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Autore: HateevoL    30/12/2013    1 recensioni
New Generation e il Torneo Tremaghi. Chi sarà il Campione di Hogwarts? ma soprattutto: quali sfide dovrà affrontare?
Dal Testo:
“Ti è mai capitato di amare qualcuno anche se sai di non poterlo amare?” chiese lui, all'ombra della quercia in fondo al giardino di nonna Molly.
“Io amo qualcuno che non posso amare, Jamie” disse lei in un sussurro.
“Dom, come fai a sapere che lo ami?” chiese ancora, lui.
“Lo so perchè ogni mattino, quando mi sveglio sono felice, poi, nel momento in cui realizzo che quel giorno non lo vedrò, o comunque non pon posso stare con lui, è li che lo capisco, perchè è come se un Dissennatore uscisse dal comodino e mi seguisse tutto il giorno, perchè mi aspettava, perchè lui sarà li a perseguitarmi finchè io non smetterò di amarlo, perchè è sbagliato.” rispose lei.
***
“Ehi, sono James Sirius Potter! Chi non vorrebbe sposarmi?” chiese lui pomposo.
***
Erano tutti lì riuniti, vicini al Lago Nero, il posto che lei amava, avevano deciso in comune accordo [...] che quello fosse il posto perfetto. C'erano tutti, le famiglie Potter, Weasley e Delacour, occupavano le sedie bianche a sinistra, mentre tutti gli altri, [...] prendevano posto nel lato destro.
Era tutto pronto.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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the Brave.


Dopo la fine della Seconda Guerra Magica, il grande Harry Potter si trasferì definitivamente nella dimora lasciatagli in eredità dal padrino Sirius, e con l'aiuto dei coniugi Weasley e del Neo-Ministro della Magia Schacklebolt l'aveva resa un luogo abitabile e ospitale, e aveva ripreso con se il vecchio elfo Kreacher, che ora era molto più affabile. Le pareti ora erano ricoperte da una leggera carta da parati color crema, in contrasto con i serramenti ebano, le camere da letto, così come il salotto e la cucina erano state rimodernate e il vecchio dipinto della Signora Black fu abilmente incendiato con l'Ardemonio da un Impiegato del Ministero e sostituito con un collage di fotografie raffiguranti i defunti coniugi Potter, Sirius Black, Remus Lupin, il vecchio e il nuovo Ordine della Fenice, l'Esercito di Silente, la famiglia Weasley, varie foto di Harry durante la sua carriera scolastica, e, nel corso degli anni, vennero aggiunte le immagini del matrimonio di Harry e Ginny, dei loro figli, e dei nuovi nati in casa Weasley.

 

PROLOGO

 

La luce filtrava da uno spicchio di finestra lasciato scoperto dalle pesanti tende scarlatte nella stanza al quarto piano del numero 12 di Grimmauld Place; Lily si rigirò nel letto, alzò leggermente la testa dal morbido cuscino e diede un'occhiata, ancora intorpidita dal sonno, alla sveglia babbana che suo nonno Arthur le aveva regalato per il suo ultimo compleanno; erano solo le 8 e mezza e se fosse stato ancora un giorno di vacanza avrebbe potuto rimanere ancora a letto, ma era il primo settembre e quello sarebbe stato il primo giorno del suo quinto anno a Hogwarts.

Kreacher entrò silenziosamente nella sua stanza e scostò le tende della finestra.

“Buongiorno, padrona Lily!”

“Buongiorno, Kreacher!”

“Lily, scendi! È pronta la colazione! Faremo tardi! Devi ancora chiudere il tuo baule!”

“Arrivo, mamma!”

Lily si alzò lentamente dal letto, si infilò le pantofole e camminò strisciando i piedi fino al bagno nel pianerottolo; quello era il suo piano, interamente suo, al terzo piano c'erano le camere da letto di Albus e James, e al secondo quella di mamma e papà; quando si fu vestita e dopo aver fatto cadere qualche avanzo nella ciotola di Piff, la sua Puffola Pigmea, scese nel seminterrato, dove c'era la cucina e si sedette al lungo tavolo per fare colazione con il resto della famiglia. Incominciò ad addentare i suoi pancake, quando cadde dalla sedia pestando il mento sul bordo del tavolo per colpa di James e Albus, che erano intenti in una lotta per il possesso della nuova spilla rosso-oro di Albus, con la scritta 'capitano'.

“JAMES! RIDAMMI LA MIA SPILLA! NE HAI UNA IDENTICA IN CAMERA! Ora spiegami, per favore, cosa diamine te ne fai della mia spilla.”

“Niente, voglio solo osservarla meglio” disse il fratello, tranquillo.

“James, restituiscila a tuo fratello, per favore.” lo pregò Harry, alzando gli occhi dalla Gazzetta del Profeta, quella mattina non lavorava, perchè, come ripeteva ogni anno, 'il primo settembre è più sacro di qualsiasi altro giorno dell'anno', per questo, dava un permesso speciale ai suoi colleghi Auror che avessero figli a Hogwarts.

“E tu, Lily, cosa mi racconti di bello? Qualche ragazzo in vista?” domandò James, avventandosi sul suo pudding.

“Tanto non ti interessa veramente.” rispose la sorella arrossendo.

“Si che mi importa, invece!” ribattè il moro sgranando gli occhi “voglio sapere se qualcuno si fa mia sorella!” non fece in tempo a finire la frase che ricevette uno scappelloto dietro la testa dal padre.

“Ti sembra il modo di parlare?!” disse quest'ultimo, cercando di non ridere.

“Scusa papà, volevo dire: certo che voglio sapere se qualche ragazzo ronza intorno a mia sorella, così posso fargli capire qual è il suo posto.” disse scrocchiando le dita.

“E tu, invece? Qualche ragazza in vista, fratellino?” chiese la sorella, evitando di rispondere alla domanda.

“Ma no, co-cosa ti salta in mente?” rispose il fratello, evidentemente imbarazzato “io penso solo agli allenamenti e al negozio di zio George”

“A proposito degli allenamenti, ho visto Oliver Baston ieri pomeriggio, ha detto che te la cavi davvero bene!” intervenì sua madre, per salvare il figlio dalla situazione imbarazzante di poco prima.

Che abbia capito qualcosa? No, almeno credo...spero... pensò James

“Davvero? Grande! Non me lo ha mai detto!” disse James.

“Forse è per non alimentare il tuo ego” si intromise Albus “e comunque non ci credo che non hai uno stuolo di ragazze al seguito come a scuola, in fondo sei entrato nel Puddlemere United! Sei famoso!”

“Sono nelle riserve, Al, non sono ancora famoso” ribattè il fratello, con tono leggermente infastidito.

“James, lo siamo tutti, qui dentro! Lo siamo dal primo giorno che si è saputo che la mamma era incinta! Tutti sanno chi siamo! Tutti ci conoscono da prima che fossimo nati! È ovvio che ora sei ancora più famoso! È normale che tutti sappiano che sei nel Puddlemere!” inveì Albus, uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

“Beh, che ho detto?” si difese James parlando all'aria.

“Niente” gli disse teneramente la sorella “è solo che Al ce l'ha per il fatto che nessuna si interessa a lui se non per il fatto che è il figlio del Grande Harry Potter!” disse le ultime tre parole con fare pomposo, finì i suoi pancakes e tornò in camera.

Il poster di sua madre con la divisa delle Holyhead Harpies le sorrideva dalla parete a sinistra del letto, si sedette sul bordo di esso e iniziò a riempire il baule.

 

***

 

“Muoviti, Dory! Devo ancora fare colazione, chiudere il baule e sistemarmi!” si lagnò Scorpius.

“Certo padrone, ho finito!” e con uno schiocco di dita gli orli dell'abito da cerimonia nero di Scorpius si cucirono.

“Finalmente ci degni della tua presenza, figlio.” disse Draco Malfoy con tono piatto, vedendolo comparire sulla soglia dell'elegante sala da pranzo.

“Scusate padre, Dory stava finendo di sistemarmi l'abito da cerimonia, anche se non so a che diamine mi servirà un abito elegante in quella dannata scuola!”

“Tutto a tempo debito, figlio, tutto a tempo debito!”

“Va bene, va bene!” chiuse li il discorso, anche perchè sapeva che suo padre l'avrebbe prolungato per una buona mezz'ora, elencando tutto il suo albero genealogico, e rinfacciandogli il fatto che loro non avrebbero mai fatto domande indiscrete e non si sarebbero lamentati di ogni singola cosa come-gli faceva notare- faceva lui e che avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità invece di scaricare la colpa su una spocchiosa elfa; quindi tagliò corto, iniziando a immaginarsi il suo ultimo anno a Hogwarts, non vedeva l'ora di andarsene da quella casa, troppo sfarzosa, troppo vuota.

“Padron Scorpius, ho portato il Suo baule all'ingresso.” disse Feld, il loro elfo. Un altro. Scorpius non riusciva a capire come i suoi genitori potessero vivere con utti quegli elfi; oh no, lui non era un ragazzo a cui piaceva essere servito dagli elfi come suo padre, ma aveva comunque ereditato un po' della sua altezzosità.

Arrivò a King's Cross alle 10.45, giusto in tempo per salutare velocemente i suoi, caricare il baule sul treno e salire con la scusa di dover prendere il posto, prima che qualche marmocchio del primo anno gli rubasse uno scompartimento. Aveva appena messo piede sul treno, quando dalla porta alla sua sinistra gli cadde addosso una ragazza dai capelli rossi.

“Oddio, scusami! Scusami tanto! Io..io non volevo, è-” si scusò Lily tendendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi “oh, sei tu.” disse in tono sprezzante, quando Scorpius alzò la testa.

“Si, sono io. E ti sarei grato se la prossima volta guardassi dove metti i piedi, Potter, mi hai fatto sporcare i jeans!”

“Mi hai fatto sporcare i jeans” lo scimmiottò lei “poverino, qui non ci sono elfi pronti a pulirteli, come sopravviverai?” lo derise.

Scorpius fece per ribattere, ma nel momento in cui il grigio dei suoi occhi di ghiaccio incontrò la cioccolata calda dei suoi nulla ebbe più senso, non l'aveva mai guardata da vicino, non così almeno; i lunghi capelli rossi le ricadevano in morbide onde sulle spalle, ma non era il rosso dei Weasley, era più scuro, non se n'era mai accorto prima, li considerava tutti uguali, come se fosse il loro marchio di fabbrica, ma lei non era come loro, era diversa, e se ne stava rendendo conto solo ora, era cresciuta da giugno, le lentiggini si erano fatte più rade, le labbra carnose erano piegate in una smorfia di derisione, che lo fece tornare nella realtà.

“Fatti i cazzi tuoi, Potter.” gli intimò con il tono sprezzante di sempre, pensando a quanti cazzi ci fossero intorno a Lily, e sperò non ce ne fossero affatto, o avrebbe messo in pratica parte degli incantesimi preferiti dalla sua prozia Bellatrix, che ringraziò non aver mai conosciuto.

Lily si voltò e continuò a camminare lungo il vagone del treno in cerca dei suoi cugini, mentre una lacrima le rigava il volto, e si malediceva mentalmente per aver trattato, per l'ennesima volta, Malfoy come una merda, ma, in fondo, anche lui negli ultimi quattro anni l'aveva trattata così, quindi, si disse, non doveva preoccuparsene, ma sapeva bene che il cuore fa più male di quanto ne possa alleviare il cervello, e soffriva dentro, si, dentro, perchè non poteva esternare con nessuno quello che provava, la lotta interna che aveva era segreta, e doveva rimanere tale, perchè nessuno dei suoi parenti avrebbe accettato quel figlio di Mangiamorte, come l'aveva chiamato zio Ron due anni prima, quando aveva spaccato il naso a Albus.

 

***

James camminava veloce sotto la leggera pioggerella di inizio settembre, stava cercando di autoconvincersi che era tutto sbagliato, che non poteva, che doveva lasciarla libera, che tutto era contro di loro, anche se nessuno sapeva, tutto era contro di loro a prescindere, avrebbe dovuto chiudere quella storia, ma adesso che lei era partita con l'Espresso sentiva un vuoto dentro, un dolore lancinante fra il cuore e lo stomaco, come quando ti viene un dolore intercostale, ma quello era un dolore più cupo, assordante, di quelli che non passavano in pochi istanti, ma di quelli che persistono e non ti fanno respirare, perchè il tuo cuore sta lottando contro di te, per quello che vuole, e che sa che vuoi anche tu, perchè il tuo cuore non sa che è sbagliato, che anche se hai solo diciotto anni devi lasciare andare la ragione per cui respiri.

Ti è mai capitato di amare qualcuno anche se sai di non poterlo amare?” chiese lui, all'ombra della quercia in fondo al giardino di nonna Molly.

Io amo qualcuno che non posso amare, Jamie” disse lei in un sussurro.

Dom, come fai a sapere che lo ami?” chiese ancora, lui.

Lo so perchè ogni mattino, quando mi sveglio sono felice, poi, nel momento in cui realizzo che quel giorno non lo vedrò, o comunque non pon posso stare con lui, è li che lo capisco, perchè è come se un Dissennatore uscisse dal comodino e mi seguisse tutto il giorno, perchè mi aspettava, perchè lui sarà li a perseguitarmi finchè io non smetterò di amarlo, perchè è sbagliato.” rispose lei, dopo averci riflettuto un attimo, e aver scelto con cura le parole “perchè me lo chiedi?”

Così...quindi questo misterioso ragazzo chi è?” chiese lui, curioso.

Lei lo guardò per un attimo “Lui è il più bel ragazzo del mondo, ma è anche il più irraggiungibile, è forte, coraggioso, fa tanto il duro, ma io lo so che è dolce e sensibile.”

Perchè è irraggiungibile?” domandò James.

Perchè, primo, è sempre pieno di ragazze, e sicuramente sta con una di loro, anche se non lo vuole ammettere...”

...secondo..?”

secondo...” una lacrima le solcò la guancia “basta, Jamie.” e si alzò, incamminandosi verso la Tana.

Aspetta, Domi!” disse lui, afferrandole il polso; si alzò e si avviò per il sentiero in mezzo ai campi,oltre la siepe che delimita la Tana, sempre tenendola per mano.

Perchè mi hai portata qui?” chiese lei, asciugandosi un paio di lacrime.

Perchè volevo parlare con te senza che ci vedessero gli altri...sai, anche io amo una ragazza che non posso amare...anche io so cosa vuol dire vivere con un Dissennatore a fianco tutto il giorno...”

Beh, non mi sei sembrato tanto triste quel pomeriggio sotto il salice piangente con quella Tassorosso!” ribattè lei piccata, e mordendosi la lingua subito dopo.

E tu come...perchè ti interessa tanto?” chiese a bruciapelo avvicinando il suo viso a quello perlaceo della ragazza.

Perchè ti amo Jamie.” disse in un sussurro.

Ti amo anche io Domi.” sussurrò lui, e iniziò a baciarle lentamente le labbra, accarezzandole i fianchi, poi scese lungo il collo e lei gli strinse i capelli scuri fra le dita, sussurrando il suo nome; lui la fece sdraiare sull'erba fresca all'ombra della siepe ben curata di nonno Arthur, con una mano le accarezzava una coscia, mentre con l'altra si inoltrava sotto la sua maglietta blu con lo stemma di Corvonero sopra al cuore; riprese a baciarla con passione, mentre si sfilavano i vestiti, e si scoprivano, lei sapeva di mare, di fresco, di pergamena; lui sapeva di legno, di pulito, di sapone; lui si fece spazio tra le sue gambe e, continuando a scoprire il suo esile corpo si staccò appena dalle sue labbra.

Fermami, fermami adesso se non vuoi”.

Non ti fermare”. Fu la sua risposta, glielo disse con passione, con amore.

Diventarono una cosa sola, erano felici, i loro Dissennatori erano andati a farsi fottere, ma non sapevano che sarebbero ritornati presto. James uscì da lei lentamente, controvoglia, ripetendole che l'amava, e lei gli promise che non l'avrebbe più lasciato.

Scrollò la testa entrando nel negozio di suo zio, un po' per scrollarsi di dosso le gocce di pioggia, un po' per scrollarsi di dosso quel ricordo.

“Che ti prende, Sirius? Sembri appena reduce dall'attacco di un Dissennatore” gli disse ridendo George quando lo vide entrare.

“Io vivo con un Dissennatore, zio” rispose.

 

***

 

Mentre il professor Paciock portava fuori dalla Sala Grande lo sgabello e il Cappello Parlante, la professoressa McGranitt si alzò in piedi e prese parola, dopo che il vociare dei neo studenti si fu calmato. “Abbuffatevi!” disse, con un grande sorriso; e dopo che gli ultimi bocconi del Banchetto furono spariti dal tavolo, tenne il consueto discorso di inizio anno.

“È con grande piacere, che vi ritrovo qui, dopo una lunga estate, cari ragazzi, do il mio più lieto benvenuto ai nuovi arrivati, voglio ricordare a tutti, che la foresta a lato del castello è proibita a tutti gli studenti, e anche la zona limitrofa al Platano Picchiatore è sconsigliata a coloro che non vogliano passare un po' di tempo in infermeria; a tal proposito vorrei vi uniste a me nel dare il benvenuto alla nostra nuova infermiera, Victoire Weasley” Victoire si alzò dal suo posto al tavolo degli insegnanti e un boato esplose dal tavolo dei Corvonero, sua vecchia Casa, e dai Weasley-Potter al tavolo dei Grifondoro.

“silenzio, silenzio” riprese la Preside “Devo darvi un'altro annuncio, molto importante. Quest'anno, dopo 26 anni, il corpo insegnanti, insieme all'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale e l'Ufficio per i Giochi e gli Sport magici, hanno deciso che qui a Hogwarts si terrà una nuova edizione del Torneo Tremaghi! L'età minima per partecipare è sedici anni; le delegazioni di Beuxbatons e Durmstrang arriveranno il primo di ottobre, e i tre campioni verranno scelti la notte di Halloween da un giudice imparziale”.

“Un anno! Un maledetto anno! Non mi potevano fare un anno prima?” Protestò Lily, scoccando un'occhiata al tavolo di Serpeverde, dove Scorpius sorrideva trionfante.

Metterò il mio nome nel calice, diventerò Campione di Hogwarts e dimostrerò a mio padre che non sono il ragazzino rammollito che crede di avere come figlio!” pensò.

“Fico! Voglio partecipare, come papà! Ooh, vorrei vedere la faccia di James quando leggerà il mio gufo domani mattina! Sarà invidioso da morire!” esclamò Albus.

“Al! È pericoloso! Si muore in questo torneo! O forse non ti ricordi i racconti di tuo padre e di zia Fleur?” gli disse Rose con fare preoccupato.

“Rosie, calmati, parteciperei anch'io, se non fossi troppo piccolo! Non c'è più Voldemort ad aspettare il campione alla fine del Torneo!” gli disse Hugo seccato.

“Hugo ha ragione, Rose! Sarà una figata!” le disse eccitata Roxanne, facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri.

“Bello! Bello! Bello! Niky ti immagini che figata se uno di noi due venisse scelto come campione? Porteremo avanti la tradizione di famiglia!” le disse Louis al tavolo dei Corvonero.

“La tradizione di Famiglia? Louis stai scherzando, vero? Noi non parteciperemo a quel torneo! Toglitelo dalla testa! Ti devo ricordare i racconti della mamma?” le disse Dominique inferocita, i capelli rosso scuro che erano un misto tra il rosso Weasley e il castano del nonno materno le ondeggiavano sulla schiena in morbide onde, e gli occhi azzurro cielo di mamma e papà scrutavano torva il gemello, che più diverso da lei non poteva essere, con i capelli e gli occhi scuri del nonno.

“Dai, Niky, non te la prendere, sono sicura che andrà tutto bene, questa volta, stai tranquilla! Sarà divertente!” la rassicurò Lucy, anche lei Corvonero al sesto anno.

E con la frase di Lucy si addormentò quella sera nel suo baldacchino blu, Dominique, pensando che, in fondo, non era male il Torneo, e che sarebbe stato un bel diversivo dal pensiero fisso di James...il suo James, che amava ma che non poteva amare...lui che se fosse stato ancora lì avrebbe voluto partecipare, e lei avrebbe litigato con lui fino a fare l'amore, cercando di convincerlo a non mettere il suo nome sulla lista; non voleva partecipare, non voleva dare un motivo di preoccupazione a sua madre, lei non era coraggiosa come lei, come suo padre o come James.   

NdA Ciao, sono HateevoL, questa è la mia prima Fanfic, spero vi piaccia!:) P.S. Mi sono dimenticata di aggiungere le foto dei personaggi! Le metto nel prossimo capitolo!
  
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