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Autore: Darkness_Angel    01/01/2014    6 recensioni
Storia su Dubhe e Learco nel periodo in cui arrivò Neor, cosa accadde secondo me e le loro emozioni.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe, Learco
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata! Vi chiedo scusa per non aver più pubblicato, ma tra la scuola e un periodo nero su tutti i fronti l'ispirazione proprio non arrivava!
Il primo capitolo ha superato i 100 lettori, non ci speravo, grazie a tutti!
Secondo me questo capitolo è venuto meglio di quello precedente, ma sarete voi a dirmelo :)
Ed
ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi il quarto capitolo :) Buona Lettura!
 
Capitolo 4
 
Dubhe aprì gli occhi, era nella loro camera da letto, il sole filtrava dalle tende socchiuse illuminando solo parzialmente la stanza. Era sdraiata a letto, il capo afflosciato nel cuscino e un immensa stanchezza la pervadeva, si mise seduta, ma anche quel semplice movimento le costava fatica. Si sfiorò il ventre sicura di trovare il gonfiore portato dalla gravidanza, ma invece trovò il ventre piatto, il panico la prese e si guardò intorno in cerca di qualcosa che le desse una spiegazione di ciò che era successo.
Il suo sguardo incrociò la figura esile di una donna, era in piedi vicino al fondo del letto girata di schiena, la luce che filtrava dalla finestra rendeva visibili i suoi capelli biondi e mossi.
Dubhe non riusciva a parlare, non sapeva cosa dire, cosa chiedere, aprì la bocca e riuscì solo a far uscire un suono flebile – Theana… -
La donna si girò, e Dubhe vide con chiarezza che teneva in braccio un neonato che dormiva tranquillo. Le lacrime iniziarono a pungerle gli occhi, quello era il suo bambino, era nato, stava bene, ecco perché non aveva più il ventre gonfio.
Si asciugò due lacrime e poi trovò il coraggio di parlare – puoi darmelo?- le chiese titubante.
Fu in quel momento che la donna tirò su lo sguardo, il sole le illuminò il viso mostrando chiaramente i suoi lineamenti.
I capelli biondi e mossi, gli occhi azzurri ferini, la spruzzata di efelidi sotto di essi che le davano un aria più dolce, quella non era Theana, quella era Rekla.
L’assassina le sorrise e fece una carezza al bambino che continuava a dormire, poi le conficcò il suo sguardo di ghiaccio nei suoi occhi neri – no Dubhe, non puoi averlo- le rispose – ce lo devi, e noi ce lo prenderemo, Thenaar lo avrà- le disse con gli occhi che le luccicavano per la pazzia.
Dubhe non ebbe il tempo di reagire, si slanciò in avanti mentre Rekla estraeva un pugnale che portava al fianco, la lama luccicò per un secondo alla luce del sole e poi la lama affondò nel petto del bambino.
*

-No!!-
Dubhe si svegliò gridando con tutto il fiato che aveva in gola, sedendosi di scatto sul letto.
Si portò una mano al ventre e ne seguì la curva, il bambino si mosse leggermente, non era nato, era ancora al sicuro dentro di lei.
Iniziò a piangere mentre tutta la paura che aveva provato si scioglieva come neve ai primi di Marzo, una mano le si appoggiò su una spalla, lei sussultò presa alla sprovvista e poi si girò singhiozzando.
Learco non le chiese spiegazioni, si limitò a stringerla e ad accarezzarle i capelli, mentre la moglie gli singhiozzava su una spalla e lo stringeva.
 – era solo un sogno- le ricordò scostandola leggermente per poterla guardare in viso.
Le sorrise dolcemente e le asciugò le lacrime che le erano rimaste appese agli angoli degli occhi, poi le lasciò un leggero bacio sulle labbra e le accarezzò una guancia, lei si appoggiò alla mano e riuscì a regalargli un piccolo sorriso che scaldò il cuore a Learco.
-Ho sognato Rekla che uccideva nostro figlio, ha detto che Thenaar lo prenderà - riuscì a dirgli dopo aver ritrovato la calma.
Lui scosse la testa sorridendole - Rekla è morta, la Gilda non esiste più e nessuno riuscirà a portarci via il nostro bambino- le ricordò prendendole il viso tra le mani e guardandola con intensità.
Lei annuì e gli sorrise -  Hai ragione, era solo un sogno –
Learco le lasciò ancora un bacio sulle labbra, poi la fece sdraiare di nuovo, Dubhe si lasciò guidare continuando a guardarlo e sorridendogli dolcemente
 – ora cerca di dormire - le suggerì, le fece una carezza sul ventre per poi darvi un bacio e coricarsi di fianco a lei.
Dubhe si girò su un fianco, dando la schiena al marito, che la strinse a se cingendole con un braccio il ventre e lasciandole ancora un bacio sui capelli prima di riaddormentarsi.
 Era vero, Rekla era morta e la Gilda non esisteva più, ma infondo Thenaar si era già preso i suoi primi tre bambini.
 
 
Come ogni mattina Learco si era alzato prima di lei, e adesso si stava finendo di vestire mentre invece, Dubhe, si era appena svegliata e lo guardava ancora con sguardo assonnato.
Nonostante l’incubo era riuscita a trascinare un dormi veglia agitato sino a quell’ora, ma benché Learco l’avesse rassicurata, e tenuta stretta a lui per tutta la notte, sentiva l’agitazione muoversi ancora infondo al petto. Scacciò dalla mente gli ultimi frammenti dell’incubo e si sedette sul letto per poi alzarsi e andare a sciacquarsi il viso;
Learco le venne vicino e le diede una mano ad alzarsi, anche se era solo di cinque mesi e mezzo il bambino pesava e aveva l’abitudine di muoversi quando sua madre si alzava o faceva un movimento più complesso di quello di mettersi seduta.
Il bambino aveva iniziato a muoversi circa una settimana prima, facendo spaventare a morte la madre che non aveva capito subito cosa stesse succedendo, ora Dubhe accettava con gioia i calci e i movimenti inaspettati, era una sensazione indescrivibile sentire il proprio figlio muoversi avendo la assoluta certezza che fosse vivo, questo le donava una nuova speranza e una nuova forza.
Learco la lasciò ma non prima di averle dato un bacio per augurarle il buon giorno, lei contraccambiò e poi andò nella Stanza da Bagno.
Si avvicinò alla bacinella con di fianco la brocca colma d’acqua fredda, la prese e ve la versò dentro poi la rimise a posto, quella mattina si sentiva particolarmente stordita, il sogno l’aveva scossa e il sonno non l’aveva per niente riposata.
Stava per infilare le mani nell’acqua quando le arrivò una fitta al ventre che la fece piegare in avanti e gemere.
Dubhe si appoggiò al lavabo e aspettò che il dolore scemasse, quando fu diminuito si rimise in posizione eretta riprendendo fiato, ma un’altra fitta la fece piegare di nuovo – cos’hai sta mattina…- chiese al bambino facendosi una carezza sul ventre.
Un’altra fitta si susseguì a quella precedente, e la consapevolezza che quelli non erano calci si fece largo nella mente della Regina, conosceva sin troppo bene quei dolori, a conferma delle sue paure vide due chiazze rosse di sangue che macchiavano il pavimento sotto di lei.
Il terrore le strinse il petto in una morsa, sentì le gambe che iniziavano a tremare, cedere alla paura sarebbe stato facile ma in qualche modo riuscì a ricacciarla da dov’era venuta e tornò lucida, doveva fare qualcosa, non avrebbe perso anche questo bambino.
-Learco!!- gridò con il tono più sicuro che riuscì ad emettere, ma che risultò lo stesso tremulo e carico di paura. Strinse con forza la bacinella e si piegò di nuovo in avanti, gridando sommessamente e portandosi una mano sul ventre, le fitte stavano iniziando a diventare sempre più dolorose, e Dubhe sapeva che era un cattivo segno.
Learco entrò nella stanza pochi secondi dopo e guardò la moglie, in piedi su una piccola pozza di sangue, piegata leggermente in avanti su stessa che si teneva il ventre, sapeva fin troppo bene cosa stava succedendo, le andò vicino e la prese in braccio – tranquilla andrà tutto bene- la rassicurò mentre la riportava a letto e ve la faceva sdraiare dolcemente – resisti, vado a chiamare Theana- le disse, le lasciò un bacio veloce e poi si allontanò, sentì che gli prendeva la mano, si girò e la guardò, sul viso di Dubhe si era formata una maschera di paura, e le lacrime le solcavano il viso
-Non lasciarmi sola- lo supplicò in lacrime e stringendogli la mano
-Dubhe devo andare o perderai il bambino- le ricordò stringendole la mano per rassicurarla, da ciò che si ricordava non l’aveva mai vista ridotta così, nemmeno quando era prigioniera della Bestia, doveva farla tornare in se’- calmati ora, e rifletti- le disse guardandola serio e fissandola negli occhi neri, Dubhe trattenne un singhiozzo, poi il terrore scomparì dal suo viso, e nonostante rimanesse ancora un alone di paura dietro gli occhi scuri, apparve una nuova decisione – fai presto però- gli raccomandò stringendogli la mano – certo, non sarai sola, qualunque cosa succeda- la rassicurò, le lasciò un bacio sulla fronte e poi corse via lasciando Dubhe da sola nella stanza.
Dubhe ebbe un’altra contrazione, quando il dolore più forte fu passato si girò su un fianco e si rannicchiò stringendosi il ventre, come se stesse abbracciando il bambino – ti prego resta con me- gli sussurrò ad occhi chiusi mentre resisteva all’impulso di gridare per colpa delle contrazioni.
 
Learco si era precipitato da Theana, non c’era tempo di avvertire un valletto e di farla mandare a chiamare, il bambino e Dubhe non avevano più molto tempo.
Uscì dal palazzo al galoppo, si era concesso solo il tempo di avvertire delle ancelle di tenersi pronte per aiutare Theana quando sarebbero arrivati e di prendere un cavallo dalle scuderie, così ci avrebbero messo meno a tornare indietro.
Il tempio dei  Fratelli della Folgore non distava molto dal palazzo Reale, ma le strade di Makrat, sempre affollate, non erano fatte per chi aveva fretta.
Learco tirò le redini facendo impennare il cavallo per poi scendere con un balzo e fiondarsi nel tempio, dove lo accolse una sacerdotessa.
-Come posso aiutarla, Sire?- gli chiese in tono pacato e chinando il capo in un rispettoso inchino
-Devo vedere il Supremo Officiante- gli rispose senza riuscire a contenere l’agitazione
-Certo, le vado a dire che siete qui- gli rispose con un sorriso e girandosi per andarsene
-No, devo vederla subito- le disse in tono perentorio afferrandola per un polso.
La ragazza lo guardò sia stupita che un po’ intimorita dal suo comportamento, poi si riscosse e annuì – certamente, allora seguitemi- gli disse facendogli strada
Learco seguì la ragazza con agitazione crescente, gli sembrava che ci stessero mettendo una marea di tempo.
La sacerdotessa bussò alla porta, e aspettò che Theana le rispondesse ma Learco invece no, aprì la porta di slancio ritrovandosi davanti Theana che lo guardava stupita –Learco… cioè, mio Re cosa ci fate qui?- chiese correggendosi all’ultimo e esibendosi in un inchino
-Dubhe sta male, devi venire subito- le disse trafelato e dimenticandosi tutte le regole di etichetta, non era il momento di frasi di rito e convenevoli.
Theana si allontanò dalla scrivania ingombra di fogli prese una borsa e iniziò a riempirla con varie fiale di colori diversi e strumenti  – Avverti Lonerin che sono al palazzo Reale- disse alla sacerdotessa mentre usciva dalla stanza – certo- la rassicurò chinando il capo in segno reverenziale.
Theana seguì Learco fuori dal tempio dove li stava aspettando il cavallo – quando si è sentita male?- gli chiese mentre lui montava a cavallo e poi le porgeva una mano per aiutarla a montare dietro di lui – poco dopo che si è svegliata, è come le altre volte- le spiegò mentre spronava il cavallo e Theana si aggrappava alla sua vita per non cadere.
Nella mente della donna iniziò subito a formarsi il procedimento preciso che avrebbe dovuto seguire, stavolta, forse, non sarebbe arrivata troppo tardi, mentre cavalcavano chiuse gli occhi e recitò in mente una preghiera a Thenaar per infondersi coraggio.
 
Arrivarono alle mura di cinta del palazzo e le guardie aprirono subito le porte, la loro corsa si fermò davanti alla porta del palazzo, Learco smontò per primo e poi aiutò Theana a scendere.
-L’ho lasciata in camera nostra, ho già avvertito delle ancelle che ti verranno ad aiutare- le disse mentre entravano nel palazzo e i loro passi risuonavano nei corridoi ampi e vuoti
-D’accordo, allora vai a dirgli di venire subito, io intanto vado da lei- gli disse
Learco annuì e poi corse via, separando la sua strada da quella del Supremo Officiante.
Theana accelerò il passo e corse per i corridoi per raggiungere la camera dei sovrani, ormai conosceva la strada a memoria, ecco che si trovava davanti la scala, la percorse tutta di corsa, fece ancora qualche metro e poi si ritrovò davanti la porta della camera. Non bussò, entrò cauta nella stanza e poi si avvicinò al letto.
Dubhe era sdraiata su un fianco rannicchiata su stessa, le coperte erano sporche di sangue e lei gemeva sotto voce, resistendo al dolore che ormai si era fatto insopportabile
– Dubhe, sono Theana- la chiamò poggiandole una mano su una spalla.
Dubhe tirò su il capo e la guardò, stava tremando, riuscì a sorriderle anche se con molta fatica ma poi un’altra contrazione trasformò il suo sorriso in una smorfia di dolore – Tranquilla, ora sistemiamo tutto- la rassicurò iniziando a svuotare la borsa e preparandosi a curarla.
Dopo pochi minuti entrarono nella stanza anche le ancelle, seguite da Learco, quando entrò nella stanza e vide Dubhe oppressa dal dolore e le coperte intrise di sangue, il terrore lo attanagliò e si bloccò sulla soglia, mentre Theana e le altre ragazze si affaccendavano intorno a lei.
-Sire, esca per cortesia- gli chiese Theana, ma Learco non la sentì era come perso in un’altra dimensione come se si fosse estraniato da tutto
-Learco esci per favore!- gli gridò di nuovo Theana stavolta con una decisione nella voce che fece riprendere Learco, si girò verso di lei e la guardò – esci- gli ridisse col tono di voce più basso ma comunque deciso, lui diede ancora uno sguardo a Dubhe e poi si costrinse a uscire fuori dalla stanza.   
 
Learco non si allontanò molto, prese una sedia e la mise vicino alla porta, in qualunque modo fosse finita, lui sarebbe stato subito lì, vicino alla sua Regina.
L’attesa durò circa tre ore, ma a lui sembrarono una vita, sentiva vari movimenti dietro la porta, passi affrettati e Theana che dava istruzioni.
Dopo le prime volte in cui aveva cercato di capire cosa accadesse senza, però, riuscirci aveva deciso di limitarsi ad aspettare, poi, finalmente, la porta si aprì.
Learco si alzò subito in piedi, le prime ad uscire furono le ancelle, alcune che portavano via lenzuola e panni sporchi di sangue, Learco si impose di mantenere la calma, non volevano dire niente, poi uscì Theana.
Il Supremo Officiante era visibilmente stravolta, i capelli sempre ordinati erano leggermente scompigliati, il vestito aveva alcune macchie sparse sulla gonna e il corpetto e portava le maniche ripiegate sino ai gomiti, ma sorrideva.
Learco le si mise di fronte e inspirò, pronto a ricevere la sentenza, Theana gli sorrise stancamente e poi gli poggiò una mano su una spalla – ce l’hanno fatta tutti e due-
Learco non si trattenne e in un moto di felicità abbracciò la donna, che rimase sorpresa dalla sua reazione – grazie- le disse lasciandola andare e sorridendole, gli occhi che gli luccicavano per la contentezza – non devi ringraziarmi- lo rassicurò – ora sta dormendo era stravolta, ma presto si sveglierà- gli spiegò.
Learco annuì – posso entrare?- le chiese titubante
-certo, io rimarrò fin quando non si sveglia, così mi assicurerò che sia tutto apposto- gli spiegò
-d’accordo- Learco le sorrise e poi entrò cauto nella stanza.
La luce filtrava dalle finestre illuminando la stanza con la luminosità tipica del primo pomeriggio, Learco si avvicinò a Dubhe che dormiva tranquilla nel letto, con le coperte che la coprivano fin sopra le spalle, le si mise accanto e le diede un leggero bacio sulla fronte e poi sorrise.
Sembrava che stesse ancora dormendo dalla sera precedente, il respiro calmo e regolare, il viso che esprimeva un espressione rilassata, quasi serena, l’unica cosa diversa era il pallore della pelle.
Le si sedette accanto e prese ad accarezzarle dolcemente la testa, ora l’unica cosa che voleva era vedere aperti quei due pozzi di oscurità che tanto amava.
 
-Learco… Learco- il Re si svegliò dal sonno in cui era caduto, non si era nemmeno accorto di essersi assopito, si sentì sfiorare una mano e si girò verso chi l’aveva toccato, Dubhe era sveglia e lo guardava sorridendogli, lui le strinse la mano e poi la baciò con passione sulla bocca mentre lei lo assecondava e non si sottraeva al bacio – non hai idea di quanto sia felice di vederti- le disse scostandosi riluttante dalle sue labbra – lo vedo invece- gli rispose lei ridendo.
Learco si scostò e le si mise di fianco, facendole ancora una carezza sulla testa –come ti senti?-
-un po’ frastornata, ma bene- lo rassicurò
Learco le sorrise e poi le accarezzò  il ventre gonfio sotto le coperte – sta volta ce l’abbiamo fatta- gli disse la Regina sorridendo e non credendo alle sue parole – è la prima volta che riesco a superarla- continuò sempre più incredula
-è un segno, in alcun modo potremmo perderlo adesso- le disse
Dubhe non ne era del tutto sicura, ma voleva crederci, Learco si alzò sorridendole –vado ad avvertire Theana che ti sei svegliata, ha detto che voleva controllarti un ultima volta prima di andare via- le spiegò
-D’accordo- gli rispose annuendo, poi Learco le sorrise ancora una volta ed uscì.
Dubhe si portò le mani al ventre, e mentre ne teneva una ferma con l’altra lo accarezzava –grazie- gli sussurrò dolcemente.
Learco e Theana tornarono qualche minuto dopo, Il Supremo Officiante la visitò, poi si allontanò per prendere una fiala dalla sua borsa – La crisi è stata causata dal panico che ti ha procurato il sogno- le spiegò Theana – se ne dovessi avere un altro, appena ti svegli prendi cinque gocce di questa con un po’ d’acqua- le disse mettendo sul comodino una fiala di un colore violaceo, la Regina annuì – e naturalmente dovrai continuare con l’immobilità- aggiunse sorridendole comprensiva – per il resto va tutto bene, quindi potete stare tranquilli- concluse mettendosi la borsa in spalla – ancora grazie Theana se non fosse stato per te…-  le disse Dubhe
-Lo faccio con piacere, ora però devo andare- le disse sorridendole, si salutarono e poi Theana andò via.
Learco tornò dalla moglie dopo aver accompagnato Theana alle scuderie per prendere un cavallo, Dubhe si era seduta a letto, il viso aveva ripreso colore e sembrava stare molto meglio, le diede un bacio sulla fronte e poi le si sedette vicino sul letto, lei gli appoggiò la testa sul petto e si lasciò abbracciare chiudendo gli occhi e godendo del tepore che emanava il corpo di Learco, lui la strinse più forte a se’ e le diede un bacio sulla testa, lei la alzò e gli sorrise – riposa, ci sono qui io- la rassicurò, lei si riappoggiò a lui chiudendo gli occhi e lasciando che il sonno la avvolgesse.
Quando Learco la sentì dormire tranquilla tra le sue braccia, si rilassò e lasciò che l’ansia accumulata nella giornata si sciogliesse e fece una cosa che non faceva da anni, incominciò a piangere.



Allora, cosa ne pensate?
Premetto che questo è il penultimo capitolo e che il quinto non l'ho ancora iniziato a scrivere, di conseguenza prima di pubblicarlo ci vorrà un po', ma non disperate arriverà :)
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e invito quelli che non recensiscono a farlo, fa sempre piacere scoprire qualcun'altro che ha la tua stessa passione, sopratutto quando, o almeno dalle mie parti, è difficile trovare un appassionato del Mondo Emerso, quindi, detto ciò se nella recensione volete "fanghillare" un po' a me fa piacere e vi risponderò sicuramente :D
Colgo l'occasione per farvi gli Auguri di Natale (anche se in ritardo) e di Augurarvi un felice anno nuovo, e se non dovessi pubblicare prima anche di Buona Epifania :)
A presto, un abbraccio,
Darkness_Angel
  
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