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Autore: Miiho    29/12/2013    2 recensioni
Questa Storia a capitoli è il seguito de "Il dolore di lei e la forza di lui".
"pochi attimi ed un’enorme sospiro se lo portò via da me."
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Manitoba Smith, Mike, Svetlana, Vito, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Strizzai velocemente gli occhi in attesa di riuscir a mettere bene a fuoco ciò che sembrava essere una piccola stanza dal dubbio gusto in fatto di arredamento, cioè voglio dire, una stanza che si rispetti dovrebbe avere come minimo un lettino abbronzante.
A proposito di lettino…se non ricordo male ero nel bel mezzo di una seduta, che diavolo ci fa uno come me qui!?
È da tempo ormai che quegli altri svitati mi tengono segregato in quello schifo di subconscio solo perche mi sono divertito un po’ con quella mozzarella di ragazza che si ritrova quel fesso di Mike, quindi il ritrovarsi all’esterno era una cosa che proprio non mi aspettavo,vorrà dire che ne approfitterò per sgranchirmi un po’.
Mi diressi verso l’armadio a specchio, notando che quello era probabilmente l’unico oggetto passabile all’interno della stanza.
Mi sistemai i capelli e abbassai ancora un po’ il punto vita dei jeans, non volevo mica assomigliare a quel rompi palle di Chester, e poi più carne si vedeva, più le pupe adoravano Vito.
L’unica a cui i mie favolosi pettorali non facevano effetto era  quella ballerina russa da strapazzo, se non fosse per quel suo snervante portatore di cappello che gli sta sempre addosso l’avrei già fatta mia da tempo.
Non che Svetlana fosse il mio tipo di pupa ideale, al contrario,  ma in mancanza d’altro ci si accontenta.
È dura la vita per un povero diavolo come me, ritrovarsi in una convivenza forzata fatta di soli uomini e una  sola misera ragazza, che tra l’altro è già impegnata.
Non ce da sorprendersi se quando esco faccio quel che più mi pare e piace!
Sarò anche una personalità alternativa, ma i mie bisogni sono comunque identici a quelli di tutti i ragazzi della mia età, se non addirittura più forti.
Parlando di bisogni…a quanto pare il mio sex appeal funziona alla grande, ovviamente.
Da quando sono arrivato la rossa non fa che fissarmi, magari si è finalmente accorta che io sono mille volte meglio di quello stecco fesso di Mike.
“ Yo mozzarella! Se continui a fissarmi finirai per consumarmi.”
Gli dissi rivolgendomi alla sua immagine riflessa nello specchio di fronte a me.
Mentre aspettavo una risposta che non si decideva ad arrivare, notai un particolare che mi fece voltare verso codini rossi.
Stringeva tra le mani quella che fino a pochi minuti prima doveva essere la maglietta indossata da Mike.
Ora si spiega la mia presenza qui, e a quanto pare è anche voluta.
Deve essere per questo che mi sento così piacevolmente leggero.
“No dico, ne hai impiegato di tempo per capire che il sottoscritto ti mancava eh?”
Dissi alla ragazza con un sorriso sfrontato che incorniciava il mio viso mentre mi tiravo all’indietro i capelli con la mano destra.
Era chiaramente scocciata, si capiva dallo sguardo inceneritore che mi stava lanciando mentre si incrociava le braccia tenendo sempre stretto quello stupido brandello di stoffa azzurro, tsk…che modi, prima mi chiama fuori e poi non mi rivolge nemmeno la parola, tanto valeva restare nella prigione mentale ad abbronzarsi!
Inizio proprio a spazientirmi, se ne sta li immobile come una bella statuina a fissarmi come se non avesse meglio da fare, non posso mica perdere tutto questo tempo prezioso per aspettare i comodi di una che nemmeno mi va a genio, per questo decido di avviarmi verso la porta e uscire da questa maledetta stanza decisamente troppo poco interessante per me.
Mi accingevo a girare il pomello della porta, ma dovetti fermarmi quando dopo lunghi minuti di puro silenzio, la rossa si decise a rivolgermi parola.
“Dobbiamo parlare.”
Disse con voce ferma e sicura.
Mi voltai di nuovo verso di lei, non era più a braccia incrociate, le aveva lasciate cadere lungo i fianchi ma mi guardava ancora con fare sospetto e pensieroso.
Tutto sommato non era male, aveva le curve al posto giusto, gli mancavano solo un colorito di due o tre toni più scuro e possibilmente al posto di quei orribili pantaloni, degli shorts molto più… short.
Avanzai veloce verso di lei spingendola contro la parete alle sue spalle, dove prontamente appoggia le mie mani impedendole cosi vie di fuga.
Mi avvicinai al suo orecchio leccandomi le labbra, mentre con voce provocante gli dissi:
“Hai ragione, dobbiamo parlare.”
 
****
 
 
Non sento più il mio corpo, nonostante tutti i miei sforzi non riesco a reggermi in piedi per più di qualche secondo e ricado impotente su quello strato rosa gelatinoso della mia mente, mentre gli occhi di Svetlana, Manitoba e Chester mi studiano cercando di trovare una soluzione al problema.
Che brutta sensazione trovarsi prigionieri del proprio subconscio e che strano pensare di non poter più controllare il proprio corpo.
Forse è così che si sentono le mie personalità, forse è per questo che hanno tentato in tutti i modi di prendere il sopravvento! Oh accidenti…mi sento come un cattivo padre che tiene confinati i proprio figli in un’angusta camera da letto fredda e senza colori, pronto in qualsiasi istante a punirli per ciò che hanno o non hanno fatto…niente giochi, niente divertimento, nessun amichetto con cui condividere gioie e dolori, niente domenica allo stadio, nessuna voglia di vivere, niente! Perche mi facevi questo…papà?
A distrarmi da quel pensiero fu il tocco delicato di Svetlana, impegnata ad asciugarmi delle lacrime che fino a quel momento non mi ero accorto di versare.
Alzai lo sguardo per poter incrociare il suo, lei è sempre stata gentile e premurosa con me, un sostegno non indifferente, mi ha aiutato a superare diversi ostacoli consigliandomi cosa secondo lei era più giusto fare.
“Oh tezoro azciuga quegli occhioni lucidi, non vale la pena ripenzare ancora a quei momenti!”
“Esatto! Non preoccuparti per noi Mike, non si sta poi cosi male qua dentro.”
Disse Manitoba leggermente arrossito guardando la ballerina.
Era chiaro che quei due non la raccontassero giusta, e se devo essere sincero mi facevano uno strano effetto…insomma, rimanevano comunque parte di me, è come se in un certo senso io fossi innamorato di me stesso.
Ma all’amore non si comanda giusto? Se sono felici loro, come potrei non esserlo io?
Ritornai a guardare la mia personalità aggraziata con lo scopo di togliermi una curiosità.
“Scusa Svet, ma come facevate a sapere a cosa stavo pensando? se non erro proprio te tempo fa mi dissi che quando stavamo qui nel subconscio, i pensieri restavano privati, non come quando siamo fuori che ognuno può sentire quello che pensa la personalità che ha il controllo in quel momento.”
Attesi una risposta che arrivò subito e con troppa prepotenza, di certo non era da parte di Svetlana.
Infatti voltandomi verso il suono di quella voce, vidi Chester che sbraitava come al solito muovendo a destra e a manca quel povero bastone.
“Possibile che non ci arrivi da solo testa di salame!?”
Forse avrei dovuto offendermi, ma in fin dei conti si trattava solo dell’arzillo vecchietto, quindi lo lasciai continuare.
“Secondo te noi da dove siamo usciti fuori, da un libro delle favole? Certo che no!”
“Io zi veramente…”
Intervenne Svetlana, che però indietreggiò subito armoniosamente dietro il suo avventuriero dopo aver visto lo sguardo decisamente poco simpatico che Chester gli stava riservando.
“Insomma signorinella! La storia della tua nascita la racconterai un’altra volta! Adesso non ho ne tempo ne voglia di sentirla, che diamine…dov’ero rimasto? Ah si! Ti stavo dicendo figliuolo che i momenti che riguardano la nostra nascita appunto, sono visibili a tutti proprio perche segnano un evento importante!”
Terminò il discorso dandomi soddisfatto tre colpetti alla testa con il bastone, ed istintivamente mi venne da alzare le mani verso essa, solo che la non ci arrivarono mai.
Con tutti quei discorsi mi ero dimenticato di essere completamente bloccato a terra, nemmeno avessi un macigno legato al collo.
Ma adesso non era il momento di perdere altro tempo, quindi guardai a turno tutte e tre le personalità, che a loro volta ricambiarono lo sguardo e inizia a parlare.
“Ragazzi dobbiamo fare qualcosa, Zoey potrebbe essere in pericolo!”
Non feci in tempo a terminare la frase, che vidi Manitoba chinarsi verso di me, prendermi in braccio e caricarmi sulle spalle e Svetlana che nel frattempo adagiava sulla testa dell’avventuriero il cappello che un secondo prima era caduto a terra.
Sistemato il tutto, Chester indicò con il bastone un sentiero che si trovava alla nostra sinistra, e senza perdere altro tempo, tutti e tre compreso me in spalla a Manitoba, iniziammo a incamminarci in quella direzione.
“Dove stiamo andando!?”
Chiesi impaziente all’avventuriero.
“Andiamo a salvare la tua Sheila.”






Salve Ragazzi!
Anche se con un po di ritardo, sono finalmente riuscita a pubblicare questo secondo capitolo, che spero con tutto il cuore sia di vostro gradimento!
sapete com'è...le feste, Natale, pranzi, cene, colazioni °-° si insoma, ero troppo impegnata a rotolare a terra da quanto avevo mangiato, che non ero assolutamente nelle condizioni psico fisiche di poter scrivere qualcosa! 

Approfitto di questa piccolissima parentesi, per farvi tantissimissimi auguri di buon Natale ( si ok, è passato da un po di giorni...ma sorvoliamo!) di buon anno nuovo, e se non ci risentiamo, anche per la Befana! :D
Detto questo, vorrei ringraziare la dolcissima Kirlia per avermi pubblicizzata in uno dei suoi capitoli Manlanosi *-*
Inoltre ringrazio anche tutti quelli che hanno trovato tempo per recensire le altre mie storie, e tutti quelli che invece le seguono! siete dolcissimi grazie *-*
Bene, mi sembra di aver detto tutto, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e miraccomando...non abbiate paura di essere cattivi, le critiche aiutano a migliorare!

Un bacione a tutti voi da Miiho :**
  
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