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Autore: YouOnlyLiveOnce_Anna    31/12/2013    0 recensioni
Gemma Harvey è una sedicenne che vive a Bradfor, sola, perchè i suoi genitori sono morti un incidente automobilistico. A scuola conosce Zayn Malik, che ha un anno più di lei. I due iniziano a conoscersi, diventano amici quasi subito, legati dal loro amore per la musica. Però quell'estate, Zayn deve andare ad X Factor, e nè lui nè Gemma possono prevedere cosa gli sta per accadere...
[Dal capitolo 2]
Zayn si sedette davanti a me sul tavolo della cucina e iniziammo a mangiare.
“Stavo pensando...” dissi quando avemmo finito “...Ma se tipo ad X Factor vinci e diventi famosissimo, tornerai mai a Bradfor?”
“È impossibile che io vinca X Factor , Gemma.”
“Perchè? Canti da favola.”
“Sì ma... c’è tanta gente che canta meglio di me...”
“Il giorno in cui diventerai una pop star ne riparleremo.” Conclusi ridendo.
[Dal capitolo 3]
“Non ti dimenticherò mai, Zayn.”
“Nemmeno io, Gemma. Sei stata una persona importantissima per me, forse l’unica vera amica che io abbia mai avuto.”
“Zayn, per favore non mi abbandonare. Ti prego, promettimi che non mi scorderai. Promettimi che tornerai indietro.”
“Te lo prometto, Gemma. Devo andare ora. Ci vediamo presto, davvero.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre

 
Passarono i giorni, i mesi, le stagioni, e tra me e Zayn si era sviluppata un’amicizia fortissima, ci volevamo benissimo, con lui avevo un rapporto tipo padre e figlia, fratello e sorella, c’era quando stavo male... e anche quando stavo bene. Avevo conosciuto la sua famiglia, i suoi genitori e le sue sorelle, erano persone fantastiche e dolcissime con me. Io e Zayn uscivamo quasi tutti i giorni, andavamo in posti nuovi, scattavamo foto improbabili, cantavamo, cantavamo dappertutto. In treno, per strada, a casa mia o sua, ovunque fossimo insieme; funzionava così, uno dei due iniziava e l’altro proseguiva, avevamo un’intesa perfetta in fatto di musica, ma anche in qualunque altro campo. Lui era il mio migliore amico, e visto che era alto 1 metro e 80 e io 1 metro e 55, era anche la mia guardia del corpo.
Così era arrivato quel giorno in cui lui doveva andare ad X Factor. Quella mattina mi alzai presto, non del tutto consapevole che quello era il giorno dell’addio. Andai a lavarmi, mi preparai, mi vestii

 
e poi diedi un’occhiata distratta al calendario, soffermandomi e spalancando gli occhi qualche secondo dopo, leggendo la scritta ‘ x factor zayn’. Mi picchiai la fronte, un po’ per aver totalmente ignorato le lettere maiuscole, un po’ per essermi dimenticata di una cosa così importante. Velocemente mi diressi verso casa Malik, ormai era quasi giugno e faceva un caldo assurdo. Suonai al campanello e mi aprì un Zayn assonnato, che appena mi vide subito spalancò gli occhi.
“Forza, preparati! Devi andare ad X Factor oggi, a cantare!”
Lo spinsi dentro casa, salutai sua madre e le sue sorelle, poi corsi in camera e tirai fuori un po’ di vestiti, lo convinsi ad indossarli, e poi tutta la famiglia Malik ed io, ci dirigemmo verso l’aeroporto. Arrivò il momento dei saluti. Lo guardai negli occhi. Mi persi nella loro profondità e ricordai il primo giorno, quel pomeriggio, quella canzone, quelle braccia, quelle dita intrecciate. E delle lacrime colmarono i miei occhi, mentre affondavo la testa nella sua maglietta, quella con i fumetti, quella del primo giorno. Le sue braccia mi avvolsero.
“Non ti dimenticherò mai, Zayn.”
“Nemmeno io, Gemma. Sei stata una persona importantissima per me, forse l’unica vera amica che io abbia mai avuto.”
“Zayn, per favore non mi abbandonare. Ti prego, promettimi che non mi scorderai. Promettimi che tornerai indietro.”
“Te lo prometto, Gemma. Devo andare ora. Ci vediamo presto, davvero.”
Mi diede un bacio sulla guancia, mi abbracciò un’ultima volta, poi mi lasciò sola, sparendo tra la folla. Andai a casa lentamente, accesi la TV e mi preparai ad X Factor UK in diretta.
Dopo circa un’ora il programma iniziò. E vidi quel ragazzo, che fino a qualche ora prima mi stava accanto, vicino a Simon Cowell. Sentii la sua voce così perfetta, vidi le sue labbra sfiorare il microfono, la sua mano tremare leggermente, i suoi occhi brillare. E in quei occhi vidi i miei. Vidi il riflesso di quello che eravamo stati. Le risate, i pianti, le serate davanti a Titanic, provando My Heart Will Go On, tutte le volte che mi aveva aiutata, tutte le volte che io l’avevo aiutato. Riscoprii tutti i momenti della nostra amicizia, e capii. Solo allora capii di essere sempre stata innamorata di Zayn Javaad Malik.
Mentre la sua voce scolpiva il mio amore per lui, le lacrime scivolavano velocemente lungo le guance, e fu così per tutti i giorni successivi, ogni volta che lo vedevo in televisione, che sentivo la sua voce, gli occhi si inumidivano automaticamente. Poi, il 23 luglio, la televisione non si voleva accendere. Non riuscii a vedere la puntata di X Factor che probabilmente avrebbe cambiato totalmente il mio umore. Avevo preso a calci e pugni quella scatola grigia che non emetteva suoni o immagini per ore, prima di rassegnarmi e andare a dormire. Il lunedì sucessivo, il mio cellulare squillò. Io risposi senza nemmeno guardare di chi era la chiamata.
“Pronto?”
“È bello sentirti.” Quella voce.
“Zayn...” gli occhi si riempirono di lacrime, lacrime di gioia.
“Ciao piccola.”
“Oh mio Dio... come stai?”
“Non hai visto la puntata di X Factor?”
“A dire il vero, mi si è rotta la TV.”
“Beh, ti sei persa il momento in cui mi hanno messo in una band.”
“In una band?”
“Sì, così ho passato il bootcamp.”
“Wow ma è fantastico!”
“Già...”
“...E quando tornerai qui?”
“Probabilmente verso fine ottobre.”
“Ah...”
“Ma non preoccuparti, ti chiamerò più spesso.”
“Grazie.”
“Dai, raccontami un po’ come vanno le cose lì a Bradfor.”
“Come vuoi che vada? Sto a casa, guardo la TV, ascolto la musica, mangio, mi ta... ehm mi riposo un po’, poi di nuovo TV, musica, cena e poi a letto.” A dire la verità gli avevo raccontato solo metà di quello che facevo senza di lui. In realtà io passavo la giornata ascoltando le canzoni che io e lui avevamo cantato insieme, piangendo, incidendomi il braccio con un taglierino, bevendo, fumando, talvolta urlando, andavo a trovare mia nonna in cimitero, e mio nonno, e i miei genitori, e piangevo, piangevo senza mai smettere.
“Dovresti uscire un po’.” Osservò il ragazzo dall’altra parte del cellulare.
“Non ho tanta voglia, visto che ovunque vada ci sono già stata con te e quindi qualunque luogo mi fa tornare in mente i nostri momenti; preferisco starmene a casa e guardarti in TV.”
“Ti manco così tanto?”
“Ehm... be’, sì. Mi manchi tantissimo, eri il mio migliore amico, no?”
“Ero?”
“No, no, lo sei ancora.” Sorrise.
“Per fortuna...”
“Ci sono delle foto tue su google. Ti seguono ovunque i paparazzi eh?”
“Già, è incredibile come da un giorno all’altro sono passato da studente a ragazzo più figo del web.”
“E gli altri ragazzi? Come sono?”
“Gli altri sono fantastici, si chiamano Harry, Louis, Liam e Niall, e stanno diventando sempre più miei amici.”
“Di dove sono?”
“Harry è di Holmes Chapel, Louis di Doncaster, Liam di Wolverhampton e Niall di Mullingar.”
“Mullingar?! Dov’è?”
“È in Irlanda.”
“Ah... e Holmes Chapel? Non l’ho mai sentita prima.”
“È nel Cheshire. Non sei forte in geografia, eh?”
“Perchè, ti sembro forse forte in qualcosa, io?”
“Be’, hai una voce fantastica, e poi sei bellissima.”
“Potrei dire la stessa cosa di te.”
“Allora grazie mille.”
“Grazie a te.”
Rise.
“Mi canti una canzone?” chiesi con aria da bambina capricciosa.
“Che canzone vuoi?”
Every time we touch.”
Lo sentii prendere fiato per poi cominciare a cantare.

“I still hear your voice when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Forgive me, my weakness but I don’t know why
Without you it’s hard to survive

Iniziai a cantare insieme a lui, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime.
‘cause every time we touch I get this feeling
And every time we kiss I swear I could fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want it to last
Want you in my life
 
‘cause every time we touch I feel the static
And every time we kiss I reach for the sky
Can’t you feel my heart beat so
I can’t let you go
Need you by my side.
“Stai piangendo, piccola?”
“N-no, cioè... sì, a dire la verità sì.”
“Perchè?”
“Zayn io in realtà non passo la giornata davanti alla TV... Zayn io passo 24 ore su 24 a piangere, tagliarmi, bere e fumare da quando non ci sei tu. Perchè la verità, Zayn Javaad Malik... è che io...”
“...Ti amo Gemma.”
Sentii quella voce dietro le mie spalle. Mi girai e lo vidi lì, comparso dal nulla, come un ologramma proiettato dai miei sogni. Non dissi nulla, semplicemente lo baciai, lo baciai con quella disperazione che mi invadeva il cuore. E le sue labbra sembravano fatte apposta per combaciare con le mie.
“Come hai fatto a venire qui?” gli chiesi quando ci staccammo.
“Mentre ti parlavo al telefono, ero in aereo e volevo farti una sorpresa.”
“Ci sei riuscito.” Risi.
“Ma bisogna vedere se la sorpresa è stata bella o brutta...” sussurrò con fare seducente.
“Be’, io direi molto molto bella...” sospirai a pochi millimetri dalle sue labbra.
“E come faccio ad esserne sicuro?” ridacchiò.
“Be’ potrei iniziare così...” lo baciai. Un bacio che presto si trasformò in qualcosa di più grande, fino a trovarmi la mattina dopo nello stesso letto del mio migliore amico, lui, Zayn Javaad Malik.
Quella mattina mi svegliai verso le 10.00, era estate, non dovevo andare a scuola e non sarei andata in vacanza. Mi tirai su dal letto e scoprii di essere completamente nuda.
Sorrisi, al ricordo della sera prima, quello che avevamo fatto, vedendo i suoi occhi chiusi, così innocenti e teneri, rispetto a quanto splendevano solo poche ore addietro. Lasciai un lieve bacio a stampo sulle sue labbra, prima di alzarmi e andare a farmi una doccia. Mi vestii,

 
mi truccai e poi iniziai a scaldare un po’ di latte e un po’ di caffè.
Mentre ero intenta a versare il latte nelle tazze, due braccia forti mi avvolsero i fianchi da dietro.
“Buongiorno.” Sussurrò quella voce calda.
“Hey.” Risposi glirandomi e abbracciandolo. Gli diedi un bacio sul petto scoperto, indossava solo un paio di pantaloni, quelli della sera prima.
“Dove hai lasciato la maglietta?” risi.
“Penso che sia aggrovigliata tra le coperte o qualcosa di simile. Ieri sera ci sei andata giù pesante, mancava poco che mi strappassi i vestiti di dosso.”
Arrossii molto violentemente a quell’affermazione, nascondendo il mio volto nell’incavo del suo collo, e non potei fare a meno di rimanere stordita dal suo profumo. Appoggiai le labbra a quella pelle calda e abbronzata, il mio naso cercava disperatamente di raccogliere qualunque traccia di quel profumo così buono e attraente. Lasciai un bacio in quel punto, finchè lui ridacchiava per il mio cambiamento di umore da un momento all’altro.
“Cosa ridi?” protestai appoggiando una mano sul suo petto, indovinate un po’?, proprio in coincidenza del suo capezzolo. Spalancai gli occhi alla percezione dei suoi muscoli tendersi al mio tocco involontariamente seducente.
Mi girai dandogli le spalle.
“Facciamo colazione.”
“Hey hey, e tutta questa freddezza?” disse Zayn afferrandomi per un polso e tirandomi verso il suo corpo. Iniziai ad ansimare solo a sentirmi così vicina a lui, a sentire la mia pancia sfiorare la sua, le mie labbra sfiorare le sue.
“Mi sembra di essere stata anche troppo calda.” Risposi a fatica.
“Stai per avere un infarto, vero?” ridacchiò.
“È colpa tua.” Ribattei.
“Se questo è l’effetto che ti faccio, allora dovrei stare lontano da te, almeno per evitare che tu rischi la morte ogni volta che ci tocchiamo.”
“Every time we touch.” Ripetei.
“Già.”
“La nostra canzone.”
“Quella del primo giorno. Mi crederesti se ti dicessi che ti ho amata dal primo momento? Dal primo tocco, dal primo sguardo?”
“Sì, ti crederei, perchè anche per me è stato così.”
Mi baciò.
  
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