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Autore: Samidare    01/01/2014    7 recensioni
[kakasaku] Sakura sa quanto sia difficile affrontare la morte di tutti i suoi compagni: non c'è modo di risollevarsi. Ma forse c'è ancora qualcuno in grado di restituirle un po' di vita, forse qualcuno è rimasto anche dopo quell'apocalisse. Cosa può succedere se il suo vecchio maestro si presenta alla sua porta portandosi dietro una bambina che non ha mai visto prima? Potranno i due liberarla dalle catene della morte, che non vuole abbandonarla? Questa è una fanfiction difficile da descrivere almeno quanto è stata difficile da scrivere, che parla di un lutto importante difficile da affrontare.
Prima Classificata al contest Missione: Babysitter indetto da Paprika.chan
Vincitrice del Premio Speciale "Miglior Mamma del Mondo"
Vincitrice del "Premio Tenerezza"
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Macerie Prima Classificata al contest Missione: Babysitter indetto da Paprika.chan

Macerie




Così l’Usignolo premette più forte sulla spina, e la spina gli toccò il cuore,

e un violento spasimo di dolore lo trafisse. Più e più penoso era il dolore,

e più e più selvaggio si faceva il canto, poiché ora cantava dell’Amore

che è reso perfetto dalla Morte, e dell’Amore che non muore nella tomba.

L'Usignolo e la Rosa, Oscar Wilde








Primo frammento: Il Sonno



Il fischio sordo e continuo che proviene dal frigo è l'unico rumore udibile nell'appartamento. Sakura Haruno siede sul divano, lo sguardo perso nel vuoto.

Un passerotto si posa sul suo davanzale, muovendo la piccola testa a scatti – cinguetta, poi se ne va in un frullio di ali. Lei non se n'accorge. Sul tavolo, il vetro incolore di un bicchiere vuoto riluce, un solitario raggio di sole si infrange sulla superficie liscia e Sakura ne osserva i frammenti brillare sul muro.


È notte. Sakura Haruno giace sul suo materasso, rannicchiata sotto le coperte. Le artiglia con le unghie incrostate di vecchio smalto – impossibile ormai indovinarne il colore originario.

Sono lunghe, troppo lunghe per combattere. Ma Sakura ha smesso di combattere.

Sul comodino la sveglia non ticchetta: le pile gli sono state strappate e sono rotolate sul pavimento. Accanto alla sveglia, una bottiglia di vodka piena a metà. Il sapore di alcol le impasta la bocca, di prima mattina. Vorrebbe alzarsi e prendere un bicchiere d'acqua, ma non ne ha le forze.

Riprende a dormire.


Sasuke si volta verso di lei, sussurra qualcosa. Ma lei non capisce, gli chiede di ripetere.

« È ora di andare, vieni. » ripete lui. Sakura scuote la testa. Naruto li raggiunge.

Sorride, si volta verso Sasuke, lo prende per mano.

Intorno a loro è tutto così dolorosamente bianco, abbacinante. Sakura si copre gli occhi feriti dalla luce. Quando li riapre, è di nuovo sola.


C'è una bottiglia d'acqua accanto al bicchiere vuoto, sul tavolo. E c'è una confezione di sonniferi. Sakura vomita le pasticche che ha ingoiato nel lavandino della cucina, ficcandosi due dita in gola. Anche la confezione di sonniferi è vuota.


I mal di testa sono sempre più frequenti. Sakura sogna Sai, questa volta. Lui non parla, come invece aveva fatto Sasuke... Non le sorride col calore di Naruto. Sai non fa nessuna di queste cose, lui piange.

Le lacrime sono di sangue, e tracciano righe storte sulla sua pelle bianca come carta. Sembrano inchiostro rosso, e Sakura crede di poter leggere qualcosa in quell'intreccio. Una parola familiare... Che lei conosce da una vita. E che però le sfugge.


L'acqua gorgoglia, in bagno. I piedi bianchi della ragazza si muovono sul piatto della doccia, e sembra che si spostino al ritmo di un valzer. Sakura non toglie il coprifronte di Naruto neanche per lavarsi, lo lascia legato alla coscia. L'acqua sporca cola lungo il suo corpo magro: è più di un mese che evita di lavarsi, ma oggi è costretta a farlo... Ino è gentile a farle la spesa, ma si rifiuta di comprarle gli alcolici: perciò deve provvedere da sola. Si butta addosso dei vecchi vestiti, non si trucca, non mette neanche le scarpe. I capelli sono ancora bagnati, quando apre la porta per uscire.



Secondo frammento: La Vita



La prima cosa che Kakashi Hatake nota sono le occhiaie scure. Poi i suoi occhi si posano sul volto scavato, gli zigomi sporgenti, i vestiti larghi: la sua allieva deve aver perso almeno dieci chili.
Dietro di lei, il frigorifero ha lo sportello aperto ed espone con orgoglio il nulla che lo riempe. Anche Kakashi si sente riempito di nulla. Un rivolo d'acqua scongelata esce dal frigo e macchia la moquette.

Non vuole ammetterlo a se stesso, ma non è nelle condizioni di criticare l'altra: il suo appartamento non versa in condizioni migliori. Strati di polvere ricoprono ogni cosa, persino i suoi libri preferiti. Non è più riuscito a leggerli, dopo la morte di Jiraiya. Se da un lato Sakura è rintanata nel proprio appartamento da quasi tre mesi, Kakashi dall'altro non mette piede nel suo neanche per mangiare o dormire; cerca di tenersi occupato come può, con la ricostruzione del villaggio. Se si fermasse un solo attimo, ne è certo, morirebbe.

I capelli di lei sono umidi, incollati alla fronte, al collo.

Il respiro è lievemente irregolare, probabilmente per la sorpresa. Le spalle si alzano e si abbassano in modo quasi impercettibile, seguendone il ritmo. Sul braccio sinistro ci sono dei segni rossi, sembrano graffi. Kakashi indovina che la sua allieva deve esserseli fatti da sola.


Sakura Haruno trova il suo maestro dietro la porta, in procinto di bussare. I loro sguardi stanchi si incontrano e si intendono perfettamente. Sakura osserva i vestiti macchiati del suo maestro, percepisce l'odore pungente del sudore. La striscia di pelle libera dalla maschera è lucida, e gli occhi sono arrossati. Il respiro regolare e profondo. Tiene abbracciata a sé una sacca di carta da cui fuoriesce del cibo in scatola: con gli occhi sembra implorare un permesso, che lei non sa se concedere. Vuole chiedere a Kakashi cosa ci faccia lì. Anzi, non vuole chiedere, vuole urlare. E tirargli contro degli oggetti. Vuole distruggerlo, vuole distruggere tutto ciò che è rimasto. Non ha senso che qualcosa continui ad esistere, che il mondo creda di poter continuare, dopo la guerra.

La verità è che lui è l'unico che le resta.

Il volto del maestro Yamato si sovrappone alla maschera di Kakashi – è un secondo, ma risveglia in lei tutto il dolore soffocato in quei giorni grazie all'aiuto di alcol e medicinali. Le ginocchia cedono. Cedono, ma lei è ancora in piedi: Sakura inizia a credere di non essere più in grado di distinguere realtà e fantasia.

Kakashi Hatake è il suo maestro. È anche l'unica persona che le è rimasta. È là, di fronte a lei, e per qualche ragione anche lui sa che le ginocchia di Sakura hanno ceduto, anche se lei è rimasta immobile.

Sakura avverte la presenza di lui nella propria mente, è una presenza invadente; capisce che a lui è concesso vedere quello che gli altri non vedono, perché lui è come lei. Ha perso tutti, come lei. Ha perso anche di più: sia i suoi allievi, che i suoi compagni. Ha perso Obito due volte.

Il dolore lega allieva e maestro, è la chiave per un linguaggio che solo loro possono comprendere. Se ne rendono conto contemporaneamente, ora che le debolezze dell'altro sono a nudo di fronte a loro. Sakura non sente più il bisogno, che aveva inizialmente avvertito, di chiedere perché non sia Ino a consegnare la spesa: si fa da parte, liberando l'uscio, invitando il maestro ad entrare.

Un lampo arancione cattura i suoi occhi verde acqua: seguendolo Sakura si ritrova a fissare una testolina fare capolino dietro al ginocchio destro di Kakashi. Le piccole manine cingono la gamba di lui, bianche dallo sforzo. Due grandi occhi color salmone la fissano, spaventati.

« Ho bisogno del tuo aiuto. » La voce di Kakashi è stanca, ma grave.

Sakura annuisce, ma sta pensando ad altro. La voce del maestro scava nella sua anima e riporta alla luce momenti del passato: ricordi felici, che ora sono peggio di una tortura. È difficile avere davanti lui, senza pensare a loro.



La porta dell'appartamento è chiusa, le tende spesse fanno entrare pochissima luce, lasciando l'appartamento nella semioscurità. La bambina dai capelli arancio dondola i piedi, seduta sul divano verde oliva che occupa la parete più corta della stanza. Tamp, il rumore sordo risuona ogni volta che i suoi piedi colpiscono il divano. Tamp, Tamp.

È in attesa. Osserva l'uomo e la donna scambiare qualche parola. Alcune riguardano lei.

« ...l'ho salvata da quei bulletti, e da allora non si è più staccata dalla mia gamba. Che sia seduta sul tuo divano è già un grosso passo avanti... »

« Dovresti parlarne con- »

Il volto di Tsunade le aleggia in mente, sorridente. Sakura trema, in preda a uno spasmo.

« Sakura... »

Le parole del suo maestro non possono raggiungerla, mentre le sue unghie affondano di nuovo nella carne. Tsunade non c'è più, l'aveva dimenticato. Non è più Hokage.

Diventerò io Hokage! dice Naruto nella sua testa, sorridendole rassicurante. Sakura sorride e allunga la mano verso il volto del suo amico.

« Sakura! »

Il tono di Kakashi è allarmato, le sue mani calde le avvolgono i polsi in una stretta decisa e le allontanano le mani dalle braccia che si sta martoriando.

« Naruto. » sussurra lei. Kakashi scuote la testa.

« Sakura... Sono io. »

Lei sbatte le ciglia e mette a fuoco il volto triste del suo maestro. Sembra così lontano.

Kakashi aiuta Sakura a rimettersi in piedi, poi si domanda chi sarà ad aiutare lui. La fa sedere sul divano, con delicatezza. La bambina li osserva in silenzio, incuriosita. Si avvicina lentamente a Sakura, allunga la mano e si macchia di sangue, accarezzandole il braccio.

Poi rivolge il suo sguardo innocente all'uomo che l'ha salvata, aspettandosi che salvi anche la ragazza dai capelli rosa.


Il bagno di Sakura Haruno è angusto, e l'aria è ancora umida per la doccia appena fatta. Kakashi cerca il cassetto delle medicazioni. Il rubinetto goccia. Plin, plin. È un suono lieve, ma gli rimbomba nel cervello come un martello pneumatico.

Kakashi rigira tra le mani alcune scatole di farmaci: benzodiazepine, barbiturici. Le rimette nel cassetto quasi lanciandole, poi prende un respiro profondo cercando di calmarsi. Trova bende e disinfettante e torna in cucina.


La bambina osserva con curiosità le braccia mummificate dalle bende della ragazza e Sakura pensa che forse deve smetterla di grattare il fondo, in qualche modo. Deve smetterla subito o non riuscirà più a risalire.

Kakashi le offre dei fagioli in scatola, ma lei la rifiuta. Non ha fame.

« Devi aiutarmi a prendermi cura di Momoka. Io non so dove mettere le mani, con una bambina di quest'età. »

Sakura si volta ad osservare l'oggetto del discorso, come se si accorgesse per la prima volta di lei.

« Momo-chan. » sussurra. Allunga la mano e le sfiora la chioma soffice.

« Come ti ho detto, quelli dell'orfanotrofio me l'hanno affidata. »

Momoka si abitua lentamente al tocco di Sakura, e lentamente si tranquillizza. Ma anche lei si rifiuta di mangiare.


Kakashi Hatake vuole andarsene, avere Sakura di fronte troppo a lungo gli provoca ancora dolore eccessivo. Credeva di averlo superato, credeva di essere più forte. Ma è bastato vederla sull'uscio, smagrita, per cambiare idea. Sakura le ricorda i suoi allievi morti, quindi non può darsi pace finché è con lei. La osserva: si è addormentata sul divano, abbracciata a Momoka. Dormono entrambe, scomposte. La gonna di Sakura si è spostata, lascia intravedere parte della coscia... Lascia intravedere un coprifronte che aveva un altro proprietario. Kakashi ha un capogiro, e poi capisce.

I suoi allievi sono morti, ed è rimasta solo Sakura. Almeno lei, deve difenderla.


Quando Sakura si sveglia, nel suo appartamento non è più il ronzio del frigorifero ad essere protagonista. Il respiro soffice di Momoka e quello regolare di Kakashi le ricordano della loro presenza.

Sakura si alza e realizza che durante il sonno qualcuno l'ha coperta con una trapunta. Osserva il suo maestro, addormentato su una sedia della cucina, con la testa appoggiata su una mano.

Era certa di aver sognato tutto, ma quei due sono là, non li ha immaginati.

Hanno bisogno di lei, realizza un secondo dopo.


Kakashi viene svegliato dall'odore del latte che si riscalda sui fornelli. Quel latte l'ha acquistato lui il pomeriggio precedente: ricorda dove si trova, e apre gli occhi. La sua allieva indossa gli abiti sgualciti con cui ha anche dormito, mentre prepara la colazione.

« Non svegliare Momo-chan. » lo avverte.

Kakashi si chiede quando Sakura è diventata capace di accorgersi che un uomo si è svegliato pur dandogli le spalle. La bambina che era un tempo è cresciuta, è un'altra persona, un ninja preparato e capace.

Quando la colazione è pronta, Sakura sveglia Momoka. È più difficile di quello che si aspetta: la bambina strepita e urla il suo desiderio di restare a dormire, ma alla fine Sakura la convince.

Momoka non vuole mangiare, così Sakura la imbocca, e mangia con lei. Il suo stomaco protesta: è da molto tempo che non riceve cibo, non è più abituato; ma sa di dover dare il buon esempio, non può sottrarsi. Più tardi potrà vomitare tutto, in bagno.

Kakashi sorseggia il suo latte e osserva le altre due interagire. Momoka sta risvegliando in Sakura l'istinto materno, ora sembrano entrambe più serene. Forse non è stata un'idea così stupida portare la bambina lì. Lo pensa, osservando il timido sorriso che sta nascendo sulle labbra di Sakura.


Kakashi si alza, fa per andarsene: deve continuare ad aiutare con la ricostruzione, spiega. Sarà di nuovo da loro per pranzo. Ma Momoka spalanca gli occhi, atterrita, e ricomincia a piangere. Si aggancia alla gamba di Kakashi e non vuole lasciarlo andare.


Momoka gioca con i lacci delle scarpe di Kakashi.

« Mi dispiace... Ieri volevo solamente una mano, non credevo che avremmo finito per stabilirci qui. »

« Restate pure quanto volete. »

Sakura è comprensiva, ma si vede bene che desidera la solitudine. Non è abituata al contatto umano, non più. Ed è rincorsa dagli incubi.

Anche Kakashi è rincorso dagli incubi, i suoi riguardano soprattutto Obito: Obito, che non è riuscito a salvare per ben due volte; Obito, che ha ucciso i suoi allievi: li ha spenti come fossero fiammelle, cancellando con un gesto il loro futuro e tutti i loro sogni. I sogni che facevano brillare gli occhi di Naruto in quel modo tutto particolare...


Sakura pensa che Kakashi abbia l'aria sempre più stanca. Si siede sul divano, accanto a lui.

« Si è addormentata. »

Il suo maestro le fa un cenno con la testa, per chiarire di aver capito. O forse è un modo per ringraziarla. Estrae da una delle tasche un sigaro, lo taglia e poi inizia a riscaldarlo, per accederlo.

Passa un po' di tempo prima che sia acceso, e alla fine Kakashi prende una boccata e assapora l'aroma del tabacco.

Per fumare ha fatto scorrere la maschera, liberando il viso. Sakura lo osserva con distacco: quel viso che tante volte aveva immaginato è lì, di fronte a lei. Un tempo il suo primo impulso sarebbe stato quello di raccontarlo a Naruto e Sasuke, ma questo ora non è possibile. Non sarà mai più possibile. Quindi lo osserva: ma senza emozioni, senza trasporto.

« Fumi? »

« Ho ricominciato da poco. Per molti anni avevo smesso. Ma... Mi calma. »

Lei si chiude nel suo silenzio per un po', ma osserva attenta, registrando ogni movimento.

« Mi fai provare? »

Kakashi non risponde, si limita a passargli il sigaro. Meglio il fumo degli ansiolitici, si dice. In realtà non ha la forza di negarle nulla, ha bisogno di una scusa. Ma questo non può ammetterlo.

« Non respirarlo, tieni il fumo in bocca. » l'avverte.

Sakura esegue le sue istruzioni. Tossisce, quando nonostante le buone intenzioni il fumo sfugge al suo controllo. Le fa girare la testa.

Kakashi riprende il sigaro. Aspira. Passa un'eternità, poi dischiude lentamente le labbra, senza soffiare: il fumo fuoriesce lentamente.

Sakura osserva rapita. « Continuiamo ad essere il maestro e l'allieva. » commenta, senza aspettarsi una risposta. Che infatti non arriva.


Più tardi Sakura si sveglia sul divano, sola. Si deve essere assopita, non è più abituata a stare in piedi ormai e si affatica facilmente. È quasi sera, così decide di svegliare Momoka: già così sarà difficile farle prendere sonno, dopo cena. Sul tavolo della cucina campeggiano i tre piatti sporchi che hanno usato a pranzo... È una vista inusuale che cattura la sua attenzione, dopo mesi di solitari bicchieri vuoti. Si avvicina, al punto di notare un biglietto che prima non aveva visto, vergato dalla mano sicura del suo maestro: Siamo usciti a cercare qualcosa che non siano minestre in scatola, torniamo presto.

È tutto così strano. Mentre lava i piatti sporchi, la sua mente si concentra sul biglietto: è qualcosa di troppo intimo, troppo confidenziale, un biglietto che non ha bisogno di una firma, lasciato sul tavolo della cucina. Sa di famiglia in un modo che la spaventa, e che la riporta all'infanzia, a momenti felici che credeva sarebbero rimasti solo un ricordo.

Soprattutto però, le tiene impegnato il cervello. Realizza che, per la prima volta, si è concessa una pausa dagli orribili pensieri di morte che la tormentano da mesi. Può contare sulle dita delle mani le persone che sono rimaste in vita: il team di Ino, ad esempio. L'invidia per l'amica a volte la fa impazzire. Altri non sono stati così fortunati... La famiglia Hyuga ha dovuto piangere ben più di un cadavere. Tutti morti per difendere Naruto: loro unica, grande, speranza. E allora perché lei, sua compagna di squadra, la prima a doverlo proteggere, la prima a dover morire per lui, è ancora in vita? Perché non l'ha salvato?

Il sacrificio di Hinata è ancora uno dei più vividi, nella sua mente. Per Naruto era stato terribile perderla... I suoi compagni continuavano a cadere e lui non era in grado di fermare quella scia di morte. Ma almeno Sakura, almeno lei era riuscito a salvarla. Perché Naruto amava Sakura, e aveva continuato ad amarla fino alla morte. Proprio questo le aveva detto, con le sue ultime parole.

Sakura si è sempre chiesta il perché. Cosa ha scatenato un amore così forte? Lei non lo ha mai meritato.


Kakashi nota le lacrime che riempono gli occhi di Sakura, anche se lei cerca di scacciarle col dorso della mano quando li sente rientrare.

« Vai a salutare Sakura, Momoka. » incoraggia la bambina con una pacca sulle spalle.

Mentre lei si avvicina quieta alla sua allieva, Kakashi approfitta per posare l'incarto di pesce fresco che ha acquistato. Momoka saluta Sakura e le stringe l'orlo della veste, aggrappandovisi.

« Va fatto alla griglia. » precisa Kakashi, cercando del sale in una credenza.

Sakura nota che non ha chiesto il permesso di frugare nella sua cucina, ma in fondo non le importa. « L'accendo immediatamente. » risponde pronta.

Kakashi si volta verso di lei, lanciandole una delle sue occhiate storte e indecifrabili. Sakura lo fissa di rimando, per la prima volta si sente in grado di sostenere il suo sguardo. La finta timidezza dietro cui si nascondeva è parte di una persona che ha cessato di esistere.

« Farò io il pesce, è la mia specialità. Non preoccuparti di questo. Perché tu e Momoka non apparecchiate, invece? Non so dove tu tenga i piatti. »

Il solo fatto che Kakashi possa avere una specialità è strano, ma Sakura non pensa un attimo di obiettare. Si china, per essere all'altezza di Momoka, e la chiama.

« Momo-chan. Vieni a darmi una mano. »

La bambina sta correndo nella stanza, impegnata con un gioco che probabilmente le è stato comprato al mercato poco prima. Un pupazzo, registra Sakura... Sembra un uccello. Quale uccello? Un uccello... È strano che ce ne siano così tanti. Ma non è un passero, no...

Momoka la raggiunge ubbidiente, le tende le manine di porcellana.

Sakura la guarda accigliata.

« Vuole che tu la prenda in braccio. »

« Cosa!? »

« Se non ce la fai, non ti preoccupare... »

« Certo che ce la faccio. »

Momoka si aggancia a Sakura come una scimmietta – invece di aiutarla finisce per limitarle i movimenti. La giovane donna però non sembra infastidita, sostiene la bambina come se fosse un tesoro prezioso, con reverenza verso quel piccolo germoglio pulsante di vita. Improvvisamente si sente vecchia, ma in pace. Kakashi la sente mormorare sottovoce una melodia, mentre sposta piatti e posate con una sola mano. Così si distrae, e al momento della cena è riuscito a bruciare il pesce su entrambi i lati. Momoka ride quando sono costretti a buttarne via una buona parte, ma in seguito non c'è bisogno di pregarla per farla mangiare: la passeggiata al mercato l'ha davvero sfiancata e sta morendo di fame. Concludono la cena con delle mele che Kakashi ha portato il giorno precedente, lui si occupa personalmente di tagliare in piccoli pezzi quella di Momoka e di imboccarla. Quando lei afferma di sentirsi piena, decidono di buttare il resto nella spazzatura. Sakura ha ripreso a mangiare, ma non è ancora al punto in cui finisce gli avanzi degli altri. E Kakashi... Non sta così bene come cerca di far credere. Ma deve mostrarsi forte, sa di essere il loro punto di riferimento.


Kakashi si è offerto di lavare i piatti, e Sakura se n'è andata a dormire nella sua camera con Momoka, lasciandogli il divano.

Ma Kakashi non ha sonno, non ha mai sonno. Si affaccia sulla porta della camera di Sakura e muove un paio di passi incerti all'interno. Lei si volta e gli fa cenno di fare silenzio: sta raccontando una fiaba.

Kakashi si appoggia al muro, in un angolo, e ascolta. È giunto in tempo per poter ascoltare solo il finale: un ragazzo trova una rosa rossa sul suo davanzale, una rosa del colore del sangue, e vorrebbe regalarla alla ragazza di cui s'è invaghito; ma lei la rifiuta senza neanche considerarla. C'è qualcosa di così triste in quella rosa... Qualcosa che Kakashi non riesce a cogliere, ma che lo spinge a ricacciare indietro un paio di lacrime.

Sakura s'interrompe. Kakashi non sa se la storia finisca lì o se la ragione per cui si è interrotta è che ormai Momoka dorme. Non lo domanda.

« Vai a dormire? »

Sakura scuote la testa. « Vengo un po' di là con te. Non mi va di dormire. »

« Hai paura? »

« Di cosa? »

« Di dormire... »

Per Kakashi è una certezza, non ha bisogno di chiederglielo. Lo fa solamente per ricordarle che lui sa, e quando sono insieme lei può sfogarsi. Sakura capisce, e nessuno dei due deve aggiungere altro.

« Andiamo. »

Per qualche ragione Kakashi le prende la mano e lei in qualche modo si sente al sicuro, mentre si lascia guidare da lui. Per un momento si può abbandonare, per un momento non deve sapere dove sta andando. Ha bisogno di qualcosa di reale, dopo tanto nulla. Qualcosa che le ricordi di essere ancora viva. E la mano di Kakashi lo è.

Si siedono sul divano, Sakura appoggia la testa sulla spalla di lui. Kakashi si accende di nuovo il sigaro. Sakura un tempo odiava l'odore del fumo, ma ora non è più così. Perché quell'odore riempe il silenzio nella sua testa, riempe il vuoto. È come un tracciato d'elettrocardiogramma piatto, in cui dal nulla compare un battito. E poi un altro, e un altro ancora. È come tornare alla vita, le sembra quasi di sentire il rumore elettronico dei beep ogni volta che il suo cuore pompa sangue.

E mentre sono entrambi in silenzio, tutto sembra perfetto.


Sakura si sveglia nel suo letto, abbracciata a Momoka: in un momento imprecisato della serata dev'essere caduta addormentata, colta dalla stanchezza. Ha consumato un sonno breve e senza sogni... Una rarità preziosa, che ha la fortuna di accadere per due giorni di fila.

Da quando loro sono lì.

Ino non è più venuta a portarle la spesa, forse ha parlato con Kakashi della cosa. La cosa non è poi tanto questione di chi si occupi della spesa, quanto di chi controlli che Sakura sia viva.

E dire che è stato lui a presentarsi chiedendole aiuto...! Invece è in cucina a friggere delle uova per colazione, in una casa non sua. Senza contare che la notte prima deve averla trasportata dalla cucina al letto... Sakura realizza di indossare gli stessi vestiti da due giorni – non se li è tolti neanche per dormire – e decide di farsi una doccia.


Esce dalla doccia avvolta nell'accappatoio e trova i suoi due nuovi coinquilini già a tavola, ad aspettarla per mangiare.

« Buongiorno, Kakashi-sensei. Buongiorno, Momo-chan! » Un sorriso si allarga sul suo volto e non è finto.

« 'Nee-san! » la saluta Momoka.

Le uova di Kakashi sono decisamente meglio del suo pesce, e Sakura le mangia con appetito. Ogni tanto sente i suoi occhi addosso, ma quando si volta lui ha distolto lo sguardo, perciò non può esserne certa.

« Oggi Momoka mi ha promesso che se ne starà buona, anche se la lascio sola con te. Vado a dare una mano giù al villaggio, ok? »

Sakura acconsente e scompiglia i capelli alla bambina in un gesto affettuoso. Kakashi le saluta e se ne va, lasciandole intente a sparecchiare.

Sakura non pulisce più il suo appartamento da molto tempo, perciò decide di dedicare quel giorno alle pulizie, con l'aiuto di Momoka. La bambina reagisce con entusiasmo alla proposta, pregando che le venga assegnato un compito da fare da sola. Sakura la fa sedere sul divano e le dà dei soprammobili da spolverare, mentre lei prende per sé una scopa per pulire il pavimento. Passa lo straccio, lucida il piano della cucina e spalanca le finestre per cambiare aria.

Il sole non entra lì dentro da molto tempo e sembra che la sua casa torni a respirare: di nuovo quel beep si fa strada nella sua testa, come se l'appartamento avesse un cuore pulsante. Beep, beep, ogni suono un battito.

Per la prima volta, Sakura Haruno si permette di avere fiducia nel domani. Almeno un po'.

Mentre puliscono, Momoka inizia a cantare una melodia struggente... Sakura si chiede dove abbia imparato quella canzone, e chi fossero i suoi genitori.

Ricorda le parole di Kakashi, il giorno che quei due arrivarono da lei.

Si stava nascondendo dietro una siepe, era fuggita dal giardino dell'orfanotrofio. Tre ragazzini la stavano cercando, e quando l'hanno trovata l'hanno aggredita, perciò sono intervenuto. All'orfanotrofio mi hanno spiegato di averla trovata dentro una casa distrutta... Stringeva la mano del cadavere di sua madre. Non diceva niente, all'inizio... Anzi non ha mai detto nulla, fino a quando non ha incontrato me. Per questa ragione mi hanno pregato di adottarla: Momoka apparentemente ha avuto un incredibile miglioramento, incontrandomi. Non me la sono sentita di tirarmi indietro.

Sakura sorride amaramente, osservandola mentre pulisce con cura un fermacarte. Sembra così serena, ora. Anche lei ha perso le persone che amava, e questo in qualche modo lega tutti e tre in modo indissolubile. Ora Sakura si spiega quella strana sensazione di famiglia che l'ha avvolta e non se n'è più andata.

« Chi sono questi? »

Momoka ha iniziato a spolverare una vecchia foto del Team 7. Il cuore di Sakura fa una capriola nel vuoto.

« Sakura... » questa volta è di nuovo la voce di Naruto a torturarla. « Non ti manco, Sakura? Non vuoi rivedermi? È ora, Sakura... »

« No... » mormora lei.

« Troppa gente è morta. Troppa. » la voce di Hinata, rotta dal pianto.

« Basta! » grida Sakura.

Momoka comincia a piangere, sconvolta. No, devo essere forte. Devo esserlo per lei. Sakura si schiaffeggia, per tornare in sé. Poi corre dalla bambina e l'abbraccia.

« Scusami, Momo-chan. Non volevo spaventarti. Ti prometto che non lo farò più. »

La bimba si lascia abbracciare e si quieta. Per la prima volta, Sakura è riuscita a tenere a bada quei terribili incubi senza l'aiuto di altre persone o di qualche farmaco. E l'ha fatto per Momoka.

La tiene stretta e non ha idea di quanto tempo passi.


Quando Kakashi rientra nota una nuova luce negli occhi di Sakura: è l'appartamento ad essere cambiato, pulito e preciso, ma lui vede solo le differenze in lei, la sua determinazione.

Momoka le gravita attorno come un satellite, ormai non cerca più Kakashi con lo sguardo – anzi quasi non lo vede –, sembra quasi un'emanazione dell'altra, un pensiero che le gira intorno alla testa. Lei è li perché Sakura è lì, la sua unica funzione è trascinarla via dal baratro. È quasi sinistro.

Kakashi viene notato e Sakura lo raggiunge e sorride, sorride con gli occhi, e poi parla, racconta la sua giornata e chiede di quella dell'altro. I suoi occhi sorridono di nuovo, quando racconta della bambina; e si oscurano solo quando giunge alla sua crisi, anche se è orgogliosa di essere riuscita a gestirla meglio dal solito. Kakashi Hatake ascolta in silenzio ogni parola, si lascia attraversare dai suoni, imperturbabile. Ma ha paura.



Terzo frammento: La Morte



Quello appena trascorso è stato del tempo – forse un mese, Sakura non riesce ad avere una precisa percezione dei giorni che passano – pieno. Pieno di cose da fare, pieno di vita, pieno di amore, pieno di emozioni, pieno di Kakashi e Momoka. Sakura si sente riempita completamente, e sa che è giunto il momento di rimettersi in piedi.

Ma è proprio allora che le crisi ritornano, più forti di prima. E fanno paura.


Sakura fissa Kakashi e Momoka, intenti a rifare il letto della sua camera.

« Cosa ci fate voi due, qui? » domanda, dopo averli osservati a lungo. Kakashi si immobilizza, ma la bambina pare non notarla e continua ad infilare la federa al cuscino.

Lui invece le viene incontro, le posa una mano sulla spalla e la trascina fuori.

« Che significa? » le sussurra. Sakura scuote la testa.

« Non lo so. » spiega « Ricordo che eravate usciti a comprare del cibo. Io stavo facendo una doccia, era mattina. Ed improvvisamente è sera, e voi state rifacendo il letto. »

Kakashi allontana lo sguardo da lei e percorre l'angusto corridoio in cui l'ha trascinata, meditando.

« Hai avuto un attacco? » domanda piano, per non farsi sentire da Momoka.

Sakura esita, prima di rispondere. Si morde le labbra. « Non riesco a ricordare. »


Cenano tutti e tre insieme con insalata di polpo. Kakashi chiede a Sakura di lavare i piatti, e si offre di mettere a dormire Momoka. Solitamente questi compiti sono invertiti, e Sakura si chiede se Kakashi si fidi a lasciarla sola nella stanza di una bambina. Rischia di perdere la sua lucidità per sempre? È questo che il suo maestro teme?

Per Momoka hanno acquistato una culla, ora dorme in una piccola stanza che si affaccia sul salotto. Ma quando è successo? Quando è stato che hanno comprato una culla?

Sakura si preme una mano sulla fronte, non riesce a ricordare. Chiude gli occhi e li stringe fino a sentire dolore, al contempo si tappa le orecchie con le mani, isolandosi da ogni rumore.

Il volto di Naruto emerge lentamente dall'oscurità: sembra inquieto. Sta parlando con lei, ma non la guarda in faccia. « Perché mi stai facendo questo? » sussurra. Sakura vorrebbe allungare una mano verso di lui, ma sembra che il suo corpo non reagisca. I suoi arti sembrano pietra, troppo pesanti per essere sollevati. È un'atmosfera irreale... Nessun rumore, solo un fischio ritmico. E il colore bianco che mano a mano si irradia dalla testa bionda del suo compagno, fino ad avvolgerla in un mare candido.

Tutto finisce, come tutto è iniziato: improvvisamente. Sakura è inginocchiata in un angolo e trema convulsamente, in preda al terrore. Sente l'alito gelido della morte su di sé.

Kakashi la trova nell'angolo, mentre singhiozza scuse a persone che non esistono (almeno non in quell'universo). La avvolge con le braccia calde e lascia che prenda tutto il suo calore, permettendo che defluisca dritto nel suo sangue.


È pomeriggio. Sakura e Momoka sono sole, e Sakura non sa come sia successo. L'ultima cosa che ricorda è il volto di Naruto che le chiede di raggiungerla dove lei non può andare.

Sakura saggia la tenerezza di pesco delle guance di Momoka sotto i polpastrelli, mentre accarezza il suo volto addormentato. Ama quella bambina più della sua stessa vita, ma si accorge di non riuscire a comprenderne il motivo. Tutto quell'amore non ha una ragione d'essere: cosa le sta succedendo? Quanto tempo è passato da quando ha conosciuto quella bambina? Dove si trova il suo maestro?

Si alza lentamente dal divano su cui Momoka dorme, avendo cura di non svegliarla.

Deve cercare di capire cosa stia succedendo: incontrerà Ino e le chiederà come stia andando giù al villaggio (e cercherà di capire che giorno sia, senza domandarlo direttamente).

La sua mano si stringe convulsamente intorno alla maniglia, mentre la ragazza cerca il coraggio di incontrare il mondo esterno.

Il bianco l'acceca improvvisamente e la voce di Sasuke le riempe le orecchie e il cuore, tutto succede in un secondo: Sasuke si scusa, le dice di essere dispiaciuto per quello che è successo. Troppa morte, aggiunge. Mi dispiace che tu abbia perso tutte queste persone. Ma Sakura non vuole impazzire, ne ha abbastanza di queste visioni. Ricorda dove si trova e preme sulla maniglia con tutte le sue forze, pronta a incontrare il calore del sole sulla pelle.


La porta si apre, ma è di nuovo notte. Sakura è in piedi, la mano ancorata ad una maniglia che non è la stessa di poco prima: di fronte a lei la propria camera da letto. Non ha idea di quello che le stia succedendo, né di come sia arrivata lì, né di quanti giorni siano passati: Kakashi è di fronte a lei, senza maschera, e la barba è cresciuta troppo perché sia possibile che si siano lasciati solo quella mattina. Le afferra il polso e la costringe a lasciare la maniglia, fissandola dritta negli occhi.

« Resta con me. » chiede. « Non lasciarmi di nuovo, Sakura. Non separiamoci nuovamente. Resta lucida. »

Sakura annuisce, senza capire davvero cosa stia succedendo. Probabilmente le sue crisi sono aumentate, lo legge negli occhi di lui: consapevolezza. Sembra che lui sia capace di gestirle, che abbia imparato. C'è qualcosa di consolidato nel modo in cui lui le abbraccia il viso con le mani e fa incontrare le loro labbra, nel modo in cui il corpo di Sakura risponde al bacio come se vi fosse abituato. Lui la trascina a letto e sa esattamente in che modo trattarla, come se fossero stati amanti per anni... Sa quali punti sensibili deve baciare, sa come mordicchiare le sue orecchie e accarezzarle delicatamente la nuca. C'è qualcosa, nel modo in cui Kakashi fa l'amore con lei, che fa credere a Sakura di avere un buco nella memoria che le nasconde qualche anno di vita.

In effetti, quando si staccano e Kakashi si addormenta accarezzandola, Sakura non può fare a meno di sentire gelare il sangue quando nota sul comodino una foto incorniciata che raffigura una ragazza tredicenne identica a Momoka.



Quarto frammento: Risveglio



Sakura ha smesso di cercare di capire il flusso del tempo, vive di frammento in frammento senza farsi domande, lasciandosi cullare dalla corrente. Momoka è una delle ragazze più dotate che lei abbia mai conosciuto: ha dovuto accettare che divenisse un ninja, nonostante ogni fibra del suo corpo urlasse pericolo.

Quando si sente lucida, Sakura scrive gli avvenimenti più importanti su un diario che tiene in camera da letto. Le cose fondamentali: chi è vivo, chi è morto, dove si trovano Momoka e Kakashi. Ha molto tempo libero, dal momento che non è il caso che esca di casa. Non esce più dai tempi della guerra, probabilmente.


Quella mattina, però, Sakura non trova nessun diario. Nessun segno che indichi che Kakashi e Momoka siano mai stati là. Il suo cuore inizia a battere ad un ritmo sempre più sostenuto e il rumore fastidioso di un beep elettronico accompagna ogni suo battito, facendosi sempre più forte.

Nella camera di Momoka c'è solo una scrivania che era di sua madre e un vecchio divano. La foto di Momoka che era sul suo comodino sembra non essere lì da molto tempo: la polvere ricopre il legno in modo uniforme. In tutto l'appartamento non ci sono vestiti che non siano di Sakura.

Beep Beep Beep.

Qualcuno bussa alla porta, ma non ci sono maniglie per poterla aprire. Sakura è troppo lontana, in ogni caso: stesa nel suo letto, in un'altra stanza, gli arti pesanti come piombo, incollati al materasso. Gli occhi sono chiusi, e non intende aprirli, perché sa bene ciò che troverebbe se li aprisse: bianco accecante. Ma le orecchie non può chiuderle, ed è impossibile ignorare Naruto che le parla.

Vorrebbe chiedergli pietà, vorrebbe chiedergli di smetterla di farla soffrire e permetterle di vivere, ma è chiaro che Naruto non si arrenderà finché non la riavrà al suo fianco. Lui non si arrende mai, è nella sua natura.

Sakura sa che nel momento in cui avrà aperto gli occhi, non potrà più tornare indietro. La sua decisione sarà irrevocabile, e dovrà dire addio a Kakashi e Momoka per sempre.

« Stanno riducendo le medicine. » sente la voce di Naruto spiegare a qualcuno. Hinata, probabilmente. « Avevano indotto il coma farmacologico, ma Tsunade dice che non è più necessario tenerla sotto sedativi. Ora sta a lei, decidere se svegliarsi oppure... » fece una pausa, incapace di continuare.

« Oppure restare in coma. » conclude Sasuke per lui, teso a sua volta.

Ma Sasuke non era mai stato teso per lei, e quel sogno è un inganno crudele per trascinarla nell'aldilà.

« Decidere? Tornerà da noi, non è così? »

Sì, si trattava di Hinata.

« Certamente! » commenta Naruto.

« Non possiamo saperlo. » interviene Yamato « La morte di Kakashi è stata un duro colpo, per lei. Si erano sposati poco prima della guerra. E inoltre, quell'aborto spontaneo... Deve averla spenta definitivamente. Aveva già scelto il nome per la bambina, Kakashi voleva che si chiamasse Momoka, sarebbe stata il ricordo vivente di lui... Perderla ancora prima che nascesse... »

Naruto sospira. « Shikamaru, Ino, Choji... Ho perso troppi compagni. Sakura non può... Non lei. Non posso credere che voglia restare addormentata. Io... » cerca di nascondere un singhiozzo.

Continuano a parlare tra loro, in attesa della decisione della ragazza in coma. Ormai alle sue orecchie sono un mormorio indistinto.

Sakura ascolta attenta il beep fastidioso dell'elettrocardiogramma. Sa che se deciderà di aprire gli occhi, Momoka e Kakashi scompariranno per sempre, sostituiti dal bianco accecante di una stanza d'ospedale e dai suoi amici ancora vivi. Sa che dovrebbe dimenticarli, per poter continuare a vivere.

I beep sono assordanti.

Prende la sua decisione.




Fine.

   
 
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