Capitolo cinque
La lettera di
Bingley aveva l’aspetto di tutte le sue lettere, macchiata e
scarabocchiata,
con metà delle parole cancellate e le altre frasi quasi
illeggibili. Però
strappò un sorriso a Darcy. Ecco uno sbaglio che lui aveva
sistemato, e in
questo, sperava di aver fatto rallegrare Elizabeth vedendo la
felicità della
sorella maggiore. Versandosi un bicchiere di brandy, Darcy si sedette
su una
sedia accanto al camino per leggere della felicità e vita
sentimentale di
Bingley, sforzandosi sinceramente di non invidiare la buona sorte
dell’amico.
Dopo aver letto
alcune frasi della lettera, però, divenne evidente che
c’era poca felicità da
discutere. "Bingley! La tua governante morirebbe di
vergogna!” ringhiò
Darcy mentre lottava di capire cosa Bingley stava scrivendo, dalle
poche parole
leggibili.
A quanto sembra
la famiglia Bennet si trovava in qualche genere di crisi.
C’era stato un
incidente e qualcuno stava male, vicino alla morte… ma chi?
Così Bingley invece
di corteggiare Jane la confortava invece mentre piangeva e si
preoccupava di –
aveva scritto Elizabeth? Darcy non riusciva a crederci. Cosa era
successo? Cosa
voleva dire Bingley? Darcy era incredulo. Non voleva certo dire che era
accaduto qualcosa a Elizabeth. Il signor Bennet forse o anche la
signora
Bennet, ma non Elizabeth, certamente Bingley non poteva intendere che
Elizabeth
stava male.
Corrucciandosi
nel tentativo di decifrare le parole, rilesse attentamente la lettera
di
Bingley, solo per divenire ancora più frustrato quando le
frasi non divennero
più chiare. Doveva saperlo! Elizabeth era ferita, stava
male? Era malata? Che
cosa era successo?
Questa maledetta
lettera non mi è di alcun aiuto! Pensò infuriato,
accartocciando la carta e
gettandola nel fuoco. Aveva bisogno di sapere di Elizabeth! Come poteva
scoprire qualcosa?
Darcy si sedette
pensiero sulla sedia. Una lettera a Bingley potrebbe funzionare, forse
tramite
corriere? Anche se Darcy mandava una lettera tramite corriere, questo
farebbe
sorgere delle domande riguardo ai suoi motivi, non solo in Bingley ma
anche da
parte di Miss Bingley. Inoltre, la risposta di Bingley impiegherebbe
giorno o
addirittura settimane, prima di arrivare – era pure probabile
che non avrebbe
neanche risposto! Bingley non era il migliore dei corrispondenti, un
fatto che
Darcy sapeva da anni. Inoltre, qualunque lettera che sarebbe arrivata,
sarebbe
sicuramente illeggibile come quella che aveva appena lanciato nel
fuoco. Ma
come poteva scoprire cosa c’era che non andava?
Darcy
rimuginò a
lungo sul problema, incapace di trovare una soluzione soddisfacente e
stava
divenendo ogni secondo più disperato, quando si
ricordò dei parenti di
Elizabeth che risiedevano a Cheapside. Gardiner, si chiamavano se non
ricordava
male, lo zio che era nel commercio. Poteva recarsi da loro? Non li
conosceva e
non era né giusto né conveniente presentarsi da
gente che non si conosceva e
chiedere informazioni. Cosa poteva dire poi? “Buona sera,
sono il signor
Fitzwilliam Darcy, non mi conoscete personalmente ma sono innamorato di
vostra
nipote, Miss Elizabeth Bennet. Comunque, devo ammettere che lei mi
disprezza.
Ciononostante, insisto che voi mi diciate della sua
condizione!” sbuffò con una
risata amara alla prospettiva.
Poi sospirò,
pensando che, per quanto ridicolo fosse quello scenario, non aveva
altra
alternativa. Non gli piacevano quelli che abusavano del loro rango,
eppure era
proprio quello che stava per fare, sperando che questi parenti dei
Bennet erano
sufficientemente rispettosi della sua posizione da tollera un
comportamento
così scortese e maleducato. Doveva farlo, non
c’era altra via. Qualcosa era
successo alla sua Elizabeth, e lui avrebbe fatto tutto il possibile per
scoprire cosa aveva e se poteva fare qualcosa per aiutarla.
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Fortunatamente
per Darcy, localizzare il domicilio della famiglia Gardiner fu
abbastanza
facile. Una volta raggiunto Gracechurch Street, fu facile trovare un
giovanotto
che era disposto a dirigerlo all’indirizzo giusto per una
moneta.
Guardandosi
intorno, rimase piacevolmente sorpreso da ciò che vide. I
commenti spregiativi
di Miss Bingley dopo che ebbe fatto visita a Miss Jane Bennet a
gennaio,
l’avevano condotto a credere che i Gardiner abitassero in una
spelonca in un
quartiere con le strade strette che abbonda di negozianti criminali e
bambini
sporchi. La realtà era completamente diversa,
perché divenne subito apparente
che il signor Gardiner doveva essere abbastanza benestante, come
suggeriva la
casa signorile e la carrozza davanti ad essa.
Avvicinandosi ai
gradini che conducevano alla porta d’ingresso, Darcy si
preparò all’incontro
con il fratello della signora Bennet. La versione maschile della
signora
Bennet, come sarà? Si chiese, prevedendo rudezza stridente
racchiusa in una
forma maschile. Dopo che ebbe suonato il campanello e
presentò la carta di
visita alla governante, comunque, cominciò a mettere in
dubbio questa
supposizione. La casa sembrava silenziosa e calma, la
servitù ben addestrata e
rispettosa. La governante ritornò subito dopo con il
messaggio che il signore e
la signora Gardiner l’avrebbero ricevuto, e lo condusse
giù per il corridoio e
nel salotto.
Darcy entrò
nel
salotto e si presentò ai Gardiner. Erano una coppia
attraente, a quanto
sembrava molto più giovani della signora Bennet con un
portamento cortese.
Effettivamente, Darcy li fissò con aria meravigliata,
avendoli trovato l’esatto
opposto di come si era immaginato. La signora Gardiner aveva
l’aspetto di una
signora alla moda. Il suo vestito era elegante come le sue maniere le
quali lei
espose dandogli cordialmente il benvenuto nella sua casa e
preoccupandosi del
suo conforto. Il signor Gardiner era distinto e gentile, offrendogli
del
rinfresco ed esprimendo il proprio piacere nel fare la sua conoscenza
così come
l’onore di riceverlo in casa. Né diedero ad
intendere di trovare la sua visita
maleducata o sconveniente, anche se Darcy sapeva bene che lo era.
Una volta finite
le introduzioni iniziali e i saluti, però, Darcy comprese
guardandoli più da
vicino, che mostravano tutti i segni di una famiglia in
difficoltà. La signora
Gardiner, nonostante il sorriso piacevole aveva gli occhi gonfi e rossi
e il
viso pallido di una che aveva passato molto tempo a piangere,
probabilmente di
recente. Il signor Gardiner appariva affaticato, e il suo sorriso e
buon umore
erano forzati. Ora con i rinfreschi arrivati e il tè versato
– il gruppo avendo
accertato che la signora Gardiner era originaria del Derbyshire e
conosceva la
sua famiglia, e che lui aveva incontrato i Bennet mentre era in visita
dal suo
amico in Hertfordshire – marito e moglie guardarono Darcy
ansiosamente,
chiedendogli senza parlare perché si era recato a Cheapside
quel pomeriggio.
Darcy si
schiarì
la gola, preparandosi per della prevaricazione e con una risatina
nervosa
disse, “vi chiedo perdono che sono venuto così
all’improvviso, ma sono qui per
ordine di mia zia, Lady Catherine de Bourgh del Kent. Come sicuramente
saprete,
vostra nipote, Miss Elizabeth Bennet, ha passato sei settimane con la
moglie
del parroco di mia zia,” Darcy notò che il sorriso
della signora Gardiner si
affievolì alla menzione della nipote, “e mentre
era là divenne la preferita di
mia zia.”
Darcy si
fermò
per prendere un sorso del suo tè e poi continuò
con la storia fabbricata.
“Spero che scuserete l’intromissione mia e di mia
zia nel venire da voi per
chiedere della salute di Miss Elizabeth ma siccome mia zia non ha
sentito del
sicuro ritorno di Elizabeth a casa sua in Hertfordshire, divenne
piuttosto
preoccupata per lei e mi chiese se potevo venire qui e chiedere di
lei.”
I coniugi
Gardiner lo fissarono in silenzio per un attimo, finchè la
signora Gardiner si
alzò frettolosamente in piedi con il signor Gardiner e il
signor Darcy che si
alzano dopo di lei. “signor Darcy, vi prego di
scusarmi,” disse la donna
debolmente. Fece una pausa forse per cercare una spiegazione da dargli;
non
trovandone nessuna, poi bisbigliò semplicemente,
“per favore, vi prego di
scusarmi. Sono terribilmente spiacente,” e lasciò
velocemente la stanza.
Darcy e il signor
Gardiner stettero alcuni secondi in silenzio dopo la sua partenza, fino
a che
il signor Gardiner schiarendosi la gola disse, “signore, vi
prego di perdonare
mia moglie. Non è il suo comportamento normale, ma come
avrete capito, abbiamo
ricevuto di recente cattive notizie riguardanti Elizabeth, e io stavo
informando mia moglie delle ultime informazioni sul suo stato di salute
quando
voi siete arrivato. Io sono appena ritornato da
Hertfordshire.”
Se era possibile,
Darcy si sentì ancora più imbarazzato e a disagio
a causa della sua
interferenza, insieme alla paura per la salute di Elizabeth.
“No, no, sono io
che devo scusarmi; non avrei dovuto intrudere. La verità
è…” qui Darcy si fermò
fissando le punte dei suoi piedi, “ho ricevuto notizie da un
amico in
Hertfordshire che Miss Elizabeth è molto malata e
perciò mi sono preoccupato. A
quanto sembra ho permesso alla preoccupazione di avere la meglio sulle
buone
maniere. Mi dispiace molto di aver addolorato vostra moglie e voi e
prego
umilmente scusa.”
Il signor
Gardiner sorrise malinconicamente, “signor Darcy vi assicuro
che la vostra
preoccupazione per la nostra adorata nipote certamente non ci
addolora.” Detto
questo il signor Gardiner si voltò verso la porta e fece
segno a Darcy di
seguirlo. Darcy accondiscese, presumendo che la visita fosse finita e
che lui
doveva andarsene senza sapere ancora nulla della condizione di
Elizabeth. Però
il signor Gardiner lo sorprese, “ritiriamoci nel mio studio,
signor Darcy, dove
ho qualcosa di più forte del tè per sostenerci
durante la discussione su mia
nipote.”
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Il signor
Gardiner, pensò Darcy, era un uomo che veramente li sarebbe
piaciuto conoscere
meglio. Il suo studio rifletteva l’uomo che era, mostrando
che era un
commerciante diligente e di successo, che aveva vari interessi e
studioso.
Mentre lo zio di Elizabeth chiudeva la porta dello studio, Darcy gli
offrì, l’opportunità
di congedarlo, dicendo, “signor Gardiner, mi vedo costretto a
scusarmi di nuovo
per la mia intrusione in questa crisi familiare. Non dovete sentirvi
obbligato
a discuterne con me, signore. Mi rendo conto adesso
dell’impertinenza della mia
visita e della mia indagine. Sono restio ad importunarvi ulteriormente,
signore.”
Al signor
Gardiner nel frattempo, osservando la reazione dell’uomo dopo
aver saputo della
condizione di Elizabeth, gli era venuto il sospetto che Darcy provasse
dei
sentimenti per la nipote. Inoltre, trovava difficile credere che
l’illustre
Lady Catherine de Bourgh, cui aveva sentito molto dal signor Collins
quando era
stato a Meryton per natale, potesse essere così preoccupata
per Elizabeth da
mandare il nipote a Cheapside per avere sue notizie.
Anche se comprese
che il signor Darcy gli dava l’opportunità di
liberarsi di lui, il signor
Gardiner optò invece di avere misericordia per
l’uomo più giovane e parlare più
liberamente di quanto la loro breve conoscenza dettava.
“signor Darcy, per
favore non vi dovete sentire a disagio. Siete venuto con buone
intenzioni e io
capisco e apprezzo la vostra preoccupazione per Elizabeth. Voglio che
siate
consapevole però, che ciò che ho da dirvi non
è bello. Non vi porterà alcuna
pace né a voi né a vostra zia.”
Prendendo silenziosamente in mano una caraffa,
il signor Gardiner offrì a Darcy un bicchiere di brandy che
quest’ultimo
accettò volentieri.
Darcy deglutì
nervoso mentre il signor Gardiner si sedette e sorseggiò il
proprio brandy. “Devo
ammettere che questo mi è molto difficile da riferire.
Elizabeth è da sempre la
mia nipote preferita. È una compagnia molto gradevole e mia
moglie e io
l’abbiamo sempre esortata a considerare casa nostra come sua,
tanto quanto
Longbourn. La sua compagnia non ha mai smesso di deliziarci.”
Sospirando il
signor Gardiner iniziò a raccontare la triste storia.
“Elizabeth ritornò alcune
settimane fa dal Kent, e poiché lei aveva cambiato i piani
all’ultimo minuto,
tornò a casa con la diligenza mentre io avevo pensato di
portarla io stesso
prima. Avevo degli affari da sbrigare qui in città e quindi
non potevo
esentarmi, e Lizzy era molto decisa di non rimanere a
Londra.” Il portamento
del signor Gardiner testimoniava la colpa che provava per aver mandato
Elizabeth
con la diligenza.
“Quando la
diligenza si fermò a Meryton, non vide la carrozza di suo
padre, e così, io
presumo, camminò un poco per le strade del villaggio per
stirarsi le gambe dopo
il lungo viaggio.” Il signor Gardiner fece una pausa per bere
un sorso del suo
brandy nel tentativo di calmare i suoi nervi.
“Ad un tratto
mentre era per strada, un calesse corse giù per la stessa
strada, il cui
conducente aveva perso controllo dei cavalli. Elizabeth evidentemente
non ebbe
il tempo di scansare la vettura e così… beh, si
è trovata al posto sbagliato
nel momento sbagliato.”
Darcy esalò
bruscamente stordito, sentì la sua testa cominciare a girare
e udì il battito
del suo cuore risuonargli tra le orecchie. La voce del signor Gardiner
era
divenuta distante.
“Signor Darcy?
Signor Darcy! Bevete questo, signore, sembrate piuttosto
pallido.” Alzando il
bicchiere di Darcy da dove l’aveva posato, il signor Gardiner
lo mise
insistentemente nella mano di Darcy che lo svuotò in un
sorso. Il bruciare
nella sua gola era un dolore benvenuto. Come poteva sopportarlo?
Quest’agonia,
povera Elizabeth, dolce e povera Elizabeth ferita così
gravemente. No, non
poteva accettarlo, non poteva essere vero.
“Signore, vi
sentite bene? Signor Darcy? Posso continuare?” il signor
Gardiner guardò Darcy
con gentilezza, i suoi sospetti confermati. Non era venuto sotto
richiesta di
sua zia; nutriva dei sentimenti per Elizabeth.
“Sì,
sì, sto
bene. È molto sconvolgente.” La risposta di Darcy
era debole come si concentrò
a respirare, calmandosi per riacquistare i nervi.
Finalmente il
signor Gardiner continuò. “I passanti che videro
l’incidente a Meryton erano
sicuri che Elizabeth non potesse sopravvivere ma corsero lo stesso in
suo
aiuto. Aveva perso conoscenza ma respirava ancora, anche se debolmente
e le sue
ferite erano molti e gravi. Quando arrivò il farmacista
determinò che c’era
poco che lui potesse fare quindi decisero di riportarla a Longbourn.
Riuscirono in
qualche modo a trasportarla a Longbourn, nel conforto della sua casa e
della
sua camera, per quello che tutti erano sicuri, sarebbero le sue ultime
ore.
Sono sicuro che saprete immaginarvi quanto siano gravi le sue ferite.
Fu
chiamato un medico ma neanche lui poteva offrire alcuna speranza. Le
ferite
furono naturalmente medicate e venne controllata per vedere se
c’erano ossa
rotte e così via, ma avvertì il signore e la
signora Bennet che probabilmente
c’erano dei danni interni per cui non poteva far niente. Li
informò che questi
danni eventualmente l’avrebbero portata alla morte e che
aveva al massimo
alcune ore.
Per lo stupore di
tutti, però, Elizabeth sopravvisse alla notte e noi
continuiamo a rimanere
sorpresi con ogni giorno che passa che lei rimane viva. Le sue ferite
esterne
continuano a guarire. I lividi stanno sparendo e i tagli si chiudono.
Sfortunatamente non si può sapere con certezza quali altri
danni ha avuto. La
settimana scorsa è stata particolarmente grave,
perché Elizabeth sviluppò una
febbre alta che durò quattro giorni. Io venni convocato a
Longbourn poiché si
credeva che stava per soccombere. Per nostra sorpresa la febbre
diminuì,
lasciandola tuttavia in uno stato ancora più debole.
Molti esperti
sono stati chiamati da Londra, ma tutti dicono la stessa cosa;
eventualmente
soccomberà alle sue ferite. È stata ferita troppo
severamente per sopravvivere.
Quando lottava contro la febbre, i medici si dissero che sarebbero
stati i suoi
ultimi giorni ma in qualche modo sopravvisse. Il suo medico disse di
non
nutrire troppa speranza per questo, perché era un modello
che sarebbe
continuato fino alla fine: febbre alta e stato debole, con periodi di
apparente
recupero.”
Il signor
Gardiner sospirò fortemente come Darcy esclamò
con veemenza, “ci sarà pure
qualcuno che possa aiutarla! Forse un medico che ha curato soldati
provenienti
dalla guerra con simili ferite gravi…”
Il signor
Gardiner lo bloccò con una mano alzata. “Vorrei
fosse così, signor Darcy,
veramente. Elizabeth giace priva di sensi ormai da due settimane. Il
suo corpo
diventa ogni giorno più debole. Era proprio questo che stavo
spiegando a mia
moglie prima del vostro arrivo, sembra che Elizabeth morirà
una morte lenta e
dolorosa. Ognuno degli esperti che abbiamo chiamato ha detto lo stesso.
Non si
può fare più nulla per lei. Nessuno è
più addolorato da questo di me. Devo ammettere
che Lizzy è sempre stata la mia preferita, a parte di essere
una nipote
adorata, io, ebbene… ho sempre molto gradito la sua
compagnia.” Il signor
Gardiner si fermò un attimo per calmarsi, strofinandosi la
faccia con la mano e
respirando profondamente; discutere questi eventi sfortunati
l’aveva
evidentemente stressato.
Darcy provò
un
senso di irrealtà. Non poteva essere vero! Non poteva essere
che la brillante,
vivace Elizabeth stesse lottando per sopravvivere. La sua testa girava,
il suo
cuore… possedeva ancora un cuore? Indiscutibilmente il suo
cuore giaceva in un
letto a Longbourn, e se Elizabeth moriva, se lo porterà con
se. Si sentì
sprofondare nella disperazione e si castigò, ricordandosi di
mantenere
abbastanza autocontrollo da congedarsi cortesemente dai Gardiner e
ritornare a
casa, dove poteva concedersi il lusso di annegare nel proprio dolore. A
Darcy,
che non era mai stato il tipo di bere eccessivamente, un oblio indotto
dal
brandy suonava straordinariamente invitante.
In qualche modo
Darcy riuscì a mantenersi calmo da esprimere le condoglianze
ai Gardiner,
ringraziarli di averlo ammesso nella loro casa senza essere invitato e
assicurare alla signora Gardiner che comprendeva la sua brusca
dipartita della stanza,
date le circostanze tragiche e il suo dolore. Poi entrò
nella sua carrozza e
tornò a casa con un unico pensiero che li rimbombava in
testa, un commento
fatto dal signor Gardiner, “si è trovata nel posto
sbagliato al tempo
sbagliato.”
Il posto
sbagliato nel momento sbagliato, pensò Darcy. Un cambio di
programma ed
improvvisamente Elizabeth si trovava nel mezzo di una tragedia.
Perché lei
sarebbe dovuta essere ancora in Kent, alla canonica con la signora
Collins,
passeggiando per i boschetti di Rosings, prendendo il tè nel
salotto di sua
zia, o facendo qualsiasi altra cosa che le signorine di solito fanno.
Invece aveva
abbandonato il Kent e si era ritrovata sulla strada di un calesse
errante. Darcy
chiuse gli occhi angosciato, non riuscendo a sopportare questo pensiero.
Era colpa sua. Per
colpa sua Elizabeth sarebbe morta.