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Autore: Ambros    30/12/2013    7 recensioni
Tre capitoli per passare le vacanze di Natale con la coppia più bella del mondo: la Klaine.
Dal testo:
-Ci sono poche cose, nella sua vita, di cui Kurt Hummel è assolutamente certo:
1. Il giallo e il verde dovrebbero essere eliminati dalla scala cromatica quando si parla di moda.
2. Non permetterà mai a nessuno di vedere i suoi capelli di prima mattina, quando è appena sveglio.
3. Lui odia Blaine Anderson.
[...]
È Natale, e Kurt sta festeggiando con i suoi amici.
Certo non ha tempo di pensare a quanto odi Blaine Anderson.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Merry Christmas
3. Parte III



.... Tutto ad un tratto, l’idea di Rachel non sembra più così folle. 

“È un’idea folle.” Decreta con decisione, rimirandosi allo specchio della camera di Rachel per l’ennesima volta.
Lei sbuffa, incrociando le braccia sul petto “È un’idea geniale, invece.”
Mercedes annuisce convinta “Ha ragione, Kurt. Non presentarti sarebbe maleducato, ma non puoi certo andare lì e avere un’aria depressa per tutta la sera, sarebbe come avere un cartello al collo con su scritto ‘sono disperato’.”
Kurt la guarda di sbieco, non propriamente rassicurato. “Non potrei passare la sera con voi? Almeno non sarei depresso e nemmeno maleducato!”
L’indice di Rachel gli sventola pericolosamente sotto il naso “Non dire sciocchezze! A che servono i bellissimi amici gay della tua migliore amica, se no? E poi Matt non sapeva cosa fare per Capodanno, sarebbe brutto disdire la sera stessa!”
“È umiliante” borbotta lui, incrociando le braccia sul petto “Non riesco nemmeno a trovarmi un appuntamento di ripiego per Capodanno.”
“Meglio così, invece” Mercedes fa spallucce, lisciandosi delle pieghe invisibile sulla gonna nera “Se avessi chiesto ad uno sconosciuto avrebbe potuto fraintendere; invece Matt conosce benissimo la situazione, e poi vi state anche simpatici!”
“Già” Rachel ammicca allungandogli una piccola gomitata tra le costole “Ha detto di assicurarti che non si offenderà se vorrai baciarlo per rendere il tutto più convincente.”
Kurt alza gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo: lui e Matt sono praticamente fratelli, non riesce nemmeno a pensare all’idea di baciarlo. Certo, se servisse a far ingelosire Blaine …
“E va bene!” esclama, sollevando le mani “Facciamo questa cavolata. Ma poi esigo di potermi chiudere in camera e piangermi addosso per un pochino, visto che non sono mai quello che alla fine si prende il ragazzo” bofonchia, aggiustandosi il ciuffo con un po’ di lacca.
Rachel alza gli occhi al cielo mentre Mercedes sbuffa “Come vuoi; ma niente maratone di Sex and the City alle due di notte.”
“E non dare addosso a Finn, perché ci rimane male.”
Il ragazzo lancia loro un’occhiataccia, prima di sospirare con aria sconfitta.
“Allora … Come sto?”
Le ragazze scrutano con attenzione i pantaloni rosso fuoco – sicuramente i più stretti che avrebbero mai potuto trovare nell’intero pianeta – e il busto sottile avvolto da una camicia nera – anche questa piuttosto aderente – col colletto rosso, e lo accarezzano con lo sguardo almeno tre volte, prima che Kurt agiti una mano per richiamare la loro attenzione “Allora?” chiede impazientemente.
Le ragazze si scambiano un’occhiata significativa “Spero che a questa festa non ci siano troppi gay, o dovremo seriamente tenerti d’occhio e assicurarci che nessuno provi a rapirti.”


“Kurt! Sei uno schianto!”
Matt entra nel salotto con passo sicuro e svelto, depositando un bacio veloce sulla guancia di Rachel; abbraccia il ragazzo di slancio, lasciandogli delle lievi pacche sulla schiena: si allontana tenendolo per le spalle per guardare con attenzione il suo abbigliamento “Quel ragazzo si pentirà amaramente.” Ridacchia, dedicando una particolare attenzione ai pantaloni rossi – sono davvero stretti.
Kurt si sente per un attimo molto fiero di sé: finto appuntamento oppure no, Matt è davvero molto carino. Capelli scuri e ricci, occhi incredibilmente chiari, un bel fisico asciutto e un sorriso furbo. Molto carino.
Una vocina piuttosto fastidiosa nella sua testa gli ricorda che a Blaine non potrà importargliene di meno, anche se arriverà alla festa appeso al bicipite di Brad Pitt – Brad Pitt in “Vi presento Joe Black”, ad essere precisi.
Un’idea geniale fa capolino nella sua mente: può sempre fingere di star male. Un po’ di gastrite e lo lasceranno in pace a casa. E non c’entra niente il fatto che quel Sebastian sia dannatamente carino e che probabilmente passerà tutta la sera appiccicato a Blaine. Blaine chi, poi? Ecco, questo è lo spirito giusto. Questo è il momento perfetto per portarsi una mano allo stomaco e mettere su un’espressione sofferente.
“Allora! Si va?”
Matt lo prende a braccetto con un entusiasmo eccessivo, e riesce a fargli perdere il momento perfetto.
Maledizione.
Viene letteralmente trascinato verso la macchina, e si ritrova a sedere sui sediolini posteriori con un vago senso di confusione. Rachel si piazza alla guida con un sorriso trionfale, affiancata immediatamente da Mercedes “Si va a caccia, ragazzi” mormora, passandosi la lingua sul labbro con fare cospiratorio.
Kurt la guarda per un attimo inarcando elegantemente un sopracciglio, prima di schiarirsi la gola “Sentite, ragazzi, io apprezzo davvero quello che state facendo e che avete fatto, ma … Non sono tanto sicuro di voler continuare.” Continua imperterrito anche se sembra circondato da tre persone pronte ad un omicidio coi fiocchi “Insomma, Blaine starà tutto il tempo con quel Sebastian, e a me non va di passare la serata di Capodanno a sorbirmi la coppietta felice. Perché invece non ci fermiamo a casa di Mercedes a guardare un film?”
Rachel e Matt si scambiano un’occhiata d’intesa; il ragazzo intrappola tra le proprie mani i polsi di Kurt, mentre lei mette in moto con una sgommata poco rassicurante.
“Ehi!” esclama Hummel, cercando invano di ribellarsi alla presa di Matt – già, quei bicipiti non stanno lì solo per bellezza (non che non li apprezzerebbe comunque) – “Non potete costringermi!”
“È proprio quello che stiamo facendo, dolcezza.” Ribatte tranquillamente Mercedes, scoccandogli un’occhiata di rimprovero “Non vogliamo che passi la serata a compatirti. E poi l’idea di Rachel è davvero buona. Quel Blaine deve rendersi conto di cosa significhi provare a giocare con Kurt Hummel, sì o no?”
Be’, se la mette in questi termini … “E va bene” si arrende con un sospiro, e deve risultare abbastanza convincente, perché la presa di Matt abbandona i suoi polsi.
“Bravo tesoro” commenta Rachel soddisfatta, ammiccandogli dallo specchietto retrovisore.
“Non è stata proprio una scelta consenziente” bofonchia lui, incrociando le braccia sul petto per lasciarsi sprofondare nel sediolino.
“Vedrai che ci ringrazierai” Matt gli rivolge un sorriso rassicurante.
“Gli altri sono già arrivati” annuncia Mercedes, rimettendo il cellulare nella pochette per poi richiuderla con un sonoro schiocco.
“E ora …” Risponde Rachel dopo qualche secondo, fermando la macchina “Siamo arrivati anche noi.”
Se ne sarebbero accorti anche se non l’avesse detto.
Il giardino innevato è talmente illuminato che sembra mezzogiorno e il volume della musica è abbastanza alto perché lo sentano anche i pensionati dell’ospizio della città accanto.
I quattro scendono dalla macchina con espressioni vagamente shockate.
“È carta igienica quella appesa alla finestra del secondo piano?” chiede Mercedes, inclinando lievemente il capo su una spalla.
“Non esageravi riguardo alle feste” mormora Rachel, spalancando gli occhi e muovendo qualche passo incerto in direzione della casa.
“Certo che no” ribatte Kurt con aria piuttosto tranquilla, scrollando le spalle.
“Be’ …” esordisce Matt, esitando “Tanto vale entrare, no?”
I quattro fissano per un attimo la porta d’ingresso, quasi come se temessero l’apparizione improvvisa di un leone.
Kurt ridacchia furbescamente sotto i baffi: di questo passo, saranno quei tre ad implorarlo di andare a casa al più presto.
“Muoviamoci!” esclama Rachel con forza, prendendo a braccetto i due ragazzi “Abbiamo una missione da portare a termine!”
Va be’, Kurt non è mica Nostradamus.


Quando arrivano alla porta, si trovano di fronte ad un problema non indifferente: come entrare.
È impensabile suonare il campanello, perché riescono a malapena a sentirsi pensare, certo non sarebbe di una qualche utilità.
Si scambiano degli sguardi interrogativi, cercando di comunicare a gesti; Rachel indica freneticamente il proprio telefono, poi la porta, ripetutamente. Gli altri tre la osservano scuotendo la testa, sollevando le braccia con aria desolata. La ragazza insiste gesticolando con esasperazione finché Kurt non le tira uno scappellotto sulla nuca con aria scocciata.
Rachel si massaggia la testa con aria offesa, ma prima che possa aprire la bocca per riversargli addosso tutta l’acidità che le sta ribollendo nello stomaco, la porta di fronte a loro si spalanca di colpo per rivelare un  Blaine Anderson coi ricci stranamente liberi dal gel ma inevitabilmente in disordine, dei jeans scuri molto stretti e un maglione rosso “Vi ho visti dalla finestra del piano di sopra” spiega gridando in risposta ai loro sguardi interrogativi; i suoi magnifici occhi dorati scandagliano le figure di fronte a lui, ma si spalancano di colpo quando notano le mani intrecciate di Kurt e Matt – perché sì, Matt è stato abbastanza sveglio da prendergli la mano, ad un certo punto.
Gli occhi di Blaine si piantano in quelli di Kurt con uno scintillio confuso, ma Rachel interviene prima che possa chiedere qualsiasi cosa “Blaine, ti ricorderai di Mercedes” indica la ragazza di fianco a sé per una frazione di secondo, prima di congelarsi un enorme sorriso sulle labbra “E questo è Matt, un amico speciale di Kurt. Spero che non ti dispiaccia avere un invitato in più.” Indica fieramente il ragazzo come se si trovasse in una televendita.
Blaine è tentato dal dire che, invece, gli dispiace molto, e che non c’è affatto posto per un altro invitato – magari potrebbe dire che hanno i segnaposti contati – ma qualcosa gli suggerisce che non sarebbe un’ottima idea. “No, certo che … Uhm … Non mi dispiace.” Borbotta –o, piuttosto, urla a voce un po’ più bassa – con un’espressione a metà tra un profondo disappunto e un forzato contegno dignitoso.
Poi si limita a fare un passo indietro per lasciarli entrare, e non può fare a meno di rivolgere uno sguardo amareggiato a Kurt, che nemmeno lo nota perché è troppo impegnato a fissarsi le scarpe pregando affinché le orecchie la smettano di essere in tinta coi suoi pantaloni. Al contrario, Matt lo coglie al volo, scambiandosi un’occhiata perplessa con Rachel e Mercedes; non fanno in tempo a comunicarsi nient’altro, perché vengono immediatamente investiti da un Puck miracolosamente già ubriaco, che si appende letteralmente alle spalle di Kurt, rischiando di trascinarlo per terra “Amico!” urla, con voce strascicata “Non c’è nemmeno una ragazza!” Indica la stanza affollata attorno a loro con aria desolata “Come faccio io senza ragazze?!”
Kurt gli batte qualche pacca comprensiva sulla schiena “Lo so, Puck. È un mondo crudele.”
Il ragazzo annuisce con aria saputa, prima di continuare “Be’, più possibilità per te, no?” scrolla le spalle, prima di puntare un dito contro il petto di Kurt e guardarlo negli occhi con tutta la serietà di cui è capace “Se quel cosino pieno di gel ti fa del male, vienilo a dire allo zio Puck che lo stende con un destro, va bene?”
Kurt si mordicchia le labbra per non ridere, annuendo con convinzione; alza lo sguardo appena in tempo per incrociare gli occhi dorati di Blaine, il cui volto è diventato color magenta perché, ovviamente, ha sentito tutto; apre la bocca per dire qualcosa – qualsiasi cosa, davvero – ma un braccio muscoloso gli avvolge le spalle, e la voce di Matt gli perfora un timpano “Allora” esclama, direttamente nel suo orecchio “Chi è l’amico speciale che ti sta facendo penare?”
Kurt sospira, rassegnandosi alla perdita dell’udito almeno da un orecchio; si guarda attorno, osservando per la prima volta con attenzione l’atmosfera fumosa attorno a lui. In effetti, Puck non ha tutti i torti: almeno il 96% della popolazione presente nella stanza è composto da ragazzi – Kurt riconosce la maggior parte di loro come Warblers – e le poche ragazze che ci sono, o sono del loro Glee Club, o sono già occupate, in maniera molto poco platonica, con altri ragazzi.
Si alza in punta di piedi per riuscire ad avere una visuale migliore sul salotto; inarca scetticamente un sopracciglio nell’osservare due ragazzi – un biondo e un moro, con diversi centimetri d’altezza di differenza – che discutono animatamente sulla datazione storica del televisore a schermo piatto che si trova davanti al divano – “Ti dico che Napoleone ne aveva uno uguale! Deve risalire almeno al Cinquecento!” “Jeff, sei impossibile! Raffaello ne ha dipinto uno esattamente uguale! Avrà seicento anni!” “E io che ho detto?!” – e sorvola sul ragazzo che dorme sul divano abbracciando quello che sembra un martelletto di legno avvolto in una minuscola mantella rossa, finché non individua Sebastian, intento a parlare amabilmente con … Blaine, sorseggiando un liquido non meglio identificato da un bicchiere di plastica rosso.
“Quello là” mugugna, indicandolo.
Matt cerca con lo sguardo il punto indicatogli, e un ghigno poco rassicurante gli distende le labbra non appena incrocia un paio di limpidi occhi verdi “Oh” soffia, con aria sognante “Capisco.”
Kurt fa vagare lo sguardo da Matt a Sebastian, da Sebastian a Matt per un paio di volte, per poi fissarsi su Matt con aria oltraggiata. “Non ci pensare nemmeno!” sbotta, colpendolo su un braccio.
“Ehi!” risponde lui, offeso “Che c’è?!”
“Non vorrai abbandonarmi anche tu per quello lì, vero?!”
Matt solleva immediatamente le mani in segno di resa, un po’ troppo velocemente “Non oserei mai! Stavo solo notando che, ecco, come dire … Il ragazzo ha buon gusto!”
Kurt lo fissa basito per qualche secondo, prima di scuotere la testa con aria affranta: è senza speranza.
Matt gli dà un buffetto affettuoso sulla guancia, con un sorriso di scuse “Vado a prendere qualcosa da bere, okay?”
Kurt si limita ad annuire, promettendosi allo stesso tempo che stavolta non berrà. Alcol e Blaine Anderson non sono una buona accoppiata. 


“Seb! Non ci posso credere!”
“A che cosa, Blainey caro?”
Blaine è così sconvolto che nemmeno si lamenta per il nomignolo, e si limita ad indicare col mento un punto imprecisato vicino all’ingresso del salotto.
Gli occhi di Sebastian si assottigliano per il piacere quando individua la fonte di turbamento dell’altro “Oh, wow. Ti prego, dimmi che è gay.”
Blaine gli rivolge un’occhiata stralunata, prima di scuoterlo per una spalla “Non pensarci nemmeno, Smythe!”
Sebastian lo ignora a bella posta “Allora? È gay o no?” chiede impazientemente, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi incredibilmente chiari.
“Sì” mugugna Anderson, sconfitto “Ma” aggiunge in fretta, frenando l’esaltazione di Sebastian “Credo che sia … Impegnato.”
Smythe mette su un’espressione che assomiglia vagamente a quella di un bambino che ha appena scoperto che Babbo Natale non esiste “Come impegnato?” Chiede, con una nota di disgusto nella voce “Quel ragazzo dovrebbe essere patrimonio dell’UNESCO, impegnato un tubo!”
Blaine potrebbe essere il ritratto della disperazione “È un amico speciale di Kurt” bofonchia, prima di affondare il naso nel proprio bicchiere.
Riemerge sorpreso quando sente Sebastian ridacchiare di gusto “Cosa ci sarebbe di divertente?!” sbotta, offeso.
“Oh, andiamo!” esclama lui, senza smettere di ridacchiare “Non dirmi che non l’hai capito!”
“Cosa dovrei aver capito?!”
Gli occhi di Sebastian abbandonano per qualche attimo il volto di Matt per posare su Blaine uno sguardo a metà tra l’intenerito e il compassionevole “Il tuo amico … Kurt, giusto? L’ha fatto apposta. È così ovvio!” scuote lentamente la testa, ingoiando l’ultimo sorso del proprio drink.
“Apposta?” ripete Blaine con tono scettico.
Sebastian sbuffa, alzando gli occhi al cielo “Non ti ricordi? Al centro commerciale ho detto di essere un tuo amico speciale. E ora ti ha ripagato con la tua stessa moneta. Be’, la mia stessa moneta, per essere precisi. Ragazzo malefico.” Ridacchia di nuovo, scuotendo il capo con una punta di divertimento, tornando ad osservare Matt “Accidenti, devo chiedergli dove l’ha trovato; magari me ne trovo uno anch’io.”
Ignorando quell’ultimo commento, Blaine scrolla le spalle, sconsolato “Non essere sciocco, Seb. Non hanno tutti cinque anni come te. Kurt non userebbe certo dei mezzucci di questo genere. Sapevo che questa festa sarebbe stata inutile.”
“Su su!” esclama Sebastian, togliendogli di mano il bicchiere vuoto “Non fare il depresso, ora. Fidati di me, non sbaglio mai” gli rivolge un occhiolino complice, lanciando un’occhiata a Matt che si sta allontanando per andare a prendere da bere “Senti” continua, in fretta “Io vado a prendere un altro drink, eh?”
Blaine non fa in tempo ad annuire che Sebastian è già scomparso tra la folla.
Alza lo sguardo appena in tempo per vedere Kurt che distoglie gli occhi da lui, e sta già muovendo qualche passo per raggiungerlo – perché diavolo ha invitato tutta quella gente? – ma quando guarda di nuovo in quella direzione, il suo vicino di casa sembra essersi volatilizzato.
Si trattiene a stento dall’imprecare ad alta voce, e strappa un drink dalla mano di Thad, comunque troppo impegnato ad inciampare nei propri piedi per accorgersene, bevendolo tutto d’un fiato.


“Non ci posso credere.”
Kurt osserva basito la scena di fronte a sé,  sbattendo più volte le palpebre per essere sicuro di non star sognando.
“Non è possibile” mormora di nuovo, incredulo, spalancando gli occhi.
Oramai non c’è più alcun dubbio. È sicuramente la persona più sfigata che esista sulla faccia della terra.
A chi altro sarebbe capitato – in ordine – di: odiare il proprio vicino di casa, ricredersi sul suddetto un’infausta Vigilia di Natale, prendersi una cotta stratosferica per il sopracitato, quasi baciarlo, svegliarsi dopo una sbronza colossale e ritrovarselo davanti, andare a cantare vestito in modo ridicolo al centro commerciale e ritrovarselo davanti, scoprire che il suddetto vicino ha una specie di scopamico che sembra un modello, essere costretto comunque ad andare alla sua festa di Capodanno trovando un appuntamento di ripiego che si possa fingere il suo scopamico e, dulcis in fundo, dover assistere ad una sessione olimpionica di pomiciate tra i due scopamici. Be’, il finto scopamico e il vero scopamico. O i due finti scopamici. Insomma, Matt e Sebastian.
Sospira affranto, scuotendo il capo con una scrollata di spalle: nemmeno l’appuntamento di ripiego ha resistito al fascino di Sebastian. Lo assale una sensazione di disagio e fastidio, mentre osserva le mani di Matt che vagano sulla schiena di quello che sta diventando il suo peggior nemico, e si chiede esattamente cosa abbia lui in meno rispetto a quello là.
Accidenti a quell’alcol che ha in corpo, – ma non aveva detto che non avrebbe bevuto? – adesso le lacrime gli stanno premendo pericolosamente contro gli angoli degli occhi, e non ha alcuna intenzione di mettersi a piangere davanti a tutti quegli sconosciuti ad una festa di Capodanno.
Ormai la festa sembra un rave party, a Blaine certo non dispiacerà se va un attimo in bagno, no? Non dovrebbe nemmeno essere difficile trovarlo, in fondo abitano in due case fondamentalmente uguali.
Riesce a fuggire – letteralmente – dalla calca che c’è nel salotto quasi per miracolo, e si sente molto più leggero quando raggiunge le scale e comincia a salirle reggendosi saldamente al corrimano; spalanca la prima porta sulla destra, convinto che una cosa gli possa anche andare per il verso giusto, una volta, ma chiaramente si sbaglia; si ritrova in una piccola oasi di pace, composta da numerose librerie stracolme di tomi e volumi, un divanetto bordeaux e un piccolo tavolino di legno.
Si lascia cadere le braccia lungo i fianchi, asciugandosi rabbiosamente una lacrima che gli sta attraversando placidamente la guancia. Sul serio, non ha assolutamente nessun motivo per piangere.


Blaine non ha smesso di seguirlo con lo sguardo nemmeno per un istante. Quindi non è propriamente una sorpresa che si accorga del cambiamento di espressione sul volto di Kurt, come si faccia improvvisamente più teso, quasi contratto nello sforzo di trattenere le sue emozioni. Gira il viso per vedere cosa abbia disturbato Kurt a tal punto – ha abbastanza alcol in corpo per prendere a pugni chiunque osi infastidirlo, poco ma sicuro – e per poco non si ritrova a boccheggiare con un’espressione poco intelligente: Matt e Sebastian sono avvinghiati in un abbraccio mozzafiato, e le loro labbra danno inconfondibilmente l’impressione di non volersi allontanare a breve.
Blaine fa saettare lo sguardo tra la coppia e Kurt, cercando di fare due più due, ma l’operazione gli risulta molto difficile. Poi gli arriva l’illuminazione: se Matt sta baciando Sebastian, per di più proprio davanti a Kurt, forse la storia tra loro non è seria. O forse non esiste affatto.
Alza lo sguardo nel momento esatto in cui quella rivelazione lo colpisce come un fulmine, e lo prende un leggero attacco di panico quando non riesce più a vedere Kurt; torna a respirare normalmente quando vede un paio di inconfondibili gambe lunghe e snelle avvolte in degli adorabili pantaloni rossi che scompaiono su per le scale, e si fa largo praticamente a gomitate tra la folla per seguirlo – nemmeno lui sa bene cosa voglia fare, ma lo deve fare.
Riesce miracolosamente a non inciampare negli scalini, e fa in tempo a vedere la porta della stanza – che ormai usa come rifugio dai suoi genitori le poche volte che sono in casa – che si chiude; si ferma un attimo ad osservare il legno chiaro, ma per fortuna decide di non pensarci: pensare, in alcuni casi, è una gran fregatura. Meglio non farlo.
Si limita a spalancare la porta, e realizza immediatamente che non pensare è stata una gran trovata.
Perché Kurt è davvero bello. Non carino, non figo, non attraente, non gnocco. Kurt è bello. Con le braccia strette attorno al busto, la figura sottile illuminata solo dalla luce del piano di sotto che probabilmente si riflette sulla neve, il viso rivolto verso di lui e gli occhi – quegli occhi che, se non suonasse così sdolcinato, direbbe che potrebbero tenere testa alla bellezza di un cielo stellato – leggermente spalancati e colpevoli, che lo fissano, quasi timorosi.
“Mi dispiace, non volevo ficcare il naso …” Balbetta imbarazzato, faticando a sostenere quegli occhi dorati “Cercavo il bagno, e …” Gesticola vagamente, arrossendo.
“Non preoccuparti.” Lo salva Blaine – perché davvero non gli interesserebbe se anche Kurt gli avesse svuotato la cassaforte.
“Io … Dovrei andare.” Kurt vorrebbe veramente solo scappare, perché quella situazione rischia di diventare troppo imbarazzante, e non ne può più di stare in quella casa, vuole solo andare sul divano e imbottirsi di cioccolata – che tra l’altro era stato il suo piano fin dall’inizio.
Ha già mosso qualche passo verso la porta, quando una presa sul polso lo costringe a fermarsi; si volta, sorpreso, con espressione interrogativa, e Blaine sta fissando le loro mani intrecciate, con le sopracciglia leggermente aggrottate.
Quando gli occhi dorati incrociano quelli azzurri, c’è un po’ di confusione in quelli di entrambi.
“Kurt, io … Volevo dirti che …” Ma non sa bene come continuare, perché le parole gli si intrecciano sulla lingua, e non sa proprio cosa vorrebbe dirgli.
Kurt abbassa lo sguardo sulla moquette color panna con aria mesta “Non importa, Blaine. Ho capito.”  Solleva il viso e gli rivolge un piccolo sorriso triste, e Blaine vorrebbe dirgli che non può aver capito, perché nemmeno lui ha ancora capito, e cosa esattamente ha capito? Ma non fa in tempo, perché il polso sottile di Kurt scivola via dalle sue dita, e il ragazzo si allontana velocemente, lasciandolo in mezzo alla stanza, con le parole ancora incastrate tra i denti.
Rimane imbambolato per qualche secondo, finché una voce che assomiglia terribilmente a quella di Sebastian non gli rimbomba nella testa “Anderson, muovi il culo e seguilo. Cosa aspetti, la carrozza?”
Si riscuote velocemente, precipitandosi fuori dalla stanza.


“Lo giuro su Alexander McQueen, non berrò mai più alcol nella mia vita.” Borbotta Kurt, afferrando al volo il proprio cappotto nell’ingresso miracolosamente vuoto.
Sta letteralmente fuggendo senza dirlo nessuno a pochi minuti dalla mezzanotte. Lo sa. È patetico. Ma non gli importa, adesso deve andare a casa, guardare tutta la notte “La verità è che non gli piaci abbastanza” e soffocare la rabbia e la frustrazione nei pop-corn.
Spalanca la porta d’ingresso e per poco non si strozza con la propria saliva.
Sugli scalini, con l’espressione di chi ha appena ingoiato un limone condito con sale e aceto, ci sono i coniugi Anderson.


“Kurt! Aspetta, non te ne andare, io—”
La voce gli muore letteralmente nella gola quando arriva nell’ingresso e si ritrova davanti i suoi genitori. Che non sembrano entusiasti della situazione.
“Blaine” suo padre sembra sul punto di avere un infarto “Che cazzo sta succedendo in casa mia?”
Kurt sussulta leggermente per il tono duro e gelido e indietreggia lentamente, scambiandosi un’occhiata con Blaine, che sembra persino più sconvolto di lui; Anderson gli fa comunque cenno di andarsene con un lieve movimento del capo, primo di rispondere a suo padre con un pizzico di sarcasmo “Quest’anno ho deciso di ospitare qui la festa della parrocchia, papà.”
Il signor Anderson lo guarda con un’espressione così allucinata che Kurt teme che la situazione possa diventare violenta, ma Blaine gli lancia un’altra occhiata eloquente; con un minimo di risoluzione in più, Hummel muove un passo in avanti, ma i genitori di Blaine non accennano a spostarsi – sembrano quasi mummificati.
Kurt comincia seriamente a sentirsi a disagio, e si ritrova a pregare affinché una voragine gli si spalanchi sotto i piedi quando si ritrova a schiarirsi rumorosamente la gola “Io, ehm … Ora, andrei …”
I signori Anderson lo guardano con espressioni allucinate, e sembra quasi che si siano accorti solo ora della sua presenza.
“Oh, magnifico! Ci mancava un altro frocio per completare il quadretto!”
Kurt diventa paurosamente rigido, e sente la rabbia e la tristezza che fanno a pugni dentro di lui per prendere il sopravvento.
“Papà, non ti permettere.” Ringhia Blaine sottovoce, facendo un passo avanti “Offendi me, ma non ti permettere di prendertela con Kurt.”
Suo padre gli rivolge un sorriso beffardo “Perché, è il tuo ragazzo? C’è solo l’imbarazzo della scelta per decidere chi di voi debba essere la donna!”
E Kurt non ce la fa più. Non ne può più delle persone ignoranti e stupide, e cattive, che non sanno, che non riescono a capire che non c’è niente da capire. “Di certo si potrebbe dire lo stesso di voi.” Sbotta senza riuscire a trattenersi, attirando su di sé lo sguardo meravigliato e quasi speranzoso di Blaine e quello incredulo del signor Anderson.
“Cos’hai detto, ragazzino?” sibila, assottigliando gli occhi che non hanno niente della dolcezza che caratterizza quelli del figlio.
“Ho detto” ripete Kurt senza alcuna inflessione nella voce, lentamente, come se stesse parlando con un bambino piuttosto tardo “Che anche nel suo caso sarebbe difficile stabilire chi debba essere la donna, tra lei e sua moglie, visto che non ha nemmeno le palle di accettare suo figlio per quello che è.” Conclude asciutto, nello stesso momento in cui si rende conto di essersi spinto veramente troppo in là.
Sembrano pensarlo anche i coniugi Anderson, i cui volti si chiazzano di rosso contemporaneamente – ed è una scena quasi comica – prima che il padre parli di nuovo, con voce tremante “Non so chi tu sia, ragazzina--” enfatizza quell’ultima parola con un ghigno crudele inciso sul volto, ma Kurt scoppia a ridere, e il signor Anderson lo fissa come se fosse impazzito. “Non sa chi io sia?” ripete Kurt, ridacchiando “Si rende conto, vero, del fatto che viviamo a due metri di distanza da circa dieci anni?”
“Non sei più il benvenuto in questa casa!” sibila il padre di Blaine, sfiorando una crisi isterica e un attacco di cuore.
Kurt decide che ormai ha già oltrepassato qualunque limite. “Direi che non sono l’unico, caro signore.” Prima di uscire gli dà una pacca sulla spalla, accompagnata da un sorriso strafottente; non osa guardare Blaine, prega solo di non averlo messo in un mare di guai.
Si dà dello stupido un milione di volte mentre scende gli scalini sforzandosi di non scivolare miseramente sul ghiaccio; ma come diamine gli è venuto in mente? Dov’è andata a finire la sua proverbiale diplomazia?! Non riuscirà a guardare Blaine negli occhi per almeno dieci anni, poco ma sicuro.
Affonda le mani nelle tasche, cercando di non congelare nei dieci metri che lo separano da casa sua, e trattiene a stento la risata isterica che minaccia di abbandonargli le labbra.
“Kurt! Kurt, aspetta!”
Per un attimo pensa di avere le allucinazioni, ma una presa decisa sul polso lo costringe a fermarsi e girarsi; spalanca gli occhi trattenendo il respiro quando si trova irrimediabilmente intrappolato tra gli scintillii dorati dello sguardo di Blaine, che ha le guance adorabilmente arrossate per il freddo.
“Tu” mormora, col respiro pesante “Sei davvero un bel tipo!”
“Giuro che mi dispiace, lo so che non avrei dovuto attaccare tuo padre in quel modo, se potrà servire a qualcosa mi verrò a scusare anche domani; non so cosa mia sia preso, dico sul serio, è solo che ti stava dando addosso e--”
Ma le parole gli muoiono in gola quando Blaine lo afferra per le spalle con un’espressione intenerita e divertita, e avvicina i loro volti con decisione, senza fretta, fino a posare le proprie labbra su quelle di Kurt; all’inizio è un bacio timido, esitante, che sembra chiedere il permesso. Poi le mani di Blaine trovano il loro posto intrecciate dolcemente dietro la schiena dell’altro, quelle di Kurt si posano con delicatezza sulle sue guance, le loro labbra trovano un ritmo dolce e lento, paziente.
Quando si allontanano con dei respiri profondi, senza interrompere il contatto tra di loro, hanno entrambi un’espressione piuttosto scombussolata e comicamente felice.
Poi un dubbio fa capolino nella mente di Kurt “E Sebastian?” chiede senza fiato, senza essere sicuro di voler realmente sapere la risposta.
Ma Blaine sorride, felice e raggiante come non mai “E Matt?” chiede a sua volta, divertito, perché conosce già la risposta.
Infatti Kurt arrossisce e abbassa lo sguardo, borbottando parole incomprensibili.
Blaine gli poggia due dita sotto il mento, facendogli risollevare il viso con dolcezza “Lo so” gli mormora, divertito “Anche io.”
E Kurt prende un respiro profondo, prima di sorridere a sua volta.
                                                                                                                                     "DIECI! NOVE!”

Quasi sobbalzano, ancora stretti l’uno all’altro, quando da dentro la casa comincia a sentirsi il conto alla rovescia; i loro sguardi si trovano contemporaneamente, e si sorridono, forse con espressioni un po’ ebeti, ma indiscutibilmente felici.
                                                                                                                                       “OTTO! SETTE! SEI! CINQUE!”

“Sai Blaine, forse non ti odio così tanto.”
“Tu dici?”
“Potrei addirittura concederti il lusso di offrirmi un caffè, una volta o l’altra.”
                                                                                                                                         “QUATTRO! TRE!”

“Ho intenzione di offrirti una miriade di caffè, Kurt Hummel.”
                                                                                                                                          “DUE!”

Blaine poggia la propria fronte sulla sua, e ridacchiano insieme, in mezzo alla neve degli ultimi secondi del 31 Dicembre.
                                                                                                                                              “UNO!”


Si avvicinano contemporaneamente l’uno all’altro, per perdersi di nuovo nell’ultimo bacio di quell’anno. 
                                                                                                                   “BUON ANNO!”

E ritrovarsi nel primo bacio dell’anno nuovo.



                                                                                                 The end




Note:
Salve!
*tanti auguri a me, tanti auguri a meeee*
Okay, la smetto.
Mi dispiace un sacco che questa sia l'ultima parte, davvero. Mi ero affezionata a questi Kurt e Blaine.
Per non parlare del padre di Blaine, poi, lui sì che mi stava simpatico.
Ma andiamo con ordine:
1) Spero che, come ultima parte, vi sia piaciuta (se devo essere sincera, a me la fine piace un sacco; [e no, non è una cosa così scontata che mi piaccia, fidatevi u.u]) fatemi sapere, come sempre!
2) Buon anno nuovo, buon ultimo dell'anno, in anticipo, lo so, ma insomma, si fa quel che si può.
3)Qualcuno sarebbe disponibile a leggere una Klaine che ho iniziato? Più che per betarla, per darmi un parere molto disinteressato e dirmi se la trama fila. Insomma, fatemi sapere, anche per MP :)
4) *abbraccia virtualmente tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e che hanno recensito e, con un'attenzione speciale, Mellark_*
Davvero, wow, grazie **
5) Ci vediamo domani con Being a Half, se qualcuno tra voi lo seguisse.

E niente, direi di aver finito.
*si asciuga una lacrima*
Alla prossima :D
Abbiamo ancora 37 ore e 35 minuti perché succeda qualcosa che ci faccia dire "Che anno favoloso". -perle di mia sorella. Volevo condividerla con voi. 

 
  
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