Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: boll11    23/05/2008    1 recensioni
C'è un marito insoddisfatto che in una manciata di giorni considera le sue insoddisfazioni. Ci sono una moglie e una figlia che insoddisfatte non sembrano... Insomma, una storia d'ordinaria amministrazione.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alcune doverose notiziole: Ho scritto questa storia per la III Disfida di Criticoni.
L’ho scritta arrovellandomi e a pezzettini minuscoli ogni giorno.
L’ho scritta e cancellata e totalmente riscritta e ancora.
Ecco il risultato.
Una cosa è certa.
Per un tempo che reputerei quasi eterno non parteciperò più ad un concorso.
Troppa fatica ed io non ho più l’età.
Purtroppo dei sette prompt ne ho usati solo sei. La frase di Shaw proprio non mi andava giù.

Bando alle ciance e buona lettura.
Boll11
P.s. Per chi volesse sapere cosa o chi sono i Bi Bi, la risposta a fine storia. XD
E purtroppo, esistono! XD

In una manciata di giorni

Una storia di ordinaria amministrazione

Un venerdì

Mia moglie è una strana persona.
Un momento è lì che ride asciugandosi le lacrime e il momento dopo è seria da far spavento. Oppure è capace di scoppiare in lacrime per fesserie guardando Bianca e Bernie con la figlia.
Se le chiedo il motivo dà risposte oscure. Se dovessi indagare a fondo sui suoi cambi umorali penso che uscirei matto per cui soprassiedo, tanto lei non è sensibile alle mie occhiate o ai miei sarcasmi. Facile che ne rida, invece.

Oggi l’ho trovata inginocchiata nel mezzo del letto matrimoniale, immersa in un mare di panni, con lo sguardo vago e sperduto.
So quanto odi stirare, per questo ho pensato fosse in quello stato di catalessi incapace di affrontare quel po’ po’ di biancheria. Invece ha fissato lo sguardo su di me e mi ha fatto un sorriso enorme. Poi è scoppiata in lacrime mostrandomi la copertina gualcita di un libro.
“Questo pezzo mi commuove sempre…”, ha detto tra le lacrime e le risate. (Cosa possibilissima. Lei riesce anche in questo).
“Ma non dovevi stirare?”, le ho chiesto un po’ seccato.
Si è guardata intorno come se vedesse quel mucchio di roba per la prima volta e non riuscisse a capacitarsi che fosse lì.
“Ah, sì…”, mi ha risposto tranquilla. “Dopo.” E ha riaperto il libro.
La sua risposta è sempre: “Dopo.”
“Mi stiri la camicia?”, “Dopo.”; “Hai messo l’acqua per la pasta?”, “Dopo.”
“Cos’è? Vuoi che questa valanga di panni raggiunga il soffitto prima che decidi che sia ora?”
M’ha fatto un gesto seccato con la mano che non reggeva il libro senza alzare il viso dalle pagine.
“Zitto!… Devo finire questo brano.”
Non si può discutere con lei, è inutile.
Se ci provo mi ritrovo invischiato in un colloquio ai limiti del grottesco.
“Ma cazzo! Sei stata a casa tutto il giorno a far che? A leggere? Ne ho le palle tritate di te, dei tuoi libri, del computer e di questa casa di merda!”
Quando mi infurio divento una bestia, lo so.
Lei mi ha guardato come fossi un alieno.
“Spaventi Angela.”
Mia figlia era lì sulla porta con gli occhi spalancati e le manine a pugno. Ho abbassato il tono e le ho sorriso.
“Io e la mamma discutiamo.”, le ho detto. “Non preoccuparti, piccola.”
E’ rimasta zitta ed è strano per una bimba chiacchierona come lei.
“Vai di là, Angela. Vai a vedere le Winx…”
“Sì va bene, ma tu non gridare che poi mi fa male la testa.”
La mia bambina ha un modo tutto suo di farti sentire un verme.
Quando è uscita ho guardato mia moglie accigliato e lei mi ha sorriso posando il libro capovolto su un mucchio di mutande.
“E’ per via delle macchie.” Così ha detto.
“Cosa?”
“E’ per le macchie…”
“Quali macchie?”
“Tutte, tutte! Tutte le macchie!”
“Ma di cosa stai parlando?” Avevo il vago sospetto che stesse parlando di macchie difficili da eliminare da un vestito, ma non capivo cosa c’entrasse con il nostro discorso eppure lei aveva un viso serio serio.
“Sto parlando di me. Del perché riesco ad innervosirti così.”
Lei aveva già ripreso in mano il libro quando l’ho fermata per farle la domanda più ovvia: “E cosa c’entrano le macchie?”.
Ha sbuffato come se dovesse spiegarlo lei a me l’ovvio.
“Non le capisco e non riesco ad accettarle.”
“Ma di cosa cazzo stai parlando sant’iddio?” Mi stavo infuriando di nuovo.
“A partire da quelle cazzate che ti fanno vedere gli psicologi… Cosa ci vedi? Cosa cazzo vuoi che ci veda? Una macchia, Cristo! Cosa dovrebbe nascondere una macchia? Potrei azzardare ed essere più precisa. Una macchia d’inchiostro, unto, pomodoro, ma sempre macchia è…”
Mi stavo perdendo, e quando lei se ne esce con queste sue teorie a me sbollisce tutta l’ira. Cerco davvero di seguirla e di capirne il senso, ma non ci riesco.
E ad un tratto si è messa a piangere e la voce le usciva flebile e spezzata.
“Odio le macchie. Quelle degli psicologi non le capisco, quelle sui panni non vanno via, quelle in cucina e in bagno sono uno schifo… Per sentirmi felice dovrebbe esistere un mondo senza macchie!”
Ho lasciato che si calmasse prima di azzardare a chiederle di nuovo cosa c’entrasse questo con noi due.
Da dietro il libro mi ha risposto già distratta:
“E’ che tu credi di non averle mentre io so di averne troppe. Nel mondo ce ne sono tante, dovresti accettarlo anche se non le capisci.”
Ho rinunciato, ma mi ha lasciato in uno stato di profonda confusione.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: boll11