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Autore: Camicia    01/01/2014    3 recensioni
È il night Club di cui parlava Santa.
Entro. Non so nemmeno perché.
Lavorare in un night club? Io?
- è un modo veloce per fare soldi, per svagarti e per liberare la mente dolcezza.
Liberare la mente?
Potrebbe aiutarmi a dimenticare Kanata.
Sarebbe come una via di fuga.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Hakanomachi, Kanata Saiyonji, Miyu Kouzuki, Nanami Tenchi, Santa Kuros
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Arrivo davanti la statua e vedo la macchina della mamma.
Con passo deciso la raggiungo ed entro nel sedile posteriore.
Davanti Kanata mi lancia sguardi di fuoco attraverso lo specchietto.
Voglio sprofondare.
Non appena saremo a casa soli mi prenderà a parole.
- ti sei divertita? – mi chiede la mamma.
Guardando fuori rispondo – mm – che sarebbe un sì.
- sicura? Non sembra tesoro… - perché capisce sempre come mi sento al solo guardarmi? Certe volte è un bene ma il più delle volte no.
Faccio un finto sbadiglio – sì, sono solo stanca.
Nella macchina aleggia la nuvola nera di Kanata.
La sento è molto suscettibile il ragazzo.
Sbuffo.
Arriviamo a casa.
Entrati il signor Saionji si alza dal divano e ci sorride.
Sta vedendo un film sul calcio mi pare e mia mamma gli da un bacio sulla bocca. Veloce e affettuoso.
Si siede accanto a lui ed iniziano a parlare.
Corro in camera mia urlando – buona notte! – e scompaio dalla circolazione.
C’è il vulcano Kanata che ancora deve eruttare e non ci tengo a vederlo.
Sento dei passi venire verso di me.
O cavolo!
Spengo la luce e mi corico ancora vestita.
Bussa alla porta ma non rispondo.
- Miyu apri – dice serio.
Continuo a non rispondere.
Senza permesso apre la porta ed entra.
Fa alcuni passi e si avvicina al mio letto.
- perché fai così  Miyu? – mi dice e si allontana.
Stringo i pugni e parlo – perché tu mi confondi.
Mi stringo tra le coperte nascondendo il mio imbarazzo.
Lo sento prendere fiato – non succederà più – ed esce.
Perché? Perché è dovuta finire così?
Prima mi bastava stargli vicino ma poi ho iniziato a volere di più…sempre di più e ho finito coll’innamorarmi perdutamente di lui.
 
Pensavo che con un po’ di sonno si sarebbe sistemato tutto ma quando mi sono alzata e sono andata a fare colazione Kanata non mi ha parlato nemmeno una volta.
Forse sta mettendo delle distanze tra noi…
Ma perché?
Sono io quella innamorata non lui!
Sono io quella che soffre sapendo che non posso stare con lui!
Sono sempre e solo io quella che la notte lo sogna continuamente ed il mio cuore piange!!
Forse è giusto così.
Continuare a sperare non serve a nulla…stare insieme non è possibile…siamo fratellastri.
Certo non abbiamo legami di sangue ma i nostri genitori stanno insieme da un bel po’ e siamo come una famiglia.
Mi sento vuota…come se dentro di me non ci sia nulla, solo tristezza e angoscia.
Ingoio un biscotto facendo scendere il nodo che ho in gola.
Se la nostra relazione finisse male chissà cosa potrebbe succedere.
Ma a che ci penso a fare?
Noi non staremo mai insieme.
Non ho alcuna speranza…ora non più.
Che stupida sono stata a credere in qualcosa in più.
Colpa di tutti quei film romantici che mi vedo e che mi mettono strane idee in testa.
 
Arriviamo a scuola accompagnati dalla mamma.
- divertitevi a scuola!! – ci dice allegra e noi rispondiamo con un sorriso.
Varchiamo il cancello ed entriamo.
Il silenzio tra di noi è molto più pesante.
Più di ieri.
- come è andato il fine settimana gente! – dice sorridente Santa.
Kanata si siede al suo posto senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
Io mi affretto a sedermi nel mio e Sakura mi rivolge un caloroso sorriso.
Ne avevo bisogno.
Ricambio e Nanami e Christine si girano per chiacchierare.
 
La giornata passa tra le battute dei miei compagne e le lezioni dei professori.
Dietro di me sentivo parlare solo Santa.
Lui si è limitato  ad annuire o a rispondere con monosillabi.
Meno male che la mia compagna di banco è tranquilla e simpatica.
Io e lui non ci siamo rivolti nemmeno uno sguardo.
Durante l’ora di matematica il professore mi chiama alla lavagna ed io mi alzo.
Arrivata lì prendo il gesso e risolvo il problema.
Verso l’ultimo passaggio mi blocco e mi giro verso Nanami per farmi aiutare poi alzo un po’ lo sguardo e scopro che Kanata mi sta osservando ma non appena i nostri occhi si incontrano distoglie lo sguardo.
È una mia impressione o è arrossito?
Difficile a dirsi è sempre un muro quello, non capisco mai cosa prova.
 
Ritorniamo a casa ed è peggio.
Ormai parlo solo con mamma e con  il signor Saionji.
Con Kanata mi limito a dirgli solo le cose indispensabili.
Tipo “è pronta la cena”, “tuo padre ti deve parlare”.
Cose del genere insomma.
E poi basta.
E mi fa male.
Mi manca…da morire.
Avevo paura proprio di questo…due estranei sotto lo stesso tetto.
Che non si parlano, che non si guardano e che non condividono nulla tranne che il bagno.
Noi che prima stavamo sempre insieme e condividevamo anche le mutande (si fa per dire).
 
La settimana passa in un baleno ed è già venerdì.
Già…il mio lavoro notturno mi aspetta.
Prima non ne ero tanto convinta ma ora sono decisa a farlo perchè credo che possa aiutarmi a dimenticarlo.
Guardo l’orologio appeso al muro della stanzetta e segna le nove e mezza.
Tra mezz’ora dovrò uscire.
Che m’invento?
Intanto mi vesto e mi trucco molto accuratamente.
Scendo in cucina e Kanata e il padre sono seduti a tavola che giocano a carte e la mamma fa il tifo per il signor Saionji.
- mamma esco – dico disinvolta.
Alza gli occhi verso di me – dove vai?
- a fare un giro con emm… Raymond – perché ho detto proprio quel nome?
Sorride – un ragazzo! Allora mi raccomando, occhi aperti e gambe chiuse!
Mi mette in imbarazzo.
Oh no mamma…le gambe le aprirò molte volte da sta sera per ballare.
Kanata alza lo sguardo dalle carte e lo porta  a me guardandomi impassibile.
Che cosa sta cercando di dirmi?
È serio ma allo stesso tempo arrabbiato.
Avrei voglia di dirgli FOTTITI!
Giro i tacchi ed esco di casa.
In cinque minuti arrivo davanti il locale.
Raymond mi viene incontro – ehi beautiful! – mi sorride.
Ah già, lui è mezzo americano.
- vieni, le ragazze ti prepareranno come si deve – mi trascina dietro le quinte.
Ci sono nove ragazze con completini sexy alcuni di piume altri con strass.
- tu sei quella nuova vero? – chiede una bionda platino dagli occhi azzurri.
- sì, sono Miyu – rispondo timida.
Mi afferra la mano e inizia a spogliarmi aiutata dalle compagne.
Jeans, maglietta, canotta, scarpe, calze e reggiseno.
Meno male che siamo tutte donne!
- indossa questo Miyu – mi da una gonna verde chiaro con la mutandina di sotto verde scuro ed un toppino verde scuro come la mutandina.
- so che non vuoi far sapere chi sei vero? – mi chiede una ragazza con i capelli rossi lunghi e lisci.
- già – mi da una maschera veneziana argentata con i brillantini ai bordi.
È davvero bella.
Prima di mettermela mi sistemano il trucco aggiungendo tanto di ombretto e rossetto rosso.
- si va in scena! – mi danno uno schiaffo leggero al sedere – è il tuo momento!
Il mio momento ma cosa devo fare?
Mi ritrovo sul palcoscenico e tutti gli occhi dei presenti su di me.
Avvampo dalla vergogna.
Solo ora mi rendo contro di quello che sto per fare.
Mi avvicino al palo con passo sexy.
Bhè non tanto i tacchi vertiginosi traballano un po’ ma cerco di non farlo notare.
Mi muovo attorno ad esso e guardo negli occhi tutti i presenti.
Mi sento così forte e così viva…
Loro non sanno chi sono e questo mi fa sentire così sicura di me.
I capelli mi volteggiano e alcuni ragazzi mi urlano di continuare.
Li faccio felici.
Alzo gli occhi e vedo Raymond che dal bancone mi fa ok col pollice.
Sto andando bene e mi sento felice.
Per un attimo la mia mente si svuota e ha un solo pensiero:
BALLA MIYU!
Balla e muoviti!
Niente Kanata, niente scuola niente di niente.
La musica a palla mi distrae da tutto ciò ed io mi faccio trascinare.
 
- brava Miyu – mi dice il proprietario del locale.
Sorrido – è stato interessante – dico sorpresa.
In effetti non mi sarei mai aspettata di sentirmi così.
Avrei giurato che non appena fossi stata là sopra sarei scappata a gambe levate…invece…
- ci vediamo domani – mi dice ed io esco dal locale.
Controllo il telefonino ed ho almeno nove chiamate perse.
- mamma? – chiedo non appena risponde.
La mamma si infuria – ma ti rendi conto che sono l’una e mezza?!?
Faccio una smorfia – sto tornando mamma, sto bene non preoccuparti.
Arrivo a casa in un baleno, certo me la sono fatta tutta di corsa!
Entro e trovo la mamma seduta a tavola.
Gambe accavallate e mani incrociate.
Nulla di buono.
Meno male che mi sono struccata prima.
- la prossima volta avvertimi prima che arrivi tardi altrimenti mi preoccupo! E poi non mi hai nemmeno risposto alle chiamate Miyu, mi sono preoccupata.
Mi avvicino a lei e l’abbraccio.
- tranquilla mamma sto benone – la stringo.
- lo sai che mi preoccupo sempre…solo avverti quando fai tardi ok?
Si calma e tutto finisce per il meglio.
 
L’indomani non c’è scuola così dormo fino alle undici.
Sta sera in programma c’è l’uscita con i miei amici ma io ho in progetto altro…se ripenso a come mi sono risentita ieri sera, voglio rifarlo e sentirmi libera e sicura.
Per tutto il tempo non ho nemmeno pensato a Kanata.
Sistemo la stanzetta e poi vado a lavarmi.
Esco dal bagno con un asciugamano attorno al corpo e mi dirigo in camera mia.
Mi guardo allo specchio e cerco di immaginarmi col vestitino verde di ieri sera.
Chissà se ero bella?
Sono le dieci meno un quarto e sento Kanata bussare alla porta, come so che è lui?
Primo perché mia madre entra senza bussare, secondo suo padre prima mi chiama poi bussa e terzo…il mio cuore batte forte quindi non può che essere lui.
- Miyu muoviti che dobbiamo andare – dice entrando e poi spalanca la bocca quando mi vede in mutande e reggiseno.
Avvampo e lui abbassa lo sguardo.
- due minuti e sono pronta – rispondo e lui esce.
Ben ti sta Kanata!! Era tutto rosso quando è uscito.
Indosso un vestitino rosso lungo fino alle ginocchia e un paio di bamboline.
Non mi trucco tanto ci penseranno le mie compagne di ballo a farlo.
Scendo e poi andiamo verso la macchina.
Arrivati in piazza raggiungiamo i nostri amici.
- Miyu! – mi urla Christine e poi mi abbraccia.
Sono quasi le dieci, devo andare…
- ragazzi io ho da fare, ci vediamo più tardi – cerco di divincolarmi ma le mie amiche mi incalzano.
- che devi fare? – chiede Nanami.
Sakura mi guarda – chi devi incontrare?
Santa e Kanata osservano la scena.
- è un segreto – sorrido e scappo via.
- cosa? Miyu non tenerci sulle spine!!
Le sento lamentarsi ma io continuo a correre via.
Indosso un vestitino fuxia cortissimo con sotto un paio di mutandine rosa chiaro.
Accanto a me c’è Yuka che balla e incanta il pubblico poi mi sorride e scompare.
Rimango sola e mi giostro il palcoscenico.
Infondo è come quando da piccola facevo i saggi di danza classica solo che qui devo ballare attorno al palo ma la sostanza è quella.
 
Rientro nel camerino e mi tolgo la maschera argento e nera.
Sorrido alla ragazza riflessa allo specchio, occhi verdi truccatissimi pieni di brillantini e rossetto rosa.
Capelli biondi attaccati in una treccia morbida.
Sono io e sembro più grande e più bella.
- brava – mi dice Yuka entrando nel corridoio di fronte, ha con sé un uomo sulla trentina.
Lo sta portando in una delle camere private.
- senti ma non è che questo corpetto me le rimpicciolisce? – una spogliarellista con i capelli blu notte agita su e giù il seno – altrimenti è inutile farmele ingrandire.

La biondina con indosso una vestaglietta di seta che copre ben poco fa no con la testa.
  
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