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Autore: EllieHope    28/12/2013    0 recensioni
''Hey! Tu devi essere Brandon, giusto?'' gli chiedo avvicinandomi.
Il ragazzo alza lo sguardo dal libro che tiene tra le mani e un brivido mi attraversa la schiena o forse l'anima.
Spalanco la bocca per la sorpresa. Ha gli occhi grigi più belli che io abbia mai visto. Non sono freddi o distaccati, bensì malinconici ed espressivi.
Sorride, chiude il libro e fa qualche passo verso di me tendendomi la mano destra. ''Ellie, piacere'' mi presento stringendogli la mano. ''Brandon...ma questo lo sapevi già..'' risponde imbarazzato per aver ribadito l'ovvio. Sorrido timidamente e lui si passa un mano tra i capelli dorati, scompigliandoli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ciao a tutti! :)
Sono una semplice ragazza che ha trovato nella scrittura la propria valvola di sfogo. Scrivo per me stessa, ma anche per gli altri. Credo in quello che scrivo. Non ho grandi pretese, ma mi piacerebbe davvero tanto sapere cosa pensate di questo primo capitolo. Aspetto una vostra recensione e, nel frattempo, vi auguro Buone Feste.
Vi ringrazio di cuore.
Un bacio,
E.




Pioggia

''Goodmorning Ladies!'' Ecco la fastidiosa voce nasale di Miss Bennet seguita, come di consueto, dal suo insistente bussare alla nostra porta per far sì che ci svegliamo. 
Apro gli occhi e mi stiracchio. 
Un'altra giornata al Cheltenham College. Wow.
Mi alzo e sbircio dalla finestra: piove. Anzi, diluvia. Tipico.
''Com'è il tempo Ellie?'' mi chiede Jane, la mia compagna di stanza, che ancora temporeggia sotto le coperte.
''Indovina!'' la sfido lanciandole un'occhiata più che eloquente.
''Oh no!'' si lamenta. 'Basta pioggia! Non ne posso più! Io non esco di qui finchè non esce il sole!'' mugugna tirandosi la trapunta fin sopra la testa.
''No, no, Jane! Oggi abbiamo due ore di chimica e tu non mi abbandonerai così su due piedi, cara!'' dico risoluta. Mi avvicino al suo letto silenziosamente, la moquette bianca è mia complice, e afferro i lembi del piumone verde petrolio.
1, 2, 3...e via la coperta!
Jane strilla e cerca di afferrarla, ma ormai giace sul pavimento e lei è costretta ad alzarsi.
''Me la pagherai, Ellie Crawford!'' urla mentre si dirige verso il bagno stropicciandosi gli occhi.
Ridacchio. Controllo l'ora e noto che sono già le 7.00. Tra quindici minuti serviranno la colazione nella caffetteria e, se non ci sbrighiamo, non rimarranno più muffins ai mirtilli.
''Jane, manca soltanto un quarto d'ora! Fai in fretta!'' le grido dalla stanza e sono sicura che abbia sentito nonostante lo scrosciare dell'acqua nel lavandino.
Mi tolgo il pigiama e indosso la divisa nel solito ordine: collant blu, camicia bianca, maglioncino di lana blu e, infine, gonna, blu anch'essa. Come al solito litigo per qualche minuto con la cerniera della gonna che continuo ad odiare. Una volta sistemata, controllo che le maniche del pullover mi coprano le cicatrici ancora ben visibili sui polsi. Non c'è alcun bisogno di far pubblicità. Mi pettino i capelli ramati e li raccolgo in una treccia che porto da un lato e mi arriva al seno. Mi metto un filo di mascara con la vana speranza di dirottare l'attenzione dalle occhiaie ai miei occhi verdi e, non appena Jane esce dal bagno, corro a lavarmi i denti.
Alle 7.10 chiudiamo la porta della nostra stanza alle spalle e ci affrettiamo verso la caffetteria che, per fortuna, si trova nello stesso stabile dei dormitori. Affrontare il diluvio universale di prima mattina, non è di sicuro il modo migliore per affrontare la giornata.
''Meno male! I muffins son ancora lì!'' esclamiamo all'unisono non appena varchiamo la soglia del refettorio. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere. 
Sono così grata di aver trovato una persona così pura e vera come Jane. Sono in questo college da circa tre mesi, non mi sono ancora abituata alla vita qui e non ho molti amici, forse per colpa del mio carattere. Jane, al contrario, lo frequenta da quando aveva tredici anni ed è una veternao qui dentro. Non so come avrei fatto senza di lei, mi ha messo subito a mio agio nonostante non mi conoscesse affatto...insomma, avrebbe potuto ignorarmi come ha fatto la maggior parte degli studenti e invece mi ha presa sotto la sua ala.
Ci sediamo al nostro solito tavolo vicino alla seconda finestra sulla sinistra, dalla parte opposta del buffet, così da avere un po' più di tranquillità e privacy.
''Hey Jane! Ellie!'' ci salutano Mark, Chad e Ally mentre prendono posto con noi.
''Goodmorning Guys!'' esclama Jane imitando il tono nasale di Miss Bennet.
Scoppiamo tutti a ridere e io quasi mi strozzo sorseggiando il mio caffé.
''Allora, ancora nessuna notizia sulla nuova arrivata?'' chiede Chad a me e Jane, la quale sta già addentando il suo muffin. 
Da un paio di settimane ormai, infatti, si è diffusa la notizia dell'arrivo di un nuovo studente. Tutti fanno congetture su chi possa essere. Insomma, ottenere l'ammissione a metà semestre è quasi impossibile. 
''No, ancora nulla. E poi che ne sai, magari non è nemmeno una ragazza!'' rispondo.
''Beh, io e Chad speriamo che arrivi una bella pollastrella, vero amico?'' dice Mark passandosi una mano tra i capelli biondicci e tirando una gomitata scherzosa al suo amico.
Chad ridacchia.
Ally, invece, gli lancia uno sguardo truce. ''E cosa vorresti fare tu con questa ipotetica pollastrella?!'' chiede offsa a Mark e incrocia le braccia al petto aspettando una risposta.
''Ehm..ma no, piccola! Stavamo scherzando!'' tenta vanamente di giustificarsi Mark. Infatti poco dopo gli arriva un scappellotto - meritato - sulla nuca.
Mark e Ally stanno insieme da un anno e mezzo ormai, e, da quanto mi ha detto Jane, sono davvero innamorati, ma lui non è proprio un campione in fatto di tatto.
Scoppiamo tutti a ridere mentre Ally è ancora offesa, ma le scappa un mezzo sorrise e Mark sa che l'ha già perdonato. Si avvicina e lei e le sfiora dolcemente le labbra. Sono costretta a spostare lo sguardo. Si tratta di un gesto così semplice eppure così carico di amore che non riesco a fare a meno di arrossire.
''Attenti! La direttice sta venendo qui!'' esclama Chad sbattendo il palmo della mano sul tavolo di mogano antico. I due piccioncini si scostano subito e riprendono a mangiare. Nonostante sia un college misto, le relazioni non so né benviste né incoraggiate e sbandierarle di fronte alla preside non è il modo migliore per mantenere un low-profile e rimanere nelle sue grazie.
''Goodmorning Students'' esordisce Miss Palmer avvicinandosi al nostro tavolo con aria severa.
''Goodmorning Miss Palmer'' rispondiamo in coro.
''State comodi. Volevo informare Miss Crawford e Miss Brown che questa mattina saranno esentate dalle lezioni. Vi prego di raggiungermi nel mio ufficio non appena avrete terminato la colazione. Miss Lewis, Mister Hall, Mister Finch, a voi auguro buona giornata.'' ci comunica e, prima che nessuno di noi possa pronunciar parole, si è già allontanata.
Io e Jane ci guardiamo allarmate senza riuscire a parlare.
''Cosa avete combinato voi due?!'' chiede Chad scuotendo maliziosamente la testa e, di conseguenza, i suoi ricci corvini.
Bella domanda, Chad. La mia media in chimica e matematica non è eccellente...anzi è pessima, ma dubito si tratti di quello. In fondo siamo soltanto al primo semestre.
La prima campanella suona e tutti gli studenti si affrettano a finire la colazione. Al nostro tavolo è sceso il gelo e la domanda di Chad non ottiene risposta. 
Alla seconda campanella, una fiumana di alunni in divisa blu si riversa negli antichi corridoi del college dirigendosi a lezione. Salutati gli altri, io e Jane ci dirigiamo dalla parte opposta confabulando sul motivo di questa convocazione, ma nessuna delle due riesce a trovare motivazioni plausibili o talmente urgenti da non poter aspettare la pausa pranzo evitando di saltare un'intera mattinata di lezioni.
Dopo quattro rampe di scale e un po' di affanno, arriviamo a destinazione e bussiamo alla porta di mogano finemente intagliato.
''Avanti'' ci accoglie Miss Palmer.
Jane spinge timidamente la porta ed io sono subito dietro di lei. La preside è seduta dietro la scrivani ed è intenta ad esaminare a fondo il foglio stampato che tiene in mano, strizzando gli occhi dietro agli occhialetti dorati precariamente appoggiati sulla punta del naso. Poi alza lo sguardo su di noi ed esclama ''Jane! Ellie! Vi stavo giusto aspettando!''
Io e la mia amica ci guardiamo stranite: Miss Palmer che ci chiama per nome? Questa è nuova.
''Accomodatevi pure!'' aggiunge indicando le due sedie che stanno proprio davanti alla scrivania. Mentre ci avviciniamo, mi guardo intorno e la mia mente torna a qualche mese fa, quando la preside mi aveva accolto qui dopo il mio incidente. L'arredamento è antico e rispecchia il carattere severo, rigido e pomposo del Cheltenham College. Ci sediamo titubanti sotto lo sguardo paziente della direttrice.
''Molto bene. Vi starete chiedendo per quale motivo vi ho convocato nel mio uffici con così tanta urgenza. Ebbene, Miss Brown, lei è stata richiesta dal Coach Tanner per l'organizzazione del torneo di lacrosse. Da quanto mi è stato riferito, è stata nominata capitano della squadra femminile. Congratulazioni!''
Jane tira un sospiro di sollievo e sorride educatamente prima di rispondere ''La ringrazio, Miss Palmer. E' un grande onore per me.''
''Ne sono sicura. Ora può andare e, come ho già detto, si consideri esentate dalle lezioni di questa mattina. Riprenderà le normali attività scolastiche dopo la pausa pranzo.'' aggiunge la direttrice, congedandola.
Jane mi stringe la mano. So che vorrebbe sapere per quale motivo sono stata convocata anche io. Sicuramente non per meriti sportivi, dato che sono un totale disastro. Le sorrido cercando di sembrare tranquilla e lei lascia l'ufficio.
''Molto bene. Ora veniamo a noi, Miss Crawford. Lei è qui da poco più di tre mesi, dico bene?'' mi chiede. ''Sì, Miss Palmer.'' rispondo e il mio cuore perde un battito. non vorrà espellermi, giusto?
''Precisamente. Noto con piacere che si è ambientata molto bene e che i suoi voti stanno migliorando.'' Annuisco, non sapendo cosa aggiungere. Di certo non avrà notato i miei risultati in chimica e matematica, ma non è il caso di farlo presente in questo momento. Proprio no. ''Proprio perchè è qui da poco e sa come ci si sente ad entrare a far parte di una nuova realtà, le vorrei chiedere di occuparsi dell'accoglienza di un nuovo studente del nostro prestigioso istituto'' si interrompe e gonfia il petto inorgoglita, poi riprende ''Si tratta di un ragazzo della sua età, 17 anni. Ha vissuto in Francia fino a qualche tempo fa, ma parla fluentemente inglese poichè la madre, una mia cara amica, è di Londra.'' mi spiega. 
Riacquisto colore e annuisco nuovamente.
Tutto qui?! E io che mi aspettavo il peggio!
''Molto bene. Vorrei che gli facesse visitare la struttura e che gli mostrasse i dormitori. Ah, e non si dimentichi le strutture sportive, il parco e le scuderie.'' continua. Poi si alza, fa il giro della scrivania e si avvicina per scortarmi fuori. Mi alzo e la seguo.
''Si chiama Brandon Dubois. La sta aspettando all'ingresso dell'ala principale!'' conclude. Dopodichè mi spinge fuori dalla porta prima che io possa ribattere in alcun modo.

Brandon Dubois. Solo dal nome si capisce che è uno di quei figli di papù viziati, serviti e riveriti, convinti che a loro sia tutto dovuto. Uno di quelli che crede di avere il mondo femminile ai suoi piedi soltanto con un sorriso storto o un occhiolino impertinente. Uno di quelli che non sopporto. E io dovrei passarci un giorno intero? ''Fantastico'' sussurro ironicamente a me stessa. Avrei preferito due ore di chimica.
Ma, non appena svolto nel corridoio che porta all'ingresso, ciò che mi si para davanti è tutto tranne ciò, o meglio chi, mi aspettavo.
''Hey! Tu devi essere Brandon, giusto?'' gli chiedo avvicinandomi. 
Il ragazzo alza lo sguardo dal libro che tiene tra le mani e un brivido mi attraversa la schiena o forse l'anima.
Spalanco la bocca per la sorpresa. Ha gli occhi grigi più belli che io abbia mai visto. Non sono freddi o distaccati, bensì malinconici ed espressivi.
Sorride, chiude il libro e fa qualche passo verso di me tendendomi la mano destra. ''Ellie, piacere'' mi presento stringendogli la mano.  ''Brandon...ma questo lo sapevi già..'' risponde imbarazzato per aver ribadito l'ovvio. Sorrido timidamente e lui si passa un mano tra i capelli dorati, scompigliandoli.
''Allora...ehm...Miss Palmer mi ha chiesto di...mostrarti il nostro 'prestigioso' college'' gli spiego sitando ironicamente la preside. Lui ride e una scintilla gli accendi lo sguardo.
''Andiamo, allora!'' esclama mentre ci incamminiamo.
''Da dove vuoi iniziare?'' chiedo timidamente.
''Ehm...non saprei...un posto dove posso lasciare i miei bagagli c'è? Credo che portarmeli dietro per cento ettari di tenuta sarà, come dire...piuttosto dura!'' mi risponde ridendo e poi, avvicinando le sue labbra il mio orecchio, mi sussurra ''Sai, sotto questo giubbotto di pelle non ci sono dei gran muscoli...ma non dirlo troppo in giro!'' Scoppio a ridere e riprendo fiato dopo averlo trattenuto per la troppa vicinanza. WOW.
''Tranquillo, terrò il segreto'' lo canzono dandogli una timida pacca sulla spalla. Lo guido attraverso corridoi e scale fino a che non raggiungiamo l'ala dei dormitori.
''Bene. Al primo paino trovi il dormitorio maschile, al secondo piano quello femminile. Ti do un consiglio: se devi far visita a qualche amichetta durante la notte, evita di farti beccare da Miss Bennet. Ha il sonno leggerissimo...o forse non dorme affatto...ancora non l'abbiamo capito.''
Sorride sincero. ''Grazie del consiglio, lo terrò presente. Credo che non visiterò alcuna amichetta, però'' mi informa facendo l'occhiolino.
''Allora...che stanza ti hanno dato?'' chiedo sviando l'argomento. Un tipo come lui, qui dentro, non passerà di certo inosservato.
''Ehm...dovrei avere la chiave qui la qualche parte..'' dice cercando nelle tasche del giubbotto e poi quelle dei pantaloni. ''Voilà! Stanza numero 604.''
Lo guardo stranita, poi afferro la chiave che mi sta porgendo e controllo che il numero sia giusto. ''E' che...credo ci sia un errore.'' dico imbarazzata.
''Perchè?'' ''Perchè vedi...la stanza numero 604 si trova nel dormitorio femminile proprio accanto alla mia. E tu sei, senz'ombra di dubbio, un maschio!'' specifico persino l'ovvio. ''Ah...beh la preside mi ha dato la chiave personalmente, dicendo che nell'ala maschile non c'erano più stanza disponibili per questo semestre e che mi sarei dovuto accontentare.''
Rimando stupita. ''Oh beh...se per Miss Palmer è ok...allora...'' dico ''Allora ok'' termina la frase per me e mi guarda divertito. 
''Beh..seguimi!'' alzo le spalle e mi avvio verso la rampa di scale che conduce al secondo piano.
''Quindi saremo vicini di stanza, io e te?'' chiede interessato.
Non ricordarmelo. E l'iperventilazione è imminente.
  
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