L’intervista
fu pensate. Iniziò alle quattro e si
concluse, tra una balla e l’altra, alle sei. Ma era possibile
che i giornalisti
si ostinassero a chiedere sempre le solite cose ? Tom
rientrò in albergo non
solo quindi stanco ma anche visibilmente scocciato perché
alla fine, si era
fatto tardi e Nicole non l’aveva vista. Si buttò
sul letto, fissò il soffitto
bianco e il suo cervello prese a muoversi formulando pensieri sulla
ragazza. Per
evitare di pensarci continuamente, domandandosi dove fosse in quel
momento,
cosa stesse facendo e altre seghe mentali da perfetto paranoico, cosa
che non
gli si addiceva, accese la televisione. Non trovò
nient’altro che film o troppo
sdolcinati o comunque telefilm in cui gli intrighi erano talmente
complessi da
non riuscire comunque a seguirli per distrarsi. Alla fine prese il
cellulare.
Nicole.
La
sentì per una settimana di fila. Tutti i giorni attorno alle otto di sera la chiamava e lei stava lì, aspettando, trepidando anche per un solo minuto di ritardo. Era troppo presa bene, gliene importava troppo e ne era terrorizzata. Lui d'altro canto,e ra troppo preso con il lavoro e per quanto si sforzasse, non riuscì , per via degli impegni, dalle interviste, dai set fotografici da una parte
all’altra
della città a vederla neanche per
un’ora. Poi il sabato sera, benchè fosse stanco, dopo
l’ennesima intervista di cui le aveva parlato,diede
inizio all'ennesima
telefonata.
“
pronto ? “ fece lei dall’altro capo del telefono
“
ciao sono Tom “ fece lui
Quel
suo maledetto cuore ora gli stava per schizzare
fuori dalle costole .
“
lo so, ho visto il nome … tutto bene ? “ chiese
lei
dolcemente
“
si, ehm … alla fine l’intervista l’hanno
tirata per le
lunghe “ disse lui con una specie di tono di scuse
“
fa niente, mica ho solo te da vedere “ fece lei
ridacchiando come se volesse fargliela quasi pagare per la settimana di
assenteismo.
“
peccato … quindi stasera sarai occupata “ fece lui
con
finta indifferenza
” aspetta che controllo sulla mia fitta agenda “
Aspettò
qualche istante. Giusto per tenerlo sulla corda.
“
sei fortunato “ esclamò infine
“
vieni in albergo da me ? “ domandò lui impaziente
Lei
esitò
“
a fare cosa ? “ chiese
“
quello che vuoi “ rispose lui cercando di sembrarle
calmo
Ci
fu un attimo di silenzio
“
a che ora Kaulitz ? “
“
boh, quando sei pronta. La camera sai qual è … “
“
Tom … “ ma non finiì la frase
Avrebbe
voluto chiedergli se aveva intenzione di fare
sesso con lei , avrebbe voluto chiedergli se , come mille altre prima
di lei,
sarebbe stata lasciata in un angolo del letto, sola, al freddo e senza
di lui,
se sarebbe stata solo una delle tante, piantate lì con la
luce del mattino. Ma
non riuscì a dire nulla. Non voleva forse neppure pensarci.
Non voleva pensare
al fatto di non poter più abbracciare Tom, di non poterlo
più baciare perché alla
fine il loro rapporto, si era esaurito così. In poco, in
niente.
“
cosa ? “ chiese lui
“
no, niente, ci vediamo dopo “
E
riappese.
Nicole
si guardò allo specchio. Per un’attimo le parse di
vedere riflesso con lei nella superficie anche Tom. Le parve di
vederselo
accanto, ma poi la sua sagoma svanì nel nulla. Si
guardò fissa . Non sapeva che
diavolo fare. Voleva stare con lui, stare con lui in quel modo, ma
l’idea del
giorno dopo la frenava. Perché essere così
dannatamente masochisti ? Fare l’amore
con Tom Kaulitz per cosa ? Per essere cacciate fuori il giorno dopo ?
Per
ricordare per il resto dei suoi giorni quanto maledettamente fosse
stato bravo
a sedurla e in seguito ad abbandonarla ? Andò sotto la
doccia e pensò senza
sosta mentre le gocce le scivolavano sul viso.
Fuori
il tempo era decisamente peggiorato. Grandissime
nuvole grigie avevano contribuito a rendere il cielo si un viola
inquietante. Tirava
vento e così Tom fu costretto ad alzarsi dal suo giaciglio
per andare a
chiudere la porta a vetri che sbatteva incessantemente. Ad un tratto
entrò Bill
di ritorno dalla camera di Gustav e Georg. Si sedette sul letto dove
Tom nel
frattempo era tornato a coricarsi. Gli diede due leggere pacche su una
gamba.
“
ehi “ disse
“
ehi “ fece eco l’altro svogliatamente
“
allora ? “ domandò Bill
“
allora cosa vuoi sapere ? “ arrivò al punto Tom
“
le tue prossime mosse “ disse il fratello
Tom
rise
“
sei un maledetto curiosone lo sai ? “
“
si ma mi racconti per favore ? “incitò
Bill
“
viene qui stasera “ fece Tom farfugliando con la bocca
troppo vicina al cuscino
“
quindi immagino di dover dormire di là, nell’altra
stanza “
trasse le sue conclusioni l’altro
“
boh, si immagino di si “ fece Tom
“
e se lei non ci stesse ? “ chiede ancora il moro
“
quanti casi di ragazze abbiamo avuto del genere ? ragazze
che venivano qui per non starci scusa ? “ fece Tom
“
se lei non ci stesse ? se venisse qui per altro ? “
insistette
Tom
“ la manderei a
casa ? “
era una domanda, non un
affermazione
“
non dire cazzate, mi stai dicendo che questa Nicole , a
cui giri attorno da giorni è una a cui vorresti togliere le
mutande, giocarci e
basta ? “
“non
ci metto molto a trovarmene un’altra che ci stia “
“
e comunque non ho detto questo … non ho detto che
… “
“
che ? “
“
niente, mi sembra di parlare con uno strizzacervelli “
“
peggio, io sono la tua coscienza, il tuo grillo
parlante” disse balzando in piedi e mettendosi in piedi sul
letto, con l’indice
accusatore contro Tom
“
e sai
perfettamente come lo so io, che anche se è passato poco
tempo da quando vi
conoscete, ne è anche però passato troppo
perché la
situazione evolvesse nel tuo solito modo …
sei in ritardo per – una notte e via - … avresti
dovuto, se quelle erano le tue
intenzioni, fartela
subito, ma chissà
perché stai ritardando il tutto… e
il numero di telefono, e il video, e la cena, e la settimana di
telefonate, e
stasera … e
lei si affeziona caro mio …
ogni giorno che passa con te, ogni giorno che ti sente …sono
troppe attenzioni
per una scopata soltanto, fratello … e
anche se ragioni con l’uccello, da qualche parte un cuoricino
ce l’hai pure tu …
“
“
cazzo hai finito ? “ chiese Tom brusco mettendosi
seduto
Bill
lo guardò torvo
“
hai capito o no ? “
“
si si, ora vai dagli altri che io mi faccio la doccia “
disse come se non avesse udito una sola parola . Bill non se lo fece
ripetere.
Sapeva tutto sommato di aver lasciato una piccola traccia nella testa
del
fratello. Tom si infilò sotto l’acqua . Fuori
oramai diluviava.
Erano
le dieci quando Nicole si trovò nel corridoio del
quarto piano. Prese il cellulare. Compose il numero di Tom.
“
ciao “ disse lei
“
ciao, ma dove sei ? “
“
qui fuori “
“
qui fuori dove ? “
“
nel corridoio esci ? “
Una
porta scattò in avanti alla fine del corridoio. Tom
comparve sull’uscio. Lui si voltò verso di lei e
la guardò per un’attimo. Lei
sorrise in automatico. Era così serenamente felice di
vederlo che in quel
momento, tutti i suoi dubbi, tutte le preoccupazioni su quello che
poteva
accadere quella notte, svanirono. Non gliene fregò
improvvisamente nulla. Lui
poteva fare di lei ciò che voleva. Non le importava
più di quanto avrebbe
sofferto. Era dunque così che cadevano tutte le donne di Tom
Kaulitz ? era
questo il loro ultimo pensiero prima di venire sconfitte
definitivamente tra le
sue lenzuola ? non gliene fregava neppure di questo. Rimase
per un attimo incerta su come agire.
Era passato del tempo, non troppo certo, ma si sentiva stranamente in
imbarazzo
nel trovarselo di fronte, di nuovo, così bello. Era del
tutto impreparata. Si
ricordò del riflesso nello specchio, nel Tom che aveva
immaginato e si rese
conto che la sua fantasia non gli rendeva affatto giustizia. Tom la
guardò .
Senza che lei potesse sentirlo, stava pensando ripetutamente una sola
frase di
poche grezze parole .
Quanto
cazzo è bella
Erano
ancora distanti mentre i loro cervelli
formicolavano in pochissimi secondi tutto questo. Ma la distanza venne
presto
annullata. Tom iniziò a camminare nella sua direzione, il
solito passo
ciondolante e lei invece gli corse quasi incontro. Quando furono
effettivamente
vicini lei gli gettò le braccia al collo. Dovette alzarsi in
punta di piedi.
Lui subito la strinse come se non avesse atteso altro.
Cacciò la testa nel
collo di lei. La baciò ed inspirò forte il suo
profumo. Gli era mancato e non
si era mai accorto di quanto. Poterlo sentire ancora, lì,
forte, muscoloso,
robusto, maschile tra le sue braccia le fece arrivare di botta talmente
tanta
adrenalina che per un attimo credette di esplodere. E lui la teneva
forte, la
cullava, la stringeva alla vita e intanto le baciava quegli angoli di
pelle,
rimanendo mite, calmo, come neutralizzato, placato dalla presenza di
lei. Che
strano effetto.
Sciolsero
l’abbraccio e lei gli prese il viso tra le mani.
Come al solito era bollente. Gli guardò per un istante le
labbra. Morbide, di
quel rosa perfetto e scintillante nell’angolo. Lo
baciò meglio che potè,
cercando che fosse uno di quei baci degni di nota, uno di quei baci che
sembrano quelli d’addio. Forse la parola giusta sarebbe
struggenti. Lui rimase
lì a prendersi quel bacio misto di paura, misto a passione
misto a timore di
doverlo far finire prima o poi. Quando si separarono Tom le sorrise
contento.
“
potevi bussare “ disse
“
così era più teatrale “ rispose lei
“
vuoi una cosa teatrale allora ? “
Nicole
sorrise ed esitò a rispondere
“
allora eccoti un ingresso di tutto rispetto “
Ignorando
le sue grida, Tom la caricò sulle proprie
spalle e la portò in camera
“
lo sapevo, sei una specie di gorilla “ disse ridendo
Tom
rise e la rimise coi piedi per terra una volta
entrati e chiuse la porta con un calcio.
“
che stavi facendo ? “ domandò lei cercando di
ricomporsi
“
niente, ho suonato un po’ , ho guardato la tv …
“
Lei
gironzolava e lui la seguiva e quando lei si girò se
lo trovò di fronte.
“
ciao Nick “ disse assolutamente sensuale
“
ciao Tom “ fece lei di rimando rimanendo perfettamente
all’altezza di quel seduttore
“
felice di rivederti “ fece lei baciandogli il collo,
poi la clavicola poi il petto
Tom
gemette appena
“
piacere mio, credimi “ rispose
Si
chinò su di lei e iniziò a baciarla. Le morse le
labbra e rimase ad accarezzare la sua lingua a lungo, profondamente,
senza
permetterle di respirare. Lei intrecciò le sue mani nei
rasta di lui, si
aggrappò con forza al suo collo, alla sua nuca e
continuò imperterrita a
rimanere succube di lui. Delle sue mani che la percorrevano
interamente, della
sua forza, con la quale la cingeva. Si sentiva in trappola ma nella
trappola
migliore del mondo. Lui era così caldo, aveva un
così buon profumo, quasi di
vaniglia, morbido, e la sua bocca. Dio, quella bocca ! Lo
guardò negli occhi
nocciola per un istante. Stava prendendo una via del tutto errata. Si
sarebbe
fatta molto male, lo sapeva, se lo sentiva. Si staccò da lui
e si sedette sul
letto. Impaurita da quello che aveva sentito agitarsi nel suo petto.
Tom le fu
accanto.
“
stai bene Nick ? “
“
si “ disse lei flebilmente
Lui
sembrava preoccupato e lei si avvicinò a lui posando
la testa sulla sua spalla, poi alzandosi e baciandogliela per poi
appoggiarcisi
di nuovo. Si presero per mano. Lei cercò di guardare
altrove. Sentita gli occhi
di Tom sulla propria guancia. Poi sentì le labbra di lui
sulla sua pelle, lo
schicco leggero dei suoi baci lungo la pelle, il calore della sua scia.
Poi lui
si alzò. Si mise a letto con la schiena appoggiata alla
testa. Stette lì ad
aspettarla e lei si mosse andandogli addosso, incapace di resistergli.
Si
accoccolò tra
le sue braccia. Lui le
baciò i capelli, dolcissimo.
Lei
si voltò e si baciarono ancora sulla bocca. Era
incredibile come venisse loro così puramente istintivo.
Stavano lì, vicini l’uno
all’altra e non riuscivano ad evitarlo.
“
allora cosa vuoi fare ? “ domandò lui
“
aggià “ fece lei “ la decisione spetta a
me “
“
del resto devo farmi perdonare no ? “ sorrise lui
rassicurante
“
poco ma sicuro “ disse lei “ se facessimo un giro ?
“
“
giro dove ? “
” non lo so, sei tu che sei vincolato nella tua cella
“
“
in verità non potrei muovermi dall’albergo ma non
credere che non abbia mai pensato ad un piano di fuga , sono peggio di
prison
break se voglio “
Nicole
sorrise, confortata dal fatto che anche lui
sembrasse non voler rimanere in quella stanza. Confortata dal fatto che
non
fosse tutto così scontato.
“
quindi ? “ chiede
“
andiamo da qualche altra parte ... “
La
prese per mano, si alzarono e andarono fuori dalla stanza .
hallo Leute ! volevo solo ringraziare tutti coloro che hanno letto fin qui : )
spero sempre che tutte queste cose che escono dalla mia testa possano essere almeno di vostro gradimento ^^ Sono le due di notte e fatti questi doverosi ringraziamenti, penso sia meglio che vada a dormire, prima che mi venga l'ispirazione e scriva ancora boiate fino alle tre :D A presto ! Baci ! Tschuss !!!