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Autore: Alex9903    30/12/2013    4 recensioni
la storia inizia dopo la proposta di matrimonio di Darcy a Hunsford. Elizabeth ritorna a Meryton mentre Darcy è costretto a rimanere in Kent
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo cinque

 

La lettera di Bingley aveva l’aspetto di tutte le sue lettere, macchiata e scarabocchiata, con metà delle parole cancellate e le altre frasi quasi illeggibili. Però strappò un sorriso a Darcy. Ecco uno sbaglio che lui aveva sistemato, e in questo, sperava di aver fatto rallegrare Elizabeth vedendo la felicità della sorella maggiore. Versandosi un bicchiere di brandy, Darcy si sedette su una sedia accanto al camino per leggere della felicità e vita sentimentale di Bingley, sforzandosi sinceramente di non invidiare la buona sorte dell’amico.

 

Dopo aver letto alcune frasi della lettera, però, divenne evidente che c’era poca felicità da discutere. "Bingley! La tua governante morirebbe di vergogna!” ringhiò Darcy mentre lottava di capire cosa Bingley stava scrivendo, dalle poche parole leggibili.

 

A quanto sembra la famiglia Bennet si trovava in qualche genere di crisi. C’era stato un incidente e qualcuno stava male, vicino alla morte… ma chi? Così Bingley invece di corteggiare Jane la confortava invece mentre piangeva e si preoccupava di – aveva scritto Elizabeth? Darcy non riusciva a crederci. Cosa era successo? Cosa voleva dire Bingley? Darcy era incredulo. Non voleva certo dire che era accaduto qualcosa a Elizabeth. Il signor Bennet forse o anche la signora Bennet, ma non Elizabeth, certamente Bingley non poteva intendere che Elizabeth stava male.

 

Corrucciandosi nel tentativo di decifrare le parole, rilesse attentamente la lettera di Bingley, solo per divenire ancora più frustrato quando le frasi non divennero più chiare. Doveva saperlo! Elizabeth era ferita, stava male? Era malata? Che cosa era successo?

 

Questa maledetta lettera non mi è di alcun aiuto! Pensò infuriato, accartocciando la carta e gettandola nel fuoco. Aveva bisogno di sapere di Elizabeth! Come poteva scoprire qualcosa?

 

Darcy si sedette pensiero sulla sedia. Una lettera a Bingley potrebbe funzionare, forse tramite corriere? Anche se Darcy mandava una lettera tramite corriere, questo farebbe sorgere delle domande riguardo ai suoi motivi, non solo in Bingley ma anche da parte di Miss Bingley. Inoltre, la risposta di Bingley impiegherebbe giorno o addirittura settimane, prima di arrivare – era pure probabile che non avrebbe neanche risposto! Bingley non era il migliore dei corrispondenti, un fatto che Darcy sapeva da anni. Inoltre, qualunque lettera che sarebbe arrivata, sarebbe sicuramente illeggibile come quella che aveva appena lanciato nel fuoco. Ma come poteva scoprire cosa c’era che non andava?

 

Darcy rimuginò a lungo sul problema, incapace di trovare una soluzione soddisfacente e stava divenendo ogni secondo più disperato, quando si ricordò dei parenti di Elizabeth che risiedevano a Cheapside. Gardiner, si chiamavano se non ricordava male, lo zio che era nel commercio. Poteva recarsi da loro? Non li conosceva e non era né giusto né conveniente presentarsi da gente che non si conosceva e chiedere informazioni. Cosa poteva dire poi? “Buona sera, sono il signor Fitzwilliam Darcy, non mi conoscete personalmente ma sono innamorato di vostra nipote, Miss Elizabeth Bennet. Comunque, devo ammettere che lei mi disprezza. Ciononostante, insisto che voi mi diciate della sua condizione!” sbuffò con una risata amara alla prospettiva.

 

Poi sospirò, pensando che, per quanto ridicolo fosse quello scenario, non aveva altra alternativa. Non gli piacevano quelli che abusavano del loro rango, eppure era proprio quello che stava per fare, sperando che questi parenti dei Bennet erano sufficientemente rispettosi della sua posizione da tollera un comportamento così scortese e maleducato. Doveva farlo, non c’era altra via. Qualcosa era successo alla sua Elizabeth, e lui avrebbe fatto tutto il possibile per scoprire cosa aveva e se poteva fare qualcosa per aiutarla.

 

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Fortunatamente per Darcy, localizzare il domicilio della famiglia Gardiner fu abbastanza facile. Una volta raggiunto Gracechurch Street, fu facile trovare un giovanotto che era disposto a dirigerlo all’indirizzo giusto per una moneta.

 

Guardandosi intorno, rimase piacevolmente sorpreso da ciò che vide. I commenti spregiativi di Miss Bingley dopo che ebbe fatto visita a Miss Jane Bennet a gennaio, l’avevano condotto a credere che i Gardiner abitassero in una spelonca in un quartiere con le strade strette che abbonda di negozianti criminali e bambini sporchi. La realtà era completamente diversa, perché divenne subito apparente che il signor Gardiner doveva essere abbastanza benestante, come suggeriva la casa signorile e la carrozza davanti ad essa.

 

Avvicinandosi ai gradini che conducevano alla porta d’ingresso, Darcy si preparò all’incontro con il fratello della signora Bennet. La versione maschile della signora Bennet, come sarà? Si chiese, prevedendo rudezza stridente racchiusa in una forma maschile. Dopo che ebbe suonato il campanello e presentò la carta di visita alla governante, comunque, cominciò a mettere in dubbio questa supposizione. La casa sembrava silenziosa e calma, la servitù ben addestrata e rispettosa. La governante ritornò subito dopo con il messaggio che il signore e la signora Gardiner l’avrebbero ricevuto, e lo condusse giù per il corridoio e nel salotto.

 

Darcy entrò nel salotto e si presentò ai Gardiner. Erano una coppia attraente, a quanto sembrava molto più giovani della signora Bennet con un portamento cortese. Effettivamente, Darcy li fissò con aria meravigliata, avendoli trovato l’esatto opposto di come si era immaginato. La signora Gardiner aveva l’aspetto di una signora alla moda. Il suo vestito era elegante come le sue maniere le quali lei espose dandogli cordialmente il benvenuto nella sua casa e preoccupandosi del suo conforto. Il signor Gardiner era distinto e gentile, offrendogli del rinfresco ed esprimendo il proprio piacere nel fare la sua conoscenza così come l’onore di riceverlo in casa. Né diedero ad intendere di trovare la sua visita maleducata o sconveniente, anche se Darcy sapeva bene che lo era.

 

Una volta finite le introduzioni iniziali e i saluti, però, Darcy comprese guardandoli più da vicino, che mostravano tutti i segni di una famiglia in difficoltà. La signora Gardiner, nonostante il sorriso piacevole aveva gli occhi gonfi e rossi e il viso pallido di una che aveva passato molto tempo a piangere, probabilmente di recente. Il signor Gardiner appariva affaticato, e il suo sorriso e buon umore erano forzati. Ora con i rinfreschi arrivati e il tè versato – il gruppo avendo accertato che la signora Gardiner era originaria del Derbyshire e conosceva la sua famiglia, e che lui aveva incontrato i Bennet mentre era in visita dal suo amico in Hertfordshire – marito e moglie guardarono Darcy ansiosamente, chiedendogli senza parlare perché si era recato a Cheapside quel pomeriggio.

 

Darcy si schiarì la gola, preparandosi per della prevaricazione e con una risatina nervosa disse, “vi chiedo perdono che sono venuto così all’improvviso, ma sono qui per ordine di mia zia, Lady Catherine de Bourgh del Kent. Come sicuramente saprete, vostra nipote, Miss Elizabeth Bennet, ha passato sei settimane con la moglie del parroco di mia zia,” Darcy notò che il sorriso della signora Gardiner si affievolì alla menzione della nipote, “e mentre era là divenne la preferita di mia zia.”

 

Darcy si fermò per prendere un sorso del suo tè e poi continuò con la storia fabbricata. “Spero che scuserete l’intromissione mia e di mia zia nel venire da voi per chiedere della salute di Miss Elizabeth ma siccome mia zia non ha sentito del sicuro ritorno di Elizabeth a casa sua in Hertfordshire, divenne piuttosto preoccupata per lei e mi chiese se potevo venire qui e chiedere di lei.”

 

I coniugi Gardiner lo fissarono in silenzio per un attimo, finchè la signora Gardiner si alzò frettolosamente in piedi con il signor Gardiner e il signor Darcy che si alzano dopo di lei. “signor Darcy, vi prego di scusarmi,” disse la donna debolmente. Fece una pausa forse per cercare una spiegazione da dargli; non trovandone nessuna, poi bisbigliò semplicemente, “per favore, vi prego di scusarmi. Sono terribilmente spiacente,” e lasciò velocemente la stanza.

 

Darcy e il signor Gardiner stettero alcuni secondi in silenzio dopo la sua partenza, fino a che il signor Gardiner schiarendosi la gola disse, “signore, vi prego di perdonare mia moglie. Non è il suo comportamento normale, ma come avrete capito, abbiamo ricevuto di recente cattive notizie riguardanti Elizabeth, e io stavo informando mia moglie delle ultime informazioni sul suo stato di salute quando voi siete arrivato. Io sono appena ritornato da Hertfordshire.”

 

Se era possibile, Darcy si sentì ancora più imbarazzato e a disagio a causa della sua interferenza, insieme alla paura per la salute di Elizabeth. “No, no, sono io che devo scusarmi; non avrei dovuto intrudere. La verità è…” qui Darcy si fermò fissando le punte dei suoi piedi, “ho ricevuto notizie da un amico in Hertfordshire che Miss Elizabeth è molto malata e perciò mi sono preoccupato. A quanto sembra ho permesso alla preoccupazione di avere la meglio sulle buone maniere. Mi dispiace molto di aver addolorato vostra moglie e voi e prego umilmente scusa.”

 

Il signor Gardiner sorrise malinconicamente, “signor Darcy vi assicuro che la vostra preoccupazione per la nostra adorata nipote certamente non ci addolora.” Detto questo il signor Gardiner si voltò verso la porta e fece segno a Darcy di seguirlo. Darcy accondiscese, presumendo che la visita fosse finita e che lui doveva andarsene senza sapere ancora nulla della condizione di Elizabeth. Però il signor Gardiner lo sorprese, “ritiriamoci nel mio studio, signor Darcy, dove ho qualcosa di più forte del tè per sostenerci durante la discussione su mia nipote.”

 

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Il signor Gardiner, pensò Darcy, era un uomo che veramente li sarebbe piaciuto conoscere meglio. Il suo studio rifletteva l’uomo che era, mostrando che era un commerciante diligente e di successo, che aveva vari interessi e studioso. Mentre lo zio di Elizabeth chiudeva la porta dello studio, Darcy gli offrì, l’opportunità di congedarlo, dicendo, “signor Gardiner, mi vedo costretto a scusarmi di nuovo per la mia intrusione in questa crisi familiare. Non dovete sentirvi obbligato a discuterne con me, signore. Mi rendo conto adesso dell’impertinenza della mia visita e della mia indagine. Sono restio ad importunarvi ulteriormente, signore.”

 

Al signor Gardiner nel frattempo, osservando la reazione dell’uomo dopo aver saputo della condizione di Elizabeth, gli era venuto il sospetto che Darcy provasse dei sentimenti per la nipote. Inoltre, trovava difficile credere che l’illustre Lady Catherine de Bourgh, cui aveva sentito molto dal signor Collins quando era stato a Meryton per natale, potesse essere così preoccupata per Elizabeth da mandare il nipote a Cheapside per avere sue notizie.

 

Anche se comprese che il signor Darcy gli dava l’opportunità di liberarsi di lui, il signor Gardiner optò invece di avere misericordia per l’uomo più giovane e parlare più liberamente di quanto la loro breve conoscenza dettava. “signor Darcy, per favore non vi dovete sentire a disagio. Siete venuto con buone intenzioni e io capisco e apprezzo la vostra preoccupazione per Elizabeth. Voglio che siate consapevole però, che ciò che ho da dirvi non è bello. Non vi porterà alcuna pace né a voi né a vostra zia.” Prendendo silenziosamente in mano una caraffa, il signor Gardiner offrì a Darcy un bicchiere di brandy che quest’ultimo accettò volentieri.

 

Darcy deglutì nervoso mentre il signor Gardiner si sedette e sorseggiò il proprio brandy. “Devo ammettere che questo mi è molto difficile da riferire. Elizabeth è da sempre la mia nipote preferita. È una compagnia molto gradevole e mia moglie e io l’abbiamo sempre esortata a considerare casa nostra come sua, tanto quanto Longbourn. La sua compagnia non ha mai smesso di deliziarci.”

 

Sospirando il signor Gardiner iniziò a raccontare la triste storia. “Elizabeth ritornò alcune settimane fa dal Kent, e poiché lei aveva cambiato i piani all’ultimo minuto, tornò a casa con la diligenza mentre io avevo pensato di portarla io stesso prima. Avevo degli affari da sbrigare qui in città e quindi non potevo esentarmi, e Lizzy era molto decisa di non rimanere a Londra.” Il portamento del signor Gardiner testimoniava la colpa che provava per aver mandato Elizabeth con la diligenza.

 

“Quando la diligenza si fermò a Meryton, non vide la carrozza di suo padre, e così, io presumo, camminò un poco per le strade del villaggio per stirarsi le gambe dopo il lungo viaggio.” Il signor Gardiner fece una pausa per bere un sorso del suo brandy nel tentativo di calmare i suoi nervi.

 

“Ad un tratto mentre era per strada, un calesse corse giù per la stessa strada, il cui conducente aveva perso controllo dei cavalli. Elizabeth evidentemente non ebbe il tempo di scansare la vettura e così… beh, si è trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato.”

 

Darcy esalò bruscamente stordito, sentì la sua testa cominciare a girare e udì il battito del suo cuore risuonargli tra le orecchie. La voce del signor Gardiner era divenuta distante.

 

“Signor Darcy? Signor Darcy! Bevete questo, signore, sembrate piuttosto pallido.” Alzando il bicchiere di Darcy da dove l’aveva posato, il signor Gardiner lo mise insistentemente nella mano di Darcy che lo svuotò in un sorso. Il bruciare nella sua gola era un dolore benvenuto. Come poteva sopportarlo? Quest’agonia, povera Elizabeth, dolce e povera Elizabeth ferita così gravemente. No, non poteva accettarlo, non poteva essere vero.

 

“Signore, vi sentite bene? Signor Darcy? Posso continuare?” il signor Gardiner guardò Darcy con gentilezza, i suoi sospetti confermati. Non era venuto sotto richiesta di sua zia; nutriva dei sentimenti per Elizabeth.

 

“Sì, sì, sto bene. È molto sconvolgente.” La risposta di Darcy era debole come si concentrò a respirare, calmandosi per riacquistare i nervi.

 

Finalmente il signor Gardiner continuò. “I passanti che videro l’incidente a Meryton erano sicuri che Elizabeth non potesse sopravvivere ma corsero lo stesso in suo aiuto. Aveva perso conoscenza ma respirava ancora, anche se debolmente e le sue ferite erano molti e gravi. Quando arrivò il farmacista determinò che c’era poco che lui potesse fare quindi decisero di riportarla a Longbourn.

 

Riuscirono in qualche modo a trasportarla a Longbourn, nel conforto della sua casa e della sua camera, per quello che tutti erano sicuri, sarebbero le sue ultime ore. Sono sicuro che saprete immaginarvi quanto siano gravi le sue ferite. Fu chiamato un medico ma neanche lui poteva offrire alcuna speranza. Le ferite furono naturalmente medicate e venne controllata per vedere se c’erano ossa rotte e così via, ma avvertì il signore e la signora Bennet che probabilmente c’erano dei danni interni per cui non poteva far niente. Li informò che questi danni eventualmente l’avrebbero portata alla morte e che aveva al massimo alcune ore.

 

Per lo stupore di tutti, però, Elizabeth sopravvisse alla notte e noi continuiamo a rimanere sorpresi con ogni giorno che passa che lei rimane viva. Le sue ferite esterne continuano a guarire. I lividi stanno sparendo e i tagli si chiudono. Sfortunatamente non si può sapere con certezza quali altri danni ha avuto. La settimana scorsa è stata particolarmente grave, perché Elizabeth sviluppò una febbre alta che durò quattro giorni. Io venni convocato a Longbourn poiché si credeva che stava per soccombere. Per nostra sorpresa la febbre diminuì, lasciandola tuttavia in uno stato ancora più debole.

 

Molti esperti sono stati chiamati da Londra, ma tutti dicono la stessa cosa; eventualmente soccomberà alle sue ferite. È stata ferita troppo severamente per sopravvivere. Quando lottava contro la febbre, i medici si dissero che sarebbero stati i suoi ultimi giorni ma in qualche modo sopravvisse. Il suo medico disse di non nutrire troppa speranza per questo, perché era un modello che sarebbe continuato fino alla fine: febbre alta e stato debole, con periodi di apparente recupero.”

 

Il signor Gardiner sospirò fortemente come Darcy esclamò con veemenza, “ci sarà pure qualcuno che possa aiutarla! Forse un medico che ha curato soldati provenienti dalla guerra con simili ferite gravi…”

 

Il signor Gardiner lo bloccò con una mano alzata. “Vorrei fosse così, signor Darcy, veramente. Elizabeth giace priva di sensi ormai da due settimane. Il suo corpo diventa ogni giorno più debole. Era proprio questo che stavo spiegando a mia moglie prima del vostro arrivo, sembra che Elizabeth morirà una morte lenta e dolorosa. Ognuno degli esperti che abbiamo chiamato ha detto lo stesso. Non si può fare più nulla per lei. Nessuno è più addolorato da questo di me. Devo ammettere che Lizzy è sempre stata la mia preferita, a parte di essere una nipote adorata, io, ebbene… ho sempre molto gradito la sua compagnia.” Il signor Gardiner si fermò un attimo per calmarsi, strofinandosi la faccia con la mano e respirando profondamente; discutere questi eventi sfortunati l’aveva evidentemente stressato.

 

Darcy provò un senso di irrealtà. Non poteva essere vero! Non poteva essere che la brillante, vivace Elizabeth stesse lottando per sopravvivere. La sua testa girava, il suo cuore… possedeva ancora un cuore? Indiscutibilmente il suo cuore giaceva in un letto a Longbourn, e se Elizabeth moriva, se lo porterà con se. Si sentì sprofondare nella disperazione e si castigò, ricordandosi di mantenere abbastanza autocontrollo da congedarsi cortesemente dai Gardiner e ritornare a casa, dove poteva concedersi il lusso di annegare nel proprio dolore. A Darcy, che non era mai stato il tipo di bere eccessivamente, un oblio indotto dal brandy suonava straordinariamente invitante.

 

In qualche modo Darcy riuscì a mantenersi calmo da esprimere le condoglianze ai Gardiner, ringraziarli di averlo ammesso nella loro casa senza essere invitato e assicurare alla signora Gardiner che comprendeva la sua brusca dipartita della stanza, date le circostanze tragiche e il suo dolore. Poi entrò nella sua carrozza e tornò a casa con un unico pensiero che li rimbombava in testa, un commento fatto dal signor Gardiner, “si è trovata nel posto sbagliato al tempo sbagliato.”

 

Il posto sbagliato nel momento sbagliato, pensò Darcy. Un cambio di programma ed improvvisamente Elizabeth si trovava nel mezzo di una tragedia. Perché lei sarebbe dovuta essere ancora in Kent, alla canonica con la signora Collins, passeggiando per i boschetti di Rosings, prendendo il tè nel salotto di sua zia, o facendo qualsiasi altra cosa che le signorine di solito fanno. Invece aveva abbandonato il Kent e si era ritrovata sulla strada di un calesse errante. Darcy chiuse gli occhi angosciato, non riuscendo a sopportare questo pensiero.

 

Era colpa sua. Per colpa sua Elizabeth sarebbe morta.

  
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