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Autore: boll11    23/05/2008    0 recensioni
C'è un marito insoddisfatto che in una manciata di giorni considera le sue insoddisfazioni. Ci sono una moglie e una figlia che insoddisfatte non sembrano... Insomma, una storia d'ordinaria amministrazione.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di martedì

A volte mi chiedo se non sia io quello sbagliato, visto che lavoro tutto il giorno ed ho pochissimo tempo per lei e mia figlia.
Eppure il mio tempo libero è dedicato solo a mia moglie e a Angela, ma lei ha un diverso concetto dell’uso che se ne deve fare.
Per me la famiglia siamo io e loro due. Lei è capace di chiamare famiglia anche un cugino di terzo grado.
Ci sono giorni che sono stufo di lei, di questa sua famiglia, del mio lavoro e di quello che danno in televisione.
Ci sono giorni che vorrei non averla mai incontrata, così incongruente e lunatica e matta come un cavallo.
Ma ci sono anche momenti che è come se vedessi tutto al microscopio ed allora è quasi facile amarla ancora. Sono quelli in cui trova il tempo solo per me. La figlia è dai nonni, lei pulisce tutto il giorno come una folle e come se non facesse altro nella vita. Precisa e veloce tira a lucido ogni angolo della casa senza toccare neanche per un secondo il computer a cui pare legata da una sorta di amore profondo e duraturo, più di quello che dovrebbe avere per me.
Mentre lavoro mi porta il caffè, mi cucina il pranzo e si siede a guardarmi e ad ascoltarmi come se fossi l’unica persona al mondo, poi via di corsa alle faccende.
E la sera è tutta per noi, liberi dal vincolo della figlia che ha la brutta abitudine di svegliarsi senza preavviso nel pieno della notte.

Non facciamo sesso quanto vorrei. Se fosse per me lo farei ogni giorno, cosa che alla moglie non viene in mente neanche per sbaglio. Devo dire ad onor del vero che lei non è la tipa classica che se ne esce col solito mal di testa come scusa.
Lei mi guarda come fossi un vegetale e mi dice che non le va. Punto.
Non le va.
Non so se essere felice di questo suo modo diretto di affrontare le cose. Mi fa pensare che mi trovi meno appetibile di una rapa bianca e tutto ciò non fa bene al mio amor proprio anche perché per me lei è sempre appetibile.
Io la trovo bellissima, non posso farci nulla.
Per questo, le rare volte che riesco a strapparla dal suo mondo e a tirarla a viva forza nel mio, il cervello registra ogni particolare, anche il più insignificante.
Da come inarca la schiena gettando un’ombra scura sulle lenzuola sgualcite a come si sfrega le dita dei piedi tra loro nel momento dell’eccitazione, alle goccioline di sudore che sempre le compaiono sulla tempia sinistra, sempre e solo quella, a catturare la luce smorta dell’abatjour.
E tutto, in quei momenti, anche il più piccolo inutile e patetico particolare è come trasfigurato e a me pare un meraviglioso disegno.
E’ solo per quei secondi di delirio mistico che ancora rimango legato a lei a doppia mandata.
Non basta più amarla.
Forse non è mai bastato.

  
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