[95. Capodanno]
La moneta barbaglia fra le dita, in bocca
il gusto di latte e uova.
“Me ne offri un morso?”
“E la tua, di fetta?”
“Sparita” scrolla le spalle Saga, nella
luce assordante dei fuochi
“Mi canti una kalanda?” contratta Kanon.
“Sono stonato” ride Saga. “E non credo di
farcela, comunque.”
“Troppa Fix?” ammicca Kanon, la fetta di
vassilopitta a spezzarsi morbida fra le mani.
“Chissà” replica Saga. “Però mi sono
procurato questa.”
Ad Atene un nuovo anno è il rosso di una
melagrana, l’odore caldo dello zucchero e il ricordo di una complicità bambina.
“Allora: dividiamo?”
“E me lo chiedi?”
Questa drabble l’ho scritta (in testa) sotto la doccia; l’ho
trascritta mentre mi asciugavo i capelli e adesso ve la presento.
Con Saga e Kanon vi
faccio i miei migliori auguri a tutti voi che perseguite nel seguirmi nonostante le mie molte mancanze per un 2014 sereno, felice e pieno di bollicine^^
Sono
passati secoli dall’ultimo aggiornamento.
Poco
meno di sei mesi, a voler essere pignoli. Tante cose, in sei mesi. Troppe cose.
Però,
se è vero l’adagio che quello che si fa il primo dell’anno poi lo si fa tutto l’anno, la faccenda fa ben sperare.
Perché ho
deciso di riprendere in mano (non che l’avessi mai abbandonata, eh) questa
raccolta di drabble; non potrò garantire
sistematicità, ma come proposito per questo nuovo anno vediamo
se riesco a dare una bella accelerata.
E parto
da qui, dal Capodanno.
Un
capodanno greco, per non sbagliare. Quindi, forse, è
meglio lasciare qualche noticina.
La moneta della prima frase si riferisce
alla moneta che, secondo la tradizione, è consuetudine nascondere nell’impasto
del vassilopitta,
il “Dolce di San Basilio”, santo cui è dedicato il primo giorno dell’anno. La
prelibata leccornia consiste in una ciambellina a base di latte, uova, burro e
zucchero, nel cui interno e’ stata inserita una moneta
di buon auspicio. La prima fetta viene destinata a
Cristo, la seconda alla Madonna, la terza a San Basilio, poi alla casa, al
capofamiglia e via via a tutti gli altri membri della
famiglia seguendo una rigida gerarchia. Tra tutti i commensali chi trova la
moneta viene considerato il fortunato dell’anno.
(Per la
cronaca, la drabble non lo dice, ma l’idea del dolce
è stata di Milo; e Aioria ha ben aiutato a
prepararlo, recuperando da chissà dove una teglia e una vecchia ricetta^^).
La kalanda o kalanta è un tradizionale
canto di natale greco. Ci sono in realtà tre Kalende, nella
tradizione. I bambini fanno la kalanda
alla vigilia di Natale, Capodanno e per l’Epifania (il 5 gennaio).
Vanno di porta in porta e di canto in canto, spesso
portano con sé dei triangoli per suonare mentre si canta. Ovviamente, il
triangolo viene suonato ripetutamente e non
necessariamente al ritmo della canzone creando una confusione abnorme. I bambini infine spesso chiedono piccole somme di denaro o
dolci di Natale.
Per
addolcire la pillola viene anche aggiunto una piccola
frase inaugurale per il padrone di casa.
Σ ‘ αυτό
το σπίτι
που ‘ ρθαμε
,
πέτρα να μη ραγίσει
κι ο νοικοκύρης
του σπιτιού
χρόνια πολλά
να ζήσει .
In questa casa dove siamo venuti
Nessuna pietra potrà mai incrinarsi
E il padrone di casa
potrà vivere per molti anni.
Il
fatto che ci si riferisca alle pietre è perchè le
vecchie case venivano costruite in pietra e questa è
una meravigliosa tradizione che risale ai tempi Bizantini
Infine,
la melagrana fa parte di una
tradizione diffusa soprattutto nelle isole elleniche. Centro di questa
consuetudine è la scelta della persona che sarà la prima ad
entrare in casa il 1° dell’anno. La persona prescelta entra in casa con un
rituale preciso: due passi in avanti (il primo con il piede destro) e due passi
indietro per far entrare la fortuna e scacciare la sfortuna. Ripete
il movimento tre volte e poi la terza volta entra nella casa e scaglia con
forza un melograno per terra affinché si rompa in segno di prosperità e fortuna.
Infine,
a dispetto del suo nome di traviante suono anglo-americano, la Fix è una birra
ellenica in produzione locale, dal momento che sulle
tavole greche compare dal 1864 e un suo stabilimento fa bella mostra di sé proprio
ad Atene, visitabile semplicemente prendendo la metropolitana, scendendo alla
stazione Sigrou-FIX (un nome un programma) e bussando
alla porta (più o meno).