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Autore: coco95    31/12/2013    1 recensioni
Dopo la morte di Ren, una mattina di ottobre, Yasu decide di recarsi nell'appartamento dell'amico vicino al porto del paese. Legge così i suoi diari e scopre cose che non avrebbe mai pensato su Ren, scopre molti lati che non conosceva dell'amico e si sente in colpa più di una volta. Ren manca da morire a Yasu, dopo la sua morte è rimasto un grande vuoto nel cuore di tutte le persone che lo amavano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai/Misato, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 – La famiglia Fukuda
 
Dopo diverse sigarette e una passeggiata fuori casa per calmarsi Yasu decise di scaldare il ramen pronto che si era comprato in un negozio la vicino.
Il bollitore per l’acqua calda produceva un sono dolce e familiare, che gli ricordava i tempi in cui, quello stesso bollitore, scaldava l’acqua durante le prove dei Brute.
Bevevano thé nero senza zucchero, amarissimo, secondo la loro mentalità di ragazzi ciò li avrebbe resi più forti e più uomini… Che sciocchi.
Yasu non riusciva a sopportare ne i cibi amari ne quelli piccanti: caffè, salsa wasabi, la radice di zenzero, le caramelle al rabarbaro che si trovavano nelle erboristerie, l’olio di fegato di merluzzo che gli facevano bere quando era piccolo. Tutte quelle cose erano per il ragazzo “cose schifose che avrebbero fortificato l’animo e temprato il corpo”.
Consumato il pasto si sedette e riprese la lettura del diario di Ren dove le macchie di inchiostro regnavano sovrane in quelle pagine oramai ingiallite dal tempo.
Odorò l’odore del diario: carta.
Quell’odore buonissimo che ti pervade le narici e ti mette di buon umore.
Ma anche un odore fitto di ricordi e denso di emozioni.
 
“Oggi la madre superiora mi ha chiamato nel suo studio, ricco di santini e croci. Mi ha dato due caramelle di zucchero al sapore di fragola e mi ha chiesto se stavo bene.
A sua detta ero parecchio “giù di corda” e io gli ho spiegato che era perché Yasu non tornava dall’ospedale.
Mi ha guardato diritto negli occhi e ho letto la sua ansia: io mi ero convinto che il mio migliore amico sarebbe tornato.
Mi ha tirato fuori un esempio biblico, che però non ho ascoltato, per dirmi che Yasu è andato in un posto migliore, una famiglia, e io devo essere felice per lui.
Nulla ha più senso, mi chiedono di impegnarmi a scuola ma io non ci riesco!
 Come può essere che Yasu mi abbia lasciato qua? Qua da solo senza nemmeno salutarmi.
La famiglia che lo ha adottato si chiama Fukuda: Il marito è un rappresentante di oggetti preziosi e la moglie, la signora Sybilla, è una naturalista svedese, hanno adottato Yasu perché non possono avere figli.”
 
Sybilla era stata una mamma perfetta per Yasu, lo aveva sempre trattato come se fosse suo figlio e non gli aveva fatto mancare nulla, nemmeno l’affetto materno di cui Yasu tanto necessitava.
I Fukuda erano una famiglia ricca da diverse generazioni ed erano tutti “belli” esteticamente, questo perché per molti anni i genitori dei figli e delle figlie Fukuda cercavano per loro dei compagni che fossero di bella presenza. Il nonno del signor Eiji (marito di Sybilla) aveva fatto sposare il figlio maggiore con una bella donna russa, Olga, bionda con gli occhi azzurri e tutti i loro figli (Matsuo, Eiji, Satoshi e Lev) avevano ereditato il gene dell’occhio azzurro.
Eiji si dimostrava un padre premuroso e sempre attento ai bisogni di Yasu, ci teneva molto al suo “sentirsi parte della famiglia” ragion per cui gli aveva chiesto se voleva cambiare il suo nome e cognome ma Yasu si era rifiutato.
Sybilla era una donna estremamente affascinante, alta e magra lavorava sempre in tallieur e tacchi. In seguito Yasu si era reso conto di essersi innamorato di Reira in quanto similissima alla sua mamma adottiva.
La nuova mamma regalava sempre libri sugli animali e sulle piante a Yasu e spesso lo portava ai convegni dove lei parlava. Quando invece era in laboratorio a “studiare sassi” come scherzosamente Eiji definiva il lavoro di sua moglie, Syb (questo era il soprannome che i colleghi le davano) indossava un lungo camice bianco da scienziata e mostrava i vari campioni di questo o quel materiale e spiegava le differenze al piccolo Yasu che affascinato la ascoltava per diverse ore.
La migliore amica di Syb era una chimica che veniva da un’isoletta del Giappone, Aogashima, e che si chiamava come l’eroina di un racconto che spesso una suora gli raccontava: “Akane la principessa povera”.
Akane aveva preso molto in simpatia il piccolo Yasu e per il suo nono compleanno gli aveva regalato “il piccolo chimico” avanzato. Ci giocava assieme al piccolo tutte le volte che poteva e gli spiegava tutte le relazioni chimiche e il motivo di perché succedeva una determinata cosa mescolando una sostanza con un’altra e spesso, quando era con Syb in laboratorio, lo prendeva a manina e gli faceva annotare i vari passaggi e procedimenti che lei effettuava. Yasu diligentemente segnava ora, data, luogo, motivo dell’esperimento, obbiettivo di esso, reazioni impreviste, reazioni previste, pesi, masse e molti altri dati.
Per la chimica era un piacere lavorare in compagnia di Yasu che era un ragazzo sveglio, curioso e intelligente, nulla sfuggiva ai suoi occhi ed era avido di sapere, ma soprattutto era avido di affetto.
Il figlio di Akane aveva la stessa età di Yasu e si chiamava Arata, spessissimo si trovavano assieme per giocare a questo o a quel gioco, non aveva importanza di cosa si trattasse ma bastava stare assieme. Yasu cercava disperatamente un amico come Ren ma non riusciva a trovarlo, “Ren, Ren, Ren…”, Sybilla e Eiji non sentivano altro che questo nome ma non sapevano cosa fare per dare la serenità a Yasu.
Una sera, poco prima di coricarsi, Sybilla parlò al marito “caro, io vedo che il piccolo Yasu sta soffrendo parecchio, di certo questo cambio lo deve aver sconvolto non poco, come potremmo aiutarlo?” “Potremmo prendergli un cane” propose il marito. E così fecero.
Hiroshi fu il primo e ultimo cane che Yasu ebbe.
La casa dove abitavano era grandissima e aveva un giardino molto grande, ricco di verde e alberi da frutto, sotto uno di questi alberi, quello di noci, venne posta la casetta del cagnetto allora cucciolo.
Yasu trascorreva molto del suo tempo libero assieme all’amico a quattro zampe che ricambiava dando al bambino tanta felicità.
Questo stato di felicità non durò però a lungo: quando Hiroshi aveva sette mesi un gruppo di ragazzacci del quartiere allontanò Yasu dal cane mentre lo portava a passeggio e gettò il povero animale in un fiume.
Yasu non resistette, tutta la violenza che teneva dentro, che le cure dei suoi nuovi genitori e di Akane avevano placato, spuntò improvvisamente fuori e mise le mani addosso a quei ragazzi e ruppe il polso a uno di quelli e agli altri mollò qualche pugno qua e la.
Subito dopo si sentì in colpa, ma si sentì ancora più male quando realizzò che il suo fedele amico non sarebbe più tornato, aveva infatti visto il corpo di Hiroshi lungo una riva del fiume che non dava segni di vita.
Ignorando il serio pericolo di cadere in acqua anche lui, Yasu si recò di corsa lungo la riva del fiume e abbracciò il freddo corpo del cane. La caduta gli aveva rotto la testa, la sua pelliccia era ricoperta di sangue e aveva gli occhi girati.
Non si poteva fare più nulla.
Yasu rimase lungo quella riva per diverse ore abbracciando il cane e continuando a versare lacrime per la sua scomparsa.
Non poteva essere vero.
Eiji e Sybilla lo ritrovarono quando ormai iniziava a scurire e, preoccupati, avevano avvertito anche la polizia e il vicinato.
Yasu non volle parlare con nessuno tranne che con Akane di quello che era successo.
Vedeva in Akane una zia buona che non aveva mai avuto, che ascoltava senza giudicare, e fu felice di vedere che non gli mollò nessun ceffone quando gli disse di aver malmenato uno di quei ragazzi “Yasushi, se lo meritava, ha fatto una cosa spregevole, tuttavia non dovevi comunque picchiarlo. Senti, se mi prometti che mai più picchierai un altro essere vivente io non dirò nulla a Syb. Va bene? Anche Hiroshi è stato vittima di una violenza e hai visto cos’è successo. La violenza non porta a nulla di felice. Fidati di me.”.
Dopo quella volta Yasu non picchiò mai più nessuno, non lo fece per Hiroshi, povero cucciolo.
Il dolore che affliggeva Yasu era tanto da costringerlo a letto per diversi giorni: gli era venuta infatti una gran febbre e non riusciva più a rimettersi.
In seguito Yasu non volle più avere animali e conservò fedelmente il ricordo del primo dentro al suo cuore.
Si riprese anche con l’aiuto di Arata e di Akane e dopo qualche tempo ritornò il ragazzino solare che tutti amavano.
Sybilla un giorno decise di portare Yasu in un posto speciale: avrebbe salutato Ren all’orfanatrofio e poi avrebbe richiesto l’adozione del piccolo amico di Yasu.
“Grazie… Mamma” le disse Yasu.





Quattro chiacchere dell'autrice:
Buon pomeriggio a tutti e buon ultimo giorno dell'anno!
Dunque, cosa dire? Intanto grazie a tutti quelli che mi hanno seguito da quando ho iniziato a scrivere qui su EFP *_*, veramente grazie.
Grazie a chi come Forbidden Colors mi sostiene sempre e mi asciuga le lacrime nei momenti più disperati (<3).
Grazie a quelli che regolarmente mi recensiscono (specialmente Maka98 e Inilis che recensiscono questa storia e la seguono dalla sua nascita).
Dunque, parliamo un po'della storia: ho deciso di dedicare questo capitolo quasi interamente a Yasu sospendendo la narrazione sul passato di Ren. Ho optato per questa scelta in quanto ho visto sia che Yasu è un personaggio che emoziona e piace sia per il fatto che è il migliore amico di Ren e che quindi in questa storia si deve parlare anche del suo passato. Dopotutto questa storia è incentrata sul passato di Ren ma sfiora anche i passati degli altri personaggi della storia (seppur in maniera più rapida), nei prossimi capitoli quindi inizieremo a parlare di Nobuo Terashima undicenne che viene a conoscere Ren che invece sarà tredicenne, ancora più avanti vedremo il passato di Nana Osaki, Reira e Takumi anche se, i passati più approfonditi saranno quelli di Ren e, del suo lettore, Yasu che, volta volta ricorda quello che legge e lo mescola ai suoi ricordi.
Spero di riuscire bene nella mia narrazione e, se avete consigli, saranno bene accetti.
Grazie a tutti per la lettura e felice 2014!

 
  
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