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Autore: MomoHope    28/12/2013    2 recensioni
Lei è una ragazza come tante, odia essere al centro dell'attenzione.
Lei ama osservare la gente intorno a se e immaginare come potrebbe essere la loro vita fuori da quella stazione che ogni giorno li vede arrivare e partire tutti insieme.
Quella stazione che è testimone di amori nati e di amori finiti.
Lui è un ragazzo come tanti.
Beh, di lui si sa veramente poco o quasi nulla.
Lei sa solo che prende la sua stessa corriera al ritorno.
Che quella corriera sia la testimone di un nuovo amore?
Dal primo capitolo:
‘Sono una ragazza semplice, sono me stessa, ma posso essere anche te, quella vicina di casa che conosci da una vita, la ragazza che prende sempre il tuo stesso autobus, potrei essere chiunque.'[...]
‘E’ un ragazzo semplice, è semplicemente se stesso, potrebbe essere il tuo compagno di banco, il tuo migliore amico, il ragazzo per cui hai una cotta, anche lui come me potrebbe essere chiunque.'
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Momo's Space
Vorrei partire col chiedervi infinitivamente scusa! Sono passati quasi tre mesi dall'ultima volta che avevo pubblicato, ma purtroppo la mia cara amica ispirazione mi aveva lasciato a secco. Credo sia stata la famosa magia del Natale a volermene regalare un poca per riuscire ad andare avanti conla storia, non dico che il prossimo capitolo arriverà presto, perché sono sicura che non sarà così. Spero solo di non farvi aspettare troppo tra una pubblicazione e l'altra.
Mi dispiace davvero un casino avervi fatto aspettare tanto, spero che il capitolo sia, almeno, di vostro gradimento.
Grazie a chi mi segue, a chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate, grazie a chi recensisce e anche a chi legge soltanto. 
Buon Natale in ritardo e buon anno nuovo in anticipo.
Un bacio a tutte
Momo

 

Capitolo 9

Ritorno al presente.

Il cellullare continua a vibrare indisturbato per terra, siamo arrivati a quattro chiamate. Continuo a guardarlo vibrare pensando a chi sarà mai dall’altra parte, lo ammiro, non si è arreso e nonostante io non abbia avuto intenzione di rispondere alle sue chiamate prima, continua imperterrito a telefonare. Ammiro la sua perseveranza cosa che a me manca, come mi manca la voglia di muovermi per rispondere. Sono curiosa di sapere chi ci sia dall’altra parte, ma sono anche terrorizzata che sia davvero tu, ho paura che risentire la tua voce dopo una settimana sia letale per me. Questa settimana non sono nemmeno andata a scuola pur di evitare te e lei, per evitare di crollarti a piangere davanti vedendo come la stringevi a te, come prima avevi fatto con me.
Codarda.
Forse sarà così mia cara coscienza, ma io preferisco chiamarlo istinto di conservazione.
Se certo, infatti è per istinto di conservazione che continui a guardare le vostre foto. È per istinto di conservazione che continui a mettere la sua felpa, che oltretutto avevi giurato ad Em di aver buttato. È per istinto di conservazione se continui a guardare il suo profilo facebook per vedere se e quando pubblicherà una sua foto con lei. Sì, certo, tu fai tutto questo per istinto di conservazione non c’è dubbio.
Non puoi capire. Chiudo gli occhi e mi stringo le braccia attorno al corpo, pensando a quanto sia vero quel che mi sta dicendo la mia coscienza. Affondo il viso nella sua felpa e ne posso sentire ancora il profumo, il suo profumo che ho tanto amato.
Althea devi andare avanti. Rispondi a quel cellullare per cominciare e poi fatti una doccia, preparati lo zaino per domani e affrontalo a testa alta.
Da quanto sei così carina nei miei confronti? Mi hai sempre detto che ero stupida.
Mia cara Althea, sei sempre stata innamorata di lui quindi è normale che io ti abbia sempre detto che eri stupida, l’amore rende stupidi. Basta vedere come ti sei ridotta. Dov’è la parte di te che si rialza a testa alta ogni volta che cade?
Sono caduta in una fossa troppo grande.
L’amore, è bastato un sentimento per rendermi così debole. Apro gli occhi e li sento pizzicare, li richiudo e scuoto la testa imponendomi di non piangere, ma appena li riapro mi cade l’occhio su quella foto. La nostra prima foto, è della scorsa estate, siamo io e te. È stata scattata subito dopo un bacio che ci eravamo scambiati. Siamo ancora entrambi con gli occhi chiusi, fronte contro fronte, e le nostre labbra sorridono.
No, non posso pensare che tutto sia svanito come niente, non posso pensare che per te io sia stata nulla, non dopo tutte quelle parole, non dopo tutti i tuoi sorrisi, non dopo tutto quello che c’è stato. Non posso pensare che sia stato tutto una bugia. Prendo forza e decido di rispondere alla milionesima chiamata.
“Pronto?” Rispondo scazzata.
“Tea, ma ti rendi conto di quanto cavolo ci hai fatto preoccupare? Ti rendi conto di quante volte io ti abbia chiamato? Ti rendi conto, eh? Cavoli ma cosa avevi per la testa? Anzi cos’hai per la testa? Perché non vieni a scuola da lunedì? Perché non rispondi nemmeno a un cazzo di messaggio? Allora? Vedi di dare una risposta sensata se no farai una brutta fine! E non osare dirmi che non vieni a scuola per lui, perché giuro che domani mattina vengo a casa tua alle sei per buttarti giù dal letto e per portarti a scuola di peso!” la sento respirare affannosamente e mi stupisco che non sia svenuta per mancato ossigeno.
“Em se tu mi dessi almeno l’opportunità per risponderti te ne sarei grata. Non vengo a scuola perché sono a pezzi, ok? So che è stupido, va bene? Ma non potrei resistere alla sua vista, so che scoppierei a piangere come una stupida appena mi si presenterebbe davanti agli occhi! Sono in una situazione così pietosa che mi vergogno anche solo di guardarmi allo specchio, ok? Non posso pensare che sia stato tutto una bugia, ok? Non posso pensare che non ha mai provato quello che provo ancora io, ok? Ti basta sapere che non riesco a dormire senza sognare i nostri momenti? Sono passati dei giorni e mi sembrano passati anni da quel che abbiamo passato, non posso pensare che per lui sia stato nulla, non posso Em.” E come previsto le lacrime escono prepotenti dai miei occhi senza che io riesca a controllarle spezzando la mia voce nelle ultime parole.
“Tea. Non è così lo sai. Sai bene che per lui sei stata importante se no, non continuerebbe a guardare nella nostra direzione ogni giorno per vedere se ci sei, fidati se ti dico che ogni volta lo vedo triste quando nota che non è così. Secondo me ha capito che eri molto più importante di quanto lui stesso pensasse. Tea devi reagire ora, però. Domani vieni a scuola, prendi la corriera con noi e gli mostri che stai bene senza di lui, sorriderai come se nulla fosse e non lo guarderai nemmeno di striscio ok? Comunque preparati perché stasera si esce, sbaglio o è il compleanno di qualcuno?” Dice cercando di tirarmi su il morale, peccato che succede tutto il contrario.

' “Amore indovina un po’ di chi è il compleanno tra qualche settimana?” Dice guardandomi sorridendo.
“Non saprei, fammi pensare… oh forse il mio?” Gli sorrido reggendogli il gioco.
“Ma che brava, il mio amore, e ho già pronto il regalo perfetto se continui a fare la brava piccolina.”
“Ricky sto per compiere diciotto anni non nove.” Dico imbronciandomi.
“Cosa c’entra rimarrai per sempre la mia piccolina, amore.”
“Per sempre, sempre?” Gli dico facendogli gli occhioni dolci.
“Sempre, sempre.” Dice prima di lasciarmi un tenero bacio.'

Avrei dovuto passare con lui la serata oggi. Mi aveva promesso un per sempre, un per sempre che è durato una settimana, forse. Penso amaramente.
Cara il per sempre non esiste.
Lo so, l’ho capito solo ora però.
“Em non ho nessuna voglia di festeggiare stasera. Se proprio vuoi usciamo domani sera, ma oggi no. Non me la sento di uscire. Già so che mi pentirò di averti dato retta.” Le dico con la voce strozzata dalle lacrime.
“E va bene Tea, ma solo perché sono buona. Ti salutano le altre ed Ed, comunque.”
“Salutali anche da parte mia. A proposito di Ed come stanno andando le cose tra di voi?” Le domando cercando di cambiare discorso.
“Tea non voglio…”
“Em, te lo chiedo per farmi sapere come va il mondo fuori dalla mia stanza, quindi non farti troppe paranoie.”

' “Comunque sono stata bene questo pomeriggio, quindi non farti troppe paranoie.”
“Anche io sono stato bene questo pomeriggio con te.” Ti avvicini e mi tiri per le mani che tieni ancora tra le tue.'

Come un pugno nelle stomaco quelle parole mi riportano al nostro primo appuntamento. Sento la voce indistinta di Em che continua a parlare, ma io non la sto nemmeno ascoltando.
“Tea, mi stai ascoltando? Se dovevi chiedermi di raccontarti come va il mondo qua fuori per poi non ascoltarmi potevi evitare di chiedermelo!” Ora la voce di Em è più forte e decisa.
“Scusami… io…” Dico in un sussurro che a malapena ho sentito io.
“Tea ti era venuto in mente lui vero? Senti per quanto il suo comportamento sia stato orribile io spero che si accorga dell’errore che ha fatto prima che sia troppo tardi, ma non può farlo se tu non esci da quella stanza e soprattutto se non la smetti di pensarlo così intensamente. Comunque per farla breve, dato che sennò perdo la tua attenzione, con Ed va molto bene ultimamente, e sinceramente sono un po’ preoccupata.”
“Em goditi questi momenti e poi non devi preoccuparti di nulla, Ed è completamente perso di te quindi togliti tutti i dubbi che sicuramente avrai per la mente.”
“Va bene Tea, ma tu promettimi che domani torni ti prego.”
“Quanto sei insistente.” Dico ridendo. “Domani tornerò a rompervi le palle. Contenta Emma?”
“Certo che sono contenta anche perché hai riso e quindi sai cosa vuol dire? Vuol dire che stiamo facendo progressi cara!” Dice scoppiando a ridere da sola.
“Mi sa che tu stai male. Ora torna dal tuo Ed, perché so che ti sta aspettando fuori dalla stanza. Non pensare che non mi sia accorta di come la musica magicamente si sia alzata quando hai incominciato a parlare di lui. Ora vai su, che il tuo fidanzato ti aspetta.” Dico ridendo appena.
“Io ancora non mi spiego come hai fatto ad accorgerti della musica se non mi stavi nemmeno ascoltando. Bah, evito di fare altre domande e ti lascio, tu non rimpinzarti di cibo e non deprimerti, ok?”
“Ok capo! Ci vediamo domani. Ciao Em.” La saluta sorridendo debolmente.
“A domani Tea. Ciao.” Dice poco prima di riagganciare. Appoggio il cellulare a terra e poi avvicinandomi al computer lo accendo, mentre aspetto che si accenda prendo tra le mani le nostre foto e mi appoggio al lato del letto. Le guardo una ad una, e quando ne trovo una scattata quel giorno sorrido sfiorandomi le labbra nel ricordo del nostro primo bacio e come per magia vengo catapultata a quella sera che ricordo come fosse ieri.

'Sono in corriera, sono sola e agitata. È la terza volta che usciamo e a me sembra ancora la prima. Maledetto cuore, perché devi battere così forte anche senza la sua presenza? Perché? Mi ricoverano per arresto cardiaco se non torni a battere normalmente, cavoli. Nelle mie orecchie incomincia a cantare Luca Dirisio.
Ci vuole calma e sangue freddo
Ci vuole calma yeah.
Non posso crederci, sicuramente qualcuno si sta divertendo a prendermi in giro. Come posso mantenere la calma, come? Maledetta canzone e maledizione a me che alle altre la canto sempre quando sono agitate! Dannazione ancora due fermate e poi c’è la sua.
Respira, ricordati che respirare aiuta sempre.
E tu dove eri fino ad ora? Non potevi spuntare un pochettino prima?

No, certo che no se no come avrei potuto divertirmi nel sentirti sclerare. Dai sei così cattiva da togliermi il divertimento?
No, ma dico di solito la coscienza non dovrebbe essere la parte di noi buona che sente rimorso, sensi di colpa, eccetera? Lo dico perché di solito, sottolineo il di solito la coscienza è la parte buona di noi, tu sembri la parte sadica di me, invece! Ti diverti a vedermi agitata e in iperventilazione!
Esagerata adesso, io sono la parte di te nascosta. Se tu sei già buona di tuo io non posso che essere la parte cattiva non credi?
Balle.
Mi metti in dubbio?
Io metto sempre indubbio me stessa.
Touchè.
E ora zitta che sono arrivata. Appena scendo dalla corriera ti vedo e ti vengo in contro sorridendo. Come fai ad essere sempre così bello, eh? Appena ti giri verso di me sorridi, e sei sempre più bello.
“Ehi Al.” Dici dandomi due baci sulle guance, appena ti sono vicino.
“Ehi Ricky.” Dico arrossendo fino alla radice dei capelli.
“Vogliamo andare?”
“Certo, dove mi vuoi portare?” Domando curiosa.
“Al Eanigma.” Dici prendendomi per mano. Appena sento quel nome storco il naso in un’espressione al quanto schifata.
“Che c’è?” Domandi notando evidentemente, la mia espressione.
“Non mi è mai piaciuto quel posto, diciamo che non me ne hanno parlato poi così bene.”
“Se ti prometto che non ti succederà nulla ci vieni?” Dici facendo quella faccina così coccolosa che non posso non cedere.
“Sei sleale.” Dico ammonendoti. “Non puoi fare quella faccina da cucciolo abbandonato.” Dico imbronciandomi.
“Era un sì?”
“Sì.” Dico sospirando guardandoti mentre ti apri subito in un bellissimo sorriso.
Sei illegale. Decisamente.


Ora siamo fuori dal locale e non posso dire di non essermi divertita. È già mezzanotte e i miei mi hanno appena chiamato per dirmi che sono venuti a prendermi. Ti guardo e sei così bello che mi incanto a guardarti.
“Allora il verdetto?” Mi riscuoto e ti guardo perplessa, il verdetto di cosa? “Della serata all’Eanigma.” Dici sorridendo rispondendo alla mia muta domanda.
“Non mi posso lamentare.” Dico scherzando. “Ho passato una bella serata, alla fine non è poi così male come posto.”
“Quindi ci ritorneresti con me, tipo il prossimo sabato sera?”
“Non so ci devo pensare. Prova a convincermi.” Dico scherzando.
“Come?” Domandi avvicinandoti sempre più fino a lasciare solo pochi centimetri a dividere il mio viso dal tuo. Fisso i tuoi occhi che percorrono la linea del mio naso per poi fermarsi a fissare le mie labbra. Ti vedo mentre ti avvicini sempre più, poi torni a guardarmi negli occhi per cercare un mio consenso, consenso che sembri trovare dato che appoggi delicatamente le tue labbra sulle mie. Appena mi rendo conto del contatto trattengo il respiro e spalanco gli occhi. Da quanto tempo avevo immaginato questo momento?
Piano incominci a muovere le tue labbra sulle mie, piano poi incomincio a anche io a muovere le mie cercando di imitare i tuoi movimenti.
Perché mi sento così impedita e goffa? Sono così imbranata. Non so cosa cavolo fare. Cerco di pensare a cosa farebbe una persona normale al posto mio e piano alzo una mano per portarla ai tuoi capelli. Sento i tuoi denti prendere il mio labbro inferiore per poi abbassarlo, come per invitarmi a lasciar entrare la tua lingua. Permesso che non posso non concedere. Appena sento la tua lingua toccare la mia non posso non sentire ancora più forte di prima il sapore di sigarette, menta e birra. Non avrei mai pensato che il sapore delle tue labbra avrebbe potuto piacermi così tanto.'

Mi sfioro di nuovo le labbra e sorrido ascoltando la canzone che ora arriva dal soggiorno. 

Give a little time to me, or burn this out,
we’ll play this hide and seek to turn this around,
and all I want is the taste that your lips allow.
My, my, my, my oh give me love.

Il significato di queste parole mi sconvolge, e non posso non pensare, ancora, a te.
Dammi un po’ di tempo per me. È questo che hai fatto? Ti sei preso un po’di tempo per te o hai voluto donarne un po’ tu a me?
Distruggeremo tutto questo. Cosa distruggeremo? Cosa vuoi distruggere? Me? Te? Noi?
Giocheremo a nascondino. Io sto giocando. Mi sono nascosta per una settimana, ma tu non mi hai trovato. 
Per capovolgere le cose. Incomincerai tu a nasconderti? Sarò poi in grado di trovarti o semplicemente farò come te? Capovolgeremo le cose, ma come?
E l’unica cosa che voglio è il sapore
Che concedono le tue labbra.
E questo non può che essere vero. Come vorrei poterti dare almeno un ultimo bacio, uno solo per poter vedere se il tuo sapore è sempre quello. Per poterlo imprimere meglio sulle mie labbra e sui miei ricordi.
Perché ti distruggi così? Perché?
Mio, mio, mio, mio dammi amore. Perché vorrei solo che mi sia dato amore, cara coscienza.

  
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