ATTENZIONE:
CAPITOLO CON RATING ROSSO!
Covered in blood
E’ la prima volta, e sapevano entrambi che prima o poi sarebbe successo.
Solo non immaginavano che quel ‘prima o poi’ avrebbe avuto luogo più prima che poi.
Ma è la prima volta, ed è normale che prenda di sorpresa, che i gesti siano febbrili, frenetici, persino quelli di lei – vederla così, con la divisa aperta, il respiro rotto, le dita impigliate tra i bottoni della sua giacca, veloci e impazzite come le ali di un colibrì, è qualcosa che non sa se poter accettare.
La schiena brucia a contatto con l’intonaco scrostato del muro, ma lei non si lamenta. Si aggrappa al suo collo, si appoggia alle spalle larghe che la sostengono e chiude gli occhi.
Perché è ancora una ragazzina, nonostante non sappia più ammetterlo: la paura che era qualcosa di naturale, un tempo, sembra non poterlo più essere, non lì, non ora. In un’altra occasione forse, in un’altra vita…
Arrossire come l’adolescente che è, le sembra fuori luogo, tremare per una cosa del genere dopo aver ucciso centinaia di persone a sangue freddo, è la contraddizione del secolo; ma non può farne a meno.
Lui si accorge della sua paura solo dopo, mentre la lascia scivolare tra il muro alle sue spalle e il suo petto, mentre un singhiozzo si insinua nel suo orecchio, nonostante tutti gli sforzi per trattenerlo.
E si sente in colpa, poi appagato, di nuovo in colpa, un miscuglio di sensazioni contraddittorie – solo percezioni, solo impulsi nervosi, risposte sensoriali: i pensieri non sono più contemplati, la ragione è spintonata in un angolo con prepotenza dall’istinto – che invece di annullarsi a vicenda sembrano alimentare la strana fame che lo ha preso.
Non ha nulla a che fare con il bacio dell’altro giorno. C’è solo sabbia, tutt’intorno, l’eco degli spari lontani nell’aria, mischiato al soffiare del vento – complice inconsapevole mentre nasconde tra le sue pieghe i sospiri che non riesce a trattenere – e all’odore acre della terra bruciata dal sole.
Soffoca un ultimo lamento contro la sua pelle, sentendo i granelli di sabbia stridere tra i denti. Le gambe si arrendono, facendo crollare entrambi tra la polvere del pavimento, scivolando contro il muro.
La vista del sangue lo congela, in ginocchio davanti a lei, tra le sue gambe: all’improvviso è troppo, prova definitiva del male che ha fatto, non ne può più sopportare la vista.
Con la fronte appoggiata alla parete, vicino al suo viso dagli occhi ancora chiusi, chiede ‘scusa’, sussurra ‘scusa’ tra i respiri affannati, scusascusascusa sulla sua pelle, lo scrive in rosso, mentre tenta di farle sollevare le palpebre, di dirglielo guardandola negli occhi.
Ma lei non li apre, solleva una mano per fargli una carezza e sentire la sua guancia umida, l’appoggia sulla sua bocca per intimargli il silenzio.
Ha paura, aprendo gli occhi, di non riuscire a trattenere la lacrime.
Ha paura, così facendo, di dargli il colpo di grazia.
Dunque.
Intanto
volevo
spiegare l’avviso rating: il motivo per cui volevo mettere
alla fic il rating
rosso è proprio questo capitolo, poi però ho
pensato che fosse un po’
esagerato, visto che è uno su 40 circa, così ho
preferito aggiungere la nota
all’inizio del capitolo. Spero di aver fatto la cosa giusta.
Altra cosa:
non esitate
a scrivere commenti negativi: le recensioni servono ad esprimere
opinioni e,
positive o negative che siano, sono fonte di ispirazione e di
miglioramento per
qualsiasi autore. Per cui, davvero, sentitevi libere di esprimere
qualsiasi
opinione senza sensi di colpa, ok? ^^
Ora, due
parole su
questi sue ultimi capitoli: mi rendo conto che lo stacco è
netto, ma l’intenzione
era proprio questa, creare una specie di quiete prima della tempesta,
del “punto
di non ritorno”.
Da quello
che ho
potuto capire dagli scorsi commenti, non è sembrato che Riza
nutrisse ancora
dell’astio nei confronti di Roy. In un certo senso
è vero, ma in un certo senso
è vero anche il contrario: quello che mi affascina di questo
rapporto (e quello
che volevo appunto approfondire) è il fatto che sia in
qualche modo nato e
cresciuto in un terreno poco “fertile”, passatemi
il gioco di parole, anzi
persino ostile: sensi di colpa, attribuzioni di un a
responsabilità che è solo
della storia e del corso crudele degli eventi, traumi mai superati.
Però pensa
anche che sia il rapporto che è proprio grazie al fatto di
essere riuscito a
superare indenne un contesto tale, anzi di essere proprio in
virtù di queste
difficoltà, diventato anche più forte e
resistente.
In effetti
la “confessione”
di Roy è un po’, come dire,
“confessionale” appunto, una specie di riversamento
di tutti i suoi pensieri e tutte le sue remore, tutto in una volta. Ma
mi
serviva per arrivare a questo capitolo: nella mia testolina pazza,
è stato un
po’ come se Roy dicesse a Riza “Bene: questo
è quello che ho fatto, questo è
quello a cui non posso rimediare, questo è quello che non
riesco a capire. Questo
sono io: ora sta a te decidere cosa fare.”
Riza, dal
canto suo,
deve affrontare gli stessi problemi: è un sentimento strano,
irrazionale
proprio perché inconsciamente entrambi si attribuiscono
delle colpe a vicenda
(meno che all’inizio, questo è sicuro!), senza
volerlo fare né ammettere, ma
secondo me è così.
E quest’ultimo
capitolo…
beh, il romanticismo verrà, questo ve lo garantisco, ma devo
sempre tenere
conto del contesto (guerra, campi di battaglia, esercito a maggioranza
maschile
con gli ormoni a palla, no women no party… no, era
“no women no cry”, ma fa lo
stesso ^^”).
Oddio, ora
che sto
cercando di spiegarla, mi sembra una cosa talmente contorta…
Detto
questo, sotto
con i commenti e mi raccomando: spietate e sincere! ^^
Un bacione a tutte
P.S: Shatzy,
gli
avvisi spoiler! ^^ Sembro scema se dico che mi è venuto un
attacco di nostalgia
dei vecchi tempi? Eh eh… scherzi a parte, hai ragione,
starò più attenta. Eh,
la crisi di astinenza da FMA che cosa non fa fare… Bacione