Cap.
XIV°
Quello strano
sentimento…
-Ser, hai visto Kei?
-No, Yulai. È da ieri mattina che non si fa vivo.
-Vorrà dire che si perderà il filmato sui nostri prossimi
avversari- replicò la russa, inserendo un cd nel lettore.
-E tu come l'hai avuto?
-Me l'ha prestato il professor Kappa…è la sfida di lunedì fra gli All Starz e la Bartez- continuò, sedendosi accanto a lui. Ma qualcosa di strano e assurdo si agitava dentro di lei. Qualcosa a cui non sapeva dare un nome.
Da bambina aveva trascorso spesso dei pomeriggi insieme ai ragazzi,
quando Borgof non era a Mosca, e voleva loro bene come a dei fratelli…o almeno
così credeva, finché non si era trovata fra le braccia di Sergey, senza
l'opprimente presenza di suo fratello.
Sergey l'aveva sempre protetta, sostenuta, incoraggiata: aveva
continuato ad allenarsi con il beyblade solo perché lui l'aveva incitata a non
arrendersi alle prime difficoltà. Il colosso dei Demolition Boys, dall'aspetto
massiccio che incuteva timore, ma dall'animo buono.
Come sarebbe stato se l'avesse amata…non come una sorella, ma
come la ragazza che era… Un pensiero che la stupì e che scartò all'istante: con
Yuri nei paraggi, nessuno dei suoi compagni si permetteva di guardarla come una
giovane da poter corteggiare. No, per Boris, Ivan, Kei e Sergey lei era la sorella
del loro capitano, intoccabile, come una statua di ghiaccio di cui si poteva
soltanto ammirare l'algida bellezza.
Con un sospiro, sprofondò nei cuscini, riportando la
concentrazione sullo schermo, ignara che i pensieri del blader al suo fianco
fossero rivolti in altre direzioni.
Una grande confusione turbava Sergey, un miscuglio indistinto di
emozioni che lo lasciavano spiazzato. Yulai era sempre stata la loro piccola
mascotte, la sorellina di tutti. Durante la tirannia di Borgof, Yuri andava a
trovarla di nascosto, coperto dalle menzogne della sua squadra che, più di una
volta, aveva pagato con nuovi lividi quel silenzio.
Eppure ognuno lo faceva sempre senza problemi, senza discutere. E
nemmeno le torture peggiori avrebbero strappato la verità alle loro labbra.
Perché volevano bene a quel mucchietto d'ossa e avrebbero fatto di tutto per
regalarle un pomeriggio insieme al fratello.
Erano cresciuti, ma i sentimenti nei suoi confronti non erano
mutati...o così credeva il biondo. Forse erano stati semplicemente soffocati da
Yuri e dalla certezza che li avrebbe fatti a pezzi prima di permettere loro di
avvicinarsi a lei.
E, ora che passava del tempo solo con la ragazza, le sue certezze
crollavano: cosa significava quel rimescolamento che sentiva all'altezza dello
stomaco? Da quando il giorno prima l'aveva presa al volo e tenuta stretta a sé,
avvertiva il suo cuore diverso.
Guardò di striscio Yulai: quegli occhi di ghiaccio gli toglievano
il respiro e solo il cielo sapeva quanto avrebbe desiderato accarezzare quei
capelli ramati, quella pelle chiara…quanto volesse…baciarla…
Un pensiero che lo colpì come un proiettile, veloce e diretto:
perché improvvisamente vedeva nella russa una fortissima tentazione cui
faticava a resistere?
Intanto, la registrazione terminò e Yulai tolse il cd.
-Vado a riportarlo al prof- disse, rimettendolo nella custodia
con qualche difficoltà, dato il tremore delle sue mani. Restò immobile, in
mezzo alla stanza, indecisa sul da farsi. –Ser?
Il giovane sussultò leggermente.
-Dimmi…
-Tu cosa…- iniziò, interrompendosi quasi immediatamente. Cosa le
era saltato in mente? -…tu cosa ne dici? Riuscirò a batterli?- riparò.
-Certo- rispose lui, tirando un sospiro di sollievo. Cosa temeva?
Che gli chiedesse cosa provava?
Lo temeva…o lo sperava?
La rossa annuì con un sorriso, avviandosi alla porta. Ma anche il
cervello di Sergey aveva deciso di sfuggire al suo controllo.
-Yulai, aspetta.
Si alzò dal divano, raggiungendola. La diciassettenne lo fissava
con le sue iridi cristalline, scontrandosi con le sue verdi. Le posò le mani
sulle spalle, in silenzio, azzerando la respirazione della ragazza.
-Ser…- mormorò. Stava forse per…baciarla? Perché il suo cuore
scalpitava come se volesse uscire dalla cassa toracica? Gli occhi le caddero
inevitabilmente sulle labbra, desiderando ardentemente si posassero sulle sue.
Un desiderio che sorprese lei per prima.
Il colosso si limitava ad osservarla, riflettendo su come le
situazioni potessero cambiare i sentimenti delle persone: ieri era una sorella,
oggi… Oggi era la sua ossessione.
Fu con uno sforzo immenso che distolse lo sguardo, liberandola.
-Non devi avere dubbi. Sei una grande blader- concluse, tornando
al divano.
-Ah…- replicò Yulai, ancora un po' scossa. –Grazie…
Uscì dalla camera, quasi scontrandosi con suo fratello.
-Yu!- esclamò. –Che ci fai qui?
-Volevo parlare con Kei.
-Bhe, non sei l'unico- ironizzò la giovane, avviandosi verso la
camera dei Bladebreakers. –Piacerebbe anche a noi discutere con lui la
strategia da adottare nella gara di domani, ma il signorino è fuori da ieri.
-Da ieri?
-Esatto. Tu perché volevi vederlo? No, lasciami indovinare: il
mio fratellone si è scoperto una coscienza…
-Già…ma penso di dover rimandare. Buona giornata, sorellina.
-Anche a te, Yu. Sono fiera della tua decisione.
-Grazie…
Kei non riusciva a capirsi: lei non si era fatta tanti scrupoli
nel tradirlo. Perché lui non ci riusciva?
La sera prima era stato a un passo dal finire a letto con una
ragazza di cui non ricordava nemmeno il nome, ma il dolce viso di Hilary si era
sovrapposto ad ogni altra cosa, costringendolo a tornare sui suoi passi. Aveva
trascorso la notte camminando, la mente più che mai distante dal beyblade,
l'unica cosa che gli fosse rimasta, che non l'avrebbe mai abbandonato.
Era inutile: quella ragazzina era tutta la sua vita…senza di lei
non era niente.
E se la sarebbe ripresa.
Ad ogni costo.
Avrebbe spazzato via Yuri e chiunque altro volesse mettersi fra
loro.
Nessuno poteva ostacolare la fenice.