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Autore: Martaxoxo    29/12/2013    5 recensioni
“Ma che stiamo facendo…” dice lui mentre mi toglie la maglietta e mi bacia con passione.
“E’ sbagliato Zayn” dico io mentre gli tiro giù la zip dei pantaloni.
“E perché stiamo continuando sapendolo?” dice lui tra un bacio e l’altro
“Perché ci piace Zayn” dico io col fiatone prima di finire sul letto con il mio migliore amico da una vita.
E non per dormire questa volta.
“Le cause perse sono la mia passione” dico mentre lei distoglie lo sguardo per mettersi a fissare il paesaggio di nuovo.
“Ti odio Harry, prima di te la mia vita era così semplice. Così giusta! Ed ero dannatamente innamorata di Zayn. Poi sei arrivato come una cometa nel mio cielo scuro, e mi hai illuminato così tanto che, quando te ne sei andato dal mio cuore non riuscivo a vedere più le stelle, quelle stelle che mi erano sempre parse luminose. E non riuscirei mai a vivere senza di te.” Dice lei mentre delle lacrime le rigano il viso.
“Mi piace, l’odio è una passione così forte, passionale” dico io mordendomi il labbro.
Martaxoxo
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN THE HABITUAL PLACE, AT THE HABITUAL TIME
"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
Si buttano nel mare e si tuffano nel cuore
E poi cosa succede... No si sa"

 

 
“Ti rendi conto che tutto questo non ha alcun senso Marta?” mi chiede Harry per la millesima volta nel tardo pomeriggio.
Discutere è davvero snervante e io non ho voglia di cambiare d’umore per un semplice incomprensione.
Prendo un marron glace dal vassoio d’argento sul tavolino.
Montecarlo, seppur città bellissima, a dire il vero mi ha un po’ stancata.
Manca qualcosa forse, o qualcuno.
Scaccio via i pensieri e lancio uno sguardo scocciato al riccio di fronte a me.
“Sei solo nervoso Harry, è uno stupido ballo…” dico scostante mentre metto in bocca il dolcetto.
“No! Sono solo razionale! A che ti serve una stupidissima festa quando possiamo starcene tranquilli in Hotel!” chiede esasperato, forse proprio dalla mia troppa calma, stringendomi una mano.
“Harry… “ grugnisco io altrettanto stanca della discussione. “Mi chiedo dove sia andata la tua voglia di divertirti! Sei sempre stato un tipo da feste ricordi?!” dico io cercando di fargli ricordare il divertimento delle feste del college.
“Non è detto che non ci si possa divertire in hotel…” dice lui in risposta sorridendo sghembo.
Che pervertito. Accolgo la sua allusione alla notte precedente cercando di rimanere calma e di non arrossire.
E’ sì, perché anche io, Marta Willson, arrossisco. Credo che Harry sia l’unico ragazzo al mondo capace di farlo.
Neanche Zayn ne è mai stato capace, ma con lui è tutto diverso.
D’altronde come potrei arrossire davanti ad un ragazzo che conosco da tanto, tantissimo tempo.
Ci ho fatto le cose più imbarazzanti.
Harry è del tutto diverso, con lui anche una stretta di mano veloce e calda può essere causa di un arrossamento imbarazzato delle mie gote.
Zayn invece ha un tocco diverso, più passionale, freddo, ma freddo solo nel senso letterale.
Lui ha la pelle fresca al tatto, così dura.
“Quello che è successo ieri non succederà di nuovo, neanche se stessimo in hotel per il resto dei nostri giorni” dico sincera cercando di non ferirlo.
“Ok, ci andremo. E io mi cercherò una ragazza che sappia darmi certe soddisfazioni corporee che tu non mi vuoi dare…” dice lui prendendo l’occasione per farmi una linguaccia scherzosa.
“Non lo faresti mai Harry…” dico io cercando più di convincere me stessa che il riccio.
“Vero” afferma lui avvicinando le sue mani ai miei fianchi e spingendomi sul tavolino.
“E tu lo sai” mi sussurra sensualmente all’orecchio destro causando in me una serie di brividi.
Mentre le sue labbra si avvicinano alla mia scollatura io infilo una mano nei suoi capelli.
Lo amo così tanto da farmi male.
“Spero che questa storia finisca presto perché ho voglia di vivere la mia vita, senza dover scegliere.” Dico io a me stessa.
“E io invece spero solo il contrario” dice lui guardandomi negli occhi con i suoi verde prato.
“Ma questa situazione fa schifo!” protesto io mentre lui stringe le mani sui miei fianchi.
E’ così sexi che… allontano i pensieri dalla mia testa.
“Mi piace farti cadere in tentazione” sussurra sulle mie labbra per poi premerle contro le sue per un bacio passionale.
Rimasti senza fiato dopo un bacio del genere ci guardiamo negli occhi.
Mi alzo dalla mia seduta temporanea e me ne vado dalla stanza.
“Non cadrò tra le tue braccia così, troppo facile Styles” dico sorridendogli prima di sbattere la porta e lasciare un Harry Styles insoddisfatto ma adorante rivolto verso il tavolino vuoto sul quale i marron glaces sono rovesciati.
 

Mi sistemo il farfallino per l’ultima volta davanti allo specchio prima di lanciarlo con un gesto rabbioso sul letto vuoto.
“Odio questa situazione!” sussurro con rabbia guardando il mio riflesso e rinunciando del tutto ad indossare il farfallino.
“E io odio il modo in cui ti stai comportando!” dice Cassandra perfettamente vestita e truccata.
“E’ tardi vero?” dico io guardandola e cercando di sembrare più serio possibile mentre osservo il suo abito nero abbinato a quello del suo cane orripilante.
“No, siamo in perfetto orario, ora, se ti svegli, possiamo andare.” Dice lei accarezzando il cane e sistemandosi la coroncina argentata.
“Ok, sei proprio sicura che lei…” cerco di dire io venendo interrotto dalla sua vocina acuta.
“Ma allora sei proprio scemo! Sì! Sono arcisicura che lei verrà! E sono anche supersicura che sarà favolosa!” dice scocciata dalle mie continue domande.
Sia avvicina a me con in mano il farfallino e me lo mette intorno al collo slacciato.
“Sei troppo bad-boy Malik” sospira davanti alla mia figura in smoking mentre io mi guardo dubbioso allo specchio.
“A me sembra di essere travestito da pinguino…” sussurro mentre vengo trasportato di peso dalla furia della bionda che mi conduce fin giù dalle scale.
Il red crapet non è come me lo sono sempre immaginato.
Bastano pochi scatti solitari per giungere alla porta d’entrata del salone di marmo del palazzo.
La gente vortica intorno chiacchierando, tutti agghindati, tutti così impettiti.
Eppure mi sento quasi nel mio ambiente, quasi.
Chiacchiero con qualche amico di Cass e incontro qualche ministro francese che mi rivolge stupide domande sulle mie proprietà all’estero… o qualcosa del genere.
^Questa festa è una palla…^ penso mentre mi concedo un calice di champagne e guardo alcune coppie che volteggiano sulla musica di un valzer.
Mentre cerco un posto appartato la cerco.
Ma non la trovo, le mie mani si congiungono dietro la schiena mentre cerca qualcosa da fare.
“Jawaad!” sento qualcuno che mi chiama.
Mi giro trovandomi di fronte mia zia Charlotte.
“Quale piacere zia!” esclamo mentre le sorrido dolcemente.
“Trovi la festa di tuo gradimento?” chiede vedendomi piuttosto impacciato e annoiato tra la folla.
“Sì, stavo solo cercando una persona… ma credo che stasera non la vedrò” mi lascio scappare mentre il mio sguardo si incupisce leggermente alla dura realtà.
“Oh Zayn, vedrai che arriverà! Posso chiedere di chi si tratta?” chiede curiosa Charlotte mentre cerca di rincuorarmi.
“E’ una ragazza, la mia ragazza… o meglio… ex-ragazza” dico confessandomi alla zia.
“Oh, dolori di cuore. Stai a sentire, se non arriva vai tu a cercarla! Credo che sarebbe opportuno date le circostanze.” Dice lei consigliandomi.
Forse zia ha ragione, dovrei solo svegliarmi un po’, darmi una mossa.
La amo! Non posso aspettare ancora!
“Vado a cercarla allora. Grazie!” dico io mentre qualcosa in me si smuove.
Sono stato un emerito cretino, mi sono rinchiuso in me stesso e in un palazzo per nulla! Avrei potuto fare di più.
Lei mi ama, forse.
E il forse mi basta così tanto che, mentre mi giro verso il portone principale e vedo una chioma scura entrare sola nella grande sala non ho nessun dubbio.
La amo.
Io amo Marta Willson.
E mentre lei tira un apparente sospiro rivolto verso di me e mi sorride mordendosi il labbro mi rendo conto che mi ama.
Lei ama me.
Marta Willson ama indubbiamente me, Zayn Jawaad Malik.
E non mi importa niente di Styles.
O di lei e Styles.
O di quello che lui ha detto o ha fatto a lei.
Mi avvicino lentamente a Marta.
“Ciao” dico una volta vicino.
“Ciao” dice lei abbassando lo sguardo.
“Scusami Marta, è tutta colpa mia.” Dico cercando di vedere la sua reazione e trovandola sorpresa, sorpresa dalle mie parole.
“La metà della colpa è mia Zayn.” Dice lei sincera.
Colpa.
Come può una ragazza del genere avere colpa di qualcosa.
“Effettivamente non è stata carina neanche la tua reazione” dico io ridacchiando e cercando di sdrammatizzare.
“Già…” dice lei riabbassando lo sguardo.
Alzo il suo mento con una mano e per un attimo la guardo negli occhi.
Poi prendo la sua mano e la stringo con la mia, facendola sorridere e abbassare la testa verso destra.
“Vieni con me” le dico sperando che si fidi.
E lei si fida.
“Ovunque Zayn” mi dice guardandomi negli occhi.
 

Le luci sfavillanti di Montecarlo sono davanti a noi come a ricordarci qualcosa, incessantemente.
Sembrano quasi stelle.
Grandi stelle luminose che si muovono, o stanno immobili nel buio.
Un buio rischiarato solo dalle stelle, quelle vere e quelle finte, e dalla luna.
Forse, pensa ad un tratto, forse è proprio al buio che la  mia anima avrà il coraggio di ricomporsi.
Al buio si è fatta a pezzi da sola, d'altronde.
Guardo Zayn che sta al mio fianco, in smoking e guarda l’orizzonte.
Sembra agitato, e Zayn non l’ho quasi mai visto agitato.
“Mi sei mancata” dice senza guardarmi negli occhi.
Io rivolgo lo sguardo verso di lui per poi tornare all’orizzonte buio e forse sconfinato.
“Ti sono venuta a cercare Zayn… Non sono qui per caso.” Dico cercando di non interrompere la mia voce con uno dei singhiozzi piangenti che potrebbero comparire da un momento all’altro, insieme alle lacrime.
“Tu… Tu… Come hai fatto a…” cerca di domandare lui continuando a non guardarmi negli occhi, come del resto faccio io.
“Il destino” mi esce dalla bocca sicura.
Già, solo il destino poteva farci rincontrare.
“Il destino non esiste Marta… E’ solo una stupida parola per giustificare scelte mancate, o scelte sbagliate. Se reputi la tua scelta sbagliata dillo subito.” Dice lui cercando il mio sguardo e voltandosi verso di me.
Io gli prendo una mano, quasi a fermare i suoi stupidi pensieri.
E mi rendo conto che è stata solo una mia scelta.
Il destino non ha fatto un bel niente.
Ho scelto io di prendere quel volo, ho scelto io di rischiare tutto per il mio tutto.
Zayn, il mio tutto.
“Hai ragione Zayn… Ho fatto la scelta giusta. Forse una delle poche scelte giuste negli ultimi tempi” dico pensando a tutte le cose sbagliate, alle azioni avventate, ai gesti stupidi e affrettati, alle parole sbagliate e negate ingiustamente.
“L’importante è che tu sia qui. Ora” dice lui sincero mentre mi guarda con quegli occhi perfetti, quegli occhi nocciola che potrebbero essere il mio nascondiglio segreto, il mio posto sicuro.
“Sono stata davvero una pessima ragazza” dico io sospirando davanti alla visione di quel ragazzo perfetto.
“Io sono stato un pessimo ragazzo Marta, avrei voluto con tutto il cuore venire a Miami con te, ma ero impaurito dai miei sentimenti Marta…” dice lui sistemandosi il ciuffo nervosamente.
“E io avrei dovuto perdonarti subito quel giorno, ma ero altrettanto spaventata, forse da me stessa, o da i tuoi sentimenti. Non lo so.” Dico io cercando di non piangere, sarebbe da stupida.
“Non avrei dovuto rinunciare così presto a parlarti seriamente, tanto per finirla qui.” Dice leui ridacchiando davanti a tutti quegli sbagli, compiuti da entrambi.
“La cosa più stupida è stata quella di farsi ingelosire con quella stupida tattica da film” dico io riferendomi a Harry.
Harry solo una tattica.
Bhe, lo era all’inizio, solo un amico, neanche il migliore.
“Già, stupide tattiche amorose…” dice lui ridacchiando e facendo ridere anche me.
“Io ti devo dire una cosa, prima che tutto questo momento delle confessioni si concluda” confesso io, è ora di parlare.
Del resto tutti, una volta nella vita abbiamo mentito.
E per un attimo sono sul punto di farlo ma non sarebbe giusto, per niente.
“Dimmi” dice lui serio.
Le parole mi si mescolano in testa.
Non so che dire.
“Ti amo Zayn ma…” dico venendo interrotta da lui che, turbato cerca di dire qualcosa
“C’è sempre un dannatissimo ma…” dice passandosi una mano tra i capelli folti e scuri.
Già, forse sono io che aggiungo tutti questi ma, che poi sono così inutili…
Forse dovrei semplicemente godermela e fare quello che mi dice il cuore.
Ma il cuore mi dice anche di non fare del male alle persone che amo, e io amo Harry e Zayn.
“Ma amo anche Harry” dico senza dubbi e senza sfumature nella voce.
E sembrarà strano, ma, è più difficile dirlo.
Rispetto a quando ho detto a Harry di amare anche Zayn, intendo
E’ più difficile.
Mi sento quasi mancare quando sento quelle parole, le mie stesse parole.
E non so neanche perché.
Forse è perché le pronuncio per la prima volta, ma le ho sempre pensate, le ho sempre conosciute.
Ed è come se volessi imprimere quella sensazione nel mio cuore, oppure è semplicemente il mio cuore che lo fa per me.
Come a ricordarmi qualcosa.
Scaccio via i pensieri che mi annebbiano la testa.
Zayn è distrutto, completamente, lo vedo da come guarda l’orizzonte, non lo guarda nell’insieme, lo guarda luce per luce.
Cerca qualcosa.
E ad un certo punto si ferma, si ferma con lo sguardo, come se si fosse accorto che sono ancora lì, che non deve cercarmi.
“Sai Marta, fin dall’inizio, quando ci siamo conosciuti, ho sempre saputo che saresti diventata speciale” parla con chiarezza, dolcezza e calma. Posa lo sguardo su di me spostandolo dall’orizzonte. “Fin da quel giorno, penso che fossimo nei primi di settembre, all’inizio del semestre. Forse due o tre giorni dopo l’inizio dei corsi. Mi ricordo ancora quando ti vidi entrare nel caffè, avevi addosso un paio di occhiali da sole veramente giganteschi, ed erano rosa.” E qui ridacchia, facendo ridere anche me. Anche in un momento del genere.
“Li avevo rubati a Sylvia, li misi perché avevo appena pianto, non mi ricordo neanche perché, ora che mi ci fai pensare” dico io ridacchiando ancora. Mi sento così calma, forse è per via dei ricordi.
“E presi una di quelle enormi ciambelle al cioccolato. Non c’erano posti liberi e ti sedetti davanti a me dopo una richiesta che sembrava più un grugno. Eri veramente incavolata nera. Incominciammo a parlare e il tempo passava così velocemente che ti dovetti togliere gli occhialini perché fuori era quasi calato il sole.” Semra che anche lui sia calmo, ridente.
Eppure gli ho appena detto..
“Non ti scordai mai più” dice poi prendendomi una mano e stringendola forte.
“E quando venimmo ammessi entrambi a Princeton, eravamo così felici!” dice poi sorridendo.
“Ti ricordi quando organizzai una festa in piscina e ci scordammo di invitare la gente? Mangiammo tutte le patatine e ci annegammo in fiumi di birra.” Dico io ridendo a crepapelle.
“E quando andammo a fare shopping da Victoria Secret?! Io facevo finta di essere il tuo Gay-Shopassistant! Ahahah!” mi ricorda lui ridendo.
“Ma il ricordo più bello fu quella notte, il ricordo più bello di tutti Marta…” conclude lui ancora sorridendo.
“Quando mi corsi tra le braccia piangendo, fu la notte più bella della mia vita. Te lo giuro” continua lui.
“E anche la più sbagliata, e anche il giorno dopo fu dannatamente bellissimo e sbagliato allo stesso tempo.” Dico io sorridendo e avvicinandomi a lui.
“Direi che la nostra relazione era molto fisica.” Dice lui ridacchiando e facendomi ridere.
“Se… Se dovesse succedere un’altra volta. Intendo… Io e te.” Inizia poi un po’ imbarazzato continuando “voglio portarti fuori a cena, portarti al luna park e a fare un picnic. Cose così. Come quelli veri.” Conclude sorridendo.
Sembra uno di quegli innocenti bambini che ti fanno promesse carine, carinissime.
“Ma dai, te li vedi Marta e Zayn che si tengono per mano? Ce li vedi Marta e Zayn scambiarsi effusioni al parco?” dico io sincera.
“Già…” sospira lui.
“Ci si può amare comunque, Zayn. Ci si può amare anche senza quelle cose stupide e da film. Ci si può amare anche se il sole non splende sempre!” dico io con forza mentre stringo la sua mano.
“Ci si può amare anche sotto un temporale, anche senza ombrello. Perché le persone migliori, Zayn, sono quelle che ballano sotto la pioggia. Non quelle che stanno in casa aspettando che tutto finisca.” Dico emozionata.
“E se anche per noi fosse così? E se anche noi fossimo in un temporale? Se tu ti stessi solo riparando sotto Styles e io dentro me stesso?” chiede lui egualmente emozionato. Parliamo con passione, parliamo come abbiamo sempre agito.
“Fai in modo di far cadere a terra quell’ombrello, ma prima esci da quel nascondigli segreto che ti sei costruito da solo.” Dico io mentre gli tengo ormai strette entrambe le mani. Sembro implorarlo.
“Lo sto cercando di fare Marta!” esclama lui stringendomi le mani.
“Ma devi fare qualcosa anche tu! Una relazione non è basata su una sola persona.” Dice lui prima di abbracciarmi, abbracciarmi forte e incastrare la sua testa tra la mia spalla e il mio collo.
Forse ha ragione.
Non posso dare retta a tutti i miei impulsi emotivi, devo stare in me.
“Marta? Ah, sei qui.” Sento una voce che mi chiama alle mie spalle.
“Te la restituisco subito” dice calmo Zayn mentre si snoda dall’abbraccio e si volta dall’altra parte, sorpassando Harry, andandosene.
Si volta un’ultima volta, sorridendomi, sembra che, in quel momento, esistiamo solo lui e me, me e lui.
“So che hai viaggiato molto, ma fallo per me. Ci vediamo al solito posto, alla solita ora. Venerdì.” Dice prima di voltarsi di spalle ed andarsene.
“Che vuol dire?” urlo io dal balcone.
Ma lui non mi sente, o meglio, non ha tempo di rispondermi, o forse semplicemente sa che mi risponderò da sola.
“Al solito posto, alla solita ora. Venerdì.” Ripeto a bassa voce tra me e me.
“Andiamo?” chiede Styles rivolto verso di me.
“Che vuol dire?” chiedo rivolta verso di lui.
“Non so cosa vuol dire Marta. Ma prima di provare a capire il codice segreto di Malik prova a capire se vale la pena rituffarsi dentro una dannatissima eclissi.” Dice lui con rabbia.
Non l’ho mai visto arrabbiato.
I suoi occhi sono verde scuro, non il solito verde smeraldo.
E è meno caldo quando avverto il suo tocco sulla mia spalla mentesi appoggia, quasi a riprendere fiato.
E invece alza il viso verso di me e mi guarda, mi guarda come non mi aveva mai guardata.
Sembra che tutto il dolore del mondo sia nei suoi occhi, sembra che tutto quello che ha passato sia concentrato nei suoi occhi verdi.
“Non ti sei mai accorta, non ti sei mai scusata. Non hai mai pensato a come ci si sentisse essendo dall’altra parte?” dice con rabbia, pieno di tristezza annebbiante.
Ed ha ragione, ma tutte quelle emozioni, insieme.
Zayn.
Harry.
Zayn e Harry.
“Scusa” dico prima di voltarmi dall’altra parte e di correre via, via da tutti un’altra volta.
Forse sto diventando un po’ patetica.
E’ la terza volta che abbandono Harry senza parole.
Prima a Princeton, poi a Miami e adesso qui, a Montecarlo.
Sempre più triste.
E ora mi sento in colpa, con lui, con Zayn, con tutti quanti.
Persino con le mie sorelle che non c’entrano niente, le ho sempre disprezzate.
Forse mi merito tutto quello che mi sta succedendo.
Mi merito tutto questo dolore.
E non mi merito Harry, e neanche Zayn.
Mi merito solo le mie urla, le mie lacrime, il mio dolore.
Quando mi rendo conto di non sapere dove sto andando ormai mi sono persa, e sono persino un po’ felice.
Se mi sono persa magari anche il dolore non mi troverà.
E poi capisco che il dolore è parte di me.
E’ in me.
Il dolore sono io.
E mentre attraverso la strada non mi rendo neanche conto della macchina che mi viene addosso, mi coglie di sorpresa.
E chiudo gli occhi quasi felice.
Quasi sorridente.
Con il viso rigato di lacrime, ma sorridente.
E anche se mi fa male dappertutto e sento le voci che si allontanano sempre di più, l’ultima cosa che penso, non è il dolore.
“Al solito posto, alla solita ora” sussurro sentendo le sirene dell’ambulanza che si avvicinano in fretta.



Angolo Autrice
Dire che ho scritto il capitolo piangendo è un eufemismo. Mi communove ogni volta che lo rileggo, e mi faccio i complimenti da sola, lo dico quando mi piace qualcosa che scrivo. Odio le persone che non apprezzano mai nenache uno dei loro scritti. Ammetto che anche io a volte, come per la precedente os, mi deludo rileggendo, ma solo qualche volta.
Ora mi starete prendendo a fucilate dall'atra parte del computer scommetto.
Ma è uno dei capitoli più tristri della storia, perciò ve lo lascierò fare.
Marta mezza morta, alla fine, spero che non vi faccia pensare che la storia è terminata.
E' sul punto di fine, ma mancano ancora un po' di capitoli.
Come vedete, in questo, ho messo la solita divisione in sequesnze alla quale ormai mi sono abituata.
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Scena da Film
 
 

"Al solito posto, alla solita ora"
                  
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Martaxoxo
   
 
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