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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    29/12/2013    3 recensioni
E se nella prima guerra magica Voldemort fosse stato sconfitto? E se Lily e James non fossero morti? E se Lily avesse avuto un'altra sorella oltre alla scorbutica Petunia? E se questa sorella avesse avuto un figlia della stessa età del cugino Harry? Che cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato da solo ad affrontare Voldemort? Leggete e lo scoprirete...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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When you’re gone
 
36
Non sono come te
 
La squadra stava camminando verso il bosco con passo deciso.
Kingsley era in testa, seguito da James, Sirius, Harry e Ron e dietro di loro Lily, Remus e Severus camminavano a distanza, tenendo le teste alte, pronti a captare qualsiasi movimento. Vedendo che la figlioccia aveva gli occhi arrossati ed era pallida, Severus si avvicinò.
- Lils…? – la chiamò dolcemente – Che cosa c’è? – domandò poggiandole una mano sulla spalla.
Lei si voltò e le lacrime tornarono a spingere contro i suoi occhi, anche se stava lottando per bloccarle. Gli occhi blu erano sbiaditi per tutta la rabbia e il dolore che provava e il volto era più pallido del solito. – Draco. – disse infine, tentando di rimanere lucida e non perdere la testa, dato che era ad un passo dal rivedere Teddy.
- Cos’è successo? - domandò lui, incalzandola e continuando a camminare.
Aveva notato che Malfoy non c’era, ma credeva che fosse rimasto al Ministero. Invece il volto della figlioccia raccontava un’altra storia.
Il bosco, intanto, si stava avvicinando, con le sue fronde scure e i tronchi possenti da cui provenivano grida e lampi di luce.
- Henrie l’ha ucciso. - spiegò lei, con voce rotta, senza più riuscire a trattenersi.
Severus abbassò lo sguardo. Non gli era mai piaciuto Malfoy, ma sapeva quando la ragazza tenesse a lui e il fatto che avesse perso anche lui per mano di Henrie era tremendo. Sospirò, non sapendo che cosa dire. – Mi dispiace tanto, Lils. – disse in un sussurro, alla fine.
Remus, che stava ascoltando la conversazione, rallentò il passo e si avvicinò alla figlia. Gli occhi prima colmi di rabbia e rancore, adesso traboccavano tristezza. - Lily… - tentò di dire, ma lei scosse il capo.
- Non farlo, papà. – disse con voce ferma.
Non voleva ascoltare niente. Niente avrebbe potuto aiutarla a stare meglio adesso che aveva perso uno dei suoi migliori amici per mano dell’uomo che aveva ucciso sua madre e tentato di uccidere lei. Niente.
Perché Henrie l’aveva ucciso? Avrebbe dovuto uccidere lei. Avrebbe dovuto lasciar stare il suo amico. Lui non aveva fatto niente. Draco, mi dispiace, è tutta colpa mia, pensò dentro di sé. Un forte dolore al petto le mozzò il respiro. Si portò una mano al cuore e strinse tra le dita la giacca che stava indossando. Il senso di colpa, il dolore, la paura, ogni emozione si riversò nel suo stomaco facendolo contorcere. – È morto dissanguato. L’ha ucciso con un Sectumsempra. – spiegò scuotendo il capo e reprimendo il senso di nausea che l’aveva colta, mentre le lacrime le bagnavano le guance.
- Gliela faremo pagare, Lily. - disse Sirius, voltandosi e rivolgendole uno sguardo di incoraggiamento.
- Mi dispiace. - aggiunse il padre, senza riuscire a trattenersi, poggiandole una mano sulla spalla. Lei annuì, si asciugò le lacrime e riprese a camminare con passo spedito.
 
Arrivati al limitare del bosco, gli Auror si guardarono intorno. Un centinaio di metri più avanti si vedevano scintille e luci di incantesimi.
La battaglia stava infuriando.
Kingsley propose di divedersi, così ognuno avrebbe affrontato un Mangiamorte senza doverne fronteggiare dieci alla volta con il rischio di essere sopraffatto. Tutti annuirono e corsero in direzioni diverse.
Lily si spostò cento metri a sud. Camminò rimanendo accanto ai tronchi degli alberi: sarebbero stati dei buoni ripari se qualcuno avesse dovuto attaccare. Si guardò intorno più e più volte, ma nessuno sembrava essersi appostato nei paraggi. Proprio mentre stava per raggiungere i compagni, una voce la costrinse a voltarsi.  
- Ciao, Black. - la voce roca e profonda di Greyback risuonò tra le fronde.
Lily lo credeva morto fino a poco tempo prima, almeno fino a quando non si erano procurati la cura. Durante la battaglia di Hogwarts l’aveva visto precipitare da una delle torri più alte del castello e adesso eccolo lì, davanti a lei, più spietato che mai.
- Come stai, dolcezza? - domandò ghignando e scoprendo le zanne sporche di sangue fresco. Le vesti, incrostate di sangue rappreso, svolazzavano spostate dal venticello che si era alzato.
- Dov’è mio fratello? - domandò lei, brusca.
- Chi lo sa? - disse lui, divertito dalla situazione – Ma parliamo di te. – si stava avvicinando, così Lily alzò la bacchetta. – Il mio sangue ti ha rinvigorita, vedo. –  
L’idea di avere in circolo una piccola porzione di Greyback la fece rabbrividire.
- Mi sei debitrice. – aggiunse il lupo mannaro.
Lei scosse il capo. – Io non ti devo niente. – gridò. – Incarceramus! –
L’uomo-lupo deviò l’incantesimo con un gesto della mano. – Davvero? – in pochi secondi le fu addosso, ringhiando. La spinse con la schiena contro un tronco e con una mano premuta sul suo pallido collo, parlò ancora. – Io penso che tu mi debba la tua vita. Ti ho salvata da morte certa, dopotutto. – spiegò sussurrando all’orecchio della ragazza.
- Dopo avermi morsa. – replicò lei, tentando di liberarsi dalla sua presa d’acciaio.
- Avanti, ti stavo dando l’occasione di unirti a tuo padre nelle trasformazioni! – esclamò lui, ridendo. – Dovresti ringraziarmi per questa opportunità. –
Davvero divertente, pensò Lily. – Lasciami! – gridò, tentando di spingerlo via.
- Perché? – domandò lui. – Ci stiamo divertendo così tanto! – le prese la bacchetta dalla mano e la gettò qualche metro più indietro. Rise e aumentò la presa sul collo della ragazza. – Adesso – ricominciò – Vediamo cosa posso fare con te. – disse come se stesse riflettendo ad alta voce. Poi si illuminò.
Lily rimase immobile, pronta a tutto.
- Mi ricordi molto tua madre, lo sai? - disse lui. Rise e poi poggiò l’indice della mano libera sulla sua fronte. E il ricordo si sprigionò.
 
Sua madre si stava contorcendo accanto a lei.
- Crucio! - gridò l’uomo-lupo.
Lei gridò di dolore, ma non implorò pietà.
- Crucio! - ancora una volta Marion si contorse e gridò.
Altre grida, che Lily riconobbe come le proprie, riempirono l’aria sfavillante del ricordo. Una più piccola Lily era bloccata sul pavimento e stava gridando per fermare quel massacro.
Greyback rideva e dopo aver inflitto un’altra volta la maledizione Cruciatus a Marion, la uccise. Un lampo verde esplose illuminando ogni cosa.
 
- No! - gridò Lily.
Era nuovamente nella foresta.
Greyback, accanto a lei, rideva e le stringeva il collo sempre più forte, mozzandole il respiro.
Lei pianse. Aveva rivisto la morte di sua madre. Le torture, le grida, gli incantesimi e la sua morte. Insieme a quelle terribili immagini, ne affiorarono altre. La morte di Severus, Greyback che torturava Remus, il dolore, Henrie che feriva Sirius…
Basta! Basta, per favore, gridò dentro di sé. Ma non avrebbe implorato il Mangiamorte.
Un’altra voce invase i suoi pensieri. Lily, calmati.
Lo faccia smettere, la prego, implorò la ragazza, rivolta a Silente.
Non posso, le rispose lui. Vorrei farlo, ma non posso.
- Ti è piaciuto, eh? - domandò il Mangiamorte. Allentò la presa sul collo della ragazza e la gettò a terra.
Lei cadde sulla schiena e batté forte la testa. Un gemito di dolore le sfuggì dalle labbra quando il suo corpo incontrò il terreno irregolare. Si portò una mano alla testa.
- Carina tua madre, vero? – ricominciò lui – Ti ricordi com’è andata a finire, poi? – domandò mentre lei si sollevava sulle braccia.
Tutto attorno a lei roteava senza fermarsi, sfocato e indefinito. – Sta’ zitto! – disse rabbiosa.
- Perché? – chiese – È così divertente! –
- Basta! – gridò ancora Lily, tentò di afferrare la bacchetta che era a poco meno di un metro da lei.
L’uomo-lupo fu più veloce. – Crucio! – gridò e la ragazza si contorse dal dolore. – Crucio!
I polmoni le si svuotarono, era come se l’aria si fosse rarefatta intorno a lei. Lily tentò di inspirare e riacquistare la lucidità, ma prima che potesse riuscirci, lui scagliò nuovamente la maledizione.
- Crucio! - altro dolore. Insopportabile, tremendo, indescrivibile.
- Greyback! - gridò una voce alle loro spalle.
Lily volse lo sguardo, appannato dalle lacrime, verso la fonte della voce.
- Lupin! - strillò il lupo allargando le braccia in segno di saluto. – Ma che piacere! –
- Allontanati da lei! - strillò l’uomo, avanzando di corsa verso di loro – Stupeficium! –
Il Mangiamorte deviò l’incantesimo e rispose. – Crucio!
Remus si riparò con uno scudo e avanzò ancora, più rabbioso che mai. – Allontanati da lei! – ripeté con più rabbia.
- Altrimenti? – lo incalzò Greyback con un ghigno perverso sul volto.
- Ti ucciderò. Come avrei dovuto fare tanto tempo fa. – rispose Lupin e poi attaccò ancora. Scagliò incantesimi senza sosta, costringendo Greyback ad indietreggiare goffamente – Petrificus Totalus! –
Il Mangiamorte si immobilizzò e cadde a terra con gli occhi spalancati per la sorpresa.
Incarceramus. – pronunciò Lupin e spesse corde lo immobilizzarono. Si voltò verso sua figlia e corse verso di lei. – Lily! – si inginocchiò al suo fianco. Era ancora a terra, disorientata e con gli occhi lucidi di lacrime. Le circondò le spalle e le ginocchia con le braccia e la tirò a sé, facendola sedere sulle sue gambe e cullandola dolcemente. Le scoccò delicati baci sulla fronte, stringendola forte a sé.
- Papà… - sussurrò lei, abbracciandolo. – Papà… –
Lui la strinse forte contro il suo petto. – Sono qui, tesoro… – mormorò. – Stai bene? –
- Ho visto la mamma. – replicò lei, tra le lacrime. – Mi ha fatto vedere la mamma mentre la torturava. L’ho sentita gridare e poi l’ha uccisa… l’ha uccisa e non ho potuto fare nulla di nuovo… – si interruppe all’ennesimo singhiozzo.
Lupin sospirò. – È tutto finito, Lily. – assicurò. – Adesso è tutto finito. – la cullò dolcemente fra le braccia.
- Non lasciarmi, papà. – sussurrò. – Non lasciarmi, ti prego. –
Lui scosse il capo. – Mai. – promise. – Non ti lascerò mai, amore mio. –
Lily singhiozzò stringendosi maggiormente al padre.
- Ti prego, perdonami. – proseguì Remus. – Perdonami. Se ci fossi stato, tutto questo non sarebbe successo. – disse accarezzandole i capelli e scoccandole un bacio sulla fronte. – Ti ho lasciata sola quando avevi più bisogno di me. Non mi perdonerò mai per questo. –
Lily scosse il capo. – Ci sei sempre stato. – fece notare, allontanandosi da lui di qualche centimetro. – Se non fosse stato così, lui mi avrebbe uccisa. Ma mi hai salvato, papà. Di nuovo. – poi poggiò la fronte contro quella di lui.
Rimasero un momento in silenzio, poi il professore sciolse completamente la stretta e dopo averla rimessa a terra la prese per i fianchi per aiutarla a mettersi in piedi. – Ce la fai? – le domandò.
Lei annuì e si rimise in piedi.
Lupin le accarezzò le guance e le scoccò un altro bacio sulla fronte.
Lily gli prese la mano. – Andiamo. –
Corsero verso il gruppo di Auror più vicino, intenti a raggruppare i Mangiamorte che avevano arrestato, mentre alcuni stavano ancora combattendo tra gli alberi. Due uomini sulla trentina corsero a dare manforte ai colleghi e Lily e Remus passarono oltre.
- Dov’è Henrie? - domandò Lily. Aveva promesso che gliel’avrebbe fatta pagare per ogni cosa, quindi avrebbe dovuto trovarlo.
- Non lo so. - rispose Remus guardandosi intorno. Ad un tratto però, voltandosi, vide due figure vestite di nero fronteggiarsi. – Eccolo! È con Severus! – sbottò, indicandolo con la mano.
Lily li individuò e annuì. Doveva aiutarlo. Doveva fermare Henrie prima che gli facesse del male. Aveva già causato troppo dolore a tutti. Era ora di finirla.
Remus, intanto, si era voltato e aveva individuato James, poco lontano, e le sfiorò la mano per attirare la sua attenzione. – Devo andare ad aiutare James. – disse, alzando la voce per sovrastare il rumore che si era creato.
La figlia annuì vedendo che suo zio era alle prese con tre Mangiamorte contemporaneamente.
- Sii prudente, Lily. – si raccomandò.
Lei annuì. – Anche tu, papà. –
Padre e figlia si divisero ancora e lei corse verso il padrino più veloce che poté.
Fa’ attenzione, Lily. Fa’ attenzione, ti prego, la voce di Silente rimbombò per l’ennesima volta nella sua testa, ma questa volta lei non rispose.
Avrebbe dovuto concentrarsi. Richiamò alla mente tutti gli incantesimi per bloccare, difendersi e attaccare Henrie. Non poteva permettersi di sbagliare proprio in quel momento.
Quando si trovò a pochi metri dei due si spostò più a destra, per poter affiancare il padrino.
Il Mangiamorte volse lo sguardo verso di lei e ghignò, avendola vista avvicinarsi. – Lily, finalmente! – gridò Henrie sorridendo malizioso. – Vuoi unirti a noi? –
- Dov’è mio fratello? - ribattè lei, alzando la bacchetta.
Lui sogghignò. – Là dentro. – disse e indicò la casa.
- Se gli hai fatto del male… - tentò di dire, ma lui la interruppe.
- Oh, no. Non voglio fare male a nessuno. - annunciò.
- Hai ucciso Draco! – esclamò avvicinandosi di qualche passo. Non voleva far male a nessuno? La pagherà. Lo ucciderò. – Sei uno schifoso assassino! –
- Oh, lui. Non valeva nulla. – affermò, facendo spallucce – E poi non sei felice? Ho eliminato la persona che avrebbe potuto rovinare la tua storia con il giovane Weasley! – esclamò, come se lei dovesse essergli grata per averla liberata di un peso. Come faceva a sapere di lei e Draco?
- Va’ all’inferno, Henrie! - gridò senza riuscire a trattenersi. – Expelliarmus!
Lui parò il colpo.
- Stupeficium! - disse Severus, intervenendo, essendo riuscito a rimettersi in piedi.
Henrie intercettò l’incantesimo, parò anche quello e poi rispose. – Crucio! –
L’incantesimo colpì Piton. Lui si inginocchiò a terra reggendosi la testa e ansimando dal dolore. Era abituato alle torture, si era allenato per resistere, ma Henrie era diventato più potente nel periodo che aveva seguito la sua liberazione da Azkaban. La potenza di ogni attacco era triplicata, aveva avuto il tempo di potenziare ogni singolo incantesimo perché divenisse un’arma letale, per questo anche un Sectumsempra era diventato letale.
- Questo è il trattamento che riserviamo ai traditori, Severus. – ringhiò, aumentando ulteriormente la potenza dell’attacco.
Lily tentò di avanzare per fermarlo, ma un muro invisibile la bloccò. Ma cosa…? pensò.
L’aveva intrappolata, da lì non avrebbe potuto fare nulla per il padrino. Henrie aveva eretto un muro invisibile per essere al sicuro.
- No! Lascialo stare! – gridò Lily, rivolgendosi al Mangiamorte, sferrando pungi alla barriera trasparente per tentare di superarla o indebolirla.
- È un traditore. È ciò che si merita, proprio come te! – esclamò e scagliò la maledizione anche contro di lei, poi sorrise, compiaciuto. I suoi incantesimi potevano attraversare la barriera, ma se qualcuno avesse provato ad attaccarlo ne sarebbe uscito illeso.
Lily venne sbalzata all’indietro e cadde sulla schiena un’altra volta. Gemette, ma riuscì a rimettersi in piedi pur sentendo dolori ovunque.
- No! – ringhiò Severus. Si alzò reggendosi sulle braccia, ma il muro continuava a separarli.
Henrie lasciò che facesse qualche passo verso la giovane, dato che si trovava esattamente di fronte a lei.
- Lily, vattene! – le ordinò Piton, ma il tono era quasi implorante.
- No! Non ti lascio qui! - ribatté lei, poggiando una mano sulla barriera. Non poteva abbandonarlo, Black l’avrebbe ucciso.
- Vattene! - ripeté lui, in tono più fermo – Trova Teddy! –
Lily stava per ribattere, ma il Mangiamorte li interruppe. – Oh, ma che carini. – si intromise ghignando.
I due si voltarono verso di lui che intanto stava avanzando verso il pozionista.
- Sai, dovrei ucciderti per questo. - disse rivolto a Piton.
Severus non capì. Inarcò un sopracciglio, ma non parlò.
Il Mangiamorte continuò. – Avevi già tentato con Marion. La amavi, me n’ero accorto. E adesso lei. – scosse il capo, indicando la ragazza.
Lily assisteva incredula alla conversazione. Lui credeva che lei e Severus…?
- Non sono affari tuoi. -  ribatté il pozionista con voce calma e melliflua.
- Invece sì. Dopotutto è la mia figliastra. – gli fece notare, con un sorriso beffardo. – Chissà cosa pensavi di poter fare con lei. – rifletté con un tono falsamente preoccupato. – Ti ucciderò e dovrai soffrire. –
- Da quando ti importa di me? – sbottò Lily, ancora bloccata aldilà della barriera.
- Da sempre, tesoro. E non mi piace che frequenti quest’uomo. – concluse – Crucio! – gridò.
E Severus cadde a terra di fronte alla figlioccia, contorcendosi dal dolore. Gli sfuggì un gemito di dolore.
- Crucio!
Altro dolore. I muscoli in fiamme, la testa pesante e pronta ad esplodere.
- No! - gridò ancora Lily – Ti prego, fermati! – No, Severus! pensò Lily disperata. Professore, la prego faccia qualcosa, implorò sperando che Silente la sentisse. Come poteva stare a guardare mentre torturava il suo migliore amico?
Non posso fare nulla, bambina mia. Mi dispiace, rispose il preside, l’amarezza nella sua voce perfettamente udibile.
Lily non sapeva che fare. Gli incantesimi non potevano toccare Henrie dato che sarebbero rimbalzati contro la barriera colpendo lei o dissolvendosi.
Avrebbe dovuto implorarlo. Promettergli che l’avrebbe lasciato andare se avesse risparmiato Severus. Era l’unico modo per uscire da quella situazione, ma sapeva bene che il patrigno avrebbe rifiutato perché avrebbe potuto ucciderli entrambi e scappare in ogni caso.
Adesso capiva come si erano sentiti suo padre, Severus e Sirius quando necessitava della cura per sopravvivere. Pronti a tutto, pur di salvarla dal triste destino che l’attendeva.
Cominciò a riflette così velocemente che sembrava che i pensieri si fossero aggrovigliati gli uni agli altri nella sua mente, annebbiata dalla paura e dal dolore.
Pensa, Lily, pensa, si disse. Cosa voleva Henrie, più di ogni altra cosa? Vendetta, si rispose quasi immediatamente. Vendetta verso coloro che avevano tradito l’Oscuro Signore, che ne avevano determinato la caduta. Ma c’era qualcosa che voleva più di ogni altra.
Far soffrire Severus, Sirius e Remus. Suo fratello, il traditore della famiglia Black e i due professori che amavano Marion e che gliel’avevano portata via prima che potesse mettere in atto i suoi piani. Forse se si fosse offerta al posto di Severus, Henrie avrebbe accettato. Avrebbe comunque potuto vendicarsi. Voleva farla pagare ai traditori e lei aveva mentito a Voldemort e ai Mangiamorte facendo credere loro di essere dalla loro parte, quando invece aveva fatto il doppio gioco per tutto il tempo.
Sì, quello era l’unico modo. L’unico modo per fargli ottenere ciò che voleva.
- Lascialo in pace, Henrie! – sbottò sull’orlo delle lacrime. – Uccidi me! –
Henrie smise di torturare Severus, che rimase a terra, respirando pesantemente e portandosi le mani alla testa per tentare di mantenere la lucidità.
- Come? - domandò Black, sorridendo.
- Uccidi me. - ripeté lei. – Lascia andare Severus e uccidi me. –
Lui, in risposta, mosse la bacchetta e il muro invisibile crollò con un rumore simile a quello del vetro che si infrange sulla pietra. – Che proposta allettante. – rifletté avanzando verso di lei. – Perché dovrei accettare? –
- Perché vuoi vendetta. – spiegò lei – Quindi prendi me. Fa’ di me ciò che vuoi. – disse mentre lacrime silenziose scendevano lungo le sue guance pallide.
- È vero. - ribatté lui. – Voglio vendetta e torturare te sarebbe il modo migliore per ottenerla, soprattutto considerando quanto Mocciosus e i suoi amici tengano a te. Però, pensandoci… – scosse il capo e poi si voltò come se volesse andarsene.
Lily avrebbe voluto raggiungere Severus, che intanto si era alzato reggendosi sui gomiti, ma rimase immobile, pronta a tutto.
Henrie si voltò nuovamente verso di lei e sorrise malignamente. – Hai ragione. Voglio che soffrano. – confermò nuovamente – Crucio. – disse pacatamente puntandole contro la bacchetta.
Lei cadde a terra e si contorse in preda agli spasmi.
Lily, non lasciare che ti faccia del male. Reagisci. Combatti. la incitò Silente.
Non ce la faccio. Non posso più a combattere, professore, ribattè lei, se lo facessi ucciderebbe Severus.
Devi provarci. Per tua madre, per Remus, per Severus, per tuo fratello, insistette, non permettergli di farti questo.
Lily tentò di opporsi alla maledizione. Tentò di respingere l’incantesimo, ma non ci riuscì.
Severus tentò di mettersi in piedi. – Lasciala stare! – ringhiò.
- Incarceramus! - Henrie con un colpo di bacchetta lo rispedì a terra, poi si voltò verso la ragazza – Crucio! – disse ancora.
Quando il dolore si spense, Lily si voltò verso il padrino respirando a fatica.
Piton stava tentando di liberarsi, ma con scarsi risultati.
Poi, prima che lei potesse reagire, alzando la bacchetta per scagliare un incantesimo, Henrie le si avvicinò, avvolse il suo collo pallido con una mano e la immobilizzò, spingendola contro il tronco di un albero. – Come ho già detto, proposta allettante. Ma, ripensandoci… No, grazie, dolcezza. – poi la lasciò andare, spingendola a terra, si allontanò, rivolse un ultimo sorriso a Severus e scagliò l’incantesimo. – Sectumsempra! –
Piton venne colpito, proprio come Draco, dritto al petto. Prese a respirare affannosamente, il corpo scosso da convulsioni potenti.
- No! - il grido della ragazza lacerò l’aria. In quell’unico momento di distrazione, Lily recuperò la bacchetta caduta tra le foglie e gli aghi di pino, si avvicinò a Henrie tanto da essere sicura di colpirlo e poi pronunciò la formula con tutto il fiato che aveva in gola. – Incarceramus! –
Henrie venne imprigionato da funi spesse e pesanti e cadde a terra sotto il loro peso. – Non si dovrebbero colpire le persone alle spalle, lo sai? – disse, ridendo, rivolto alla ragazza.
- Sta’ zitto! - sbottò lei, puntandogli la bacchetta al petto. – Tu non sei una persona, sei un mostro! –
- Cosa vuoi fare? – la sfidò. – Uccidermi come hai ucciso tutte quelle persone durante la guerra? Torturarmi fino a farmi morire di dolore? – la sfidò. – Accomodati. –  
Lei esitò. Severus ha bisogno di me. Morirà se non lo aiuto immediatamente. Ma devo vendicare Draco e mia madre e… e non sono come lui, si disse alla fine. Aveva già ucciso troppe persone, troppe ombre la tormentavano ogni notte nei suoi incubi e non voleva che quella di Henrie si aggiungesse ad esse.
- Stupeficium. – fu l’unica cosa che disse. Una luce bianca colpì l’uomo, che perse i sensi e rimase immobile. L’avrebbero fatto rinvenire una volta arrivati ad Azkaban. Lei, senza perder tempo, corse verso il padrino. – Sev! – disse e quando vide i danni provocati dall’incantesimo impallidì. – Oh, mio Dio… no, ti prego, resisti. – implorò.
La veste nera dell’uomo era impregnata di sangue. Il viso pallido era sudato, il respiro affannoso, il corpo scossa da piccoli spasmi repentini e i suoi occhi stanchi, facevano ormai fatica a rimanere aperti.
- Li…ls… - bofonchiò lui.
- Non muoverti. - gli disse lei. Slacciò il mantello, poi la camicia e osservò le ferite. Aveva perso troppo sangue, erano troppo profonde. Proprio come quelle di Draco. Non era riuscita a salvare il suo amico prima, come poteva sperare di salvare il padrino? Non aveva nemmeno la Giratempo per poter impedire che tutto accadesse. Non lo lascerò morire. Non posso perdere anche lui, si impose.
- Sev, ti prego resisti. - lo implorò. Le lacrime premevano contro i suoi occhi e le appannavano la vista. Ne asciugò alcune con il dorso della mano e poi prese la bacchetta. La passò sul petto dell’uomo. – Vulnera Sanentur. – ripeté più volte – Vulnera Sanentur. –
- Lils… - disse lui, prendendole la mano. – Mi dis… piace… –
- No, Sev. Tieni le scuse per dopo. - disse lei, per convincersi del fatto che il padrino non sarebbe morto. – Risparmia le forze. –
- Lily! - gridò una voce dietro di lei. Lei si voltò e vide Sirius avvicinarsi di corsa. - Oh, mio Dio… - sussurrò lui quando vide il pozionista, steso a terra in una pozza di sangue. – Severus. –
- Sirius, ho bisogno dell’Essenza di Dittamo. - disse, voltandosi e tornando a studiare il petto del padrino. Non sentendo suo zio muoversi, si voltò nuovamente per incalzarlo. – Adesso. –
Black annuì. – Vado da Kingsley. – e si Smaterializzò.
- Sev, ti prego, devi resistere. - ripeté lei, accarezzandogli il volto.
- Lils, va… tutto bene… - la rassicurò – Va… bene così… –
Lily scosse il capo. – No! Tu non ti sei rassegnato con me. Hai preso la cura e mi hai salvato la vita. – singhiozzò. – Non va bene così, non ti lascerò morire. –
- Lils… -  protestò lui.
- No, resisti. – si impose – Adesso è il mio turno di salvarti la vita. –
Lui accennò un sorriso stanco. – Sei la cosa… migliore che mi sia… capitata. – mormorò – Mi hai… salvato quando sei… - ansimò - …entrata nella mia vita… -
Lily si asciugò le lacrime con il dorso della mano. – No, Sev, tu hai salvato me. – fece notare – Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Sei la mia famiglia, mio padre, il mio migliore amico. Sei tutto per me. – gli scoccò una bacio sulla fronte. – E devi vivere per me. –  
Un sonoro TAC! annunciò il ritorno di Sirius. L’uomo porse una boccetta alla nipote, che cosparse il suo contenuto sul petto del padrino. Le ferite cominciarono a rimarginarsi lentamente. Troppo.
Piton ormai respirava a fatica e aveva quasi perso i sensi.
Lily continuò ad accarezzargli una guancia con la mano, continuando a sussurrargli che sarebbe andato tutto bene e che ce l’avrebbe fatta.
Con quella sensazione di calore, gli occhi di Severus si chiusero. L’oscurità lo avvolse e gli sembrò di cadere in un profondo pozzo nero.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Ecco a voi il 36esimo capitolo!
È molto triste, lo so, ma comunque ne sono soddisfatta.
La storia sta giungendo al termine. Credo che non supererò i 40 capitoli…
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Inoltre, per Capodanno, non pubblicherò fino al 02/01/2014, perciò, a giovedì!
Un bacio, e buon anno a tutti!
Eli
[Revisionato l’11/06/2015]
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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