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Autore: ChrisAndreini    28/12/2013    2 recensioni
Prendiamo una secchiona asociale con un cervello incredibile e un'autostima zero (anche se non lo ammetterebbe mai)
Poi prendiamo il suo silenzioso diario, i suoi progetti, le persone che la prendono in giro e il ragazzo nuovo, e vediamo come la situazione si complicherà.
***
Cioè, non capisco come le persone normali ragionano, perché è ovvio che io non sono normale, ma credo che l'umanità mi stia prendendo in giro, insomma, il ragazzo nuovo sembra davvero molto, molto, stupido, eppure alla prima interrogazione mi spiazza dando una di quelle risposte che solo io in tutta la classe poteva sapere, e forse neanche.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Diario di...'
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Diario di una secchiona asociale

28|12|13

Caro diario,
Oggi mi sono svegliata tardi e pigra, con un irrefrenabile desiderio di andare da Alex e dirgli quello che provo per lui, poi, rendendomi conto che non era un pensiero da me, ho investigato un po’ sotto il letto e nei posti di camera mia che potrebbero fungere da nascondigli e ho trovato, oltre a un paio di oggetti che non credevo di avere più, un registratore che mi ha ripetuto per tutta la notte:
“Vado da Alex e gli dico cosa provo per lui” come un mantra.
Dopo aver smascherato il messaggio subliminale, sono andata alla ricerca di Augustine, che stava tranquillamente facendo colazione.
Quando sono entrata nella stanza Augustine mi ha guardato titubante.
Io ho fatto finta di niente, avevo nascosto il registratore nella tasca della felpa.
Mi sono seduto e ho chiesto a mamma se poteva prepararmi un po’ di latte.
Quando è scomparsa in cucina, ho sbattuto il registratore sul tavolo e le ho chiesto spiegazioni.
Appena ho sentito i passi di mamma ho rimesso il coso in tasca e ho fatto finta di niente.
Mamma mi ha chiesto se volevo anche il cacao, ed io ho annuito, rilassata, Augustine mi guardava terrorizzata.
Quando è scomparsa le sono andata vicino e le ho intimato di smettere di interferire con la mia vita.
Lei ha annuito con gli occhi sgranati dalla paura, ed io sono tornata alla mia colazione, che mamma ha portato poco dopo.
Dopo colazione ho chiamato Lily, e ho ricevuto un invito inaspettato.
La signora Faraday ha invitato me e mia madre a passare il capodanno da loro, da come ci ha invitate ho capito che era tutta una trovata di Lily, quella donna è un pezzo di ghiaccio su queste cose, ed io non le sto molto simpatica.
L’ho comunque ringraziata e lo ho detto che le farò sapere.
Non mi ricordo cosa ha risposto, ma ricordo che alle mie orecchie il suo tono sembrava voler dire:
“Spero che non verrete”
Con Lily, però, la chiacchierata è andata bene.
Mi ha detto che ha comprato alcuni film Dreamworks e Pixar, e che non vede l’ora che li vediamo insieme.
Che cucciola!
Il resto della giornata l’ho passato fuori al parco, nonostante il freddo.
Voglio godermi le ultime giornate di sole, dato che è prevista neve tra qualche giorno.
Ho disegnato un po’ e ho abbozzato qualche progetto.
Poi è arrivato Kevin Hymist, con un benda su un occhio e l’aria davvero irata, penavo stesse parlando con me, poi ho capito che stava al cellulare, probabilmente parlava con il suo agente, e, a giudicare dalla sua faccia, non erano belle cose.
Si è seduto su una panchina poco distante da me, che ero invece sul mio solito albero.
Stranamente non mi ha notata, forse per i vestiti marroni, o perché non ha guardato in alto, ma non si è accorto di me.
Quando ha terminato la chiamata sembrava davvero abbattuto, ha preso un quaderno e si è messo ad annotarci qualcosa su.
Poi ha strappato la pagina e l’ha gettata per terra.
Nonostante i nostri trascorsi e il poco rispetto dell’ambiente, mi ha messo molta tenerezza.
Sembrava davvero molto giù di morale, e dopo ho capito il perché.
Infatti, quando se n’è andato, ho raccolto il foglio e l’ho letto.
Era una lettera di scuse per sua madre.
Non si scusava per non essere tornato a casa, ma per non aver vinto la gara ed averla delusa.
Ho fatto un paio di ricerche e ho scoperto che la madre non è altri che Carmela Caramel, una terribile insegnante che esige sempre il massimo dai suoi alunni, e che adottava metodi medievali.
Ci credo che ha fatto tutto questo teatrino per vincere, ed io che pensavo fosse tutto per la gloria.
Però non lo trovo giusto comunque, ma non sono la persona giusta per giudicare.
Però ho imparato che una persona non è per forza quella che si presenta ai tuoi occhi, può sembrare una frase filosofica da epilogo di un libro, ma la verità.
Tutta la nostra personalità è così intricata che credo che neanche noi sappiamo davvero chi siamo.
E dopo questo attimo poetico ti do la buonanotte.
A domani!

P.S. ho controllato, niente registratori ora ;)

 

 

 

 

(A.A.)
Perdonate il capitolo leggermente incasinato, oggi sono fusa.
Al prossimo capitolo.

   
 
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