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Autore: Desty    28/12/2013    0 recensioni
Le persone famose. Tutte uguali. Tutte troppo impegnate a creare scandali che, alla fine, interessano le persone solo perché fatti da loro; troppo impegnate a drogarsi per riuscire a “reggere lo stress” causato dai dozzinali impegni presenti sulle agende e sul presentarsi sempre perfetti anche quando, alla fine, devono solo uscire di casa per attraversare la strada e raggiungere il primo bar. Le detesto anche fin troppo, anche se non ho mai avuto un motivo preciso; forse per invidia, o forse perché penso che le loro vite siano così inutili e banali, riescono ad ottenere qualsiasi cosa vogliono anche solo battendo le mani. Con il passare degli anni le mie convinzioni si sono rafforzate sempre di più, costruendo un castello immaginario con le fondamenta ben solide; o almeno così credevo. Quel castello si era venuto a sfaldare però quando avevo avuto la brillante idea di derubare Zayn Malik. Quel ragazzo, membro di una delle band più popolari del momento, era riuscito a mandare sotto sopra quel mio piccolo mondo e io non potevo far altro che sentirmi uno schifo per tutto ciò che gli stavo facendo. Molto probabilmente sarebbe finito tutto nel peggiore dei modi, ma tanto valeva continuare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two.

 

 

La macchina sfrecciava veloce sull’asfalto ancora umido, a causa del temporale cessato da poco, e illuminato, fiocamente, da quei pochi lampioni posti ognuno ad una distanza regolare. La strada, completamente priva di case, era circondata solamente da boscaglie ai lati e i fari dell’auto permettevano di vedermi dove stessi andando. Riuscivo a tenere gli occhi aperti grazie a chissà quale miracolo, forse era solo grazie alla voce di Damian che riuscivo a restare sveglia; quel bastardo di Morfeo sembrava gusto nel volermi spingere tra le sue braccia, facendomi cadere nel sonno più profondo e desiderato. Ogni fibra del mio corpo sembrava richiamare ardentemente quel dolce letto del mio monolocale, situato a pochi metri di distanza da quello di Damian e tutto ciò era causato dalla notte passata insonne a casa del mio migliore amico per ricontrollare parecchie volte il piano che, con poco tempo, eravamo riusciti ad organizzare. Terminato il tutto avevamo deciso, di comune accordo, che conveniva mettere tutto in atto così, dopo giusto esser riuscita a cambiarmi e recuperare alcune cose che mi sarebbero tornate utili -come guanti in lattice e diverse borse che avrei utilizzare per contenere gli oggetti rubati-, mi ero subito messa alla guida diretta verso l’abitazione del famoso Zayn Malik.

-Waar ben je?- (dove sei) chiese Damian, in modo brusco. Molto probabilmente me l’aveva già chiesto un paio di volte ma, anche fin troppo stanca, stavo iniziando ad estraniarmi completamente da tutto ciò che mi circondava. Erano circa le cinque del mattino e il sole doveva ancora sorgere, illuminando il paesaggio circostante e boscoso nel quale mi trovavo. Non ero pienamente sicura di aver preso la strada giusta, in fin dei conti non mi ero neanche scomodata a leggere i cartelli per capire mi ero solamente limitata a seguire tutto ciò che mi diceva Damian -anche se percepito a scatti e in modo non molto comprensibile, viste anche le interferenze e la pessima comunicazione dovuta all’altoparlante.

-Non lo so, in una stradina isolata dal resto del mondo. Credo. Sembra una stradina secondaria, circondata da un boschetto- tento di spiegargli, osservandomi intorno in modo molto vago; non è che vi fosse molto da spiegare, ero circondata dal nulla. Damian rimase in silenzio per una decina di secondi, nei quali sentii le palpebre diventare ancora più pesanti di quanto non lo fossero già. Mi sarei sicuramente dovuta fermare e riposarmi per un po’, ma non c’era tempo. Non sapevamo, con precisione, il giorno preciso e l’ora in cui Zayn Malik sarebbe tornato da Bradford, sua città natale, perciò conveniva sbrigarsi; non potevo permettermi di perdere nemmeno un secondo del tempo che avevo.

-Sei nel posto giusto. Prosegui dritta e al primo incrocio gira a destra- annuii come se mi stesse parlando di persona e potesse vedermi.

-Ti richiamo appena arrivo- dissi velocemente prima d’interrompere la chiamata e concentrarmi, a pieno, sulla guida. Feci come mi aveva detto Damian e in breve tempo riuscii a raggiungere il luogo deciso, un po’ meno assonnata e senza riscontrare gravi danni dovuti ad un incidente in auto causato dal colpo di sonno. Parcheggiai l’auto in un campo situato ad una decina di metri di distanza dalla villa nominata Malik ma non mi soffermai più di tanto nel perdermi nei dettagli. Inutile dire che gliela invidiavo con tutta me stessa tanto era bella; grande e con un giardino anteriore ben arredato e curato, sicuramente grazie al giardiniere che, regolarmente, veniva pagato chissà quanti soldi. Mi legai i corti capelli neri pettinati a caschetto e m’infilai una cuffia nera rubata a Damian, dopodiché composi, nuovamente, il numero del biondo. Rispose dopo nemmeno un paio di squilli.

-Sei arrivata?- domandò immediatamente.

-Ja- (si) risposi, allungandomi verso i sedili posteriori per afferrare al volo il borsone nero, stando attenta a non farmi notare troppo dalle video camere di sorveglianza poste sul retro della villa. -Hai già disattivato tutto?- chiesi, ansiosa. Era la prima volta che mi capitava di compiere un furto del genere; in Olanda, io e Damian, ci eravamo sempre e solo limitati a piccole abitazioni appartenenti a famiglie con una modesta proprietà economica ma mai, e ribadisco mai, ci eravamo spinti a pensare di derubare un personaggio famoso. Non potevo negare che, oltre all’agitazione e ai lievi sensi di colpa, riuscivo a sentire una forte scarica di adrenalina percorrermi le vene inebriandomi quel che bastava per autoconvincermi a compiere il tutto; anche se il pensiero principale rimaneva, sempre e comunque, il dover recuperare dei soldi per poter tornare da mia sorella.

-Dammi ancora dieci secondi. Il sistema sembra essere più complicato di quanto pensassi. Ci sono quasi… Gedaan! (fatto!)- urlò, entusiasta. Non appena pronunciò quelle parole, i lampioni presenti in quella via si spensero di colpo e così anche le varie lanterne elettrice appese nel gazebo del giardino sul retro. Sorrisi e tirai un lieve sospiro di sollievo; inutilmente avevo provato a pensare che, per chissà quale motivo, Damian non sarebbe riuscito a disattivare il sistema d’allarme e le videosorveglianze. Ma chi volevo prendere in giro, lui era uno degli hacker migliori del mondo.

-Ascoltami bene. Non posso tenere spento il tutto per molto, la polizia potrebbe insospettirsi e non pensare che sia un vero blackout. Avrai tempo circa trenta minuti per entrare in casa e fare ciò che devi fare, ok?- mi avvertì con fare premuroso. -Veel succes- (buona fortuna) sussurrò, prima di riattaccare. Attivai, velocemente, il cronometro automatico del mio orologio da polso; non avevo molto tempo. Presi un profondo respiro e scivolai fuori dall’auto stando attenta a non attirare troppa attenzione, nonostante il nulla regnasse sovrano; però, se quella poca esperienza mi aveva insegnato qualcosa, non bisognava mai dare nulla per scontato. Corsi verso il grande cancello bianco latte e, con un salto, mi arrampicai su di esso riuscendo a scavalcarlo senza alcuna difficoltà; molto probabilmente quei pochi anni di ginnastica artistica e la mia esile corporatura, servivano pur a qualcosa. Atterrai sull’erba e riuscii a percepirla soffice e umida di rugiada, tanto erano sottili le converse nere. Diversi odori m’inebriarono le narici, buoni e delicati riuscirono a farmi dimenticare per un secondo perché mi trovavo lì; avevo sempre adorato il profumo dei fiori, specialmente quello dei gigli.

Scossi velocemente la testa, riprendendomi mentalmente -e fisicamente-, uscendo da quello stato di trans. Respirai, nuovamente, dirigendomi verso l’abitazione possente; era talmente grande esteriormente da farmi sentire uno scricciolo in confronto. Non persi altro tempo nell’osservarla, dovevo derubarla e non studiarla artisticamente, perciò cercai di raggiungere la porta d’entrata che, al mio tocco, scattò all’istante permettendomi l’ingresso. Fui stordita da un incantevole profumo di pulito mescolato con tabacco; il ragazzo doveva, sicuramente, fumare, e non poco. Ma la cosa non m’infastidii per niente, avevo sempre amato l’odore del fumo. Per un secondo m’immaginai quel Zayn Malik intento a passeggiare per il salotto mentre, con noncuranza, portava una sigaretta alle labbra e ne tirava un fiato per poi farlo uscire dalle narici. Quando Damian mi aveva mostrato una sua foto, trovata sul web, non mi ero soffermata sull’osservarlo attentamente eppure quei pochi lineamenti del volto che mi erano rimasti impressi, ero riuscita a raffigurarli perfettamente nella mente.

-Bewegen, Aana, bewegen- (muoviti, Aana, muoviti) sussurrai controllando l’orologio. Mancavano quindici minuti esatti e non dovevo, non potevo, perdere altro tempo a fantasticare con la testa. Mi mossi con cautela, stando attenta a non muovere qualche statua decorativa situata nel salotto ben arredato in stile moderno; tutta la casa sembrava essere arredata con il medesimo stile. Corsi, velocemente, verso la camera del ragazzo dove sapevo trovarsi le cose più importanti che avrei potuto rivendere. Senza pensarci due volte aprii l’enorme armadio, a diverse ante, ritrovandomi di fronte un’infinità di vestiti; riuscii a riconoscere alcuni abiti indossati durante i video musicali che aveva girato insieme alla sua band. Li afferrai al volo e, senza darci troppa importanza, infilai il tutto nella borsa per poi richiudere l’armadio; ne approfittai per osservare anche la biancheria intima e tutto ciò che era presente sui comodini e comò. Finì tutto nel borsone. Secondo i miei calcoli, con ciò che avevo preso -rubato-, sarei riuscita perfettamente a raggiungere la somma necessaria.

M’infilai la borsa a tracolla, incamminandomi verso l’uscita passando per il corridoio principale. Fortunatamente non mi era stato difficile orientarmi all’interno di quell’enorme villa grazie, naturalmente, alle piantine che Damian era riuscito a procurarsi. Era incredibile quanto sia riuscito a fare in un solo giorno. Sembrava essere tutto tranquillo e, stranamente, anche fin troppo facile; non riuscivo quasi a capacitarmi che stava già tutto per finire. Mi bastava solamente raggiungere la porta, uscire di casa e scavalcare il muretto per correre in macchina e, tutto ciò, sarei riuscita a svolgerlo perfettamente in cinque minuti. O, per lo meno, così credevo. Stavo per svoltare l’angolo che mi avrebbe fatta finire in salotto quando, chissà per quale motivo, le luci in tutta casa si accesero. Presa dal panico mi spinsi contro il muro quasi a confondermi con lui; sospettavo che a breve l’allarme sarebbe scattato perciò rimasi immobile, sperando che Damian se ne rendesse conto il prima possibile.

-Odioso aereo e odiosi viaggi. Guarda un po’ te a che ora mi fan tornare- quelle parole furono seguite da uno sbuffo sonoro e da un pesante tonfo causato, sicuramente, dalla caduta di una valigia o di un borsone. Sgranai gli occhi di colpo. Doveva essere di certo Zayn tornato a casa e io, come una vera a propria ladra, me ne stavo attaccata al muro con sulle spalle un borsone pieno di suoi vestiti e oggetti. Controllai il tempo residuo sull’orologio, mancava solo un minuto ma, evidentemente, con l’arrivo di Zayn tutto era cambiato.

-Stront- (merda) sussurrai sentendo dei passi avvicinarsi anche fin troppo velocemente al mio “nascondiglio” se lo si poteva definire tale. Ero, decisamente, fottuta.

-Che poi, come se non bastasse, appena tornato chi mi chiama? La polizia! Signor Malik è possibile che vi sia qualche problema con l’elettricità nella zona della sua abitazione. Che palle!- mi mordo il labbro inferiore trattenendomi per non ridere nel sentirlo imitare, con voce abbastanza buffa, un ipotetico poliziotto. No, non potevo concentrarmi su cose del genere; dovevo pensare, principalmente, a qualche cosa da fare il prima possibile. Non potevo di certo farmi trovare contro il muro e farmi cogliere sul fatto quasi compiuto. Corsi, velocemente, verso quella che ricordavo essere la stanza degli ospiti; nel muovermi, però, urtai un piccolo tavolino di vetro con posto sopra un vaso di ceramica che, puntualmente, cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. Non potevo fermarmi.

-Chi c’è? Chi va là?- sentii urlare Malik con voce potente. Deglutii velocemente e, raggiunta la stanza degli ospiti, infilai il borsone sotto il letto e c’infilai dentro anche i guanti il lattice e la cuffia, mi sciolsi i capelli e tolsi il maglione nero giusto per non presentarmi completamente vestita con colori scuri. Mi passai entrambe le mani tra i capelli, prendendomi la testa e premendola il più possibile; dovevo intentarmi qualcosa al più presto. Eppure l’ingegno sembrava avermi abbandonata completamente; il sentire i passi di Zayn che, lentamente, si avvicinava sempre di più; come se non bastasse l’ansia non mi aveva mai lasciato pensare.

-Neuken- (cazzo) sussurrai. Non riuscivo a stare ferma, non riuscivo a respirare e non riuscivo a pensare. Mi fermai di colpo, chiusi gli occhi e quasi come un segno divino mi vennero in mente le parole di Damian. Il ragazzo stava cercando una cameriera e, magari, quella poteva essere una soluzione. Sì, avrei detto di essere la nuova cameriera mandata e che a causa del blackout ero riuscita a trovare la porta aperta e, per il resto, avrei improvvisato al momento. Presi un profondo respiro e aprii di colpo la porta, ritrovandomi faccia a faccia con il ragazzo che riconobbi essere Zayn Malik, rischiando di andarci a sbattere anche addosso.

-Neuken- urlai, questa volta, sussultando insieme al ragazzo.

-Cosa? E tu, chi diavolo sei?- domandò osservandomi dalla sua altezza. Presi un profondo respiro, allontanandomi di un passo da lui.

-La… la nuova domestica- sussurrai abbassando lo sguardo. Sentii Zayn tirare un sospiro di sollievo e nell’osservarlo con la coda dell’occhio lo vidi alzare l’angolo destro della bocca annuendo. Magari se l’era bevuta.



 

Desty's Corner.
Beh, eccomi tornata con il secondo capitolo di questa FF. Non ho molto da dire, mi scuso solo per il ritardo ma, con le feste, non ho avuto molto tempo per mettermi al pc e scrivere o postare qualche cosa di nuovo. Spero vi piaccia questo nuovo capitolo e spero possa incuriosirvi anche la storia.
Auguro a tutti voi un felice Natale (in ritardo, scusate) e un buon anno nuovo!
Vi lascio con una picture di Zayn e di Aana.
#Love. Desty.




 

 

 
  
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