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Autore: kristyblue    31/12/2013    1 recensioni
[Labyrinth/The Santa Clause crossover + altri]
Comincia tutto con una sfida, una scommessa fatta quasi per scherzo. Ma quando la figlia del Re dei Goblin e della Campionessa del Labirinto affronta Jack Brina, istrionico signore dei ghiacci, per decidere a chi spetti il trono di Jareth, la situazione degenera rapidamente in uno scontro che rischia di travolgere l'esistenza stessa del Labirinto e delle Creature Fantastiche di tutto il mondo. Ancora una volta Sarah e Jareth dovranno affrontare imprevisti e pericoli alla luce del sentimento di giocosa rivalità che li unisce, e contemporaneamente destreggiarsi nel non facile ruolo di genitori di una figlia ormai cresciuta, che ha ereditato la testardaggine di Sarah, l'astuzia di Jareth e la refrattarietà di entrambi a farsi comandare a bacchetta... Un crossover fra Labyrinth e la saga di Santa Clause con Tim Allen (sopratutto il terzo film, "Santa Clause è nei guai", anche se lo precede cronologicamente - è ambientata poco dopo che Scott Calvin è diventato Babbo Natale, quindi subito dopo il primo film), "contaminato" però anche con altri film come "Polar Express", "SOS Befana" e i romanzi della serie di Artemis Fowl.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah, Toby
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*** Al ballo ***
 
Sarah si strinse a Jareth e lasciò che lui la facesse volteggiare delicatamente su sé stessa.

Era un sogno. Un sogno sfavillante di luccichii e bagliori argentei che sembravano fluttuare al ritmo della musica, romantica e avvolgente.

La sala da ballo non assomigliava affatto a quella caotica, fumosa e decadente del loro primo ballo.  Sarah percepiva  la presenza delle altre coppie di danzatori, ma come da una gran distanza. Al loro passaggio, gli ospiti si ritraevano per fare ala al Re e alla Campionessa, contribuendo a creare l’illusione che fra loro due e il resto della sala ci fosse una barriera invisibile.

“Sei felice, mia regina?”, le sussurrò Jareth. Anche dopo tutto quel tempo, la sua voce aveva il potere di farle correre un brivido lungo la schiena. Senza staccare lo sguardo dai suoi bellissimi occhi cangianti, Sarah rispose;

“Con te lo sono sempre.”

Un sorriso divertito balenò sul volto di Jareth.

“Mi fa piacere… temevo che mi trovassi un po’ arrugginito.”

“Dicono che ballare sia un po’ come andare in bicicletta, no?”, scherzò lei. “Non è passato così tanto dall’ultima volta...”

“Ogni istante che trascorro senza di te mi sembra a un’eternità…. la stessa eternità che ho trascorso prima di conoscerti”, affermò solennemente Jareth. Qualcosa, nel tono in cui lo disse, strideva con il sorriso scanzonato di un attimo prima. Quell’unica nota stonata bastò a far scattare un campanello d’allarme nella testa di Sarah.

“Che vuoi dire, Jareth?”

“Niente di particolare”, mormorò lui, dopo un attimo d’esitazione.

Confusa, Sarah gli rivolse un’occhiata interrogativa. Visto che Jareth non accennava a spiegare un bel nulla, incalzò;

“Parli come se fossimo sul punto di separarci. Ma non è così, vero? Senti, se devi partire, io vengo con te. Lo sai.”

“Non si tratta di questo.”

“E allora di cosa? Non farmi stare in pensiero!”

Gli occhi fieri e impassibili di Jareth si fissarono in quelli verdi di Sarah. Le rispose con una domanda.

“E’ vero quanto sostiene Trisha? Sei ancora preoccupata per tuo fratello?”

“Non capisco”, replicò nervosamente lei. “Che c’entra Toby con…?”

“Finora non avevo mai capito perché ti dessi tanta pena per lui.” Jareth scosse la testa, sospirando. “Mentre adesso…”

“Adesso cosa?”, proruppe Sarah. “Jareth, niente segreti, ricordi?”

“Cosa ti fa pensare che ti stia nascondendo qualcosa, mia preziosa?”, chiese Jareth, ricomponendosi. “Lo sai che non potrei mai mentirti. Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che ti dico… e io diventerò tuo schiavo”, sussurrò.

“Allora dimmi come stanno davvero le cose. Cosa intendevi, quando hai detto che finora non capivi la mia preoccupazione per Toby?”

Il Re dei Goblin distolse lo sguardo, senza rispondere.

“Adesso invece lo capisci?”

Lui continuava a tacere.

“Jareth…?”, lo esortò Sarah.

“Sai come funziona la successione dinastica nell’Underground, mia preziosa? Che cosa comporta?”

Sempre più sconcertata, Sarah batté le palpebre. “Non capisco…”

“E’ piuttosto semplice”, spiegò Jareth. “Il Labirinto sceglie da sé il successore del suo sovrano, nel momento stesso in cui viene a contatto con lui o con lei. Il tuo caso fu diverso, e proprio per questo particolare. Tu sbandieravi la tua sfida, ma il Labirinto capì, molto prima che tu ed io ce ne rendessimo conto, che il tuo potere e il mio erano speculari. In altre parole, tu non potevi diventare Regina se io non fossi stato Re.”

“Ci capisco sempre meno”, balbettò Sarah. “Cosa c’entra tutto questo con…?”

“Quando tu mi consegnasti tuo fratello, io lo portai al castello, come mi avevi chiesto”, disse mestamente Jareth. “In quel momento, il Labirinto lo ha scelto come mio successore.”

Sarah rimase senza fiato, e si fermò così bruscamente da andare a sbattere contro un’altra coppia di ballerini.

“Toby? Vuoi dire che Toby è…”

“Non ancora… ma se mettesse piede nell’Underground, il richiamo del Labirinto lo spingerebbe inevitabilmente a reclamare il posto che gli spetta di diritto.” La voce di Jareth era lapidaria.

“E per farlo…”

“Sì, mia preziosa. Per farlo dovrà affrontare me.”

Rimasero immobili, come raggelati dal peso di quella verità. Sarah si sentiva girare la testa; si aggrappò più forte al marito e lui la sorresse con fermezza. Gli altri ballerini intanto avevano ripreso a scorrere pigramente attorno a loro, ignari di quanto stava succedendo.

“E’… voglio dire… deve succedere per forza?”, chiese Sarah, non appena ebbe ritrovato l’uso della parola. “Non c’è un altro modo per…?”

“No, purtroppo. Il destino del sovrano che viene sconfitto è nelle mani del vincitore.”

A quelle parole, la mascella di Jareth si contrasse impercettibilmente. Quel movimento non sfuggì a Sarah, pur sconvolta com’era.

“Jareth? Tu hai… paura di Toby?” Sembrava così assurdo! Toby, nell’Aboveground, era solo un anziano malandato, e Jareth era…

“Non è l’eventualità che tuo fratello mi succeda a preoccuparmi.”

“Ma se hai appena detto...”

Jareth si sforzò di sorridere. “Il legame fra te e tuo fratello potrebbe influenzarlo… a mio favore. Su questo non ho alcun dubbio.”

“Toby non si sognerebbe mai di farti del male”, affermò Sarah con decisione.

“Lo so. E’ dall’altro successore che… non so davvero cosa aspettarmi.”

Incredula, la Campionessa strabuzzò gli occhi.

“C’è un altro sfidante?”

“Non l’avevi capito?” Jareth inarcò un sopracciglio. “Non è un caso se negli ultimi tempi Trisha si ribella sempre più spesso ai miei ordini. E’ diventata una Fae adulta, e il Labirinto ha cominciato a parlarle. I suoi scatti d’ira, il suo continuo mettere alla prova la mia autorità, non sono che un lento e paziente allenamento. E quando sarà pronta...”

“Trisha?”, boccheggiò Sarah. “Vuoi dire che nostra figlia…”

Jareth annuì gravemente. I suoi occhi stavano fissando un punto tra la folla; una figura in abiti sgargianti si era avvicinata a Trisha e le stava parlando in tono confidenziale.

“Alla luce di quanto ha preso da me, non mi sorprenderebbe se fosse proprio nostra figlia a rinchiudermi nelle Segrete e gettare via la chiave.”

 
  
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