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Autore: Inquisitor95    31/12/2013    0 recensioni
Dal Prologo:
[Molte storie sono state raccontate su John Shepard, tutte piene di dettagli, tutte che narrano che avesse scelto di comandare i Razziatori; ma nessuno di quei giornalisti era lì con lui, nessuno ha assistito a quella sua scelta, nessuno eccetto ME.
Mi chiamo Angel Evans e sono qui per raccontarvi come sono realmente andate le cose, quando sia io che John eravamo davanti al Catalizzatore, quando John prese quella dura scelta. Ma forse è meglio che io vi racconti la storia fin dalle origini, prima ancora di tutta questa storia, prima ancora che il nome John Shepard diventasse una fonte d'ispirazione per tutti noi.]
Angel è un ragazzo di venticinque anni, la sua vita è ben diversa da quella degli altri ragazzi della sua età, sia per i suoi gusti sessuali, sia per il duro fato che gli è riservato; vi verranno raccontati i veri eventi, così come IO avrei desiderato accadessero, prima dei Collettori e prima della Battaglia della Cittadella, ripercorreremo i passi di Angel e della sua vita.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Kaidan Alenko, Liara T'Soni, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'acqua fredda mi riporta alla realtà, apro di scatto i miei occhi e mi trovo davanti ad un specchio che riflette un'immagine, ovviamente la mia. Ho i capelli scombinati e davanti al viso, sono lunghi ma non mi prendo la briga di tagliarli, i miei occhi verdi sono stanchi e rossi per il sonno. Ho passato una notte infernale: dopo il viaggio in auto siamo arrivati a Rio e ho trovato una stanza d'albergo per me. Non ho chiamato nessuno o fatto altro, mi sono gettato sul letto per dormire. Non mi ricordo neanche come sono arrivato al bagno al mio risveglio... mi sciacquo ancora il viso prendo una boccata d'aria fuori. L'aria è piacevole ed è abbastanza calda, osservo i grattacieli e i palazzi della bellissima città del Sud America, i colori sono forti e appariscenti e per le strade vedo le persone girare con aria divertita. Sono tutti senza problemi e spensierati. Non come me: io sono un assassino e nonostante abbia molti crediti, non smetto di uccidere per denaro. Ritorno in camera e mi specchio davanti all'armadio: mi sistemo i capelli portandoli indietro, sistemo la mia maglietta a maniche corte e scura e il mio jeans lucido e stretto, mi metto le scarpe e riprendo la pistola che ho lasciato sotto il cuscino.
La mia attenzione viene colpita da un biglietto sul tavolo della cucina, mi giro intorno per cercare altri dettagli: quella stanza è un mini-appartamento, c'è di tutto e di più. Starò qui solo per pochi altri minuti, mi avvicino al tavolo e leggo il biglietto.


Angel
Ti aspetto nella stanza 405 al settantesimo piano, lì riceverai il tuo pagamento e il tuo prossimo obiettivo. Ho saputo che hai incontrato Kasumi Goto, lieto di non averti perso.
Tom Fledder.


Un altro bersaglio? Di solito Tom mi lascia almeno una settimana prima del prossimo obiettivo, evidentemente dev'essere una cosa molto urgente se mi ha chiesto di ucciderlo o ucciderla. Faccio una colazione veloce a base di latte e cereali, sono molto buoni rispetto a molti alberghi in cui ho mangiato. Strappo il biglietto in migliaia di pezzi ed esco dalla stanza di corsa.
La mia snellezza mi permette di essere furtivo anche nei corridoi più popolati, inoltre non sono molto alto e ciò mi permette di scomparire tra la folla, mi aggiro furtivamente e mi trovo davanti all'ascensore. Seleziono il piano e comincio a salire fino al mio obiettivo. Una volta arrivato davanti alla porta, batto cinque volte: i primi tre sono più fievoli, gli altri due sono più forti. Un segno di identificazione dei Reietti rosso-sangue.
« Entra pure, Angel » mi dice una voce rauca e maschile.
Non me lo faccio ripetere, la stanza è più lussuosa di quella mia, mi giro intorno e lo vedo uscire dalla camera da letto che traffica con il suo factotum. Alza lo sguardo, ha gli occhi scuri e stanchi, ha poco più di trent'anni eppure sembra che ne abbia il doppio.
« Ho fatto il lavoro! » dico abbastanza stanco. Questa vita non fa per me, non sono tipo che dorme poche ore e uccide. O almeno non lo era... ormai fa parte di me.
« Ho già trasferito i crediti al tuo factotum » dice spostandosi per la stanza. Controllo ed effettivamente è vero. Il mio conto è di un milione di crediti.
« Qual è il prossimo lavoro? » chiedo quasi annoiato.
« Che ti prende in questo periodo? » dice senza rispondere al mio quesito.
« Sono solo stanco, non dormo molto bene... »
« Non è solo questo » dice. Ha centrato la verità. Sono stanco di quella vita, sono stanco di uccidere per crediti, non è nella mia natura... « Ricordi che cosa ti dissi quando entrasti nei Reietti? »
« Che non avrei avuto le palle per uccidere! » rispondo annoiato.
« Lo penso ancora e l'ho pensato ogni giorno dopo il tuo primo ingaggio! »
« Ma che gentile... » dico sarcastico, ma ha ragione, ripenso subito a quel uomo che mi salvò su Mindoir, ora è capitano so... avrei dovuto accettare il posto nell'Alleanza quando me lo propose.
« Credo che tu abbia bisogno di una pausa... »
« Cosa? Sei forse impazzito? » chiedo guardandolo con risentimento. « Non puoi farlo. Non si può uscire dai Reietti così senza motivo! »
Il mio unico pensiero è: come vivere? Trovare un lavoro sulla Terra è praticamente impossibile. Sopravvivenza. Ho bisogno di trovare un modo per continuare a vivere.
« Tu non sei tagliato per fare l'assassino. Ho sfruttato i tuoi poteri biotici a lungo e ti ringrazio di questo, ma è giunto il momento che ti prendi una pausa... » si siede in cucina e mi dà le spalle. « Se avrò ancora bisogno di te, ti chiamerò »
« E il mio prossimo obiettivo? » chiedo confuso. Lui continua a non guardarmi. Lo sento sorridere.
« Pensare a te stesso... interpretala come vuoi! Ora va via » è chiaro il concetto: il suo è un suggerimento al suicidio. Può andare al diavolo se è questo che intende. Corro via dalla stanza e non mi fermo per guardare indietro. Devo pensare a un piano, cosa posso fare? Sento il mio cuore battere dolcemente. Solo quando sono in una grande fontana in Plaza Corduz mi fermo a pensare.
Una nuova sensazione si diffonde in me, è piacevole essere uscito dai Reietti rosso-sangue, ma cosa posso fare? Devo guadagnare in qualche modo. Con il mio capitale posso viverci un anno. Ma poi mi servirà qualcosa, un lavoro per vivere. Ho un'idea: andare sulla Cittadella e vedere di cercare là... ma nulla di tutto ciò che penso mi convince.
Qualcuno si muove dietro di me e mi voltò improvvisamente per trovare due persone. Due giovani della mia età, due miei “amici”, due Reietti.
La prima è Eleonora De Angeli, una bionda ossigenata con gli occhi di ghiaccio nata in Italia qui sulla Terra, lui invece è Albert Grey, un bel tipetto muscoloso e simile all'italiana. Si siedono accanto a me e già sento le loro prossime parole: “Perché ti ha cacciato?” “Perché non lo hai ucciso?” “Perché non ti ha fatto uccidere?”. Non voglio rispondere, sono due stronzi e mi fanno antipatia. Tuttavia bisogna fare sempre buon viso a cattivo gioco e quindi faccio finta di essere simpatico.
« Cosa farai adesso? Resterai qui a Rio? » chiede lei.
« Perché non cerchi qualche vecchio politico in cerca di un giovane a pagamento? » propone lui. È un idiota!
« Non ho intenzione di prostituirmi! » dico arrabbiato. Non voglio stare a parlare con questi due, voglio movimentarmi per trovare un lavoro o una qualunque cosa che mi faccia guadagnare, senza arrecare danni ad altri possibilmente.
« So che sulla Cittadella cercano camerieri, all'Antro di Chora se non sbaglio! » dice Eleonora. La fulmino con lo sguardo.
« Ci sono le asari che si prostituiscono lì! »
« Sempre meglio che patire la fame no? Mica sarai tu poi a farlo... saresti un cameriere o il barista! » insiste lei.
« Grazie per il consiglio. Meglio che vada subito allora o andrà a ruba il posto... » dico salutandoli. Spero di non rivederli mai più!
Il consiglio di Eleonora però mi è servito, so da dove partire, era già mia intenzione recarmi sulla Cittadella, magari troverò qualcosa di diverso che lavorare in un pub con le prostitute.
Mi reco quindi in un'ambasciata e cerco un mezzo che riesca a portarmi sulla Cittadella, ovviamente i costi sono esagerati per un mezzo di lusso, per il momento posso permettermelo perciò noleggio una navetta privata che mi conduca fino alla meta. Una volta lì, dovrò movimentarmi. Il viaggio è noioso ma almeno riesco a rilassarmi, tutta questa giornata mi ha stancato come se avessi lavorato. Eppure ogni metro che percorriamo mi avvicina più al mio futuro. Mi sento sempre più forte. Mi affaccio dal finestrino quando ci stiamo per avvicinare al portale galattico, un'immensa struttura con degli anelli giganti che ruotano lentamente, la luce azzurra è folgorante per gli occhi e pochi istanti dopo ci troviamo in uno spazio diverso.
Attorno a noi il cielo è violaceo e non ci sono stelle che brillano, l'immensa struttura della Cittadella appare davanti ai miei occhi, ci saranno circa undici miliardi di persone e tutte loro stanno bene. Ad eccezione dei ghetti... Devo pensare positivamente! Otterrò un lavoro. Ci stiamo dirigendo verso il grande anello che compone il Presidium e le Ambasciate, essendo un umano andrò nella mia ambasciata. Un lunghissimo tunnel collega alla Torre del Consiglio, non sono mai stato lì o in qualunque altro posto sulla Cittadella ad eccezione del Presidium. Ricordo che era bellissimo e c'era profumo, veniva dalla stessa acqua dei laghetti, era come cloro e rose. Ma ora sono cresciuto, non sono più la persona innocente che era arrivato qui sette anni fa.
Le Ambasciate sono piene di gente, ci sono anche alcuni elcor e degli hanar, non capisco il perché siano lì ma vedo che le loro discussioni sono animate. Riesco finalmente ad uscire e chiamo un taxi per andare all'Antro di Chora, sento l'ansia crescere e mi rendo conto di essermi dimenticato il mio curriculum. Avrei dovuto falsificarlo magari, dal mio factotum possono scoprire solo che ho fatto l'assassino per sette anni. Magari mi prenderebbero come buttafuori se non avessi un corpo così esile e per niente pauroso.
Al proprietario bastano pochi minuti per capirmi, mi caccia fuori dopo cinque minuti. Ha capito che sono gay senza neanche il bisogno di dirlo, siamo nel 2183... ma ancora ci sono persone con pregiudizi. Ho speso fin troppi crediti in un solo giorno. Il viaggio alla Cittadella, il taxi di andata; non posso spendere altri crediti per quello di ritorno. Decido di farmi una lunga camminata per tutti gli agglomerati. Cerco di stare lontano dai ghetti più oscuri e resto alla luce fievole delle strade, non c'è molta confusione qui negli agglomerati. Credo di essere solo quando un gruppo di cinque vorcha mi si para davanti, sono esseri disgustosi con la testa a forma di V, i loro occhi sono scurissimi e quasi si confondono con la loro pelle rugosa e la loro armatura grigiastra.
« Dacci tutti i tuoi crediti o preparati a morire! » mi minaccia il più alto che sta al centro. Lo fulmino con lo sguardo e scoppio a ridere.
« Che hai da ridere idiota!? » chiede rabbioso un secondo.
« Facciamo così: o voi mi date tutti i crediti, o giuro che vi ammazzo! » li minaccio e torno serio in viso. Non mi credono ed escono fuori le armi.
Voglio divertirmi un po', sfogarmi per quella giornata bruttissima: utilizzo i miei poteri biotici per attrarre due vorcha verso di me, rimangono volanti mentre lancio una sfera di energia che deforma quello centrale, lo sento urlare di dolore e poi esplode tra le fiamme; gli altri due si muovono velocemente verso di me e sono pronti a sparare con i loro fucili a pompa, sono stato addestrato ad eserciti ben più grandi, blocco uno dei due mentre l'altro si lancia in una raffica di proiettili. Faccio in tempo a difendermi con un campo biotico di difesa e poi prendo la mia pistola, pochi proiettili mi bastano ad ucciderlo. Nel frattempo i due che avevo sollevato si sono rialzati, spezzo il collo ad uno dei due mentre all'altro sparo dritto in fronte. Resta un ultimo: è paralizzato sia per i miei poteri che per la paura. Gli sorrido.
« La prossima volta ci penserete due volte... »
« Significa che mi lasci andare via? » dice impaurito. Allento i miei poteri su di lui e lo lascio libero.
« Corri più veloce che puoi e non ti voltare o ti ammazzo! » gli dico minaccioso. Corre via seguendo il mio ordine e quasi mi pento di averlo lasciato fuggire. Tornerà presto con i rinforzi. Fino ad allora potrò concedermi qualche attimo di pace. Sono pronto per andare via da quei vicoli quando sento qualcuno alle mie spalle che batte la mani.
Un applauso. Per me? Mi volto lentamente e scruto l'oscurità da dove viene il suono, poi un uomo fa la sua comparsa alla luce. Ha i capelli tirati indietro e sono grigiastri, un bell'uomo sulla quarantina e vestito come un uomo d'affari con un completo marrone. Quando lo guardo negli occhi sento il sangue raggelarmi nelle vene: sono azzurri, ma non sono naturali, immagino siano lenti a contatto ma non ne ho la certezza perché vedo la sua iride chiaramente.
« Complimenti, sei un biotico molto potente! » dice con voce calda e profonda. Si avvicina e faccio un passo indietro. Non è debole come potrebbe sembrare.
« Chi sei? » chiedo intimorito.
« Posso essere un tuo amico se lo desideri. E avermi come amico ti potrà dare... delle buone opportunità, Angel Evans »
Come conosce il mio nome? Chi è quest'uomo che mi si presenta davanti gli occhi?
« Sono abituato a conoscere il nome di chi sa il mio! » dico alzando la pistola. L'uomo fa un sorriso, infila le mani nelle tasche della giacca e si accende un sigaro che comincia a fumare.
« Chiamami Richard, questo deve bastarti. Allora... ti fidi di me? »
Peggio di così che potrebbe accadere? So difendermi e perciò devo ascoltare quest'uomo. Magari mi offre un'opportunità.
« Va bene Richard » dico abbassando la pistola. « Sono tutto orecchie! » dico serio in volto. Lui continua a fumare e sorride. Spero solo di non pentirmene.







Salve ^^ eccomi a tormentarvi l'ultimo dell'anno con un nuovo capitolo della mia ff. Vi auguri un felice anno nuovo e grazie ancora per l'aver letto la mia storia. Commentate non vi mangio mica xD! Vi aspetto con il prossimo capitolo e grazie ancora.

 
  
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