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Autore: JulieFF    29/12/2013    2 recensioni
ATTENZIONE: LA STORIA NON È MIA, MA È UNA TRADUZIONE DELL'ORIGINALE
Luke Hemmings ha tutto ciò che desidera, soprattutto le ragazze. Il suo modo di vedere la vita era semplice: tutto ciò che è bello, è il meglio che si possa desiderare.
Ma quando Hadley Miller entra a far parte della sua vita, Luke è semplicemente impreparato.
Così, dopo una scommessa fatta a notte fonda con la sorellastra, Luke è determinato ad impegnarsi al massimo per conquistare Hadley e rubare la sua innocenza. Cosa che non esiterà a fare.
Una storia di bugie, scommesse e il trovare qualcosa che non ti saresti mai aspettato di volere.
Finirà con un nuovo amore o... con un cuore spezzato?
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 4

"All my nightmares escape my head,
Bar the door, please don't let them in,
You were never supposed to leave,
Now my head's splitting at the seams."
Radical Face - Welcome Home

 
Il sole filtrava dalla finestra di Hadley e alla fine, la luce, la costrinse ad aprire gli occhi. Dopo due ore passate a piangere silenziosamente sulla scala antincendio, con le ginocchia al petto, era tornata nella sua camera solo per collassare, esausta, sul letto.
Il sonno l’avvolse facilmente, ma aveva perso il conto delle volte che si era svegliata a causa dei vividi incubi che non sembravano volersi fermare. Erano passati diversi mesi dall’ultima volta che ne aveva avuto uno, così si era illusa che avessero smessa di torturarla. Ovviamente si era sbagliata, completamente.
Hadley si tolse le coperte di dosso, per poi alzarsi in piedi, indossando solo la sua camicia da notte lunga fino a metà cosce, che mostrava le gambe pallide. Era tutto silenzioso,visto che nel resto della casa stavano ancora dormendo tutti, ignari del sole che stava sorgendo sugli alti edifici di Londra, creando un bagliore arancione che tolse il respiro ad Hadley.
Sarebbe potuta rimanere  ad osservare il sorgere del sole per tutta la vita. In quel modo non avrebbe avuto a che fare con sua madre, o Chuck, o qualunque altra cosa la facesse soffrire. Il quel momento si sentiva tranquilla e al sicuro. Era il suo paradiso.
“Se solo il sole non tramontasse mai…”  pensò Hadley, mentre si lasciava cadere, ancora una volta, sulla scala antincendio.
La vista da lì era incredibile, in più i rumori provenienti dalla sua casa sembravano svanire, mentre i suoni di Londra riempivano l’aria: il fischiare delle persone che cercavano un taxi, i clacson degli automobilisti infastiditi e come le foglie frusciavano al vento, che era il suo rumore preferito in assoluto.
Il suono di un allarme tagliò l’aria, riportando Hadley alla realtà. Avrebbe dovuto lavorare quel giorno ed era l’ultima cosa che voleva. Non sapeva se sarebbe stata in grado di sopportare gli Hemmings e le loro cazzate, quella volta.
Hadley si osservò il polso, osservando con disgusto le macchie viola che lo ricoprivano, là dove la forte stretta di Chuck si era posata. Avrebbe dovuto coprire i lividi in qualche modo, così che nessuno sospettasse qualcosa.
- Merda. – mormorò, notando come, nonostante la sua giacchi di jeans bianca, i lividi si intravvedessero comunque.
Ma era sicuramente meglio della maglia a maniche lunghe bianca che, al contrario, sembrava solo renderli più evidenti.
Hadley si avvicinò allo specchi, per assicurarsi di essere almeno presentabile. I capelli erano ricci e si era truccata leggermente, ma abbastanza da nascondere le occhiaie dovute alla mancanza di sonno.
Era come se la scorsa notte non fosse mai esistita, come se l’avesse solamente immaginata.
Anche se non voleva, Hadley sapeva di dover svegliare sua madre, se non voleva rischiare di arrivare in ritardo al lavoro. Il traffico di Londra sapeva essere brutale.
Si incamminò verso la stanza di sua madre in punta di piedi, sperando di non svegliare il mostro che dormiva accanto alla donna. Gli stessi lividi che coprivano i polsi di Hadley erano presenti anche su tutto il viso della madre e Hadley non riuscì a reprimere un sussulto.
Nonostante la rabbia che provava Hadley nei suoi confronti, quella era pur sempre sua madre. Hadley provava pietà nell’osservarla mentre dormiva tra le grinfie di Chuck, incapace di liberarsi dalla sua stretta. Sembrava così fragile, così a pezzi. Ma Hadley si sarebbe dovuta ricordare che dipendeva tutto dalla madre. Tutto quel casino si sarebbe potuto fermare mesi prima, ma per qualche strana ragione sua madre continuava a volersi circondare dai malvagi modi di fare di Chuck.
Hadley si allungò in avanti quel tanto che bastava per sfiorare il viso della madre, per poi saltare subito indietro quando i suoi occhi si spalancarono, rivelando che era già sveglia.
- Hadley? – gracchiò la sua voce, probabilmente a causa delle urla della notte prima.
- Si, sono solamente io, mamma. Mi occuperò io del tuo turno di lavoro, oggi. N-non ti muovere da qui però. – disse Hadley, ricevendo poco dopo un cenno affermativo dalla madre.
Quello però non significava che Hadley l’avrebbe perdonata.
Hadley girò sui tacchi e, senza preoccuparsi di fare o meno rumore, uscì dalla stanza. Non si rese conto di non aver alcun mezzo di trasporto per raggiungere la casa degli Hemmings fino a che non si richiuse la porta alle spalle. C’era solo una persona che potesse chiamare e lei sapeva bene che non sarebbe stata affatto felice di alzarsi così presto, ma non aveva nessun’altra opzione. O quello, oppure il trovarsi un altro lavoro.
Hadley tirò fuori il telefono, componendo poi quel numero che le era così familiare. Squillò una volta… due… tre…
- Pronto? – la voce mattutina di Calum si diffuse dal telefono.
- Hey Cal, avrei bisogno di un passaggio. – disse Hadley, mordendosi il labbro in attesa di una risposta.
- H, sono solo le… Stai scherzando?! Mi hai svegliato prima di mezzogiorno! Tu lo sai che io non ragiono prima delle dodici! – urlò Calum ed Hadley si ritrovò a cercare di soffocare una risata.
- Lo so, lo so! Solo che mia mamma… - si fermò Hadley, non volendo condividere con Calum tutto quello che accadeva a casa sua. Si preoccupava già troppo per lei e quell’informazione l’avrebbe reso paranoico. Avrebbe probabilmente provato a convincerla a trasferirsi da lui, ma Hadley non poteva. Non avrebbe mai potuto essere un peso maggiore di quel che già era, per lui. – È solo che mia mamma è molto malata, non può portarmi e tu sai che noi abbiamo bisogno di questo lavoro. –
Hadley udì Calum gemere dall’altra parte della linea.
- Guarda cosa sono disposto a fare per te, donna. – la prese in giro Calum e Hadley udì i suoi passi pesanti e lo sbattere di una porta, prima che lui chiudesse la chiamata.
Hadley appoggiò la schiena sul muro di mattoni del suo palazzo, aspettando l’arrivo del suo migliore amico.
* * *
- Hai qualche piano, mia adorato fratello? – chiese per l’ennesima volta Margaret.
La ragazza era stata assillante, da quando lui aveva accettato la scommessa. Ovviamente Luke aveva un piano, ma non aveva nessuna intenzione di parlarne a Margaret. Sapeva che avrebbe cercato di rovinare tutto per aumentare le sue possibilità di vincere.
Luke rimase in silenzio mentre si sistemava la cravatta, ignorando completamente la sua sorellastra mentre si sedeva sul suo letto. Il suo piano occupava completamente i pensieri del ragazzo. Non pensava sarebbe stato difficile, nessuna ragazza resisteva al suo fascino. Nessuna. Conquistare la ragazza sarebbe stato facile, l’averla sempre intorno rappresentava la vera sfida. A Luke non piaceva affezionarsi. Suo padre gli aveva sempre detto che l’amore l’avrebbe rovinato se glielo avesse permesso, quindi quella era una cosa che voleva assolutamente evitare. Così manteneva un cuore freddo ed un atteggiamento distaccato, preferendo spezzare cuori che permettere a qualcuno di sfiorare il suo. In quel modo era tutto più semplice.
Il rombo di una moto fece tornare alla realtà lui e Margaret.
- Che cazzo è? – chiese Margaret, disgustata dall’idea che qualcuno avesse portato una rozza macchina a casa sua.
Luke guardò fuori dalla finestra, subito imitato da Margaret che, come sempre, copiava ogni cosa che il ragazzo facesse. Videro la ragazza del giorno prima scendere da una moto insieme ad un ragazzo dai capelli neri. Luke non lo conosceva, ma i suoi pugni si strinsero comunque, conficcandosi le unghie nella pelle. Si sentiva possessivo e protettivo nei confronti di una ragazza che non conosceva nemmeno.
“ Levati dalle palle, coglione.” Pensò Luke tra sé e sé, per poi correre giù dalle scale.
Non ci mise molto a raggiungere la porta, grazie alle sue lunghe gambe. Appena aprì la porta si ritrovò davanti la ragazza con il pugno alzato, in procinto di bussare. Luke osservò il ragazzo a pochi metri dalla ragazza, con le mani nei pantaloni. Non gli piaceva che altre persone importunassero le cose che gli appartenevano e, per quanto lo riguardava, la ragazza era sua.
- È maleducazione portare con sé persone non invitate. – disse Luke, socchiudendo gli occhi fino a farne due fessure. – Harley, giusto? –
La ragazza si voltò per dedicare al ragazzo misterioso, che Luke ancora non capiva cosa aspettasse ad andarsene, un’occhiataccia e dirli qualcosa che sembrava vagamente un “te lo avevo detto”.
Il ragazzo premette le labbra in una linea sottile e sembrava quasi come se cercasse di trattenersi dal ridere, una volta incontrato lo sguardo di Luke.
“Cosa c’è di così divertente?” pensò Luke.
Non dovrebbe essere lui quello che ride in faccia a feccia come quella?
- È “Hadley”, a dire il vero. – disse la ragazza, chiaramente infastidita. – Ora puoi andare, Cal. Ti chiamo se ho bisogno di un passaggio per tornare a casa. –
Luke stava per intervenire per chiarire il fatto che il ragazzo non avrebbe mai più dovuto farsi vedere sulla sua proprietà quando la voce squillante di Margaret si fece sentire dietro di lui.
- Sciocchezze! – disse lei, spingendo Luke oltre la soglia. – Perché non inviti il tuo amico ad unirsi a noi? –
La rabbia bruciò negli occhi di Luke mentre Margaret cercava di sabotare i suoi piani. Era quello che faceva sempre e quella volta non sarebbe stata un’eccezione, visto che subito trascinò Hadley e il ragazzo dai capelli scuri in casa.
La tensione nella stanza aumentava sempre più, mentre i quattro si osservavano immobili all’ingresso. Non c’era molto da dire, visto la smorfia sul viso di Luke e il modo in cui Margaret si arricciava una ciocca di capelli sul dito. Era la sua peggiore abitudine e Luke ne era sempre stato infastidito.
- La smetti di giocare con i capelli?! – l’aggredì Luke e subito Margaret lasciò cadere la mano lungo il fianco, rimproverandosi un secondo dopo per aver dato retta al fratello.
Le sue mani tornarono ai capelli, riprendendo a torcerseli, con l’intento di far crescere il nervoso di Luke.
- È meglio che inizi a pulire. – disse Hadley, incamminandosi verso la stanza dove aveva lasciato i prodotti per la pulizia la volta precedente.
Aveva fatto solo un paio di passi prima che una mano le si avvolse al polso, facendola sussultare a causa dei dolorosi lividi. Hadley si voltò, trovandosi faccia a faccia con Luke e i suoi occhi azzurri.
- Tu vieni con me. – fu tutto quello che disse il ragazzo, prima di trascinarla su per le scale, lontana dal ragazzo che le stava incollato.
Hal? Qualunque fosse il suo nome, a Luke non piaceva.
- Mi lasceresti andare? – disse Hadley, mentre salivano le scale.
Si voltò per osservare Calum che sembrava pietrificato, mentre Margaret faceva scorrere le dita sul suo petto.
- Ci divertiremo. – sentì Margaret dirgli in un orecchio.
Calum sembrava a disagio, per non dire altro, così quando lui si voltò verso Hadley, lei non poté fare a meno di mimargli una scusa con le labbra, prima di sparire dalla sua vista.
Avevano raggiunto la cima della scale quando Luke mollò la presa sul suo polso. Luke non aveva nemmeno notato i lividi sul polso di Hadley, tanto era concentrato sulla vittoria. Era tutto quello a cui riusciva a pensare. Probabilmente sarebbe riuscito a vincere la scommessa quella stessa sera. Non vedeva l’ora di vedere la faccia di Margaret quando le avrebbe detto di aver avuto successo così velocemente.
- Hai intenzione di dirmi che cosa vuoi da me? – sbuffò Hadley.
Non capiva perché il ragazzo, che le aveva detto in modo così sgarbato che la sua camera era off limits, la stesse trascinando dentro alla stanza. Era a dir poco sconcertata. Gli occhi freddi di Luke si scontrarono con i suoi, mentre faceva qualche passo verso Hadley.
- Io faccio quello che mi pare. – disse duramente. – Sono io che compilo i vostri assegni, lo sai. –
Hadley avrebbe tanto voluto tirargli uno schiaffo e dirgli di andare a farsi fottere, per poi scappare via da quella casa, ma quello avrebbe significato di sicuro perdere il lavoro. E quella era l’ultima cosa della quale Hadley e sua mamma avevano bisogno. Pagare l’affitto era stato difficile in quegli ultimi mesi, a causa dei continui acquisti di alcol da parte di Chuck; per non menzionare il gioco d’azzardo: non tornava mai con più soldi di quelli giocati, solamente molti più debiti. Senza quel lavoro lo sfratto era inevitabile e Hadley lo sapeva. Così rimase in silenzio, mentre Luke l’osservava dall’alto al basso con quel suo sguardo da serpente.
- Ho bisogno d’aiuto. Non ho molti amici è stavo pensando che una ragazza carina come te sarebbe stata perfetta. – disse Luke cambiando tono, cercando di sembrare sincero.
Sapeva che le ragazze si innamoravano facilmente dei ragazzi soli, era uno dei suoi trucchi migliori.
Hadley, però, non reagì come pensava avrebbe fatto. Lei non si accigliò, ne lo guardò con sguardo amichevole. Invece, scoppiò a ridere. Rise così tanto che quasi non riusciva più a respirare. Luke non capiva cosa ci trovasse di divertente e la cosa lo fecce irritare parecchio.
- Cosa c’è di così divertente? – disse severamente.
- Sei un completo idiota! Ecco cosa c’è di divertente! –
- Che cosa hai detto?! – sibilò Luke.
Si innervosiva sempre di più, secondo dopo secondo. Le sue mani erano strette a pugno lungo i suoi fianchi mentre sentiva la ristata di Hadley scemare, fino a fermarsi completamente. La ragazza si teneva la pancia a causa delle troppe risate.
- Hai sentito perfettamente. – rispose Hadley velocemente. – Davvero ti chiedi perché non hai amici, quando tratti le persone in questo modo? Non c’è da meravigliarsi che sei così solo! –
Hadley sapeva che non avrebbe dovuto dirlo, ma era arrabbiata. Furiosa. Se non era sua mamma, era Chuck e se non era lui, era quello stronzo di fronte a lei. Era stanca di essere spintonata e calpestata a causa della sua vulnerabilità. Ma se la situazione sarebbe potuta cambiare, avrebbe tranquillamente iniziato con il ragazzo snob che le stava davanti.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Luke si trovava a corto di parole. Non era abituato a farsi criticare e in quel momento si sentiva come se suo padre lo stesse rimproverando.
- Non sai nulla di me, cogliona ignorante! – urlò, cercando di ferire i sentimenti di Hadley, ma lei si limitò a fissarlo con le mani sui fianchi.
- Quindi non sei lo stronzo narcisista che io penso tu sia? – replicò Hadley divertita, avvicinandosi a Luke, il viso a pochi centimetri da quello del ragazzo. – Dimmi se mi sbaglio, ma te hai tutto ciò che desideri. Tuo papà non esiterebbe un secondo a tirare fuori un po’ più di soldi per renderti felice. Sei incredibilmente intelligente, visto i libri sul tuo comodino. Non sei di qua, il tuo accento è diverso. Australiano, forse? Non siete una famiglia unita, non ho visto nessuna foto di voi quattro tutti insieme da quando sono qui. Perché ti comporti come uno stronzo? Problemi con la mammina? Con tuo papà? Entrambi? Sei solo in questa casa vuota perché sei troppo impegnato ad essere fastidioso con le persone che conosci. –
Luke tremava di rabbia. Non perché lei si sbagliasse, ma perché aveva terribilmente ragione. Ogni cosa che aveva detto era giusta. Non si era mai reso conto di quanto fosse facile da interpretare. Non si era mai sentito così senza parole nella sua intera vita e ora si trovava in una situazione del tutto nuova a casa di una ragazza alta un metro e mezzo. Si stava già pentendo della scommessa, non sapeva per quanto ancora avrebbe potuto sopportare Hadley e di certo non voleva finirci a letto. Anche se fosse servivo a cacciare Margaret dal piano superiore.
- Quindi si, penso di conoscerti abbastanza bene. E ovviamente non sai un cazzo di me se pensi che io possa credere alla recita del povero ragazzo ricco tutto solo. – disse Hadley, sorpresa dal fatto che, per una volta, era riuscita a difendersi.
A quel punto Hadley si aspettava uno schiaffo, un urlo o un “sei licenziata”. Ma non successe nulla del genere.
Hadley si voltò per andarsene, quando una mano calda le afferrò una spalla, spingendola a voltarsi verso Luke. Non sembrava arrabbiato, in quel momento, solo estremamente ferito. Avrebbe quasi voluto consolarlo.
La ragazza allontanò subito quel pensiero dal cervello. Come poteva aver voglia di consolarlo dopo che lui l’aveva trattata così male?
- Come fai a sapere tutte queste cose? – disse Luke, prima di potersi fermare.
Si sentiva esposto e vulnerabile dopo lo sfogo di Hadley. Non gli piaceva l’effetto che aveva avuto su di lui. Lui sarebbe dovuto apparire severo e pericoloso, sempre. Non si sarebbe dovuto sentire come una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
- Erano solo supposizioni. – rispose lei, stringendosi nelle spalle per poi girarsi nuovamente, cercando di andarsene.
- Aspetta! – disse Luke, rimpiangendo immediatamente la disperazione nella sua voce. Si concentrò per riacquistare un tono normale, prima di continuare. – N-non andare. Non voglio lasciarti andare al piano di sotto con Margaret. Dio solo sta cosa sta facendo con il tuo ragazzo, laggiù. – continuò, cercando di alleggerire l’atmosfera e di cambiare argomento, dalla sua vita a quella della ragazza.
Hadley ridacchiò e sorrise. Luke dovette combattere contro la voglia di unirsi a lei.
- Ad una condizione. – disse Hadley e Luke attere per conoscere il resto della sua dichiarazione, in attesa di una richiesta di denaro, o un regalo costoso. Ormai c’era abituato. – Niente più recite, sii semplicemente te stesso. Non posso sopportarti sei fai lo stronzo. –
- Si può fare. – replicò lui, sorpreso.
- Oh, un’altra cosa. Lui non è il mio ragazzo, è un mio amico. –
Luke ebbe bisogno di tutta la sua forza di volontà per non sorridere. Non le avrebbe fatto capire quanto fosse sollevato. Così rimase lì con le labbra strette, fissando la ragazza che era riuscita a conoscere più cose di lui in un giorno solo di quanto chiunque altro avesse fatto in tutta la sua vita.
Forse Hadley non era poi così male. Forse…

HEY THERE(:
Altro capitolo! Cosa ne pensate? Le cose iniziano a fari interessanti, no? Hadley è davvero riuscita a far tacere Luke!
Spero continuerete a seguire la storia e a recensire! A questo proposito voglio ringraziare sarah_sarah, NeneHoran, SecsiHamburger e Anto Malik per aver recensito i capitoli precendenti! Ve ne sono grata(:
A presto!
Bye xx

- Julie(:
  
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