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Autore: polkadotz7    22/05/2008    1 recensioni
Le salì in testa una sola frase, un sol pensiero che disse, senza pensare .
“ se mi lasci io muoio , Tom “
Lui sorrise e le baciò i capelli, poi la fronte
“ allora non morirai mai “ disse tutto d’un fiato.
“ perché ? spiegami perché Nicole non può venire in tour con noi “
“ beh tanto per cominciare perché se si venisse a sapere le altre fan come minimo la lapiderebbero … lapidare vuol dire lanciare dei sassi contro un malcapitato , Tom …”
“so cosa vuol dire, grazie … senti David, dai, ti prego … ci tengo veramente tanto che lei ci sia … “
“ Kaulitz, se è un’altra delle tue infatuazioni da – devo svuotarmi le palle – scordatelo … ci sono già abbastanza voci che girano sul tuo conto , tra l’altro che secondo me che ti sopravvalutano … per cui …
sperando vi piaccia, un commentino è sempre gradito ^^
E' vietato introdurre nelle introduzioni HTML pesante.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’intervista fu pensate. Iniziò alle quattro e si concluse, tra una balla e l’altra, alle sei. Ma era possibile che i giornalisti si ostinassero a chiedere sempre le solite cose ? Tom rientrò in albergo non solo quindi stanco ma anche visibilmente scocciato perché alla fine, si era fatto tardi e Nicole non l’aveva vista. Si buttò sul letto, fissò il soffitto bianco e il suo cervello prese a muoversi formulando pensieri sulla ragazza. Per evitare di pensarci continuamente, domandandosi dove fosse in quel momento, cosa stesse facendo e altre seghe mentali da perfetto paranoico, cosa che non gli si addiceva, accese la televisione. Non trovò nient’altro che film o troppo sdolcinati o comunque telefilm in cui gli intrighi erano talmente complessi da non riuscire comunque a seguirli per distrarsi. Alla fine prese il cellulare. Nicole.

 

La sentì per una settimana di fila. Tutti i giorni attorno alle otto di sera la chiamava e lei stava lì, aspettando, trepidando anche per un solo minuto di ritardo. Era troppo presa bene, gliene importava troppo e ne era terrorizzata. Lui d'altro canto,e ra troppo preso con il lavoro e per quanto si sforzasse, non riuscì , per via degli impegni, dalle interviste, dai set fotografici da una parte all’altra della città a vederla neanche per un’ora. Poi il sabato sera, benchè fosse stanco, dopo l’ennesima intervista di cui le aveva parlato,diede inizio all'ennesima telefonata.

 

“ pronto ? “ fece lei dall’altro capo del telefono

“ ciao sono Tom “ fece lui

Quel suo maledetto cuore ora gli stava per schizzare fuori dalle costole .

“ lo so, ho visto il nome … tutto bene ? “ chiese lei dolcemente

“ si, ehm … alla fine l’intervista l’hanno tirata per le lunghe “ disse lui con una specie di tono di scuse

“ fa niente, mica ho solo te da vedere “ fece lei ridacchiando come se volesse fargliela quasi pagare per la settimana di assenteismo.

“ peccato … quindi stasera sarai occupata “ fece lui con finta indifferenza
” aspetta che controllo sulla mia fitta agenda “

Aspettò qualche istante. Giusto per tenerlo sulla corda.

“ sei fortunato “ esclamò infine

“ vieni in albergo da me ? “ domandò lui impaziente

Lei esitò

“ a fare cosa ? “ chiese

“ quello che vuoi “ rispose lui cercando di sembrarle calmo

Ci fu un attimo di silenzio

“ a che ora Kaulitz ? “

“ boh, quando sei pronta. La camera sai qual è …  

“ Tom … “ ma non finiì la frase

Avrebbe voluto chiedergli se aveva intenzione di fare sesso con lei , avrebbe voluto chiedergli se , come mille altre prima di lei, sarebbe stata lasciata in un angolo del letto, sola, al freddo e senza di lui, se sarebbe stata solo una delle tante, piantate lì con la luce del mattino. Ma non riuscì a dire nulla. Non voleva forse neppure pensarci. Non voleva pensare al fatto di non poter più abbracciare Tom, di non poterlo più baciare perché alla fine il loro rapporto, si era esaurito così. In poco, in niente.

“ cosa ? “ chiese lui

“ no, niente, ci vediamo dopo “

E riappese.

 

Nicole si guardò allo specchio. Per un’attimo le parse di vedere riflesso con lei nella superficie anche Tom. Le parve di vederselo accanto, ma poi la sua sagoma svanì nel nulla. Si guardò fissa . Non sapeva che diavolo fare. Voleva stare con lui, stare con lui in quel modo, ma l’idea del giorno dopo la frenava. Perché essere così dannatamente masochisti ? Fare l’amore con Tom Kaulitz per cosa ? Per essere cacciate fuori il giorno dopo ? Per ricordare per il resto dei suoi giorni quanto maledettamente fosse stato bravo a sedurla e in seguito ad abbandonarla ? Andò sotto la doccia e pensò senza sosta mentre le gocce le scivolavano sul viso.

 

Fuori il tempo era decisamente peggiorato. Grandissime nuvole grigie avevano contribuito a rendere il cielo si un viola inquietante. Tirava vento e così Tom fu costretto ad alzarsi dal suo giaciglio per andare a chiudere la porta a vetri che sbatteva incessantemente. Ad un tratto entrò Bill di ritorno dalla camera di Gustav e Georg. Si sedette sul letto dove Tom nel frattempo era tornato a coricarsi. Gli diede due leggere pacche su una gamba.

“ ehi “ disse

“ ehi “ fece eco l’altro svogliatamente

“ allora ? “ domandò Bill

“ allora cosa vuoi sapere ? “ arrivò al punto Tom  

“ le tue prossime mosse “ disse il fratello

Tom rise

“ sei un maledetto curiosone lo sai ? “

“ si ma mi racconti per favore ?  “incitò Bill

“ viene qui stasera “ fece Tom farfugliando con la bocca troppo vicina al cuscino

“ quindi immagino di dover dormire di là, nell’altra stanza  “ trasse le sue conclusioni l’altro  

“ boh, si immagino di si “ fece Tom

“ e se lei non ci stesse ? “ chiede ancora il moro

“ quanti casi di ragazze abbiamo avuto del genere ? ragazze che venivano qui per non starci scusa ? “ fece Tom

“ se lei non ci stesse ? se venisse qui per altro ? “ insistette Tom

 “ la manderei a casa ?  “ era una domanda, non un affermazione  

“ non dire cazzate, mi stai dicendo che questa Nicole , a cui giri attorno da giorni è una a cui vorresti togliere le mutande, giocarci e basta ? “

“non ci metto molto a trovarmene un’altra che ci stia “

“ e comunque non ho detto questo … non ho detto che … “

“ che ? “

“ niente, mi sembra di parlare con uno strizzacervelli “

“ peggio, io sono la tua coscienza, il tuo grillo parlante” disse balzando in piedi e mettendosi in piedi sul letto, con l’indice accusatore contro Tom

 e sai perfettamente come lo so io, che anche se è passato poco tempo da quando vi conoscete, ne è anche però passato troppo perché  la situazione evolvesse nel tuo solito modo … sei in ritardo per – una notte e via - … avresti dovuto, se quelle erano le tue intenzioni,  fartela  subito,  ma chissà perché stai ritardando il tutto… e il numero di telefono, e il video, e la cena, e la settimana di telefonate, e stasera …  e lei si affeziona caro mio … ogni giorno che passa con te, ogni giorno che ti sente …sono troppe attenzioni per una scopata soltanto, fratello …  e anche se ragioni con l’uccello, da qualche parte un cuoricino ce l’hai pure tu … “   

“ cazzo hai finito ? “ chiese Tom brusco mettendosi seduto

Bill lo guardò torvo

“ hai capito o no ? “

“ si si, ora vai dagli altri che io mi faccio la doccia “ disse come se non avesse udito una sola parola . Bill non se lo fece ripetere. Sapeva tutto sommato di aver lasciato una piccola traccia nella testa del fratello. Tom si infilò sotto l’acqua . Fuori oramai diluviava.

 

Erano le dieci quando Nicole si trovò nel corridoio del quarto piano. Prese il cellulare. Compose il numero di Tom.

“ ciao “ disse lei

“ ciao, ma dove sei ? “

“ qui fuori “

“ qui fuori dove ? “

“ nel corridoio esci ? “

Una porta scattò in avanti alla fine del corridoio. Tom comparve sull’uscio. Lui si voltò verso di lei e la guardò per un’attimo. Lei sorrise in automatico. Era così serenamente felice di vederlo che in quel momento, tutti i suoi dubbi, tutte le preoccupazioni su quello che poteva accadere quella notte, svanirono. Non gliene fregò improvvisamente nulla. Lui poteva fare di lei ciò che voleva. Non le importava più di quanto avrebbe sofferto. Era dunque così che cadevano tutte le donne di Tom Kaulitz ? era questo il loro ultimo pensiero prima di venire sconfitte definitivamente tra le sue lenzuola ? non gliene fregava neppure di questo.  Rimase per un attimo incerta su come agire. Era passato del tempo, non troppo certo, ma si sentiva stranamente in imbarazzo nel trovarselo di fronte, di nuovo, così bello. Era del tutto impreparata. Si ricordò del riflesso nello specchio, nel Tom che aveva immaginato e si rese conto che la sua fantasia non gli rendeva affatto giustizia. Tom la guardò . Senza che lei potesse sentirlo, stava pensando ripetutamente una sola frase di poche grezze parole .

Quanto cazzo è bella

Erano ancora distanti mentre i loro cervelli formicolavano in pochissimi secondi tutto questo. Ma la distanza venne presto annullata. Tom iniziò a camminare nella sua direzione, il solito passo ciondolante e lei invece gli corse quasi incontro. Quando furono effettivamente vicini lei gli gettò le braccia al collo. Dovette alzarsi in punta di piedi. Lui subito la strinse come se non avesse atteso altro. Cacciò la testa nel collo di lei. La baciò ed inspirò forte il suo profumo. Gli era mancato e non si era mai accorto di quanto. Poterlo sentire ancora, lì, forte, muscoloso, robusto, maschile tra le sue braccia le fece arrivare di botta talmente tanta adrenalina che per un attimo credette di esplodere. E lui la teneva forte, la cullava, la stringeva alla vita e intanto le baciava quegli angoli di pelle, rimanendo mite, calmo, come neutralizzato, placato dalla presenza di lei. Che strano effetto.

Sciolsero l’abbraccio e lei gli prese il viso tra le mani. Come al solito era bollente. Gli guardò per un istante le labbra. Morbide, di quel rosa perfetto e scintillante nell’angolo. Lo baciò meglio che potè, cercando che fosse uno di quei baci degni di nota, uno di quei baci che sembrano quelli d’addio. Forse la parola giusta sarebbe struggenti. Lui rimase lì a prendersi quel bacio misto di paura, misto a passione misto a timore di doverlo far finire prima o poi. Quando si separarono Tom le sorrise contento.

“ potevi bussare “ disse

“ così era più teatrale “ rispose lei

“ vuoi una cosa teatrale allora ? “

Nicole sorrise ed esitò a rispondere

“ allora eccoti un ingresso di tutto rispetto “

Ignorando le sue grida, Tom la caricò sulle proprie spalle e la portò in camera

“ lo sapevo, sei una specie di gorilla “ disse ridendo

Tom rise e la rimise coi piedi per terra una volta entrati e chiuse la porta con un calcio.

“ che stavi facendo ? “ domandò lei cercando di ricomporsi

“ niente, ho suonato un po’ , ho guardato la tv … “

Lei gironzolava e lui la seguiva e quando lei si girò se lo trovò di fronte.

“ ciao Nick “ disse assolutamente sensuale

“ ciao Tom “ fece lei di rimando rimanendo perfettamente all’altezza di quel seduttore

“ felice di rivederti “ fece lei baciandogli il collo, poi la clavicola poi il petto

Tom gemette appena

“ piacere mio, credimi “ rispose

Si chinò su di lei e iniziò a baciarla. Le morse le labbra e rimase ad accarezzare la sua lingua a lungo, profondamente, senza permetterle di respirare. Lei intrecciò le sue mani nei rasta di lui, si aggrappò con forza al suo collo, alla sua nuca e continuò imperterrita a rimanere succube di lui. Delle sue mani che la percorrevano interamente, della sua forza, con la quale la cingeva. Si sentiva in trappola ma nella trappola migliore del mondo. Lui era così caldo, aveva un così buon profumo, quasi di vaniglia, morbido, e la sua bocca. Dio, quella bocca ! Lo guardò negli occhi nocciola per un istante. Stava prendendo una via del tutto errata. Si sarebbe fatta molto male, lo sapeva, se lo sentiva. Si staccò da lui e si sedette sul letto. Impaurita da quello che aveva sentito agitarsi nel suo petto. Tom le fu accanto.

“ stai bene Nick ? “

“ si “ disse lei flebilmente

Lui sembrava preoccupato e lei si avvicinò a lui posando la testa sulla sua spalla, poi alzandosi e baciandogliela per poi appoggiarcisi di nuovo. Si presero per mano. Lei cercò di guardare altrove. Sentita gli occhi di Tom sulla propria guancia. Poi sentì le labbra di lui sulla sua pelle, lo schicco leggero dei suoi baci lungo la pelle, il calore della sua scia. Poi lui si alzò. Si mise a letto con la schiena appoggiata alla testa. Stette lì ad aspettarla e lei si mosse andandogli addosso, incapace di resistergli. Si accoccolò  tra le sue braccia. Lui le baciò i capelli, dolcissimo.

Lei si voltò e si baciarono ancora sulla bocca. Era incredibile come venisse loro così puramente istintivo. Stavano lì, vicini l’uno all’altra e non riuscivano ad evitarlo.

“ allora cosa vuoi fare ? “ domandò lui

“ aggià “ fece lei “ la decisione spetta a me “

“ del resto devo farmi perdonare no ? “ sorrise lui rassicurante

“ poco ma sicuro “ disse lei “ se facessimo un giro ? “

“ giro dove ? “
” non lo so, sei tu che sei vincolato nella tua cella “

“ in verità non potrei muovermi dall’albergo ma non credere che non abbia mai pensato ad un piano di fuga , sono peggio di prison break se voglio “

Nicole sorrise, confortata dal fatto che anche lui sembrasse non voler rimanere in quella stanza. Confortata dal fatto che non fosse tutto così scontato.

“ quindi ? “ chiede

“ andiamo da qualche altra parte ... “

La prese per mano, si alzarono e andarono fuori dalla stanza .

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hallo Leute ! volevo solo ringraziare tutti coloro che hanno letto fin qui : )
spero sempre che tutte queste cose che escono dalla mia testa possano essere almeno di vostro gradimento ^^  Sono le due di notte e fatti questi doverosi ringraziamenti, penso sia meglio che vada a dormire, prima che mi venga l'ispirazione e scriva ancora boiate fino alle tre :D A presto ! Baci ! Tschuss !!!
  
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