This foolish thing
“Maggiore, non è prudente andare in giro per la città da solo.”
Roy Mustang è seduto su un cumulo di mattoni bianchi, sotto il sole a picco.
Tanto vale che si appenda al collo un cartello con scritto “sparatemi pure, sono un nemico” , pensa Riza, ma non dice nulla, perché odia avere pensieri da cecchino anche quando non è in servizio.
Odia avere pensieri da soldato, quando è con lui, come se tali pensieri rovinassero il breve momento di quiete che inevitabilmente la sua presenza crea.
Ogni tanto si chiede se non sia pietà: il fatto di vedere quel ragazzo auto distruggersi lentamente, andare alla deriva, la pura e semplice soddisfazione di vederlo macerare nel dolore, tirarlo fuori a forza dal brodo scuro di rimpianto in cui affoga, un attimo prima che l’ossigeno a disposizione termini.
Ogni tanto si chiede se la guerra sia una scusa sufficiente a giustificare tutto il cinismo che ha scoperto dentro di sé.
Mentre gli si avvicina, si accorge di quanto sembri ubriaco, pur non avendo a disposizione neanche una goccia di liquore. Come se bastasse la realtà a dare alla testa.
“Pensavo.” spiega lui, tutto d’un tratto, mentre lo aiuta ad alzarsi e a raggiungere la casa diroccata più vicina – un punto più riparato dai fucili di possibili nemici.
Appoggiandosi con la schiena al muro, a mo’ di sostegno, Roy l’abbraccia senza dire più nulla.
Il tessuto della divisa, la sua pelle, i suoi capelli sono bollenti, dall’essere rimasto troppo a lungo sotto il sole.
Per una volta, sembra davvero che il nome di Flame Alchemist sia adatto a lui.
“A cosa pensavi?”
Quella i che denota il tu confidenziale usato, le da la conferma che non è pietà la sua, non è cinismo, non è una sadica rivincita. Che è distrutta quanto lui, se non di più, ma stenta a lasciarlo vedere all’esterno, finché l’armatura tiene.
Che ha bisogno di quei piccoli contatti come una pianta a bisogno dell’acqua. Non sempre, ma di tanto in tanto: la giusta quantità per non seccare e marcire dall’interno.
E tutto le da la conferma che i conti non tornano.
“Pensavo che se non fossi venuto a studiare l’alchimia da tuo padre, ora tu non saresti qui. Pensavo che in un modo o nell’altro sembra che la causa di tutto sia sempre io, che non ne abbia ancora fatta una giusta, che non ci sia rimedio per la mia stupidità. Pensavo che è stato un disastro su tutta la linea, e che dovresti avercela con me, sarebbe stato giusto e normale che tu mi avessi sparato quel giorno, quando ci siamo rivisti. Ma non è stato così. E pensavo che tutto questo è illogico, forse anche più di questa guerra…”
Riza non ama le cose illogiche. Forse l’essere cresciuta in mezzo alla scienza le ha donato una istintiva diffidenza di tutto ciò che non è razionalmente spiegabile, ed è abbastanza sicura che per lui sia lo stesso.
Ma in rare, particolari occasioni, ha la sensazione che una spiegazione logica non sia così importante.
Eh eh,
stavolta ho aggiornato
in tempo da record! (ok ok, lo ammetto: i sensi di colpa non mi
lasciavano
dormire, così… ^^”)
Ah, prima di parlare del capitolo, grazie Lely per l’avviso: il cap 83 l’ho letto tutto d’un fiato e sì, la piccola parentesi Royai è veramente carina (e le prima cose che mi sono apparse in testa sono state:
a) Quella
Rebecca è una spasso, la vedrei bene con
Havoc.
b) sull’episodio dell’ospedale
e di Roy dietro alla tendina devo fare una fic, è deciso.)
E Shatzy,
non ti sogni
le cose: sebbene non avessi in mente un disegno preciso di contrasti
tra questo
capitolo e H2O, è però vero che nello scrivere
entrambi avevo in
mente una sorta di “colore dominante”,
di “Atmosfera” opaca e colorata se vuoi…
E’ giusta anche la tua riflessione sui
contrasti interni di Roy, e se posso anticipare qualche capitolo
futuro, in un
certo senso si sentirà molto l’attrito tra i due
rapporti più importanti della
sua vita, quello di amicizia con maes e quello… beh, lo
sappiamo bene che
rapporto è, con Riza.
E a
proposito di Riza,
come vedete siamo tornati dove ci eravamo interrotti e vi dico subito
che
aggiornerò anche domani perché questo capitolo e
il prossimo devono stare
uniti, il più vicino possibile… beh, buona
lettura!
Grazie come
sempre per
i commenti, a domani! ^^