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Autore: Ofelia di Danimarca    29/12/2013    4 recensioni
Aveva ancora addosso il puzzo insopportabile del ragno.
I rimasugli appiccicosi di ragnatela gli pendevano dai capelli e dalle spalle, e le mani erano ricoperte di lunghi graffi. Ma che importanza aveva? Era vivo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Tauriel
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“ And our lives are forever changed
We will never be the same ”
 

Tonight tonight, The Smashing Pumpkins
 
 
 
- Vi prego! Dovete fidarvi di me!
 
Kili udì la voce di Bilbo e capì che era esasperato.
 
Il tempo stringeva, da un momento all’altro gli elfi si sarebbero ripresi dalla sbronza e avrebbero notato la loro assenza.
 
- Ma che vuole fare? –si lamentò Gloin due barili più a destra – Così ci troveranno di sicuro!
 
Ne era convinto anche lui. Non riusciva a capire che cosa avesse in mente lo hobbit, ma non c’era altra scelta che fidarsi di lui. Dopotutto, gli aveva liberati dalle celle: doveva avere per forza escogitato un piano o robe simili.
 
Annusò l’aria nel barile dove si era infilato – il primo della fila: profumo di vino rosso delicato.
 
- Kili! Tutto bene? Non vedo l’ora di uscire da queste dannate cantine! Puzzano di sottobosco!
 
Un sorriso gli venne alle labbra. Sporse leggermente la testa fuori dalla botte per guardare in faccia suo fratello che, come al solito, era al suo fianco.
 
- E allora tappati il naso, fratello!

Risero insieme e si guardarono a lungo negli occhi, senza dire altro, senza bisogno di esprimere a parole quello che era già chiaro in uno sguardo. Kili credette di scorgere dell’apprensione sul viso del fratello.
 
Si preoccupa per me, come sempre. O forse ha paura?
 
No, Fili non era tipo da affrontare le cose con paura. Era sveglio, era abile, uno dei migliori giovani combattenti del loro popolo. Tutto gli era sempre riuscito facile, erano rare le volte in cui l’aveva visto turbato.
Non per nulla, era l’erede di Thorin. E un giorno, a meno che suo zio non avesse improvvisamente deciso di sposarsi – ed era improbabile – sarebbe diventato Re Sotto la Montagna.
 
- Che cosa non darei per un pezzo di pane, delle patate alle erbe e una coscia di maiale!
 
Kili sorrrise di nuovo. Anche lui moriva di fame, ma nelle ultime ore se ne era quasi dimenticato.
 
- Quattro, cinque, sei, sette… - Bilbo li stava contando per assicurarsi che tutti quanti si fossero impossessati di un barile a testa.
 
I numeri fecero venire in mente a Kili che mancavano pochissimi giorni al Dì di Durin. Per riuscire ad avere qualche speranza di entrare ad Erebor, avrebbero dovuto fuggire da Reame Boscoso quello stesso giorno. Altrimenti, solo un miracolo avrebbe potuto farli arrivare in tempo.
 
Il pensiero di vedere la sua patria gli riempì il petto di un piacevole ed entusiastico fuoco.
 
Ma c’era uno strano retrogusto amaro in quella gioia.
Di che si trattava?
 
Benchè si rifiutasse di ammetterlo, il pensiero di non rivedere più l’elfo dai capelli rossi lo addolorava.

Il suo nome doveva essere Tauriel, o qualcosa di simile. Per due volte l’aveva udita chiamare così dalle altre guardie elfiche, e Kili si era ripetuto quel suono tra sé e sé, per non dimenticarlo.
Quel suono di cui non conosceva il significato, ma che ora nella sua mente viaggiava abbinato al viso di lei.
 
Dopo il loro breve dialogo notturno, non era riuscito a pensare ad altro. Il fervore nei suoi occhi, la grazia dei suoi movimenti, l’inattesa gentilezza con cui gli aveva restituito la pietra.
E come dimenticare il modo in cui gli aveva salvato la pelle, stroncando i ragni che gli erano saltati addosso a Bosco Atro? La leggerezza con cui aveva scoccato la freccia e maneggiato il pugnale lo avevano colpito oltre ogni dire.
Lì per lì si era sentito inutile, è vero. Umiliato dal fatto che era stato tratto in salvo da un elfo.
 
Ma l’umiliazione era svanita quella stessa notte, lasciando il posto all’ammirazione.
 
- E adesso, che facciamo? – mormorò Bofur dal suo barile.
 
- Adesso- ordinò Bilbo – trattenete il respiro!
 
Nemmeno il tempo di realizzare il comando dell’hobbit che Kili si sentì rotolare verso il basso.
Le urla dei suoi compagni si levarono dietro di lui mentre uno dopo l’altro i barili si riversavano nel vuoto.
 
Stavano precipitando!
 
Non ci fu più tempo di pensare a nulla.
 
L’impatto con il fiume fu tremendo, e subito si ritrovò con l’acqua fin sopra la testa.

Quando il barile tornò a galla, sballotato tra i flutti impazziti, Kili realizzò che stavano discendendo il fiume utilizzato dagli elfi per i loro commerci.
E lo stavano discendendo molto in fretta.
 
- Reggetevi!!!!
 
L’urlo di Thorin preannunciò una serie di rapide molto insidiose che sballottarono i loro barili da una parte all’altra, senza sosta.
 
Kili cercò con tutte le sue forze di fare resistenza alle onde, per evitare di sfracellarsi sulle rocce onnipresenti. Spostava il baricentro da una parte all’altra, remava con le braccia, tratteneva il respiro quando un’onda gli piombava addosso.
Con la coda dell’occhio vide Fili che lottava con la corrente poco lontano da lui.
 
D’un tratto, si udì il rimbombo di un suono lungo e gutturale, e subito dopo la voce tonante di suo zio.
 
-E’ il corno degli elfi! Sanno che siamo fuggiti!
 
Thorin era infervorato. Il suo barile sembrava viaggiare più veloce degli altri e adesso era almeno un paio di metri avanti a Kili.
 
- La porta! Si sta chiudendo!
 
Kili si scostò dal viso i capelli bagnati e notò che un piccolo ponte era comparso davanti a loro.
 
Al centro di quel ponte, si apriva un passaggio – stretto e basso, ma era un passaggio. L’unico modo per fuggire da Reame Boscoso.
 
Tuttavia…era troppo tardi! Alcune guardie elfiche erano giunte.
 
Il passaggio era stato chiuso.
 
Uno a uno i barili si accumularono contro le grate del cancello, urtandosi l’un l’altro. Grugniti e imprecazioni si sprecarono non appena fu chiaro a tutti i nani che erano di nuovo in trappola.
 
Kili osservò i volti dei suoi compagni. Acqua, sudore, e rabbia si univano a formare un mix letale che sapeva di beffa.
 
Non poteva essere finita. Non potevano arrendersi quando appena prima erano riusciti a fuggire nonostante sembrasse persa ogni speranza.
 
L’urlo di Balin lo distrasse.
 
- Guardate!
 
Una delle guardie elfiche che presidiava il ponte cadde con un tonfo nell’acqua, a poca distanza dal barile di Fili. Era stata infilzata da una freccia, un tipo di freccia che Kili aveva imparato a conoscere.
 
- Orchi! Sono orchi!
 
- Le asce, tirate fuori le asce!
 
Un’ondata furiosa di orchi si riversò sul ponte e sulla sponda destra del fiume, riempiendo l’aria di frecce e orribili grida.
Quando iniziarono a gettarsi a peso morto sui barili, i nani avevano già impugnato le armi.
 
Kili ne vide uno atterrare con violenza su suo fratello, e per un momento fu colto dal panico.
 
No, devo stare calmo.
 
Gettò uno sguardo sopra di sé per controllare che gli orchi non tentassero di ucciderlo dal ponte.
 
E fu allora che vide la leva.
 
 

-----------------                                                         
 

 
Piovevano orchi da ogni parte. Imprecazioni in Khuzdul si mischiavano a orrende grida in lingua nera.
Non c’era tempo per esitare.
 
Con un balzo che gli costò non poca fatica, Kili uscì dal suo barile e atterrò sulle strette scale che portavano dal letto del fiume alla sommità del ponte, là dove aveva scorto la leva che comandava l’apertura del cancello. 
Un passo, due, e un disgustoso orco gli fu addosso.

Riuscì facilmente a schivare il suo colpo e gli assestò un potente pugno in faccia, stordendolo.
Dal fiume, Dwalin con un urlo d’intesa gli lanciò una spada e Kili la afferrò con la sua solita prontezza di riflessi.
Un secondo dopo, l’orco era a terra, dilaniato. Con un calcio, lo spedì nel fiume.
 
Nemmeno il tempo di tirare un respiro e un altro orco gli sbarrò la strada.
Kili fece roteare la spada nella mano destra e, dopo averlo disarmato, lo trafisse prima in piena pancia, poi gli tagliò di netto la testa. Schizzi di sangue nero lo colpirono ovunque, ma non importava.
 
Voltandosi Kili scoprì che dietro di lui un altro orco pronto ad attaccarlo a tradimento era appena stato freddato dall’ascia di Fili.
 
Grazie, fratello.
 
- Resistete! Resistete!
 
La voce di Thorin riusciva a sovrastare persino quel caos infernale di armi, barili e corpi.
Chissà come sarebbe stato orgoglioso di lui suo zio se fosse riuscito a far aprire quel maledetto cancello!
 
Ormai solo pochi gradini lo separavano dalla leva.
 
L’ultimo orco gli si gettò contro dall’alto ma Kili se lo aspettava.
Si abbassò di scatto sulle ginocchia, per evitare la mazza che gli era piovuta sulla testa, e aspettò che l’orco alzasse le braccia per tentare un nuovo colpo.
Gli trafisse di netto lo stomaco con la spada.
 
Subito volse lo sguardo verso la lunga e bianca leva. Un’ondata di adrenalina gli riempì il sangue. Era solo a pochi passi!
 
Si mosse e …
 
La gamba gli andò a fuoco.
 
 
-----------
 
 
- Kili!
 
La vista gli si annebbiò mentre cadeva a terra.
 
Un dolore lancinante gli era entrato nella coscia destra, senza sapere come o perché. Cercò di raggiungere il punto con la mano e sentì che aveva una freccia piantata nella carne.
Da dove accidenti lo avevano colpito? Non ricordava di aver visto altri orchi attorno a lui. Non gli pareva di…
 
Proprio in quell’istante un orco schifoso, armato di arco, gli si materializzò davanti. Lo stava fissando. Aveva la freccia incoccata, era pronto.
 
Pronto a ucciderlo.
 
Kili chiuse gli occhi nell’amara consapevolezza che era finita. Di lì a un secondo, sarebbe morto. L’orco non avrebbe sbagliato mira, era troppo vicino.
Pensò a sua madre mentre un tagliente sibilo si udiva nell’aria.
 
Ma non era il sibilo della freccia dell’orco. Quando riaprì gli occhi l’orrida creatura era accasciata a terra. Morta!
 
Voltò lo sguardo e nella luce dell’alba vide Tauriel.
 
Era veramente lei? Non sapeva se credere ai suoi occhi o meno.
Sì, era lei. I capelli rosso fuoco, la veste verde, quell’arco così lungo e così candido.
Era lei.
 
Lo shock lo lasciò a bocca aperta e gli fece dimenticare il dolore per un attimo.
 
Tauriel è qui… e mi ha salvato… di nuovo.
 
Aveva il cuore in gola.
 
Sono scappato dalle sue prigioni … e lei mi sta aiutando.
 
Si riscosse solo quando la vide freddare un altro orco diretto verso di lui con una delle sue frecce elfiche.
 
Doveva reagire.
 
Raccogliendo il coraggio, Kili si issò a sedere e con un colpo di addominali agguantò uno dei gradini di pietra che portavano alla leva. Il dolore era insopportabile, ma doveva farlo lo stesso.
 
Visto che darsi la spinta con le gambe era impossibile, cercò di utilizzare tutta la forza che aveva nel busto per slanciare il braccio e agguantare la leva.
Ci riuscì.
La afferrò anche con l’altro braccio.

Ora era appeso. L’ultimo sforzo…
 
Con tutta l’energia rimastagli tentò di spingere in giù la leva. Fortunatamente, i muscoli delle braccia seppero compensare la mancanza temporanea di quelli delle gambe e la leva si abbassò.
 
L’atterraggio fu un inferno. La gamba ferita batté contro la pietra del ponte e Kili lanciò un gemito straziato. Si sentì venir meno.
 
- Si è aperta!
 
Gli sembrò di udire i suoi compagni esultare, ma era un rumore lontano, offuscato.
Sulla pietra, all’altezza della ferita, si era formata una pozza di sangue.
 
Di nuovo si impose di mettersi a sedere. Non poteva restare fermo lì, in balia degli orchi.
Strisciò a fatica fino all’altro lato del ponte e quando si sporse sul fiume, vide che Fili era laggiù, fermo, che lo aspettava, reggendo con una mano il suo barile vuoto.
 
Devo saltare. Non posso rimanere qui.
 
Forza Kili, salta!
 
Con la coda dell’occhio tentò di scorgere Tauriel.
Voleva guardarla un’ultima volta.
 
Ma lei non si vedeva. Doveva essere sulla sponda del fiume, impegnata nella battaglia.
 
Devo saltare.
 
Trattenne il respiro e si buttò, sperando di aver mirato bene il barile.
 
L’atterraggio fu un nuovo inferno, cento volte peggiore di quello precedente. Sentì parte della freccia spezzarsi e una morsa affilata stringergli la coscia.
 
Subito dopo, la corrente lo trascinò giù.
 
 
 

 
 

 
 
NOTE: Finalmente Kili comincia a capire che Tauriel gli interessa davvero… questa scena nel film mi ha veramente fatto venire i brividi! Povero Kili, e maledetti orchi!
Grazie a tutti voi che state leggendo e recensendo questa fic, mi fate sentire meno sola nella mia pazzia per questa coppia.
Purtroppo non potrò aggiornare la storia fino a dopo Capodanno… non vedo l’ora in effetti!
Intanto, buon Capodanno a tutti, e speriamo che sia un 2014 ricco di belle sorprese (Peter Jackson mi senti? Ah ah!). 
   
 
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