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Autore: Piccola_stella1997    30/12/2013    1 recensioni
Gwen ripensa da anziana alla sua vita dopo il reality, ai suoi amori, amicizie, problemi e mille altre cose, raccontando tutto a sua nipote! La storia è principalmente un flashback, che riporterà in vita tutti i pensieri di Gwen...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era una di quelle giornate afose, molto strano per Londra, che l'unica cosa che ti andava di fare era startene sul divano a leggere un libro. L'idea di Duncan a pochi passi da casa ancora non mi andava giù, e per questo cercavo il meno possibile di uscire per la paura di incrociarlo, e a questo si aggiungeva il rapporto con mia madre che ormai era appeso a un filo, e al massimo ci degnavamo di uno sguardo. Erano quei momenti in cui riflettevo sulle cose, se mia madre non avesse fatto quell'errore forse non avrei conosciuto né Mary né Duncan, adesso sarei una semplice ragazza americana, magari una di quelle che tanto odio, snob e con la puzza sotto il naso.

All'improvviso sentì suonare la porta, ovviamente sperai con tutto il cuore di non vedermi davanti persone indesiderate

-ehi Gwen cos'è quella faccia?? Non sei felice che io sia tornato?- feci un sospiro di sollievo, era Thomas e vederlo e sentire la sua voce mi rallegrò molto

-Thomas, fatti abbracciare!-

-ehi ehi, cos'è tutto questo affetto, non mi abbracci mai con quest'enfasi!?-

-perchè mi sei mancato...com'è l'Italia? Dai dai entra!- dissi entusiasma di rivedere il mio migliore amico

-ti ho preso un pensierino!-

-ma no, non dovevi!-

-guarda che è una sciocchezza- presi il pacchetto che conteneva un portafoto a forma di Colosseo

-grazie, ci metterò una nostra foto!- si scapicollò in cucina e cominciò a aprire tutte le credenze come il suo solito

-ehi non ti sei abbuffato già in Italia, so che li si mangia bene!-

-aah si non sai che mangiate che mi sono fatto, pizza, pasta, devi imparare a farla così buona-

-e perchè proprio io! Potresti cucinare tu per me visto che Addie non c'è, sai è partita!-

-ok, ma non so se verrà bene, non so come fanno a farla né troppo al dente né scotta, sarà un'abilità degli italiani-

-Beh si sa che gli italiani sono bravi nella cucina, vabbè dai raccontami altro. Che hai visto di bello, oltre al cibo?-

-davvero posti magnifici, Roma è una città meravigliosa, mi faceva un po' strano la guida a sinistra, ma dopo un paio di giorni mi ero già abituato, poi ho conosciuto tantissime persone da tutto il mondo-

-ragazze carine??- dissi io maliziosa

-beh allora vuoi proprio tutti i particolari?-

-ma certo!- e iniziò a raccontarmi della sua esperienza in Italia, della ragazza italiana del sud che non sapeva nemmeno una parola inglese, quindi lui faceva a lei lezioni di inglese e lei gli faceva lezioni di italiano, del ragazzo strambo che tutti prendevano in giro, e di una ragazza, in particolare, che quando nominava mi faceva infuriare, ero forse gelosa?

-ehi Gwen tutto bene? Hai una faccia!- scossi un attimo la testa per togliermi il pensiero di Thomas più che migliore amico e sorrisi

-no no tutto bene, continua!-

-purtroppo però siamo stati “insieme” negli ultimi giorni e lei è dovuta tornare in America- stranamente mi sentì più sollevata.

Finito di raccontarmi prese un muffin e cominciò ad addentarlo

-comunque sbaglio o ho visto davvero una cresta verde?- subito cambiai espressione

-non ti sbagli!-

E la giornata finì con i miei singhiozzi abbracciata da Thomas.

L'estate passò velocemente ed io avrei dovuto cominciare il quarto anno, di nuovo. Non ne avevo molta voglia, avrei preferito trovarmi un lavoro e comprarmi con Mary un appartamento, anche perchè stare in casa e parlare con la metà degli abitanti non era l'opzione migliore, ma non eravamo ancora maggiorenni e Mary sarebbe stata troppo impegnata nei corsi per i crediti per il diploma.

Duncan invece sembrava aver capito che non volevo degnarlo di uno sguardo e dopo essersi trovato un lavoro aveva preso abbastanza soldi per mangiare e comprarsi nuovi vestiti, soprattutto per l'inverno che era arrivato troppo presto in questa grande città, di cui non conoscevo quasi nulla.

Purtroppo dovetti tornare a scuola, in una nuova classe e mi accorsi che la mia vita era diventata stranamente monotona, la mattina andavo a scuola con Mary, cercavo di resistere a quelle ore di lezione per poi tornare a casa il più presto possibile per non far coincidere con gli orari di ritorno di Duncan.

Ed arrivò velocemente anche il giorno del mio diciottesimo compleanno, non ero una da feste, avrei preferito di gran lunga festeggiare a casa con Mary e Thomas, ma lui insistette, e alla fine mi organizzò un mega party.

-Gwen dai che è tardi, sai che Thomas è sempre in orario- mi urlò Mary che si stava già truccando, era bellissima quella sera, con un vestito scollato fucsia lungo fino a sopra il ginocchio, con una fascia viola sotto il seno e dei tacchi altissimi neri, la osservavo mentre era intenta a mettersi l'eyeliner, ma io non pensavo alla festa, né a come vestirmi, né a come truccarmi, pensavo a Duncan, e sapevo che mi faceva solo male, ma ci pensavo, e dovevo ammettere che mi mancava, fissavo un punto della stanza immobile tanto che Mary dovette darmi una spinta

-Gwen vestiti, su che è il tuo compleanno!- già il mio compleanno, forse il più brutto, con mia madre che la mattina mi aveva solamente augurato buon compleanno dandomi una busta con all'interno 100sterline, e si vedeva che in realtà voleva abbracciarmi e darmi un grande bacio ma non ci riusciva, ancora troppo in colpa, ed io anche, ma ero troppo orgogliosa per farlo. Mi alzai dal letto, e presi il mio vestito dall'armadio, un vestito nero lungo dietro e corto davanti, anch'esso come quello di Mary, con una fascia sotto il seno, però di color argento, cominciai a vestirmi lentamente, mentre la voglia di andare a questa mia festa diminuiva sempre di più.

Dopo una mezz'oretta eravamo pronte, e devo dire che eravamo davvero belle, e mamma non riuscì a resistere, ci fermò prima che uscissimo, e mi diede un bacio quasi con le lacrime agli occhi, e mi chiese se poteva farci una foto, rimasi fredda, ma dentro il cuore si stava sciogliendo, e quello era l'importante.

Come previsto mi ritrovai in un locale immenso, pieno di gente che già stava ballando, incurante che la festeggiata era appena entrata, Thomas mi guardò e capì che non era quello che desideravo

-scusami davvero Gwen!-

-ormai è fatta, proverò a divertirmi!- mi sorrise e mi porse la mano, e anche se la musica era una di quelle spacca timpano, noi abbracciati cominciammo a ballare un lento.

Si stava davvero bene tra le sue braccia, mi sentivo protetta da tutto e tutti, dopo alcuni minuti che però mi sembrarono un'eternità ci staccammo, e andammo a prendere un drink

-un brindisi a questa bellissima ragazza, che oggi compie 18 anni, scusami di nuovo!- urlò Thomas per farsi sentire, ma quasi non lo sentì io, lo abbracciai e gli diedi un leggero bacio sulla guancia e la serata, anche se non era una delle migliori, passò velocemente.

Alle 2 di notte tornammo a casa, Thomas era divertito dalle cavolate che sparava Mary, che sdraiata nei sedili dietro, ubriaca come non mai, cantava, stonata come una campana

-Mary siamo arrivate!-

-sciamo già arrivati? Ahahahaha non eravamo a ballare! Ahaha- e continuò a cantare

-no Mary, siamo fuori casa, ora ti accompagno dentro ok?- la feci alzare, e piano piano ci avvicinammo alla porta, Thomas era affianco a lei, attendo a non farla cadere

-non ti sei proprio regolata!- rise Thomas

-ma ho bevuto poco poco poco!-

-si si, si vede, dai andiamo!- accesi le luci di casa e la feci sedere sul divano -grazie per averci accompagnata, ora la metto a letto, ho un sonno!-

-aspetta, ti devo ancora dare il mio regalo, ho un idea, tu mettila a letto, io ti aspetto fuori ok?-

-darmelo ora no? Davvero ho proprio sonno!-

-e dai, 5 minuti!- sbuffai, e feci cenno di si con la testa, dopo di che Thomas uscì di casa facendo il più piano possibile, ed io svegliai Mary che si era già addormentata sul divano

-Mary dai, andiamo a dormire!- ma non c'era modo di svegliarla, dovetti alzarla con la forza e dopo alcuni minuti arrivammo in camera

-dove sono?- disse con la voce impastata dal sonno

-in camera nostra, mi sa che ti devi dare una sciacquata-

Dopo mezz'ora riuscì a farla rinsavire, e si mise subito sotto le coperte, scesi le scale di corsa e mi catapultai fuori casa per fare il più presto possibile

-eccoti!- disse infreddolito fuori dalla porta, buttando la sigaretta che aveva appena smesso di fumare

-mamma mia che freddo!-

-vero, però guarda- indicò il cielo -è pieno di stelle- e in effetti era uno spettacolo, tutti quei puntini bianchi che ricoprivano il blu del cielo

-dai dammi il regalo, fa davvero freddo!-

-sei impaziente, ok però andiamoci a sedere sulla panchina che hai dietro casa-

-uffa dai fa freddo!- ma lui mi ci trascinò, finalmente però appena seduti ricevetti il suo regalo, una collana che come ciondolo aveva le nostre iniziali una G e una T

-ma è bellissima! Grazie Thomas- l'abbracciai e mi alzai i capelli per farmela mettere

-davvero Thomas in questo periodo sei diventato una persona importante della mia vita, ti ringrazio, ti ringr..- non mi fece finire, all'improvviso mi ritrovai le sue morbide labbra sulle mie, aprì gli occhi, ma lui continuava e dopo alcuni secondi mi abbandonai al bacio, dolce e sincero che ci stavamo dando, sapeva di menta e fumo, e questo mi piaceva, non riuscivo più a staccarmi da lui, e infatti fu lui per primo a terminare il bacio

-scusa, sono stato uno stupido- si alzò dalla panchina

-Thomas, no no, perchè lo dici?-

-perchè so che tu appartieni a un altro uomo- era la verità, o forse no, sta di fatto che in quel momento desideravo solamente baciarlo, gli strinsi il polso e quando si girò gli diedi un altro bacio, più intenso, più passionale, le sue mani si muovevano prima tra i miei capelli, poi forti sulla schiena, quando all'improvviso una goccia ci fece staccare, e subito dopo un'altra, continuando con un forte temporale

-non sono ancora abituata a questi sbalzi di tempo!- dissi ridendo, e piano piano il trucco mi calò tutto fino al mento

-sei bellissima! Ahahahahha- disse lui accarezzandomi, toccai la sua mano e lo abbracciai e fu in quel momento che lo vidi, immobile che ci fissava, e mi fece sentire terribilmente in colpa

-che succede?- mi disse Thomas quando bruscamente mi staccai

-meglio rientrare se non ci vogliamo beccare una polmonite!-

-forse hai ragione- fece per darmi un altro bacio sulle labbra ma io scossi il capo e quel bacio andò a finire invece sulla guancia, impastate di mascara

-scusami, davvero, ma non mi meriti- e corsi in casa, chiusi la porta sbattendo e mi accasciai fino a diventare minuscola con buio della casa che mi proteggeva.

Dopo alcuni minuti mi alzai barcollando andai in bagno per una doccia, rimasi sotto l'acqua a lungo, a ripensare e ripensare a Duncan, la sua faccia così sbattuta, aveva qualcosa in mano, ma con la pioggia non riuscì a capire bene cosa, volevo andare da lui, dovevo andarci, ma perchè era così complicato?

Finalmente decisi di chiudere l'acqua che scorreva ormai da troppo tempo, mi misi il pigiama, un giacchetto, gli stivali e decisa uscì di casa. Aveva smesso di piovere, ma il freddo di Londra mi colpì appena misi piede fuori, cercai di coprirmi il più possibile con la giacca e mi avvicinai alla “casa” di Duncan.

Mi chiesi come faceva a vivere li, in una stanza con un letto e un lavandino, mi era capitata di vederla un giorno che non c'era, ero così curiosa che aprì la porta e subito mi venne una forte tristezza che dovetti chiudere immediatamente la porta e correre a casa, dopo alcuni minuti mi decisi a bussare, forse Duncan era sveglio visto che lo sentì alzare dal letto subito dopo e aprirmi con un muso lungo, aveva addosso una canotta nera e i boxer

-c-ciao Duncan-

-raggio di luna, auguri anche se in ritardo!-

-non chiamarmi così- mi arrossì in un attimo e Duncan mi fece una leggera carezza

-scusami tanto!- gli occhi mi finirono sui suoi addominali visibili anche con la canottiera ma mi tolsi subito dalla mente quel pensiero

-ma non hai freddo?-

-Duncan non ha paura di nulla, nemmeno del gelo di Londra-

-che temerario!- feci un leggero sorriso

-solo di una cosa ho paura, ma lasciamo perdere, stanotte volevo portarti il mio regalo ma ti ho vista in bella compagnia-

-Duncan non fare l'ipocrita!-

-non faccio l'ipocrita, ho solo pensato che hai fatto presto a dimenticarmi, chi era?-

-non sono affari tuoi, volevo solamente dirti che....- mi bloccai, in realtà non sapevo cosa dirgli, non mi ero preparata un discorso da fare, e rimasi quindi imbambolata senza dire nulla, imbarazzata più che mai

-cosa? Che volevi dirmi?-

-che ti ho visto, sai mentre, vabbè e-

-tranquilla Gwen, non devi darmi spiegazioni- abbassai lo sguardo e fu in quel momento che notai un mazzo di rose bagnato, buttato per terra -era il tuo regalo, ma si sono rovinate- disse sbuffando

-non ti preoccupare- ci fissammo per qualche istante, come per vedere il primo che non reggeva a avrebbe abbassato lo sguardo ma fu un tuono che ci fece sobbalzare

-io torno a casa! Mi sto congelando, ci vediamo ok?-

-e la cosa più bella che tu mi abbia detto ultimamente!- disse ridendo

-buonanotte- e senza sentire la sua risposta chiusi la porta e rientrai in casa





CIAO A TUTTI!!!!!! scusatemi scusatemi scusatemi per il super ritardo di questo capitolo, lo so non ho scusanti, sono passati mesi, quindi mi son voluta far perdonare mettendo questo capitolo abbastanza lungo e con colpi di scena!! EEEEEEE CHI SA CHE SUCCEDERà TRA GWEN E THOMAS!!! ahahaha
comunque commentate in tanti, e fatemi sapere se vi piace oppure no! aspetto le vostre recensioni! Un bacio

  
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