano intorno alla boccetta polisucco.

 

Tolse i fiori secchi e si sedette vicino alla finestra. Un nuovo mazzo tra le mani.

 

-          Ciao. Ti ho portato delle peonie. Ero nella vecchia serra di mia madre; Lory se ne sta occupando. E poi le ho viste e mi sono ricordato. Sai, dov’ero prima non era facile ricordare se stessi, tanto meno chi si era stati. Solo silenzio e solitudine che col tempo evolvevano, crescendo dentro me. Mi rubavano il passato che avevo perduto, sbiadivano dalla mente e dal cuore i ricordi più belli.

 

Cercò una posizione nuova, sintomo del proprio disagio.

 

-          Credo tu sappia di cosa stia parlando, anche se forse – spero – la tua prigione sia un po’ meglio della mia.

 

Si sporse verso il letto avvicinando la sua mano a quella di lei. Ancora non riusciva a toccarla, per paura di accettare la gravità della situazione, di sentirla un po’ più assente, un po’ più fredda.

 

-          Ho pensato molto in questi giorni, di cosa dovrei fare ora. Come, quando. Mi manchi lo sai; questa è l’ultima volta che te lo ripeto. Ma lei? Mi chiedo se ne ho diritto. Lei ha una vita ormai. Elizabeth... quindici anni sono tanti. Ti ricordi quella notte che mi mandasti un messaggio alle quattro del mattino, per le peonie?

 

 

-          Cosa stai facendo qui?

 

-          Come cosa sto facendo QUI? Questo è il nostro punto d’incontro se non erro e tua madre QUI non ci viene di notte, cosa credi che faccia?Non mi dire che-

 

“Come osa chiedermi cosa sto facendo, io rischio la vita per-”

 

-          Non intendevo questo, cioè non solo.  Sei un’incosciente ad essere venuta ora che... Hai della terra sui capelli e anche un po’ sul naso.  Sei ridicola!

 

-          Oh! Io... Io stavo piantando delle peonie.

 

-          Nella serra di mia madre? Sei impazzita?

 

Si avvicinò guardandola torvo.

 

-          Certo, come no! Delle peonie in mezzo a dei gerani, chi le nota? Lo so che avvolte mi ripeto e posso sembrare stupido ma: sei impazzita?

 

-          Su Draco, al massimo tua madre penserà che le abbia messe tu per lei.

 

-          Perché?

 

-          Perché cosa?

 

-          Le peonie, alle quattro del mattino, a meno di tre miglia dal quartier generale del Signor Oscuro sfidando la tua capacità ad attirare traged-

 

-          Dacci un taglio adesso!

 

Draco indugiò con lo sguardo, poi fece un passo verso di lei, il ghigno già sulle labbra.

 

-          Sei sporca.

 

-          Uh?

 

Lei rimase scioccata mentre lui si avvicinava sempre di più. Odiava questi momenti in cui non riusciva a decifrarne le intenzioni. Era ansiosa.

 

-          Sei rossa.

 

Hermione immobile; lui le prese le mani e la tirò a se deciso, incastrando i loro corpi.

 

-          Sei enorme.

 

-          OK. Prima ridicola e pazza, poi sporca, adesso enorme. VUOI DIRMI che intenzioni hai piccolo brutto furetto alb-

 

Le baciò la tempia, respirando i capelli riccioluti, calmandola di colpo;  una mano le stuzzicava la spallina della canotta disegnando lentamente cerchi concentrici sulla scapola.

 

-          Sei sexy.

 

-          Oh no. No no no NO. So dove vuoi arrivare. Non qui! Sei tu che sei impazzito! E poi IO sono incinta se non ricordi bene, come hai detto tu enorme, una BALENA!

 

-          Hai ragione. Sei enorme – mente sexy.

 

Ancora col ghigno stampato sul viso, avvicinò le labbra al lobo dell’orecchio baciandolo lascivamente.

 

-          Allora, mi vuoi spiegare le peonie?

 

-          É il...Uhmmh... É Il mio fiore preferito.

 

-          Questo lo so già, Hermione.

 

-          Avvolte dura anche più di cent’anni. – Spiegò con voce incerta e timida.

 

Lui si staccò da lei lentamente facendo scivolare gli occhi sulla dolce mascella, le guance piene, il mento, le labbra, fino a trovare le impaurite scure iridi di lei. Erano lucide.

 

Inspirò profondamente e attese.

 

-          Lo so che sono in uno di quegli stati emozionali dati dal surplus di ormoni nel mio corpo, ma non ce l’ho fatta. Ero da Molly e pensavo alla guerra e al bambino –

 

“Bambin-a” corresse mentalmente lui.

 

-           e volevo qualcosa che ti ricordasse di me se dovesse succedermi...

 

Lui fece per interromperla.

 

-          Perché SAI benissimo che potrebbe succedermi qualcosa,Draco. Siamo in una guerra più grande di noi, e dove noi siamo nell’occhio del ciclone. –

 

Si strinsero le mani cercando conforto nell’altro. Sorrisero speranzosi.

 

-          Cent’anni.

 

-          Lo so, sono tanti.

 

-          Per noi due non saranno mai abbastanza. Promesso.

 

-          Draco noi-

 

-          Approposito di grandi cose, là dietro c’è una chaise-longue a prova di bal-  No,no... Forse ne serve una a prova di piovra gigante!

 

 

 

-          Che stupida  illusione l’immortalità, quando si è giovani e si pensa di avere tutta la vita davanti; credere di vivere per sempre che tanto le tragedie succedono solo agli altri. Lo credevo anch’io quando ero con te, nessuno sarebbe mai riuscito a separarmi da te finché fossi stato vivo. Quello che non sapevo è che non basta respirare per essere vivo.

 

Serrò la mascella concentrandosi per non perdere se stesso in ricordi troppo dolorosi. Si chiedeva sempre come fosse sopravvissuto.

 

-          Non credo di riuscire più a prometterti niente. Vorrei prometterti che riuscirò a svegliarti.

 

Si alzò sconfitto.

 

Cercava un punto fermo da fissare.

 

Cambiò l’acqua del vaso e vi mise i fiori ormai sofferti dalla morsa nervosa della sua mano.

 

-          Oggi ti fanno il bagno, ho aggiunto l’essenza di rose che ti piaceva tanto nelle bottigliette, tanto se ne accorgeranno solo dopo. Ora devo andare, torno più tardi.

 

Si avvicinò di nuovo a lei piegandosi in avanti, cercando di coglierne il profumo. Le accarezzò lentamente i capelli scostandone un riccio ribelle dalla fronte.

 

Era teso.

 

Non resistette.

 

La bocca di lui si avvicinò tremante alla pelle distesa, cercando di colmare quella sete e nostalgia di lei. Le labbra screpolate si posarono lievi sulla fronte delicata.

 

Sabbia sul cristallo.

Draco posò una mano sul cuscino e una coscia sul letto temendo di non potersi reggere. Portò l’altra mano sulla nuca di lei premendo leggermente. Poi tutto si fece più forte, esigente, bisognoso.

 

“Ti prego svegliati”

 

Le tenne la testa stretta fra le mani schiacciando le labbra sulla fronte quasi a farsi male, una lacrima cadde sulla fronte ignara.

 

“Fallo per me”

 

Passò il dito su di una cicatrice sconosciuta, tradita dalla tunica che le era scivolata dalla spalla. Rabbrividì e per un istante si sentì stranamente tradito, ma scacciò colpevole quella sensazione. Abbasso il viso sul suo collo per nascondere le lacrime da quel vuoto così pesante. Le braccia la circondarono, una mano dietro la testa come fosse una bambina, per stringere a se quel corpo inerme in un abbraccio lungo quindici anni.

 

-          Sei così calda.

 

 

 

 

-          ...ti rendo conto che l’hanno fatto uscire di prigione? No ma dico io, MALFOY!!

 

-          Ron, è successo due settimane fa.

 

-          Lo sapevi e non me lo hai detto!

 

-          Era scritto su tutti i giornali.

 

-          Che cambia? In ogni caso possiamo farlo rientrare.

 

-          Sì e sotto quale accusa?

 

-          C’è mai servita una scusa per vederlo marcire Harry? Sono sicuro che sia lui ad uccidere Hermione.

 

-          Hermione non è morta. Smettila di dire così.

 

-          Perché quello lo chiami vivere?

 

-          Ron, Malfoy ha scontato la sua pena. Gli ha portato via la parte più bella della sua vita e condizionerà per sempre quella a venire. Non ha famiglia né amici e gli unici che riusciranno ad avvicinarsi a lui senza sentire paura o disgusto saranno il suo elfo domestico e il suo gufo, ammesso sia ancora vivo. Non credi sia abbastanza?

 

-           No. Lui può ancora riuscire a sentirsi vivo, a camminare, a comprare cioccorane e a leggere la gazzetta. Hermione respira ma...

 

-          Non ci sono prove che sia stato coinvolto con Hermione.

 

-          E allora quelle due ragazze morte?

 

-          Nemmeno. Solo supposizioni. Smettila Ron, non intestardirti in cose che non puoi controllare.

 

-          Io sarò solo un povero venditore di scherzi Harry, ma tu, tu puoi farlo, sei un Auror per Dio! Seguilo, troverai sicuramente qualcosa. Le canaglie come lui non cambiano mai.

 

-          Non farò cose del genere, il dipartimento ha già ripulito il maniero e messo abbastanza restrizioni-allarmi sulla sua bacchetta e non credo abbia voglia di uscire a far casini. Non vorrà mai tornare ad Azkaban e non ha nessuno con cui stare. É sempre stato troppo codardo per fare le cose da solo. E poi, non è un mio problema.

 

-          Ma Harry –

 

Si alzò una voce dal cornofono posato sulla scrivania massiccia

 

-          Scusa Ron ma il lavoro chiama, ci sentiamo di nuovo stasera via camino e ti prego la prossima volta che mi chiami in ufficio fa che sia importante!

 

-          Venerdì a cena da me è abbastanza importante?

 

-          Alle otto?

 

-          Perfetto, vado a convincere Luna. Ciao.

 

La faccia larga di Ron scomparve tra la cenere lasciando l’ufficio silenzioso.

Harry fece un passo verso la scrivania scura ricoperta da innumerevoli rapporti, dando spalle all’enorme libreria che contornava il monumentale camino. Solo di poco spuntava la targhetta “Auror Potter”. La stava tirando su per spolverarla quando sentì aprirsi la porta decorata di un’altra targa “Auror Potter – Capo dipartimento”.

 

-          Mi scusi Signor Potter, ma non rispondeva al cornofono e sono venuta a vedere se fosse successo qualcosa.

 

-          Hai fatto bene Alice. Ero impegnato via camino. Cosa c’è? E chiamami Harry per favore, sennò mi ricordi la mia vecchia assistente.

 

-          La signorina Hudson è qui, Signor Potter. Posso farla entrare, le ricordo che fra trenta minuti ha un colloquio con –

 

-          Sì si, va bene falla entrare.

 

-          Vado a chiamarla subito.

 

Signor Potter, mi fa sentire vecchio”

 

-          Harry?

 

-          Kate! Qualcosa non va con Hermione? O Elizabeth è ancora andata di nascosto?

 

-          Hermione è costante come sempre ed Elizabeth non è il problema.

 

-          Oh?

 

-          Il fatto è che abbiamo un nuovo visitatore.

 

-          Beh è già successo che qualche curioso si intrufolasse. Chi devo spaventare?

 

-          Vede, questo a quanto pare è un habitué. Non ne ho parlato subito perché pensavo fosse una cosa straordinaria. Mi aveva fatto una ramanzina sul fatto che se non lo facevo entrare andava dal direttore, che nemmeno tu o i Weasley siete “della famiglia”. Dal piano regolamentare aveva ragione e poi sembrava un bravo ragazzo. Però stamattina l’ho rivisto e non aveva firmato il foglio delle presenze. Era nella stanza di Hermione. L’aveva sollevata e la teneva stretta a se, sembrava piangesse. Tempo di tornare con uno della sicurezza era già sparito. Poi ho notato che da un po’ di giorni Hermione porta un profumo e ora le boccette per il bagno odorano tutte di rosa. Anche i fiori sono freschi. Sembra come –

 

-          Se ci fosse andato troppe volte.

 

-          Già.

 

-          Me ne occuperò personalmente. Mi puoi fare una descrizione?

 

-          Ho di meglio: si chiama Robert Blotts. Non troppo alto sulla ventina, cicciotello, moro, occhi grigi, aria buffa. Mi aveva dato l’idea di uno goffo, ma è tutto il contrario.

 

-          Grazie Kate. Non sembra voglia farle del male e ora è troppo tardi per andare a fare qualcosa. L’orario di visite è finito e non voglio destare sospetti. Non voglio che nessuno venga a saperlo, tanto meno Elizabeth. Vedrò di mettere qualche protezione in più alla stanza domani di prima mattina e appena posso farò una piccola visita al nostro uomo.

 

-          Bene, ora vado che un paziente mi aspetta. Se c’è qualunque cosa di nuovo lo chiamo. A domani.

 

-          Giusto. A domani.

 

La chioma bionda sparì dalla porta con un leggero click. Harry si lasciò cadere sulla poltrona, le braccia appoggiate ai braccioli. Sporse indietro la testa. La ritirò su e spostò gli occhi sulle pile di rapporti da correggere, firmare, strappare.

 

-          Ci mancava anche questa.

 

 

 

 

Elizabeth piangeva.

 

Il letto a baldacchino verde-argento completamente sigillato, piangeva come tutte le notti da quando aveva scoperto chi fosse suo padre. Come aveva potuto sua madre, se era così brava e diligente come dicevano! Come aveva potuto tradire tutti per lui? Non era possibile. Non ci credeva, c’era sicuramente qualcosa che le sfuggiva, qualche ragione nascosta.

 

“Chiunque ma non un mangiamorte”

 

Elizabeth decise in quell’istante che non si sarebbe fermata lì. Non le importavano le evidenze. Dopo il coprifuoco sarebbe andata in biblioteca col mantello invisibile. Avrebbe trovato qualcosa. Qualunque cosa prima di tornare a casa per il fine settimana.

 

Prima di tornare da sua madre.

 

 

 

A/n: ... mi dispiace l’assenza. Non ho scuse. E nemmeno internet, ho scoperto che il mio vicino non mette la password per la wireless e ora sono un’internauta clandestina YAHE!! Potete fare di me ciò che volete. Chiedo venia per gli errori di battitura.

Sere

 

Ora passiamo ai ringraziamenti:

 

gemellina: Beh che dire i tuoi commenti sono bellissimi... è vero Draco non si può non adorarlo, così determinato eppure e così spezzato dentro allo stesso tempo. Chissà se leggerai o riconoscerai ancora questa ff. Non so se poter osare di sperare. Cmq grazie mille. Questa ff la sto continuando molto, molto, molto lentamente ma giuro che cmq vada ho intenzione di finirla perché ho già il cap finale già scritto. Grazie ancora.

 

Malfy: Non posso prometterti cose che potrebbero svelare la ff. Quello che posso dirti è che le cose si sistemeranno ma non come credi tu, e non tutti ne usciranno indenni fisicamente o psicologicamente. Sta per scoppiare qualcosa.

 

 

luan1985: Allora eccotelo.... con qualche mese di ritardo, spero tu riconosca la ff. Un bacione e grazie per i complimenti

 

anya: Sono contenta di essere riuscita a trasmettere qualche emozione. Draco è perso, rotto dentro senza Hermione. Dovrà trovare un nuovo appiglio, una nuova speranza.

 

lady_slytherin: Il loro incontro sarà tardivo, Draco non ha idea di come comportarsi ancora. E lei potrebbe non accettarlo all’inizio... infondo lui è conosciuto come un pericoloso mangiamorte. Poi se non è lei ad andare da lui non credo che Harry lasci Draco avvicinarsi molto......

 

 

  
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