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Autore: V manumanu    28/12/2013    2 recensioni
Questa storia continua dalla puntata 5x10 (Attenzione spoiler) cioè da quando Damon lascia Elena.
In attesa delle nuove puntate ho deciso di andare avanti e raccontare come si evolverà la trama secondo la mia fiction. Spero che vi piaccia almeno un po'. :)
Dal testo: " Emh..dormito bene? Dove sei stato per tutta la notte?"Sorpreso della mia curiosità si gira verso di me e un po' spaesato risponde "Sono stato al Grill adesso fa orario continuato...comunque non sono affari tuoi piccola Gilbert."
Ed ecco che sento un emozione diversa da quella che ho pruvato per tutta la notte.
é un emozione potente che ti stravolge e risveglia in qualche modo una parte di te stessa che non credevi di avere. Non è più sofferenza o tristezza. E' pura rabbia.
Si, perchè quel nomignolo per quanto innocuo possa essere, mi acceca di rabbia.Mi chiamava così quando tra noi c'era un rapporto frivolo e superficiale e anche allora non lo sopportavo.Ah! Piccola Gilbert! Ma per favore!
"Ahaha!Piccola Gilbert!?Sul serio Damon!?Dopo tutto quello che abbiamo fatto e passato hai il coraggio di fare l'indifferente e di chiamarmi piccola Gilbert!?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo
 
POV ELENA
 
Appena aperti gli occhi si scorge una luce forte e accecante illuminare l’ampia stanza. Porto istintivamente la mano dall’altra parte del letto su cui sono distesa,  in cerca di un corpo caldo e familiare, che però non sento. Quel piccolo gesto quotidiano mi riporta alla mente la scorsa sera quando con voce tremante e disperata  la mia ragione di vita, il mio principe delle tenebre mi ha lasciato. Un dolore che parte da una parte sconosciuta del corpo si diffonde fino a immobilizzarmi. Cerco di alzarmi dal letto ma l’unica parte ancora attiva e funzionante di me sono gli occhi da cui stanno incominciando a scendere copiose lacrime. Fanno male. Sono come gocce di lava senza fine che bruciano le guance ormai quasi sicuramente di un color rossastro. Cerco di calmarmi facendo respiri profondi, ma essi  assomigliano sempre di più a dei gemiti spezzati.  Il tempo passa ma le gambe sono come distaccate dal resto del corpo. Sono stanca, è da ieri notte che mi trovo in questa situazione, sono completamente sotto shock.  Non posso credere che lui mi abbia abbandonata così, da un momento all’altro quando solo pochi giorni prima mi aveva detto che io ero la sua vita. Mi ha lasciata dicendomi che non mi voleva cambiare perché lui non va bene per me, perché lui crede di essere un mostro. Ma ormai è troppo tardi io sono già cambiata e da un pezzo. È stato lui a cambiarmi, è stato il suo amore incondizionato a cambiarmi, sono stati i suoi occhi chiari, i suoi sorrisi e le sue battutine fastidiose a cambiarmi. E di questo sono fiera perché sono diventata una persona migliore e certamente più matura, una donna che finalmente sa fare le proprie scelte e non ha paura di quello che prova. Ma Damon non la pensa come me purtroppo.
La suoneria del cellulare mi risveglia dai miei pensieri e da quella specie di trans durata quasi tutta la notte. Finalmente riesco a muovermi, così prendo coraggio e mi alzo dal letto cercando di ignorare la fitta alla testa dovuta al troppo pensare e all’interrotto piangere di poco prima.
Il nome che appare sul display indica che la mia migliore amica Caroline mi sta chiamando. Solo in questo momento mi accorgo che quando Caroline scoprirà quello che è successo tra me e Damon non mancherà di una paternale e della soddisfazione di poter dire “Io te lo avevo detto!” oppure “Di cosa ti stupisci? Sai … Damon stavolta ha ragione e ha fatto la cosa migliore lasciandoti, ti sta cambiando e questo non va affatto bene!”
Beh, adesso non ho proprio voglia di litigare quindi ignoro la chiamata e mi avvio verso il bagno per cercare di sistemare un po’ il mio aspetto per quanto possibile. 
La ragazza che il grande specchio ritrae ha un volto distrutto con occhi rossi e consumati dalle lacrime, i capelli lunghi e scuri solitamente ben pettinati e sistemati sono talmente spettinati da assomigliare  a un concentrato di paglia arruffata.
Non mi riconosco più. Come è possibile che una persona possa farti sentire benissimo e felice e un attimo dopo per grazia dello stesso uomo ti possa distruggere e logorare l’anima?
A questa domanda non rispondo e cerco invece di rendermi abbastanza presentabile per poter scendere nel grande salone della casa dei fratelli Salvatore e affrontare così la giornata che sono certa si rivelerà una totale sofferenza.
Indosso un paio di jeans neri, una camicetta bianca e attillata e delle ballerine con appena un po’ di tacco. Ravvio i capelli in una semplice coda alta. Un po’ più di trucco del solito forse nasconderà gli occhi lucidi e rossi.
Appena pronta mi decido a scendere nel salone per poter bere un po’ di sangue. Stranamente ho più fame del solito quindi raddoppio la solita  quantità nel bicchiere. 
In casa non pare esserci nessuno anche se mi ricredo subito quando sento Stefan parlare con la copia, forse più debole e assottigliata di sempre,della mia voce. Kathrine.  
“Non ho più molto tempo Stefan! Sto morendo…ieri sono caduta dalle scale perché ho avuto un infarto!” sento Stefan sospirare. “ Lo so Kathrine, ma forse c’è un modo per farti restare in vita..”
La porta del salone si spalanca non facendomi così più ascoltare la strana conversazione di poco prima. Sulla porta una figura alta e vestita di nero con due occhi che rispecchiano il cielo mi fissa intensamente,. Ecco qui il mio principe.  Appena si accorge degli sguardi profondi  che mi sta rivolgendo sposta lo sguardo sul suo piccolo tavolo rifornito di alcolici. Mi sorpassa e mi rivolge un freddo e appena udibile “ciao” che mi colpisce in pieno il cuore e lo ferisce ancor di più di prima. Dopo più di tre mesi di occhiate e sguardi calorosi adesso è strano tornare alla situazione di un tempo, quando facevamo finta di non conoscerci e l’unico rapporto che avevamo era per causa di Stefan. Quei tempi in cui io ero solo “ La ragazza del suo fratellino rompiscatole”. Ma una volta un suo saluto così freddo mi avrebbe lasciato indifferente adesso invece riesce a farmi effetto eccome . Ritorno al presente e anche se mi costa tanto gli rispondo con la stessa freddezza del suo saluto che mi ha già rovinato la giornata. Lo avevo detto  che questa sarebbe stata una giornate di totale sofferenza.
Appena riprese le mie facoltà mentali mi chiedo dove ha passato tutta la notte se io ho “dormito” nella nostra..volevo dire ormai sua camera? 
“Emh..dormito bene? Dove sei stato per tutta la notte?” sorpreso della mia curiosità si gira verso di me e un po’ spaesato risponde  “Sono stato al Grill adesso fa orario continuato..comunque non sono affari tuoi piccola Gilbert”
Ed ecco che sento un emozione diversa da quella che ho provato per tutta la notte. È un emozione potente che ti stravolge e risveglia in qualche modo una parte  di te stessa che credevi non avere. Non è più  sofferenza o  tristezza. E’ pura rabbia.
Si, perché quel nomignolo, per quanto innocuo possa essere,mi acceca di rabbia. Mi chiamava così quando tra noi c’era un rapporto frivolo e superficiale e anche allora non lo sopportavo. Ah! Piccola Gilbert!  Ma per Favore!
“AHAHAH piccola Gilbert! Sul serio Damon!? Dopo tutto quello che abbiamo fatto e passato hai il coraggio di fare l’indifferente e di chiamarmi piccola Gilbert!?”
Non sapendo cosa rispondermi mi fissa stranito dalla mia reazione per un semplice e banale nomignolo. Subito penso che forse ho sbagliato ad agire così istintivamente, ma sono talmente accecata dalla rabbia, dalla sua indifferenza per me e dal fatto che mi ha lasciata che non mi importa proprio niente.
A un certo punto la sua voce esce calma e tranquilla anche se ancora Gelida.
“ Ok, va bene calmati…non c’è bisogno di scaldarsi tanto per un semplice nomignolo.” Sta cercando di sviare il discorso, lo sa che in realtà non è stato quel nome a farmi scattare così. Ma io il discorso lo voglio fare perché ho mille domande che mi vorticano in testa da ieri e non riesco a dare una risposta.
Adesso sono più  tranquilla e la mia voce è debole e tremante. La rabbia è passata e al suo posto un vuoto di sofferenza si sta per annidare nel cuore.
“Mi manchi. Perché mi hai lasciata Damon? Ho capito che non mi vuoi cambiare e tutto il resto, ma è troppo tardi ormai non sono più la stessa e senza di te non sono più niente. Forse si hai ragione tu mi condizioni, ma non è una cosa negativa io sono migliorata e adesso so quale è il mio posto in tutto questo casino, ed è affianco a te. Ormai io e il mio cuore apparteniamo solo a te. Ti amo e so che anche tu mi ami e non sei il mostro che dici di essere, tu sei un angelo, il mio angelo. Ti prego torna a stare con me”
I suoi occhi e il suo tono di voce si addolciscono visibilmente “ oh …Elena anche io ti amo ma non possiamo stare insieme! Non capisci che è sbagliato? Io non sono ..io non vado bene..non sono un angelo! Gli Angeli non uccidono e non pianificano la morte di persone non ancora nate! Ho fatto delle cose orribili e non ho intenzione di farti diventare come me! Io sono troppo pericoloso per te, e forse si ,sono un angelo ma delle tenebre.”
 Non riesco più a trattenere le lacrime così inizio a gemere e tremare.
Damon sembra triste e penso che si stia maledicendo per quello che ha fatto. Mi guarda senza capire cosa fare così mi viene incontro e mi abbraccia. E anche se è lì il posto in cui voglio stare mi dimeno e faccio per andarmene, sarebbe troppo difficile e doloroso  dopo scordarsi del suo profumo inebriante. Lui mi chiama e cerca di calmarmi “Elena ..Mi dispiace..io” no non ci riesco ad ascoltare le sue scuse dove spiega che noi non possiamo stare insieme e bla bla bla.. “ No, Lascia stare ho capito..è finita!”  Mi giro e mi avvio verso la porta. Ho bisogno di stare sola. Prima di chiudermela alle spalle sento Damon che pronuncia il mio nome. Ma non mi importa, ho capito,lui ha scelto anche per me. È finita.

 

  
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